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1 N /2014REG.PROV.COLL. N /2013 REG.RIC. R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3730 del 2013, proposto da: Aldo Grazioso De Pascale, rappresentato e difeso dall avvocato Aldo Starace, con domicilio eletto presso De Curtis Studio in Roma, via M. Dionigi, 57; contro Comune di Sorrento, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dall avvocato Maurizio Pasetto, con domicilio eletto presso la Segreteria della Sezione del Consiglio di Stato in Roma, piazza Capo di Ferro, 13; Ministero per i beni e le attività culturali, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso per legge dall Avvocatura generale dello Stato, domiciliato presso gli uffici di quest ultima in Roma, via dei Portoghesi, 12; Carmine Giusto, rappresentato e difeso dall avvocato Giovanni Fiorentino, con domicilio eletto presso lo studio di quest ultimo in Roma, via S. Tommaso D'Aquino, 116; per la riforma della sentenza 8 febbraio 2013, n. 822 del Tribunale amministrativo regionale della Campania, Napoli, Sezione VII. 1

2 Visti il ricorso in appello e i relativi allegati; visti gli atti di costituzione in giudizio; viste le memorie difensive; visti tutti gli atti della causa; relatore nell udienza pubblica del giorno 5 giugno 2014 il Cons. Vincenzo Lopilato e uditi per le parti gli avvocati Starace e Fiorentino, nonché l avvocato dello Stato Pio Marrone. FATTO 1. Il sig. Santinon Renato ha acquistato, in data 27 dicembre 1996, un terreno su cui era stato costruito un fabbricato avente una superficie di metri quadrati 60. All atto di acquisto veniva allegata la domanda di condono avente ad oggetto il suddetto fabbricato che, in data 29 marzo 1995, lo stesso Santinon, in vista dell acquisto, aveva presentato al Comune di Sorrento. I beni, sopra indicati, sono stati, con atto pubblico del 21 febbraio 2002, alienati al sig. Aldo Grazioso De Pascale. Nell atto è stata indicata una superficie di metri quadrati 79. La commissione beni ambientali del Comune, con atto del 4 marzo 2004, e la Soprintendenza, con atto del 19 febbraio 2004, hanno espresso parere favorevole, ai fini paesaggistici, per la condonabilità del bene. Il nuovo proprietario ha presentato, in data 16 giugno 2004, una domanda di condono per lavori di completamento ed antisismici con indicazione di una superficie complessiva di metri quadrati 90. Il sig. Giusto Carmine, proprietario di un immobile su tre piani, composto da sei vani, posto ad una distanza inferiore di dieci metri dal fabbricato di proprietà del De Pascale, ha presentato un esposto, in data 10 febbraio 2005, al Comune e alla Procura della Repubblica di Sorrento con il quale ha fatto presente la discrasia dei dati contenuti nella domanda di condono e nell atto di vendita. A seguito di tale esposto, il Comune ha effettuato un sopralluogo, accertando la presenza di un corpo di fabbrica principale di metri quadrati 60,57, cui doveva aggiungersi un «secondo ambiente», in parte in muratura e in parte in vetro, della superficie di metri quadrati 9,14. Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Torre Annunziata, con sentenza 26 luglio 2007, ha disposto il non luogo a provvedere nei confronti del Santinon e del suo tecnico per non avere commesso il reato di falsità materiale. La stessa sentenza ha disposto la trasmissione degli atti al pubblico ministero al fine di accertare se sussistessero indizi di reato nei confronti del De Pascale e del suo tecnico. Il Tribunale di Torre Annunziata, con sentenza 13 maggio 2008, ha assolto i soggetti sopra indicati dal reato contestato. In particolare, nella sentenza si afferma che, all esito dell istruttoria, è emerso che la differenza tra la superficie di metri quadrati 69,71 e la superficie di metri quadrati 79, 2

3 indicata nell atto di compravendita, fosse dovuta al fatto che il tecnico incaricato dal Comune avesse misurato la superficie utile (mq 69,71) e non la superficie totale (mq 9). Il sig. De Pascale, a seguito dell assoluzione, ha chiesto un nuovo parere per una superficie complessiva di metri quadrati 70,16, avendo constatato alcune inesattezze degli elaborati rappresentativi dello stato attuale, ottenendo il parere favorevole ai fini paesaggistici sia parte del Comune che della Soprintendenza. Quest ultima si limitava, per mitigare l inserimento del bene nel paesaggio, ad imporre la demolizione di una veranda di mq 9,00. Il Comune ha rilasciato, all esito del complesso procedimento sopra descritto, la concessione edilizia in sanatoria 11 giugno 2009, n Il sig. Giusto ha impugnato tale concessione innanzi al Tribunale amministrativo regionale della Campania, facendo valere la violazione (si riporta in sintesi): a) dell art. 7 della legge 7 agosto 1990, 241, per non avere l amministrazione consentito al controinteressato di partecipare al procedimento amministrativo; b) delle norme urbanistiche poste a tutela delle distanze; c) dell art. 40, comma 1, della legge 28 febbraio 1985, n. 47 (Norme in materia di controllo dell attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie), il quale prevede che, in caso di domanda di condono dolosamente falsa, si applica la sanzione della demolizione; d) del citato art. 40 «per improcedibilità della nuova soluzione progettuale di completamento e/o riqualificazione», deducendo il difetto di istruttoria da parte dell amministrazione. Si è costituita in giudizio la parte intimata, eccependo l irricevibilità del ricorso per tardività, in quanto il ricorrente avrebbe avuto conoscenza del rilascio del provvedimento di condono già con la nota del Comune del 23 novembre 2009, n Nel merito la parte ha chiesto il rigetto del ricorso. 3. Il Tribunale amministrativo, con sentenza 8 febbraio 2013, n. 822, dopo avere rilevato l infondatezza dell eccezione di tardività del ricorso, in quanto con la nota sopra indicata la parte non aveva avuto contezza delle ragioni del rilascio del provvedimento di condono, ha accolto i motivi indicati sub c) e d). In particolare, il primo giudice ha affermato che i processi penali non hanno riguardato la falsità commessa nella presentazione della domanda di condono, consistente nell indicare la superficie di metri quadrati 90,85 «a fronte degli originari 60,57». 4. Il sig. De Pascale ha proposto appello, facendo valere, in particolare: a) la tardività del ricorso introduttivo del giudizio per le ragioni indicate nel giudizio di primo grado; b) l irrilevanza dell omessa comunicazione dell avvio del processo, attesa l invariabilità dell assetto sostanziale degli interessi definito con l atto impugnato; c) l assenza della falsità fatta valere, in quanto nella domanda di condono è stata indicata una superficie, pari a metri quadri 60,57, corrispondente a 3

4 quella contenuta nel titolo rilasciato, senza che possa rilevare, non essendovi prova di chi ne sia stato l autore, la falsità successiva, consistente nella indicazione di metri quadrati Si sono costituite in giudizio le parti intimate, chiedendo il rigetto dell appello. 5. La causa è stata decisa all esito dell udienza pubblica del 5 giugno DIRITTO 1. La questione posta all esame del Collegio attiene alla legittimità, contestata da un terzo leso, del provvedimento di condono edilizio, rilasciato dal Comune di Sorrento, avente ad oggetto un fabbricato di proprietà dell appellante. 2. Con un primo motivo si deduce l erroneità della sentenza nella parte in cui non ha rilevato la tardività del ricorso introduttivo del giudizio di primo grado. Il motivo è fondato. Il Codice del processo amministrativo prevede che l azione di annullamento si propone nel termine perentorio di sessanta giorni decorrenti dalla «notificazione, comunicazione o piena conoscenza» (art. 41, secondo comma). Nelle azioni proposte da terzi, che fanno valere un interesse legittimo oppositivo al rilascio di provvedimenti favorevoli per i destinatari dell azione amministrativa, il requisito legale si realizza, normalmente, con la piena conoscenza «del titolo giuridico» ovvero «della realtà materiale». La prima forma di conoscenza, che rileva in questa sede, si ha nel caso in cui l interessato venga «informato dall amministrazione degli estremi del provvedimento» (Cons. Stato, sez. VI, 18 aprile 2012, n. 2209). La piena conoscenza, infatti, «non postula necessariamente la conoscenza di tutti i suoi elementi, essendo sufficiente quella degli elementi essenziali quali l autorità emanante, la data, il contenuto dispositivo e il suo effetto lesivo, salva la possibilità di proporre motivi aggiunti ove dalla conoscenza integrale del provvedimento e degli atti presupposti emergano ulteriori profili di illegittimità». La ragione sottesa a questo orientamento è quella di assicurare «il principio della certezza delle situazioni giuridiche», che impone di non lasciare l interessato «nella perpetua incertezza sulla sorte del proprio titolo edilizio» (Cons. Stato, sez. IV, 13 giugno 2011, n. 3583). 3. Nella fattispecie in esame, descritta con maggiori dettagli nella parte in fatto, il ricorrente in primo grado ha presentato un esposto, in data 10 febbraio 2005, al Comune e alla Procura della Repubblica di Sorrento con il quale ha denunciato la falsità dei dati contenuti nella domanda di condono in ragione della loro diversità rispetto a quanto contenuto nell atto di vendita dell immobile stesso. Lo stesso ricorrente ha presentato, con atto del 17 novembre 2009, prot. n , istanza volta a conoscere quale fosse stato l esito dell esposto presentato al Comune nel

5 Il Comune, con nota del 23 novembre 2009, prot. n , ha comunicato all istante che, a seguito delle sentenze emesse nell ambito dei processi penali, il procedimento di condono «è stato completato con il rilascio del permesso di costruire in sanatoria n. 353 relativo alla realizzazione di un manufatto di mq 60,57». La parte, successivamente, con domanda del 10 dicembre 2009, prot. n , ha chiesto l accesso agli «atti formati ed utilizzati» dall amministrazione comunale «per il rilascio del permesso di costruire in sanatoria n. 353» a favore dell appellante. 4. Da quanto esposto risulta come il ricorrente di primo grado sia venuto a conoscenza del rilascio del provvedimento di condono in data 23 novembre 2009 o, comunque, il successivo giorno dieci dicembre. In tale momento, la parte conosceva gli elementi essenziali del provvedimento da impugnare «quali l autorità emanante, la data, il contenuto dispositivo e il suo effetto lesivo». Il terzo, invero, a quella data, era a conoscenza anche delle possibili ragioni di illegittimità del provvedimento adottato: nell esposto del 2005 ha, infatti, chiaramente descritto la vicenda in tutti i suoi passaggi e ha indicato i motivi della non accoglibilità della domanda di condono. La parte, nella specie, non avrebbe, pertanto, neanche dovuto proporre un ricorso al buio. L esito del procedimento di accesso avrebbe potuto fare emergere altri eventuali aspetti rilevanti della vicenda che comunque non potevano giustificare una protrazione temporale delle forme di tutela. Ne consegue che, essendo stato il ricorso introduttivo del giudizio notificato in data 24 marzo 2010, lo stesso deve ritenersi tardivo perché proposto oltre il termine di sessanta giorni decorrenti dal 23 novembre ovvero dal successivo 10 dicembre. 5. L accoglimento del primo motivo di appello esime il Collegio dall esaminare gli altri motivi indicati nella parte in fatto. 6. L esito del giudizio giustifica l integrale compensazione delle spese di entrambi i gradi di giudizio. P.Q.M. Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, Sezione Sesta, definitivamente pronunciando: a) accoglie l appello proposto con il ricorso indicato in epigrafe e, per l effetto, in riforma della sentenza 8 febbraio 2013, n. 822 del Tribunale amministrativo regionale della Campania, dichiara irricevibile il ricorso di primo grado; b) dichiara integralmente compensate tra le parti le spese di entrambi i gradi di giudizio. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 5 giugno 2014 con l'intervento dei magistrati: Filippo Patroni Griffi, Presidente 5

6 Maurizio Meschino, Consigliere Roberto Giovagnoli, Consigliere Roberta Vigotti, Consigliere Vincenzo Lopilato, Consigliere, Estensore L'ESTENSORE IL PRESIDENTE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 31/07/2014 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.) 6