Chiesa di S. Carlo e S. Disma

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1 Chiesa di S. Carlo e S. Disma Progetto artistico per i tre misteri della nostra Redenzione: Crocifissione e dialogo con S. Disma Discesa agli inferi e liberazione dei prigionieri della morte Ascensione al Cielo

2 Crocifissione e dialogo con S. Disma Aleksandar Zafirovski

3 Aleksandar Zafirovski Verso la pittura sento dovere e responsabilità, il disegno ed il colore li vedo come mezzi con i quali posso esprimermi e presentare meglio le mie idee. Quello che è visibile attorno a me, m ispira e mi attrae nella ricerca della sua forma diversa, dell estetica nascosta, e questo io riutilizzo nella mia opera. Ingrandisco il microcosmo e lo ridimensiono, scopro in esso storie e significati. Questo mi permette di utilizzare la tavolozza del pittore e di disegnare quello che vedo. In quel microcosmo appaiono molte immagini astratte, molti disegni e colori che perfettamente cominciano a rientrare nei temi collegati con l immagine di San Disma. La scoperta delle caratteristiche esterne dell uomo credo che non rappresenti grande difficoltà per nessuno, e forse neanche la conoscenza interna. Ma io vorrei scoprire le caratteristiche interne che considero correlate con le mie interne necessità personali. Esplorando l interiorità di San Disma scopro anche me stesso. Per disegnare il personaggio di San Disma dovevo studiare la sua vita ma altrettanto dovevo osservare me stesso e fare confronti diretti. Con ciò, facilito l intero processo di rappresentazione visiva di San Disma. Collegandomi, ho compreso che ognuno di noi è San Disma, ognuno sbaglia e chiede perdono. Lui è dappertutto attorno a noi e fa parte di tutti noi. Tutti noi in determinati momenti siamo buoni o cattivi, ladri di qualcosa e tutti abbiamo lo sguardo che chiede perdono. Io non sono Adamo, tu non sei Eva, nemmeno Gesù quello è la divinità. Ma io solo, ed insieme a te, siamo molto simili a San Disma.

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5 Il mio interesse continua verso la costruzione dell insieme che scopro e ricerco in continuazione. Per me sono molto importanti i momenti della ricerca, dell osservazione, della creazione dell intero concetto pittorico, la formazione dell idea attraverso il momento della realizzazione, tutti questi sentimenti vorrei trasmetterli allo spettatore di questa opera. Il sentire della parte astratta ed espressiva del quadro, direttamente osservati dai sensi dello spettatore, e l interesse verso piccole mosse, parole, storie significative per me sono di grande interesse, collegate a questa opera. Per questo, parallelamente all importanza dei personaggi disegnati, lascio la possibilità di dominazione e collaborazione anche ai dintorni del quadro. Nel quadro Crocifissione di Gesù sono rappresentate tre figure crocifisse. La figura centrale è Gesù Cristo, dal suo lato destro è San Disma, e dal suo lato sinistro è rappresentato il ladro malvagio, Gesta. L accento è messo sulla conversazione tra Gesù e San Disma. Le parole di richiesta di perdono sono simbolicamente rappresentati negli sguardi rivolti uno verso l altro. La luce ha parte significativa nella creazione dell insieme di questa opera. Sono illuminati Gesù e San Disma, richiamando la bontà, contro la parte oscura del lato destro del quadro. Il buio si nota anche nella parte inferiore del quadro, dove deliberatamente evito le figure che di solito vengono rappresentate quando si dipinge questa scena. Con questo, vorrei che gli spettatori davanti al quadro diventino sostituzione diretta alle figure non raffigurate, che essi siano testimoni e comparse che formeranno completamente il quadro. Per questo, la posizione delle croci è in piccola prospettiva aerea (loro sono inclinati verso di noi, verso lo spettatore), e con ciò otteniamo l illusione voluta. Lo sfondo del quadro è rappresentato in maniera espressiva astratta, mentre i personaggi, le azioni e le croci dall espressionismo ricevono tratti realistici. Con mosse grossolane disegno il cielo e la terra, con l intenzione di sottolineare le figure di primo piano. La parte inferiore del quadro è con colori scuri, con forti e rozzi pennellate di colore. Qui deliberatamente inserisco un rilievo di colori che contiene molti elementi di forme geometriche ed astratte, in cui profondità si possono leggere anche simboli realistici nascosti. L orizzonte della terra e la verticale dal cielo, in armonia dolorosa con le tre croci.

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7 Aleksandar Zafirovski: il trittico completo

8 Crocifissione e dialogo con S. Disma Sebastian Tarud

9 Sebastian Tarud Volevo spendere prima di tutto qualche parola riguardo allo stile dell intero lavoro. I modelli scelti sono quelli classici dell iconografia cristiana antica e medievale, in particolare le miniature e le icone, ma anche l arte classica greca e romana. Secondo l idea che muoveva i pittori di tali antiche immagini, la rappresentazione del reale non è soltanto la restituzione di quanto superficialmente viene colto dall occhio, ma è il racchiudere in un unica immagine sia ciò che è visibile che ciò che è invisibile, l unità del piano fisico e di quello spirituale. Per questo ho scelto di usare l oro, per trasmettere tramite le variazioni della sua luce sia la regalità di Dio, che l ineffabilità dello Spirito, e, ancora, la presenza del Paradiso. E per questo ho scelto di dare alle figure e alle cose, un ritmo a volte geometrico, a volte sfumato, per mostrare che non esiste la casualità, ma che già a partire dalle Scritture si svolge il provvidenziale e amorevole disegno di Dio, che è come musica e armonia, al di là delle brutture date dal peccato e dalla morte. L opera verrà realizzata su tavola di tamburato a tempera all uovo; il fondo, la cornice aggettante e le aureole saranno dorate. Il fulcro della composizione è Cristo crocifisso in mezzo ai due ladroni. San Disma è crocifisso alla sua destra la sinistra di chi guarda. La composizione suggerisce l idea di un rapporto, un dialogo in atto tra lui e Gesù. Il Signore ha uno sguardo che interpella, un viso sofferente ma dolce, pronto ad accogliere; Disma, pur in dialogo, tiene basso il capo in segno di rispetto al suo Signore di cui riconosce la maestà. L altro malfattore invece, condannato alla stessa pena, volge lo sguardo altrove, ripiegandosi solo su se stesso. Dalle braccia aperte, dalle mani e dai piedi di Cristo, sgorga scuro e ben visibile il Preziosissimo Sangue; esso si sparge su tutti coloro che assistono e cola fino ai piedi della croce, sulla piccola collina del Calvario, scendendo sopra un teschio sepolto in una cavità del terreno. E il cranio che dà il nome alla collina del Golgota, quello di Adamo, il primo uomo che qui fu sepolto secondo la tradizione. Ebbene, questo sangue, la vita che sgorga dal sacrificio di Cristo, benedice, rinnova, resuscita il progenitore morto a causa del peccato e con lui tutta l umanità, poiché Cristo è il nuovo Adamo, l uomo nuovo che inaugura il tempo della redenzione, e in cui la morte è stata vinta.

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11 La solennità di questo giorno è tale che tutto il creato assiste fermandosi a guardare. Il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra (Lc 23, 44): è come se il giorno e la notte fossero contemporaneamente presenti; il sole e la luna che compaiono in alto rappresentano proprio il senso di attesa e trepidazione di questo giorno in cui si compiono molte delle profezie antiche. Le montagne nel lavoro finito certamente più che in questo bozzetto presenteranno fenditure e crepacci generati dal terremoto che segna la morte di Cristo: la terra si scosse, le rocce si spezzarono (Mt 27, 51). Ai piedi dei crocefissi, vari gruppi di persone assistono alla scena, ciascuno reagendo in modo diverso, compiendo azioni o semplicemente osservando: a sinistra il gruppo delle donne (la Maria Vergine madre di Gesù, Maria di Giacomo e Salome con San Giovanni Evangelista) assistono meste. Nel momento in cui si avvera la profezia di Simeone: e anche a te una spada trafiggerà l anima (Lc 2, 35), la Madre di Dio deve essere sorretta nel suo dolore per non cadere in terra. Invece abbracciata alla croce, in pianto ma in muta adorazione, sta in ginocchio santa Maria Maddalena, e subito dietro di lei il soldato Longino (così chiamato dalla tradizione antica), il centurione romano, colui che, trapassato il costato di Gesù con la lancia e vedendone scaturire sangue ed acqua, compie primo tra i pagani la professione di fede: davvero costui era Figlio di Dio! (Mt 27, 54). Sul lato destro stanno coloro che partecipano alla Passione mettendo fisicamente in opera la condanna; in pensieri, in parole e in opere: qualcuno ha frasi di scherno, qualcun altro assiste e rimugina senza voler credere, senza riconoscere a Cristo la sua divinità, altri ancora compiono atti di indifferenza. Si vedono i soldati seduti mentre si giocano le sue vesti, uno che sta in piedi e porge a Gesù una spugna intrisa di aceto e fiele, ed il gruppo dei Giudei che guarda senza vedere, chi accusando, chi ancora volta lo sguardo, imitando il gesto del ladrone malvagio. Sullo sfondo d oro (che riflettendo la luce ambientale esterna al quadro, ed avendo parti lucidate a specchio darà l idea di uno sfondamento verso il mondo divino), sullo sfondo gli angeli, che non partecipano alla natura umana, trovano inconcepibile e intollerabile il dolore per la morte del Signore; per questo si lasciano andare alla viva disperazione coprendosi il volto.

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13 Sebastian Tarud: il trittico completo

14 Crocifissione e dialogo con S. Disma Matteo Pagani

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16 Matteo Pagani La narrazione si svolge, come da richiesta, da destra verso sinistra ed inizia con l episodio della crocifissione: Disma è l unico dei due ladroni rappresentati, per evitare fraintendimenti iconografici e per rafforzare il rapporto con la figura di Gesù. Rapporto che va oltre le parole, per cercare una sinergia nel silenzio dello sguardo, nel momento di massima sofferenza, Gesù non abbandona con gli occhi, chi lo ha riconosciuto. La solitudine delle figure ne rafforza l intimità. Ai piedi della croce sono presenti sei angeli, raffigurati da figure di bambini, che rappresentano la purezza e l innocenza Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli (Mt 1,3) Dunque il regno dei cieli è dei bambini. La beatitudine dei poveri in spirito è stata tanto discussa. Alcuni la intendono in chiave sociologica, e sarebbe allora propria del povero che non ha nulla; altri invece mi pare più giustamente, perché la tradizione biblica in questo senso è forte insistono sull aspetto esistenziale: beato è colui che sa essere privo di mezzi di potere, ma si affida a Dio.(...) La povertà non solo è carenza di beni stimati in questo mondo; è affidamento a Dio. Carlo Maria Martini Il discorso della montagna Queste figure accompagneranno tutte e tre le scene, creando il crescendo progressivo verso la luce del paradiso. Sullo sfondo, dipinto in bianco tono su tono, la rappresentazione di rami d albero che rappresentano la maturazione nella fede di Disma: nel primo dipinto i rami hanno le foglie soltanto, a testimoniare il fatto che qualcosa di buono è già presente nel personaggio, le foglie si arricchiscono delle gemme nella seconda scena di ritorno alla vita, per fiorire infine rigogliose nell ultima. Disma, come ognuno di noi, è creato ad immagine e somiglianza di Dio e nella rappresentazione del l albero (Paradiso Giardino) ci ricorda che ognuno di noi ha un germoglio di paradiso da coltivare durante tutto l arco della sua vita.

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18 Matteo Pagani: Esempio di tecnica di raffigurazione. L artista ci ha presentato questa sua opera, che è la pala di altare di una chiesa, per illustrarci la tecnica con cui rappresenterà anche il nostro trittico, dal momento che quelli che ci ha mandato sono disegni a matita mentre egli realizzerà la sua opera con pittura.

19 Matteo Pagani: il trittico completo

20 Crocifissione e dialogo con S. Disma Paolo Mennea

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23 Paolo Mennea ci ha fatto avere alcuni bozzetti di come probabilmente verrà realizzata la scena della crocifissione, che nella diapositiva precedente abbiamo visto in un montaggio su sfondo astratto espressivo che costituisce la sua proposta dal punto di vista della riuscita finale ma non del contenuto. Questo disegno, non ancora montato su sfondo astratto espressivo, corrisponde al contenuto della proposta dell artista per la nostra futura chiesa (Mennea realizza disegni: questo disegno non è dunque un bozzetto ma la forma finale dell opera, per la quale bisogna immaginare uno sfondo come nella pagina precedente, così come abbiamo cercato di fare nella diapositiva che verrà presentata alla fine di questa presentazione). Non ci sono ancora state date dall artista le altre due scene né spiegazioni scritte che descrivano questa scena e le altre.

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