Il percorso che ha portato al d.l. 78/2010 Sintesi delle tappe fondamentali
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- Arnaldo Riva
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1 Il percorso che ha portato al d.l. 78/2010 Sintesi delle tappe fondamentali Normativa statale di riferimento Legge , n. 142, riforma delle autonomie locali Dà vita alle Unioni dei Comuni, come strumento per arrivare al superamento dei piccoli municipi. Legge , n. 265, c.d. Napolitano Vigneri di modifica alla riforma delle autonomie locali, riscrive completamente la disciplina delle unioni dei comuni. Esse diventano uno strumento per la gestione associata di servizi e funzioni, venendo completamente sganciate dalla necessità di arrivare alla fusione. D.lgs , n. 267, Testo Unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali adottato sulla base della delega contenuta nella legge 265/1999) riconferma le scelte contenute in questo provvedimento. Definisce le comunità montane come unioni di comuni e delega le regioni alla definizione degli ambiti ottimali per la gestione associata e per definire ulteriori forme di incentivazione.
2 Normativa regionale di riferimento L. R. n. 19 del Norme sull istituzione e il funzionamento delle Montane L. R. n.25 del Norme in materia di variazioni provinciali e comunali Prevede un programma di riordino delle circoscrizioni comunali. Criteri guida nell aggregazione dei Comuni: il rispetto delle tradizioni civiche e sociali delle singole comunità l ambito territoriale sociale ed economico più idoneo per l organizzazione e lo svolgimento dei servizi. L. R. n.11 del art. 8 - Esercizio associato di funzioni da parte dei Comuni Prevede l individuazione di livelli i livelli ottimali di esercizio delle funzioni conferite ai comuni secondo alcuni criteri: a) dimensione demografica, caratteristiche geografiche, morfologiche e orografiche dei territori dei comuni interessati; b) classi di popolazione dei comuni interessati, con particolare attenzione alle esigenze delle componenti infantile, femminile, studentesca, produttiva e anziana; c) tipologia ed articolazione delle attività produttive e commerciali presenti nei comuni interessati al fine di assicurare un congruo sviluppo dell'economia e dell'occupazione locali; d) vocazioni e tradizioni delle popolazioni interessate; e) caratteristiche dei servizi da assicurare ai cittadini, in modo che il loro esercizio associato risulti maggiormente efficace ed economico; f) contiguità territoriale, salvo casi eccezionali, fra i comuni interessati L. R. n.2 del art.6 Interventi regionali per favorire l esercizio associato di funzioni e dei servizi comunali
3 D.L 78 del 2010 convertito con Legge 122/2010- Art. 14, commi Obbligatorietà gestione associata delle funzioni fondamentali Comma 25 Finalità disposizioni di cui ai commi da 26 a 31: assicurare il coordinamento della finanza pubblica e il contenimento spese per l esercizio delle funzioni fondamentali dei comuni. Comma 26 - L esercizio delle funzioni fondamentali dei Comuni è obbligatorio per l ente titolare. Comma 27 - Individua, in via provvisoria, delle funzioni fondamentali dei Comuni (art.117, c.2, lett. p) tramite rinvio a quelle indicate dall art. 21, c. 3, Legge Delega 42 del Comma 28 - L esercizio delle funzioni fondamentali deve obbligatoriamente essere svolto in forma associata dai comuni con popolazione inferiore a abitanti attraverso convenzione o unione, da parte dei comuni, appartenenti o già appartenuti a comunità montane, con popolazione stabilita dalla legge regionale e comunque inferiore a abitanti Comma 29 - I comuni non possono svolgere singolarmente le funzioni fondamentali svolte in forma associata: la medesima funzione di un comune non può essere svolta da più di una forma associativa comma 30 - La Regione, previa concertazione con i Comuni interessati, individua la dimensione territoriale ottimale e omogenea per area geografica per l esercizio delle funzioni. Esclusi dall obbligo di gestione associata: comuni capoluogo di provincia e i comuni con più di abitanti. Comma 31 - Termine di conclusione del riordino da parte dei Comuni (da fissare con DPCM)
4 D.L. 78/2010 art. 14, comma 30 Il Ruolo della Regione La Regione individua con propria legge: Il limite demografico per stabilire l obbligatorietà di gestione associata per i Comuni appartenenti o appartenuti alla Montane. In difetto la soglia è fissata a abitanti La dimensione territoriale ottimale e omogenea per area geografica per lo svolgimento in forma obbligatoriamente associata da parte dei comuni con dimensione territoriale inferiore a quella ottimale delle funzioni fondamentali Il termine di avvio dell esercizio da parte dei Comuni delle funzioni fondamentali in forma associata nell'ambito della normativa regionale.
5 Comuni obbligati dal D.L 78/2010 COMUNI OBBLIGATI 1) Con popolazione fino a abitanti 2) Comuni appartenenti o già appartenuti a comunità montane con popolazione stabilita dalla legge regionale e comunque inferiore a abitanti (il limite effettivo) verrà definito con legge regionale COMUNI NON OBBLIGATI Comuni capoluogo di Provincia (esclusi anche isole monocomuni e comune di Comuni con oltre abitanti Campione d Italia) Comuni appartenenti o appartenuti a tra e abitanti (obbligo rimesso a Legge Regionale) Forme associate previste Sono previste associata: - Unioni - Convenzioni solamente due forme di gestione Nota: Le Montane, in quanto Unioni di Comuni sembrano poter essere ricomprese
6 Tempistica CRONOPROGRAMMA D.L. 78/2010 AVVIO ALL ESERCIZIO ASSOCIATO DELLA LEGGE REGIONALE CONCLUSIONE DEL RIORDINO DPCM Fissa il termine entro il quale i Comuni devono avviare l esercizio associato delle funzioni fondamentali Questo termine ad oggi non è conosciuto non essendo stato adottato il DPCM! N.B. Termine è ordinatorio N.B. Termine tassativo
7 Livelli territoriali previsti dal D.L. 78/ 2010 per l esercizio obbligatorio delle funzioni in forma associata CRITERI E LIVELLI TERRITORIALI DL 78/2010 DPCM LEGGE REGIONALE Esercizio Obbligatorio funzioni per Dovrà fissare il limite demografico minimo che l insieme dei comuni che sono esercitati ad esercitare le funzioni fondamentali in forma associata deve raggiungere. Dovrà individuare: 1) la dimensione territoriale ottimale e omogenea per area geografica per lo svolgimento in forma obbligatoriamente associata da parte dei comuni con dimensione territoriale inferiore a quella ottimale delle funzioni fondamentali 2) Il limite demografico effettivo per i Comuni appartenenti o già appartenuti a comunità montane, obbligati all esercizio associato (In difetto di definizione regionale stabilito a abitanti) Dovrà fissare: Criterio demografico riferito alle Forme di gestione associata Deve definire: 1) La Dimensione territoriale ottimale e omogenea (criterio non solo demografico) 2) Limite Popolazione per comuni aree montane (criterio demografico) - Comuni con popolazione fino a abitanti - Per i comuni, appartenenti o già appartenuti a comunità montane: popolazione Inferiore a abitanti (popolazione effettiva definita in ambito LR) Già definito: Criterio demografico riferito ai Comuni
8 FUNZIONI FONDAMENTALI DEI COMUNI Sono considerate funzioni fondamentali dei comuni quelle individuate all art.21, comma 3 della legge 5 maggio 2009 n. 42: funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, nella misura complessiva del 70 per cento delle spese come certificate dall ultimo conto del bilancio disponibile alla data di entrata in vigore della presente legge; funzioni di polizia locale; funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi per gli asili nido e quelli di assistenza scolastica e refezione, nonché l edilizia scolastica; funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti; funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell ambiente, fatta eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia nonché per il servizio idrico integrato; funzioni del settore sociale. L indicazione delle funzioni fondamentali è effettuata in via del tutto provvisoria, in attesa dell entrata in vigore della legge con cui sono individuate le funzioni fondamentali di cui all art. 117, secondo comma, lett. p) della Costituzione
9 Funzioni fondamentali Classificazione delle funzioni/servizi da Bilancio D.P.R. 31 gennaio 1996, n.194 Funzioni generali di amministrazione gestione e di controllo. Di cui: Organi istituzionali, decentramento partecipazione di e Segreteria generale, personale e organizzazione Gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato e controllo di gestione Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali Gestione dei beni demaniali e patrimoniali Ufficio tecnico Anagrafe, stato civile, elettorale, leva e servizio statistico Altri servizi generali Funzioni di polizia locale. Di cui: Polizia municipale Funzioni nel campo trasporti. Di cui: della viabilità e dei Viabilità,circolazione stradale e servizi connessi Illuminazione pubblica e servizi connessi Trasporti pubblici locali e servizi connessi Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell ambiente. Di cui: Urbanistica e gestione del territorio Servizio di protezione civile Servizio smaltimento rifiuti Parchi e servizi per la tutela ambientale del verde,altri servizi relativi al territorio e all ambiente Funzioni nel settore sociale. Di cui: Asili nido,servizi per l infanzia e per i minori Polizia commerciale Servizi di prevenzione e riabilitazione Polizia amministrativa Strutture residenziali e di ricovero per anziani Funzioni di istruzione pubblica. Di cui: Assistenza,beneficienza pubblica e servizi diversi alla persona Assistenza scolastica,trasporto,refezione ed altri servizi, nonché l edilizia scolastica Servizio necroscopico e cimiteriale
10 COMUNI OBBLIGATI ALLA GESTIONE ASSOCIATA DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI 277 COMUNI OBBLIGATI 47% DEI COMUNI VENETI COMUNI MONTANI OBBLIGATI 142 COMUNI OBBLIGATI CON POPOLAZIONE < AB. 135
11 RETE ASSOCIATIVA DEL VENETO Comuni obbligati alla gestione associata delle funzioni fondamentali Belluno PROVINCE N COMUNI MONTANI CON POPOLAZIONE < AB. N COMUNI CON POPOLAZIO NE < AB. TOTALE COMUNI OBBLIGAT I POPOLAZIONE SUPERFICI E KMQ VENEZIA ,62 PADOVA ,62 TREVISO ,84 BELLUNO ,02 ROVIGO ,07 VICENZA ,4 VERONA , ,14 Treviso Vicenza Venezia Comuni obbligati alla gestione associata di funzioni e servizi Verona Padova 142; 24% 304; 53% Rovigo Comuni con popolazione fino a 3000 ab 135; 23% Com uni m ontani con pop < ab Com uni non obbligati Comuni con popolazione fino a ab Com uni con pop < ab
12 LA RETE ASSOCIATIVA GESTIONI ASSOCIATE ATTIVE al Forme associative Numero gestioni associate Numero comuni coinvolti Numero funzioni delegate Convenzioni attive Consorzio Totale
13 DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI COMUNI PARTECIPANTI A GESTIONI ASSOCIATE. ANNO2010
14 Distribuzione territoriale delle Unioni di Comuni. Anno 2010 Provincia di Belluno Unioni Legend del Bassofeltrino Sette Ville della Valle del Biois Provincia di Venezia Città della Riviera del Brenta Fossalta di Portogruaro e Teglio Veneto Provincia di Verona Dall Adige al Fratta Tartaro Tione Adige Guà Roverè, Velo e San Mauro di Saline Sant Anna d Alfaedo e Erbezzo Verona Est Unionvalli Destra Adige Provincia di Vicenza Cassola e Mussolente Campolongo, pove e Solagna Colli Berici e Val Liona Caldogno, Costabissara e Isola Vicentina Medio Canal di Brenta del Marosticense del Basso Vicentino Provincia di Padova dei Colli Euganei del Camposampierese Alta Padovana Pratiarcati della Sculdascia Megliadina Padova Nordovest del Medio Brenta Provincia di Rovigo dell Eridano 28 Comuni VALLE DEL BIOIS Belluno 96 Popolazione BASSO FELTRINO SETTE VILLE MEDIO CANAL DI BRENTACAMPOLONGO POVE SOLAGNA Vicenza CASSOLA MUSSOLENTE DEL MAROSTICENSE SANT'ANNA D'ALFAEDO ERBEZZO ROVERE' S. MAURO VELO CALDOGNO - COSTA BISSARA - ISOLA VI DESTRA TARTAROTIONE ADIGE ALTA PADOVANA PADOVA NORD CAMPOSAMPIERESE OVEST MEDIO BRENTA CITTA' DELLA RIVIERA COLLI BERICI VAL LIONA DEL BRENTA Venezia VERONA EST UNION VALLI Verona FOSSALTA DI PORTOGRUARO TEGLIO VENETO Treviso UNIONE PRATIARCATI ADIGE GUÀ BASSO VICENTINOCOLLI EUGANEI DALL'ADIGE AL FRATTA MEGLIADINA SCULDASCIA Rovigo DELL'ERIDANO
15 Montane 19 Comuni 171 Popolazione Provincia di Belluno Agordina dell Alpago Cadore Longaronese Zoldo Val Belluna Belluno Ponte nelle Alpi Centro Cadore Comelico e Sappada Feltrina della Valle del Boite Provincia di Treviso delle Prealpi Trevigiane del Grappa Provincia di Verona del Baldo della Lessinia Provincia di Vicenza Alto Astico e Posina dall Astico al brenta del Brenta Agno Chiampo Leogra Timonchio Spettabile Reggenza dei Sette Comuni
16 CONSORZIO DEL COMPRENSORIO OPITERGINO CONSORZIO PER LO SVILUPPO DEL BASSO VERONESE CONSORZIO DI POLIZIA LOCALE ALTO VICENTINO CONSORZIO AZIENDA INTERCOMUNALE DI BACINO TREVISO TRE CONSORZIO DI POLIZIA LOCALE NORDEST VICENTINO CONSORZIO INTERCOMUNALE PRIULA CONSORZIO DI POLIZIA MUNICIPALE PIAVE POLIZIA LOCALE CONSORZIO DEI CASTELLI CONSORZIO SERVIZI TECNICI BASSO PIAVE CONSORZIO DI POLIZIA MUNICPALE PADOVA OVEST CONSORZI CONS ORZI
17 RIEPILOGO AMBITI GENERALI E AMBITI DI SETTORE ZONIZZAZIONI DI SETTORE AMBITI TERRITORIALI GENERALI Ambiti totali Ambiti totali Aziende ULSS 22 montane 19 Distretti socio-sanitari 52 Unioni di Comuni 28 Aree di Polizia locale 31 Consorzi di Comuni Distretti di Polizia locale 70 I.P.A Distretti di Protezione civile e AIB 50 AATO Servizi idrici integrati 8 Bacini di raccolta dei rifiuti
18 Piano di zonizzazione per la gestione in forma associata dei servizi socio sanitari Padova 10 Belluno 4 Verona 8 Rovigo 3 52 Distretti Vicenza 9 Treviso 8 Venezia 10
19 Piano di zonizzazione per la gestione in forma associata del servizio di polizia locale Padova 12 Belluno 9 Verona 13 Rovigo 6 70 Distretti Vicenza 13 Venezia 6 Treviso 11
20 GRUPPO DI LAVORO PER LA DEFINIZIONE DEGLI AMBITI OTTIMALI PER L ESERCIZIO ASSOCIATO DELLE FUNZIONI E DEI SERVIZI COMUNALI CONFERENZAREGIONE REGIONE CONFERENZA AUTONOMIELOCALI LOCALI AUTONOMIE Direzione Enti Enti Locali, Locali, Direzione Persone Giuridiche Giuridiche ee Controllo Controllo Atti Atti Persone (attività didi coordinamento) coordinamento) (attività Rappresentanti ANCI ANCI Veneto Veneto Rappresentanti Rappresentanti UNCEM UNCEM Rappresentanti Istituti Universitari Universitari Istituti ed esperti esperti ed Rappresentante URPV URPV Rappresentante Direzioni Regionali Regionali Direzioni competenti per per materia materia competenti
21 FUNZIONI FONDAMENTALI DEI COMUNI ATTIVITA E PROPOSTE Il gruppo di lavoro individua una strutturazione di massima del Progetto di Legge così articolata: individuazione degli ambiti ottimali definizione delle funzioni fondamentali e delle funzioni conferite dalla regione individuazione dei soggetti gestori individuazione degli strumenti di supporto organizzativo e di incentivazione delle forme associative Ai fini delle determinazioni da assumere, si è ritenuto necessario preliminarmente: operare una ricognizione: del quadro normativo dei comuni obbligati e dei loro rapporti associati delle forme associate operanti nel territorio operare una ricognizione degli Ambiti di Settore già previsti a livello regionale e rilevanti per l esercizio delle funzioni fondamentali (Distretti per i servizi di Polizia Locale e Distretti Socio-Sanitari) fissare dei criteri guida dell azione di riordino territoriale
22 CRITERI GUIDA PER LO SVILUPPO DEL PROGETTO DI RIORDINO DIMENSIONE TERRITORIALE 1) 2) 3) 4) 5) Rispetto dei confini delle circoscrizioni provinciali. Rispetto, di norma, del principio di contiguità territoriale nella costituzione delle forme associative Individuazione delle macroaree geografiche omogenee, soprattutto con riferimento ai parametri geomorfologici, sociali ed economici Proposta di innalzamento del limite demografico minimo obbligatorio per i Comuni appartenenti alle Montane Individuazione degli ambiti ottimali valutando prioritariamente gli ambiti settoriali già costituiti e riconoscendo quali ambiti ottimali, l area delle Montane, per le zone montane e per il restante territorio, le Unioni di Comuni adeguatamente dimensionate che svolgono una pluralità di funzioni fondamentali In alternativa, gli ambiti saranno individuati attraverso delle proposte che i Comuni presentano alla Giunta Regionale entro un determinato termine, tenuto conto di indici di riferimento demografico, territoriale ed organizzativo sulla base dei quali i Comuni, realizzano una gestione delle funzioni e dei servizi in modo efficiente, efficace ed economico SOGGETTI GIURIDICI TITOLARI DELL ESERCIZIO DELLE GESTIONI ASSOCIATE 1) 2) 3) Disciplina delle forme associative, con riferimento al TUEL e al DDL Calderoli (ogni Comune può far parte di una sola di Comuni) Rinvio al DDL regionale di Riordino delle Montane che preveda un percorso di trasformazione in Unioni di Comuni e semplificazione degli organi Eventuale legittimazione dei Consorzi di Polizia locale per lo svolgimento di funzioni specifiche
23 CRITERI GUIDA PER LO SVILUPPO DEL PROGETTO DI RIORDINO FUNZIONI FONDAMENTALI E FUNZIONI CONFERITE DALLA REGIONE 1) 2) Verifica delle funzioni amministrative che la Regione, in base alla L.R. n.11/2001, intende conferire agli Enti locali nel rispetto del principio di adeguatezza (rinvii ad apposita disciplina) Principio di integrale trasferimento delle funzioni/servizi dal Comune alla forma associativa STRUMENTI DI SUPPORTO 1) 2) 3) Organizzativo: -Attività di consulenza e assistenza giuridica per l avvio delle gestioni associate -Studi di fattibilità Formazione: -Corsi di formazione di base e di tipo avanzato in materia di associazionismo e governance territoriale Incentivazione finanziaria: -Contributi straordinari di avvio e contributi ordinari a sostegno dello sviluppo associativo in termini dimensionali e funzionali -Preferenza nell assegnazione dei contributi per le forme associative multifunzionali (Unioni di Comuni) che presentano i caratteri di stabilità e di adeguatezza dimensionale e organizzativa
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