IV. POLITICHE DI PREVENZIONE DEL CONSUMO DANNOSO DI ALCOL 1
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1 IV. POLITICHE DI PREVENZIONE DEL CONSUMO DANNOSO DI ALCOL 1 1. Le strategie internazionali 1.1. La strategia dell Organizzazione mondiale della sanità Il consumo dannoso di alcol (CDA) causa la rovina degli individui, è devastante per le famiglie e dannoso per la costruzione della comunità 2. Il CDA e i problemi di salute pubblica ad esso associati sono influenzati dal livello generale di consumo della popolazione, dai pattern di consumo e dal contesto del consumo. Inoltre, il rischio di danni derivati consumo dannoso di alcol è particolarmente elevato in alcuni gruppi vulnerabili della popolazione: bambini e adolescenti, donne in età fertile o gravide o che allattano, popolazioni indigene o gruppi minoritari, e gruppi di basso livello socio economico. La strategia messa a punto dall OMS tiene conto della necessità di bilanciare differenti interessi, in particolare il fatto che la produzione e la distribuzione di bevande alcoliche crea ricchezza per alcuni settori della società e, di conseguenza, le politiche di contrasto possono essere avversate per i possibili effetti depressivi sull economia. Tuttavia, in generale, anche in termini economici i danni causati dal CDA sopravanzano i benefici per la società nel suo insieme, per cui è urgente che gli Stati attuino interventi di prevenzione. La strategia OMS ha 5 obiettivi: (1) ampliare la consapevolezza relativa alla dimensione e natura dei problemi provocati dal CDA e la responsabilizzazione dei governi; (2) aumentare la conoscenza sulle cause del CDA e l efficacia degli interventi; (3) rafforzare la capacità degli Stati nella prevenzione e nella cura dei disturbi derivati dal CDA; (4) potenziare la cooperazione tra le parti interessate e la mobilitazione delle risorse della società; (5) migliorare i sistemi di sorveglianza e l applicazione delle informazioni raccolte per l advocacy, lo sviluppo di politiche e la valutazione. Le opzioni in merito alle politiche sono 10: 1. Leadership e volontà politica per un azione sistematica e sostenibile, mettendo a punto una strategia, piani e programmi nazionali per ridurre il CDA; individuando l istituzione o agenzia che assume la responsabilità di coordinamento degli interventi; mettendo in coerenza le politiche per l alcol con le altre strategie o piani sanitari; garantendo un ampio accesso all informazione ed aumentando la consapevolezza sui rischi cui sono sottoposti i gruppi vulnerabili della società. 2. Servizi sanitari per la prevenzione e il trattamento dei rischi e disturbi da CDA, potenziando la capacità del sistema socio-sanitario in generale ed in particolare dei servizi per la maternità, sostenendo screening e intervento breve, in medicina di base, per i consumatori a rischio, coordinando i servizi rivolti al CDA con quelli rivolti a droghe, HIV, TB, depressione e suicidi, garantendo la loro accessibilità e stabilendo la sorveglianza di morbidità e mortalità alcolcorrelate. 3. Supporto alle comunità locali perché individuino problemi e priorità, promuovano interventi costo-efficaci a livello municipale, la cooperazione delle parti interessate, la mobilitazione sociale per impedire la diffusione del consumo di alcol tra gli adolescenti, e sostenere gli ambienti di svago alcohol-free. 4. Politiche per impedire la guida sotto l effetto dell alcol introducendo e facendo rispettare i limiti di concentrazione alcolica per la guida (ridotti per guidatori professionali, giovani o inesperti), promuovendo check-points della sobrietà e controlli random tramite breath-test (con 1 Harmful drinking è definito come una modalità di consumo che provoca danni alla salute vuoi di tipo fisico, come la cirrosi epatica, vuoi di tipo mentale, come la depressione secondaria al consumo di alcol ( ICD-10 Classification of Mental and Behavioural Disorders: Clinical Descriptions and Diagnostic Guidelines. Geneva: WHO 1992). Hazardous alcohol consumption è stato definito come un livello di consumo o un pattern di consumo che avrà verosimilmente conseguenze dannose per la salute, se l abitudine persiste. (Babor, T., Campbell, R., Room, R. & Saunders, J., (1994) Lexicon of Alcohol and Drug Terms, World Health Organization, Geneva); tuttavia non c è alcun accordo sul livello di consumo che dovrebbe essere considerato come hazardous drinking. 2 WHO. The global strategy to reduce the harmful use of alcohol. Geneva In questa strategia il concetto centrale è quello di consumo dannoso, differenziandolo dal consumo non nocivo, anche se non vengono forniti livelli soglia. 1
2 sospensione della patente per i positivi), abilitazione graduale per i neo patentati, sistemi di accensione del motore sensibili all alcol espirato, programmi educativi obbligatori per i guidatori, trasporti alternativi fino alla chiusura delle rivendite di alcolici, campagne informative ben progettate per audience e situazioni particolari, come i luoghi di vacanza e gli adolescenti. 5. Contenere la disponibilità di alcolici regolandone produzione e vendita con limiti ragionevoli alla distribuzione (licenza per la vendita, limiti al numero di negozi autorizzati, giorni orari e modalità di vendita al dettaglio prestabiliti, come pure per la vendita di alcolici in posti ed eventi speciali), limiti di età per gli adolescenti, ed altri soggetti per cui l alcol è nocivo indipendentemente dalla dose. 6. Regolazione della pubblicità di bevande alcoliche che abbia per oggetto contenuto e volume del marketing, sponsorship, pubblicità sui media e new media, promozioni in particolare se indirizzate ai giovani, attuando il monitoraggio della pubblicità dell alcol e applicando deterrenti per le violazioni. 7. Politiche dei prezzi adottando una tassazione, se possibile, correlata al contenuto alcolico delle bevande, adeguandola all inflazione e al reddito medio, scoraggiando promozioni, saldi e vendite sotto costo, stabilendo un prezzo minimo, favorendo la vendita di bevande analcoliche, eliminando i sussidi agli operatori economici del settore delle bevande alcoliche. 8. Ridurre le conseguenze negative dell intossicazione acuta rafforzando la proibizione di servire alcol fino all ubriacatura, e responsabilizzando gli staff di servizio, anche con training su come identificare e gestire bevitori potenzialmente aggressivi, riducendo la gradazione alcolica delle bevande, fornendo ricovero e cure agli intossicati, ed informazioni a consumatori sui danni dell alcol. 9. Ridurre l impatto sulla salute pubblica dell alcol prodotto illegalmente o informalmente attraverso il controllo di qualità di produzione e distribuzione delle bevande legali, regolazione della vendita di bevande prodotte informalmente, controlli efficienti, investigazioni per rintracciare produttori e distributori illegali e la collaborazione internazionale per combatterli, informazione al pubblico sulla minaccia per la salute dell alcol prodotto illegalmente a causa della possibile presenza di contaminanti. 10. Sorveglianza, la base per il successo delle politiche, dovrebbe prevedere un quadro coerente delle attività che includano periodici surveys sui consumi, una istituzione responsabile per la raccolta, l analisi e la disseminazione dei dati, un set di indicatori relativi al CDA ed agli interventi per contrastarlo, un database di indicatori condivisi a livello internazionale, e valutazioni dell impatto delle politiche di prevenzione Indicatori per la sorveglianza legata alla strategia dell OMS Con il Global Information System on Alcohol and Health (GISAH), l OMS rende disponibili le informazioni che consentono di valutare: il livello di consumo in termini di volumi di alcol puro pro capite, i pattern di consumo (astemi, astemi anni, astinenti negli ultimi 12 mesi, astinenti anni negli ultimi 12 mesi, consumatori, ex consumatori, forti bevitori occasionali, punteggio del pattern di consumo), i danni e le conseguenze, gli aspetti economici, le politiche di controllo La Strategia messa a punto dalla Commissione dell Unione Europea Nel 2006, la Commissione dell Unione Europea ha messo a punto una strategia 4, diventata operativa nel 2008, mirata ai problemi specifici degli Stati membri dell Unione, con 5 priorità e 11 finalità: Proteggere la gioventù, l infanzia e i bambini non ancora nati 1. Frenare il consumo di alcolici tra gli adolescenti al disotto dell età minima legale e ridurre il consumo rischioso o dannoso tra i giovani in collaborazione con gli stakeholders
3 2. Ridurre i danni per i bambini che vivono in famiglie con problemi di alcol. 3. Ridurre l esposizione all alcol in gravidanza, per prevenire la sindrome feto-alcolica. Ridurre gli incidenti stradali alcol correlati 4. Contribuire a ridurre incidenti stradali mortali e non mortali alcol correlati Prevenire tra gli adulti i danni associati all alcol e ridurre l impatto negativo sui luoghi di lavoro 5. Ridurre i disturbi fisici e mentali cronici correlati al consumo di alcol. 6. Ridurre le morti correlate all alcol. 7. Fornire informazioni ai consumatori per consentire loro di effettuare scelte consapevoli. 8. Contribuire alla riduzione di danni correlati all alcol sui luoghi di lavoro. Informare, educare e migliorare la consapevolezza sull impatto del consumo di alcol dannoso e di quello rischioso e sulle modalità di consumo appropriato 9. Aumentare, tra i cittadini europei, la consapevolezza dell impatto di consumo rischioso o dannoso di alcolici, in particolare l impatto su feti, adolescenti,performance di lavoro e di guida. 10. Disporre di informazioni comparabili sul consumo di alcolici, definizioni condivise su consumo dannoso e rischioso, pattern di consumo, effetti sanitari e sociali, e informazioni sull impatto su produttività e sviluppo economico e informazioni sull impatto delle politiche relative all alcol. Sviluppare e mantenere aggiornata una base di evidenze scientifiche a livello Europeo 11. Valutare l impatto delle iniziative messe in atto con questa strategia. Sono poi individuate le azioni giudicate necessarie e appropriate per queste finalità: Azioni della Commissione Supportare, grazie al Public Health Programme, progetti indirizzati a ridurre il consumo dannoso dell alcol e valutare l efficacia degli interventi. (finalità 1-11). Supportare, attraverso il Public Health Programme, la creazione di definizioni standardizzate, lo svolgimento di survey ripetuti, via l European Health Interview Survey. (finalità 9-11). Supportare il monitoraggio delle abitudini di consumo dei giovani, e dei danni subiti, e l andamento del binge-drinking, in particolare tra le ragazze. (finalità 1, 3, 4, 6, 7, 9). Sviluppare strategie efficaci per frenare i consumi nei giovani sotto l età minima (finalità 1, 2, 4-8) Sostenere gli Stati e gli stakeholder nei programmi educativi. (finalità 1-9). Sviluppare con gli Stati e l industria campagne di comunicazione verso il mondo del lavoro (finalità 1-9) Favorire il coinvolgimento delle organizzazioni competenti es. European Agency for Safety and Health at Work (finalità 1-9). Esplorare l utilità di approcci comuni per fornire informazioni adeguate ai consumatori, ad esempio etichettatura su alcol in gravidanza. (finalità 1, 3, 4, 6, 7, 9). Reportistica sull attuazione delle misure di contrasto. (finalità 11). Azioni degli Stati azioni volte ad aumentare l informazione dei consumatori nei punti vendita o sull etichetta come nel caso dell avviso sulla tossicità per le donne in gravidanza o sulle soglie del bere moderato. (finalità 1-9). azioni per rafforzare il rispetto dei limiti di età, che sono più efficaci se coinvolgono rivenditori, genitori e giovani. (finalità 1, 4-8). Interventi educativi capaci di aumentare l abilità dei giovani e dei loro genitori nell affrontare i problemi posti dall alcol, per mostrare i fattori di rischio e quelli protettivi. (finalità 1, 2, 4, 6-9). norme per impedire di servire alcolici a persone intossicate e licenza di vendita. (finalità 1-7, 9). Zero BAC limite per guidatori giovani o inesperti, ed autisti. (finalità 4-6). 3
4 Normativa quadro che consenta di applicare il breath test selezionando in modo random tutti i guidatori, potenziando le contromisure contro la guida sotto l effetto dell alcol e prevedendo l applicazione di sanzioni per chi guida con BAC oltre il limite. (finalità 4-7, 9). azioni specifiche volte ad affrontare i problemi posti dall alcol sui luoghi di lavoro. (finalità 2-6). fornire risorse al settore delle cure primarie per l intervento breve relativo al consumo di alcol a rischio o dannoso, con training per i professionisti e priorità per la prevenzione sui luoghi di lavoro, counseling per i bambini di famiglie con problemi di alcol. (finalità 2-9). Finanziamento dei programmi di ricerca e sorveglianza sull alcol. (finalità 7-11). Azioni a livello locale Metodi di apprendimento attivo per scoraggiare l iniziazione al consumo dannoso di alcolici nell adolescenza. (finalità 1, 6, 7, 9). Politiche per prevenire i danni associati al consumo di alcol sul lavoro, che includano campagne informative, oltre ad aiuto e assistenza specializzata per i lavoratori con problemi di alcol. (finalità 5-9). Coinvolgimento di organizzazioni della gioventù e della società civile per contribuire a ridurre i problemi legati al consumo di alcol (finalità 1-9). Iniziative delle comunità locali per promuovere l applicazione delle strategie volte a proteggere i cittadini dai pericoli legati al consumo di alcol (finalità 1-9) Gli indicatori individuati per sostenere l applicazione della strategia UE L Unione Europea ha approvato indicatori per le finalità (finalità) 1, 3, 4, 5 e 6, mentre nessun indicatore è stato al momento approvato né suggerito per le altre finalità. Gli indicatori chiave approvati sono: 1. Volume di consumo: Consumo annuale pro-capite di alcol puro delle persone di età 15 anni o 5 6 più, possibilmente disaggregato per birra, vino e liquori. Equivalente all ECHI indicatore Pattern di consumo dannoso: Assunzione di 60+ grammi di alcol puro in una singola occasione, mensilmente o più spesso, negli ultimi 12 mesi. Equivalente all ECHI indicatore Danni per la salute attribuibili all alcol: anni di vita persi attribuibili all alcol. Per ciascuna finalità, poi, sono stati suggeriti gli indicatori: 7 Frequenza di adolescenti che hanno acquistato alcolici negli ultimi 30 giorni (ESPAD ) (finalità 1) Frequenza di adolescenti che hanno bevuto alcolici in pub, bar, ristoranti o discoteche negli ultimi 30 giorni (ESPAD) (finalità 1) Binge drinking (assunzione di 5 o più Unità Alcoliche in un unica occasione negli ultimi 30 giorni) negli adolescenti (ESPAD) (finalità 1) Proporzione di adolescenti che hanno bevuto alcol negli ultimi 12 mesi (ESPAD) (finalità 1) Incidenza di Sindrome feto-alcolica (ICD-10 c. Q86.0) tra i neonati (EUROCAT 8 ) (finalità 3) BAC superiore al limite in guidatori o pedoni coinvolti in incidenti stradali (finalità 4) BAC superiore al limite in guidatori o pedoni coinvolti in incidenti stradali mortali (finalità 4) Prevalenza di dimissioni ospedaliere per disturbi cronici fisici attribuibili all alcol (epatici, pancreatici) (finalità 4) Prevalenza di dimissioni ospedaliere per disturbi mentali cronici attribuibili all alcol Per alcune finalità non è stato ancora individuato un indicatore (per visualizzare i dati) European School Survey Project on Alcohol and other Drugs European Surveillance of Congenital Anomalies 4
5 Le strategie nazionali 1.5. Il Piano Nazionale Alcol e Salute Il Piano nazionale alcol e salute, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 29 marzo 2007, promuove in tutte le Regioni le attività di prevenzione e presa in carico dei problemi alcol-correlati. Il Piano ha valenza triennale ( ) e si prefigge 10 obiettivi da raggiungere attraverso azioni strategiche in collaborazione con le Regioni e con il coinvolgimento di varie strutture e soggetti del sistema sanitario nazionale: dipartimenti delle dipendenze, servizi alcologici regionali, dipartimenti salute mentale, medici di famiglia, associazioni di mutuo soccorso e volontariato, Asl e ospedali. Ma un ruolo particolare assume anche la collaborazione con il mondo della scuola e dello sport, i sindacati, i centri ricreativi per gli anziani, le Forze dell Ordine e le imprese del settore. Il piano individua 10 obiettivi: 1. Aumentare la consapevolezza del rischio connesso con il consumo delle bevande alcoliche nella popolazione generale e in gruppi vulnerabili (anziani, giovani, donne) 2. Ridurre i consumi a rischio (e in particolare quelli eccessivi e al di fuori dei pasti) nella popolazione e in particolare nei giovani, nelle donne e nelle persone anziane 3. Ridurre la percentuale dei giovani minori di 18 anni che assumono bevande alcoliche, ed elevare l età del primo contatto con l alcol 4. Ridurre il rischio di problemi correlati al consumo di alcol che possono verificarsi in famiglia,sul lavoro, in comunità o nei locali dove si beve 5. Ridurre la diffusione e la gravità di danni correlati all alcol, come gli incidenti e gli episodi di violenza, gli abusi sui minori, le crisi della famiglia 6. Mettere a disposizione trattamenti accessibili ed efficaci per i soggetti con consumi a rischio o dannosi, oltre che per gli alcol-dipendenti 7. Assicurare una migliore protezione dalle pressioni al bere per i bambini, i giovani e tutti coloro che scelgono di astenersi dall alcol 8. Aumentare la diffusione di metodi e strumenti per l identificazione precoce delle persone a rischio. 9. Aumentare la percentuale di consumatori problematici, con particolare riferimento ai giovani, avviati al trattamento dei comportamenti di abuso, con modalità adeguate alla gravità dei problemi 10. Garantire l adeguamento dei servizi secondo le previsioni della legge 125/2001 e aumentare la qualità e la specificità dei trattamenti nei servizi specialistici per la dipendenza da alcol. Gli interventi sono articolati in otto aree strategiche: (a) Informazione /educazione: campagne informative e di comunicazione volte ad aumentare la consapevolezza sull uso dannoso dell alcol, con programmi educativi in ambito scolastico; (b) Alcol e guida: attuazioni di controlli random e mirati sul livello alcolemico dei guidatori e pedoni ed integrazione delle commissioni mediche per le patenti di guida (c) Alcol e lavoro: coinvolgimento di tutti i rilevanti stakeholders per attività volte all identificazione dei lavoratori a rischio e l avvio al trattamento (d) Trattamento del consumo alcolico dannoso e dell alcol-dipendenza: screening opportunistico e trattamento breve nell ambito delle cure primarie e, in casi selezionati, avvio al trattamento specialistico integrato (e) Responsabilità del mondo della produzione e distribuzione: programmi di formazione per gli addetti alla vendita (f) Capacità sociale di fronteggiare il rischio derivante dall uso dell alcol: programmi di formazione per gli operatori sanitari (g) Potenzialità delle organizzazioni non governative: supporto e sviluppo di organizzazioni di volontari, di mutuo aiuto e ONG in genere 5
6 (h) Monitoraggio di danni da alcol e politiche di contrasto: piani attuativi regionali e messa a punto di un sistema informativo su: consumi, modelli comportamentali di consumo, danni e interventi messi in atto 1.6. Il Piano Sanitario Nazionale Individua alcuni problemi principali: i consumi fuori pasto e in quantità non moderate, le ubriacature e il binge drinking, soprattutto tra i giovani maschi, ma con un aumento tra le giovani donne ed anche nella popolazione generale. Particolare preoccupazione desta l aumento dei giovani tra gli utenti dei servizi alcologici, il numero di morti e feriti negli incidenti stradali, correlati all alcol in percentuali variabili. Stabilisce i seguenti obiettivi, coerenti con il Piano Alcol e Salute e la Strategia Europea: Aumentare la consapevolezza sui rischi connessi al consumo dannoso di alcol; Adottare politiche e azioni di prevenzione mirate in particolare agli anziani, ai giovani e alle donne; Adottare politiche e azioni di prevenzione mirate a peculiari condizioni di vita e di lavoro: guida, attività lavorative, gravidanza, condizione di dipendenza; Promuovere l identificazione precoce e l intervento breve per la prevenzione dei problemi alcol-correlati nella medicina di base e nei contesti lavorativi; Accrescere la disponibilità e l accessibilità di appropriati trattamenti per i soggetti con comportamenti di grave abuso e per gli alcol-dipendenti; Effettuare il monitoraggio e la sorveglianza su (a) i consumi di bevande alcoliche, (b) l impatto del consumo dannoso sulla salute, (c) l impatto sui servizi socio-sanitari, (d) sulle politiche di contrasto attivate Guadagnare Salute rendendo più facile evitare l abuso di alcol 1. Ridurre la disponibilità di bevande alcoliche nell ambiente di vita e di lavoro favorendo la limitazione del consumo sui luoghi di lavoro, facendo rispettare il divieto nei lavori a rischio (legge 30 marzo 2001 n.125), e limitando la vendita sulle principali arterie stradali. 2. Definire categorie di ambienti alcol free (strutture sanitarie, uffici pubblici, stadi, scuole). 3. Favorire il contenimento della quantità di alcol nelle bevande alcoliche incoraggiando ed incentivando i produttori di bevande alcoliche a produrre bevande a minore gradazione alcolica. 4. Informare correttamente i consumatori: α. Con messaggi di tipo sanitario e sociale, e campagne di educazione sul saper bere, per diffondere la consapevolezza sul consumo responsabile del vino e salute. β. Adeguare l etichettatura delle bevande alcoliche alle esigenze di protezione del consumatore, inserendo nella etichettatura una avvertenza semplice, per gruppi vulnerabili come i giovani, le donne gravide, persone alla guida, assuntori di particolari farmaci. χ. Monitorare e controllare il rispetto della legge 125/2001 art. 13 in materia di pubblicità delle bevande alcoliche, in particolare per la protezione dei minori; anche con divieti di pubblicità diretta e indiretta in occasione di eventi sportivi. 5. Evitare gli incidenti stradali alcol-correlati α. Aumentare su tutto il territorio nazionale il numero e la frequenza dei controlli sul tasso alcolemico condotti su base casuale, in modo che ogni conducente abbia una apprezzabile probabilità statistica di essere testato almeno una volta ogni tre anni. β. Monitorare la frequenza e i risultati dei controlli, per acquisire dati utili per rendere più mirata l azione preventiva o valutare l opportunità di ulteriori norme (ad es. l abbassamento del tasso alcolemico per i principianti o per chi guida veicoli particolarmente a rischio). χ. Aumentare la visibilità dei controlli sul tasso alcolemico, anche rendendo note la possibilità di controlli in alcuni luoghi e ambienti strategici, quali quelli del divertimento giovanile. 6
7 δ. Introdurre l obbligatorietà di corsi di informazione/educazione a pagamento, preliminari alla restituzione della patente a soggetti individuati con tasso di alcolemia illegale. ε. Favorire la disponibilità di dispositivi per l automisurazione del tasso alcolemico. φ. Diminuire le occasioni di consumo di bevande alcoliche da parte dei giovani e degli utenti della strada, estendendo alle 24 ore il divieto di somministrazione di superalcolici in vigore nelle stazioni di servizio autostradali (ai sensi della legge 30 marzo 2001 n. 125 art. 14). γ. Introdurre l obbligo di una adeguata trattazione del rischio alcol-correlato nei programmi di informazione/formazione delle Scuole Guida. η. Sollecitare i medici di famiglia a fornire una maggiore informazione agli assistiti sui rischi della guida sotto l effetto dell alcol ed i rischi di interazione dell alcol con i farmaci. 6. Rafforzare gli interventi di prevenzione primaria e secondaria nella medicina di base α. Sensibilizzare e formare i medici di base per l identificazione precoce dei soggetti a rischio, per l intervento breve e il counseling sul consumo alcolico dannoso, prevedendo nuove norme contrattuali dotate di risorse finanziarie. β. Favorire un approccio integrato nella individuazione precoce dei casi di abuso, che coinvolga i servizi sanitari, i servizi sociali, i gruppi di auto-aiuto, le istituzioni scolastiche, giudiziarie, il mondo del lavoro e le altre istituzioni interessate. 7. Trovare alleanze con il mondo del lavoro α. Realizzare azioni di prevenzione fondate sull informazione, l educazione e la tempestiva identificazione o autoidentificazione dei soggetti a rischio i luoghi di lavoro, in collaborazione col mondo delle imprese e delle organizzazioni sindacali. In particolare nei luoghi di lavoro a rischio per la salute individuati ai sensi della legge 125/2001 art Formare gli operatori α. Assicurare un insegnamento sulla prevenzione delle patologie correlate a fattori di rischio comportamentali, in particolare dei problemi alcol correlati, nei corsi di studio per il personale sanitario e sociosanitario. β. Favorire la modifica degli ordinamenti didattici dei corsi di diploma universitario relativi alle professioni mediche, sanitarie, sociali e psicologiche, per migliorare la preparazione professionale in campo alcologico, secondo le previsioni della legge 125/2001 art Gli indicatori usati in Italia: la Relazione al Parlamento Benché non siano stati individuati in modo esplicito gli indicatori per il monitoraggio e la sorveglianza, l Osservatorio Nazionale Alcol dell Istituto Superiore di Sanità predispone ogni anno una relazione sull applicazione del Piano, presentata dal Ministro della Salute al Parlamento. In questa relazione, l Osservatorio esamina innanzitutto le quantità di consumo, in termini di volumi di alcol puro pro capite (popolazione 15 anni e più) all anno. Questo indicatore può essere suddiviso per tipo di bevanda (vino, birra e superalcolici), consente il confronto con altri paesi e consente di rilevare i trend temporali 9. Successivamente, oltre ai volumi di consumo, vengono presi in esame i modelli di consumo. Dai dati dell indagine europea Special Eurobarometer-EU citizens attitudes towards alcohol, condotta nell ottobre 2009, sono stati ricavati: - La percentuale di astemi negli ultimi 12 mesi; - La frequenza di consumo di bevande alcoliche negli ultimi 30 giorni: bevitori quotidiani ecc. - La quantità tipica, in termini di numero di bicchieri assunti in una giornata tipica; - La frequenza di binge drinking 9 Questo indicatore è parte delle statistiche ufficiali ed è ricavato dai dati della vendita. 7
8 - La percezione dei danni causati dall alcol e della relazione tra alcol e guida Ancora, dall indagine Istat Multiscopo sulle famiglie - Aspetti della vita quotidiana. Anno , l Osservatorio ricava altri importanti indicatori che consentono di descrivere i modelli di consumo tra i giovani, le donne, gli anziani e nella popolazione generale: - La percentuale di consumatori per tipo di bevanda (vino, birra, ecc) consumata negli ultimi 12 mesi. L indicatore ha il vantaggio di poter essere analizzato per caratteristiche demografiche e sociali - La frequenza di consumatori fuori pasto - La frequenza di binge drinkers - In base a queste ed altre variabili l Osservatorio costruisce un indicatore denominato bevitore a rischio 10 Per quanto riguarda gli adolescenti, le informazioni sono tratte dall indagine europea ESPAD, condotta per l Italia dall Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, che, a partire dal 1999, rileva le abitudini di bere alcolici nei giovani studenti italiani di anni. - La frequenza di consumo di bevande alcoliche nella vita, negli ultimi 12 mesi e negli ultimi 30 giorni - La frequenza di ubriacature nella vita e negli ultimi 12 mesi - La percentuale di binge drinkers negli ultimi 30 giorni Altre informazioni sugli adolescenti sono tratte dall indagine HBSC (Health Behaviours in Schoolaged Children). Infine, sono utilizzati due indicatori PASSI relativi alla guida sotto l effetto dell alcol. Dopo gli indicatori che descrivono i modelli di consumo, la relazione riporta le analisi sull impatto in termini di salute. mortalità attribuibile al consumo di alcol. incidenti stradali mortali e non mortali attribuibili al consumo di alcol. (dati ACI-Istat) ricoveri ospedalieri per patologie totalmente alcol dipendenti (dati SDO del Ministero della Salute) Infine, il numero di persone in trattamento per problemi correlati all alcol nei servizi per l alcol dipendenza e nei club degli alcolisti in trattamento. 10 Consumo a rischio (secondo l Osservatorio Alcol dell ISS): consumi che eccedono il limite di 2-3 unità alcoliche al giorno per l uomo, 1-2 unità per la donna, 1 unità consumata durante i pasti per gli anziani. Per gli adolescenti fino a 15 anni il limite prescritto è la totale assenza di consumi. Sono altresì da considerare a rischio i consumi di grandi quantità di alcol (6 o più bicchieri di bevanda alcolica) concentrati in singole occasioni (binge drinking). Infine viene considerata l influenza di altri fattori quali le condizioni di salute, l assunzione di farmaci, la giovane età. 8
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