I risultati economici delle aziende biologiche

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1 I risultati economici delle aziende biologiche di Davide Marino e Alfonso Scardera 1 Analisi economica comparata dei processi produttivi biologici e di quelli convenzionali Sebbene l'attenzione degli economisti agrari verso l'agricoltura biologica sia, anche in Italia, oramai consolidata mancano ancora studi, rappresentativi della realtà nazionale, sulla struttura e sui risultati economici delle aziende biologiche, così come analisi relative ai costi di produzione ed ai redditi dei diversi processi produttivi, specie se confrontati con quelli delle aziende convenzionali. Ciò è imputabile tanto alla rapidissima evoluzione dell agricoltura biologica, quanto alla mancanza di una base di dati omogenea e rappresentativa 2. Tali considerazioni hanno spinto a ricercare, nell ambito del vasto universo della Rete di Informazione Contabile Agricola (RICA) 3, la presenza di aziende biologiche. In questo articolo si riportano alcuni risultati dell'analisi condotta sulle 141 aziende biologiche presenti, nell'esercizio contabile 1996, nella RICA. Trattandosi di aziende inserite casualmente nel campione RICA i risultati sono chiaramente limitati, anche se, in termini di grandi aggregati, come le circoscrizioni territoriali, o le grandi ripartizioni della Sau è possibile considerare il panel RICA conforme alla struttura generale dell agricoltura biologica in Italia e, quindi, abbastanza affidabile per potere compiere alcune analisi di fondo. Il lavoro è articolato in modo da mettere in evidenza i risultati economici delle unità produttive, nonché quelli delle principali produzioni riscontrate nelle aziende RICA. Le aziende sono state stratificate secondo i consueti parametri tecnicoeconomici (dimensione economica, indirizzo produttivo), attuando un confronto con gli analoghi parametri delle aziende convenzionali della RICA. I risultati economici delle aziende biologiche Mediamente la produzione (Produzione Lorda Vendibile PLV), nella quale oltre i proventi di mercato sono comprese anche le integrazioni previste dalla PAC, ottenuta dalle aziende biologiche comprese nel 1 Gli autori sono rispettivamente ricercatore presso il Dipartimento SEGES dell Università del Molise e tecnologo presso l Istituto Nazionale di Economia Agraria. L articolo è tratto da F.M.Santucci (a cura di), 1998, L agricoltura biologica tra PAC e mercato, Università degli Studi di Perugia, ed è frutto della collaborazione tra l INEA ed il Grabit (Gruppo di Ricerca in Agricoltura Biologica). 2 Naturalmente la situazione è ben diversa se si considerano studi a livello locale, o dedicati a specifiche produzioni, per i quali negli ultimi anni sono state compiute numerose indagini. 3 La RICA, istituita con regolamento (CEE) 79/65 e gestita per l Italia dall INEA, è costituita da circa aziende agricole che hanno accettato volontariamente di rendere disponibili i risultati contabili delle loro gestioni. 1

2 campione RICA si attesta su un valore di circa 93 milioni di lire per azienda (tabella 1). I risultati variano dai 152 milioni di lire delle aziende ad indirizzo zootecnico (ordinamento erbivori), le uniche a collocarsi sopra la media, ai 41 milioni delle aziende con coltivazioni-allevamento. Le aziende convenzionali fanno registrare una produttività aziendale che, in media, è maggiore rispetto a quella delle unità biologiche di quasi il 16% (più di 107 milioni per azienda) dovuta alla marcata differenza di produzione derivante da un ettaro di terra: nelle aziende biologiche della RICA il valore è in media pari a /ha, ben al di sotto del dato medio fatto registrare dalle aziende convenzionali, che è di /ha (+51%). Le aziende biologiche della RICA ottengono, in media, un reddito netto 4 aziendale pari a poco meno di 45 milioni di, valore che si colloca poco al di sotto del dato medio dell intero universo RICA (meno di 46 milioni di ). E da sottolineare tuttavia che i risultati positivi che si evidenziano nel confronto tra alcuni ordinamenti produttivi biologici e convenzionali, siano dovuti soprattutto all effetto struttura, ossia alla maggiore base fisica delle unità biologiche. Considerazioni interessanti provengono dall'analisi della redditività aziendale in assenza di contributi alla produzione ed integrazioni di reddito 5. Se si considerano i redditi aziendali provenienti dai soli proventi di mercato si evidenzia l'indiscutibile ruolo svolto dalle integrazioni al reddito e dagli aiuti alla produzione, quali sostegno alla redditività ed alla permanenza per tali aziende. Il valore medio del reddito netto aziendale in assenza di contributi, infatti, scende a 28 milioni (- 37%), con una riduzione maggiore per le unità produttive localizzate in montagna (- 43%), rispetto a quelle di collina (- 37%) e soprattutto a quelle di pianura (- 15%). Altrettanto importante, è la remunerazione del lavoro che consente una valutazione complessiva della sostenibilità economica e sociale del processo produttivo. Il livello medio di reddito percepito da ogni singola unità lavorativa, nelle aziende biologiche, è di circa 27 milioni di, risultato che si pone ben al di sopra (+25%) di quello fatto registrare dalle aziende convenzionali. Medesimo rapporto si riscontra nel caso si prenda in esame il reddito percepito dalle unità di lavoro familiari (ULF), indicatore di particolare importanza nel caso di aziende a conduzione diretta (37,5 milioni di /ULF contro 29,8). 4 Il Reddito Netto (RN) è ottenuto sottraendo dal valore della produzione (PLV) i costi variabili ed i costi fissi sostenuti dall azienda. 5 Vengono qui considerati i contributi alla produzione per l olio d oliva e il grano duro, l integrazione di reddito per i seminativi, gli incentivi previsti dal Reg. CEE 2078/92. 2

3 Analisi economica comparata dei processi produttivi biologici e di quelli convenzionali Una delle analisi più interessanti nel confronto fra produzioni convenzionali e biologiche, ma spesso inficiata dai problemi di rappresentatività già posti in evidenza, riguarda la redditività dei processi produttivi. Qui vengono analizzati alcuni processi scelti sulla base dell interesse potenziale delle colture, ma che allo stesso tempo siano risultati sufficientemente rappresentativi, per numero di aziende ed estensione della Sau, rispetto alla struttura produttiva dell agricoltura biologica. In dettaglio i processi analizzati (tabelle 1 e 2) sono: il frumento duro; il girasole; l arancio; la vite da vino comune e doc; l olivo. Le variabili prese in considerazione sono state: le rese (q.li/ha), i prezzi ( /q.le di prodotto), i premi e le sovvenzioni, la produzione lorda vendibile (Plv), le spese specifiche totali 6, alcune delle quali particolarmente significative per attivare il processo produttivo, la differenza tra le produzioni (Plv) e le spese specifiche (definita margine lordo della produzione ML). Frumento duro La coltura del frumento duro viene praticata in 42 delle 141 aziende biologiche della RICA per una superficie coltivata di 371 ha. Se è naturale aspettarsi che la resa della coltura in produzione biologica (28 qli/ha) sia inferiore al dato medio RICA (30 qli/ha), sorprende, entro certi limiti che minore sia anche il prezzo realizzato /qle contro Questo risultato potrebbe essere spiegato ipotizzando la vendita del prodotto biologico, per molte delle aziende RICA, sul mercato del convenzionale; qui, anche in ragione del differente concetto di qualità tra i due prodotti, il prezzo spuntato sarebbe addirittura minore. Di conseguenza il valore della produzione ottenibile da un ettaro di frumento duro biologico ( /ha), è pari all 86% di quello della coltura convenzionale ( /ha). La differenza tra i due processi si fa ancora più evidente se si considera la produzione al netto del premio agroambientale previsto dal Reg. CEE 2078/92; in questo caso la produzione del frumento duro biologico è pari all 81% di quella del convenzionale. Ciò vuol dire che, nonostante le integrazioni previste dal 6 Secondo la metodologia contabile RICA-INEA nelle spese specifiche totali sono comprese le spese per gli acquisti di sementi e fertilizzanti, quelle per i prodotti di difesa delle colture, le spese per il noleggio di macchine ed attrezzi, le spese per l acqua irrigua e quelle per i reimpieghi di sementi e letame. Pertanto, le spese specifiche totali non comprendono le spese di manodopera avventizia. 3

4 Regolamento 2078/92, le aziende che coltivano frumento con il metodo convenzionale riescono ad intercettare un livello di aiuti comunitari, in valore assoluto, maggiore rispetto a quelle biologiche. Anche qui, in mancanza di dati certi, si può ipotizzare che le aziende biologiche siano meno attente ai premi che non riguardino direttamente il processo biologico. Differenze notevoli si riscontrano anche per quanto riguarda il livello delle spese unitarie: /ha per la coltura convenzionale contro le /ha di quella biologica. In particolare colpisce che nelle aziende biologiche si spenda di più, rispetto a quelle convenzionali per i fertilizzanti, mentre per la difesa delle colture il livello è inferiore. In definitiva le differenze tra i due sistemi attengono sia la parte positiva del bilancio che quella negativa e, di conseguenza, il margine lordo: nelle aziende biologiche non viene raggiunto il 78% del livello che si riscontra in quelle convenzionali ( /ha). Se poi si confrontano i margini lordi dei due processi al netto del premio la distanza è ancora maggiore: in questo caso il frumento duro biologico produce appena il 52% rispetto a quello convenzionale, evidenziando, quindi, l importanza degli incentivi. Girasole Nel caso del girasole (presente in 10 aziende per una Sau di circa 50 ha), contrariamente al frumento duro il prezzo del prodotto biologico è maggiore (+13,2%) a quello del prodotto convenzionale. Tuttavia la differenza tra i due processi in termini di resa (il girasole biologico non raggiunge il 43% di quello convenzionale) è tale che la produzione lorda, al netto dei contributi, del girasole biologico sia appena il 46% di quello convenzionale. In termini di produzione lorda complessiva si riscontra ancora una forte differenziazione ( /ha per il convenzionale contro /ha del biologico). Il divario tra i due processi produttivi si riduce, anche se in misura non determinante, se si considera il margine lordo ( /ha contro /ha), visti i differenti livelli di spesa. Si noti che per la coltura biologica il margine lordo al netto dell incentivo agroambientale sia molto basso. Arancio Se le colture erbacee sinora analizzate hanno messo in luce come l agricoltura biologica non possa, in molti casi, reggere il confronto con quella convenzionale, quanto meno in assenza di incentivi specifici o di un adeguato riconoscimento al prezzo (premium price), la prospettiva muta prendendo in considerazioni le produzioni arboree. In particolare la coltura dell arancio (praticata in 6 aziende per una Sau di quasi 18 ha) rappresenta l altro volto dell agricoltura: aziende specializzate con assenza o presenza modesta di bestiame, localizzate in aree di pianura, con elevato livello di costi variabili e quindi impiego di fattori produttivi. 4

5 In effetti considerando i dati della RICA si nota che, in questo caso, non solo il prezzo dell arancio biologico è superiore a quello del convenzionale del 10% circa, ma che anche la resa sia nettamente superiore (234 qli/ha contro 197). Questo risultato va imputato anche all intensità del processo produttivo biologico, testimoniato da un livello di spese sensibilmente superiore (+26% rispetto al convenzionale). Intensità che, tuttavia, non deve essere assimilata all impiego di input con potenziale impatto. Infatti il maggior costo per fertilizzanti e fitofarmaci può essere dovuto al maggior costo unitario dei mezzi tecnici per l agricoltura biologica, che, tuttavia, consentono risultati produttivi migliori, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. Non va trascurata l ipotesi, vista anche l esiguità delle unità produttive analizzate, che le aziende che praticano la coltivazione biologica siano condotte, rispetto alla media, in modo più professionale, o siano localizzate in aree particolarmente vocate. In relazione all andamento delle variabili considerate sia la Produzione lorda che il Margine lordo della coltura biologica sono nettamente superiori rispetto a quelli della coltura convenzionale. Per ambedue i parametri, infatti, i risultati dell arancio in coltura convenzionale si aggirano sul 60% di quella biologica. Naturalmente le integrazioni di cui beneficia questa seconda incidono in modo sensibile nel determinare il risultato. Se infatti si prendono in considerazione i risultati al netto di premi e sovvenzioni il rapporto sale al 75%. Vite da vino comune e doc La vite è una delle colture arboree più rappresentate nel panel RICA delle aziende biologiche. La vite da vino comune si ritrova in 40 aziende, per una Sau di 191 ha, mentre quella per vino doc è presente in 15 aziende con una Sau di 61 ha. La produttività delle due tipologie di coltura con metodo biologico è simile, nel caso della vite da vino comune, o superiore, per la vite da vino doc, a quella degli analoghi processi convenzionali. Rispettivamente si registrano 123 qli/ha contro 126 e 116 contro 100. In termini di prezzo la situazione si differenzia in relazione al prodotto finale. Nel caso della vite da vino comune il prezzo dell uva biologica è, se pur di poco, inferiore (-4%); per la vite da vino doc, di contro, il prodotto biologico spunta un prezzo sensibilmente maggiore (+28,5%). Si verifica, dunque che anche l uva proveniente da metodi di coltivazione biologici viene immessa sul mercato del convenzionale e non riceve, pertanto, alcun riconoscimento in termini di prezzo; riconoscimento che è, invece, da attribuire alla tipologia di prodotto trasformato (vini doc). Di conseguenza il rapporto tra biologico e convenzionale è, tra i due processi, differente. Nel caso della vite da vino doc la Produzione Lorda, al netto del premio, è superiore del 35% mentre per la vite da vino comune la relazione si inverte e segna un - 15%. Se tuttavia si prendono in considerazione gli incentivi 5

6 anche per la vite da vino comune il rapporto diviene favorevole per il prodotto biologico (+9% circa), mentre per quella da vino doc sale ulteriormente (+51%). Anche il livello dei costi è variabile in funzione del prodotto finale e del processo di produzione. Nella vite da vino comune si registra un minore tasso di spese per la produzione biologica, mentre in quella da vino doc i valori sono molto simili. Da notare tuttavia che nel secondo caso i valori dei costi sostenuti per la fertilizzazione e per la difesa delle colture sia maggiore nel processo biologico rispetto a quello convenzionale. In questo caso possono valere le stesse considerazioni svolte per l arancio. In definitiva i margini lordi risultano favorevoli ai processi produttivi biologici. Questo è sempre vero per la vite da vino doc (+40% in assenza e +59% considerando anche gli incentivi), mentre per la vite da vino comune il peso delle sovvenzioni del Regolamento CEE/2078/92 appare determinante (-13% in assenza e +14% con il contributo del Regolamento). Considerazioni interessanti emergono, infine, dal confronto dei prezzi del prodotto trasformato vino che sono sempre ampiamente superiori se il vino è ottenuto da uve provenienti da metodi di coltivazione biologici. In questo caso, dunque, la trasformazione dell uva garantisce quella valorizzazione delle produzioni biologiche che non si evidenziava a livello di prodotto principale. Olivo La coltura dell olivo risulta la più diffusa tra quelle sinora analizzate: 152 ha di Sau in 53 aziende. Il caso dell olivo risulta, sul fronte produttivo, atipico rispetto a quanto osservato sinora e in un certo senso rispetto alle esperienze riportate in letteratura. Infatti l olivo, coltivato con il metodo biologico, nelle aziende RICA risulta molto più produttivo (69 qli/ha contro 31 delle aziende convenzionali), ma il prodotto principale (olive) spunta un prezzo, se pur di poco, inferiore (-4% circa). Anche per l olivo valgono le stesse considerazioni fatte per la vite: laddove l imprenditore biologico non procede alla trasformazione del prodotto non ottiene alcuna valorizzazione dello stesso, essendo il prodotto destinato al mercato convenzionale e quindi commercializzato senza alcuna differenziazione di prezzo. La maggiore resa produttiva, tuttavia, fa si che la Produzione Lorda, al netto dell incentivo, sia decisamente a favore del metodo biologico (oltre il doppio superiore a quella del convenzionale). Se poi si considerano anche il premio agroambientale il divario con l olivicoltura convenzionale aumenta ulteriormente, soprattutto in termini assoluti, quale conseguenza sia degli incentivi, sia per la maggior resa produttiva riscontrabile nel campione RICA per il metodo biologico, che consente di percepire un aiuto alla produzione più alto. In termini di costi di produzione l olivicoltura biologica, in linea con quanto rilevato per le altre colture arboree analizzate, mostra livelli più elevati delle spese specifiche, soprattutto nelle componenti dei fertilizzanti e dei fitofarmaci. 6

7 Il margine lordo continua, comunque, ad essere ampiamente favorevole alle produzioni biologiche. Nonostante il soddisfacente livello assoluto del margine lordo per l olivicoltura convenzionale è opportuno ribadire come esso sia al lordo non solo dei costi fissi ma anche dei costi della manodopera. La considerazione di questi ultimi ridurrebbe drasticamente la redditività della coltura. In tal caso si evidenzierebbe il ruolo determinante svolto dagli incentivi, e risulterebbe ancora superiore la convenienza relativa dell olivicoltura biologica. La superiorità del biologico, come già affermato per la vite, emerge in maniera netta se si ricorre alla trasformazione del prodotto principale, pratica capace di conferire un significativo incremento di valore al prodotto: il prezzo dell olio ottenuto da olive biologiche è marcatamente superiore a quello convenzionale (+20%). Infine, per l olivicoltura, sia essa convenzionale che biologica, è fondamentale sottolineare l importanza che gli aiuti alla produzione assumono nel determinare i risultati economici della coltura; importanza tanto più marcata quanto più la produttività economica deriva da elevate produzioni fisiche, anziché da buone quotazioni dei prodotti. Tali considerazioni appaiono ancora più significative se si osserva che l incidenza percentuale di tutti i premi e sovvenzioni percepite dalla coltura sulla produzione lorda (34,5% nel biologico e 30,4% nel convenzionale) assume valori molto vicini all incidenza che il reddito netto ha sulla produzione. Ciò significa che, molto spesso, la redditività della coltura è garantita per la quasi totalità dalla presenza degli incentivi, compreso quello ambientale. Considerazioni conclusive Il quadro che emerge dall analisi svolta mostra l agricoltura biologica che sembra caratterizzarsi come realtà produttiva in qualche modo differente dai modelli dell'agricoltura convenzionale. L'agricoltura biologica sembra infatti potersi ricondurre ad un modello più tradizionale di azienda agraria quale sistema chiuso all'interno del quale si riproducono i principi biologici attraverso la stretta integrazione tra attività zootecniche e vegetali, evitando la forte specializzazione produttiva delle aziende convenzionali. Le aziende biologiche si caratterizzano, inoltre, per una maggiore dimensione media (cui concorre anche il frequente ricorso all affitto) ed una minore intensità di lavoro. Per quanto riguarda gli aspetti economici, la produttività dei fattori terra e lavoro si pone, nelle aziende biologiche, su livelli inferiori rispetto al corrispondente dato delle aziende convenzionali, anche se raggiunge, specie nelle condizioni più favorevoli (ad esempio per le coltivazioni permanenti in pianura), risultati pienamente soddisfacenti. Analizzando, di contro, la redditività, sia aziendale che dei fattori produttivi, si nota che, mediamente, le aziende biologiche risultano competitive rispetto a quelle convenzionali. 7

8 Il livello del Reddito Netto è molto vicino a quello medio della RICA, ma è di rilievo notare il ruolo che assumono le integrazioni comunitarie, in assenza delle quali si registrano forti riduzioni di reddito, in particolare in montagna (-43%) ed in collina (-37%). L'esistenza di sostegni al reddito appare dunque un elemento indispensabile per la permanenza nel settore primario di numerose unità produttive a tempo pieno, in particolare per la zone altimetrica meno avvantaggiate. I redditi da lavoro, grazie anche alla minore intensità nell impiego di tale fattore, sia nel loro complesso, sia riguardo al lavoro familiare si pongono su livelli decisamente superiori a quelli della RICA (+ 25% circa per entrambi i parametri). Tuttavia i risultati sono largamente influenzati dall ordinamento produttivo, come conferma la lettura di alcuni processi produttivi. Per molte colture i risultati economici del processo biologico sono inferiori a quelli dei processi convenzionali, soprattutto per la minore produttività non compensata da prezzi più alti. In alcuni casi il prezzo maggiore, ma soprattutto le sovvenzioni, riescono a compensare la minore produttività, rendendo competitive - in termini di Margini Lordi - le colture biologiche rispetto alle convenzionali. Solo in casi particolari (in particolare arancio e vite da vino Doc) la combinazione di prezzo e resa rende competitivo il processo biologico, rispetto al convenzionale, anche in assenza di contributi comunitari. In definitiva le analisi svolte mettono in luce come, in assenza di un mercato che valorizzi e premi - attraverso un adeguato premium price - la diversa qualità dei prodotti biologici il ruolo svolto dalle sovvenzioni comunitarie risulta determinante nella scelta dei produttori. Tuttavia nelle aziende biologiche RICA spesso il prezzo corrisposto alle produzioni biologiche risulta analogo, o addirittura inferiore, a quello dei prodotti convenzionali, contribuendo ad evidenziare che in Italia, a valle della considerevole espansione in termini di aziende, superfici e produzioni, sussistano rilevanti difficoltà nella creazione di un sistema di filiere e di mercato per i prodotti biologici. 8

9 Tabella 1 Risultati economici di alcune attività produttive praticate dalle aziende biologiche della RICA '96. grano duro girasole arancio vite da vino vite da vino olivo da DOC comune olio Resa q.li/ha Prezzo (prodotto principale) /q.le Produzione Lorda (PL).000 /ha di cui premi 2078/ /ha PL al netto del premio 2078/ /ha Spese specifiche.000 /ha di cui Sementi.000 /ha Fertilizzanti.000 /ha Fitofarmaci.000 /ha Margine Lordo (ML).000 /ha ML al netto dei premi.000 /ha Prezzo (prodotto trasformato) /lt Tabella 2 Risultati economici di alcune attività produttive praticate dalle aziende convenzionali della RICA '96. grano duro girasole arancio vite da vino vite da vino olivo da DOC comune olio Resa q.li/ha Prezzo (prodotto principale) /q.le Produzione Lorda (PL).000 /ha Spese totali.000 /ha di cui Sementi.000 /ha Fertilizzanti.000 /ha Fitofarmaci.000 /ha Margine Lordo (ML).000 /ha Prezzo (prodotto trasformato) /lt

10 I risultati economici delle aziende biologiche PLV/azienda RN/azienda RN/ULF biologico convenzionale 10

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