Giovanni 15:1-17: la vite e i tralci 1. Vi invito a trovare Giovanni 15:1-17, la parabola di Gesù sulla vite e i tralci.
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- Arrigo Villani
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1 Pietro Ciavarella Giovanni 15:1-17, la vite e i tralci P 1/10 Giovanni 15:1-17: la vite e i tralci 1 Vi invito a trovare Giovanni 15:1-17, la parabola di Gesù sulla vite e i tralci. Questo brano è così ricco che per esporlo bene, probabilmente ci vorrebbero tre sermoni. Un primo sermone per inquadrare il passo in relazione all Antico Testamento e in riferimento a quello che dice riguardo a Gesù, partendo dalle prime quattro parole del testo: io sono la vera vite. Cosa avrei spiegato io in quel primo sermone? Ve lo dico ora, ovviamente in sintesi, in una trentina di parole. La parabola della vite e i tralci, non solo ci insegna molte cose sul nostro rapporto con Gesù, ma insegna anche molte cose sul rapporto tra Gesù e Israele. Fine primo sermone! Poi dedicherei, in un mondo ideale, due sermoni per spiegare bene bene Giovanni 15:1-17. Proverò a fare ciò ora, non però in trenta parole, bensì in un solo sermone di una lunghezza sopportabile. Fatte queste premesse, vogliamo iniziare subito con la lettura del nostro testo. In Giovanni 15:1-17 il nostro Signore Gesù Cristo dice: 1 Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. 2 Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. 3 Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunziata. 4 Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. 5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete 1 Anche quando non lo cito esplicitamente, la mia comprensione di questo brano è stata fortemente influenzata e arricchita dal commentario di D.A. Carson, The Gospel according to John, Inter-Varsity/Eerdmans Se leggete l inglese spero che l abbiate già. Se invece volete leggerlo in italiano, gira una voce che è in traduzione presso una casa editrice italiana. Predicato domenica 24 ottobre 2010.
2 Pietro Ciavarella Giovanni 15:1-17, la vite e i tralci P 2/10 far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. 8 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli. 9 Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore. 10 Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. 11 Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa. 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. 13 Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici. 14 Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. 15 Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio. 16 Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia. 17 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. Questa parabola ci insegna che cosa Dio vuole per noi nella vita spirituale: una vita feconda, produttiva, fruttuosa, se volete. Ma questa parabola insegna anche il modo in cui possiamo avere quella vita, che Dio vuole per ciascuno e ciascuna di noi: dimorando in Cristo.
3 Pietro Ciavarella Giovanni 15:1-17, la vite e i tralci P 3/10 Ora se io devo dimorare in Cristo per avere una vita spiritualmente produttiva, la domanda nasce spontanea: cosa vuol dire dimorare in Cristo. La risposta è questa: dimoriamo in Cristo quando lo amiamo mettendo in pratica le sue parole. Ma attenzione: questo passo non è soltanto un manuale di istruzioni per la vita spirituale. E anche un ammonimento per coloro che vorrebbero scherzare con Dio. Se noi rientriamo in quella categoria, troveremo in questi versetti delle parole molto spaventose. Fatto questo riassunto, ora vogliamo passare alla spiegazione del passo. Nel primo versetto Gesù raffigura se stesso come una vite, di cui suo Padre è il vignaiuolo. Dopo poco sarà chiaro anche chi siamo noi in questa parabola. Noi che veniamo in chiesa, e pretendiamo di essere seguaci di Gesù; noi siamo i tralci (il v. 5). La prima operazione del Padre. Il versetto 2 dice che il Padre, come vignaiuolo esegue due operazioni sui tralci su di noi. La prima è quella della potatura. Se siamo veramente credenti, il Padre ci aiuterà a crescere nella vita spirituale. Questa è la seconda parte del versetto 2, ovvero: ogni tralcio che dà frutto, [il Padre] lo pota affinché ne dia di più. La potatura magari può anche far male, ma l obiettivo di Dio è di aiutare i veri credenti a migliore nella vita spirituale. E cosa vuole lui da noi: una vita produttiva e fruttuosa. Il v. 5 dice che se dimoriamo in Cristo, porteremo molto frutto. Il v. 16 dice che Cristo ci ha scelto e costituito proprio perché andiate e portiate frutto e [che] il
4 Pietro Ciavarella Giovanni 15:1-17, la vite e i tralci P 4/10 vostro frutto rimanga. Dio Padre vuole che cresciamo, vuole che produciamo per lui, e a tale riguardo ci pota affinché possiamo essere sempre più utili a lui. La seconda operazione del Padre. Ma secondo il versetto 2 il Padre esegue un altra operazione. Certi tralci non vengono potati, aiutati, ma vengono tolti, gettati via. I tralci in questione in tutta probabilità fanno riferimento a persone che pretendono di essere credenti ma che non erano mai nate di nuovo. Pare che vengano in chiesa la domenica e partecipino anche ad altre riunioni della chiesa. Se no, sarebbe strano che Gesù dicesse al v. 2 che questi tralci siano in lui. Al Grande Vignaiuolo non piace quando la gente scherza con Gesù. E questa parabola insegna che i falsi credenti saranno smascherati forse già in questa vita, ma che comunque il loro destino eterno è lo stagno di fuoco. La chiave della vita spirituale è di dimorare in Cristo. E si dimora in Cristo seguendo l insegnamento di Cristo. Chi non fa questo è invece un impostore, un falso credente il cui fine è descritto al v. 6: Se uno non dimora in me dice Gesù è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. In queste due operazioni del Padre, del Vignaiuolo, vediamo il carattere di Dio. Egli è misericordioso e s impegna ad aiutare coloro che vogliono davvero seguire Cristo. Li pota, li incoraggia, li aiuta. Invece egli è giusto e santo nei riguardi di coloro che vogliono far beffa del suo Figlio, facendo solo finta di volerlo seguire. Questi ultimi, il Padre toglie via e getta nel fuoco eterno.
5 Pietro Ciavarella Giovanni 15:1-17, la vite e i tralci P 5/10 Pietro, non scherzare con Cristo. Carissime e carissimi: non scherzate con Cristo. Non piace affatto al Padre se facciamo beffa del Figlio, come non piace a me quando qualcuno vuole far beffa dei miei figli. Questo è l ammonimento di questo passo, la parte negativa, se volete. Ma il brano ha anche tante cose positive da dire. Guardiamone alcune insieme. Il versetto 3 ci insegna come ha inizio la vera vita cristiana. Inizia quando Gesù ci purifica per via della sua parola. Infatti questo versetto dice: voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunziata. E qual è la parola purificatrice di Cristo? Guardiamo tre esempi proprio dal Vangelo di Giovanni. - Giov 5:24: In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. La sintesi? Andiamo in paradiso credendo nel Vangelo. - Giov 10:10 io son venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. 11 Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. La sintesi? Tutto dipende dal sacrificio di Cristo; tutto. - Giov 14:6: Gesù gli disse: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. La sintesi? Una sola strada porta a Dio: Gesù. La parola purificatrice di Cristo riguarda l identità e il sacrificio di Cristo. Egli è l inviato per eccellenza del Padre, egli è l unico modo per accedere a Dio, egli è Dio venuto in mezzo a noi, e il suo sacrificio sulla croce è la chiave della nostra salvezza eterna. Se noi crediamo, e crediamo veramente, queste cose, le quali non sono altro che ciò che Gesù dice riguardo a se stesso, allora secondo il versetto 3, di Giovanni 15, noi siamo già puri. A questo punto, i versetti 4-5 spiegano il proseguo della vita cristiana, quello che viene dopo la conversione. E sapete cosa dicono? Dicono che Cristo è la chiave
6 Pietro Ciavarella Giovanni 15:1-17, la vite e i tralci P 6/10 della conversione, ma che egli è anche la chiave del resto della vita cristiana. Le parole di Gesù nei vv. 4-5 dicono proprio questo: Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. 5 Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. Un tralcio, se non è attaccato alla vite, muore. Non ha sussistenza, energia, sostegno e di conseguenza, è impossibile che vada avanti. Ma se rimane ben attaccato alla vite, quel tralcio trae da essa tutto quello di cui ha bisogno. Tutto quello di cui ha bisogno per essere sano e per fare quello per cui esiste: portare frutto. Care e cari nel Signore, senza Cristo, non potete far nulla. Ci credete? Senza di lui non potete vincere la tentazione, la depressione o la timidezza. Senza di lui non potete sopportare situazioni di persecuzione e di simili pressioni contro la vostra vede in Cristo. Senza di lui non potete perdonare gli altri, il nostro tema della settima scorsa (su Matteo 18:23-35). Ma con lui, noi che dimoriamo in lui e in cui lui dimora con la sua presenza possiamo fare tutto quello che Dio vuole che facciamo. Con Cristo possiamo essere utili a Dio e possiamo portare frutto per il suo regno eterno. O nelle parole ben conosciute di Paolo di Filippesi 4:13: Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica. Nick Vujicic ( e Joni Eareckson Tada ( sono delle testimonianze straordinarie di quello che un uomo e una donna possono fare in Cristo. Nick è il figlio di un pastore ed è nato senza arti. Ma egli va avanti lodando Dio.
7 Pietro Ciavarella Giovanni 15:1-17, la vite e i tralci P 7/10 Joni è paralizzata da decenni e convive da una decina di anni con il dolore cronico e da poco è stata diagnostica con il cancro al seno. Ma pochi giorni fa ho letto una sua meditazione su come la sofferenza l ha resa ancora più utile a Dio e ho risposto con lacrime. Tu puoi fare ogni cosa ogni cosa che Cristo vuole che tu faccia per mezzo di colui che ti fortifica. Cosa devi fare? Dimorare in lui; è così che ti arriva la forza per vivere per il progresso del Vangelo. Non soltanto. Se seguiamo Cristo, lui ci assicura che non solo riceviamo forza da lui, ma dice che gli possiamo fare anche delle richieste. Vediamo questo al v. 7: Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. Se strappiamo questo versetto dal suo contesto, potremo essere tentati di andare dietro ai falsi profeti che, sorridendo, ci assicurano che Dio vuole che siamo ricchi e che godiamo di in una salute perfetta. Non trascinate nel fango la mia sorella maggiore Joni e non disprezzate il mio nobile fratello Nick con tale spazzatura. Certo Cristo vuole sapere anche le nostre richieste più semplici. I capelli della nostra testa sono contati e egli sa anche quando cade in terra un solo passero (vedi Matteo 10:29-30). Per cui sì, Dio si interessa ai piccoli problemi della nostra esistenza e vuole, come dice l apostolo in 1 Pietro 5:7 che gettiamo su di lui ogni nostra preoccupazione. Perché? Il versetto continua: Perché egli ha cura di noi. Ma nel contesto di Giovanni 15 qualcos altro è maggiormente in vista. Il v. 16 dice che Gesù vuole che noi andiamo e che, andando, portiamo frutto, del frutto che rimane. Il frutto che rimane qui è probabilmente principalmente coloro che si convertono a Cristo tramite le nostre vite individuali e tramite i ministeri delle chiese
8 Pietro Ciavarella Giovanni 15:1-17, la vite e i tralci P 8/10 locali, comprese le missioni. Per cui per quanto riguarda le nostre richieste, qui Gesù ha in mente grandi missioni, non grandi macchine nuove. Egli ha in mente l efficacia nell evangelizzazione. Via via che dimoriamo in Cristo, cominciamo a cambiare sempre di più le cose che chiediamo al Signore. Ci sono delle donne di queste comunità che pregano per i nostri giovani e per le nostre giovani. Esse stanno pregando per un raccolto eterno di anime frutto che rimarrà. Ci sono uomini di questa comunità che stanno pregando che Dio faccia sorgere dei leader cristiani di questa nuova generazione, uomini umili e robusti al contempo sottomessi al Signore della mèsse. Uomini che andranno, magari inviati da questa comunità, a portare altrove frutto eterno per il loro Signore. Quello che sto dicendo è che dobbiamo leggere il privilegio di poter chiedere, espresso al v. 7, alla luce del criterio enunciato al v. 8: In questo è glorificato il Padre mio. In cosa Gesù? In cosa è glorificato il Padre? Nella mia nuova Mercedes, nel mio corpo perfetto. No, no vediamo la risposta finendo la lettura del versetto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli. I versetti 9-17 costituiscono la seconda parte di questo brano. D un tratto Gesù introduce in questo discorso un nuovo vocabolo. Si tratta di un vocabolo trovato nove volte in questi nove versetti, una concentrazione molto alta. Qual è il vocabolo? L amore. Le parole l amore o l amare si trovano tre volte al v. 9, due al v. 10, due al v. 12, e poi una volta sia al v. 13 sia al v. 17. Qui in un mondo ideale inizierebbe un nuovo sermone, ma sarò molto sintetico qui per questioni di tempo.
9 Pietro Ciavarella Giovanni 15:1-17, la vite e i tralci P 9/10 Nei versetti 9-17 Gesù dice in gran parte cose già dette nei precedenti 8 versetti, ma con altre parole, in particolare l amore. Notate che al v. 9 abbiamo una catena d amore. Il Padre ama il Figlio e Gesù a sua volta ama noi. Poi abbiamo anche il comando per come dobbiamo rispondere a tale amore: dimorate nel mio amore. Prima dimorare in Cristo ora dimorare nel suo amore. La stessa cosa ma ora detta in un modo differente. Ma è al v. 10 di questo passo che arriviamo all indicazione più concreta e più pratica della intera parabola. Se dobbiamo dimorare in Cristo e nel suo amore, conviene che sappiamo come farlo, giusto? Al v. 10 ora Gesù ci dà quella risposta precisa. Dobbiamo imitare Gesù. E come è che egli si è comportato quando il Padre ha amato lui? Ha risposto con l obbedienza. Ed ora Cristo vuole che noi facciamo lo stesso. Seguite ora la logica: Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Qual è il principio qui? Nella vita spirituale dimostriamo di amare Gesù, seguendo al suo insegnamento. Questo vuole dire che Gesù non vuole tanto un SMS da parte nostra: Gesù ti amo. Piuttosto egli preferirebbe un filmato YouTube in cui la nostra vita fa vedere che lo amiamo. Ma perché Gesù dice che vuole l obbedienza? Egli è forse un sadico dittatore che riceve una carica sadica quando noi ci sottomettiamo a lui? No di certo. Gesù vuole che noi obbediamo il suo insegnamento, affinché abbiamo, noi, la sua gioia una gioia ricca e profonda. Questo è quanto egli dice al v. 11. Anzi quando noi
10 Pietro Ciavarella Giovanni 15:1-17, la vite e i tralci P 10/10 facciamo le cose che lui comanda, dice il v. 14 ci dimostriamo di essere addirittura gli amici di Cristo! V. 14: Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. A questo punto ci mettiamo tutti in fila per dimostrare a Gesù che lo amiamo in modo verticale. Ma Gesù ora ci dà una possibilità quotidiana molto pratica una possibilità orizzontale per mostrare il nostro amore per lui. La vedete? Si trova sia al v. 12 sia al v. 17. Un modo principale che Cristo ci dà per amarlo è che ci amiamo gli uni gli altri, anche questo in imitazione di lui. Egli ha amato noi, dando la sua vita per noi (v. 13 Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici ) ed ora vuole che noi, in imitazione di lui, amiamo profondamente e concretamente gli altri cristiani. Lascio a voi di rileggere questo passo a casa, dal v. 1 al v. 17 per continuare ad approfondirne le sue ricchezze. Io vi ho dato stamattina la traccia, ora tocca a voi fare il compito. Ma in realtà tocca a me che parlo e a voi che ascoltate eseguire il compito di fondo di questo brano. Dimorare in Cristo, e così facendo, di produrre molto frutto per il Padre e il Figlio. E come dimoriamo? Amando Cristo, osservando i suoi comandamenti. E qual è uno dei suoi comandamenti di fondo per noi cristiani? Concludo con la risposta, che vi leggerò prima dal v. 12 e poi dal v Giov 15:12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. - Giov 15:17 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. E ricordiamoci: senza di lui non possiamo far nulla, nemmeno questo.
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