Evidenze paleo-archeoastronomiche archeoastronomiche nel territorio di Pitigliano (Grosseto)

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1 Evidenze paleo-archeoastronomiche archeoastronomiche nel territorio di Pitigliano (Grosseto) Luigi Torlai (Ass. Tages Pitigliano, Soc. Italiana di Archeoastronomia)

2 Presentazione L associazione culturale Tages, fondata nel 2007 a Pitigliano, nell ambito delle attività che organizza persegue l obiettivo di valorizzare il suo territorio anche mediante ricerche nel campo della paleo-archeoastronomia. La natura dell area, prevalentemente di origine vulcanica (lago di Bolsena e Monte Amiata), presenta un terreno con emersione diffusa di roccia tufacea. Su queste rocce, nonostante una consistente erosione millenaria prodotta dagli agenti atmosferici, accentuata dalla natura stessa del tufo, si riscontrano evidenze artificiali come vaschette, canalizzazioni, gruppi di coppelle (in prevalenza verticali) e puntatori. Oltre a queste tracce, che in gran parte sono di difficile datazione, esistono sul territorio i resti imponenti dell eredità della civiltà Etrusca (templi, tombe, ecc ). In questa memoria mi propongo di documentare sia la sintesi di alcune ricerche alle quali ho partecipato direttamente, sia l esito di quelle effettuate dai soci della Tages. Senza il loro contributo non avrei mai potuto conoscere la parte nascosta di quest area, che conserva ancora tante sorprese per chi ne sa interpretare la chiave di lettura Elenco sintetico degli argomenti oggetto di questa presentazione. 1) La cultura di Rinaldone: prima degli Etruschi. 2) Poggio Rota: probabile osservatorio rituale/astronomico del III millennio a.c. 3) Poggio dell Ovo: verifica allineamento Puntatore al tramonto del Sole al Solstizio Invernale. 4) Tomba Ildebranda (III sec. a.c): verifica allineamento del dromos con la Luna Piena d agosto 5) Poggio Caggio: ipotesi di allineamento di un corridoio tra monoliti al Lunistizio Maggiore. 6) Le Vie Cave Etrusche: gli enigmatici percorsi ciclopici scavati nel tufo. 7) Le Coppelle: ipotesi su loro possibili analogie con figure di costellazioni. 2

3 1. La cultura di Rinaldone (IV II millennio a.c.) Prende il nome dalla necropoli scoperta nel 1903 nella zona di Montefiascone, inquadrabile nell Eneolitico italiano, con tre elementi di base compresenti: - struttura funeraria con tombe a forno contraddistinte da un ingresso a breve corridoio o a pozzo; - un rituale funerario dominante, ovvero l inumazione in posizione rannicchiata; - presenza costante, all interno dei corredi sepolcrali, di una forma vascolare peculiare ed esclusiva (egeo-anatolica). La cultura rinaldoniana occupava una vasta area comprendente Toscana, Lazio (con grande concentrazione di necropoli lungo il corso del fiume Fiora) e vari altri territori dell Italia centro-meridionale. 2. Poggio Rota (III millennio a.c.) 3

4 3. Poggio dell Ovo. 4

5 Relazione sul monitoraggio del Puntatore 1 di Poggio dell Ovo La rupe tufacea di Poggio dell Ovo presenta una messe di spunti di interesse archeoastronomico. Questa mia prima relazione sul sito, effettuata grazie alle preziose indicazioni fornitemi da G. Feo, è limitata alla sola verifica dell azimut dell asse di quello che ho provvisoriamente denominato Puntatore 1. Successivamente dovranno essere meglio approfonditi tutti gli altri elementi di interesse presenti, che fanno del sito un condensato di segni che raramente si riscontrano contemporaneamente in uno stesso luogo. Basti pensare che risultano identificati chiaramente: altri Puntatori, coppelle, vaschette con canalizzazioni, nicchie-cavità e una sorprendente vasca, di forma antropomorfa, utilizzata probabilmente per i riti di fertilità. Tutto ciò è logico che debba essere studiato sotto aspetti scientifici interdisciplinari diversi, altrimenti si rischierebbe di perdere qualche importante tassello del complesso mosaico del sito. 11/07/2009 Il Puntatore 1 si presenta come una scanalatura ottimamente delineata, di forma trapezoidale, profonda mediamente 20cm., larga 18cm. e lunga 95cm. La sua ampiezza media, riferita al profilo dell orizzonte fisico della collina di fronte, risulta di 8 circa, mentre il detto profilo è collocato a circa 2 dal piano di base. IL transito del Sole sull asse della fenditura, evidenziato dall ombra di un asta verticale del diametro di 10mm.(con alloggiata bolla) è avvenuto alle 15h.03m.40s.(T.M.E.C. ora Estiva). Questo rilevamento è stato ottenuto seguendo lo spostamento della direzione dell ombra ogni 30 secondi dalle alle Al momento del transito del Sole l Azimut risultava di Sulla base di tali riscontri appare evidente l orientamento del Puntatore 1 verso il tramonto del sole al Solstizio Invernale. Nelle vicinanze del Puntatore 1 ne sono stati riscontrati altri due, orientati in modo analogo. Vi sono inoltre altri segni, dislocati sulla sommità della rupe, che hanno analoghe direttrici. 11/12/2009 Per una ulteriore conferma alla precedente verifica, è stata effettuata una foto (A. Carrucoli) del tramonto del Sole in prossimità del Solstizio Invernale. I dati ottenuti tra le due osservazioni sono in ottimo accordo. Allego, per dare un termine di paragone, il confronto tra il tramonto del Sole al Solstizio Invernale del 2009 A.D. e la data del 2500 a.c. (puramente indicativa, visto che il sito al momento non è ancora stato datato). Nota. Elaborazione dei dati: programma Cybersky 4.0. Ad integrazione del testo allego alcune foto. 5

6 4. Sovana: Tomba Ildebranda (III secolo a.c.). La tomba Ildebranda (Latit. = Longit. = ): due importanti conferme 6

7 La visita alla tomba Ildebranda (in notturna) del 6 Agosto 2009 mi era stata proposta dall amico Antonello Carrucoli, per dare un ulteriore conferma ai rilevamenti effettuati a suo tempo da Marcello Giusti (anch egli presente alla verifica), ben descritti nel suo recente libro Ildebranda - Fascino e Mito Etrusco. La scelta della data e dell ora (le circa) ci avrebbero consentito di verificare il transito della Luna Piena sul corridoio inserito nel Dromos che conduce alla tomba. Com è noto la tesi sostenuta nel libro è che l asse del Dromos, di circa 126 di Azimut, individua il transito del Sole al Solstizio Invernale, che in quel giorno irraggia la parete di fondo della tomba. Una analoga situazione si presenta con la Luna piena, ma a distanza di circa 12 ore dal transito del Sole (Luna in opposizione al Sole vista dalla Terra). Se il rilevamento viene effettuato in un giorno diverso dal Solstizio Invernale, il transito del disco solare taglia l asse di 126 ad un ora diversa. Comunque, circa 12 ore dopo, la Luna piena passerà (anche se ad una altezza diversa) sullo stesso Azimut di 126. La verifica del 6 Agosto ha confermato i rilevamenti del Giusti. Ho infatti riscontrato il transito del disco lunare sul corridoio tra le e le 22.45, con Azimut della Luna rispettivamente di e Questa è stata la prima conferma. Il Giusti segnala inoltre che l asse del dromos è diretto verso il Monte Becco. La seconda conferma è indiretta, ma a mio parere estremamente significativa. Michael Hoskin è uno dei ricercatori inglesi più autorevoli nel panorama dell archeoastronomia europea. Nel suo libro Stele e Stelle (ed. Ananke) registra gli orientamenti astronomici di oltre un centinaio di tombe presenti in Europa (dalla Francia alle isole del Mediterraneo). Nell isola di Creta, presso il cimitero di Armenoi (epoca Minoica, XIV XIII sec. a.c.), sono descritte tombe con i relativi dromos. Stupisce la perfetta somiglianza con la Ildebranda, sia per l aspetto morfologico del dromos, che per le conclusioni a cui perviene il ricercatore riguardo i vari allineamenti. Il dromos della tomba 146 è analogo a quello della Ildebranda e anche nell orientamento prevale la direttrice solare/lunare. Il dromos della tomba 165, orientato verso il Monte Vrysinas, presenta una forte analogia con il Monte Becco. Per completezza di informazione e consentire un confronto diretto, allego sia le foto di Armenoi che quelle del libro del Giusti. Nota. Elaborazione dei dati: programma Cybersky 4.0 7

8 5. Poggio Caggio (Sorano) 6. Le Vie Cave etrusche : gli enigmatici percorsi sacri. Sono profonde gole artificiali, alte fino a 20 metri, scavate nella roccia tufacea e, spesso, comunicanti tra loro. Secondo una accurata indagine condotta da G. Feo (Le vie cave Etrusche, ed. Laurum), questi enormi tagli sarebbero probabilmente opera degli Etruschi già a partire dall VIII sec. a.c. (senza escludere la mano di civiltà precedenti). Per quanto concerne la loro chiave di lettura, il suddetto autore esclude che possano rappresentare solo dei normali percorsi viari, attribuendo a queste tagliate la funzione di percorsi sacri, per processioni che si svolgevano nelle numerose necropoli ad esse adiacenti. Un ulteriore loro funzione (specialmente per quelle di più piccola dimensione) potrebbe essere legata alla canalizzazione delle acque per fini rituali. Allego una sintetica panoramica di questi enigmatici sentieri semisotterranei. 8

9 7. Gruppi di Coppelle: ipotesi di analogia con figure di costellazioni. Questa ricerca, effettuata in collaborazione con Enrico Calzolari, costituisce una sintesi della memoria che verrà presentata al prossimo convegno (in data ancora da definire) di S. Martin de Vesubie (Francia). 9

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