Il settore dei carburanti, utilizzati per le. Speciale. Carburanti: energia in movimento
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- Baldassare Antonio Riccardi
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1 g Alessandro Creazza, Fabrizio Dallari - Centro di ricerca sulla - Università Carlo Cattaneo LIUC Speciale Carburanti: energia in movimento Un analisi strutturale della filiera della distribuzione, e in particolare dei carburanti: quali gli attori presenti nella catena e quali le dinamiche di relazione; quali le problematiche relative al trasporto, allo stoccaggio, alla movimentazione. Se ne parla in questo speciale. Il settore dei carburanti, utilizzati per le più svariate attività, è particolarmente complesso e articolato; attorno alla loro produzione e distribuzione si concentrano interessi sociali ed economici tra loro fortemente interdipendenti. Tale settore è composto da una lunga serie di prodotti con caratteristiche e utilizzi assai diversi: risulta pertanto difficile individuare una definizione univoca per rappresentarlo, non solo per ciò che concerne gli attori che vi operano, ma anche per i prodotti stessi da considerare. All interno della categoria rientrano carburanti, combu- stibili, oli lubrificanti, altri prodotti miscelati derivati del petrolio, gas liquefatti (GPL) e gas naturale. All interno dello speciale, dopo l analisi del panorama mondiale e nazionale della produzione, la trattazione verterà sulle specificità del settore della distribuzione dei carburanti per quanto riguarda la rete, vale a dire la parte di filiera gestita con depositi concessionari o di proprietà delle compagnie (è questo il modo in cui vengono servite le pompe di benzina, di proprietà solitamente delle compagnie petrolifere stesse). L interesse nei confronti di questo ambito è 78
2 RISERVE PRINCIPALI In milioni di barili (1 barile equivale a 158,98) Riserva mondiale 1,025 miliardi di barili (dati 2004) Iraq Libia Kuwait Russia Nigeria Iran Fig. 1a - Le aree più ricche di petrolio a livello mondiale. Venezuela Arabia Saudita Emirati Arabi Uniti dovuto alla maggior strutturazione e organizzazione formalizzata, rispetto all extrarete, ovvero la parte della filiera con depositi gestiti autonomamente da rivenditori, per servire comunemente utenze civili (ad esempio il gasolio per il riscaldamento), industriali, compagnie di autotrazione, o consorzi agricoli, e caratterizzata da una forte polverizzazione. Si proseguirà successivamente con lo studio della supply chain e delle modalità di trasporto, per concludere con aspetti relativi alle tematiche di sicurezza e alcuni casi di applicazioni nel mondo della distribuzione. La produzione Nel panorama mondiale (fonte: ENI World Oil&Gas Review, 2006), le aree più ricche di petrolio sono rappresentate dal Medio Oriente (di gran lunga l area con la più grande quantità di riserve, quasi il 70% del totale), seguito dall America Latina e dall Africa (figura 1a). Tuttavia, tali zone del pianeta RISERVE, PRODUZIONE E CONSUMO (Valori percentuali) Riserve 2006 Produzione 2005 Consumo 2005 non sono le responsabili dei maggiori consumi, in quanto il Nord America e l Europa occidentale ne coprono le percentuali maggiori, rispettivamente con il 30% e circa il 20%, seguiti dai Paesi emergenti dell Asia e dell area del Pacifico (15%). Per quanto riguarda invece le produzioni, il Ovest Europa Asia Industrializzata e area del Pacifico Nord America Europa Centrale Est Europa Asia Centrale Middle East Africa Paesi asiatici in via di sviluppo e area del Pacifico America Latina Fig. 1b - Riserve, produzione, consumo. Medio Oriente detiene il primato, seguito da Nord America e America Latina (figura 1b). L evoluzione della produzione mondiale di petrolio nel corso del decennio non ha portato a sostanziali mutamenti nelle ripartizioni percentuali del peso dei vari Paesi, anche se ha evidenziato una crescita del- 79
3 PRIMI 10 PAESI DEL MONDO (Ripartizione percentuale) Fig. 2 - Produzione mondiale: ripartizioni percentuali Mondo = 67,636 migliaia barili/giorno 2005 Mondo = 82,268 migliaia barili/giorno Resto del Mondo 35,4% Emirati Arabi Uniti 3,7% Norvegia 4% Canada 3,4% Venezuela 3,9% Cina 4,2% Messico 4,6% Resto del Mondo 38,2% Emirati Arabi Uniti 3,5% Norvegia 3,6% Canada 3,7% Venezuela 3,7% Cina 4,4% Messico 4,6% Iran 5,4% Iran 5,1% Stati Uniti 12,8% Stati Uniti 8,9% Arabia Saudita 13,1% Russia 9,4% Arabia Saudita 12,9% Russia 11,5% le produzioni complessive di quasi il 20% (da 67,5 a 82 milioni di barili/giorno, figura 2). La crescita della domanda è stata causata dalla maggiore richiesta di energia, come conseguenza dello sviluppo dell economia mondiale, ma anche dall ascesa di alcuni Paesi, come Cina e India, che hanno mostrato tassi di incremento a due cifre dei consumi annui di greggio. Tuttavia, di fronte a una domanda globalmente in aumento, l offerta di prodotti è stata influenzata da elementi negativi emersi nel corso degli anni, quali i margini ridotti della capacità estrattiva e di raffinazione inutilizzata, e l incertezza che si è andata a definire, soprattutto nell ultimo periodo, nel quadro politico mediorientale (fonte: Unione Petrolifera Italiana). Per quanto riguarda le esportazioni di petrolio e gas naturale, lo scenario attuale identifica i Paesi più rappresentativi nell Arabia Saudita, con oltre 8 milioni di barili/giorno nel 2004, nella Russia (6,5 milioni) e nella Norvegia (circa 3 milioni). Lo scenario delle importazioni è dominato dagli Stati Uniti (oltre 13 milioni di barili/giorno nel 2004), seguiti da Giappone (5 milioni) e Cina (oltre 3 milioni). Il dato del decennio precedente (1994) poneva la Cina al diciottesimo posto, con soli barili importati al giorno, confermando il significativo sviluppo che il Paese asiatico ha vissuto negli ultimi anni. Nella top 20, il nostro Paese si posiziona all ottavo posto (fonte: ENI World Oil&Gas Review, 2006). Per quanto riguarda la situazione italiana, il valore della produzione di prodotti è risultato pari a circa milioni di euro nel 2005, e l andamento del settore nello stesso anno ha registrato un forte aumento delle produzioni delle raffinerie di petrolio (+3,6% rispetto al 2004), al contrario dell industria manifatturiera (-1,4%) - fonti: Prometeia e Unione Petrolifera Italiana. Nel 2005 l Italia ha prodotto da attività estrattive 5,4 milioni di tonnellate di petrolio. I volumi della produzione nazionale sono provenuti per l 82% da pozzi a terra e per il restante da giacimenti a mare (fonte: Unione Petrolifera Italiana). Il consumo annuale di petrolio nel 2005 pone il nostro Paese al quattordicesimo posto nel mondo con 1,812 milioni di barili al giorno, preceduto dal Regno Unito e seguito dalla Spagna, perdendo una posizione rispetto all anno precedente (fonte: ENI World Oil&Gas Review, 2006). Per quanto riguarda il dettaglio dell import di petrolio greggio e gas naturale, i dati ISTAT mostrano un andamento che evidenzia la notevole crescita dei prezzi di tali prodotti. Infatti, nel triennio , l import a valore ha registrato tassi di crescita dell ordine del 40% (a causa di quanto specificato precedentemente), mentre a volume è incrementato solamente del 5% (tabella 1). In tabella 1 è anche possibile notare i Paesi produttori dai quali l Italia si approvvigiona per i propri fabbisogni. In particolare, in ordine di contributo, Russia, Libia, Algeria e Arabia Saudita coprono oltre il 60% del totale dell import (che nel 2005 ha superato i 141 milioni di tonnellate di gas e petrolio). Il settore della produzione è dominato da poche grandi compagnie 80
4 DISTRIBUZIONE DEI PUNTI VENDITA IN ITALIA oltre 2000 (1) da 1500 a 2000 (6) da 1000 a 1500 (2) fino a 1000 (11) Fig. 3 ITALIA - EVOLUZIONE DELLA RETE PUNTI VENDITA ED EROGATO MEDIO IN CONFRONTO CON REGNO UNITO, FRANCIA E GERMANIA NEL 2004 Punti vendita Rete punti vendita in Italia Erogato Medio petrolifere (le prime tre: ENI, Esso, ERG), a cui si affiancano alcune società di raffinazione (come Saras Spa). La distribuzione dei carburanti sulla rete La distribuzione sulla rete può essere considerata come un oligopolio fortemente concentrato, ove operano le grandi compagnie petrolifere internazionali e nel quale le prime tre imprese nel panorama italiano (ENI Agip, Esso, Tamoil) detengono il 50% delle Regno Unito Francia Germania Metri cubi vendite, con quote di mercato stabili nel tempo. Per numero di punti vendita, le prime tre società coprono il 45% del totale nazionale, e la classifica vede Agip al primo posto, seguita da IP Italiana Petroli ed Esso. La rete italiana è caratterizzata da una forte integrazione verticale con le attività di produzione, di trasporto e immagazzinamento (come nel caso ENI, tipico esempio di filiera totalmente integrata, dalla produzione/importazione, fino alla vendita degli stessi). 0 Fig. 4 Fig. 5 (sopra) - Le compagnie petrolifere, attraverso il rinnovamento delle autostazioni di rifornimento, tendono ad ampliare l offerta di servizi collaterali al fine di trasformare le aree di servizio in convenience stores. La titolarità degli impianti di distribuzione al dettaglio di carburanti sulla rete autostradale è esclusivamente delle compagnie petrolifere, ottenuta tramite assegnazione da parte dei concessionari della rete autostradale. Nella rete ordinaria (stradale) invece la titolarità è cosi suddivisa: 70% aziende petrolifere, 15% soggetti proprietari di più di 5 impianti e il 15% soggetti proprietari di un solo impianto. Recentemente, si è assistito all ingresso della Grande Distribuzione nel settore della vendita dei carburanti con la propria insegna: se in alcuni Paesi europei, come la Francia e altri stati del Nord Europa, il fenomeno è particolarmente diffuso, nel nostro Paese è al contrario in una fase decisamente embrionale: infatti, attualmente la GDO è in grado di sviluppare solo lo 0,8% del valore del venduto, rispetto al 57% del valore della quota di mercato grocery. Il confronto tra il sistema di distribuzione di carburanti sulla rete in Italia con quello degli altri Paesi europei ha evidenziato un ampio margine di arretratezza. L Italia presenta ancora oggi un numero particolarmente elevato di punti vendita e 81
5 Fig. 6 - Schematizzazione della filiera dei carburanti derivati dal petrolio. LA DETERMINAZIONE DEL PREZZO DEI PRODOTTI PETROLIFERI In base alle normative, le compagnie petrolifere decidono liberamente i prezzi consigliati ai gestori. Di recente due metodologie sono divenute particolarmente diffuse. La prima metodologia, adottata dall ENI nel 2004, prevede il passaggio dall allineamento su base quotidiana alle quotazioni internazionali di benzina e gasolio scambiati sul mercato europeo e del Mediterraneo (rilevate dall indice Platts), che presupponeva numerose variazioni anche di modesta entità, ad un sistema che presume intervalli di tempo più lunghi e con variazioni meno frequenti. Tale metodo ha l obiettivo di favorire periodi di stabilità dei listini, con movimenti meno numerosi ma di maggiore entità (nel corso del 2005 gli interventi sono stati infatti 20 rispetto ai 65 del 2004). Il secondo metodo, chiamato prezzo trasparente, comunicato da Erg nel 2005, ancora strettamente agganciato alla variazione del Platts, calcola il prezzo considerando la media delle quotazioni di super senza piombo e gasolio dell ultima settimana rispetto la precedente, convertite in euro al cambio medio settimanale dollaro/euro. Per tener conto della posizione della compagnia sul mercato, nella formula di fissazione dei prezzi venne inserito un ammortizzatore di 0,01 euro/litro come tolleranza. Si tratta di un metodo scientifico, volto a evitare strumentalizzazioni e contribuire alla trasparenza nel settore. Recentemente, è stato implementato un sistema informatico che, grazie a una connessione basata sul web permette alle compagnie di aggiornare in maniera centralizzata il prezzo consigliato presso ogni punto vendita, che, dopo aver subito le eventuali modifiche da parte del singolo gestore, viene automaticamente aggiornato sui display delle colonnine. un volume erogato decisamente inferiore alla media europea ( punti vendita che erogano in media 1,6 milioni di litri l anno, di cui si può valutare la copertura regionale in figura 3). I ritardi nello sviluppo della rete italiana di distribuzione carburanti rispetto ai principali Paesi europei (figura 4) sono evidenti in termini di impianti per chilometro quadrato (in Italia la media è pari a 0,078, mentre per i Paesi europei è 0,38), di basso numero di impianti self-service (4.066 in Italia, contro i medi dei Paesi europei), di elevata quantità di distributori ogni abitanti (in Italia la media si attesta a 40, mentre in Europa a 21). Le linee guida per la ristrutturazione (contenute nel Piano nazionale di ammodernamento della rete distributiva, decreto ministeriale 31 ottobre 2001) vanno nella direzione di ridefinire il numero di distributori, attraverso la chiusura degli esercizi stimati marginali e di favorire la liberalizzazione del settore. Questo provvedimento integra la normativa n 32 dell 11 febbraio 1998, che ha liberalizzato la vendita di carburanti per autotrazione, attribuendo ai Comuni il rilascio delle autorizzazioni, compatibilmente con l indirizzo programmatico delle Regioni. Tuttavia, le Istituzioni non sono ancora intervenute con decisione nell attuare il piano di adeguamento, lasciando il settore in uno stato di confusione normativa. In passato, la competizione delle società petrolifere si è concentrata sul business dei carburanti focalizzandosi sul miglioramento della supply chain e sullo sviluppo del marchio. Tuttavia questo approccio può risultare non sufficiente per rispondere alle richieste di un mercato più esigente dal punto di vista dei profitti e delle ottimizzazioni dei flussi. Nasce quindi l esigenza strategica di migliorare la profittabilità del punto vendita. Le compagnie petrolifere, infatti, si stanno orientando sempre più verso una forte segmentazione della propria clientela, analizzando i diversi comportamenti d acquisto in base all orario e alla dislocazione del punto vendita. Per quanto concerne le strategie delle 82
6 Fig. 7 (a sinistra) e 8 (sopra) - Il petrolio viene trasportato alle raffinerie ad esempio tramite petroliere o carri cisterna. Fig. 9 - Le raffinerie italiane sono ubicate per la quasi totalità in zone costiere. aziende della distribuzione, la localizzazione dei punti vendita continua ad essere il fattore competitivo determinante. La clientela finale, infatti, mantiene una forte preferenza per la comodità del servizio. Le compagnie petrolifere stanno migliorando pertanto l accessibilità dei rifornimenti, e attraverso il rinnovamento delle autostazioni di rifornimento, tendono anche ad ampliare l offerta di servizi collaterali (bar, vendita di accessori e generi alimentari, ) al fine di trasformare le aree di servizio in convenience stores. In tali strutture (figura 5) il cliente, oltre all acquisto del prodotto petrolifero, può approfittare dell occasione per comprare prodotti di tipologia diversa. Tale soluzione permette di reagire al probabile sviluppo di marchi commerciali da parte delle imprese della Grande Distribuzione. dei carburanti dei carburanti derivati dal petrolio (figura 6) ha inizio con l estrazione di greggio da giacimenti terrestri o a mare. Una volta estratto, il petrolio deve essere trattato con sostanze chimiche e calore, per eliminare l acqua e le particelle solide in esso contenute e per separare il gas naturale residuo. Indicativamente dal petrolio si ricava: minimo 50% benzina, 7% cherosene, 21% gasolio e oli combustibili, poco meno del 10% oli lubrificanti e circa il 12% residui pesanti. Il petrolio così lavorato è successivamente immagazzinato in serbatoi di smistamento, dai quali viene trasportato alle raffinerie mediante tubazioni continue (oleodotti), o con navi opportunamente attrezzate (petroliere figura 7), o con speciali autoveicoli (autocisterne) e carri ferroviari (carri cisterna figura 8). Il petrolio greggio o semilavorato arriva in Italia tramite navi petroliere e viene consegnato ad una delle 18 raffinerie italiane, ubicate per la quasi totalità in zone costiere (figura 9). Una parte rilevante del petrolio che entra in Italia è destinata ai Paesi stranieri. In particolare il porto di Trieste, tramite l oleodotto transalpino TAL, serve le raffinerie di Austria e Germania con un flusso annuo di circa 35 milioni di tonnellate di greggio. La localizzazione delle raffinerie è funzione di due criteri: possono trovarsi in località facilmente raggiungibili alle rotte delle petroliere è questo il caso delle raffinerie in Sardegna o in Sicilia, figura 10 oppure possono essere costruite in prossimità delle aree geografiche a maggior richiesta di carburanti, come avviene per raffinerie lontane dalle coste quali, ad esempio, Sannazzaro (PV) o Trecate (NO). Per le raffinerie lontane dalla costa, il greggio viene trasferito dai Tabella 1 - I primi 10 Paesi da cui si approvvigiona l Italia Import a volume (ton) Import a valore (000 ) Paesi import 2003 Import 2004 Import 2005 Paesi Import 2003 Import 2004 Import 2005 Federazione russa Federazione russa Libia Libia Algeria Algeria Arabia Saudita Arabia Saudita Iran Iran Norvegia Norvegia Iraq Iraq Kazakistan Kazakistan Paesi Bassi Azerbaigian Azerbaigian Paesi Bassi Totale Import Totale Import
7 Fig Le raffinerie possono trovarsi in località facilmente raggiungibili alle rotte delle petroliere, come ad esempio le raffinerie in Sardegna o Sicilia. porti generalmente tramite oleodotto o con il trasporto fluviale, mediante container omologati per il trasporto di combustibile. Le raffinerie possono appartenere a compagnie petrolifere, possono essere società compartecipate da più compagnie oppure società indipendenti. All uscita delle raffinerie il prodotto, prima di essere consegnato a un attore successivo della filiera o a un cliente, deve essere sdoganato con il pagamento dalle accise fiscali, differenziate a seconda del tipo di sostanza e del suo utilizzo. Di conseguenza, i carburanti devono essere differenziati in base all uso già in questa fase. Come è noto, lo stato incassa un cospicuo gettito fiscale dai carburanti e questo fa sì che i controlli delle autorità sulla filiera siano particolarmente rigidi e che le sanzioni per irregolarità siano estremamente severe. All uscita delle raffinerie il prodotto può essere consegnato direttamente al destinatario finale nel caso di grandi utenti, come centrali elettriche o aeroporti. In questi casi il trasporto avviene spesso tramite oleodotti o mediante autobotti/autocisterne. Per gli utilizzi più comuni, invece, il gasolio passa attraverso una rete distributiva e, dalla raffineria, viene consegnato in depositi. Anche in questo caso il trasporto può avvenire con oleodotti o, più comunemente, con automezzi. È possibile classificare i depositi per tipologia di infrastruttura in depositi costieri (ubicati in modo da poter essere riforniti via mare) o in depositi interni, ubicati lontano dalle coste, spesso localizzati in prossimità di raffinerie interne o allo sbocco di oleodotti colleganti i depositi costieri con le aree interne. Dal punto di vista commerciale, infine, i depositi possono essere concessionari, collegati a una società petrolifera e costituiti da una struttura ad essa appartenente; possono essere gestiti autonomamente da un rivenditore, che acquista il carburante da uno o più produttori. In Italia sono presenti circa 700 depositi di capacità superiore a m 3, nonché oltre depositi di capacità inferiore. Dai depositi, i prodotti vengono infine venduti all utente (condomini, ospedali, scuole, ) o al rivenditore finale (pompe di benzina). Il prodotto finito prima di giungere al consumatore finale subisce quindi tre passaggi di proprietà: la raffineria, i depositi liberi e i rifornitori di benzina. Ci può essere un quarto attore nel caso in cui il trasporto dai depositi centrali liberi all impianto di rifornimento avvenga per conto terzi e non direttamente mediante i mezzi di proprietà delle compagnie petrolifere. Il trasporto e la distribuzione vengono effettuati prevalentemente mediante autobotti/ autocisterne. Gli impianti di distribuzione di dimensioni maggiori e quelli siti in zone particolarmente strategiche vengono riforniti direttamente mediante mezzi di proprietà della compagnia petrolifera. I restanti, invece, vengono serviti dai mezzi di proprietà di società private di trasporto o di padroncini specializzati nel trasporto di carburanti o sostanze chimiche. Gli acquisti di carburante da parte degli impianti minori non hanno infatti un andamento sufficientemente stabile da rendere conveniente l approvvigionamento con mezzi di proprietà, poiché sono influenzati da fattori quali l andamento dei prezzi del prodotto o la stagionalità (ad esempio richieste di combustibile da riscaldamento in inverno). Inoltre, avvengono a carico completo e quindi non presentano criticità nella gestione terziarizzata. La distribuzione, invece, è realizzata generalmente con una flotta propria di mezzi, in quanto gli ordini di consegna dei clienti, spesso di entità unitaria inferiore rispetto al carico completo I termini del mondo petrolifero Additivi: componenti dell olio lubrificante. Essi permettono di migliorare il livello prestazionale della base lubrificante per traguardare le varie specifiche. Antiossidante: componente che, aggiunto al prodotto lubrificante, ha lo scopo di diminuire i processi di degradazione ossidativa. API (American Petroleum Institute): la principale organizzazione petrolifera americana. Aromatici: idrocarburi costituiti da uno o più anelli benzenici. Benzene: idrocarburo che si presenta con la forma chimica (struttura) di un anello e rappresenta il prototipo delle catene aromatiche. Bitume: frazione pesante della raffinazione del petrolio greggio. Blending: impianto di miscelazione per la produzione di lubrificanti ottenuti attraverso la miscelazione di oli base e additivi. Colonnina: apparecchiatura contenente uno o più erogatori. Erogatore o Distributore: complesso di attrezzature (pompa o sistema di adduzione, contatore o misuratore, pistola o valvola di intercettazione, tubazioni di collegamento) mediante le quali il carburante viene trasferito dal serbatoio dell impianto a quello dell automezzo. Flash Point: il punto di infiammabilità. Greggio: miscela di idrocarburi formatasi nel sottosuolo attraverso trasformazioni organiche e altri processi avvenuti nel corso di milioni di anni. Rappresenta la base per i processi di raffinazione. Impianto: complesso commerciale costituito da uno o più apparecchi di erogazione automatica di carburanti per uso autotrazione, compreso il metano e il G.P.L., con le relative attrezzature e accessori. 84
8 possono essere gestiti in modo relativamente più flessibile, cercando di ottimizzare i giri di consegna. La gestione delle scorte da parte dei clienti è comunemente a punto fisso di riordino. L organizzazione dei viaggi per il rifornimento della rete di distribuzione delle compagnie petrolifere avviene attraverso le autocisterne che partono dai depositi a carichi completi. Poiché la capacità di tali automezzi non è sufficiente, nella maggior parte dei casi riescono a rifornire solo un impianto alla volta. Le politiche di riordino sono a periodo fisso e per gli impianti di medie dimensioni sono pari a una settimana. Per gli impianti più grossi si rendono necessari riordini anche giornalieri. Poiché le autocisterne devono generalmente effettuare più viaggi in una giornata, l ottimizzazione dei percorsi prevede che si riforniscano per primi gli impianti ubicati in prossimità dei depositi, per poi terminare con quelli più lontani e permettere agli autotrasportatori di tornare alle loro case con l automezzo vuoto. Modalità di trasporto e distribuzione Si è detto in precedenza che la modalità di trasporto prevalente sul territorio nazionale è quella su gomma, attraverso automezzi speciali. In particolare, le autobotti/autocisterne possono essere di due tipi: chilolitriche o volumetriche. A causa delle diverse esigenze dei vettori e della committenza, in Italia non si è giunti a un modello unificato. Costruite in acciaio, acciaio inox o alluminio, secondo le esigenze di trasporto (l inox, per esempio, viene utilizzato per i carburanti che richiedono maggiore purezza, come la benzina per impieghi aeronautici), le autocisterne vengono generalmente caricate dall alto attraverso boccaporti accessibili da una passerella sulla sommità della cisterna, e scaricate per gravità dal basso. Gli allestimenti per carburanti per autotrazione sono generalmente realizzati su autotreni, autoarticolati e autocarri di grandi dimensioni (3 o 4 assi, figura 11). Per il trasporto di carburanti da riscaldamento, a questi tipi si aggiungono autocarri medi e leggeri, a causa di esigenze di maggior manovrabilità e accesso, dovute ai luoghi di consegna (località montane, strade di accesso anguste, cisterne difficoltose da raggiungere) o alle richieste dei singoli clienti, tali da non giustificare l impiego di mezzi di capacità e dimensioni maggiori. A caratterizzare gli allestimenti sono la sezione, la presenza di scomparti e i sistemi di misurazione. Per quanto riguarda la prima, in Italia sono presenti soprattutto le cisterne policentriche, ossia dalla sezione circa quadrangolare, con le pareti verticali quasi diritte e tetto e fondo arcuati. Abbastanza diffuse in Europa sono le autocisterne a sezione ellittica, che consentono di ridurre l altezza del baricentro del veicolo ma costringono, a parità di portata, a costruire un allestimento più lungo di quello che si avrebbe con una policentrica. Si sono recentemente diffuse sezioni che potremmo definire a cuore, ossia costituite da un triangolo con i lati curvilinei. Alle prime, in cui il triangolo rivolgeva un vertice verso il basso, sono succedute Limiti di esposizione: parametri legati alla concentrazione massima di una data sostanza, oltre la quale l organismo è statisticamente soggetto a particolari conseguenze. Naftenici: categoria di idrocarburi caratterizzati da una struttura lineare chiusa di tipo paraffinico. OPEC (Organization of Petroleum Exporting Countries): Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Emirati Arabi, Algeria, Arabia Saudita, Ecuador, Indonesia, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Qatar, Venezuela, Gabon). Pour Point (Punto di scorrimento): caratteristica dei prodotti ; indica la temperatura limite alla quale il prodotto può scorrere. Rete: l insieme dei punti vendita stradali abilitati alla distribuzione di carburanti e lubrificanti per uso autotrazione. Riraffinazione: processo complesso con cui si producono basi lubrificanti e altri prodotti a partire da una miscela di oli esausti. Il trattamento consiste in una serie di trattamenti chimico-fisici che hanno lo scopo di purificare l olio usato e renderlo di nuovo idoneo alla miscelazione e quindi all utilizzo. Self-Service Pre-Pagamento: l apparecchiatura a lettura ottica e/o magnetica per l erogazione automatica di carburanti per uso autotrazione per il cui funzionamento non è necessaria l assistenza di personale; Self-Service Post-Pagamento: la speciale apparecchiatura per la trasmissione a distanza dei risultati di misura, usata direttamente dall utente con relativo pagamento e apposito incaricato. 85
9 quelle della seconda generazione, in cui verso il basso si trova invece la base del triangolo stesso. Quest ultima configurazione, che potremmo definire a cuore rovesciato, presenta due vantaggi: il miglioramento dell aerodinamica e il contenimento dell altezza del baricentro. Non vi sono vincoli che impongono la suddivisione della cisterna in più scomparti (l unico obbligo è, negli scompartimenti grandi, l inserimento di paratie frangiflutti che impediscono la formazione di onde). Tuttavia, specie per le cisterne da distribuzione, la suddivisione in scomparti torna utile, in quanto consente il trasporto di vari carburanti con un solo veicolo. La misurazione del carburante può avvenire sia con i contalitri (in tal caso la Ottimizzare la distribuzione di combustibile cisterna è detta volumetrica, caratterizzata da un limitato numero di boccaporti per il carico) sia con scomparti graduati o chilolitri ( cisterna chilolitrica, riconoscibile per la grande batteria di boccaporti che si trova alla sua sommità). La nuova normativa chilolitrica consente scomparti di qualsiasi multiplo di Pina Petroli con 15 grandi cisterne, 12 autobotti e 30 collaboratori, rappresenta da oltre 50 anni il leader nella distribuzione di olio combustibile in Ticino. Una volta ricevuti gli ordini dai clienti, un gruppo di pianificatori li organizza distribuendoli sui mezzi non omogenei a disposizione, in base agli orari richiesti dai clienti e alle esigenze dell azienda. Il processo diventa sempre più complesso se si considerano situazioni urgenti che possono stravolgere l intera pianificazione. DyvOil, il software attualmente usato da Pina Petroli, si basa sull algoritmo Ant Colony Optimization, ed è in grado di produrre automaticamente una soluzione completa al problema in pochi minuti. Per completare il processo, DyvOil fornisce uno strumento di previsione in grado di stimare in base ai consumi, alle temperature esterne e ai dati storici, quando i clienti effettueranno il prossimo ordine. Infine, fornisce uno strumento di simulazione per valutare scenari alternativi di distribuzione e valutare la robustezza delle scelte effettuate al variare delle condizioni atmosferiche o di traffico. Pina Petroli dichiara di risparmiare circa il 20% dei costi di 1000 litri. Gli impianti costituenti la rete di distribuzione (punti vendita) sono classificati convenzionalmente nel modo seguente: Stazione di servizio: l impianto costituito da uno o più apparecchi a semplice o a doppia erogazione dei carburanti (figura 12), con relativi serbatoi, che dispone di lo- 86
10 il caso Pina Petroli distribuzione grazie a DyvOil e alla sua integrazione all interno del processo aziendale. Queste nuove tecnologie sviluppate da AntOptima, azienda innovativa fondata a Lugano nel 2001 come spin-off dell IDSIA (Istituto di Ricerca sull Intelligenza Artificiale), stanno rivoluzionando il mondo dell ottimizzazione nel campo dei trasporti e della logistica, garantendo performance sempre più competitive. cali o attrezzature per lavaggio, sgrassaggio e altri servizi all autoveicolo, nonché di altri servizi accessori. Deve avere una superficie minima di m 2 ; Stazione di rifornimento: l impianto costituito da uno o più apparecchi a semplice o a doppia erogazione dei carburanti, con relativi serbatoi, che dispone eventuali altri servizi accessori, con esclusione di locali o attrezzature per lavaggio e/o sgrassaggio e/o altri servizi all autoveicolo. Deve avere una superficie minima di m 2 ; Chiosco: l impianto costituito da uno o più apparecchi a semplice o a doppia erogazione dei carburanti con relativi serbatoi e da un locale adibito esclusivamente al ricovero del personale addetto ed eventualmente all esposizione di lubrificanti o altri prodotti e accessori per autoveicoli. Deve avere una superficie minima di 600 m 2 ; Punto isolato e/o appoggiato: l impianto costituito da uno o più apparecchi a semplice o a doppia erogazione dei carburanti con relativi serbatoi ed eventuale pensilina senza alcuna struttura sussidiaria. Modalità di imballaggio, confezionamento e contenimento Il prodotto finito viene direttamente caricato sulle autocisterne nei depositi centrali o periferici una volta che perviene l ordine. Nel caso di richiesta di quantitativi di prodotto inferiori alla capacità totale delle autocisterne, o qualora venga richiesto da privati che non possiedono dei sistemi di stoccaggio di carburante omologati, il prodotto finito può essere contenuto anche in serbatoi omologati dal Ministero dei Trasporti, idoneo per il trasporto di carburante liquido infiammabile. I contenitori più comuni hanno una capacità di 300 litri, dimensioni pari a x 750 x h mm, costruiti in lamiera di acciaio al carbonio e sorretti da staffe di appoggio. Devono inoltre disporre di una gabbia pallettizzabile con tasche per presa muletto su ogni lato. L immagazzinamento del prodotto finito presso l impianto di distribu- Fig. 11 (nella pagina a fianco) - Gli allestimenti per carburanti per autotrazione sono generalmente realizzati su autotreni, autoarticolati o autocarri di grandi dimensioni a 3 o 4 assi. Fig. 12 (a sinistra)- In una stazione di servizio l impianto è costituito da uno o più apparecchi a semplice o a doppia erogazione. 87
11 zione avviene nella quasi totalità dei casi tramite serbatoi interrati, ognuno dedicato a un particolare prodotto. L installazione di tali serbatoi deve avvenire rispettando limiti di distanza rispetto ad altre costruzioni. Ogni serbatoio è dotato di un impianto di pescaggio, uno sfiatatore per i vapori, e una valvola di sicurezza posta all uscita del sistema di pescaggio. La normativa vigente in materia di immagazzinamento di carburanti è il D.M 29 novembre Esistono varie tipologie di serbatoi interrati: a doppia parete e con sistema di monitoraggio in continuo dell intercapedine con sensori (in questo caso le pareti possono essere entrambe metalliche, con la parete esterna rivestita di materiale anticorrosione, o quella esterna in altro materiale non metallico), a parete singola metallica o in materiale non metallico all interno di una cassa di contenimento in calcestruzzo, rivestita internamente con materiale impermeabile e con monitoraggio in continuo delle perdite. Per la prevenzione e il contenimento delle perdite, i serbatoi devono essere dotati di un dispositivo di sovrappieno del liquido che eviti la fuoriuscita del prodotto in caso di eccessivo riempimento per errata operazione di carico. La capacità massima dei singoli serbatoi interrati è stabilita in 50 m 3. I serbatoi possono essere compartimentati e contenere prodotti diversi nei vari compartimenti. Lo stoccaggio del prodotto finito può avvenire anche con serbatoi non interrati. In questo caso la capacità varia generalmente da fino a litri. Le colonnine collegate ai serbatoi sono costituite da una pompa manuale a doppia azione, un contalitri ad uso privato con parziale azzerabile e totalizzatore progressivo. La pistola di erogazione Fig. 13 (sopra) - La Direttiva UE 96/54/CE stabilisce che le autobotti devono esibire un cartello 30x20cm arancione, riportante la codifica del trasporto di materiale pericoloso e della sostanza trasportata. Ad esempio, 33/1203 indica un carico di benzina (1203), dove il pericolo principale è rappresentato dai suoi vapori facilmente combustibili (33). è dotata di un raccordo girevole e recupero di vapori immessi nuovamente nelle cisterne di stoccaggio come in un ciclo chiuso. Problematiche di sicurezza I carburanti sono materiali particolarmente pericolosi, in quanto connotati da elevatissima infiammabilità e facilità di esplosione. Pertanto, le tematiche di sicurezza sono molto importanti per la corretta gestione del prodotto petrolifero. Un impianto di distribuzione, ad esempio, deve possedere una serie di dispositivi, quali la messa terra per scariche elettriche, estintori e sfiatatori dei serbatoi di stoccaggio. Inoltre, gli impianti devono essere a ciclo aperto e dotati di mezzi di estinzione appropriati, come acqua nebulizzata, anidride carbonica, schiuma, polvere chimica. Oltre a essere pericoloso, il prodotto petrolifero è anche inquinante: perciò le acque di piazzale devono essere raccolte e convogliate separatamente dalle altre. È obbligatorio trattarle in delle vasche di decantazione e con dei filtri prima di poterle scaricare sull impianto fognario pubblico e per lo smaltimento del prodotto è necessario attenersi al D. Lgs. 22/97 e normativa collegata. Per quanto riguarda il trasporto con le autobotti, la Direttiva UE 96/54/CE stabilisce che le autobotti devono esibire un cartello 30x20cm arancione, riportante la codifica del trasporto di materiale pericoloso (incendio, esplosione, corrosione) e della sostanza trasportata (codice Kemler). Ad esempio, 33/1203 indica un carico di benzina (1203), dove il pericolo principale è rappresentato dai suoi vapori facilmente combustibili (33) - figura 13. Il principale sistema di sicurezza delle autocisterne è costituito da un dispositivo che misura la temperatura nei pressi dell area di scarico. Quest ultimo, qualora la temperatura raggiunga un determinato valore tale da poter far innescare una combustione, interviene azionando l impianto estinguente dell autocisterna stessa. BIBLIOGRAFIA Cushman&Wakefield Healey & Baker, European Distribution Report, Prometeia Distribuzione - Analisi strutturale e previsiva. Prometeia Prodotti - Analisi strutturale e previsiva. Enea Rapporto energia e ambiente ENI World Oil and Gas Review Sito Wikipedia Sito carburanti e tariffe Sito internet unione petrolifera: Unione petrolifera Annual Report Unione petrolifera Data book Unione petrolifera Relazione
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