INDIVIDUO E SOCIETÀ NELLA FILOSOFIA DI KARL MARX
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- Marta Guglielmi
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1 Meditazione filosofiche INDIVIDUO E SOCIETÀ NELLA FILOSOFIA DI KARL MARX «L universalità dell uomo si palesa praticamente proprio nell universalità per cui l intera natura è fatta suo corpo inorganico, sia in quanto (1) è alimento immediato, sia in quanto (2) è la materia, l oggetto e lo strumento della sua attività vitale. La natura, s intende la natura in quanto non è essa stessa corpo umano, è il corpo inorganico dell uomo. [ ] estranea all uomo (1) la natura, (2) se stesso, la propria funzione attiva, la sua attività vitale, rende estraneo all uomo il genere; gli riduce la vita generica a mezzo della vita individuale. In primo luogo rende estranee la vita generica e la vita individuale, e in secondo luogo fa di quest ultima nella sua astrazione lo scopo della prima, parimenti nella sua forma astratta ed estraniata». K. Marx, Manoscritti economico-filosofici, Newton Compton, Roma 1976, p.131. C ome sostiene nel testo, secondo Marx l appartenenza al genere corrisponde al concepire sé stesso come un essere universale. Inizialmente il filosofo sostiene un ritorno all uomo in quanto Naturwesen, ma se egli si fosse fermato a questo momento avrebbe concepito l uomo nella sua immediatezza, come pura natura, nella sua unilateralità, e l uomo, si sarebbe compreso esclusivamente come individuo isolato. Come possiamo evincere dalle parole sopra citate, Marx in effetti fa un passo ulteriore: egli sostiene che l uomo è anche un essere di genere, Gattungswesen, e riconosce l universalità a cui appartiene, senza però staccare lo sguardo dalla particolarità, dall individuo. L uomo può concepirsi in una prospettiva universale, assumere ad oggetto il genere, ed è proprio la dimensione dell universalità che corrisponde alla sua libertà; questa si manifesta non nella semplice affermazione dell individualità, ma quando tale affermazione viene trasposta nell ambito dell universalità. Questa trasposizione per Marx può avvenire attraverso il lavoro, in quanto unisce l individualità con il genere. L intera natura per Marx costituisce mezzo e ambiente della vita umana, si trova in un continuo rapporto con essa, è la sua premessa. L uomo infatti non si limita ad accogliere il mondo oggettivo, egli deve appropriarsene; in qualche modo deve fare del mondo oggettivo un 1
2 Quaderni della Ginestra organo della sua vita e deve trasformarlo per operare in esso e con esso. Secondo Marx è proprio in questo momento di attività dell uomo che si manifesta il suo essere generico, la sua universalità. L uomo si appropria della natura attraverso il processo produttivo, che viene considerato come attività vitale dell uomo, il lavoro; l individuo nel lavoro assimila quel corpo inorganico rendendolo sempre più vicino ad una componente organica di sé stesso. Ciò è possibile solamente perché l uomo stesso è natura, ovvero non è una oggettività esterna che si contrappone alla sua interiorità: che la vita fisica e spirituale dell uomo sia connessa con la natura, non ha altro significato se non che la natura è connessa a se stessa, poiché l uomo è una parte della natura. Quindi l uomo ha anche una vita spirituale che si connette con la natura, ovvero che nello sviluppo della vita umana è necessaria anche una dimensione che va al di là dell atto produttivo strettamente collegato con il bisogno fisico. Vi è una dimensione che è parte fondamentale dell uomo nella quale l atto produttivo è libero, universale, come ad esempio la produzione artistica; quindi l individuo manifesta le sue forze vitali, essenziali anche in una produzione spirituale. È possibile sottolineare inoltre che le attività spirituali perché possano essere esercitate devono necessariamente incorporarsi ed esercitarsi in maniera non riflessiva ma pratica. È molto più chiara in questo momento l idea per cui le attività spirituali, pur avendo una loro forma specifica, restano legate alla corporeità come loro condizione naturale. Nel lavoro estraniato questa libertà viene meno; allontanando tale attività dall uomo, separa quest ultimo sia dal suo essere naturale sia dal suo essere di genere, in questo modo crea l astrazione, mantiene la Trennung tra individuo e genere. In questa distinzione viene capovolto il rapporto dando molta più importanza alla dimensione individuale rispetto al genere: in questo senso viene ridotta la vita di genere alla vita individuale. Il lavoro estraniato quindi mantiene il dualismo dell uomo dell economia politica, mantenendo inalterati tutti quei rapporti mistificati in cui l uomo viene disumanizzato. In tutto ciò sembra che altro sia la vita generica dell uomo, cioè la sua vita produttiva subordinata alle astratte leggi della produzione, e altro la sua vita individuale, estranea al lavoro e limitata alla soddisfazione dei più elementari bisogni fisici. In questa forma astratta la vita individuale, d altro lato, funge da scopo della vita generica: il lavoro appare come mezzo per la sopravvivenza. In questa prospettiva la stessa vita produttiva appare all uomo solo come mezzo per la soddisfazione di un bisogno; ma, secondo Marx, la vita produttiva è esattamente la vita generica che produce un mondo oggettivo. La vita dell uomo quindi s identifica con la sua attività vitale, il 2
3 Meditazione filosofiche lavoro; quest ultima viene assunta da lui come oggetto del suo volere e della sua coscienza. Ciò che infatti distingue l attività animale da quella umana è proprio la coscienza; lo stesso Marx sostiene che l uomo è un essere cosciente soltanto perché è un essere generico. Si potrebbe considerare che di un essere generico dell uomo non si può parlare se non in relazione all attività produttiva. Infatti gli attributi tradizionali del genere la consapevolezza, universalità, la libertà vengono fatti dipendere dalla circostanza che l uomo produce la propria vita. In Marx vi sono due momenti uno pratico e uno teoretico che sembrano equilibrarsi, poiché non c è attività umana senza coscienza e non vi è coscienza che non sia determinata a illuminare la prassi: infatti la natura umana in quanto soggetta a bisogni, è costantemente condizionata dall esteriorità materiale, e proprio per questo Marx ribadisce spesso che il rapporto con la natura deve essere costante e ininterrotto. Il lavoro quindi si configura come l attività vitale, la prassi, che non solamente produce oggetti, ma forma e produce anche il lavoratore, plasma l oggetto umano, la sua coscienza, ovvero l individuo che si pone attivamente verso la natura e quindi sé stesso. Il lavoro diviene quell elemento fondamentale che permette all uomo di formarsi una propria soggettività, una individualità; la quale non va perduta nell universalità dell attività produttiva, perché nel prodotto del lavoro vengono conservate tutte le forze essenziali dell individuo. L uomo plasmando gli oggetti si appropria di una materia che gli si contrappone, in questo momento l uomo nel suo lavoro si riconosce come oggettivo, diviene oggettivo a sé stesso; i prodotti del suo lavoro diventano per lui oggetti che confermano e realizzano la sua individualità. Questo momento è necessario proprio per l essenza stessa del lavoro, ovvero è una attività che si oggettiva ed è destinata necessariamente a fissarsi nell oggetto che ha prodotto: ciò sta a significare che la Bildung dell individualità mediante il momento produttivo è necessaria. Marx cerca quindi di mantenere intrecciati indissolubilmente il momento teoretico ed il momento pratico, intreccio che sta alla base del suo materialismo e dalla sua concezione dell individualità. Nell atto lavorativo non vi è solamente l individuo isolato, ma nel lavoro si esprime l universalità specificatamente umana. Nel lavoro c è quindi l individualità ma si manifesta anche il carattere fondamentale dell oggettivazione, ovvero il carattere sociale: l uomo oggettivamente è sociale. È possibile capire quindi perché quando si afferma l uomo come essere generico allo stesso tempo si afferma l uomo sociale. Il campo dell attività vitale è comune, infatti è attraverso gli oggetti del lavoro che si rivela l altro nella sua realtà: lo stesso Marcuse, nell'analizzare la riflessione marxiana, sosteneva che ogni lavoro è lavoro 3
4 Quaderni della Ginestra PIETRO ANCESCHI, MARE, 2013, OLIO SU TELA, 220X110CM 4
5 Meditazione filosofiche con e per gli altri, in modo che gli uomini mostrano ciò che veramente sono soltanto quando si trovano gli uni insieme agli altri e di fronte agli altri. È chiaro così che ogni oggetto in cui l uomo realizza la propria individualità è allo stesso tempo la sua propria esistenza per sé e per l altro uomo e viceversa; ovvero un reciproco riconoscimento delle individualità nell universalità, nella società. In questo modo il mondo oggettivo nella sua totalità è concepito come mondo sociale, come la realtà oggettiva della società umana; è anche inteso, di conseguenza, come una realtà storica. Il Gattungswesen viene costruito tramite il lavoro, e viene determinato come essenza sociale dell uomo; sembra che il suo essere di genere possa essere considerato come una seconda natura dell essere umano, che viene formata a partire dalla natura, in particolare dall essere oggettivo, sensibile dell uomo e che attraverso il momento produttivo, oltre a produrre oggetti in quanto tali, produce anche la coscienza sociale dell essere naturale, ovvero dell individuo sociale, ovvero la sua esistenza umana. Si potrebbe individuare la presenza del concetto di Aufhebung hegeliano, ovvero il Gattungswesen rispecchia tale concetto in quanto supera il Naturwesen, l immediatezza della vita umana, sopprimendolo attraverso l attività produttiva; tuttavia allo stesso tempo conserva l essenza naturale umana poiché è dalla sensibilità, dal suo essere oggettivo che si costruisce l essenza di genere, ovvero il suo essere universale, sociale. Il lavoro diviene quindi quell elemento medio che permette di congiungere l individuo al genere senza che il primo svanisca nel secondo; l intento di Marx non è quello di sacrificare il particolare, ovvero l essere naturale dell uomo, che è nell uomo e proprio dell uomo, né l universale, il generico, che anch esso è dell uomo. Ciò che interessa al filosofo è di evitare l unilateralità del primo momento e l astrattezza del secondo; tale tentativo di unità non è da intendersi nei termini hegeliani, ossia come unione di opposti, ma come unità di distinti. Si potrebbe dire quindi che la prospettiva marxiana non considera il Naturwesen e il Gattungswesen come due tendenze opposte che cercano di trovare unità, ma sono due tendenze che coesistono mediante il momento produttivo e che continuamente si relazionano tra loro, dando origine all individuo nella sua realtà come sinolo tra uomo e natura, tra universalità e particolarità. Attraverso la prassi la natura viene manipolata facendola divenire appropriata alla società. Questo procedimento di umanizzazione della natura comprende in primo luogo l uomo, proprio perché egli stesso è natura. L umanizzazione dell uomo attraverso il lavoro equivale per 5
6 Quaderni della Ginestra Marx ad un processo creativo del mondo umano, dell intera società; il compimento di questo processo è definito da Marx come umanesimo. Cosa fondamentale da ricordare però è il fatto che sarebbe sbagliato per il filosofo considerare la società come una pura e semplice creazione dell uomo: la società è si creata dagli individui sociali, ma allo stesso tempo questi vengono creati e formati dalla società stessa; il rapporto formativo non è di unidirezionalità ma di reciprocità. MARCO ANZALONE 6
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