Considerazioni in materia di protezione internazionale riguardanti le persone che fuggono dalla Repubblica Araba Siriana, Aggiornamento IV

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1 Traduzione italiana non ufficiale Considerazioni in materia di protezione internazionale riguardanti le persone che fuggono dalla Repubblica Araba Siriana, Aggiornamento IV Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) Novembre 2015 HCR/PC/SYR/01 1

2 Indice Introduzione... 3 Conflitto e condizioni di sicurezza... 3 Vittime civili... 4 Migrazione forzata... 4 Situazione dei diritti umani e violazione del diritto internazionale umanitario Conseguenze del conflitto e delle violenze sulla popolazione civile all interno della Siria... 6 Situazione umanitaria... 9 Accesso al territorio e diritto di cercare asilo Carattere civile e umanitario dell asilo Esame delle domande di asilo individuali Profili delle persone a rischio Considerazioni in materia di esclusione Ritorni, moratoria sui ritorni forzati e considerazioni sulle domande sur place Solidarietà e condivisone di responsabilità

3 Introduzione 1. Questo documento fornisce un aggiornamento e sostituisce la precedente posizione dell UNHCR sulle Considerazioni in materia di protezione internazionale riguardanti le persone che fuggono dalla Repubblica Araba Siriana, Aggiornamento III dell ottobre del Il presente documento si basa sulle informazioni disponibili fino al 15 novembre 2015, laddove non diversamente indicato, e verrà aggiornato al verificarsi di ulteriori sviluppi. Tutte le decisioni in merito alla protezione internazionale delle persone in fuga dalla Siria devono basarsi su informazioni aggiornate in merito alle condizioni di sicurezza, dei diritti umani e umanitarie della nazione. Conflitto e condizioni di sicurezza 2 Attualmente il paese è pressoché interamente interessato dalle violenze, che vedono in campo diversi attori coinvolti in conflitti parzialmente sovrapposti e che stanno coinvolgendo sempre più diversi attori regionali ed internazionali. La nazione è profondamente divisa in quanto le parti in conflitto, incluse le forze militari siriane, il gruppo dello Stato islamico dell Iraq e Al-Sham (di seguito ISIS), gruppi armati non-governativi e le forze curde (Unità di protezione popolare, YPG), esercitano un controllo ed un influenza in diverse zone del paese. Considerato che gli sforzi internazionali per porre fine al conflitto siriano non hanno ancora avuto successo, il conflitto continua senza tregua con conseguenze devastanti per la popolazione civile siriana, comportando tra l altro un aumento delle vittime civili, migrazioni forzate su larga scala all interno e all esterno del paese e una crisi umanitaria senza precedenti. In alcune aree sono stati negoziati deboli e locali cessate il fuoco tra il governo e le forze antigovernative, portando ad una temporanea diminuzione dei combattimenti a livello locale. 3. Nel momento della stesura del presente documento, le forze militari siriane continuano ad esercitare un controllo completo o parziale in molti capoluoghi di provincia (tranne Raqqa e Idlib), inclusa la capitale Damasco, così come nei governatorati costieri di Lattakia e Tartous. Tuttavia, è stato documentato che nel corso dello scorso anno le forze militari siriane hanno perso molti posti e posizioni militari strategiche in diversi governatorati, tra cui quelli orientali di Homs, Idlib e Dera a a causa della mancanza di lavoro uomini in campo e dell aumento della pressione militare da parte di gruppi armati non-governativi. Più di recente, con l aumentare del supporto da parte degli alleati stranieri, le forze governative hanno lanciato una forte offensiva militare lungo diversi fronti al fine di riguadagnare il terreno perduto, inclusi i governatorati di Aleppo, Hama e Lattakia. 4. L ISIS ha consolidato il suo controllo su una porzione per lo più contigua di territorio che si trova prevalentemente a nord e a nord-est della Siria (così come su ampie zone nel vicino Iraq), tra cui la campagna orientale di Aleppo, i governatorati di Raqqa, Deir Ez-Zour e i governatorati meridionali di Hassakeh, nonostante le pesanti perdite per mano delle forze curde nella parte nordoccidentale della Siria, lungo la frontiera con la Turchia. Allo stesso tempo è stato documentato che l ISIS ha esteso la sua zona di controllo e di influenza, in particolare nell area centrale della Siria, nelle aree occidentali del governatorato di Homs (dove ha occupato i villaggi di Palmira e Qaryateen rispettivamente il 21 maggio ed il 6 agosto del 2015), ma anche in aree più a sud, come ad esempio nei governatorati di Dera a e Suweida. 5. Diversi gruppi armati non governativi con posizioni ideologiche e politiche differenti e con alleanze mutevoli sono principalmente attivi nei governatorati meridionali di Dera a e Quneitra, Damasco rurale, nella parte settentrionale del governatorato di Homs, nella campagna di Lattakia, nonché nei governatorati di Idlib e Aleppo. È noto che i gruppi armati non governativi hanno compiuto conquiste tatticamente importanti contro le forze governative nei governatorati di Dera a, Aleppo e Idlib, che hanno portato tra al altro al pieno controllo del capoluogo di Idlib nel marzo del Inoltre i gruppi armati non governativi continuano a combattere in maniera intermittente l ISIS nella campagna del governatorato di Aleppo e nella parte meridionale del governatorato di Damasco. Il gruppo Jabhat Al-Nusra (JAN) gioca un ruolo importante tra i gruppi armati non governativi e cerca di imporre la sua ideologia estremista tra le comunità. 6. Le forze curde del YPG, supportate da gruppi armati locali e da attacchi aerei lanciati dalla coalizione internazionale, hanno esteso e consolidato il loro controllo sulle zone curde a nord del paese che risultano di fatto 3

4 autogestite in particolare Hassakeh, Kobane in arabo Ayn Al-Arab) e Afrin. Ha inoltre conquistato territori precedentemente controllati dall ISIS, in particolare le città strategiche di Kobane (governatorato di Aleppo) e Tal Abyad (governatorato di Raqqa), rispettivamente a gennaio e a metà giugno del Conseguentemente il YPG controlla una vasta zona contigua che collega i cantoni di Kobane e Al-Jazire (governatorato di Hassakeh). Il YPG continua a combattere contro l ISIS lungo tutta la parte settentrionale e nordoccidentale della Siria e si è scontrato in maniera intermittente con JAN e altri gruppi armati non governativi ad Aleppo e Hassakeh. Vittime civili 7. Si stima che il numero di persone uccise a causa del conflitto sin dal suo inizio nel 2011 si aggiri tra le e le unità. Il maggior numero di morti è stato registrato nel governatorato di Damasco rurale, seguito dai governatorati di Aleppo, Homs, Idlib, Dera a e Hama. Anche se la maggior parte delle vittime sono uomini (sia combattenti che civili), un quarto di tutte le morti tra i civili è rappresentato da donne e bambini. A causa del conflitto, il peggioramento del sistema sanitario in Siria ha causato migliaia di morti, altrimenti evitabili in situazioni normali, quali quelle determinate da malattie croniche, morti premature dovute a malattie infettive normalmente non fatali, problemi neonatali e malnutrizione. Inoltre il conflitto ha causato più di un milione di feriti, molti dei quali divenuti disabili a lungo termine; e ancora più numerose sono le persone che soffrono delle conseguenze psicologiche derivanti dal fatto di essere stati testimoni di violenze, di aver perso i familiari o dalle condizioni di migrazione forzata o deprivazione vissute. Migrazione forzata 8. La situazione in Siria si distingue a livello mondiale per il numero più elevato di migranti forzati dovuti a un unico conflitto, con circa metà della sua popolazione esule, tra cui 6,5 milioni di persone sfollate all interno della Siria e circa 4,2 milioni di rifugiati registrati nei paesi limitrofi ed in Nord Africa. Secondo la Commissione internazionale indipendente d inchiesta, la brutalità del conflitto continua a generare livelli senza precedenti di migrazioni forzate. Tra gennaio e ottobre del 2015, più di 1,2 milioni di persone, sono stato costrette a migrazioni, talvolta anche multiple, in tutta la nazione. Più della metà dei migranti forzati sono bambini. Tra i motivi principali che costringono alla migrazione forzata vanno considerati gli attacchi deliberati contro i civili e l incapacità delle parti in conflitto di proteggerli. Inoltre sempre più spesso le persone sono costrette a fuggire a causa della mancanza di servizi, in particolare per l inadeguatezza dell assistenza sanitaria e per la perdita dei mezzi di sussistenza in un contesto in cui il costo della vita continua ad aumentare. Le migrazioni forzate multiple costituiscono una caratteristica distintiva del conflitto in Siria e dipendono dal fatto che le prime linee continuano a spostarsi e che zone precedentemente sicure vengono coinvolte nel conflitto. Inoltre risultano casi di sfollati interni (IDPs) presi si mira e costretti con la forza ad un nuovo esodo. Molti sfollati interni sono particolarmente vulnerabili a rischi legati alla sicurezza e a restrizioni all accesso ai servizi, all assistenza e all impiego a causa della perdita dei documenti durante la fuga. Il protrarsi del conflitto continua a provocare migrazioni forzate. 9. Oltre ad una migrazione forzata interna su larga scala, 4,2 milioni di siriani hanno cercato rifugio nei paesi limitrofi e in Nord Africa, con circa 2,8 milioni di persone registrate in Turchia e più di 1,07 milioni in Libano dato che lo ha reso lo Stato con la più alta concentrazione pro capite di rifugiati nella storia recente; a questi si aggiungono siriani registrati in Giordania, in Iraq, in Egitto e in altri paesi del Nord Africa. A fine del 2014 si calcolava che la popolazione siriana all interno della Siria fosse diminuita di circa il 15% se comparata alla sua popolazione prima del conflitto. In un contesto in cui i paesi della regione stanno subendo forti pressioni demografiche, economiche, politiche, di sicurezza e sociali, i governi ospitanti hanno fatto ricorso con sempre maggiore frequenza a misure di controllo degli arrivi alle frontiere. 10. Il continuo deterioramento delle condizioni in Siria e nei paesi vicini sta spingendo un numero sempre più alto di rifugiati siriani a cercare rifugio altrove, in particolare in Europa. Conseguentemente le domande di asilo presentate dai siriani nei paesi europei (senza considerare la Turchia) sono aumentate in maniera significativa dall inizio del conflitto, con oltre richieste presentate tra aprile 2011 e ottobre Tra ottobre 2014 e ottobre 2015 il numero delle richieste di asilo registrate in Europa ha superato la quota di , ma molti dei siriani arrivati più 4

5 recentemente devono ancora presentare domanda di asilo o non l hanno ancora registrata a causa di diversi fattori, tra cui la mancanza di strutture di accoglienza e di prospettive di integrazione in alcuni paesi, così come del ritardo nella registrazione delle richieste di asilo a causa del loro ingente volume. 11. Risulta che un limitato ma crescente numero di rifugiati siriani stia rientrando in Siria con i propri mezzi dai paesi ospitanti della regione. I motivi per questi rientri includono, inter alia, il desiderio di riunirsi con i propri familiari in Siria che, alla luce dei rigidi controlli alle frontiere, non riescono a riunirsi con loro nei paesi ospitanti, la mancanza di possibilità di auto sostentamento in un contesto di deterioramento delle condizioni di vita e i tagli all assistenza umanitaria nei paesi ospitanti. Altri hanno espresso l intenzione di spostarsi, attraverso la Turchia, verso l Europa. È noto che decine di migliaia di rifugiati sono rientrati dalla Turchia a Kobane dopo che l ISIS ha perso il controllo su questo villaggio settentrionale e nelle zone vicine nel gennaio Le persone che ritornano devono affrontare vaste distruzioni, la mancanza di servizi ed il rischio di rinnovate violenze. Situazione dei diritti umani e violazioni del diritto internazionale umanitario 12. La situazione dei diritti umani in Siria continua a deteriorarsi. Secondo il Segretario Generale delle Nazioni Unite, le parti in conflitto continuano ad agire in totale impunità e completa inosservanza dei principi umani fondamentali e del diritto internazionale umanitario e nel suo rapporto di agosto del 2015 la Commissione indipendente di inchiesta ha descritto il comportamento delle parti belligeranti in relazione alla popolazione civile come prova vivente dei crescenti crimini di guerra e crimini contro l umanità, che richiedono giustizia, responsabilità e pace. La Commissione indipendente di inchiesta ha documentato che le parti in conflitto hanno commesso crimini di guerra e gravi violazioni dei diritti umani, inclusi atti che costituiscono crimini contro l umanità con diffusa impunità. 13. Diversi rapporti della Commissione indipendente di inchiesta e delle organizzazioni internazionali per i diritti umani mostrano che le forze militari siriane stanno perpetrando omicidi, torture, stupri, sparizioni forzate e altri atti inumani che costituiscono crimini contro l umanità. Secondo le stesse fonti è stato documentato che le stesse forze hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra quali omicidi, torture, stupri e altre forme di violenza sessuale, oltre che attacchi mirati ai civili. Inoltre avrebbero ignorato la speciale protezione che in base al diritto umanitario dovrebbe essere accordata agli ospedali e al personale medico ed umanitario. I bombardamenti aerei indiscriminati e sproporzionati, anche con munizioni a grappolo, bombe barile e gas al cloro, così come il ricorso a bombardamenti di artiglieria, avrebbero causato un elevato numero di morti tra i civili, distrutto interi quartieri e diffuso il terrore tra la popolazione civile in zone sotto il controllo dei gruppi armati anti-governativi. Le forze militari siriane avrebbero posto sotto assedio alcune zone controllate dall opposizione attraverso il continuo ricorso ad attacchi protratti e a campagne di bombardamento. Secondo la Commissione indipendente di inchiesta e altre fonti, un certo numero di gruppi armati filo-governativi reclutano ed usano bambini nelle ostilità. 14. I rapporti della Commissione indipendente di inchiesta e di altre organizzazioni umanitarie rivelano che anche i membri dell ISIS si sono resi responsabili di torture, omicidi, stupri, schiavitù sessuale e migrazioni forzate come forme di attacco contro la popolazione civile nei governatorati sotto il loro controllo (Raqqa, Deir Er-Zour, Hassakeh, Aleppo, Hama e Homs), atti che costituiscono crimini contro l umanità. Secondo le stesse fonti l ISIS starebbe compiendo crimini di guerra, ivi compresi omicidi, esecuzioni senza equo processo, torture, rapimento di ostaggi, stupri e altre forme di violenza sessuale, reclutamento ed utilizzo di bambini nei combattimenti e attacchi contro soggetti protetti, così come altre gravi violazioni del diritto internazionale umanitario. Si segnala inoltre che l ISIS sta conducendo attacchi indiscriminati contro i civili con mortai e razzi, e che sta ricorrendo ad attentati suicidi. Inoltre, manifestazioni di dissenso reale o presunto nei confronti dell autorità dell ISIS o violazioni delle sue regole, che si basano su una stretta interpretazione della Shari a, possono risultare in gravi punizioni senza processo, quali ad esempio esecuzioni pubbliche, fustigazioni ed amputazioni. È stato riportato che l ISIS, motivato dalla sua ideologia radicale, considera diverse comunità religiose ed etniche come infedeli, prendendole di mira e costringendole a migrazioni forzate o distruggendone i luoghi di culto. Sempre secondo i rapporti della Commissione indipendente di inchiesta e altre fonti, l ISIS ha anche fatto ampiamente ricorso al reclutamento di bambini da utilizzare nelle operazioni militari, comprese missioni di attentatori suicidi ed esecuzioni. È noto come 5

6 l ISIS abbia, nel distretto conteso e densamente popolato di Deir Ez-Zour, negato a centinaia di migliaia di civili l accesso al cibo, alle medicine, all acqua, all elettricità e alla benzina. 15. Secondo i rapporti della Commissione indipendente di inchiesta e le organizzazioni internazionali, i gruppi armati anti-governativi sarebbero responsabili di crimini di guerra, tra cui omicidi, esecuzioni senza equo processo, tortura, rapimento di ostaggi, reclutamento ed utilizzo di bambini nei combattimenti e per funzioni non militari, attacchi contro obbiettivi protetti, personale medico e religioso e giornalisti. È stato documentato che i territori sotto il controllo governativo, incluse le aree abitate da minoranze religiose, sono frequentemente soggetti ad attacchi indiscriminati da parte dei gruppi armati anti-governativi anche attraverso l impiego di mortai, razzi ed ordigni esplosivi improvvisati (IED). I gruppi armati non governativi avrebbero assediato o temporaneamente interrotto la fornitura di acqua e/o di elettricità in alcune aree civili sospettate di simpatizzare per il governo. 16. Secondo quanto indicato dalla Commissione indipendente di inchiesta e da organizzazioni per i diritti umani, lo YPG e l Asayish, rispettivamente l ala militare e le forze di polizia del Partito dell Unione Democratica (PYD), sarebbero responsabili di violazioni dei diritti umani, tra cui arresti arbitrari e detenzioni, abusi nella fase di custodia cautelare, violazioni del diritto ad un equo processo e l incapacità di perseguire gli omicidi e le sparizioni forzate non ancora risolti. Si riferisce che lo YPG avrebbe interrotto diverse proteste anti-governative e anti-pyd, arrestando manifestanti ed oppositori politici. Dai rapporti emerge che subito dopo la riconquista da parte del YGP delle aree precedentemente sotto il controllo dell ISIS, lo YGP avrebbe perpetrato abusi principalmente contro civili non curdi, provocando tra l altro migrazioni forzate, la deliberata demolizione di abitazioni e la confisca e distruzione delle proprietà. Una recente commissione di inchiesta condotta da Amnesty International nei governatorati di Raqqa e Hassakeh documenta casi di migrazioni forzate di civili in dieci villaggi e la distruzione di altri due villaggi da parte delle forze curde, atti compiuti per rappresaglia nei confronti di chi era percepito come simpatizzante o legato all ISIS. Secondo il rapporto, lo YPG ha cercato di giustificare tali migrazioni forzate di civili sostenendo che fossero necessarie al fine di proteggere gli stessi abitanti o per ragioni militari. Successivamente lo YPG ha rigettato il rapporto, considerandolo arbitrario, fazioso, non professionale e politicizzato. Lo YPG e Asayish si sono impegnati a porre fine al reclutamento dei bambini e hanno iniziato un processo di smobilitazione di tutti i ragazzi di età inferiore ai 18 anni; tuttavia, sempre secondo i rapporti, durante l intero anno trascorso si sono verificati casi di reclutamento di bambini. Conseguenze del conflitto e delle violenze sulla popolazione civile all interno della Siria 17. Una caratteristica peculiare di questo conflitto consiste nel fatto che le diverse parti in campo speso imputano un opinione politica ad ampi gruppi di persone, comprese famiglie, tribù, gruppi religiosi o etnici o intere città, villaggi o quartieri. Di conseguenza, persone appartenenti a questi gruppi, anche senza essere state identificate singolarmente, sono diventate bersaglio di attacchi da parte di diversi attori, tra cui le forze governative, l ISIS e gruppi armati anti-governativi a causa del sostegno reale o presunto ad un altra parte del conflitto. Secondo numerosi rapporti, intere comunità a cui viene attribuita una particolare opinione o affiliazione politica in relazione al conflitto sono diventate il bersaglio di attacchi aerei, bombardamenti, tattiche di assedio, attacchi suicidi e autobombe, arresti arbitrari, sequestri, torture, stupri e altre forme di violenza sessuale e di esecuzioni extragiudiziali. La presunzione che una persona abbia una determinata opinione o appartenenza politica in relazione al conflitto spesso si basa su poco più che elementi indiziari, quali la presenza in o la provenienza da una determinata zona, l origine etnica, religiosa o tribale. Il rischio di venire attaccati è molto reale e non è in alcun modo ridimensionato dal fatto che la persona interessata potrebbe non essere presa di mira o subire danni su base individuale. 18. La condizione delle donne è drammaticamente peggiorata con il protrarsi del conflitto, che ha provocato una loro crescente esposizione a numerose violazioni perpetrate dai diversi attori coinvolti nel conflitto sulla base della loro appartenenza di genere. Migliaia di donne sono morte a causa di bombardamenti in aree civili e dell azione dei cecchini durante incursioni e massacri. Altre donne sono state arrestate, prese in ostaggio, hanno subito torture e violenze sessuali o violenze di altro genere, sono state utilizzate come scudi umani o sottoposte a interpretazioni restrittive della Shari a. Le donne sono diventate la figura principale o esclusiva nella cura delle famiglie in quanto 6

7 i familiari di sesso maschile sono stati feriti, resi invalidi, sono detenuti, scomparsi, morti, sono stati coinvolti nel conflitto o non possono muoversi per paura di essere arrestati, detenuti o giustiziati ai checkpoint. Le stesse affrontano particolari difficoltà nel tentativo di ricostruire le loro vite e di prendersi cura delle famiglie in un contesto in cui aumentano i rischi di abuso e sfruttamento. 19. I bambini sono una delle fasce di popolazione maggiormente colpite dal conflitto. Secondo l Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA), oggi la Siria è uno dei luoghi più pericolosi al mondo in cui essere un bambino. Migliaia di bambini sono stati uccisi o resi menomati a causa del fuoco incrociato, di attacchi e bombardamenti, oltre che per atti mirati di violenza, come le azioni dei cecchini durante incursioni o massacri. Molti altri sono stati feriti, arrestati, rapiti, torturati o soggetti a violenza sessuale, con l effetto di lasciare un elevato numero di minori gravemente traumatizzati. In Siria 5,6 milioni di bambini sono stati colpiti dal conflitto e vivono in condizioni di povertà, esodo e catturati nelle linee di fuoco e sono quasi due milioni i bambini che vivono in zone della Siria difficili da raggiungere. È noto che i bambini sono tra i soggetti maggiormente colpiti dagli assedi, che provocano morti principalmente a causa di malnutrizione e disidratazione tra i bambini piccoli. che Sarebbero più di due milioni i bambini che non vanno a scuola e più di quelli a rischio di abbandono. Molti bambini colpiti dal conflitto sono stati sottoposti, o potranno esserlo, a lavoro minorile, violenza domestica e/o matrimoni precoci e forzati. Diversi rapporti documentano il reclutamento di bambini per le funzioni di supporto e per il combattimento da parte di diversi attori in campo, atti che li mettono a grave rischio di morte, di subire lesioni, torture e traumi. All interno delle aree che non sono controllate dal governo i servizi di anagrafe civile sono stati interrotti e non funzionano più, con la conseguenza che molti bambini nati in Siria rimangono senza alcuna documentazione riconosciuta della loro identità, della composizione familiare o della nazionalità. 20. È documentato che il conflitto in Siria, associato alla progressiva affermazione della linea dura di gruppi armati islamisti ed estremisti, in particolare l ISIS e il JAN, ha aggravato le vulnerabilità ed i rischi preesistenti per le persone con un diverso orientamento sessuale ed identità di genere in Siria. È stato riferito che le persone con un diverso orientamento sessuale sono spesso soggette a maltrattamenti di vario genere per mano di differenti attori, tra cui i familiari più prossimi o la famiglia estesa, la società in generale e le autorità, così come una serie di gruppi armati, ivi compresi l ISIS e il JAN. Per timore di essere prese di mira molte persone di orientamento sessuale differente e diversa identità di genere fuggono dalla Siria, in particolare dalle aree poste sotto il controllo o l influenza dell ISIS. 21. Il livello di protezione e le condizioni umanitarie dei rifugiati palestinesi presenti in Siria continuano a peggiorare. Stante la loro presenza diffusa all interno dei principali centri urbani colpiti da violenti combattimenti, in particolare nei governatorati di Dera a, Damasco, Damasco rurale, Homs, Hama, Lattakia e Aleppo, tutti i 12 campi e le 23 comunità dei rifugiati palestinesi sono state colpite direttamente dal conflitto. La natura intensa e pervasiva del conflitto e le azioni compiute dalle parti in conflitto hanno seriamente compromesso il lavoro dell Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA). Secondo l Agenzia dei circa rifugiati palestinesi o altre persone che hanno diritto a ricevere i servizi dell UNRWA registrati in Siria prima del conflitto, sono stati costretti ad una migrazione forzata interna e più di sono fuggiti verso altri paesi. Nel complesso l UNRWA calcola che circa rifugiati palestinesi registrati dall Agenzia vivano ancora in Siria. La quasi totalità di questi, il 96%, sono considerati vulnerabili e necessitano di cibo, acqua e assistenza sanitaria, mentre quasi risiedono in aree dove gli aiuti umanitari arrivano con difficoltà. 22. Risulta che le parti in conflitto abbiano bloccato gli accessi umanitari e impiegato tecniche di assedio all interno dei campi dei rifugiati palestinesi. Dal 1 aprile 2015, Yarmouk (governatorato di Damasco) è stata oggetto di incursioni da parte di gruppi armati estremisti, tanto che la drammatica escalation delle violenze ha costretto migliaia di civili alla fuga nei luoghi limitrofi, tra cui Yalda, Babila e Beit Shaham. Immediatamente dopo l incursione, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha descritto Yarmouk come il cerchio più profondo dell inferno, dichiarando che il campo di rifugiati sembra assomigliare sempre più ad un campo di morte. Dall aprile del 2015 l UNRWA non ha più avuto accesso al campo di Yarmouk, mentre nel 2014 è riuscita ad accedere al campo solo 131 giorni nell arco dell intero anno. Alcune migliaia di civili sono rimasti intrappolati a Yarmouk in durissime condizioni e senza accesso all assistenza umanitaria. Inoltre, la significativa escalation 7

8 della violenza avvenuta a Dera a nel giugno del 2015 ha significativamente peggiorato la condizione umanitaria dei rifugiati palestinesi, privando la maggior parte di questi all accesso ai servizi di base e all assistenza. Molte abitazioni, negozi, scuole e strutture mediche all interno dei campi palestinesi e nelle aree abitate sono stati danneggiati o distrutti a causa dei combattimenti, dei saccheggi e degli attacchi, provocando la migrazione forzata di quasi tutti gli abitanti, in particolare nei campi di Dera a, Ein El-Tal (governatorato di Aleppo) e di Sbeineh (governatorato di Damasco rurale). Dall agosto 2015, in seguito a documentati miglioramenti delle condizioni di sicurezza a Husseiniyeh nel governatorato di Damasco rurale, circa famiglie sono tornate a vivere nell area. Si tratta per l 80% dei casi di rifugiati palestinesi. Come per altre minoranze, si segnalano casi di rifugiati palestinesi coinvolti nel conflitto per il fatto di essere sostenitori di uno dei fronti (o di essere percepiti come tali), ponendo in questo modo la comunità in generale a rischio di ritorsioni e abusi. I rifugiati palestinesi affrontano particolari difficoltà ad accedere a zone sicure fuori dalla Siria, avendone gli Stati vicini limitato l accesso. 23. L UNHCR esprime inoltre preoccupazione per circa rifugiati palestinesi provenienti dall Iraq che avevano cercato rifugio in Siria dalle violenze scoppiate in seguito alla caduta del regime di Saddam Hussein. I membri di questo piccolo gruppo di rifugiati stanno attualmente vivendo gravi problemi di sicurezza e non hanno accesso a soluzioni durevoli in Siria a causa della loro storia e del loro status giuridico all interno della nazione, che è profondamente distinto rispetto a quello della più vasta popolazione di rifugiati palestinesi in Siria. Per tale ragione il reinsediamento è considerato vitale per questo particolare gruppo vulnerabile al fine di assicurare l immediata protezione e garantire loro una soluzione durevole. 24. Molti rifugiati e richiedenti asilo che erano presenti in Siria, per lo più iracheni, hanno lasciato il paese sin dall inizio del conflitto nel 2011 e in mancanza di alternative sono stati costretti a ritornare nei loro paesi di origine. Altri sono nuovamente sfollati in altre zone all interno della Siria o sono stai costretti a migrare in altri paesi. Al 30 settembre 2015, approssimativamente rifugiati e richiedenti asilo (circa famiglie) erano ancora registrati presso l UNHCR in Siria. La maggior parte proviene dall Iraq, a cui si aggiungono piccoli gruppi originari dell Afghanistan, del Sudan e di altre nazioni. Tradizionalmente, la maggior parte dei rifugiati e richiedenti asilo abita a Damasco e nelle zone vicine ed in numero minore nei governatorati di Homs, Deir Ez-Zour e Dera a, nonché in altre aree direttamente colpite dal conflitto. I rifugiati e i richiedenti asilo che risiedono nelle zone di conflitto corrono il rischio di essere uccisi, feriti o arrestati. Molti non riescono a lasciare queste aree per differenti fattori, come la mancanza di documenti per passare i check-point, la mancanza di mezzi finanziari per trovare rifugio in qualche altro luogo, le condizioni di insicurezza e i blocchi stradali. Inoltre, in una situazione di perdurante conflitto e di illegalità sempre più diffusa, i rifugiati ed i richiedenti asilo sono particolarmente vulnerabili ed in mancanza di una rete familiare o comunitaria sono particolarmente esposti al rischio di essere detenuti, sequestrati, rapinati, minacciati e molestati. La percezione che i rifugiati o i richiedenti asilo possano essere associati ad una delle parti in conflitto, sulla base della loro nazionalità, etnia o religione, li espone ad attacchi diretti sia individuali che di gruppo. Come risultato del nuovo conflitto in Iraq partire dal 2014, nuovi gruppi di iracheni, incluse le minoranze, hanno lasciato l Iraq per dirigersi in Siria, tra cui circa Yazidi, giunti nel governatorato di Hassekeh nell agosto del Anche se molti di questi rifugiati attraversano la Siria per dirigersi nel Kurdistan iracheno, circa persone sono rimaste nel campo di Newroz all interno del governatorato di Hassekeh. 25. A causa della disoccupazione e della perdita dei mezzi di sussistenza, molti rifugiati e richiedenti asilo presenti in Siria hanno esaurito le loro risorse finanziarie. La maggior parte di essi dipende dagli aiuti umanitari; tuttavia, l UNHCR e altre organizzazioni riscontrano limitazioni all accesso ai rifugiati a causa di restrizioni legate a motivi di sicurezza. I rifugiati e i richiedenti asilo presenti in Siria devono inoltre competere con i grandi numeri di sfollati interni per ottenere alloggi a prezzi accessibili. Molti bambini rifugiati e richiedenti asilo hanno dovuto interrompere la loro istruzione e sono quindi esposti ad un maggior rischio di lavoro minorile o altre forme di sfruttamento. A causa del prolungarsi del conflitto le loro possibilità di trovare soluzioni durevoli sono diminuite. Il reinsediamento è diventata la sola opzione valida per garantire una protezione fisica ai rifugiati che necessitano di una soluzione durevole. Nel 2014 quasi rifugiati hanno lasciato la Siria per raggiungere altri paesi di reinsediamento, dando la priorità ai rifugiati con problematiche sanitarie, donne a rischio, minori non accompagnati e persone con necessità di protezione fisica e legale. Inoltre, un certo numero di rifugiati precedentemente residenti in Siria, principalmente iracheni, hanno avviato la procedura per il reinsediamento in paesi vicini dopo essere stati costretti a lasciare la 8

9 Siria. Sono necessari più posti per il reinsediamento per questi rifugiati e per tutti quei rifugiati vulnerabili che vivono ancora in Siria. 26. Nel caso in cui, a causa del conflitto in corso, dei rifugiati riconosciuti dall UNHCR sulla base del suo mandato in Siria si trasferiscano in un paese terzo, il riconoscimento sotto mandato dell UNHCR dovrebbe rivestire un peso considerevole nelle procedure di asilo nazionali. Situazione umanitaria 27. Al quinto anno di conflitto, la situazione umanitaria in Siria continua rapidamente a peggiorare. Il numero totale delle persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria all interno della Siria ha raggiunto quota 13,5 milioni, rispetto ai 12,2 milioni di febbraio del 2015, tra cui circa 6,5 milioni di sfollati interni. Anche se l intera Siria è interessata dal conflitto, secondo i rapporti esistenti coloro che hanno maggiormente bisogno di assistenza sono per lo più concentrati nei governatorati di Aleppo, Damasco rurale e Idlib. Alla fine del 2014, si calcolava che più di quattro siriani su cinque vivessero in condizioni di povertà, con circa 65% dei quali che viveva in condizioni di estrema povertà, in grado solo di garantirsi i prodotti alimentari e non alimentari fondamentali per la sopravvivenza delle famiglie. Circa il 30% della popolazione si trovava in condizioni di povertà assoluta, con unità familiari che non erano in grado di soddisfare nemmeno le necessità alimentari fondamentali e, nel caso di coloro che vivevano nelle zone di conflitto o assediate, in condizioni di fame, malnutrizione, e carestia. 28. L accesso al cibo, all acqua e ai servizi igienici, a un alloggio, all assistenza sanitaria e all istruzione sono fortemente influenzati dagli effetti cumulativi dei conflitti armati e dalla conseguente distruzione delle infrastrutture, dall interruzione dei servizi essenziali e dalla perdita dei mezzi di sostentamento. Tutte le parti in conflitto hanno una responsabilità nella distruzione dei servizi vitali, che ha comportato interruzioni nella fornitura di acqua potabile ed elettricità. 29. Secondo i rapporti del Segretario Generale della Nazioni Unite sull applicazione delle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza 2139 (2014), 2165 (2014) e 2191 (2014), le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite ed i loro partner sono stati in grado di fornire assistenza umanitaria a milioni di persone in stato di necessità, anche attraverso le linee del fronte e le frontiere. Tuttavia, l accesso agli aiuti umanitari rimane estremamente difficoltoso a causa delle condizioni di insicurezza e dei vincoli all accesso imposti dalle parti in conflitto. Suscita particolare preoccupazione il difficile raggiungimento di circa 4,6 milioni di persone, approssimativamente un quarto della popolazione, all interno di 127 località. È stato documentato che di queste, circa vivono ancora in aree poste sotto l assedio delle forze militari siriane e dell ISIS. Gli operatori umanitari corrono elevati rischi per la loro sicurezza, come dimostra il fatto che decine di essi sono stati uccisi, arrestati o rapiti e che diversi veicoli delle Nazioni Unite, oltre che numerosi magazzini e ambulanze, sono stati attaccati. 30. Nel dicembre del 2014, vista l inedita dimensione e il continuo protrarsi della crisi siriana e la continua necessità da parte della comunità internazionale di provvedere agli aiuti umanitari essenziali, le Nazioni Unite hanno lanciato il più grande appello della loro storia con Syria Response Plan 2015 e il Regional Refugee and Resilience Plan (3RP). I due piani richiedevano 7,43 miliardi di dollari per garantire l aiuto umanitario alla Siria e nei paesi limitrofi. Al 15 novembre 2015, secondo quanto riportato dal sistema finanziario di monitoraggio delle Nazioni Unite, i due piani hanno ricevuto rispettivamente solo il 37% ed il 51% dell interno budget richiesto. Nessun settore dei programmi di aiuto all interno della Siria e della regione è stato compromesso da questa mancanza. Accesso al territorio e diritto di cercare asilo 31. L UNHCR ritiene che la fuga di civili dalla Siria vada considerata come un flusso di rifugiati. I cittadini siriani e i rifugiati palestinesi che avevano la loro residenza abituale in Siria necessitano di protezione internazionale e continueranno ad averne bisogno fino al momento in cui le condizioni di sicurezza e la situazione dei diritti umani in Siria non miglioreranno significativamente e non saranno soddisfatte i requisiti per il ritorno volontario in condizioni di sicurezza e dignità. 9

10 32. L UNHCR esprime profondo apprezzamento per la generosità dimostrata dai paesi della regione che hanno accolto la maggior parte delle persone in fuga dalla Siria, nonostante ciò abbia comportato un enorme sforzo e una forte pressione sulle loro economie, sulle infrastrutture e le risorse governative. Se da un lato aumentano le pressioni sui paesi ospitanti della regione, dall altro lato destano crescente preoccupazione le difficoltà dei cittadini siriani e dei rifugiati palestinesi che avevano la loro residenza abituale in Siria molti dei quali sono stati costretti a spostarsi diverse volte a trovare accesso ed essere ammessi nei paesi ospitanti della regione e oltre. Sono infatti in aumento i casi di rimpatrio forzato e di rifiuto di accesso al territorio. 33. Il numero dei rifugiati e dei migranti che giungono in Europa via mare è aumentato significativamente nel 2015; si calcola che al 15 novembre 2015 più di persone - il 52% delle quali siriane - avessero cercato di attraversare il Mediterraneo a bordo di imbarcazioni. In ottobre del 2015 il numero di attraversamenti del Mar Mediterraneo è stato il più elevato di sempre C è motivo di credere che siano migliaia le persone, inclusi cittadini siriani, morte affogate o disperse. L impennata degli arrivi in Europa di rifugiati siriani, anche direttamente dalla Siria, è dovuta principalmente alla mancanza di fiducia che possa essere trovata a breve una soluzione politica per porre fine alla continua escalation del conflitto, oltre che al continuo peggioramento delle condizioni di vita dei siriani sia in Siria che nella regione, causato anche dalla mancanza di aiuti umanitari. Tra le ragioni che spingono i rifugiati a intraprendere nuovi spostamenti, l UNHCR documenta limitate opportunità di mezzi di sussistenza e di istruzione all interno dei paesi vicini che ospitano i siriani, difficoltà nel rinnovo della residenza legale e la sensazione nei rifugiati di crescente insicurezza. 34. In questo contesto, l UNHCR continua a sollecitare tutti i paesi affinché garantiscano che le persone in fuga dalla Siria, compresi i rifugiati palestinesi e altri residenti abituali in Siria, siano ammessi sul territorio e siano messi nelle condizioni di poter chiedere asilo. Alle persone in fuga dalla Siria che hanno attraversato le acque internazionali in cerca di protezione deve essere garantito lo sbarco in un luogo sicuro, intendendo come tale un luogo fisicamente sicuro, dove possono essere trovati i beni di prima necessità e dove possono essere sicuri dal refoulement. L ingresso e l ammissione di persone che hanno lasciato la Siria deve essere garantito prestando attenzione alla necessità di protezione in conformità con le responsabilità di ogni Stato secondo il diritto internazionale e nazionale, tra cui il diritto di accedere all asilo indipendentemente dal fatto che queste persone cerchino di entrare nel territorio senza idonea documentazione o comunque in modo irregolare. La tutela dell unità familiare e delle persone con specifiche esigenze devono essere garantite. L UNHCR chiede a tutti gli Stati che sia assicurata ai civili siriani la protezione dal respingimento e venga loro offerta protezione internazionale, in una forma che può variare a seconda delle procedure e delle capacità di accoglienza dei paesi che li ricevono, nel pieno rispetto dei diritti umani fondamentali. Carattere civile e umanitario dell asilo 35. Data la situazione di conflitto prevalente in Siria, è possibile che tra coloro che lasciano il paese e cercano protezione internazionale nei paesi confinanti vi possano essere persone che hanno preso parte alle ostilità. L UNHCR, pur essendo consapevole delle difficoltà che ciò può comportare nel contesto attuale, invita comunque i governi interessati a fare tutto il possibile per individuare i combattenti e i soggetti armati tra le persone provenienti dalla Siria e ad accoglierli separatamente, rispettando in questo modo il carattere umanitario e civile dell asilo. Le persone che vengono identificate come combattenti o soggetti armati, ivi compresi eventuali minori associati con forze dell esercito o gruppi armati, devono essere trattate in conformità con le norme vigenti e applicabili in materia di diritto internazionale. Esame delle domande di asilo individuali 36. La maggior parte dei siriani e delle altre persone che lasciano la Siria rimangono nella regione, ma è in aumento il numero di persone che arrivano anche in paesi più lontani, dove presentano domanda di protezione internazionale. Queste richieste devono essere valutate mediante procedure eque ed efficienti. L UNHCR ritiene che nella maggioranza dei casi i siriani che cercano protezione internazionale soddisfano i requisiti della definizione di rifugiato contenuta nell articolo 1 (A)2 della Convenzione del 1951 relativa allo status di rifugiati, potendo addurre un timore fondato di persecuzione legato ad uno dei motivi enumerati dalla Convenzione. Per molti civili che sono fuggiti dalla Siria, il legame con uno dei motivi della Convenzione del 1951 risiederà nel rapporto diretto o indiretto, 10

11 reale o percepito, con una delle parti in conflitto. Affinché una persona soddisfi i criteri per il riconoscimento dello status di rifugiato non è necessario che essa sia stata presa di mira individualmente, nel senso di essere stata identificata quale soggetto mirato di persecuzione, o che rischi di esserlo. I cittadini siriani e i residenti abituali in Siria che sono fuggiti dal questo paese potrebbero per esempio rischiare di essere vittima di persecuzione per motivi legati ad un opinione politica che viene loro imputata a causa di soggetti controllano il quartiere o il villaggio nel quale risiedevano, oppure perché appartengono a una minoranza religiosa o etnica vicina o percepita come vicina a una parte del conflitto. A questo proposito, l UNHCR esprime soddisfazione per la decisione presa da parte degli Stati membri dell UE di riconoscere con una maggiore frequenza lo status di rifugiato ai richiedenti asilo provenienti dalla Siria nel corso del 2014 e del 2015, a differenza di quanto accadeva nel 2013, quando la maggior parte degli Stati membri dell UE accordava ai siriani prevalentemente la protezione sussidiaria. 37. Nei casi sempre più eccezionali in cui i criteri per il riconoscimento dello status di rifugiato stabiliti dalla Convenzione del 1951 non siano soddisfatti, devono essere tenuti in considerazione i criteri più ampi previsti dagli strumenti internazionali regionali in materia di protezione dei rifugiati, oppure altre forme di protezione internazionale, fra cui la protezione sussidiaria, la protezione dal respingimento derivante dalle norme universali o regionali in material di diritti umani o altri tipi di protezione fondati su norme nazionali. Profili delle persone a rischio 38. Laddove le domande di richiedenti asilo fuggiti dalla Siria vengono esaminate su base individuale in conformità con le procedure consolidate di asilo o di determinazione dello status di rifugiato, l UNHCR ritiene che tutte le persone che presentino uno qualsiasi dei profili di seguito indicati, o una combinazione di essi, e sulla base delle circostanze individuali del caso, necessitino verosimilmente di protezione internazionale ai sensi della Convenzione del 1951 a meno che, naturalmente, non siano applicabili le clausole di esclusione (si veda par. 39). I membri delle famiglie di persone che rientrano in uno dei profili sotto indicati o comunque le persone strettamente associate ad esse, sulla base delle circostanze individuali del caso, verosimilmente necessitano a loro volta della protezione dello status di rifugiato. Laddove ciò sia pertinente, dovrà essere tenuto in particolare considerazione ogni tipo di persecuzione di cui il richiedente asilo sia stato vittima in passato. I profili elencati di seguito non sono necessariamente esaustivi e potrebbero sovrapporsi. Non vi è una gerarchia nel modo in cui tali profili vengono presentati. Essi si basano sulle informazioni disponibili al momento in cui viene redatto il presente documento, pertanto una domanda non dovrebbe essere automaticamente rigettata semplicemente perché non rientra in nessuno dei profili qui elencati. - Oppositori (reali o presunti) del governo siriano, inclusi, ma non esclusivamente limitati a questi, membri dei partiti politici di opposizione; dimostranti, attivisti e altre persone percepite come simpatizzanti dell opposizione; membri (reali o presunti) di gruppi armati anti-governativi; renitenti alla leva e disertori delle forze armate; funzionari governativi e del partito Ba ath che hanno lasciato le loro posizioni; familiari di e persone associate a oppositori del governo (o persone percepite come tali) e abitanti civili di quartieri urbani, città e villaggi percepiti come ostili al governo. - Sostenitori (reali o presunti) del governo siriano, inclusi, ma non esclusivamente limitati a questi, funzionari governativi e membri di partiti vicino al governo; membri (reali o presunti) del governo e forze filo-governative e civili che si presume collaborino con il governo o con le forze filo-governative, familiari di sostenitori del governo (o di persone percepite tali); civili provenienti da quartieri, città o paesi che sostengono il governo (o che sono percepiti come tali). - Oppositori (reali o presunti) dell ISIS all interno delle aree sotto il loro controllo de facto. - Oppositori (presunti o reali) dei gruppi armati anti-governativi all interno delle aree sotto il loro controllo de facto. - Oppositori (reali o presunti) del PYD/YPG all interno delle aree sotto il loro controllo de facto.. 11

12 - Alcuni professionisti, in particolare giornalisti e altri professionisti in ambito mediatico, citizen journalists; dottori e altro personale medico; difensori dei diritti umani, operatori umanitari, artisti, uomini d affari e altre persone (presunte o reali) possidenti o influenti. - Membri di gruppi religiosi, tra cui sunniti, alawiti, ismailiti, sciiti duodecimani, drusi, cristiani e yazidi. - Persone i cui comportamenti sono percepiti come contrari alla Shari a in aree sotto il controllo di gruppi estremisti islamici. - Membri di gruppi etnici minoritari, tra cui curdi, turcomanni, assiri, circassi e armeni. - Donne, in particolare coloro senza la protezione maschile, coloro che sono state vittime di violenze sessuali, matrimoni precoci o forzati, violenze domestiche, crimini d onore o tratta - Bambini, in particolare i bambini che sono a rischio di detenzione o che sono già stati in detenzione, bambini chbe sono vittime (o che rischiano di essere vittime) di reclutamento precoce e forzato, violenze sessuali e domestiche, lavoro minorile, tratta e privazione sistematica dell accesso all istruzione. - Individui che hanno un orientamento sessuale e un identità di genere diversi. - Rifugiati palestinesi. Considerazioni in materia di esclusione 39. Fra i cittadini siriani o i residenti abituali in Siria che presentano domanda di protezione internazionale potrebbero esserci persone che sono state coinvolte in atti che giustificano l esclusione ai sensi dell articolo 1F della Convenzione del Considerazioni di questo tipo sorgerebbero in particolare nei casi in cui vi sia la possibilità che l interessato abbia partecipato ad atti di violenza a partire dal marzo 2011, fra cui attacchi contro civili, attacchi contro scuole e ospedali e distruzione di siti culturali e religiosi, uccisioni, torture e altre forme di maltrattamento, rapimenti e sequestri, stupri e altre forme di violenza sessuale, migrazioni forzate e reclutamento e impiego di minori. L esclusione dovrebbe essere valutata anche nel caso in cui il richiedente sia stato coinvolto in violazioni dei diritti umani o altri atti previsti dall articolo 1F della Convenzione del 1951 prima del marzo del In tali casi sarà necessario esaminare con attenzione ogni aspetto legato alla possibile responsabilità individuale del richiedente per crimini che potrebbero giustificare l esclusione dalla protezione internazionale prevista per i rifugiati. Considerata la gravità delle conseguenze che possono discendere dall esclusione dalla protezione dei rifugiati, le clausole di esclusione devono essere interprette in senso restrittivo e applicate con cautela. Il fatto di aver partecipato al conflitto armato non costituisce di per sé un motivo che giustifica l esclusione. Analogamente la mera appartenenza ad un gruppo o ad un organizzazione non costituisce una base sufficiente per escludere un richiedente asilo dalla protezione internazionale. Ad ogni modo è sempre necessario che venga esaminato in modo dettagliato il caso individuale in questione. Ritorni, moratoria sui ritorni forzati e considerazioni sulle domande sur place 40. Alla luce del peggioramento delle condizioni di sicurezza e dei diritti umani e della situazione umanitaria in Siria, l UNHCR accoglie con favore le misure adottate da diversi governi volte a sospendere i ritorni dei cittadini siriani e delle persone che risiedevano abitualmente in Siria, ivi compresi i richiedenti asilo le cui domande di asilo sono state denegate. Tali misure dovrebbero essere mantenute fino a quando l UNHCR non darà indicazioni diverse al riguardo. L UNHCR non ritiene opportuno rimandare i cittadini siriani o le persone che risiedevano abitualmente in Siria nei paesi vicini o in quelli meno vicini all interno della regione. In alcuni casi, tale ritorno può rivelarsi non sicuro per le persone interessate e potrebbe rendere impossibile soddisfare le loro esigenze specifiche. Più in generale, tuttavia, l UNHCR ritiene che gli Stati, evitando i rimpatri forzati verso i paesi vicini e verso i paesi della regione, compierebbero un atto di riconoscimento del contributo significativo che questi Stati stanno dando in termini di protezione e assistenza di coloro che fuggono dalla Siria ed esprimerebbero una forma di solidarietà 12

13 internazionale nei loro confronti, riconoscendo che le persone fuggite dalla Siria sono per la grande maggioranza accolte nella regione e che solo una piccola percentuale di siriani ha raggiunto i paesi più lontani. 41. Alla luce degli sviluppi intercorsi e delle nuove circostanze in Siria, potrebbe essere appropriato riesaminare i casi di siriani e palestinesi le cui domande di asilo hanno avuto esito negativo in passato, nella misura in cui ciò non sia ancora stato fatto, in modo da assicurare che il bisogno di protezione internazionale sorto a causa delle nuove circostanze (domande sur place) sia valutato in modo appropriato e che gli stessi possano beneficiare della protezione e dei diritti derivanti dal riconoscimento dello status di rifugiato. 42. L UNHCR invita i governi a monitorare i ritorni dei siriani o dei residenti abituali che sono fuggiti nei paesi confinanti o in altri paesi per stabilire se la decisione di rientrare in Siria si basa su di una scelta libera ed informata e non sia piuttosto indotta o forzata. Alla luce della situazione attuale in Siria, tali ritorni, che possono essere dettati dal mancato soddisfacimento dei bisogni di assistenza e/o protezione, non dovrebbero costituire un impedimento ad un nuovo ingresso nel paese di accoglienza e non dovrebbero necessariamente limitare l accesso alla protezione e all assistenza nel paese di accoglienza. Al tempo stesso l UNHCR invita i governi a vigilare su casi di reclutamento forzato per la partecipazione ai combattimenti tra la popolazione rifugiata, di cui i rientri potrebbero rappresentare un evidenza. Solidarietà e condivisone di responsabilità 43. Negli anni passati, la gravità del conflitto e la violenza in Siria e nei paesi confinanti hanno avuto conseguenze sulla stabilizzazione della regione, così come sulla capacità dei paesi di accoglienza di reagire e rispondere ai crescenti bisogni umanitari e alle massicce migrazioni forzate in un contesto di scarsità di risorse e della relativa riduzione degli aiuti. L UNHCR ha continuamente affermato la necessità di adottare misure organizzate di solidarietà internazionale al fine di supportare i paesi confinanti e all interno della regione nel loro sforzo di proteggere e assistere le persone che fuggono dalla Siria e preservare uno spazio di protezione e di coesione sociale all interno della regione. Questo può includere, inter alia, un più robusto, organizzato e sostenuto impiego di operatori umanitari e dello sviluppo per aiutare le comunità ospitanti a rafforzare le loro infrastrutture e i servizi pubblici, in modo da rendere più sostenibile il continuo assorbimento di un elevato numero di rifugiati all interno di questi paesi. 44. Data la situazione di perdurante crisi dei rifugiati nella regione e oltre, l UNHCR ribadisce, con rinnovata urgenza, il suo invito agli Stati che si trovano al di fuori delle immediate vicinanze della Siria ad individuare modi concreti e significativi per esprimere la loro solidarietà e una condivisione delle responsabilità per la protezione dei rifugiati siriani. Gli Stati limitrofi non saranno in grado di sostenere come stanno facendo ora - un peso così ingente e una responsabilità così elevata in termini di protezione senza misure di solidarietà significative e sostanziali, che devono andare al di là delle offerte fatte finora. Oltre ad una maggiore solidarietà attraverso ulteriori finanziamenti e altri contributi per affrontare le esigenze umanitarie e gli sviluppi dell emergenza, vi è bisogno di incrementare significativamente il percorso giuridico per i siriani, così come per i palestinesi e altri rifugiati in Siria, al fine di accedere alla sicurezza e alla protezione. Il reinsediamento e l accesso alla protezione umanitaria e ad altri programmi per l ingresso regolare garantiscono una protezione per i rifugiati più vulnerabili in quanto viene permesso loro l accesso ad una soluzione durevole in paesi terzi dove i rifugiati possono ricostruire le loro vite in sicurezza e dignità. Altre forme di ammissione, così come borse di studio accademiche, schemi di mobilità lavorativa, visti umanitari, ricongiungimenti familiari estesi, sponsorizzazioni private da parte delle comunità, possono garantire maggiori opportunità ai rifugiati, offrendo contributi complementari alle famiglie e alle comunità, anche attraverso le rimesse. Per esempio attraverso borse di studio accademiche gli studenti rifugiati potrebbero riprendere i loro studi interrotti. Allo stesso modo, la mobilità lavorativa permetterebbe la ricostruzione di una vita normale e aiuterebbe i rifugiati a vivere dignitosamente, conseguendo un adeguato standard di vita e concretizzando il loro potenziale. Il rafforzamento della complementarietà tra il reinsediamento e altre forme di ammissione fornirebbero opzioni più sicure ai rifugiati e porterebbero a soluzioni più durevoli. Le iniziative di solidarietà finora adottate in diverse forme sono incoraggianti, ma l UNHCR invita gli Stati già coinvolti a fare di più e sollecita gli 13

14 altri Stati ad unirsi nell impegno per far fronte a una crisi di dimensioni senza precedenti in un contesto regionale in cui le condizioni di sicurezza sono sempre più precarie. 14

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