1. L esposizione dell elettorato alle fonti di informazione: discontinuità o continuità con il passato?

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1 Cristina Cremonesi (Università di Pavia, Guido Legnante (Università di Pavia, Cittadini e campagna elettorale nel 2013: continuità e cambiamenti Paper presentato al XXVII Convegno annuale della SISP (Società Italiana di Scienza Politica), sezione Comunicazione politica, panel Offerta comunicativa ed elettori nella campagna elettorale del 2013: una riflessione sugli strumenti di ricerca, Università di Firenze, settembre 2013 VERSIONE PROVVISORIA (E INCOMPLETA DI NOTE E BIBLIOGRAFIA), SI PREGA DI NON CITARE SENZA IL CONSENSO DEGLI AUTORI Per vari aspetti le elezioni del 2013 hanno costituito un momento di cambiamento rispetto alle dinamiche elettorali dei venti anni precedenti: sia l offerta politica (con due rilevanti sfidanti Monti e Grillo ai due principali schieramenti) sia i conseguenti comportamenti di voto (con l effettiva rottura dell assetto bipolare) hanno segnato un salto nel voto nel segno della svolta o quantomeno di una profonda transizione. L obiettivo di questo paper è descrivere e discutere quali siano le caratteristiche dei comportamenti comunicativi in campagna elettorale degli elettori italiani. Considerandone, quindi, l evoluzione rispetto alle precedenti tornate elettorali. Da un lato, come vedremo, osservando la persistente centralità del mezzo televisivo; ma dall altro lato osservando come esso risulti crescentemente integrato in un sistema multimediale che oltre agli altri media tradizionali comprende i nuovi media. Nuovi media che, peraltro, configurano modalità diverse di fruizione (e di utilizzo come strumento di coinvolgimento politico) presso settori diversi dell elettorato: il mix di vecchi e nuovi media si interseca infatti naturalmente con la questione generazionale oltre che con aspetti rilevanti del voto quali l indecisione e le stesse scelte di voto. In questo paper utilizziamo i dati relativi alle elezioni 2013 raccolti all interno del progetto Prin Come cambia la rappresentanza politica in Italia. La decisione di voto nel ciclo elettorale In particolare, abbiamo utilizzato i dati della rilevazione post elettorale (CAPI) svolta mediante interviste faccia a faccia su un campione di 1508 persone rappresentativo dell elettorato italiano. 1. L esposizione dell elettorato alle fonti di informazione: discontinuità o continuità con il passato? Già prima dell avvento dei media elettronici era stato riscontrato che lo strumento dell inchiesta demoscopica restituiva solo una parte del reticolo comunicativo in cui gli elettori erano inseriti. Per questa ragione, ad esempio, era stata percorsa la strada di interviste ripetute, schede di rilevazione quotidiane, interviste in profondità e analisi etnografiche. E già l uso della televisione, per significativi segmenti della popolazione accesa magari come semplice sottofondo alla vita quotidiana dalla mattina alla sera, risultava molto difficile da quantificare come strumento di informazione politica confrontato ad esempio con la stampa o con le occasioni offerte dall attività dei protagonisti della vita politica (comizi, incontri pubblici, contatti con individui e gruppi, etc.). A maggior ragione è difficile discernere l uso e la rilevanza dei diversi strumenti in un ambiente multimediale in cui, dopo l avvento dei media elettronici, per ampi segmenti di popolazione la connessione con i mezzi di comunicazione è pressoché continua (ad esempio sui Pc e sui dispositivi portatili) nonché integrata in prodotti multi e crossmediali. 1

2 Questa premessa è necessaria per la lettura dei dati della tabella 1, che mostra quale sia stato percepito dagli elettori come il principale mezzo di informazione politica ( Principalmente, lei da dove ha ricevuto più informazioni sulle elezioni che si sono appena tenute? ) nel 2001 e nel 2013, anni in cui le domande sono formulate nello stesso modo e le opzioni di risposta sono le stesse, e quindi i dati del questionario Itanes sono comparabili. Si nota innanzitutto che la TV nel 2013 si conferma di gran lunga il mezzo di informazione più importante per gli elettori italiani, così com era stato nel Per quanto riguarda i giornali si osserva un imprevisto incremento pari a 2,7 punti percentuali: probabilmente dovuto proprio alla multimedialità e al diffondersi dei quotidiani on line, a cui spesso l utente che in passato non acquistava i giornali cartacei arriva a seguito di un link trovato in generale su Internet o magari più specificamente su Facebook (social network che, come vedremo, ingloba una parte molto cospicua dell esperienza on line degli italiani). Quanto alla rilevanza specifica di Internet percepita dagli elettori, è importante osservare come (rispetto al 2001 in cui praticamente l uso abituale di Internet era confinato a segmenti molto esigui della popolazione) la quota di elettori che afferma di avere principalmente ricevuto più informazioni attraverso internet resta piuttosto limitata (8%). Tab. 1. Il mezzo più importante per ricevere informazioni sulle elezioni differenza La televisione 77,4% 71,2% 6,2% I giornali 6,4% 9,1% 2,7% Internet 0,1% 8,0% 7,9% Contatti personali con amici\famiglia\colleghi di lavoro 7,7% 6,4% 1,3% Nessuna di queste/non risponde 6,4% 2,4% 4,0% La radio 1,0% 1,5% 0,5% Contatti personali con i candidati 0,5% 0,9% 0,4% Le riviste settimanali, i periodici 0,4% 0,6% 0,2% Ma appunto, nell arena crossmediale contemporanea è sempre più difficile ragionare in termini gerarchici sulla rilevanza dell una o dell altra fonte di informazione. Per questo, per avere un quadro più preciso dell evoluzione dell esposizione mediale degli elettori e per capire se e quanto la Tv resti così dominante come apparirebbe utilizzando solo l indicatore del «mezzo più importante» è opportuno prendere in considerazione altri indicatori che non implichino una gerarchizzazione delle fonti di informazione ma che invece considerino l uso di ciascun delle fonti di informazione da parte degli elettori. Cominciamo proprio dal mezzo più importante, la televisione. Sebbene la Tv nel 2013 resti il mezzo di informazione più importante, si riscontrano dei cambiamenti nella quantità di ore che gli elettori trascorrono davanti al piccolo schermo ( In media, quante ore al giorno guarda la televisione (tutto incluso, anche lo sport)? ). Sono infatti aumentate le persone che dichiarano di guardare la Tv solo fino ad un ora al giorno o anche da un ora a due ore (Tab. 2). Più avanti ci interrogheremo sulla misura in cui questo cambiamento sia da ricondurre a dinamiche generazioni cioè al nuovo consumo mediale dei giovani che trascorrono relativamente poche ore davanti alla Tv. Tab. 2. Ore di televisione Fino a un'ora 11,1% 10,1% 16,4% Da un'ora a due ore 25,0% 24,6% 27,0% Da due ore a tre ore 34,8% 33,8% 29,2% Da tre a quattro ore 15,5% 17,7% 15,0% Più di quattro ore 13,7% 13,8% 12,4% Non risponde Totale 100,0% 100,0% 100,0% N Al centro della peraltro straordinariamente variegata offerta televisiva di informazione politica restano, anche simbolicamente, i telegiornali, punto di incontro fra modalità di consumo televisivo sempre più 2

3 differenziate anche a seguito della moltiplicazione delle offerte di canali e programmi. Per quanto riguarda i telegiornali, la loro fruizione ( In genere lei guarda il telegiornale? Se sì, con che frequenza? ) non si è (ancora?) modificata in modo molto significativo nel tempo. Si può tuttavia riscontrare una tendenza simile a quella notata per il consumo televisivo, sebbene meno marcata: la percentuale di elettori che dichiara di seguire i Tg tutti i giorni è infatti diminuita rispetto al passato (in particolare rispetto al 2001 e al 2008; era calata anche nel 2006 ma il trend è comunque in lieve diminuzione) (Tab. 3). Se nel 2001 a non vedere tutti i giorni il Tg era solo il 17% della popolazione, ora è il 26,6%, e se a vederlo raramente (0 3) giorni era l 8,6% ora è il 14%. Anche il telegiornale, quindi, sinora elemento centrale dell offerta televisiva, si allontana sempre più dal raccogliere la totalità (o quasi) dei consumatori. Tab. 3. Visione dei telegionali Da 0 a 3 giorni alla setimana 8,6% 11,9% 9,6% 14,0% Da 4 a 6 giorni alla setimana 8,4% 13,4% 9,9% 12,6% Tutti i giorni 83,0% 74,8% 80,5% 73,4% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% N Passando alla carta stampata, la lettura dei quotidiani ( In generale lei legge un giornale quotidiano cartaceo o in abbonamento on line (esclusi i giornali sportivi)? Se sì, con quale frequenza? ) si conferma a livelli molto bassi (Tab. 4), analoghi a quelli dell inchiesta Itanes 2006 (nonostante nel 2013 l opzione di risposta prevedesse anche l abbonamento on line peraltro molto poco diffuso). La stabilità nel (basso) consumo di quotidiani pare confermare che la lieve crescita nella quota di elettori che considera i quotidiani il mezzo più importante possa avere a che fare anche con il loro accesso, né cartaceo né per abbonamento, attraverso i link trovati su Internet che rimandano agli articoli della loro versione web gratuita. Tab. 4. La fruizione di quotidiani No, mai 31,5% 37,5% 36,0% Meno di 1 volta alla settimana 8,7% 8,6% 8,6% 1 giorno alla settimana 8,0% 6,7% 7,4% 2 giorni alla settimana 8,3% 7,6% 8,1% 3 giorni alla settimana 6,8% 8,3% 7,5% 4 giorni alla settimana 4,3% 5,1% 4,8% 5 giorni alla settimana 2,7% 3,0% 4,4% 6 giorni alla settimana 2,2% 2,0% 1,9% Tutti i giorni 27,4% 21,1% 21,3% Totale 100% 100% 100% N L uso di Internet: una realtà articolata Rispetto alle rilevazioni precedenti, è proprio quanto all uso di Internet che vi sono le novità maggiori. Novità che peraltro suggeriscono di non considerare l uso dei media elettronici, o di Internet o dei social network (o di uno particolare di essi) come un tutt uno, ma piuttosto come i nuovi media in particolare costituiscano una realtà di consumo comunicativo (e di partecipazione politica) variamente articolata. L analisi del consumo di Internet in un inchiesta non esplicitamente dedicata a questo argomento (e tanto meno lo era negli anni precedenti) si trova di fronte a indicatori non del tutto omogenei e comparabili. Nei questionari Itanes agli elettori veniva solamente chiesto all interno di una batteria di domande se fra le attività svolte vi fosse stata la consultazione di siti Internet: nel 2001 e nel 2006 solo 3

4 poco più del 6% degli elettori dichiarava di averlo fatto, quota cresciuta al 17% già nel Nel 2013 sono stati utilizzati nuovi indicatori adatti a cogliere la maggiore diffusione e articolazione dell uso del web: ora il 60% degli elettori risponde affermativamente alla domanda su se Ha accesso a Internet. La quota di elettori connessi, però, è lontana dal coincidere con quella degli elettori che utilizzano internet per informarsi e partecipare politicamente, che sono decisamente meno. Vediamo alcune attività svolte in campagna elettorale (e che sono al confine fra la semplice esposizione passiva alla comunicazione politica e l attiva partecipazione politica per quanto «invisibile») (Fig. 1). Le prime tre azioni considerate (visitare siti di partiti/attori politici, visitare profili di attori politici sui social network, guardare on line contenuti tv sulla campagna elettorale) hanno a che fare con un uso politico della rete di tipo tradizionale e sono state svolte da poco meno del 30% degli elettori. Nello specifico, in risposta alla domanda Parliamo ora di alcune attività che si possono svolgere su internet. Considerando la campagna elettorale degli ultimi mesi, mi dica con che frequenza le è capitato di svolgere queste attività, se tutti i giorni, alcune volte alla settimana, ogni tanto o mai, a dichiarare di averlo fatto almeno ogni tanto è circa un quarto degli elettori (27,3% per Visitare siti di partiti politici e candidati, 24,3% per Visitare profili di partiti politici e candidati sui social network (per es. Facebook, Twitter, Youtube), 29,3% per Vedere o rivedere contenuti televisivi relativi alla campagna elettorale (per es. su youtube o siti dei quotidiani ). Più limitato è l uso politico di internet che va verso la logica di condivisione del web 2.0 e che riguarda per ciascuna attività, il 15 20% degli elettori: il 20,3% per quanto riguarda Condividere contenuti (testi, foto, video, immagini) relativi alla campagna elettorale ; il 14,2% per Partecipare a discussioni on line su questioni politiche e/o sulla campagna, il 14,1% per Partecipare a un evento o a una manifestazione politica dopo avere ricevuto un invito via internet. Ma questi dati ancora non completano il variegato quadro delle attività sul web: ben il 60% degli elettori italiani ha utilizzato Facebook (e il 29% lo ha fatto ogni giorno). Decisamente diversa è la situazione per Twitter, che sembra confermarsi un social network per specialisti, rilevante per formare l opinione nell ambiente giornalistico che poi a sua volta la propone sui media più tradizionali ma che è utilizzato solo dal 6,4% dei rispondenti. Fig. 1. Le attività svolte su Internet 0% 20% 40% 60% 80% 100% Visitare siti di partiti politici Visitare profili sui social network Visitare contenuti Tv sulla Condividere contenuti sulla Partecipare a discussioni on line Partecipare a un evento invito Tutti i giorni Alcune volte alla settimana Ogni tanto Mai Accedere a Facebook Usare Twitter (SI/NO) 1 Nel 2001: domanda Ora le leggerò una lista di cose che alcune persone hanno fatto durante l'ultima campagna elettorale. Mi dica per ognuna di esse se anche a lei è capitato di farle. Se le ha fatte, le ha fatte con interesse o senza interesse? e, fra le opzioni di risposta, Consultato dei siti su Internet riguardanti le elezioni ; nel 2006 domanda Le leggerò alcune cose che la gente talvolta fa per partecipare alla vita politica. Mi dica se le è capitato di farle negli ultimi 4 5 anni e, fra le opzioni di risposta, Utilizzato internet o e mail per partecipare a dibattiti, forum politici o per inviare lettere di protesta ; nel 2008 domanda Le è capitato di fare alcune delle seguenti cose durante l'ultima campagna elettorale? e, fra le opzioni di risposta, Consultato dei siti su Internet riguardanti le elezioni. 4

5 3. Media e differenze generazionali In misura ancora maggiore di quanto non fosse avvenuto per i media tradizionali, l avvento dei nuovi media chiama in causa le differenze generazionali. Figura 2 e figura 3 mostrano le abitudini di consumo comunicativo tradizionale rispetto a tv, radio e quotidiani degli elettori di diverse classi di nascita. La generazione che spicca per i comportamenti più diversificati è quella dei più giovani, i nati tra l 86 e il 95 (e, ma in misura minore, tra il 76 e l 85), che ascoltano di più la radio (più di 2 ore al giorno per più del 15% dei nati dopo il 66 ma per meno del 10% dei nati prima del 55) e soprattutto guardano meno televisione e ancora meno telegiornali rispetto agli elettori più maturi: mentre fra questi ultimi (nati prima del 55) oltre il 90% guarda il telegiornale quasi tutti i giorni della settimana e oltre il 35% guarda almeno tre ore di televisione al giorno, fra i nati dopo l 86 queste quote calano rispettivamente al 49,8% e al 15,7%. Figura 2. Generazioni e consumo di televisione, telegiornali e radio 100% 80% 60% 40% 20% Più di tre ore di TV TG 6 7 giorni alla settimana Più di 2 ore di radio 0% fino al I più giovani leggono anche con minor assiduità i quotidiani e le notizie politiche. Mentre nelle generazioni centrali questi consumi riguardano più del 20% degli elettori, fra i più giovani circa il 10%: un dato significativo sia perché è la metà rispetto alle generazioni precedenti, sia perché configura un consumo quasi residuale rispetto ad altre fonti di informazione politica. Figura 3. Generazioni e lettura di quotidiani 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% Tutti i giorni lettura quotidiano Lettura sempre articoli di politica 0% fino al Anche i dati sull uso di Internet mostrano delle differenze generazionali e che vanno nella direzione prevista tuttavia essi nuovamente si differenziano a seconda delle diverse attività che si possono svolgere in rete. Se è connesso il 60% della popolazione, lo è ben il 90% dei nati dopo il Le differenze sono 5

6 invece molto meno accentuate se consideriamo le attività relative alla campagna elettorale precedentemente descritte nella prima parte della figura 1: sia quanto all aver fatto almeno un azione legata all utilizzo politico elettorale di internet, così come rispetto all aver condiviso contenuti politici via internet, non si notano significative differenze tra i più giovani e gli altri elettori: a fare un uso più politico del web non sono i giovanissimi bensì gli appartenenti alla classe I giovanissimi tornano a distinguersi, invece, per l uso molto più assiduo sia di Facebook (utilizzato dal 65% e più dei nati dopo il 76, dal 35% dei nati e da meno del 25% dei nati nelle generazioni precedenti) sia, sebbene su livelli più bassi, di Twitter (usato dal 2% o meno dei nati sino al 75 e invece da circa il 10% dei nati dal 76 in poi). Figura 4. Generazioni e i diversi usi di Internet 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Fatto qualcosa su Internet Tutti i gg/alcune volte Facebook Condiviso qualcosa su Internet Usa Twitter fino al I media tradizionali e il web I dati derivanti dall analisi per ciascuno dei mezzi di comunicazione hanno quindi restituito una descrizione in parte analoga a quella riscontrata in elezioni precedenti ma, soprattutto quanto al web, anche significative novità. Approfondiamo quindi ora la relazione fra i diversi media in un ambiente sempre più multimediale come quello contemporaneo. Alcuni dati paiono indicare che la scarsa fruizione della televisione si accompagna sia a più condivisione via internet sia a un maggiore utilizzo di Facebook (tabella 5). La lettura assidua di politica si accosta invece solo all utilizzo del web come strumento di partecipazione alla campagna, non invece all uso di Facebook (tabella 6). Tabella 5. Ore di tv e attività sul web Condiviso su Internet Accedere a Facebook Fino a un'ora 34% 48% Ore di tv al giorno Da un'ora a tre ore 28% 44% Più di tre ore 21% 37% Totale 28% 43% Tabella 6. Lettura articoli di politica e attività sul web Lettura articoli di politica Condiviso su Internet 6 Accedere a Facebook Mai 12% 44% Ogni tanto 30% 44% Sempre 46% 31% Totale 31% 41%

7 Emergono quindi due aspetti, uno di partecipazione politica (il web si aggiunge alla carta stampata come strumento di partecipazione), uno generazionale (giovani: pochi giornali, molto Facebook). Dai dati riguardanti l intero campione sembrerebbe che sia l utilizzo di Facebook sia la condivisione di contenuti politici on line siano associati a uno scarso utilizzo della televisione, un comportamento diffuso soprattutto tra gli elettori più giovani. Analizzando il campione scomposto per coorti d età, si notano tuttavia percentuali più alte di utenti Facebook tra i giovani (i nati tra il 1976 e il 1995) che guardano molta TV piuttosto che tra quelli che fanno un uso limitato del piccolo schermo (anche tra questi si riscontrano tuttavia percentuali molto elevate di utilizzatori di FB). La percentuale di giovani che condividono contenuti politici on line è invece effettivamente meno elevata in corrispondenza di una fruizione prolungata dei contenuti televisivi (tabelle 7 e 8). Tabella 7. Ore di tv, classi di età e accesso a Facebook Tutti N Fino a 1 ora. 14,3% 25,9% 28,2% 63,0% 69,6% 48,0% 185 Ore di TV Da 1 ora a 3 ore 15,4% 13,2% 23,3% 40,0% 66,7% 71,4% 44,0% 571 Più di 3 ore. 9,1% 20,6% 29,0% 66,7% 80,8% 37,0% 143 Tabella 8. Ore di tv, classi di età e condivisione di contenuti politici Tutti N Fino a 1 ora. 35,7% 25,9% 25,6% 50,0% 31,6% 33,9% 183 Ore di TV Da 1 ora a 3 ore 33,3% 20,6% 29,2% 18,8% 36,9% 32,0% 27,8% 564 Più di 3 ore. 20,8% 18,2% 19,4% 42,9% 12,0% 21,0% 143 Per quanto riguarda la relazione tra lettura dei quotidiani e utilizzo di internet, invece (tabelle 9 e 10), i risultati ottenuti dall analisi del campione considerato per coorti d età confermano il dato aggregato: la lettura assidua di articoli politici si associa alla partecipazione politica sul web ma non all utilizzo di Facebook. Effettivamente al crescere dell'assiduità nella lettura delle notizie politiche aumenta la partecipazione politica sul web in tutte le coorti d età, viceversa, e soprattutto tra i più giovani, l uso di Fb diminuisce. Tabella 9. Lettura articoli di politica, classi di età e accesso a Facebook Tutti N Mai... 23,8% 72,7% 66,7% 44,8% 58 Lettura articoli di politica Ogni tanto 5,6% 14,8% 25,0% 34,6% 62,0% 75,9% 43,9% 492 Sempre 9,1% 9,5% 22,2% 38,5% 55,0% 58,3% 31,1% 106 Tabella 10. Lettura articoli di politica, classi di età e condivisione di contenuti politici Tutti N Mai... 4,8% 10,0% 20,0% 12,3% 57 Lettura articoli di politica Ogni tanto 26,3% 25,5% 26,5% 24,0% 40,2% 34,2% 30,0% 487 Sempre 36,4% 38,1% 36,0% 46,2% 57,9% 75,0% 46,2% 104 Sembrerebbe quindi che un uso personale della rete sia associato, almeno per quanto riguarda i giovani, a una elevata fruizione dei tradizionali contenuti televisivi, mentre l utilizzo politicamente attivo del web si accompagni alla lettura dei quotidiani. La fruizione della stampa e l utilizzo del web 2.0 non sembrano tuttavia essere direttamente correlati, sembrerebbero piuttosto derivare da un medesimo fattore: l interesse per la politica. 7

8 5. Media e indecisione di voto Per capire se gli elettori indecisi hanno caratteristiche particolari di esposizione mediale è opportuno invece studiare gli elettori suddivisi per il momento di decisione di voto. Per quanto riguarda i vecchi media, si è rilevata una scarsissima relazione fra indecisione di voto e le variabili relative all esposizione televisiva, mentre una relazione un po più consistente è stata riscontrata tra «avere deciso molto tempo prima» per chi votare e leggere «tutti i giorni quotidiani» e le «lettura articoli di politica» (hanno deciso molto tempo prima circa il 50%, mentre nel totale della popolazione circa il 40%). Per quanto riguarda i nuovi media sembrerebbe invece che il «pubblico» di Internet (nonostante l età più giovane) non si caratterizzi per maggiore indecisione: anzi, chi è attivo in campagna elettorale su Internet tende ad avere deciso più tempo prima (figura 5), mentre leggermente più indecisi rispetto alla media della popolazione sono invece gli utenti di Facebook (figura 6). Figura 5. Attività su Internet e indecisione di voto 50% 40% 30% Molto prima Qualche settimana prima 20% 10% 0% NON ha fatto. HA fatto qualcosa su Internet Nell'ultima settimana prima del voto In cabina al momento del voto Figura 6. Uso di Facebook e indecisione di voto 50% 40% 30% Molto prima Qualche settimana prima 20% 10% 0% NON ha usato facebook HA usato facebook Nell'ultima settimana prima del voto In cabina al momento del voto Questi dati probabilmente discendono da due variabili che si connettono in senso opposto alla indecisione di voto: un uso attivo del web e comportamenti di partecipazione sono correlati con una maggiore stabilità del voto, mentre la giovane età lo è con una maggiore indecisione di voto. Sulla base di questi primi risultati abbiamo approfondito la relazione fra l utilizzo di internet e il momento della scelta di voto attraverso delle regressioni lineari: in particolare, si è analizzato l effetto dei diversi utilizzi del web sull indecisione di voto, utilizzando per questa prima esplorazione come fattori di controllo l età e l interesse per la politica (tabella 11). L ipotesi che l utilizzo di Facebook incentivi l indecisione degli elettori non ha trovato conferma: diversamente da quanto ipotizzato, al crescere dell utilizzo di questo social network, il momento della decisione di voto non si sposta in avanti in modo significativo. Allo stesso modo, anche la visione in internet di contenuti relativi alla campagna elettorale non risulta avere un impatto rilevante sul momento della scelta di voto: l effetto di questo uso della rete sull indecisione non è infatti statisticamente significativo. L utilizzo di internet nell ottica del web 2.0 per la condivisione di contenuti politici, invece, risulta influire in modo significativo sulla decisione di voto, collegandosi a una scelta di voto precoce anche al netto 8

9 dell effetto dell età e dell interesse per la politica. La significatività della relazione negativa tra condivisione di contenuti on line e indecisione viene inoltre confermata anche quando si considera l influenza complessiva sulla decisione di voto di tutte le modalità di utilizzo del web. Quest ultimo risultato avvalorerebbe l ipotesi secondo cui l utilizzo politico più attivo del web spinge verso la stabilità del voto, così come accade per i tradizionali comportamenti di partecipazione. Da questa analisi, infine, anche la presenza di una dinamica generazionale risulterebbe confermata: tra gli utilizzatori del web i giovani tendono a ad essere più indecisi riguardo al proprio voto e quindi potenzialmente più inclini alla mobilità. Tabella 11. Usi del web e indecisione di voto Modello 1 Modello 2 Modello 3 Modello 4 Costante 2,393*** 2,403*** 2,368*** 2,318*** Frequenza nell utilizzo di Facebook,005,014 Visione di contenuti politici,093,001 Condivisione di contenuti politici,192*,195* Età,005*,006**,007***,006* Interesse per la politica,088*,069,042,043 F 4,301** 5,168** 6,124*** 3,425** Adjusted R2,012,016,019,015 * = p<,05, ** = p<,01, *** = p<,001 Per poter confermare definitivamente queste ipotesi sarà tuttavia necessario approfondire lo studio sulle variabili: oltre ad affinare le tecniche statistiche utilizzate, sarebbe utile poter disporre di variabili adatte a identificare le molteplici modalità con cui gli utenti internet utilizzano le risorse messe a disposizione dalla rete (uso di internet più o meno limitato alla sfera personale, più o meno attivo, più o meno consapevole). Nei modelli elaborati finora sono infatti stati utilizzati indici costruiti a partire da variabili relative solamente ad alcuni usi puntuali del web 2, che quindi rischiano di semplificare in maniera eccessiva la complessità del panorama degli utilizzi della rete, rendendo difficile cogliere i diversi effetti dell utilizzo di internet sulla decisione di voto (oltre che confrontarli con quelli dei mezzi di comunicazione tradizionali). 6. Media e voto I dati degli ultimi venti anni di elezioni sono stabili nel mostrare altri due aspetti della relazione fra media e voto: da un lato, la prevalenza del centro sinistra nel pubblico dei lettori di giornali e del centro destra in quello prevalentemente televisivo. All interno di ciascuno di essi, inoltre, vi è un forte allineamento fra consumi mediali e scelte di voto, non solo sui giornali, tradizionalmente portatori di posizioni più di parte, bensì anche quanto alle reti televisive che tradizionalmente sono più generaliste. Ma vediamo cosa è avvenuto nell anno della maggiore presenza di Internet nella campagna elettorale nonché di un offerta politica mai così multipolare. Guardando a come si compongono alcune categorie di consumo dei media dal punto di vista delle scelte di voto (tabella 12), si osserva la conferma della prevalenza del centro sinistra fra chi legge spesso i quotidiani (30% di voti fra chi li legge tutti i giorni) così come del centro destra fra i più massicci consumatori di televisione (23% dei voti fra chi dichiara di vedere più di tre ore di televisione al giorno), che costituiscono rispettivamente i principali bacini da cui attingono elettori i due schieramenti più consolidati. Anche la coalizione guidata da Monti, nonostante i tentativi durante la campagna elettorale di strizzare l occhio ad altri segmenti dell elettorato, è più votata presso chi 2 Visione di contenuti politici = aver compiuto almeno una di queste azioni: 1. Visitare siti di partiti politici e candidati, 2. Visitare profili di partiti politici e candidati sui social network (per es. Facebook, Twitter, Youtube), 3. Vedere o rivedere contenuti televisivi relativi alla campagna elettorale (per es. su youtube o siti dei quotidiani); Condivisione di contenuti politici = aver compiuto almeno una di queste azioni: 1. Condividere contenuti (testi, foto, video, immagini) relativi alla campagna elettorale, 2. Partecipare a discussioni on line su questioni politiche e/o sulla campagna, 3. Partecipare a un evento o a una manifestazione politica dopo avere ricevuto un invito via internet. 9

10 legge più spesso i quotidiani. Il Movimento 5 Stelle, invece, mostra un profilo diverso, risultando più votato da chi utilizza Internet, nelle sue diverse declinazioni più o meno politiche. Infine, un dato tutt altro che irrilevante è quello costituito dalla elevata percentuale di elettori che non hanno espresso un voto o hanno scelto uno schieramento minore, probabilmente quindi periferici rispetto all offerta politica prevalente, sia fra chi guarda più di 3 ore di televisione al giorno sia fra chi utilizza spesso Facebook (prevalentemente, ipotizziamo, presso il pubblico giovanile). Tabella 12. Consumi mediali e comportamento di voto Centrosinistra Centrodestra Monti M5S Altri, Nv, Ns/Nr Più di 3h di TV 19% 23% 6% 12% 39% Tutti i giorni lettura quotidiano 30% 17% 9% 16% 28% Fatto qualcosa sulla campagna su Internet 22% 15% 6% 26% 30% Condiviso qualcosa sulla campagna su Internet 22% 17% 4% 29% 28% Tutti i giorni o alcune volte Facebook 19% 14% 6% 24% 37% Quanto alle singole fonti di informazione, per quanto riguarda i telegiornali anche nel 2013 si assiste alla conferma degli allineamenti tra visione dei Tg Rai (ma non il Tg1) e voto per la coalizione di centro sinistra e visione dei Tg Mediaset e voto a favore del centro destra. Si nota inoltre che fra gli spettatori di Mediaset e Rai1 si registra la maggiore quota di non rispondenti, altre scelte etc., mentre fra gli spettatori del TgLa7 e di SkyTg24 sono invece più forti gli elettori di Csx e del M5S (tabella 13). Tabella 13. Telegiornale preferito e scelte di voto Centrosinistra Centrodestra Monti M5S Altri, Nv, Ns/Nr Tg1 19% 16% 9% 13% 43% Altre Rai (2,3,News) 40% 6% 7% 16% 30% Mediaset 5% 34% 4% 14% 43% La7eSky 35% 4% 11% 28% 23% 7. Conclusione L esposizione a vecchi e nuovi media nel 2013 e la sua relazione con il voto e il momento della decisione degli elettori presenta alcune novità e degli elementi di significativa continuità con il passato. La televisione si conferma il mezzo di informazione più importante, l utilizzo di internet emerge ma non finalizzato alla campagna, le classi di età si differenziano per i loro consumi comunicativi più che per l indecisione di voto, e infine agli allineamenti fra voto e reti televisive (e giornali) si unisce una maggiore segmentazione anche per tipo di mezzo. Può essere quindi utile, ricapitolare i principali risultati di questa analisi: (1) la televisione continua ad essere di gran lunga considerata il mezzo più importante per informarsi sulle elezioni; (2) cospicuamente a distanza, a giornali e contatti personali si aggiunge Internet; (3) è in aumento, per quanto lieve, la quota di elettori che dichiara di guardare poche ore di televisione e di non guardare i telegiornali; (4) si conferma la scarsa lettura dei quotidiani; (5) aumenta nettamente l uso di Internet; (6) ma questo incremento si osserva in misura molto differenziata a seconda del tipo di attività: in pochi condividono contenuti politici in rete, meno ancora usano Twitter, molti di più utilizzano Facebook (anche se per finalità diverse dalla partecipazione politica e dall attenzione alla campagna elettorale); (7) quando Internet viene utilizzato per la partecipazione politica il suo utilizzo si integra con quello dei vecchi media; 10

11 (8) le differenze generazionali contano: fra i giovani cala l uso della televisione, la visione dei telegiornali e la lettura dei quotidiani, mentre aumenta l utilizzo di Internet ma soprattutto di Facebook; (9) quanto all indecisione di voto, vi è una lieve accentuazione degli elettori che hanno deciso molto tempo prima della chiamata alle urne fra i lettori di giornali, e degli elettori indecisi fra chi utilizza maggiormente Internet e soprattutto Facebook; (10) è confermata anche nel 2013 la sovra rappresentazione degli elettori del centro sinistra tra i lettori dei giornali e del centro destra tra i telespettatori assidui; (11) a questo si aggiunge la sovra rappresentazione del M5S fra chi utilizza maggiormente Internet (nelle sue diverse declinazioni); (12) sono confermati gli allineamenti media voto rispetto ai telegiornali: la visione di un telegiornale Rai (ma non il Tg1) si accompagna a una maggiore inclinazione per il voto al centro sinistra mentre seguire un Tg Mediaset aumenta le probabilità di un voto a favore del centro destra e il M5S risulta invece più forte tra gli spettatori di Tg fuori dai principali network. Da questi dati, insomma, emergono alcuni elementi che rendono la relazione fra media, campagna, fruizione e voto nel 2013 particolarmente interessante: la commistione e integrazione fra vecchi e nuovi media, l articolazione nei diversi usi dei nuovi media, la segmentazione dell elettorato per gruppi di età diversi, la relazione fra uso dei media e scelte di voto. Va ricordato, però, che come più volte sottolineato nella presentazione dei dati non sempre gli indicatori colgono la complessità dei fenomeni studiati. Anche quando i dati appaiono convincenti, è opportuno sottolineare come la realtà dei comportamenti comunicativi sia più complessa degli indicatori, e questo quanto più ci si muove verso ambienti multi e cross mediali articolati. In cui, ad esempio, chiedere ai rispondenti di gerarchizzare il mezzo più importante per acquisire informazioni politiche può avere più senso per alcuni settori di popolazione che per altri; o ancora, in cui la frequenza dell esposizione (quante ore di tv, telegiornali, quotidiani al giorno) non dice tutto sulla sua intensità e sulla sua integrazione con altri mezzi; e in cui la logica stessa dei nuovi media e in particolare dei social network, di un flusso costante di notizie di diversi generi invece che di un palinsesto di eventi codificati, dà vita a forme di partecipazione politica e di maturazione della decisione di voto intrinsecamente diverse dal passato. 11

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