Rapporto Congiunturale: Emilia Romagna Retail Research and Competitors Benchmarking

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1 Rapporto Congiunturale: Emilia Romagna Retail Research and Competitors Benchmarking Bologna, 18 febbraio 2009

2 Andamento dell attività economica regionale settembre settembre 2008 marzo settembre ,8 1,0 2,4 0,8 2,4 0,8 2,0 0,6 2,0 1,6 1,2 0,8 0,4 0,0-0,4-0,8-1,2-1,6-1,2 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 0,6 0,4 0,2 0,0-0,2-0,4-0,6-0,8-1,0 1,6 0,4 1,2 0,2 0,8 0,0 0,4-0,2 0,0-0,4-0,4-0,6-0,8-0,8-1,2-1,0-1,6-1,2 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 Fonte: UniCredit-RegiosS Emilia Romagna Italia Em ilia Rom agna Italia 2 L economia della regione mostra nel III trimestre del 2008 maggiore affanno rispetto alla situazione italiana. Prosegue infatti la flessione dell attività economica emiliano-romagnola, tanto che da giugno il tasso di variazione del corrispondente indicatore è negativo. I segnali più forti del peggioramento del quadro congiunturale vengono dal settore industriale, che rappresenta una parte rilevante del sistema produttivo regionale. Gli indicatori qualitativi elaborati dall Isae relativi ai livelli di ordini e produzione hanno saldi negativi e in continua diminuzione dall inizio dell anno e scendono, rispettivamente, a -59 (sui minimi storici dall inizio degli anni 90) e -46 nel mese di dicembre Anche le aspettative degli imprenditori risultano decisamente negative (-26 per gli ordini e -28 per la produzione). Significativo è anche il saldo delle aspettative degli imprenditori sulla tendenza a breve termine dell economia, che in dicembre è arrivato a -72, ben al di sotto di quanto registrato a livello nazionale (-58). Prosegue la fase di rallentamento dei consumi di beni durevoli e della domanda interna. La variazione delle immatricolazioni di nuove auto è stata nel mese di novembre pari al -26,3% su base annua, dopo una forte riduzione anche nel mese precedente. Si mantiene invece positiva la dinamica delle esportazioni, sebbene con un ritmo molto più contenuto rispetto al 2007: nel III trimestre 2008 l aumento è stato dell 1,4% (a/a). Tuttavia, il livello degli ordini esteri in dicembre, pari a -65, fa presagire un calo dell export nell ultimo trimestre del Il numero di imprese attive, al netto delle imprese agricole, è rimasto sostanzialmente stabile (+1,1), nonostante l aumento delle cessazioni (+2,0% a/a) e una più consistente diminuzione delle nuove iscrizioni (-5,4% a/a). In questo quadro poco entusiasmante s inserisce la sostanziale stabilità del mercato del lavoro. Nel III trimestre aumenta il numero degli occupati totali (+1,8% a/a); la crescita ha riguardato tutti i settori, in particolar modo l industria (+2,8%).

3 Andamento dell attività economica rispetto a quello delle altre regioni del Nord Est settembre settembre 2008 giugno settembre ,0 3,2 2,8 1,6 2,4 1,2 2,0 1,6 0,8 1,2 0,4 0,8 0,0 0,4 0,0-0,4-0,4-0,8-0,8-1,2-1,2-1,6-1,6 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 giu-07 set-07 dic-07 mar-08 giu-08 set-08 Trentino A. A. Friuli V.G. Veneto Em ilia Rom agna Trentino A. A. Friuli V.G. Veneto Em ilia Rom agna Fonte: UniCredit-RegiosS L indicatore di attività economica Unicredit-RegiosS segnala una sostanziale crescita dell Emilia Romagna fino alla fine del 2006 e la successiva flessione più che proporzionale rispetto alle altre regioni del Nord Est. A partire da aprile 2007 anche le altre regioni dell area entrano in un percorso di rallentamento della crescita e registrano nel III trimestre del 2008 valori negativi dell indicatore di attività economica, con l unica eccezione del Veneto. 3 La correlazione tra i PIL delle province emiliano romagnole e il PIL nazionale appare piuttosto polarizzata per il periodo Ben 5 province (Modena, 0,79; Reggio Emilia, 0,76; Bologna, 0,74; Rimini, 0,71 e Ravenna, 0,67) risultano ad alto impatto : qui la correlazione è elevata e le province fanno parte del gruppo che contribuisce in buona misura all andamento dell economia. Piacenza presenta un grado di correlazione medio-alta (0,47); invece Parma (0,32), Forlì-Cesena (0,2) e Ferrara (0,19) sono caratterizzate da una correlazione medio-bassa e presentano un modello di sviluppo che le protegge nei periodi di crisi, essendo province anticicliche. L Emilia Romagna si caratterizza pertanto per differenti modelli di economia locale. (Fonte: Istituto Tagliacarne)

4 La congiuntura Grado di utilizzo degli impianti manifattura e imprese estrattive (%) 81 Imprese manifatturiere ed estrattive che dichiarano che la domanda insufficiente è un ostacolo alla produzione (%) III trim. IV trim. I trim II trim. III trim. IV trim Fonte: ISAE Vendite della GDO Var. % a/a I trim II trim III trim IV trim I trim II trim III trim Nord Est Emilia Romagna Italia 0 III trim IV trim I trim Fonte: ISAE II trim III trim IV trim I trim II trim III trim IV trim Ricorso alla cassa integrazione Var % a/a I trim II trim III trim set-ott 05 nov-dic 05 gen-feb 06 mar-apr 06 mag-giu 06 lug-ago 06 Fonte: Unioncamere-REF sett-ott 06 nov.dic.06 gen-feb 07 mar-apr 07 mag-giu 07 lug-ago 07 sett-ott 07 nov-dic 07 gen-feb 08 mar-apr 08 mag-giu 08 lug-ago 08 sett-ott 08 Fonte: INPS Nella seconda parte del 2008 si individua un indebolimento della domanda a livello nazionale. In Emilia Romagna emergono segnali che tale indebolimento sia sostanzialmente simile. Fonte: Anche nostre le elaborazioni imprese del su dati Nord Istat Est, emiliano-romagnole comprese, hanno risentito di questo andamento: il grado di utilizzo degli impianti nel settore manifatturiero ed estrattivo è in forte calo, mentre cresce più che in Italia il numero di imprenditori che ritiene che gli ostacoli alla produzione siano legati all insufficienza della domanda. Infine, in Emilia Romagna è aumentato in misura esponenziale il ricorso alla cassa integrazione ordinaria dic-05 gen-06 feb-06 mar-06 apr-06 mag-06 giu-06 lug-06 ago-06 set-06 ott-06 nov-06 dic-06 gen-07 feb-07 mar-07 apr-07 Ordinaria mag-07 giu-07 lug-07 ago-07 set-07 Straordinaria ott-07 nov-07 dic-07 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08

5 La demografia delle imprese(*) Numero imprese attive (2008), migliaia e % sul totale nazionale III trimestre [1,9] 98 [1,9] 12 [0,2] 810 [15,5] 454 [8,7] 412 [7,9] 423 [8,1] 139 [2,7] 359 [6,9] 159 [3,0] 81 [1,6] Bologna Modena Reggio Emilia Parma Forlì- Cesena Ravenna Ferrara Rimini Piacenza [2,5] N. imprese attive (migliaia) tasso di imprenditorialità 149 [2,9] 449 [8,6] 32 [0,6] 464 [8,9] 337 [6,5] 55 [1,1] 10% 8% 155 [3,0] 6% 4% 388 [7,4] 2% 0% * Escluso imprese operanti nell Intermediazione monetaria e finanziaria Fonte: nostre elaborazioni su dati Movimprese; ISTAT -2% Italia Nord Est Emilia Romagna Bologna Modena Reggio Emilia Parma Forlì- Cesena Ravenna Ferrara Rimini Piacenza Natalità = iscritte(2008) / registrate (2007) Mortalità = cessate(2008) / registrate (2007) Nati-mortalità = natalità - mortalità Nel III trimestre 2008 l Emilia Romagna presenta un tasso di imprenditorialità (numero di imprese attive ogni abitanti) pari a 98,4, ben al di sopra del dato nazionale (86,0) e del Nord Est (94,5). Sotto la media regionale si collocano solo Bologna (88,8) e Ferrara (97,3). 5 Le imprese della regione, in accordo con il dato nazionale e del Nord Est, registrano nel 2008 prevalentemente un tasso di natimortalità lievemente negativo. Una più spiccata incidenza delle imprese cessate sulle iscritte si evidenzia a Modena e Ferrara. Viceversa, a Bologna, Ravenna, e in misura minore a Rimini, si registra una sostanziale tenuta del tasso di nati-mortalità.

6 Il ruolo della specializzazione regionale 6 Informatica e attivita' connesse 1,4% Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 3,7% Turismo 5,7% Imprese attive per settore (2008) Altro 21,7% Commercio all'ingrosso 8,7% Prodotti e lavorazioni minerali non metalliferi 3,4% Editoria e carta 5,1% Industria tessile e abbigliamento 12,7% Commercio al dettaglio 11,2% Imprese attive nella manifattura (2008) Fonte:nostre elaborazioni su dati Movimprese Altro 4,7% Agricoltura, caccia e pesca 16,8% Edilizia 17,3% Legno, gomma e materie plastiche 14,1% Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 16,4% Industria in senso stretto 13,5% Metalli e prodotti in metallo 22,2% Meccanica, ottica, apparecchi elettrici e mezzi di trasporto 21,4% Agricoltura Il settore ha un alto numero di imprese attive (16,8%), sebbene in calo rispetto al 2007 (-1,6%). La ristrutturazione che pare in atto nel settore sembra tuttavia aver portato anche risultati positivi: nel III trimestre 2008 le esportazioni di prodotti agricoli sono cresciute del 4,4% rispetto al corrispondente periodo del Inoltre, continua l aumento della dimensione media delle imprese agricole, ormai sostanzialmente più elevata della media nazionale. Manifattura Il comparto economico occupa una quota di imprese attive pari al 13,5% del totale. Gli ambiti di eccellenza sono il comparto dei metalli e prodotti in metallo (22,2%), la meccanica, ottica, apparecchi elettrici e mezzi di trasporto (21,4%) e l industria alimentare (16,4%). In questo settore si registra una tenuta del numero di imprese attive (+1,2%), che si associa ad una uguale dinamica delle esportazioni (+1,3%) rispetto al III trimestre Edilizia E molto consistente la presenza di imprese operanti nel campo delle costruzioni (17,3%), un dato sostanzialmente stabile rispetto al 2007 (+1,2%). Commercio Settore che vanta un numero stabile di imprese attive, anche grazie al processo di ammodernamento della rete distributiva locale, che ha visto prevalere la dinamica della grande distribuzione (+1%) rispetto a quella degli esercizi al dettaglio (-0,6%). Turismo Nel settore opera un numero crescente di imprese attive (+2,5% rispetto al 2007), sebbene i dati provvisori per il 2008 indichino una flessione sia negli arrivi (-1,7%) che nelle presenze (-2,2%).

7 La competitività dell industria regionale (milioni di euro) Saldo della bilancia commerciale e del principale comparto manifatturiero provinciale (III trimestre 2008) macchine ed apparecchi meccanici: 179,3; +5,1% macchine ed apparecchi meccanici: 246,9; +20,2% macchine ed apparecchi meccanici: 686,2; +12,5% macchine ed apparecchi meccanici: 588,0; +5,0% macchine ed apparecchi meccanici: 899,3; -7,6% mezzi di trasporto 138,5; -24,2% macchine ed apparecchi meccanici: 122,9; -5,9% macchine ed apparecchi meccanici: 168,1; +18,5% industra tessile: 123,1; +8,9% Esportazioni per comparti del settore manifatturiero quota sul III trimestre 2008 (sx, %) e variazione (dx, %) Quota sul totale Variazione , ,2 2,1 1,3 11,1 10,0-2,1 8,1 7,9 7,0 6,8 6,5-8,2 9,0 10,6-3,9-7,0 2,7 2,2 10 5, Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forli Cesena Rimini III trimestre Saldo III trimestre Saldo 7 Giappone 1,5% Medio Oriente 4,8% Aree di destinazione delle esportazioni (al III trimestre 2008) Cina 1,7% UE27 57,8% Russia 4,2% Turchia 1,7% Romania 1,7% altri paesi europei (extra- EU27) 4,5% altri paesi asiatici 5,4% Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT altri paesi UE27 20,9% Germania 12,3% America centro Spagna; 5,8% meridionale 3,2% Regno Unito 5,5% Polonia; 2,5% America settentrionale 8,4% Africa 4,4% Oceania 1,4% Francia; 10,8% Competitività dell industria regionale (tassi tendenziali annui): le esportazioni primi tre trimestri del 2008 sono cresciute del 6,5%, proseguendo il trend positivo degli anni precedenti. La regione manifesta un ampia propensione allo scambio con i partner europei, con una dinamica più vivace verso i paesi dell Est (Russia, +24,4%; Romania, +23,5%; Polonia, +18,6%; ). L Asia risulta la seconda area di destinazione delle esportazioni con una quota del 12,8%. Aumentate le vendite in Medio Oriente (+21,2%) e Africa (+20,4%), mentre diminuiscono in America Settentrionale (-9,7%). Export dei settori di specializzazione dell economia regionale (tassi tendenziali annui): nel III trimestre 2008 si è stabilizzato il ciclo espansivo delle vendite all estero del settore manifatturiero (+1,3%), con una dinamica negativa anche per alcuni comparti rilevanti (mezzi di trasporto, -2,1%; minerali non metalliferi, -8,2%). In crescita le esportazioni dell industria chimica (+9,4%), alimentare (+9%) e del comparto produzione metallo e prodotti in metallo (+8,2).

8 R&S e bilancia dei pagamenti della tecnologia 8 (milioni di euro) Spesa imprese in R&S (% PIL) Intensità della spesa in R&S, ,4% Piemonte 1,2% 1,0% 0,8% Lombardia Emilia-Romagna Liguria 0,6% ITALIA Abruzzo Friuli-Venezia Giulia Lazio Toscana 0,4% Bolzano Veneto Campania Trento Marche Basilicata Sicilia 0,2% Valle d'aosta Umbria Molise Puglia Sardegna Calabria 0,0% 0,0% 0,2% 0,4% 0,6% 0,8% 1,0% 1,2% Spesa pubblica in R&S (% PIL) Saldi tra incassi e pagamenti della bilancia tecnologica, Emilia-Romagna NORD-OVEST NORD-EST CENTRO MEZZOGIORNO ITALIA Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT; Banca d Italia In Emilia Romagna il tessuto industriale è molto attivo nella ricerca e sviluppo, con un intensità di spesa in R&S da parte delle imprese ben al di sopra del livello nazionale. Leggermente al di sotto della media nazionale, invece, gli investimenti pubblici in R&S. Qualcosa sta cambiando nella capacità di innovazione tecnologica della nostra impresa? Vi sono indizi che sembrerebbero fornire, a prima vista, una risposta positiva. La bilancia dei pagamenti della tecnologia, che riporta i flussi di incassi e pagamenti di tecnologia non incorporata in beni fisici (diritti di proprietà industriale ed intellettuale, come brevetti, licenze, marchi di fabbrica, knowhow e assistenza tecnica) registra per l Italia un miglioramento rilevante. Nel bienno , per la prima volta dal 1992, si segnala un surplus, grazie ad una mutazione in atto nella densità di tecnologia e conoscenza introdotta nei manufatti nazionali. In controtendenza il Nord Est, l area del Paese con il peggior saldo, per di più negativo, nel L Emilia Romagna contribuisce in modo limitato a tale risultato; tuttavia, nel periodo la regione ha registrato solo nel 2005 un lieve surplus.

9 Le componenti della bilancia dei pagamenti della tecnologia 0,09% 0,08% Saldo della bilancia tecnologica per componente, 2007 (% PIL) 0,07% 0,06% 0,05% 0,04% 0,03% 0,02% Emilia Romagna Nord Est Italia 0,01% 0,00% -0,01% -0,02% -0,03% -0,04% Cess./acq. brevetti Diritti sfruttamento brevetti Cess./acq. invenzioni Know how Diritti sfruttamento marchi, modelli, disegni Cess./acq. marchi, modelli, disegni Ass. tecnica per cessioni e diritti sfruttamento Studi tecnici e engineering Formazione personale Invio tecnici esperti Servizi R&S Altri regolam. tecnologici Il deficit della bilancia tecnologica della regione è principalmente dovuto alle transazioni riguardanti la R&S realizzata all estero o finanziata dall estero: in Emilia Romagna i pagamenti superano abbondantemente gli incassi. Occorre sottolineare che questa voce registra i flussi volti a finanziare l input della R&S (ad esempio, outsourcing infragruppo di attività R&S o acquisto di R&S svolta da centri di ricerca e Università esteri) e non i risultati diretti di tale attività. Pertanto, non necessariamente un saldo negativo di questa componente va interpretato in maniera sfavorevole. 9 Anche le transazioni relative a marchi di fabbrica, modelli e disegni contribuiscono negativamente al saldo regionale, mentre l Emilia Romagna ha un ruolo decisamente positivo per quanto riguarda gli scambi più strettamente connessi al capitale umano (invio all estero di tecnici ed esperti, studi tecnici e di engineering, know how e formazione del personale). Fonte: nostre elaborazioni su dati Banca d Italia; ISTAT

10 Dinamica della bilancia dei pagamenti della tecnologia: un break strutturale nel 2006? 0,05% 0,04% 0,03% 0,02% 0,01% Variazione dei saldi della bilancia tecnologica, (% PIL) In Italia il passaggio ad un surplus della bilancia dei pagamenti della tecnologia realizzato nel 2006 è principalmente legato ad un maggior contributo positivo degli studi tecnici ed engineering e dei servizi di R&S, nonché alla notevole riduzione del deficit delle transazioni sui diritti di sfruttamento dei brevetti. 10-0,01% -0,02% -0,03% 0,02% 0,02% 0,01% 0,01% 0,00% -0,01% -0,01% -0,02% -0,02% -0,03% Cess./acq. brevetti Variazione dei saldi della bilancia tecnologica, (% PIL) Cess./acq. brevetti Diritti sfruttamento brevetti Emilia Romagna Nord Est Italia Diritti sfruttamento brevetti Cess./acq. invenzioni Cess./acq. invenzioni Know how Know how Diritti sfruttamento marchi, modelli, disegni Diritti sfruttamento marchi, modelli, disegni Cess./acq. marchi, modelli, disegni Cess./acq. marchi, modelli, disegni Ass. tecnica Studi tecnici e per cessioni e engineering diritti sfruttamento Ass. tecnica Studi tecnici e per cessioni e engineering diritti sfruttamento Formazione personale Formazione personale Invio tecnici esperti Invio tecnici esperti Servizi R&S Servizi R&S Altri regolam. tecnologici Altri regolam. tecnologici Nel 2006 per l Emilia Romagna si registrano invece miglioramenti nelle transazioni relative all invio all estero di tecnici ed esperti e nella cessione/ acquisizione di brevetti. Anche in regione svolgono un ruolo positivo le transazioni relative agli studi tecnici e di engineering. Nel 2007 la regione ha nuovamente realizzato notevoli miglioramenti nell ambito dell invio all estero di tecnici ed esperti. Inoltre, un contributo positivo proviene dalle transazioni sui diritti di sfruttamento di marchi, modelli. Entrambe queste componenti hanno consentito all Emilia Romagna di ridurre il deficit della bilancia tecnologica e distinguono la regione sia dal Nord Est che dall Italia. In netto peggioramento invece il saldo relativo ai servizi di R&S e, in misura minore, le transazioni riguardanti marchi di fabbrica, modelli e disegni e i diritti di sfruttamento dei brevetti. Fonte: nostre elaborazioni su dati Banca d Italia; ISTAT

11 Transizione verso forme organizzative più strutturate e miglioramento della qualità e del contenuto tecnologico dei prodotti Una correlazione positiva tra produttività e propensione all esportazione è ben documentata nelle indagini sulle imprese manifatturiere. L analisi più recente supporta l ipotesi che tale correlazione possa riflettere l intensità degli investimenti in R&S o in nuove tecnologie, che agiscono positivamente sia sulla produttività che sull aumento in valore delle esportazioni. Dalla nostra precedente analisi sulla bilancia tecnologica emerge che tale ipotesi sembra essere valida sia per l Italia, sia, con alcuni distinguo, per l Emilia Romagna. Ma cosa si può dire a proposito delle piccole imprese? Dall ultimo Rapporto UniCredit sulle Piccole Imprese si evidenzia che l ottica di sviluppo delle stesse è rivolta prevalentemente al rafforzamento organizzativo aziendale, per dotarsi di risorse competitive, irrobustire il controllo delle performance aziendali e trovare nuovi spazi di mercato. 11

12 L innovazione nelle piccole imprese è stata decisiva per mantenere la competitività Innovazione dell organizzazione interna, ad esempio con una più chiara suddivisione dei compiti e\o delle fasi, creare delle funzioni aziendali Miglioramento della qualità dei prodotti\servizi offerti Miglioramento del contenuto tecnologico dei prodotti offerti Innovazione dei processi aziendali (produzione, gestione magazzino) Ricerca di nuovi prodotti\servizi rispetto a quelli già esistenti Emilia Romagna Nord Est Italia Le piccole imprese dell Emilia Romagna hanno soprattutto migliorato la qualità dei loro prodotti e, in misura più ridotta, il contenuto tecnologico degli stessi e la ricerca di nuovi prodotti\servizi rispetto a quelli già esistenti. 12 Fonte: indagine sulla piccole imprese, UniCredit Divisione Retail, Network Italy

13 Le strategie per la competitività Emilia Romagna Nord Est Italia Trasferire il controllo gestionale a un manager esterno 9,6 9,7 12,8 Affidare all esterno parte della produzione e focalizzarsi sulle fasi produttive più redditizie 28,6 26,7 30,1 Suddividere meglio i compiti e le funzioni o le loro fasi; creare nuove funzioni aziendali (es. finanza, amministrazione, ecc...) 52,2 51,5 55,6 Stipulare accordi con altre imprese; partecipare a consorzi 47,8 48,8 52,5 Trovare nuovi mercati di sbocco 60,0 60,3 64,0 Totale interviste L handicap dimensionale delle piccole imprese, che si riflette sulle limitate risorse manageriali e di capitale da dedicare allo sviluppo di funzioni aziendali nelle aree critiche dell innovazione organizzativa (marchi e brevetti, design, marketing, distribuzione, comunicazione, logistica, fino alla presenza diretta come produttori multinazionali), può essere compensato se l impresa adotta la configurazione organizzativa oggi emergente: l impresa al centro di una costellazione di produttori specialisti associati, legati al committente da vincoli fiduciari e con contratti economicamente incentivanti per investimenti adeguati, al fine di garantire livelli di qualità e di sofisticazione produttiva altrimenti impossibili da raggiungere. 13 Fonte: indagine sulla piccole imprese, UniCredit Divisione Retail, Network Italy

14 Elevati costi connessi agli investimenti emergono come principali freni all innovazione Emilia Romagna Nord Est Italia Molto Abbastanza Poco Per niente non sa / non indica Totale interviste 35,2 34,3 31,9 39,8 40,8 42,2 13,2 13,2 13,7 9,8 10,3 10,8 2,1 1,5 1, Fonte: indagine sulla piccole imprese, UniCredit Divisione Retail, Network Italy

15 I confidi: un ponte tra la banca e le piccole imprese Conoscenza più diffusa rispetto al 2006, ma i margini di miglioramento sono ancora ampi Chi ne conosce l esistenza li reputa utili: assistenza sull immagine e affidabilità dell imprenditore possibilità di superare l ostacolo dell opacità informativa Conoscenza dello strumento confidi Utilità dello strumento confidi 51,9% Nord Est 55,7% Italia 16,5% Nord Est 18,1% Italia No Si No Si 48,1% Nord Est 44,3% Italia 83,5% Nord Est 81,9% Italia 15 Fonte: indagine sulla piccole imprese, UniCredit Divisione Retail, Network Italy

16 Nel Nord Est ci sono ancora margini di miglioramento sulla durata media degli affidamenti garantiti dai confidi Durata media degli affidamenti garantiti Nord Est, ,5% 84,6% 3,8% Italia, ,0% 83,2% 12,9% Italia, ,9% 81,2% 5,9% Fino a 18 mesi Da 18 a 60 mesi Oltre 60 mesi 16 Fonte: indagine sulle associazioni di categoria e i confidi, UniCredit Divisione Retail, Network Italy

17 Appendice Indicatore di attività economica UniCredit RegiosS L indicatore regionale di attività economica è costruito sintetizzando l informazione contenuta in differenti serie macroeconomiche. Il dataset utilizzato comprende 39 variabili provenienti da diverse fonti (gli indicatori di fiducia delle imprese e dei consumatori dell Isae, i dati Istat relativi a occupazione, importazioni, esportazioni e prezzi al consumo, i dati Unioncamere relativi alla nati-mortalità imprenditoriale, al netto delle imprese agricole, e i dati Anfia sulle immatricolazioni di auto, come proxy dei consumi). Queste variabili sono combinate estraendo gli elementi comuni e interpolando, attraverso questi fattori, il tasso di crescita del prodotto interno lordo per regione disponibile con dati definitivi al Le stesse variabili e i fattori sono poi utilizzati per completare la serie del PIL regionale (a frequenza mensile) rendendola il più possibile aggiornata. L indicatore regionale riproduce il tasso di crescita tendenziale del PIL a frequenza mensile ed è costruito utilizzando variabili ad alta frequenza (mensile e trimestrale), per questo motivo risulta particolarmente volatile e coglie in anticipo e con maggiore intensità fasi di espansione o rallentamento dell economia. L indicatore di attività economica, aggiornato a settembre 2008, è stato elaborato utilizzando i dati disponibili al 7 gennaio Il 6 ottobre 2008 l Istat ha pubblicato le stime definitive dei conti economici regionali relative al 2006, la revisione dei dati relativi agli anni precedenti (dal 2001) e il riallineamento alle stime nazionali pubblicate ad aprile Nella costruzione dell indicatore è stato tenuto conto di queste recenti revisioni, in alcuni casi particolarmente rilevanti, per questo motivo gli andamenti degli indicatori regionali aggiornati presentano delle differenze con quelli precedentemente stimati. L Istat ha diffuso, con tre mesi di anticipo, anche i dati per il 2007, ma essendo stime provvisorie soggette a future e pesanti modifiche, non sono state inserite nella costruzione dell indicatore. 17

18 Contatti Serena Frazzoni (coordinatrice del Rapporto Congiunturale regionale) Cynthia Panas Responsabile Ufficio Studi Zeno Rotondi

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