IL COACHING PER INDIVIDUI, GRUPPI E TERRITORI. Il caso «Porta Mediterraneo»
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- Luciana Casadei
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1 IL COACHING PER INDIVIDUI, GRUPPI E TERRITORI. Il caso «Porta Mediterraneo» ROBERTA PISTAGNI ricercatrice ISFOL e coach r.pistagni@isfol.it Gruppo di ricerca Studi, analisi e indagini sui sistemi di domanda e offerta di formazione Verona- Job&Orienta
2 Di cosa parleremo? 1 2 COSA E IL COACHING COME SI FA COACHING A UN TERRITORIO
3 1. COSA E IL COACHING?
4 COSA FA IL COACH? Realtà Strategie Volontà Obiettivo Aiuta una persona, un gruppo e anche un territorio (coachee) a raggiungere obiettivi motivanti e positivi per tutti, attraverso un percorso di consapevolezza e un piano di azione. Da «COACH» = «cocchio, carrozza» Il coach è un mezzo per compiere un percorso di cambiamento che ha successo soltanto se è fortemente voluto e realizzato dalla persona o coachee.
5 COME? Il percorso di crescita prevede un mix di RIFLESSIONE e AZIONE. Il coach stimola il coachee Realtà Strategie Volontà a.accompagnandolo MODELLO GROW (J. Whitmore) IN UN PERCORSO ARTICOLATO IN 4 FASI PRINCIPALI b. VERIFICANDO LA COERENZA TRA DIVERSE DIMENSIONI MODELLO DEI LIVELLI LOGICI (R. Dilts)
6 a. LE FASI DEL COACHING MODELLO GROW (J. Whitmore) Realtà Strategie Volontà Obiettivo GOAL REALITY OPTIONS WILL
7 GOAL Una semplice metafora per capire cosa sia un OBIETTIVO DI COACHING M. SPITZ MONACO 1972 M.PHELPS PECHINO 2008 Vincere 7/8 medaglie d oro alle Olimpiadi può essere un obiettivo?
8 No, NON può essere un obiettivo! Possiamo migliorare il tempo, lo stile ma la VITTORIA non dipende soltanto da noi. Però aspirare alla VITTORIA è fondamentale perché se non sogniamo di vincere difficilmente vinceremo. Ed è anche importante avere MODELLI positivi che ci motivano, dei maestri ideali o reali..chi è la fonte della nostra ispirazione nel campo che ci interessa?
9 Gli obiettivi di coaching sono SMART Il sogno dunque è la molla per raggiungere l obiettivo. Però poi bisogna essere concreti e identificare obiettivi «ben formati», che ricadano sotto il diretto controllo del coachee. Obiettivi detti SMART: Specifici, Misurabili (e motivanti), Raggiungibili, Realistici, Tempificati.
10 Processo di definizione dell obiettivo di coaching Il coach, dopo aver fatto sognare il coachee e averlo aiutato a identificare un obiettivo motivante raggiungibile nel medio-lungo periodo, lo aiuta a fissare un obiettivo intermedio raggiungibile nel breve periodo, anch esso motivante. R O G (situazione di partenza) OGGI obiettivo intermedio/tappa BREVE PERIODO Obiettivo finale motivante MEDIO-LUNGO PERIODO
11 Ecco dove interviene il coach! Se il coachee non sa nemmeno tenersi a galla, un obiettivo realistico può essere : a breve termine «imparare a nuotare con la tavoletta»; a medio termine «nuotare in mare aperto con tranquillità» R O G
12 OPTIONS Dopo aver analizzato la realtà e aver stabilito il primo obiettivo da raggiungere, occorre capire COME farlo (strategie) considerando i pro e i contro esterni e interni
13 WILL Piano di azione con monitoraggio degli OSTACOLI interni ed esterni e delle RISORSE attivate E il vero banco di prova del percorso di coaching. E sul piano di azione, sul rispetto della tabella di marcia e sulla sua modalità di realizzazione che si testa il grado di VOLONTA e RESPONSABILITA del coachee. Il percorso si conclude quando l indicatore di risultato fissato dal coachee viene soddisfatto e quindi quando il cambiamento può essere misurato. Per es: mi accorgerò di aver raggiunto l obiettivo quando sarò in grado di farmi una bella nuotata tranquilla in alto mare
14 b. LA COERENZA TRA DIVERSE DIMENSIONI visione MODELLO dei LIVELLI LOGICI (R. Dilts) Realtà missione Strategie Volontà Obiettivo valori convinzioni capacità comportamenti ambiente Nelle diverse fasi del percorso di coaching il coach aiuta il coachee a verificare l ecologia dell obiettivo, cioè la sua congruenza con tutte le sue dimensioni di vita e di lavoro.
15 2. COME SI FA COACHING AL TERRITORIO?
16 Il caso «PORTA MEDITERRANEO» PM nasce dal progetto ISFOL Dal cercare al creare lavoro, che ha l obiettivo generale di creare condizioni di nuova e migliore occupazione nei diversi Municipi di Roma Capitale, valorizzando le risorse esistenti. Nel Municipio X la sperimentazione è iniziata a settembre 2014 e ha prodotto Porta Mediterraneo, una rete di innovazione sociale che favorisce: la collaborazione tra organizzazioni e tra persone; lo scambio di informazioni su opportunità di sviluppo e finanziamento; la conoscenza di buone pratiche; la ricerca di talenti nascosti di tutte le età, focalizzandosi sulle passioni e sull autentico saper fare; la raccolta dal basso di informazioni utili ai decisori per ridefinire le politiche del lavoro e della formazione.
17 Il RUOLO dell ISFOL Facilita il processo di trasformazione del territorio in comunità aiutando le reti esistenti: a raggiungere obiettivi concreti e condivisi; a individuare nuovi bacini di impiego; a fare progetti rilevanti per il territorio e per le istituzioni; a far emergere le competenze anche attraverso l esercizio di pratiche professionali e la creazione di artefatti comuni; E ricavando linee guida da trasferire sul piano della programmazione delle policy regionali.
18 Cosa è «Porta Mediterraneo»? E una META-RETE si propone di mettere a sistema ciò che già esiste e di valorizzarlo. Non è una rete ulteriore, fa piuttosto da collante e da catalizzatore di quelle già esistenti. E una RETE DOMANDA mira a far emergere e a qualificare la domanda di formazione e di lavoro del territorio che altrimenti rimarrebbe latente o parzialmente espressa. Non è una rete-offerta, come la maggior parte delle reti. Piuttosto prepara il territorio e i suoi abitanti a fruire delle reti-offerta.
19 Cosa c entra Porta Mediterraneo con l ISFOL? L ISFOL si occupa di Mercato del Lavoro e Formazione. Il problema è che in Italia domanda e offerta di formazione e di lavoro non si incontrano (mismatch). Una delle cause è l offerta formativa: programmata dall alto e spesso scollegata dalla domanda. Il nostro è quindi un sistema capovolto perché dovrebbe essere la domanda a determinare il tipo e il livello dell offerta. Ma come? Bisognerebbe prima far emergere e qualificare la DOMANDA. Ed è questo è uno degli obiettivi dell ISFOL. Porta Mediterraneo è di fatto un modello di promozione della domanda territoriale.
20 Come è stata creata? La partnership ISFOL- Municipio X ha costituito una solida cornice istituzionale in cui inserire il progetto. L Isfol, in linea con la sua mission di assistenza tecnica alle Amministrazioni Pubbliche in tema di formazione e lavoro, ha inserito il progetto all interno del proprio Piano di attività ASSE ISTRUZIONE E FORMAZIONE-Priorità di investimento: In questo modo, si è potuto garantire al Municipio la partecipazione di esperti di facilitazione territoriale nonché interventi su tematiche specifici attinenti alla formazione e al lavoro senza alcun onere economico a carico dei Municipi stessi.
21 Il COACHING TERRITORIALE Nel Municipio X
22 1. GOAL: il sogno I cittadini sognano che il loro territorio torni ad essere la Porta sul Mediterraneo, quale era al tempo degli antichi romani: luogo di incontro tra culture, di attività produttive, di tradizione e di innovazione. Il logo che rappresenta questo concetto è stato realizzato da Debora Santonocito, giovane grafica del territorio (VISIONE) La loro MISSIONE è riportare sul territorio la bellezza (Venere) che è ora lontana, isolata in mezzo al mare su un pontile di legno crollato che segna il confine tra la parte più degradata del territorio e quella storica. La prima sperimentazione viene fatta in ambito culturale Foto di Maurizio Vecchi e Alin Costache
23 2. MACRO-OBIETTIVI Obiettivi del Municipio Dal territorio alla comunità Attivazione competenze territoriali Mappa bacini di impiego innovativi progettazioni Il COACHING TERRITORIALE Obiettivi ISFOL deve armonizzare gli obiettivi del territorio con quelli istituzionali dell ISFOL: coincidenti e non mappa bacini di impiego innovativi rilevazione fabbisogni formativi Nuovo modello di offerta formativa che parta dalla DOMANDA
24 3. STRATEGIE Mix di bottom-up e top-down PRESENTAZIONE DEL PROGETTO «A CERCHI CONCENTRICI» 1 DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA DI: fondi strutturali ed europei mondo dei makers 2 2. CRESCITA DI CONSAPEVOLEZZA E COMPETENZE 1. SENSIBILIZZAZIONE AGGREGAZIONE COSTRUZIONE PROGRESSIVA DELLA RETE DEGLI ATTORI LOCALI 3 DAL BASSO (con gli attori locali) progetti ed eventi costruzione del sistema di comunicazione DALL ALTO (presso le istituzioni) diffusione della conoscenza della rete, rafforzamento del suo ruolo e della sostenibilità delle sue azioni 3. AZIONE
25 4. Obiettivo di coaching a breve termine Aiutare il territorio a realizzare una serie di iniziative culturali integrate in ricordo del poeta, scrittore, regista ma anche grande pedagogo Pier Paolo PASOLINI a 40 anni dalla sua morte. INDICATORE DI RISULTATO: il passaggio da azioni isolate di più soggetti a eventi realizzati in maniera coordinata dalla rete Porta Mediterraneo Il murale di MauPal nel Centro di Formazione Professionale di Ostia P.P. Pasolini )
26 5. Es di indicatori di risultato (alcune locandine degli eventi realizzati)
27 segue
28 Oltre al GROW e al modello dei LIVELLI LOGICI Si sono applicati i principi della COMUNITA DI PRATICA di ETIENNE WENGER
29 i principi della COMUNITA DI PRATICA nella rete Porta Mediterraneo INIZIATIVA COMUNE Identità, significato, priorità condivise REPERTORIO CONDIVISO Riti, routine, artefatti, strumenti IMPEGNO ALLA RECIPROCITÀ Diversità, leadership, fiducia
30 Il PROCESSO DI COSTRUZIONE della comunità di pratica La comunità si costruisce attraverso una mappatura delle competenze territoriali (individuali e organizzative), il coinvolgimento dei partecipanti in iniziative comuni e la diffusione della conoscenza. La conoscenza viene diffusa attraverso il sito «Porta Mediterraneo» e l omonima pagina Facebook, che ospitano anche i due questionari per la mappatura delle competenze. La piattaforma Moodle serve ai più attivi per lavorare a distanza, comunicare e raccogliere i prodotti che via via si realizzano. Come nel ciclo dell acqua, la conoscenza viene raccolta dalla popolazione per essere ridistribuita in modo organizzato
31 Il processo di trasformazione della conoscenza da tacita in esplicita AZIONE E SVILUPPO TERRITORIALE ARTEFATTI ORGANIZZATI COMUNITA DI PRATICA competenze e idee INDIVIDUI competenze e idee ORGANIZZAZIONI PORTA MEDITERRANEO competenze e idee ORGANIZZAZIONI competenze e idee INDIVIDUI
32 Gli ARTEFATTI necessari alla trasformazione AZIONE E SVILUPPO TERRITORIALE PIATTAFORMA MOODLE REPORT INDIVIDUI REPORT ORGANIZZAZIONI SITO questionario Google Drive ORGANIZZAZIONI questionario Google Drive INDIVIDUI PORTA MEDITERRANEO MUNICIPIO X
33 Applicazione delle metodologie: Grow, Livelli logici e Comunità di pratica Strumenti approntati e prossima iniziativa comune Manifesto Logo Simboli IDENTITA Piattaforma moodle Facebook Questionari di rilevazione delle competenze di individui e organizzazioni Sito ARTEFATTI Iniziative progettate e realizzate INIZIATIVA COMUNE Iniziative progettate e realizzate
34 Coaching territoriale. Riassumendo Il GROW consente di individuare l Obiettivo (Goal) a partire dall analisi della realtà (Reality) e di raggiungerlo attraverso la definizione di strategie (Options) e di un piano di azione che prevede assunzione di responsabilità e determinazione (Will). E finalizzato ad accrescere la consapevolezza e l intraprendenza del territorio. Metodologie-chiave: a. GROW b. LIVELLI LOGICI + c. COMUNITA DI PRATICA In questo percorso il coach deve porre attenzione a mantenere o ripristinare la coerenza tra diversi piani o LIVELLI LOGICI: ambiente, comportamenti, capacità, convinzioni, valori, identità, visione. Il coaching territoriale va inoltre arricchito da altri metodi e competenze necessari a realizzare i diversi piani di azione e va supportato da un sistema di comunicazione e interazione socioprofessionale che consente alla rete di trasformarsi in una vera COMUNITÀ DI PRATICA.
35 Il territorio come labirinto Sul territorio l applicazione dei modelli è complicata dall intervento costante di fattori esterni, soprattutto di natura politica, che possono determinare mutamenti di scenario improvvisi e radicali. L iniziativa comune può inoltre subire boicottaggi in quanto determina un cambiamento, scardinando talora interessi, abitudini e dinamiche di potere preesistenti e non virtuose. Obiettivi, strategie e piani di azione vanno costantemente ridefiniti, senza perdere di vista l obiettivo finale e l allineamento dei livelli. Vanno inoltre attuate strategie bidirezionali: dall alto (top-down) e dal basso (bottom up). Le prime per dare sostenibilità alle seconde. Il coach deve operare con calma, imparando dagli errori e trovando soluzioni alternative in tempi brevi. Fondamentale è la collaborazione di risorse esperte locali con conoscenza del territorio e delle sue reti, che condividano l idea di sviluppo del territorio e i valori necessari a realizzarla.
36 Fine della presentazione e Grazie per l attenzione! ROBERTA PISTAGNI ricercatrice ISFOL e coach r.pistagni@isfol.it Gruppo di ricerca Studi, analisi e indagini sui sistemi di domanda e offerta di formazione Verona -Job&Orienta 2015
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