5 aprile 2009 domenica delle palme ore ore 10.00

Transcript

1 5 aprile 2009 domenica delle palme ore ore Celebriamo la Messa della domenica delle palme. Questa Messa non è celebrata secondo il rito della Messa vigiliare del sabato, ma secondo il rito della benedizione degli ulivi. Prima della Messa il sacerdote benedirà gli ulivi; seguirà una breve processione dall ingresso della basilica fino all altare; quindi la Messa procederà secondo il normale rito festivo. Accogliamo la processione in piedi. (breve pausa) 1

2 5 aprile 2009 domenica delle palme ore ore Piccoli Sia lodato Gesù Cristo! Quanta festa in questa Messa! I rami di ulivo che teniamo in mano li porteremo a casa nostra come segno di augurio e di benedizione per le nostre famiglie. Oggi perché facciamo festa? A chi facciamo festa? A Gesù, voi direte. È vero. Ma il vangelo ci ricorda che siamo già nel clima della passione: chiunque sapesse dove Egli si trovava, lo denunciasse perché essi potessero arrestarlo. Noi sappiamo che ormai nessuno può arrestare condannare crocifiggere Gesù: Egli è risorto ed è per sempre con noi e per noi. Nessuno mai, nessuno più può portarci via Gesù. Questa è la nostra festa: Gesù per noi, Gesù con noi. Qui noi ci dobbiamo interrogare: siamo proprio contenti che Gesù ormai è per noi, è con noi? Che cosa è la nostra vita con Gesù? che cosa sarebbe la nostra vita senza Gesù? La domenica delle palme introduce i cristiani nei giorni della memoria della passione, della morte e della risurrezione di Gesù. Da oggi fino a domenica prossima, domenica di Pasqua, noi saremo interpellati dalla Parola di Dio e dai sacramenti della Pasqua proprio su questo interrogativo: che cosa è la nostra vita con Gesù? che cosa sarebbe la nostra vita senza Gesù? Spesso la nostra vita è uno spettacolo senza il protagonista: noi viviamo come se Gesù non ci fosse per noi, con noi. Parliamone. Parliamogli. Le cose incominciano a cambiare quando si incomincia a parlarne. Noi non abbiamo nessun dialogo con Gesù. Eppure la nostra vita spesso ci mette in situazioni che ci portano a parlargli: Gesù, chi sono io per te? chi sei tu per me? Questo io voglio capire: voglio capire quanto mi ami, perché mi ami? Quanto ami i miei famigliari, i fratelli e le sorelle della mia comunità, i miei amici, gli uomini e le donne di questa città? Io ho bisogno di capire: tutto l amore che ti ha portato sulla Croce, dove è andato a finire? Fratelli miei, inizia la settimana santa. Una settimana che vale molto di più dei trenta denari della nostra pigrizia, della nostra superficialità, della nostra ingratitudine. Questa settimana non possiamo dire: non ci sono, non ci sarò, mi sono dimenticato, non ho avuto tempo. Questa 2

3 settimana il tempo sarà innanzitutto per celebrare e vivere insieme i momenti, uno dopo l altro, in cui il nostro Dio ha avuto tutto il tempo per morire e per risorgere per noi: cioè, tutto il tempo perchè noi avessimo la gioia di rifare la nostra vita a immagine della sua. In questa settimana noi avremo tempo innanzitutto per questo: per rinnovare la memoria che Dio ci ama. Questa settimana l unico impegno sarà questo, non ve avremo altri. Da Giovedì sera quando faremo memoria dell ultima Cena, a venerdì sera quando per le strade del nostro quartiere faremo memoria della strada dolorosa, la Via Crucis, fino a sabato notte, quando celebreremo la gioia di essere uomini e donne risorti con Gesù. buona settimana santa! La Pasqua di Gesù parla innanzitutto di gratuità. Uno degli amici, Giuda, ha tentato di risolvere le questioni solo con il denaro, ma il suo progetto e lui stesso sono finiti male. Gesù è morto crocifisso sulla Croce perchè ha voluto Lui: la Pasqua porta innanzitutto un messaggio di gratuità. Chiunque si mette al servizio di tutti, deve innanzitutto decidere che il suo servizio sia assolutamente gratuito. Quando interessi personali, o famigliari o di partito o di associazione entrano in gioco, il servizio è inquinato al suo nascere. Quando avrete fatto tutto quello che dovete fare, direte siamo servi inutili, dice Gesù nel Vangelo. Chi avvicina un prete, il sindaco, un assessore, un pubblico ufficiale, un maestro, un professore non gli chiede subito di essere competente; ma subito gli chiede di essere accogliente, cioè disposto almeno ad ascoltare il mio bisogno. Perchè comunque, in questi campi, quando uno chiede è sempre dalla parte del debole. Si aspetta di essere accolto da una persona che è lieta o lieto di servirlo nelle sue necessità. La Pasqua di Gesù parla di sacrificio di sè e della propria vita. Oggi si crede non a chi chiacchiera di più o meglio degli altri: si crede a chi è sempre pronto a donarsi anche con sacrificio del suo tempo, dei suoi talenti, dei suoi affetti, delle sue amicizie... Una volta si diceva che servire è regnare, ma non è vero: servire è una umiliazione (Gesù lava i piedi ai suoi discepoli, non se li fa lavare), servire richiede umiltà, mitezza, cuore grande, capace di esultare per la gioia dell altro. Una città serena vivibile piacevole non si costruisce solo con i soldi del bilancio comunale. Si costruisce con la dedizione di tutti al bene di 3

4 tutti con sacrificio, con pazienza, con umiltà. Si costruisce con il rispetto delle cose che servono a tutti (dovremmo dirlo spesso ai nostri ragazzi). Si costruisce con la condivisione di tutte le iniziative che le istituzioni pubbliche e le diverse aggregazioni religiose culturali sportive promuovono. Si costruisce con il confronto aperto e rispettoso dei temi e dei problemi che si muovono, un confronto non mai del tutto delegabile ad altri, ma sostenuto con la partecipazione attiva e responsabile alla vita della propria città, della propria parrocchia. La Pasqua di Gesù parla di adorazione e di stupore di fronte alla libertà di Dio, che non solo sceglie di amarci, non solo sceglie di amarci anche se gli giriamo le spalle perchè è libero e contento di amare figli sempre in fuga dal suo amore, non solo sceglie di amarci fino a consumarsi crocifisso, ma non si pente di amarci anche se noi rifiutiamo il suo amore, non crediamo al suo amore. Non ha costretto nessuno a credere al suo amore, ma ci vuole un bel coraggio a non credergli. Dio ci ama e rispetta la nostra libertà. Noi non abbiamo bisogno che nessuno riconosca la nostra libertà, ma che tutti la rispettino: addirittura il nostro Dio la rispetta. E questo è vero per chi è credente e per chi non è credente. Nessuno è libero come l uomo cristiano che, non solo agisce secondo la sua coscienza, ma è geloso che la sua coscienza sia illuminata dall amore di Dio, dalla libertà di Dio, dalla coscienza di Dio. Noi cristiani siamo i più liberi di agire scegliere decidere perchè, pur nei nostri limiti, ci sforziamo di avere una libertà come la libertà del nostro Dio: e la nostra libertà non è semplicemente la condizione per fare quello che voglio, ma la mia libertà è la stessa capacità di giudicare e di vivere la vita come il mio Signore, nostro Signore Gesù. E siamo fieri che la nostra libertà sia illuminata dal Vangelo di Gesù e dalla magistero della sua e nostra Chiesa. Perciò noi scegliamo e decidiamo con chi condivide la nostra fede, innanzitutto, e anche con chi dimostra una volontà credibile di voler servire il bene di tutti e perciò non ci piacciono coloro che sono sempre pronti a sindacare sulla libertà delle nostre decisioni. Perciò siamo contenti che il Papa o i nostri Vescovi ci aiutino (perchè questa è la loro missione e la loro responsabilità) ci aiutino a scegliere e a decidere secondo la libertà di Dio, la libertà di Gesù Cristo, la libertà del Vangelo. Ci ispira 4

5 un profondo rispetto per tutti, ma esigiamo che tutti abbiamo rispetto di noi e delle nostre convinzioni. Tutto questo che cosa c entra con la Pasqua che abbiamo iniziato a celebrare con questa Messa? Così Gesù nel Vangelo di oggi: I poveri li avete sempre con voi, ma non sempre avete me. Fare pasqua per noi cristiani significa renderci conto che la nostra vita è una vita bella e preziosa perché c è Gesù con noi, Gesù con il suo amore senza limiti, e ci sono i poveri con noi, i poveri con i loro bisogni senza limiti. Se crediamo che Gesù è con noi con il suo amore senza limiti, allora anche i poveri con i loro bisogni senza limiti torneranno a sperare. Questa buona Pasqua è quella che auguro a ciascuno di voi. 5