NEL DESIDERIO DI GESU IL «QUANDO» DELL EUCARISTIA

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1 NEL DESIDERIO DI GESU IL «QUANDO» DELL EUCARISTIA «Beati gli afflitti Schede di animazione mariana monfortana «Amor fecit hoc»: «è l Amore che ha fatto questo»: l amore come chiave fondamentale per comprendere il mistero dell Eucaristia! Non può essere diversamente: la carità è il filo d oro che lega le meraviglie di Dio. E l Eucaristia è la meraviglia delle meraviglie che Dio ha compiuto per noi. Gesù si consegna, si dona con le sue mani, come hanno cantato antichi inni eucaristici: «Se dat sui minibus»! Una storia che percorre diverse tappe: nel mistero dell Incarnazione Gesù si dona a noi come compagno di viaggio; nell ultima cena si dona come cibo; sulla croce come prezzo del nostro riscatto e della nostra liberazione dal peccato; nel suo Regno si donerà a noi come premio! Questa storia d amore si rinnova ad ogni celebrazione: nell Eucaristia, Gesù continua a rendersi accessibile, a consegnarsi per noi, a donarci se stesso, come canta stupito anche san Luigi Maria di Montfort: «Vi do da mangiare la mia carne dice Gesù perché vi amo, e bevete tutti a sorsate il mio sangue. Inebriatevi!» (C 129). Possiamo, allora, avviare il nostro itinerario con l esercizio suggerito, con consueta sapienza, dal card. Martini: proviamo a ricostruire e tracciare con gratitudine la personale biografia eucaristica. Lo possiamo fare attraverso alcune semplici domande: Come ho conosciuto l Eucaristia: da bambino, nella prima comunione e in quelle successive? Nelle processioni, nelle adorazioni, nelle visite eucaristiche? Quali sono le Eucaristie che maggiormente mi hanno trasformato e quelle che magari in me hanno generato resistenza? Quali vicende mi hanno avvicinato sempre di più all Eucaristia?

2 Nel desiderio di Gesù: il «quando» dell Eucaristia 2 IN ASCOLTO Ascoltate la Parola del Signore dal Vangelo secondo san Luca (22,1-8) Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano come toglierlo di mezzo, poiché temevano il popolo. Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici. Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani. Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro. Egli fu d accordo e cercava l occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla. Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare». Ci soffermiamo sul quando avviene l evento dell Eucaristia, così come è narrato dall evangelista Luca, cioè sul tempo in cui è collocato il racconto. Sono indicative alcune espressioni che scandiscono il testo che ci fa da guida: «Si avvicinava la Festa degli Azzimi chiamata Pasqua» «Venne il giorno degli Azzimi» «Andate a preparare per noi la Pasqua»! Tutto, quindi, si colloca nel contesto della Pasqua ebraica. Luca, prima dell ultima cena la nomina in tutto sei volte. L Eucaristia è la settima e definitiva pasqua in cui tutto è compiuto e la creazione raggiunge in Dio il suo riposo. Quale illuminazione per noi? - Possiamo tener presente l etimologia della stessa parola Pasqua : contiene l idea di passaggio. Nel senso di passaggio dalla morte alla vita, dalla schiavitù alla libertà e nel senso di passaggio di Dio nel suo popolo. La Pasqua è il momento del passaggio di Dio che salva il suo popolo. Questo passaggio si compie in pienezza in Gesù che in tanti momenti parla del suo esodo. Nel discorso dell ultima cena: «Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo e io vengo a te» (Gv 17, 11). Nelle parole rivolte da Gesù a Maria Maddalena: «Vai dai miei fratelli e di loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro» (Gv 20, 17). Possiamo affermare, a ragione, dire che tutta la

3 Nel desiderio di Gesù: il «quando» dell Eucaristia 3 sua vita è stata esodo verso il Padre, soprattutto mediante la morte e la risurrezione. L Eucaristia ne è la sintesi. Essa è il vero esodo di Gesù, è il suo partire, come risulta molto chiaramente nel vangelo di Giovanni: «Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo ai Padre, dopo avere amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine» (Gv 13,1). - Tale passaggio respira del contrasto tra le tenebre e la luce. La vita può essere nello spirito di Gesù o nello spirito del mondo. La vita di Gesù è offrirsi, consegnarsi per amore; lo spirito del mondo è mettere le mani sull altro, possedere, dare la morte come ci rivelano i sommi sacerdoti, gli scribi e Giuda, uno dei Dodici, quasi a dire che anche gli amici di Gesù devono fare i conti con questa realtà. - Ecco, quando celebriamo l Eucaristia non ci troviamo di fronte ad una cosa, anche se c è un oggettività della presenza di Gesù nell Eucaristia che bisogna riaffermare con forza, ma siamo di fronte al segno reale del passaggio di Dio nella vita dell uomo e del mondo. Il passaggio di Dio è salvezza, è vittoria sul male ed è vita per il credente! Ogni volta che celebriamo l Eucaristia, viviamo l esodo di Gesù, la sua uscita volontaria da sé verso il Padre e verso di noi per amore. L esodo di Gesù, come per i discepoli (cf Lc 9, 44-45), anche per noi rimane difficile da accogliere. Occorre essere sinceri: facciamo fatica a entrare pienamente nel mistero eucaristico, che ci supera da ogni parte. In Dt 4,7 leggiamo: «Qual è quella grande nazione che ha la divinità così vicina, come il Signore nostro Dio è vicino a noi». Parole che si realizzano in tutta la loro bellezza nell Eucaristia! Dio si era piegato verso Mosè con la sua parola, facendosi in questo modo vicino al suo popolo; ora lui stesso si è fatto carne, è divenuto uomo tra gli uomini ed è rimasto con loro a tal punto che egli giace nelle nostre mani e nei nostri cuori nel mistero del pane trasformato. Ora, ciò che è o dovrebbe essere fondamento della gioia, è al tempo stesso pietra di scandalo, punto di crisi. Al primo annuncio dell Eucaristia la gente chiede segni, i giudei si mettono a mormorare e si ribellano, e anche molti dei discepoli del Signore mormorano (cf Gv 6,30 ss.). Sembra quasi che non vogliamo affatto avere un Dio così vicino, non lo vogliamo così piccolo, così chino verso di noi; lo vogliamo grande e vogliamo che se ne stia lontano!

4 Nel desiderio di Gesù: il «quando» dell Eucaristia 4 Il Vangelo scelto dice che il passare di Gesù è immolazione : dove l agnello è sacrificato. La nostra liberazione è a caro prezzo, costa il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetto e senza macchia (cf 1 Pt 1,19). La nostra vita è la sua morte. - È il senso del sacrificio eucaristico: la volontà irrevocabile, irremovibile di Gesù di morire per la nostra salvezza. Una volontà, un proposito che comprende tutta la sua vita - nascita, vita nascosta, predicazione, miracoli; e poi la passione, la via della croce, la morte, la risurrezione e l ascensione al Padre - e che è reso sensibile, sacramentale, realmente presente nell Eucaristia, nel segno semplicissimo del pane mangiato e del sangue versato per noi. - Il gesto di Gesù di mandare avanti Pietro e Giovanni a preparare la sala, è già anticipo del dono della sua vita. Significa che Gesù, nel momento in cui muore, è signore della propria morte. Gesù vive la sua morte assumendola, accogliendola in piena libertà. Sono gli uomini che procurano la morte a Gesù ma Gesù non è una vittima passiva. Egli è signore degli avvenimenti e li domina. Il passare di Gesù attraverso la morte non è un destino fatale che gli capita addosso, ma è voluto con libertà e coscienza (cf Gv 10, ). Non è un incidente di percorso, non è semplicemente subìto! È frutto di tutta una vita. Questa necessità esprime la libertà massima di Dio: è amore e di sua natura dà liberamente la vita per l amato. D altra parte, la libertà di consegnarsi è la forma più alta di libertà che il Signore ci insegna: possedere la propria vita fino al punto di poterla donare! - Mangiare la Pasqua con Gesù significa essere associati al mistero dell Agnello immolato e, quindi, saperlo e non scoraggiarsi! Mangiare la Pasqua è sapere che essa passa attraverso il sacrificio, attraverso la capacità di portare la croce, passa attraverso la lotta contro il male che, in primo luogo non è esterno ma interno a noi. Mangiare la Pasqua è mettere in conto che vivere la fede espone al male e alla morte e non lasciare cadere le braccia! Che cosa facciamo noi per l Eucaristia, cioè per Gesù che si dona irrevocabilmente nel mistero pasquale fino alla morte in croce? Penso che innanzitutto non dobbiamo «fare» qualcosa - noi pensiamo istintivamente ai gesti del culto -, ma lasciarci amare. Di fronte

5 Nel desiderio di Gesù: il «quando» dell Eucaristia 5 all Eucaristia dobbiamo lasciarci salvare, purificare da Gesù, lasciare che sia lui a fare tutto e ricevere la sua vita con gratitudine. Non temiamo di stare in silenzio, di non trovare nulla da dire, perché è lui che ci parla, che ci viene incontro con tutto il peso della sua decisione di amore che vuole riversare su di noi. Insomma, lasciamo che Gesù passi nella nostra vita come Eucaristia, salvezza, perdono, pietà, tenerezza, affetto, purificazione per noi. Lasciamo che Gesù sia Gesù, accogliere con disponibilità il suo passaggio nella nostra vita. È bello rivedere in questa chiave l esperienza dell adorazione. Anche in quel momento non siamo davanti ad una cosa la cui presenza è semplicemente lì, davanti a noi, come quella di un oggetto. Il nostro stare davanti a Lui ha senso in quanto è un gesto che compiamo per non rendere inutile il suo passaggio nella nostra vita. Sostiamo davanti a Lui perché il suo passare nella nostra vita, sia da noi percepito. Stiamo lì perché quanto abbiamo celebrato nell Eucaristia lo dobbiamo fare nostro, interiorizzare, assimilare, anche attraverso il nostro stare davanti a Lui! PER LA RIFLESSIONE Pacificando il mio cuore, contemplo l Eucaristia come passaggio del Signore nella mia vita e suo esodo verso di me! Vivo l Eucaristia come un passaggio e un esodo che Gesù mi chiede di compiere? Verso dove e da dove? Da quali schiavitù? Da quali idoli e idolatrie? Da quali morti? Metto in conto per amore o subisco che l Eucaristia è a caro prezzo e mi associa al sacrificio dell Agnello immolato? L IMPEGNO Nelle giornate, o durante la settimana, sosto per un tempo in adorazione davanti al Santissimo Sacramento perché il passaggio di Gesù nell Eucaristia celebrata non sia vano per la mia vita.

6 Nel desiderio di Gesù: il «quando» dell Eucaristia 6 IL VOLTO «EUCARISTICO» DI MARIA: ESISTENZA CONSACRATA Il modo d essere di Gesù nell Eucaristia è fatto non soltanto per nutrirci di luce e di grazia, della sua stessa persona, ma anche per plasmare i nostri atteggiamenti esistenziali. Tutto quello che Gesù è, deve riversarsi nella nostra vita fino a che noi non diventiamo, in qualche modo, Gesù. In questo spazio di riflessione vogliamo vedere come Maria ha vissuto la spiritualità eucaristica con tutta la sua vita. «Nella celebrazione eucaristica mettiamo sulla Mensa, sull altare, del pane e del vino. Sono alimenti della nostra vita quotidiana. Come tutte le cose, questo pane e questo vino già portano dentro di sé la Presenza di Dio. Dio è Onnipresente. Ma cosa succede con quel pane e quel vino che noi portiamo all altare? Per l azione della Parola di Dio che è Parola creatrice e dunque può trasformare, per azione dello Spirito di Dio che è Spirito Creatore e dunque può rinnovare tutte le cose, quella materia che porta già in sé la Presenza di Dio si trasforma per diventare sostanza del Corpo e Sangue del Signore. La materia viene consacrata nella forza della Parola e dello Spirito di Dio. Conserva i suoi lineamenti esteriori, le sue qualità esteriori ma diventa intimamente, sostanzialmente, un altra cosa. Entra nella sfera dell Incarnazione. Gesù può dire, riferendosi a quel Pane: Eccomi, sono io. E noi mangiandolo possiamo dire: ho mangiato Gesù. Cosa succede in Maria nell Annunciazione? Maria si presenta in questo momento come una creatura tra le tante, benché già piena di grazia, piena dello Spirito di Dio, concepita senza peccato. Le arriva una Parola speciale. È una consacrazione. Alla sua realtà umana già ricca della Presenza di Dio arriva una Parola nuova che la trasforma e una effusione speciale di Spirito Santo. Le vien detto: tu concepirai il Figlio di Dio. Ma come? «Lo Spirito Santo scenderà su di te». Non vi sembra che queste parole somigliano molto a quelle che diciamo nella Consacrazione? Portiamo il pane e il vino e diciamo: effondi su questi doni il Tuo Spirito. In Maria c è una effusione di Spirito Santo e lei diventa la Madre di Cristo. In questo momento viene creata nel suo

7 Nel desiderio di Gesù: il «quando» dell Eucaristia 7 grembo la nuova realtà, l Umanità del Verbo Eterno. Quella di Maria è una esistenza consacrata. Al primo punto di una spiritualità eucaristica è questo senso della consacrazione che ci rende pieni della Parola e dello Spirito di Dio in un senso nuovo rispetto alla Presenza ordinaria di Dio. Per comprendere questa consacrazione speciale, dobbiamo andare lontano, risalendo alla storia della salvezza: cosa era Israele prima di aver incontrato in un modo speciale il Signore? Un popolo tra i tanti. Tutti i popoli sono di Dio perché non c è nessuna creatura che non appartenga a Dio. Ma cosa fa Dio con il popolo ebraico? Lo separa dagli altri, lo consacra a Sé con un dono speciale di appartenenza: Io sono il tuo Dio, tu sei il mio popolo. Ecco che cosa è la consacrazione. Dopo Gesù, Verbo fatto carne, unto di Spirito Santo, è Maria che vive nella maniera più alta questa appartenenza speciale a Dio. [ ] Esistenza, quella di Maria, interamente consacrata nella Parola e nello Spirito. Ad altro livello, ma con una certa analogia, si può ragionare così per il nostro rapporto con Gesù attraverso l Eucaristia. Chi mangia di me vivrà grazie a me (Gv 6, 57). La comunione con Gesù Eucaristia consolida ogni giorno la nostra consacrazione battesimale, ponendoci in un rapporto sempre più profondo con Gesù. Il pane e il vino diventano Eucaristia, ma anche noi, attraverso l Eucaristia, diventiamo in qualche modo Gesù. Proviamo ad approfondire questo processo di trasformazione. L essere Eucaristia dà al Pane e al vino consacrato una realtà nuova, dei connotati, potremmo dire, infiniti, legati all infinità stessa del Figlio di Dio. Dal punto di vista della materialità restano sempre realtà finite, ma vengono portate nell orizzonte di Dio. Questo processo, come nell Eucaristia, avviene in ciascuno di noi. Diventando una sola cosa con Gesù nell Eucaristia realizziamo pienamente 1 aspirazione all infinito che abita il cuore umano». Mons. Aurelio Sorrentino, vescovo di Assisi, Maria e l Eucaristia. Meditazioni, pro manuscipto

8 Nel desiderio di Gesù: il «quando» dell Eucaristia 8 IL VOLTO «EUCARISTICO» DI MONTFORT: PRIMA DEL SACERDOZIO Non è facile descrivere l incidenza del mistero eucaristico nella vita di Montfort adolescente e giovane seminarista. Del tempo dell infanzia non possiamo dire nulla in proposito. Del tempo dell adolescenza trascorsa al collegio san Tommaso di Rennes, si può ragionevolmente pensare che i Gesuiti, grandi promotori della devozione al SS. Sacramento, abbiano aiutato l adolescente Grignion a cogliere un po più dell essenziale circa il mistero della presenza reale di Cristo e l abbiano educato a desiderare e vivere con profondità il momento sacramentale e l orazione davanti al Santissimo. Quanto al periodo parigino, il Blain menziona tre volte la comunione del giovane Luigi. Al tempo in cui viveva nella comunità di Mr. de la Barmondière, dice che il Montfort «comunicava quattro volte alla settimana, con tale devozione che commuoveva il vederlo. Per quanto tutta la sua vita fosse une preparazione continua a questa santa azione, egli aggiungeva ancora, la vigilia, delle disposizioni particolari e prossime... Il suo ringraziamento durava un ora; e per farlo con più tranquillità e gioire della presenza del suo beneamato, egli cercava i luoghi più nascosti della chiesa». Della comunione compiuta a Chartres, dove Montfort si recò pellegrino, l amico nota che: «Egli vi comunicò con un fervore ed una pietà che la grazia del luogo sembrava portare al suo apice, e vi perseverò in preghiera, sei o otto ore di seguito... in ginocchio, immobile e come rapito». Infine, il Blain ricorda che per pronunciare il suo voto di castità Montfort «scelse la chiesa di Notre-Dame a Parigi, dove era solito, ogni sabato, andare a comunicarsi, come tanti altri seminaristi, per devozione alla Santa Vergine». I tre casi menzionati dal Blain ci permettono di caratterizzare la comunione del Montfort come frequente, fervente, con Maria. L ardente passione di Luigi Maria di Montfort per l Eucaristia ci interroga sul posto che noi le riserviamo nella nostra vita, sul valore che riconosciamo a questo grazioso dono di Dio e sulla qualità della nostra celebrazione del sacramento dell amore.

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