LA DISLESSIA DSA 05/04/2014. Disturbi Specifici dell Apprendimento. Disturbi Specifici dell Apprendimento
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- Natalia Volpe
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1 LA DISLESSIA Dott.ssa Francesca Ambrosi e Dott.ssa Ethel Bertagna Disturbi Specifici dell Apprendimento DISLESSIA Disturbi Specifici dell Apprendimento quando? LETTURA SCRITTURA CALCOLO DISGRAFIA DSA DISCALCULIA al di sotto: 1. all età cronologica 2. alla valutazione psicometrica dell intelligenza 3. all istruzione adeguata all età DISORTOGRAFIA per essere definiti DSA si deve avere un Q.I. Medio - Alto 1
2 abilità di lettura/ scrittura/ calcolo sono al di sotto di 2 deviazioni standard - DS SE non dipende dal grado di Q.I. disturbo è presente dai primi anni di scuola è un DSA non dipende da deficit uditivi/ visivi/ neurologici DISLESSIA definizione La Dislessia è una disabilità specifica dell apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarsa abilità nella scrittura e nella decodifica. Questa difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitiva e alla garanzia di una adeguata inclusione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura, che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale. DISLESSIA Definizione 8 ottobre 2010, n.170 si intende per dislessia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell'imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura (L.170 Art.1 punto 2) (gruppo di lavoro dell I.D.A. G. Lyon, S.e B. Shaywitz, C.Vio e G. Stella 2003) 2
3 DISLESSIA come si manifesta: sostituzione di lettere simili (b/d p/q - m/n - nasali) sostituzione di lettere omofone (b/p esplosive t/d dentali f/v s/z) inversioni di lettere (da/ad per/pre da/pa) difficoltà di riconoscere gruppi sillabici complessi (gn ch gl - sc) difficoltà di lettura delle non parole difficoltà a ricordare parole a bassa frequenza (date, nomi, linguaggio specifico) difficoltà di mantenere il rigo di lettura confonde i rapporti spaziali e temporali (dx/sx ieri/oggi - giorni/mesi uso dell orologio) difficoltà nell automatizzare l alfabeto - tabelline formule regole ecc. difficoltà nella ricopiatura dalla lavagna difficoltà nel prendere appunti incapacità spontanea di autocorrezione degli errori lentezza nella lettura scarsa accuratezza difficoltà nella lettura ad alta voce nella lettura ripete sillabe/parole/frasi salta le parole quando va a capo salta la/e righe di solito non comprende quello che ha appena letto LEGGERE e DECODIFICARE d b q p ORIENTAMENTO SPAZIALE Movimenti Oculari di un Normolettore 4. Area di Broca Qui si attiva il programma neuromotorio per la produzione del suono (bocca, lingua, laringe). 3. Area temporale sup. o Area di Wernicke La forma visiva della parola viene convertita in fonema. Movimenti Oculari di un DISLESSICO 2.Area temporo-occipitale inf. Deposito di rappresentazioni ortografiche delle parole. E la zona incaricata di "vedere" le lettere e rendere automatico il processo di riconoscimento delle parole. 1. Area occipitale post. dove avviene il riconoscimento del simbolo. 3
4 percorso di LETTURA in soggetti Dislessici LA DISLESSIA (DISTURBO SPECIFICO dell APPRENDIMENTO della LETTURA) 2.Area temporo-occipitale inf. Deposito di rappresentazioni ortografiche delle parole. E la zona incaricata di "vedere" le lettere e rendere automatico il processo di riconoscimento delle parole. E' un disturbo di DECODIFICA (velocità correttezza) non di comprensione. La DISLESSIA EVOLUTIVA si manifesta nel processo di apprendimento della lettoscrittura La DISLESSIA ACQUISITA è conseguente ad eventi patologici con lesioni corticali LE CAUSE della DISLESSIA EVOLUTIVA sono molteplici NON lesionali sono congenite interessano il piano NEUROBIOLOGICO sono dovute alla mancanza di alcune funzioni necessarie ai processi di transcodifica e di automatizzazione INCIDENZA: 1 alunno per classe Lo specialista diagnostica una DISLESSIA (secondo le 5 condizioni dell OMS) quando: - il QI è nella norma (tra 85 e 115) - il livello di lettura è significativamente distante dalla media - non ci sono disturbi neurologici o sensoriali - il disturbo è persistente nonostante gli interventi scolastici - il disturbo dà conseguenze nella scolarizzazione 4
5 L INSEGNANTE può ipotizzare una DISLESSIA quando l alunno: commette molti errori, salta righe e parole, confonde suoni simili e diversamente orientati - è molto lento, si stanca, apprende con grande difficoltà il meccanismo della letto-scrittura - ha difficoltà ad imparare le tabelline, i giorni della settimana, i mesi, l alfabeto, le stagioni.. - confonde destra con sinistra, non capisce il tempo - opera conglutinazioni, elisioni, omissioni - spesso confonde i numeri - ha un linguaggio verbale povero e non memorizza i termini difficili - non ricorda la grammatica - ha problemi psicologici e di adattamento come conseguenza del suo disturbo - ha difficoltà ad imparare le lingue straniere - ha problemi di attenzione e di concentrazione (depressione, chiusura, inibizione, somatizzazioni, rifiuto della scuola, reazioni aggressive ) NELLA SCUOLA DELL INFANZIA un dato predittivo che identifica un fattore di rischio per la DISLESSIA è IL RITARDO DI LINGUAGGIO In PRIMA classe della scuola PRIMARIA si può ipotizzare una futura dislessia: se a metà della prima c è un livello di acquisizione molto basso se viene proposto nei tre mesi successivi un incremento di stimolazione e tuttavia le difficoltà non sembrano modificarsi (nonostante il rinforzo, le acquisizioni non sembrano mai stabili). Le cause: Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha permesso di stabilire che si tratta di una caratteristica costituzionale, determinata biologicamente e non dovuta a problemi psicologici o a disagio socio-culturale Le ricerche recenti Una ricerca anglosassone ha individuato in bambini americani un coinvolgimento del cromosoma 15 della Dislessia. Quest area del genoma è in grado di influenzare la difficoltà d apprendimento Indipendentemente dalle caratteristiche culturali dei diversi paesi in cui un bambino può trovarsi a vivere. 5
6 Dislessia Incapacità di distinguere lettere simili per la forma (m e n; b e d; b e p) o per il suono (d e t; b e p); Inversione di lettere nell ambito di una sillaba (lad per dal; id per di); Omissione di lettere o sillabe nell ambito di una parola (doni per domani); Sostituzione di intere parole nel corso di una prova (auto al posto di aereo). Dislessia Progressivamente si evidenziano difficoltà che riguardano, oltre la correttezza, anche la velocità e la comprensione del testo. La lettura risulta <2ds rispetto alla media attesa. La compromissione presenta un grado variabile. Nelle forme lievi il bambino riesce a mascherare, attraverso uno sforzo attentivo, gli iniziali errori. La lettura, tuttavia, appare sillabica, lenta o priva di intonazione. Nelle forme più gravi, persiste l incapacità di leggere correttamente e la comprensione risulta molto compromessa. Le disabilità d apprendimento provocano, in bambini intellettualmente vivaci, DEI CONTRACCOLPI PSICOLOGICI: Perdita dell autostima Tendenza ad assumere ruoli aggressivi per compensare la difficoltà Noia DISLESSIA aspetti emotivi ANSIA: il soggetto teme l interrogazione improvvisa, la richiesta di lettura, una risposta immediata RABBIA: come conseguenza della frustrazione, manifesta problemi comportamentali e/o psicologici AUTOSTIMA: all inizio la carriera scolastica è adeguata, mentre in età adolescenziale spesso i soggetti sono convinti di essere incompetenti e inadeguati DEPRESSIONE: vedono un futuro di continui fallimenti, la scuola è vissuta come ambiente stressante quando non mette l alunno in condizione di fare RIVENDICAZIONE: il bisogno di sentirsi come gli altri porta a sottolineare l errore altrui in una sorta di sei come me, anche tu sbagli 6
7 Se prendiamo un alunno dalla mente sveglia e non gli permettiamo di imparare, lui è preso dal desiderio di dimostrare che non è l unico a fare fatica è subito pronto a sottolineare gli errori degli altri a ridere a fare il pagliaccio rischio SI PUO FARE QUALCOSA? UN D.A. NON COMPRESO E NON DIAGNOSTICATO Riabilitazione: un trattamento riabilitativo tempestivo consente di rafforzare o riattivare le funzioni deficitarie e potenziare le altre presenti. Sono possibili due tipi di intervento: - puntare sull automatizzazione dei processi di lettura (aumento della correttezza e rapidità nell accesso al testo) - aiutare il bambino ad utilizzare le strategie acquisite, ad organizzarsi meglio di fronte a testi complessi e a mettere in atto accorgimenti che lo aiutino nello studio COMPORTA SOVENTE IL CONSIGLIO, DA PARTE DEL DOCENTE, DI NON PROSEGUIMENTO DEGLI STUDI NOI PERDIAMO INTELLIGENZE E CAPACITA AD OGGI SI OSSERVA CHE AGLI SUDI SUPERIORI PERVENGONO GIOVANI PER LE CUI FAMIGLIE UN DIPLOMA O UNA LAUREA SONO, PER MOTIVI DIVERSI, OBIETTIVI IMPRESCINDIBILI! 7
8 NON E NECESSARIA L INSEGNANTE DI SOSTEGNO!!! LA DIDATTICA DELLA SPECIALE NORMALITA ED I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI SERVE PIUTTOSTO UN BUON LAVORO EFFETTUATO DALLA DOCENTE CURRICULARE CHE DEVE SAPER INTEGRARE IL DISLESSICO E VALORIZZARLO COME RISORSA PER LA CLASSE COSA PUO FARE L INSEGNANTE L insegnante con il suo metodo non può causare la dislessia ma può aggravarne gli effetti. Giacomo Stella Questi sotto elencati sono consigli di buona pratica ricordando che molto spesso ciò che utilizziamo per il bambino con DSA si rivela molto utile per tutti i suoi compagni. CI SONO SOSPETTI DI DISLESSIA Cosa fare - PARLARE CON I GENITORI - PARLARE CON IL DIRIGENTE SCOLASTICO - RIVOLGERSI ATTTRAVERSO LA FAMIGLIA AGLI SPECIALISTI per: UNA DIAGNOSI - UNA EVENTUALE TERAPIA LOGOPEDICA - UNA TERAPIA DI SOSTEGNO PSICOLOGICO (utile per i ragazzini più grandi) 8
9 INDICATORI PER GLI INSEGNANTI Elementi da osservare nella Scuola dell Infanzia: Disturbo del linguaggio; Inadeguatezza nei giochi metafonologici; Difficoltà a memorizzare filastrocche; Difficoltà nella manualità fine; Goffagine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, ecc..; Inadeguato riconoscimento destra / sinistra INDICATORI PER GLI INSEGNANTI Elementi da osservare nella Scuola Primaria: Difficoltà a memorizzare sequenze ( mesi, giorni, ordine alfabetico, ); Difficoltà a copiare dalla lavagna; Utilizzo difficoltoso dello spazio-pagina; Lentezza nell acquisizione del codice alfabetico e della corrispondenza grafema/fonema; Scrittura speculare di grafemi e numeri; Errori fonologici nella fase alfabetica della scrittura (inversioni, sostituzioni, omissioni, intrusioni); Difficoltà con i digrammi e trigrammi; Scarsa competenza metafonologica ; Difficoltà grafo-motorie; INDICATORI PER GLI INSEGNANTI Lettura lenta con errori (salti di riga, ripetizione di riga, confusione tra grafemi p/b/d; a/e/o; u/n; m/n); Difficoltà di calcolo a mente entro il 10; Lentezza ed errori nella enumerazione all indietro da 20 a 0; Difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri ad una cifra; Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni aritmetiche; Difficoltà di attenzione; Racconta i fatti quotidiani con occhi particolari e in tempi lunghi perdendo spesso l uso di termini anche di uso quotidiano (disnomia); Difficoltà nella lettura dell orologio; INDICATORI PER GLI INSEGNANTI Difficoltà nel ricordare le date importanti o il proprio numero di telefono; Difficoltà nel pianificare ed organizzare le proprie attività; Difficoltà nella gestione del tempo; Ha poca autostima e sicurezza di sé. 9
10 Il corretto atteggiamento con la famiglia e con gli specialisti è di - FIDUCIA RECIPROCA - COMUNICAZIONE E CONDIVISIONE - AZIONI COORDINATE: incontrarsi spiegarsi raccontarsi verificare IMPORTANTE in classe è porre attenzione: A OGNI SINGOLO ALUNNO accoglienza ALL ATTEGGIAMENTO: non giudicante ALLA DIDATTICA: competente ALL ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE: creare relazioni Se infatti è vero che i DSA hanno una base biologica che rende difficile l effettuazione automatica di alcune operazioni.. L insegnante deve ricordare che questo substrato biologico non è di per sé modificabile. Quale strategia suggerire all alunno dislessico? Ciò che può essere modificato, attraverso un lungo esercizio, è l errore funzionale che tale struttura provoca. 10
11 Metodo dell Auto-osservazione Auto-monitoraggio IL BAMBINO IMPARA AD OSSERVARE E A VALUTARE IL PROPRIO COMPORTAMENTO IMPARA A DARSI LE ISTRUZIONI VERBALI NECESSARIE ALL ESECUZIONE DI UN COMPITO TENERE CONTO DELLE DIVERSE POTENZIALITÀ DI OGNI ALUNNO Valorizzare ogni sforzo accettare i piccoli progressi rinforzare e incoraggiare QUESTI METODI AVVICINANO L ALUNNO ALL AUTONOMIA È importante l aspetto psicologico e mettersi nei panni degli alunni OGNI GIORNO adeguare la didattica agli alunni con disturbi di apprendimento averli in mente quando si scrive alla lavagna, quando si detta, quando si danno i compiti... GIUSTIZIA Non significa dare a tutti le stesse cose, ma dare a ciascuno ciò che a ciascuno è necessario. Per essere giusti bisogna trattare gli alunni in difficoltà diversamente. 11
12 SCUOLA PRIMARIA: IN CLASSE PRIMA UTILIZZARE LE RISORSE DEI COMPAGNI DI CLASSE spiegare presto la dislessia in classe Sfruttare l insegnamento cooperativo : utilizzare le strategie per la formazione e la conduzione dei gruppi Individuare gli alunni che fanno fatica nell apprendimento e si trovano in difficoltà Ripetere le prove di scrittura ogni settimana Ripetere le prove di riconoscimento/lettura delle singole lettere/sillabe/parole Proporre lavori per tutta la classe, e/o per un piccolo gruppo e/o individualmente SCUOLA PRIMARIA: IN CLASSE PRIMA COSA FARE PER TUTTI STAMPATO MAIUSCOLO SCRITTURA SPONTANEA LETTURA PER ANTICIPAZIONE - PROPOSTE DI LAVORO FONOLOGICO - LETTURA SILENZIOSA GIORNALIERA NELLE CLASSI SUCCESSIVE COSA FARE PER L ALUNNO DISLESSICO Uso di strategie compensative e dispensative insieme a:. UN LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO. CONCETTI SPIEGATI. CONTENUTI SELEZIONATI : lavorare per ridurre i testi far lavorare a piccoli gruppi 12
13 INOLTRE COSA FARE Lavoro mirato alle difficoltà Studio in classe da soli/insieme Interrogazioni programmate Verifiche (brevi/chiare/su 1 argomento) Molto lavoro pratico ed esercizi insieme Materiale audiovisivo, cd, computer, registratore NELLA PROPRIA CLASSE L insegnante impara a: CONDURRE IL LAVORO FONOLOGICO RICONOSCERE LE TIPOLOGIE DEGLI ERRORI FARE UN BILANCIO ORTOGRAFICO FARE UN BILANCIO DELLA LETTURA: velocità correttezza comprensione FARE UN BILANCIO DELLA PARTE ESECUTIVA DELLA MATEMATICA IN CLASSE CI SONO PIU DOCENTI: IMPORTANTE L ACCORDO TRA DOCENTI confrontarsi e concordare: LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO CONCETTI SPIEGATI E NON DATI PER SCONTATO Selezione dei contenuti lavorare per ridurre i testi far lavorare a piccoli gruppi e individualmente LAVORARE SUL METODO DI STUDIO sottolineatura fare degli schemi fare degli appunti esposizione LAVORARE SULLA ELABORAZIONE DI UN TESTO pianificazione attraverso dei punti stesura revisione 13
14 La risposta al Disturbo d Apprendimento non è la MOTIVAZIONE LA MOTIVAZIONE Può farci fare al meglio delle nostre possibilità quello che già sappiamo fare STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE Nei confronti degli alunni con Disturbi Specifici dell Apprendimento (segnalati dagli specialisti) STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI Proprio per tutte le difficoltà che deve vivere un dislessico nelle varie attività scolastiche esistono degli strumenti COMPENSATIVI che lo possono rendere autonomo. Questo è un obiettivo importante perché se riesce a far da solo si sentirà come gli altri aumentando la sua autostima e migliorando così le prestazioni. STRUMENTI COMPENSATIVI Computer: + controllo sintattico + controllo ortografico + sintesi vocale tabella dei mesi, tabella dell alfabeto e dei vari caratteri tabella delle misure, tabella delle formule geometriche tavola pitagorica calcolatrice audio registratore o lettore MP3 (con cuffia) vocabolario multimediale 14
15 STRUMENTI COMPENSATIVI enciclopedia informatica multimediale su CD ROM Libro parlato (centri) Audiolibro testi scolastici con allegati CD ROM testi in formato PDF Biblioteca Digitale A.I.D. scanner - OCR internet STRUMENTI DISPENSATIVI Parallelamente, in maniera commisurata alle necessità individuali e all entità del disturbo di apprendimento, si dovrà garantire la dispensa da alcune attività: Lettura a voce alta; scrittura veloce sotto dettatura; ricopiare dalla lavagna; uso del vocabolario; uso mnemonico delle tabelline; STRUMENTI DISPENSATIVI dispensa, ove necessario, dallo studio delle lingue straniere in forma scritta; programmazione di tempi più lunghi per prove scritte ; riduzione del carico di lavoro; interrogazioni programmate; valutazione delle prove scritte ed orali che tengano conto del contenuto e non della forma. PEP (Percorso Educativo Personalizzato) Per non lasciare nulla al caso e perché la nostra didattica diventi efficace, sarebbe auspicabile preparare il PEP con la collaborazione del team docente. Deve essere un documento unico per tutte le discipline e deve contenere: Un carattere flessibile; Un linguaggio semplice; Un collegamento con la normativa. 15
16 PEP (Percorso Educativo Personalizzato) Le strategie metodologiche terranno conto: Tempi di elaborazione; Tempi di produzione; Quantità dei compiti; Comprensione delle consegne; Uso e scelta dei mediatori didattici che facilitano l apprendimento (immagini, schemi, mappe). PEP (Percorso Educativo Personalizzato) Il documento conterrà: Strumenti compensativi; Misure dispensative; Modalità di verifica; Criteri di valutazione; Accordi con la famiglia; Firme di sottoscrizione: - Team di classe; - Dirigente; - Referente dislessia (non obbligatorio); - Genitori (meglio anche se non obb.); - studente (in base all età); Tecnico (non obb.) Ambiente per l apprendimento Infine la VALUTAZIONE TENGA CONTO : DEI PUNTI DI FORZA E DELLE DIFFICOLTA DI OGNI SINGOLO ALUNNO DEI PUNTI DI PARTENZA E SIA EDUCATIVA E DINAMICA Modalità di La comunicazione coinvolgimento da parte dell insegnate Organizzazione del gruppo classe Creare e gestire un clima relazionale Interazione tra compagni Individuazione di Strategie facilitanti Scelta dei saperi Attenzione ai processi cognitivi e metacognitivi Progettare il contesto di apprendimento Scelta dei mediatori didattici Riflessioni degli allievi sul loro apprendimento Strutturare il compito di apprendimento Individuazione di criteri di verifica e valutazione Scelta di strumenti e loro uso 16
17 Normativa di riferimento DPR 275/99 Legge 53/03 Nota MIUR 4099/A4 del Nota MIUR 26/A4 del Nota MIUR 1787 del Nota MIUR 4798 del OM n 22 del DISTURBI D APPRENDIMENTO La vera sfida è educare chi non lo ha 17
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