5.1 RUOLO DELLA TERMODINAMICA E DELLA CINETICA LEGGE DI VELOCITÀ, COSTANTE DI VELOCITÀ E ORDINE DI REAZIONE 7

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "5.1 RUOLO DELLA TERMODINAMICA E DELLA CINETICA 3 5.3 LEGGE DI VELOCITÀ, COSTANTE DI VELOCITÀ E ORDINE DI REAZIONE 7"

Transcript

1 Cap. 5 CINETICA E MECCANISMO DELLE REAZIONI DISCONTINUE I N D I C E pag. PREMESSA RUOLO DELLA TERMODINAMICA E DELLA CINETICA VELOCITÀ DI REAZIONE E SUA MISURA LEGGE DI VELOCITÀ, COSTANTE DI VELOCITÀ E ORDINE DI REAZIONE EQUAZIONI CINETICHE Reazioni di ordine zero Reazioni del primo ordine Reazioni del secondo ordine Reazioni semplici di ordine n Reazioni complesse: reazioni consecutive Reazioni complesse: reazioni opposte 5.5 DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DELL ORDINE DI REAZIONE Metodo dell integrazione Metodo differenziale Metodo del semiperiodo Metodo dell isolamento 5.6 DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DELLA VELOCITÀ DI REAZIONE Metodi sperimentali Correlazione tra grandezze fisiche e concentrazione 5.7 CONTROLLO DIFFUSIONALE E CONTROLLO CHIMICO STADI ELEMENTARI E MECCANISMO DI REAZIONE RELAZIONE TRA COSTANTE DI EQUILIBRIO E COSTANTE DI VELOCITÀ IL PRINCIPIO DELLA REVERSIBILITÀ MICROSCOPICA 35 pag. 1/68

2 5.11 COSTRUZIONE DI UN MECCANISMO DI REAZIONE Integrazione diretta delle equazioni differenziali Ipotesi dello stadio determinante Un caso di studio 5.12 DIPENDENZA DELLA COSTANTE DI VELOCITÀ DI UNO STADIO ELEMENTARE DALLA TEMPERATURA. EQUAZIONE DI ARRHENIUS RELAZIONE TRA COSTANTE DI VELOCITÀ, ENERGIA ED ENTROPIA DI ATTIVAZIONE. EQUAZIONE DI EYRING Superficie di energia potenziale di una reazione Lo stato attivato Teoria dello stato di transizione Reazioni in soluzione. Equazione di Eyring Relazione tra le teorie di Arrhenius e di Eyring APPENDICE 67 pag. 2/68

3 PREMESSA Le proprietà dei sistemi all equilibrio non dipendono dal tempo. Ovviamente, l ambiente nel quale viviamo non è in equilibrio: il flusso di energia proveniente dal Sole e dai processi che avvengono all interno della Terra costituisce la forza motrice di tutti i fenomeni, da quelli biochimici a quelli geologici. La comprensione della cinetica e dei meccanismi delle reazioni chimiche e dei processi naturali è pertanto di fondamentale importanza per lo studio delle trasformazioni che avvengono nell ambiente. Una reazione può essere effettuata in un recipiente (reattore), aperto (P = costante) o chiuso (V = costante), nel quale vengono introdotti i reagenti, condotta la reazione e, a tempi prefissati, prelevati i campioni per l analisi quantitativa dei reagenti residui e/o dei prodotti formati: con queste modalità, la reazione è condotta in discontinuo e si parla di studio della cinetica delle reazioni discontinue. La stessa reazione può essere condotta in un reattore nel quale i reagenti vengono immessi in modo continuo e i prodotti fuoriescono in continuo: questa reazione è condotta in continuo e si parla di studio della cinetica delle reazioni continue. In questo capitolo viene discussa soltanto la cinetica delle reazioni discontinue. 5.1 RUOLO DELLA TERMODINAMICA E DELLA CINETICA Lo studio della termodinamica ci dice che una reazione procede in modo spontaneo se, a temperatura e pressione costante, c è una diminuzione di energia libera: questo però non significa che la reazione debba necessariamente procedere con una velocità misurabile ma indica semplicemente una tendenza. Per comprendere meglio questa differenza, si consideri un reattore contenente zucchero (saccarosio) in contatto con aria. A temperatura ambiente e con tutti i gas alla pressione di 1 atm, la reazione di ossidazione C 12 H 22 O 11 (s) + 12 O 2 (g) 12 CO 2 (g) + 11 H 2 O (g) (5-1) ha ΔG = kj mol -1. Essendo ΔG = - RT lnk P < 0, è K P > 1: la termodinamica ci dice che è favorita la formazione dei prodotti di reazione ma l esperienza comune ci dice che lo zucchero, lasciato all aria, non si ossida e non s incendia. Un altro significativo esempio: i carboidrati, le proteine e gli acidi nucleici presenti nel nostro pag. 3/68

4 corpo sono termodinamicamente instabili rispetto alla reazione di idrolisi in zuccheri, amminoacidi e nucleotidi (ossia, ΔG < 0): poiché la nostra vita continua, almeno per un certo periodo di tempo, è evidente che queste sostanze non sono instabili nel senso comune del termine. Si consideri una reazione nella quale, a partire da certi reagenti, si possono formare più prodotti in competizione tra loro: se il prodotto ottenuto è quello di minor energia libera, si dice che si forma il prodotto termodinamicamente favorito; se il prodotto ottenuto è diverso da quello previsto dalla termodinamica, si dice che si forma il prodotto cineticamente favorito. Dovrebbe quindi apparire chiaro che, per determinare le proprietà dei sistemi macroscopici, i principi della termodinamica e della cinetica devono essere tenuti presenti congiuntamente. Lo studio della cinetica delle reazioni ci insegna che i processi possono avvenire con velocità tra loro molto diverse. Per esempio, molte reazioni biochimiche, termodinamicamente spontanee, procedono con velocità molto basse e quelle che avvengono con velocità misurabili sono catalizzate da enzimi. Una delle funzioni degli enzimi è quindi quella di agire da catalizzatori: un catalizzatore è un elemento o un composto o un microorganismo che aumenta la velocità di una reazione senza subire una trasformazione permanente nel senso che, alla fine della reazione, si ritrova inalterato. Un altra funzione degli enzimi è quella di organizzare la miriade di reazioni termodinamicamente permesse in un organismo, variandone la velocità in modo da organizzarle in un processo metabolico significativo. Lo studio della cinetica delle reazioni, ossia della velocità dei processi, viene quindi condotto al fine di aumentare le conoscenze sulle trasformazioni chimiche, biochimiche o fisiche e ha, come obiettivo finale, l individuazione di un plausibile meccanismo di reazione. 5.2 VELOCITÀ DI REAZIONE E SUA MISURA Il primo atto di uno studio cinetico è la determinazione sperimentale della velocità della reazione che si vuole studiare. A tal fine, è necessario il preventivo riconoscimento dei prodotti della reazione e la determinazione della sua stechiometria. In genere, per la soluzione di uno specifico problema, è necessario utilizzare una varietà di tecniche sperimentali. Per esempio: impiego di atomi marcati, per pag. 4/68

5 l identificazione degli atomi coinvolti nella formazione di nuovi legami; studio della variazione di configurazione ottica di un centro chirale; individuazione di intermedi reattivi che possono formarsi nel passaggio dai reagenti ai prodotti e che, essendo specie transienti e instabili, non possono essere facilmente isolati e identificati. La velocità di una reazione dipende da molte variabili. Le principali sono: la concentrazione dei reagenti e dei prodotti, la temperatura, la pressione, il volume, la concentrazione di catalizzatori e inibitori e, per le reazioni in soluzione, la natura del solvente e le concentrazioni di ioni presenti. Per una generica reazione A + B P la velocità è espressa come variazione nel tempo della quantità di uno dei composti presenti nella miscela di reazione. La quantità è espressa con una variabile intensiva: usualmente, la pressione in fase gassosa e la concentrazione molare in soluzione. L espressione della velocità di reazione, r, riferita alla formazione del prodotto P è velocità = r = d[p]/dt (5-2) dove [P] è la concentrazione del prodotto P al tempo t e d[p]/dt è la variazione della concentrazione di P nel tempo. Come mostrato nella Fig. 5.1, la velocità di reazione è la tangente alla curva della concentrazione in funzione del tempo, a ciascun tempo t. Si noti che la velocità di una reazione non è una costante. Nell esempio, per ciascuna molecola di P che si forma, scompaiono una molecola di A e una molecola di B: la velocità di formazione del prodotto P è uguale alla velocità di scomparsa di ciascuno dei reagenti: d[p]/dt = - d[a]/dt = - d[b]/dt Il segno negativo è posto affinché la velocità risulti sempre numericamente positiva. Se i coefficienti stechiometrici della reazione sono diversi da uno, l espressione della velocità deve tenere conto della stechiometria della reazione. Per esempio, nella reazione 2A P pag. 5/68

6 reagiscono due molecole di A per ciascuna molecola di P che si forma. Di conseguenza, la velocità di formazione di P è uguale alla metà della velocità di scomparsa di A: d[p]/dt = - (1/2) d[a]/dt In generale, indicando con ν i il coefficiente stechiometrico dell i-esimo composto, per la reazione ν A A + ν B B ν P P (5-3a) si ha: r = (1/ν P ) d[p]/dt = - (1/ν A ) d[a]/dt = - (1/ν B ) d[b]/dt (5-3b) L introduzione dei coefficienti stechiometrici è necessaria perché il valore numerico di r a un dato tempo t deve essere lo stesso, indipendentemente dal reagente o prodotto preso come riferimento. pag. 6/68

7 La determinazione della velocità di reazione richiede quindi la misura della variazione della concentrazione di almeno un reagente o un prodotto in funzione del tempo. I metodi sperimentali utilizzabili dipendono dalla velocità della reazione e saranno discussi in seguito ( 5.6). 5.3 LEGGE DI VELOCITÀ, COSTANTE DI VELOCITÀ E ORDINE DI REAZIONE Una volta effettuata la determinazione sperimentale della variazione di una o più concentrazioni in funzione del tempo, si deve determinare la legge di velocità, ossia la dipendenza della velocità di reazione dalla concentrazione dei reagenti o dei prodotti. Per esempio, se la velocità di formazione di P nella reazione in soluzione A + B P dipende linearmente sia dalla concentrazione di A che dalla concentrazione di B, la legge di velocità (o legge cinetica) è r = d[p]/dt = k[a][b] (5-4) dove la costante di proporzionalità k è la costante di velocità della reazione. In genere, la legge di velocità deve essere derivata sperimentalmente e non può essere prevista sulla base della stechiometria della reazione. La forma più generale dell eq. (5-4) è r = d[p]/dt = k [A] n A [B] n B (5-5) dove gli apici n A e n B indicano l ordine della reazione, rispettivamente rispetto al reagente A e al reagente B. Se n A = 1, la reazione è del primo ordine rispetto ad A; se n A = 2, la reazione è del secondo ordine rispetto ad A; se n B = 1, la reazione è del primo ordine rispetto a B; ecc. Nei casi più semplici, gli esponenti n A e n B sono numeri interi ma possono essere anche numeri frazionari. L ordine totale di reazione è definito dalla somma di tutti gli esponenti che appaiono nella legge di velocità; per esempio, se n A = 1 e n B = 1, la reazione è del primo ordine rispetto sia ad A che a B ed è del secondo ordine totale, (n A + n B ) = 2. Stabilita la legge di velocità, il valore della costante di velocità, k, si calcola integrando l eq. (5-5), con le procedure discusse nel 5.4. pag. 7/68

8 Nei casi che tratteremo, la funzione generale che esprime la dipendenza della velocità di reazione dalle concentrazioni r = f ([A], [B], ) potrà essere scritta come produttoria delle concentrazioni (equazione eq. 5-5a): r = d[p]/dt = k [A] n A [B] n n B X.. = k [ X i i ] (5-5a) i Si deve però tenere presente che questa non è una regola generale: la legge di velocità può assumere forme differenti in funzione della complessità del meccanismo con il quale avviene la reazione. Questo concetto viene illustrato con l esempio che segue. Per la reazione di formazione dell acido bromidrico, HBr, in fase gassosa H 2 (g) + Br 2 (g) 2 HBr (g) è stato dimostrato sperimentalmente che la legge di velocità ha la forma: r = k 1 [H 2 ] [Br 2 ] 3/2 / {[Br 2 ] + k 2 [HBr]} La reazione è quindi del primo ordine rispetto all idrogeno, H 2, mentre gli ordini di reazione rispetto al bromo, Br 2, e all acido bromidrico, e di conseguenza l ordine totale di reazione, non sono definibili. In questo caso, la legge di velocità così complessa è generata dal fatto che il meccanismo della reazione cambia al cambiare delle condizioni di reazione. Infatti: se [Br 2 ] >> k 2 [HBr], la legge di velocità assume la forma r = k 1 [H 2 ] [Br 2 ] 1/2 e la reazione risulta del primo ordine rispetto a [H 2 ], di ordine 0,5 rispetto a [Br 2 ] e, quindi, di ordine totale 1,5. se [Br 2 ] << k 2 [HBr], la legge di velocità assume la forma r = k a [H 2 ] [Br 2 ] 3/2 [HBr] -1 dove k a = (k 1 /k 2 ) è una costante di velocità apparente. La reazione risulta del primo ordine rispetto a [H 2 ], di ordine 1,5 rispetto a [Br 2 ], di ordine 1 rispetto a [HBr] e, quindi, di ordine totale 1,5. L esempio mette anche in evidenza che l ordine di reazione può assumere anche valori non interi e/negativi. pag. 8/68

9 Dall eq. (5-5), si può osservare che le dimensioni, e quindi le unità di misura, della costante k dipendono dalla legge di velocità e dalle unità usate per esprimere la concentrazione. Per esempio: data la legge di velocità di eq. (5-4), la velocità di reazione r ha dimensioni [concentrazione * tempo -1 ], ossia [ML -3 T -1 ]; anche il prodotto k[a][b], secondo membro dell eq. (5-4), deve avere le stesse dimensioni: perché questo si verifichi, la costante di velocità k deve avere dimensioni [concentrazione -1 *tempo -1 ], ossia [(ML -3 ) -1 T -1 ] [M -1 L 3 T -1 ]. Se la concentrazione è espressa in (mol L -1 ) e il tempo è espresso in secondi, le unità di misura di r sono (mol L -1 s -1 ) e quelle di k sono (mol -1 L s -1 ). 5.4 EQUAZIONI CINETICHE Reazioni di ordine zero Se la reazione, A P (5-6) nella quale A e P indicano genericamente i reagenti e i prodotti di reazione, può essere descritta mediante l equazione cinetica - d[a]/dt = k [A] 0 = k (5-7) la reazione è di ordine zero rispetto ad A. Il simbolo [A] indica la concentrazione di A al tempo t; k è la costante di velocità della reazione. Indicando con [A] 0 la concentrazione di A al tempo t = 0 (concentrazione iniziale di A), separando le variabili - d[a] = k dt e integrando tra [A] 0 e [A] e tra t = 0 e t, si ottiene [A] = [A] 0 - kt (5-8) L eq. (5-8) indica che, in una reazione di ordine zero, la concentrazione di A diminuisce in modo lineare nel tempo (Fig. 5.2); la diminuzione è tanto più rapida quanto più elevato è il valore di k. Il valore di k si calcola dalla pendenza, - k, della retta di regressione di [A] in funzione di t; le dimensioni di k sono [ML -3 T -1 ]. pag. 9/68

10 Noto il valore della costante k, l eq. (5-8) permette il calcolo del tempo necessario perché reagisca una data frazione del reagente A inizialmente presente. Particolarmente importante è il tempo di semitrasformazione, t 1/2, che è il tempo necessario perché [A] diventi uguale alla metà di [A] 0. Dall eq. (5-8), sostituendo i valori t = t 1/2 e [A] = [A] 0 /2, si ottiene t 1/2 = [A] 0 /2k (5-9) In una reazione di ordine zero, t 1/2 dipende dalla concentrazione iniziale [A] Reazioni del primo ordine Se la reazione A P (5-10) può essere descritta mediante l equazione cinetica, - d[a]/dt = k [A] (5-11) la reazione è del primo ordine rispetto ad A. Separando le variabili, pag. 10/68

11 - d[a]/[a] = k dt e integrando tra [A] 0 e [A] e tra t = 0 e t, si ottiene ln [A] = ln [A] 0 - kt ovvero ln ([A]/ [A] 0 ) = - kt In forma esponenziale, [A]/ [A] 0 = exp (- kt) (5-12a) (5-12b) (5-12c) Le dimensioni di k sono [T -1 ] e, quindi, indipendenti dall unità di misura scelta per esprimere la concentrazione. L eq. (5-12c) indica che, in una reazione del primo ordine, la concentrazione di A diminuisce in modo esponenziale nel tempo (Fig. 5.3a); la diminuzione è tanto più rapida quanto più elevato è il valore di k (Fig. 5.3b). L eq. (5-12a) indica una dipendenza lineare del valore di ln [A] dal tempo: il valore di k può essere calcolato dal valore della pendenza, - k, della retta di regressione ln [A] in funzione di t (Fig. 5.3c). Nota la costante k, l eq. (5-12b) permette il calcolo del tempo necessario perché reagisca una data frazione del reagente A inizialmente presente: per esempio, il tempo necessario perché [A] raggiunga un valore pari a 1/e volte il valore iniziale [A] 0 è uguale a 1/k (Fig. 5.3a). Il tempo di semitrasformazione può essere calcolato sostituendo t = t 1/2 e [A] = [A] 0 /2 nell eq. (5-12b); si ottiene ln (1/2) = -k t 1/2. e, riordinando: t 1/2 = 0.693/k (5-13) In una reazione del primo ordine, t 1/2 è indipendente dalla concentrazione iniziale [A] 0. Dopo un tempo pari a t 1/2 (1 volta t 1/2 ): [A] = [A] 0 (0.5) 1 ; la quantità di A reagita, x, è x = [A] 0 - [A] 0 (0.5) 1 = [A] 0 [1 - (0.5) 1 ]; la frazione di A reagita, x/[a] 0, è x/[a] 0 = [1 - (0.5) 1 ] = 0.5. pag. 11/68

12 Il valore x = 0.5 [A] 0 (t uguale a 1 tempo di semitrasformazione) indica che il 50% del reagente inizialmente presente si è trasformato nel prodotto di reazione. Dopo un tempo pari a n volte t 1/2, la concentrazione di A assumerà un valore pari a (0.5) n volte la concentrazione iniziale [A] 0. In particolare, per n = 10, la frazione di A reagita è [1 - (0.5) 10 ] = (99.9%): a tutti gli effetti pratici, si può quindi ritenere che una reazione del primo ordine sia completa dopo un tempo uguale ad almeno dieci volte il tempo di semitrasformazione. La concentrazione del prodotto dopo un tempo pari a volte il tempo di semitrasformazione può quindi essere considerata equivalente alla concentrazione del prodotto dopo un tempo infinito (reazione completa): la determinazione quantitativa di questa concentrazione consente di effettuare il bilancio di massa e di controllare la stechiometria della reazione. pag. 12/68

13 A titolo di esempio, si riporta l applicazione di questi concetti alla misura del BOD (Biochemical Oxygen Demand), uno dei metodi più comunemente utilizzati per determinare la quantità di ossigeno necessaria per i processi ossidativi biochimici delle sostanze organiche contenute in acque reflue. La determinazione sperimentale del BOD comporta la misura dell ossigeno disciolto consumato dai microorganismi che metabolizzano le sostanze organiche presenti nell acqua. La cinetica del processo di biodegradazione è assimilabile a una reazione del primo ordine. Definita L la concentrazione di sostanza organica presente al tempo t, la velocità di scomparsa del substrato organico è: - dl/dt = k L Indicando con L 0 la concentrazione di sostanza organica presente inizialmente e integrando l equazione precedente tra L 0 e L e tra t = 0 e t, si ottiene: L/L 0 = exp(- kt) Come evidenziato nella Fig. 5.4: L 0 = BOD (BOD è il valore asintotico del BOD); L = L 0 - BOD t = BOD - BOD t pag. 13/68

14 Operando le opportune sostituzioni, l equazione precedente diventa: 1 - (BOD t /BOD ) = exp(- kt) e, passando alla forma logaritmica: ln [1 - (BOD t /BOD )] = - kt Per calcolare la costante di velocità di biodegradazione è quindi necessario stimare il valore di BOD, come valore asintotico della curva sperimentale BOD t contro t, e calcolare i parametri della retta di regressione ln [1 - (BOD t /BOD )] in funzione di t Reazioni del secondo ordine Una reazione del tipo A + B P (5-14) può risultare del secondo ordine globale in due casi diversi. (Caso a) A B: la reazione è A + A P L equazione cinetica è - d[a]/dt = k [A] 2 (5-15) e la reazione è del secondo ordine rispetto a un solo reagente. Dall integrazione dell eq. (5-15) tra [A] 0 e [A] e tra t = 0 e t, si ottiene 1/[A] = 1/[A] 0 + kt (5-16) La costante k ha le dimensioni [(ML -3 ) -1 T -1 ] [M -1 L 3 T -1 ] e il suo valore dipende dall unità di misura scelta per esprimere la concentrazione. Se la concentrazione è espressa in moli L -1 e il tempo in s, le unità di misura sono moli -1 L s -1. Misurati i valori di [A] in funzione di t, il valore della costante k può essere determinato dalla retta di regressione (1/[A]) in funzione di t (Fig. 5.5). Dall eq. (5-16) si ricava che il tempo di semitrasformazione è: t 1/2 = 1/(k [A] 0 ) (5-17) pag. 14/68

15 (Caso b) A B L equazione cinetica è - d[a]/dt = k [A] [B] (5-18) e la reazione è del primo ordine rispetto a ciascuno dei due reagenti e, quindi, è del secondo ordine globale. Possono darsi due sottocasi: (b1) Le concentrazioni iniziali dei due reagenti sono uguali: [A] 0 = [B] 0. L eq. (5-18) diventa formalmente uguale all eq. (5-15). (b2) Le concentrazioni iniziali dei due reagenti sono differenti: [A] 0 [B] 0. L eq. (5-18) può essere integrata tenendo presenti le relazioni stechiometriche [A] = [A] 0 x [B] = [B] 0 - x dove x è la concentrazione di reagente (A o B) convertito al tempo t. pag. 15/68

16 L eq. (5-18) diventa: - d[a]/dt = - d([a] 0 x)/dt = dx/dt = k ([A] 0 - x) ([B] 0 - x) (5-19) Integrando tra x = 0 e x e tra t = 0 e t, si ottiene {1/([A] 0 - [B] 0 )} ln {[B] 0 ([A] 0 - x)/[a] 0 ([B] 0 - x)} = kt Riordinando, si ottiene: ln {([A] 0 - x)/([b] 0 - x)} = ln {[A] 0 /[B] 0 } + ([A] 0 - [B] 0 ) kt (5-20) Anche in questo caso, la costante k ha le dimensioni [M -1 L 3 T -1 ]; il suo valore può essere determinato dalla retta di regressione ln {([A] 0 - x)/([b] 0 -x)} in funzione di t Reazioni semplici di ordine n La trattazione è limitata al caso di reazioni nelle quali l ordine n è determinato da un solo reagente ovvero da più reagenti aventi la stessa concentrazione iniziale. L equazione cinetica generale è - d[a]/dt = k [A] n (5-21) che integrata, per n 1, tra [A] 0 e [A] e tra 0 e t fornisce l equazione n 1 1/{(n-1)[A] n-1 } = 1/{(n-1) [A] 0 } + kt (5-22) La costante ha le dimensioni [(ML -3 ) 1-n T -1 ] e il suo valore dipende dall unità di misura scelta per esprimere la concentrazione. Per t = t 1/2 e [A] = [A] 0 /2, dall eq. (5-22) si ricava l espressione per il tempo di semitrasformazione: n 1 t 1/2 = (2 n-1-1)/{k (n-1) [A] 0 } (5-23) Reazioni complesse: reazioni consecutive Le reazioni consecutive procedono attraverso la formazione di composti intermedi, anche chimicamente instabili, che si trasformano successivamente in nuovi intermedi o in prodotti finali. A titolo di esempio, viene trattato il caso delle reazioni consecutive monomolecolari: k a k b A B C (5-24a) pag. 16/68

17 La velocità di scomparsa di A, che non si forma in altre reazioni, è: - d[a]/dt = k a [A] (5-24b) L intermedio B si forma da A (con velocità k a [A]) e si decompone formando C (con una velocità k b [B]). La sua velocità globale di formazione è quindi: d[b]/dt = k a [A] - k b [B] (5-24c) Il prodotto finale C si forma da B con una velocità: d[c]/dt = k b [B] Si assume che inizialmente sia presente solo A, in concentrazione [A] 0. La forma integrata dell eq. (5-24b) è (eq. 5-12c): [A] = [A] 0 exp( - k a t) (5-24d) (5-25a) Sostituendo l eq. (5-25a) nell eq. (5-24c), ricordando che [B] 0 = 0 e integrando, si ottiene: [B] = [A] 0 { k a /(k b - k a )} {exp( - k a t) - exp( - k b t)} (5-25b) A ciascun tempo t, è [A] 0 = [A] + [B] + [C]: esprimendo [C] in funzione di [A] e [B], si ottiene [C] = [A] 0 {1 + [k a exp( - k b t) - k b exp( - k a t)]/(k b - k a )} (5-25c) Come mostrato nella Fig. 5.6, la concentrazione dell intermedio B raggiunge un valore massimo e poi diminuisce, tendendo a zero. La concentrazione del prodotto C, inizialmente nulla, aumenta progressivamente fino a raggiungere il valore finale [A] Reazioni complesse: reazioni opposte Per una reazione limitata dalla reazione opposta, la velocità complessiva della reazione è data dalla differenza tra la velocità della reazione diretta e quella della reazione inversa. A titolo di esempio, vengono riportati due casi. pag. 17/68

18 Primo caso: si consideri l equazione chimica k d A C (5-26) k i Se il sistema è inizialmente costituito soltanto dal reagente A, la reazione inversa ha velocità iniziale nulla. Mano a mano che si svolge il processo diretto e si accumula il prodotto C, la velocità della reazione inversa aumenta mentre la velocità della reazione diretta diminuisce, perché diminuisce la concentrazione di A. La velocità delle due reazioni tende quindi a diventare uguale e, di conseguenza, la velocità della reazione complessiva tende a zero. Quando questo avviene, il sistema ha raggiunto la condizione di equilibrio. La variazione della concentrazione di A nel tempo dipenderà dalla velocità della reazione diretta, che comporta una diminuzione di [A], e dalla velocità della reazione inversa, che comporta un aumento di [A]. Se si assume che la reazione diretta e quella inversa siano ambedue del primo ordine, l equazione cinetica è d[a]/dt = + k d [A] k i [C] pag. 18/68

19 Se al tempo t = 0 è presente solo il reagente A, in concentrazione iniziale [A] 0, per il principio di conservazione della materia è: [A] 0 = [A] + [C] Si ricava d[a]/dt = + k d [A] k i ([A] 0 [A]) = + (k d + k i ) [A] k i [A] 0 (5-26b) Integrando 1 si ottiene: [ A] [ A] {[ A] [ A] } exp [ ( k k ) t] ovvero = 0 d + i (5-26f) [ A] [ A] [ A] [ A] e ln 0 [ ( k + k ) t] = exp (5-26g) d {[ A] [ A] } = ln{ [ A] [ A] } ( k k ) t i 0 d + i (5-26h) Dalle equazioni (5-26f-h), noti [A] 0, i valori sperimentali di [A] per vari tempi t e il valore di [A] a t = (ossia in condizioni di equilibrio, quando [A] [A] ), è possibile calcolare il valore di (k d + k i ). Noto il valore della costante di equilibrio, K = k d /k i, si possono infine calcolare i valori di k d e k i. Dal bilancio di massa [C] = [A] 0 [A] (5-26i) e dall eq. (5-26f) si ricava: [C] = {[ A] [ A] }{ 1 exp [ ( k k ) t] }..(5-26l) 0 d + i L andamento delle concentrazioni di A e C in funzione del tempo è riportato in Fig. 5.6a. Per t, il sistema tende a raggiungere la condizione di equilibrio: le concentrazioni del reagente A e del prodotto C tendono quindi ai valori costanti, [A] e [C], corrispondenti alle concentrazioni di equilibrio, [A] eq e [C] eq : [A] = [A] eq = k i [A] 0 / (k i + k d ) (5-26c) 1 L integrazione dell eq. (5-26b) costituisce un interessante esempio delle metodologie utilizzate per calcolare le concentrazioni di reagenti e prodotti in una equazione cinetica complessa: per questo motivo, si ritiene utile riportare una delle possibili vie di integrazione in Appendice al Cap. 5. pag. 19/68

20 [C] = [C] eq = [A] 0 [A] = k d [A] 0 / (k i + k d ) Il rapporto tra le concentrazioni di C e di A all equilibrio fornisce il valore della costante di equilibrio, K, della reazione (5-26): K = [C] eq / [A] eq = k d / k i (5-27) Si noti che la costante K coincide con la costante di equilibrio termodinamico solo se il comportamento del sistema è ideale. L eq. (5-27) è molto importante perché mette in relazione grandezze cinetiche (le costanti di velocità) con la costante di equilibrio (grandezza termodinamica). Dall eq. (5-27) si ricava che: se K > 1, k d > k i e l equilibrio è spostato verso destra; se K < 1, k d < k i e l equilibrio è spostato verso sinistra.: Secondo caso: si consideri l equazione chimica k d A + B C + D (5-26a) k i Se si assume che la reazione diretta e quella inversa siano ambedue del secondo ordine, con ragionamenti analoghi a quelli del caso precedente, all equilibrio si ha pag. 20/68

21 r = k d [A] eq [B] eq - k i [C] eq [D] eq = 0 e si ricava [C] eq [D] eq /[A] eq [B] eq = k d /k i = K (5-27b) dove K è la costante di equilibrio per la reazione (5-26a). Sono possibili molte combinazioni di reazione dirette e inverse di vario ordine; di seguito, vengono riportati alcuni esempi per reazioni costituite da stadi elementari. Reazione diretta del primo ordine e inversa del primo ordine A C Reazione diretta del secondo ordine e inversa del primo ordine A + B C Reazione diretta del primo ordine e inversa del secondo ordine A C + D Reazione: diretta del secondo ordine e inversa del secondo ordine A + B C + D Per la trattazione formale delle reazioni di ordine n, delle reazioni consecutive, delle reazioni opposte e, più in generale, delle reazioni complesse si rimanda a testi specializzati. 5.5 DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DELL ORDINE DI REAZIONE Una volta nota la natura dei prodotti e la stechiometria di una generica reazione, A + B P lo studio cinetico comporta la ricerca dell appropriata equazione cinetica, cioè la determinazione dell ordine di reazione rispetto a ciascuno dei reagenti. Per la determinazione sperimentale dell ordine di reazione sono disponibili diversi metodi: il metodo dell integrazione, il metodo differenziale, il metodo del semiperiodo e il metodo dell isolamento. pag. 21/68

22 5.5.1 Metodo dell integrazione Il metodo dell integrazione (o metodo diretto) si basa sulla misura della variazione nel tempo della concentrazione di un reagente (o di un prodotto) rispetto al quale si vuole valutare l ordine di reazione. Si cerca quindi, per tentativi, l equazione cinetica che fornisce il miglior accordo con i dati sperimentali Metodo differenziale Il metodo differenziale utilizza le equazioni cinetiche in forma differenziale e richiede la conoscenza di un opportuno numero di valori della velocità di reazione, r, che possono essere calcolati dalla variazione della concentrazione di un reagente (o di un prodotto) in funzione del tempo. Come esempio di applicazione, si consideri la reazione: A P (5-28) La relativa equazione cinetica è: r = - d[a]/dt = k [A] n A (5-29) che, riscritta nella forma, ln r = ln k + n A ln [A] (5-30) indica che i parametri della retta di regressione ln r - ln [A] forniscono i valori dell ordine della reazione rispetto ad A (n A, pendenza della retta) e della costante di velocità della reazione (da ln k, intercetta della retta). Per calcolare valori di r, si possono utilizzare due tecniche. La prima, di tipo numerico (alle differenze finite), comporta la stima di valori medi di r da una serie di coppie di valori concentrazione tempo. Dall insieme dei dati sperimentali di [A] in funzione di t, si selezionano un numero di coppie di valori di [A], [A] 1 e [A] 2 (ai tempi t 1 e t 2 ), pari al numero di valori di r che si vogliono determinare. Ciascuna di queste coppie deve essere scelta in modo che i due valori [A] 1 e [A] 2 siano sufficientemente diversi tra loro perché l errore sperimentale non influisca in modo significativo sulla loro differenza e, nel contempo, siano misurati ai tempi t 1 e t 2 sufficientemente vicini tra loro perché si possa scrivere: r = - d[a]/dt -Δ[A]/Δt pag. 22/68

23 Questo equivale a dire che ciascuna coppia di valori concentrazione - tempo deve essere tale da potere sostituire il valore istantaneo r della velocità di reazione con il rapporto incrementale, ossia con il valore medio r m = -Δ[A]/Δt, senza introdurre un errore significativo. Si ricava: r m = - ([A] 2 - [A] 1 )/(t 2 t 1 ) (5-31) L eq. (5-31) fornisce quindi una stima (valore medio) della velocità di reazione r per una concentrazione media [A] 12m = {[A] 1 + [A] 2 }/2 al tempo medio t 12m = (t 1 + t 2 )/2. Ripetendo il calcolo per le n coppie di valori concentrazione tempo selezionate, si ottengono le n coppie di valori r m - [A] m, ovvero di ln r m - ln [A] m, che consentono di calcolare i coefficienti della retta di regressione di eq. (5-30). La seconda tecnica. di tipo grafico o analitico, comporta la costruzione del grafico dei valori di [A] in funzione di t. Con metodi di interpolazione grafica, o analitica, dei punti sperimentali, si costruisce la curva, o si calcola l equazione, che raccordi nel miglior modo possibile i punti sperimentali stessi: in ciascun punto, ossia per ciascun valore di [A] al tempo t, la tangente alla curva fornisce un valore di r. Si ottengono così le n coppie di valori r - [A], ovvero di ln r - ln [A], che consentono di calcolare i coefficienti della retta di regressione di eq. (5-30) Metodo del semiperiodo Il metodo del semiperiodo si basa sul fatto che la forma funzionale che esprime la dipendenza del tempo di semitrasformazione di una reazione dalla concentrazione iniziale di un reagente varia al variare dell ordine di reazione (equazioni 5-9, 5-13, 5-17 e 5-23). A partire da valori diversi di concentrazione iniziale di [A], si effettuano un opportuno numero n (con n 2) di prove cinetiche e, per ciascuna, si determina il tempo di semitrasformazione. Per due prove condotte con concentrazioni iniziali ([A] 0 ) 1 e ([A] 0 ) 2, indicando con (t 1/2 ) 1 e (t 1/2 ) 2 i corrispondenti tempi di semitrasformazione, si può scrivere (eq. 5-23): n 1 (t 1/2 ) 1 ([A] 0 ) A 1 (t 1/2 ) 2 ([A] 0 ) (n 2 ( ) A 1) pag. 23/68

24 Poiché la costante di proporzionalità, 2 n A 1 /[(n A - 1) k], è la stessa per ambedue le relazioni, si ricava n A = 1 - ln {(t 1/2 ) 1 /(t 1/2 ) 2 }/ln {([A] 0 ) 1 /([A] 0 ) 2 } (5-32) Ripetendo il calcolo per tutte le coppie di dati ricavabili dalle n prove, si può verificare il risultato ottenuto e calcolare un valore medio di n A. In alternativa, le n coppie di valori [A] 0, t 1/2 possono essere utilizzate per calcolare i coefficienti della retta di regressione ottenuta riscrivendo l eq. (5-23) nella forma ln t 1/2 = ln [(2 n A 1 1)/(n A 1) k] (n A 1) ln [A] 0 (5-23a) Metodo dell isolamento Il metodo dell isolamento risulta utile quando i reagenti sono due o più di due. Per semplicità, si consideri la reazione A + B P la cui equazione cinetica ha la forma dell eq. (5-5). Si devono determinare n A e n B. Il metodo dell isolamento consiste nell isolare, nel suo effetto cinetico, un reagente (per esempio, A) rispetto a tutti gli altri. A tal fine, si usa un eccesso di reagente A sufficientemente grande da poter assumere che, in tutto il corso della reazione, la concentrazione di A si mantenga approssimativamente uguale a quella iniziale. In questo modo, si ottiene un abbassamento dell ordine di reazione totale (n A + n B ) all ordine di reazione apparente n B (se A è il reagente usato in forte eccesso) oppure n A (se B è il reagente usato in forte eccesso). Se A è il reagente usato in forte eccesso, si ha [A] 0» [B] 0 e l equazione cinetica diventa n A n B n B r = k [A] 0 [B] = k [B] (5-33) con n A k = k [A] 0 L eq. (5-33) ha la forma dell eq. (5-23): il valore di n B può essere ricavato con uno dei metodi visti e l equazione può essere integrata. pag. 24/68

25 Naturalmente, la costante di velocità k, calcolata dai dati sperimentali relativi alla reazione condotta in forte eccesso di A, è funzione della concentrazione iniziale di A: ln k = ln k + n A ln [A] 0 (5-34) Conducendo un opportuno numero di prove cinetiche con eccessi diversi di [A] 0, l ordine di reazione rispetto ad A, n A, si determina come parametro angolare della retta ln k in funzione di ln [A] 0 ; dall intercetta, si ricava la costante di velocità della reazione globale. 5.6 DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DELLA VELOCITÀ DI REAZIONE Metodi sperimentali La determinazione della velocità di reazione richiede lo studio della variazione della concentrazione di uno o più reagenti e/o prodotti in funzione del tempo. In linea di principio, per seguire il corso di una reazione, può quindi essere utilizzata qualsiasi tecnica capace di fornire la misura della variazione di una proprietà nel corso della reazione. I metodi analitici utilizzabili possono essere divisi in due categorie: metodi chimici e metodi fisici. I metodi chimici sono invasivi perché comportano sempre il prelievo, a vari tempi, di un opportuno numero di campioni dalla miscela di reazione; per contro, consentono la determinazione diretta della concentrazione di uno (o più) reagenti o prodotti con metodi volumetrici o gravimetrici (i primi sono in genere preferibili per la loro maggiore rapidità di esecuzione). Il vantaggio principale è quindi costituito dall ottenimento diretto del valore della concentrazione. Un importante limite è costituito dal rapporto tra il tempo necessario per l effettuazione dell analisi e la velocità con la quale varia nel tempo la concentrazione che si vuole misurare. Poiché, in genere, i metodi di analisi sono relativamente lenti, i campioni non possono essere analizzati direttamente ma solo dopo avere bloccato la reazione mediante brusco raffreddamento, avvelenamento del catalizzatore, ecc. (quenching della reazione). pag. 25/68

26 I metodi fisici consentono la misura di una proprietà fisica della miscela di reazione sui campioni prelevati o, direttamente, sulla miscela. In generale, i metodi fisici sono preferibili ai chimici sia perché sono più rapidi sia perché, specialmente nello studio di reazioni veloci, l effettuazione delle misure direttamente nel reattore permette di eliminare le fonti di errore connesse al prelievo e alla manipolazione dei campioni. Il limite principale nell utilizzo dei metodi fisici è costituito dal fatto che essi non forniscono direttamente il valore della concentrazione ma solo quello di una grandezza fisica legata alla concentrazione da una relazione funzionale; per potere utilizzare in modo efficace questi metodi, la proprietà fisica deve essere correlabile in modo semplice alla variazione di concentrazione del reagente e/o prodotto che si vuole misurare (vedere 5.6.2). Inoltre, la variazione della proprietà dovuta al composto analizzato deve essere molto maggiore rispetto all eventuale contributo degli altri reagenti o prodotti. Tuttavia, i moderni strumenti di misura sono spesso dotati di un software che consente di ottenere il valore della concentrazione mediante elaborazione diretta del valore strumentale. Inoltre, in genere, il sistema di reazione non è perturbato dalla misura ed è anche possibile una registrazione automatica e continua della variazione della proprietà fisica scelta. I metodi fisici hanno in genere un limite di rilevabilità molto inferiore rispetto ai metodi chimici e, quindi, sono spesso in grado di misurare variazioni della proprietà di interesse dovute a variazioni di concentrazione molto piccole. Questo vantaggio può avere però un risvolto negativo, perché può essere fonte di errori anche grandi. Per esempio, in un analisi di tipo spettrofotometrico possono essere presenti, come impurezze o perché formati da reazioni secondarie, composti in concentrazioni molto basse; se questi composti hanno un forte assorbimento nella stessa zona del composto che si vuole analizzare, l errore nella misura può essere anche elevato. In generale, è quindi consigliabile effettuare più di una misura, seguendo la scomparsa di almeno uno dei reagenti e la formazione di almeno uno dei prodotti. I metodi fisici più comunemente impiegati sono: misure di pressione per reazioni in fase gassosa; metodi ottici quali polarimetria, refrattometria, colorimetria; spettrofotometria elettronica, vibrazionale e rotazionale; spettroscopie di risonanza, quali risonanza magnetica nucleare e risonanza di spin elettronico; metodi elettrochimici, quali conduttività, potenziometria, e polarografia; metodi pag. 26/68

27 cromatografici in fase gassosa e in fase liquida; spettrometria di massa. I metodi fisici più recenti, dei quali è riportato un sommario non esaustivo nella Fig. 5.7, consentono la misura delle variazioni in processi che avvengono su scale di tempi molto variabili, da s (1 picosecondo) a 10 6 s (1 megasecondo) Correlazione tra grandezze fisiche e concentrazione Il caso più interessante dal punto di vista pratico è quello di una grandezza fisica che gode della proprietà additiva (ossia, il suo valore sperimentale, che è una proprietà del sistema, è uguale alla somma dei contributi dei singoli componenti il sistema) e per la quale esiste una relazione lineare con la concentrazione. Alcune grandezze che pag. 27/68

28 soddisfano queste condizioni sono, per esempio, la conducibilità elettrica, la densità ottica, la rotazione di luce polarizzata, la pressione dei gas. Inoltre, in soluzione diluita, anche altre proprietà (volume specifico, indice di rifrazione, ecc.) sono additive e variano linearmente con la concentrazione, purché l intervallo di variazione della concentrazione non sia troppo elevato. Per ricavare una relazione generale tra una grandezza fisica e la concentrazione, si consideri la generica reazione aa + bb + cc pp che, per comodità di trattazione, viene riscritta come A + (b/a) B + (c/a) C (p/a) P (5-35) dove a, b, c, e p sono i coefficienti stechiometrici e P include tutti i prodotti. Siano [A] 0, [B] 0 e [C] 0 le concentrazioni iniziali di A, B e C; si assuma che A sia il reagente che, tenuto conto dei coefficienti stechiometrici, è inizialmente presente in concentrazione più bassa (reagente limite) e che la reazione possa essere seguita fino a completezza (conversione del 100%). Se α è il valore della proprietà fisica, al tempo t si ha α = α M + α A + α B + α C + α P (5-36) dove α M è l eventuale contributo del mezzo. Si assume che il contributo α i di ciascuna specie i sia legato alla concentrazione mediante una relazione del tipo α i = h i [i] (5-37) dove h i è una costante di proporzionalità e [i] è la concentrazione dell i-esimo reagente o prodotto. Con la relazione di eq. (5-37), l eq. (5-36) può essere riscritta: α = α M + h A [A] + h B [B] + h C [C] + h P [P] Indicando con x la concentrazione di A reagito al tempo t e utilizzando le relazioni stechiometriche [A] = [A] 0 - x [B] = [B] 0 (b/a) x pag. 28/68

29 [C] = [C] 0 (c/a) x [P] = (p/a) x l equazione precedente diventa: α = α M + h A {[A] 0 - x)}+ h B {[B] 0 (b/a) x)} + h C {[C] 0 (c/a) x} + h P (p/a) x (5-38) Il valore di α al tempo t = 0, α 0, è: α 0 = α M + h A [A] 0 + h B [B] 0 + h C [C] 0 (5-39) Il valore di α al tempo t =, α, quando x = [A] 0, è: α = α M + h B {[B] 0 - (b/a) [A] 0 } + h C {[C] 0 - (c/a) [A] 0 } + h P (p/a) [A] 0 (5-40) Sottraendo membro a membro le equazioni (5-40) e (5-39), si ottiene: α - α 0 = - h A [A] 0 - h B (b/a) [A] 0 - h C (c/a) [A] 0 + h P (p/a) [A] 0 = ([A] 0 /a) (h P p - h A a - h B b - h C c) = ([A] 0 /a) Δh (5-41) Sottraendo membro a membro le equazioni (5-38) e (5-39), si ottiene: α - α 0 = - h A x - h B (b/a) x - h C (c/a) x + h P (p/a) x = = (x/a) (h P p - h A a - h B b - h C c) = (x/a) Δh (5-42) Sottraendo membro a membro le equazioni (5-41) e (5-42), si ottiene infine: α - α = - h A ([A] 0 x) h B (b/a) ([A] 0 x) - h C (c/a) ([A] 0 x) + h P (p/a) ([A] 0 x) = {([A] 0 x)/a} Δh (5-43) Le equazioni (5-41), (5-42) e (5-43) consentono di esprimere, caso per caso, le equazioni cinetiche in funzione dei valori della grandezza fisica. Per esempio, per la reazione del primo ordine di eq. (5-12b), utilizzando le equazioni (5-41) e (5-43), si ricava: k = (1/t) ln([a] 0 /[A]) = (1/t) ln{[a] 0 /([A] 0 - x)} = (1/t)ln{(α - α 0 )/(α - α)} (5-44) 5.7 CONTROLLO DIFFUSIONALE E CONTROLLO CHIMICO pag. 29/68

30 Il valore della costante di velocità può fornire indicazioni sul meccanismo di reazione attraverso l utilizzo di modelli. I due modelli più utilizzati sono noti come teoria delle collisioni e teoria dello stato di transizione (o dello stato attivato). In generale, i modelli, tenuto conto della stechiometria della reazione, descrivono la variazione dell energia potenziale di singole molecole di reagenti e prodotti nel corso della reazione (e, quindi, delle proprietà di singole molecole) o dell energia libera del sistema costituito dalle molecole di reagenti e prodotti (e, quindi, delle proprietà di un grande numero di molecole). L ipotesi alla base del modello della teoria delle collisioni è che le reazioni avvengono per effetto di collisioni tra le molecole dei reagenti. In alcune reazioni, per esempio quella tra H + e OH - in soluzione acquosa, si assume che ciascun atto di collisione tra H + e OH - porti alla formazione del prodotto H 2 O: questa reazione avviene quindi con la massima efficienza, ossia con la velocità più elevata possibile in quelle condizioni. Poiché la velocità con la quale i reagenti si incontrano (collidono) dipende dalla velocità dei moti delle specie interessate nella soluzione (processo di diffusione), queste reazioni vengono dette a controllo diffusionale. La maggior parte delle reazioni ha però una velocità inferiore rispetto a quella calcolabile dalla teoria delle collisioni perché non tutte le collisioni tra i reagenti sono efficaci, ossia non tutte le collisioni portano alla formazione del prodotto di reazione. Fondamentalmente, questa minor efficienza è dovuta a due fattori: Durante la reazione si deve formare una specie intermedia, che ha un energia maggiore di quella disponibile come energia cinetica o energia potenziale dei reagenti: perché la reazione possa avvenire, deve essere superata una barriera energetica, chiamata energia di attivazione della reazione; Perché la reazione possa avvenire, i reagenti devono assumere una ben definita orientazione reciproca; questa richiesta viene quantitativamente espressa dall entropia di attivazione della reazione. Per separare il contributo della componente energetica della barriera dal contributo della componente entropica, si deve studiare la dipendenza della velocità di reazione dalla temperatura. All aumentare della temperatura, l energia cinetica delle molecole aumenta: i reagenti possono quindi acquisire l energia necessaria per formare pag. 30/68

31 l intermedio di alta energia, richiesto perché la reazione possa avvenire: usualmente, quindi, la velocità di reazione aumenta all aumentare della temperatura. L aspetto quantitativo della relazione tra costante di velocità e barriere energetica ed entropica sarà discusso in seguito ( 5.13). 5.8 STADI ELEMENTARI E MECCANISMO DI REAZIONE Si è già detto che obiettivo finale di uno studio cinetico è l individuazione di un plausibile meccanismo di reazione che, in genere, è costituito da una serie di stadi elementari. Gli stadi elementari delle reazioni hanno importanti caratteristiche. Al solo scopo di fornire delle linee guida di carattere generale, in questo e nei due paragrafi successivi, le caratteristiche sono riassunte in un totale di sette condizioni. Le prime due sono: 1. Gli stadi elementari di reazione comportano processi che possono coinvolgere una singola molecola oppure collisioni reattive tra due (al massimo, tre) molecole. 2. Uno stadio, per essere elementare, non deve includere la formazione di intermedi chimicamente stabili nel passaggio dai reagenti ai prodotti. Per esempio: la ploflavina (P) si lega al DNA (D) per formare un complesso (PD) in, nel quale il farmaco è intercalato tra coppie di basi. La reazione risultante (stadio elementare) è: P + D (PD) in Successivi studi cinetici hanno però messo in evidenza la formazione intermedia di un complesso, (PD) out, nel quale il farmaco è legato, in modo più labile, all esterno della doppia elica. Il meccanismo della reazione globale può essere quindi riscritto come somma dei due stadi elementari P + D k 2 k -2 (PD) out (PD) out k 1 k -1 (PD) in pag. 31/68

32 Il primo stadio comporta una collisione bimolecolare tra una molecola del farmaco e il DNA; il secondo stadio è un processo unimolecolare, che comporta un riarrangiamento intramolecolare del complesso farmaco-dna. Allo stato attuale delle conoscenze, non esistono evidenze sperimentali della formazione di altri intermedi di reazione: si postula quindi che ciascuna delle due precedenti reazioni costituisca uno stadio elementare. Non essendo possibile escludere con certezza l esistenza di altri intermedi, il meccanismo di reazione dovrà essere rivisto e modificato se e quando ulteriori esperimenti dovessero evidenziare la presenza di altri intermedi e, quindi, di altri stadi elementari. La terza condizione è: 3. La legge di velocità per uno stadio elementare può essere scritta sulla base della sua stechiometria Questa condizione deriva direttamente dalle prime due e comporta che uno stadio elementare che coinvolge ν A molecole di A è del ν A -esimo ordine rispetto ad A. Si noti che questa condizione non è in contrasto con quanto affermato nel 5.3 perché vale soltanto per uno stadio elementare mentre, in genere, una reazione è costituita da più stadi elementari. Riprendendo l esempio precedente ed esprimendolo nella forma più generale, k 2 A + B C (5-45a) k -2 k 1 C D (5-45b) k -1 uno stadio elementare è il decadimento unimolecolare di C a dare D, con costante di velocità k 1 (si trascura la reazione inversa): k 1 C D (5-46a) Poiché le molecole di C reagiscono in modo indipendente l una dall altra, la frazione d[c]/[c] di molecole che decadono nell intervallo di tempo dt è proporzionale a dt: - d[c]/[c] = k 1 dt (5-46b) pag. 32/68

33 Si ricava: - d[c]/dt = k 1 [C] (5-46c) Di conseguenza, uno stadio elementare unimolecolare ha una legge di velocità del primo ordine (n C = 1). La velocità dello stadio elementare di collisione bimolecolare è proporzionale alla frequenza di collisioni per unità di volume tra i due reagenti A e B (si trascura la reazione inversa): k 2 A + B C (5-46d) La frequenza di collisioni per unità di volume tra una molecola di A (ovvero, di B) e tutte le molecole di B (ovvero, di A) è proporzionale alla concentrazione di B; la frequenza totale di collisioni per unità di volume si ottiene moltiplicando per la concentrazione di A per la concentrazione di B. Si ha: - d[a]/dt = k 2 [A][B] (5-46e) Di conseguenza, uno stadio elementare bimolecolare ha una legge di velocità del secondo ordine (n A = n B = 1; n tot = 2). La generalizzazione di questi risultati costituisce il terzo enunciato. La quarta condizione è: 4. La somma di tutti gli stadi elementari costituisce la reazione globale. Questo significa che tutti gli intermedi formati durante la reazione devono essere consumati nella reazione stessa: essi devono quindi apparire come prodotti in uno stadio elementare e come reagenti in un altro stadio elementare e, globalmente, si devono cancellare. Se questo non si verifica, il meccanismo di reazione proposto non descrive correttamente la reazione globale. 5.9 RELAZIONE TRA COSTANTE DI EQUILIBRIO E COSTANTE DI VELOCITÀ La relazione tra costante di equilibrio e costante di velocità è una delle relazioni fondamentali della chimica fisica, perché mette in relazione la termodinamica di una reazione con la sua cinetica. Si considerino separatamente i due stadi elementari di eq. (5-45a) e di eq. (5-45b). pag. 33/68

34 La legge di velocità per lo stadio elementare di eq. (5-45a) considerato è: d[c]/dt = k 2 [A][B] - k -2 [C] La legge di velocità per lo stadio elementare di eq. (5-45b) è: d[d]/dt = k 1 [C] - k -1 [D] (5-45c) (5-45d) Se ciascun stadio elementare, separatamente considerato, raggiunge le condizioni di equilibrio, la concentrazione di ciascun reagente e prodotto in ciascuna reazione è costante (indipendente dal tempo) e si ha quindi: k 2 [A][B] - k -2 [C] = 0 (5-45e) k 1 [C] - k -1 [D] = 0 Riordinando ciascuna delle due equazioni, si ricava: [C]/[A][B] = k 2 /k -2 = K 2 [D]/[C] = k 1 /k -1 = K 1 (5-45f) (5-45g) (5-45h) dove K 2 e K 1 sono le costanti di equilibrio, rispettivamente dello stadio elementare di eq. (5-45a) e di quello di eq. (5-45b). La conclusione è che la legge di velocità e la costante di equilibrio di uno stadio elementare possono essere scritte sulla base della stechiometria dello stadio. La generalizzazione di questo risultato costituisce il quinto vincolo che deve essere soddisfatto da uno stadio elementare: 5. La costante di equilibrio di uno stadio elementare è data dal rapporto tra la costante di velocità della reazione diretta e quella della reazione inversa. La sesta condizione, che si applica a una reazione complessa somma di più stadi elementari, deriva dalla seguente considerazione: per la reazione globale, costituita dall insieme dei due stadi elementari di equazioni (5-45a) e (5-45b) che avvengono contemporaneamente (nello stesso reattore), la costante di equilibrio K della reazione globale è: K 1 K 2 = k 1 k 2 /k -1 k -2 = [C][D]/[A][B][C] = [D]/[A][B] = K (5-45e) L eq. (5-45e) è una conseguenza del fatto che, nel prodotto di tutte le costanti di equilibrio degli stadi elementari, la concentrazione delle specie intermedie si pag. 34/68

REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione

REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione REAZIONI ORGANICHE Variazioni di energia e velocità di reazione Abbiamo visto che i composti organici e le loro reazioni possono essere suddivisi in categorie omogenee. Per ottenere la massima razionalizzazione

Dettagli

Una soluzione è un sistema omogeneo (cioè costituito da una sola fase, che può essere liquida, solida o gassosa) a due o più componenti.

Una soluzione è un sistema omogeneo (cioè costituito da una sola fase, che può essere liquida, solida o gassosa) a due o più componenti. Una soluzione è un sistema omogeneo (cioè costituito da una sola fase, che può essere liquida, solida o gassosa) a due o più componenti. Solvente (componente presente in maggior quantità) SOLUZIONE Soluti

Dettagli

Relazioni statistiche: regressione e correlazione

Relazioni statistiche: regressione e correlazione Relazioni statistiche: regressione e correlazione È detto studio della connessione lo studio si occupa della ricerca di relazioni fra due variabili statistiche o fra una mutabile e una variabile statistica

Dettagli

Basi di matematica per il corso di micro

Basi di matematica per il corso di micro Basi di matematica per il corso di micro Microeconomia (anno accademico 2006-2007) Lezione del 21 Marzo 2007 Marianna Belloc 1 Le funzioni 1.1 Definizione Una funzione è una regola che descrive una relazione

Dettagli

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1) Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

9. Urti e conservazione della quantità di moto.

9. Urti e conservazione della quantità di moto. 9. Urti e conservazione della quantità di moto. 1 Conservazione dell impulso m1 v1 v2 m2 Prima Consideriamo due punti materiali di massa m 1 e m 2 che si muovono in una dimensione. Supponiamo che i due

Dettagli

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Energia nelle reazioni chimiche Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti VIDEO Introduzione (I) L energia chimica è dovuta al particolare arrangiamento degli atomi nei composti chimici e le varie forme di

Dettagli

Transitori del primo ordine

Transitori del primo ordine Università di Ferrara Corso di Elettrotecnica Transitori del primo ordine Si consideri il circuito in figura, composto da un generatore ideale di tensione, una resistenza ed una capacità. I tre bipoli

Dettagli

Corso di. Dott.ssa Donatella Cocca

Corso di. Dott.ssa Donatella Cocca Corso di Statistica medica e applicata Dott.ssa Donatella Cocca 1 a Lezione Cos'è la statistica? Come in tutta la ricerca scientifica sperimentale, anche nelle scienze mediche e biologiche è indispensabile

Dettagli

2. Leggi finanziarie di capitalizzazione

2. Leggi finanziarie di capitalizzazione 2. Leggi finanziarie di capitalizzazione Si chiama legge finanziaria di capitalizzazione una funzione atta a definire il montante M(t accumulato al tempo generico t da un capitale C: M(t = F(C, t C t M

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo Energia e Lavoro Finora abbiamo descritto il moto dei corpi (puntiformi) usando le leggi di Newton, tramite le forze; abbiamo scritto l equazione del moto, determinato spostamento e velocità in funzione

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli

Complementi di Termologia. I parte

Complementi di Termologia. I parte Prof. Michele Giugliano (Dicembre 2) Complementi di Termologia. I parte N.. - Calorimetria. Il calore è una forma di energia, quindi la sua unità di misura, nel sistema SI, è il joule (J), tuttavia si

Dettagli

Per la cinetica del 1 ordine si ha:

Per la cinetica del 1 ordine si ha: 1. Si consideri la seguente reazione: CH 3 CHO (g) CH 4(g) + CO (g) Determinare l ordine di reazione e calcolare la costante di velocità della suddetta reazione a 518 C noti i seguenti dati sperimentali:

Dettagli

Amplificatori Audio di Potenza

Amplificatori Audio di Potenza Amplificatori Audio di Potenza Un amplificatore, semplificando al massimo, può essere visto come un oggetto in grado di aumentare il livello di un segnale. Ha quindi, generalmente, due porte: un ingresso

Dettagli

Gas perfetti e sue variabili

Gas perfetti e sue variabili Gas perfetti e sue variabili Un gas è detto perfetto quando: 1. è lontano dal punto di condensazione, e quindi è molto rarefatto 2. su di esso non agiscono forze esterne 3. gli urti tra le molecole del

Dettagli

Nota interpretativa. La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali

Nota interpretativa. La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali Nota interpretativa La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali Febbraio 2012 1 Mandato 2008-2012 Area di delega Consigliere Delegato

Dettagli

Controlli Automatici T. Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010. Prof. L.

Controlli Automatici T. Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010. Prof. L. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010 Parte 3, 1 Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento Prof. Lorenzo Marconi DEIS-Università di Bologna Tel. 051 2093788 Email: lmarconi@deis.unibo.it URL:

Dettagli

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA E ANALISI DEI DATI SPERIMENTALI CON EXCEL

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA E ANALISI DEI DATI SPERIMENTALI CON EXCEL RAPPRESENTAZIONE GRAFICA E ANALISI DEI DATI SPERIMENTALI CON EXCEL 1 RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Per l analisi dati con Excel si fa riferimento alla versione 2007 di Office, le versioni successive non differiscono

Dettagli

Regressione Mario Guarracino Data Mining a.a. 2010/2011

Regressione Mario Guarracino Data Mining a.a. 2010/2011 Regressione Esempio Un azienda manifatturiera vuole analizzare il legame che intercorre tra il volume produttivo X per uno dei propri stabilimenti e il corrispondente costo mensile Y di produzione. Volume

Dettagli

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing Macchina di Turing Una macchina di Turing è costituita dai seguenti elementi (vedi fig. 1): a) una unità di memoria, detta memoria esterna, consistente in un nastro illimitato in entrambi i sensi e suddiviso

Dettagli

Classificazione dei Sensori. (raccolta di lucidi)

Classificazione dei Sensori. (raccolta di lucidi) Classificazione dei Sensori (raccolta di lucidi) 1 Le grandezze fisiche da rilevare nei processi industriali possono essere di varia natura; generalmente queste quantità sono difficili da trasmettere e

Dettagli

Correnti e circuiti a corrente continua. La corrente elettrica

Correnti e circuiti a corrente continua. La corrente elettrica Correnti e circuiti a corrente continua La corrente elettrica Corrente elettrica: carica che fluisce attraverso la sezione di un conduttore in una unità di tempo Q t Q lim t 0 t ntensità di corrente media

Dettagli

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali Equazioni irrazionali Definizione: si definisce equazione irrazionale un equazione in cui compaiono uno o più radicali contenenti l incognita. Esempio 7 Ricordiamo quanto visto sulle condizioni di esistenza

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

Termodinamica: legge zero e temperatura

Termodinamica: legge zero e temperatura Termodinamica: legge zero e temperatura Affrontiamo ora lo studio della termodinamica che prende in esame l analisi dell energia termica dei sistemi e di come tale energia possa essere scambiata, assorbita

Dettagli

IL MODELLO DI MICHAELIS E MENTEN PER LA CINETICA ENZIMATICA.

IL MODELLO DI MICHAELIS E MENTEN PER LA CINETICA ENZIMATICA. CORSO DI CHIMICA E PROPEDEUTICA BIOCHIMICA FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA. IL MODELLO DI MICHAELIS E MENTEN PER LA CINETICA ENZIMATICA. Un enzima è una proteina capace di catalizzare una specifica reazione

Dettagli

Esponenziali elogaritmi

Esponenziali elogaritmi Esponenziali elogaritmi Potenze ad esponente reale Ricordiamo che per un qualsiasi numero razionale m n prendere n>0) si pone a m n = n a m (in cui si può sempre a patto che a sia un numero reale positivo.

Dettagli

Selezione test GIOCHI DELLA CHIMICA

Selezione test GIOCHI DELLA CHIMICA Selezione test GIOCHI DELLA CHIMICA CLASSE A Velocità - Equilibrio - Energia Regionali 2010 36. Se il valore della costante di equilibrio di una reazione chimica diminuisce al crescere della temperatura,

Dettagli

Definisci il Campo di Esistenza ( Dominio) di una funzione reale di variabile reale e, quindi, determinalo per la funzione:

Definisci il Campo di Esistenza ( Dominio) di una funzione reale di variabile reale e, quindi, determinalo per la funzione: Verso l'esame di Stato Definisci il Campo di Esistenza ( Dominio) di una funzione reale di variabile reale e, quindi, determinalo per la funzione: y ln 5 6 7 8 9 0 Rappresenta il campo di esistenza determinato

Dettagli

Spettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari.

Spettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari. Spettrofotometria. Con questo termine si intende l utilizzo della luce nella misura delle concentrazioni chimiche. Per affrontare questo argomento dovremo conoscere: Natura e proprietà della luce. Cosa

Dettagli

Una formula molecolare è una formula chimica che dà l'esatto numero degli atomi di una molecola.

Una formula molecolare è una formula chimica che dà l'esatto numero degli atomi di una molecola. Una formula molecolare è una formula chimica che dà l'esatto numero degli atomi di una molecola. La formula empirica e una formula in cui il rappporto tra gli atomi e il piu semplice possibil Acqua Ammoniaca

Dettagli

LA MOLE : UN UNITA DI MISURA FONDAMENTALE PER LA CHIMICA

LA MOLE : UN UNITA DI MISURA FONDAMENTALE PER LA CHIMICA LA MOLE : UN UNITA DI MISURA FONDAMENTALE PER LA CHIMICA Poiché è impossibile contare o pesare gli atomi o le molecole che formano una qualsiasi sostanza chimica, si ricorre alla grandezza detta quantità

Dettagli

Complementi di Analisi per Informatica *** Capitolo 2. Numeri Complessi. e Circuiti Elettrici. a Corrente Alternata. Sergio Benenti 7 settembre 2013

Complementi di Analisi per Informatica *** Capitolo 2. Numeri Complessi. e Circuiti Elettrici. a Corrente Alternata. Sergio Benenti 7 settembre 2013 Complementi di Analisi per nformatica *** Capitolo 2 Numeri Complessi e Circuiti Elettrici a Corrente Alternata Sergio Benenti 7 settembre 2013? ndice 2 Circuiti elettrici a corrente alternata 1 21 Circuito

Dettagli

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI 1) Determinare il dominio delle seguenti funzioni di variabile reale: (a) f(x) = x 4 (c) f(x) = 4 x x + (b) f(x) = log( x + x) (d) f(x) = 1 4 x 5 x + 6 ) Data la funzione

Dettagli

Anche nel caso che ci si muova e si regga una valigia il lavoro compiuto è nullo: la forza è verticale e lo spostamento orizzontale quindi F s =0 J.

Anche nel caso che ci si muova e si regga una valigia il lavoro compiuto è nullo: la forza è verticale e lo spostamento orizzontale quindi F s =0 J. Lavoro Un concetto molto importante è quello di lavoro (di una forza) La definizione di tale quantità scalare è L= F dl (unità di misura joule J) Il concetto di lavoro richiede che ci sia uno spostamento,

Dettagli

Corso di Informatica Generale (C. L. Economia e Commercio) Ing. Valerio Lacagnina Rappresentazione in virgola mobile

Corso di Informatica Generale (C. L. Economia e Commercio) Ing. Valerio Lacagnina Rappresentazione in virgola mobile Problemi connessi all utilizzo di un numero di bit limitato Abbiamo visto quali sono i vantaggi dell utilizzo della rappresentazione in complemento alla base: corrispondenza biunivoca fra rappresentazione

Dettagli

LO STATO GASSOSO. Proprietà fisiche dei gas Leggi dei gas Legge dei gas ideali Teoria cinetico-molecolare dei gas Solubilità dei gas nei liquidi

LO STATO GASSOSO. Proprietà fisiche dei gas Leggi dei gas Legge dei gas ideali Teoria cinetico-molecolare dei gas Solubilità dei gas nei liquidi LO STATO GASSOSO Proprietà fisiche dei gas Leggi dei gas Legge dei gas ideali Teoria cinetico-molecolare dei gas Solubilità dei gas nei liquidi STATO GASSOSO Un sistema gassoso è costituito da molecole

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Silvana Stefani Piazza dell Ateneo Nuovo 1-20126 MILANO U6-368 silvana.stefani@unimib.it 1 Unità 9 Contenuti della lezione Operazioni finanziarie, criterio

Dettagli

DIPARTIMENTO DI SCIENZE INTEGRATE CHIMICA FISICA SCIENZE DELLA TERRA - BIOLOGIA

DIPARTIMENTO DI SCIENZE INTEGRATE CHIMICA FISICA SCIENZE DELLA TERRA - BIOLOGIA IISS A. De Pace Lecce A.S. 2012-2013 DIPARTIMENTO DI SCIENZE INTEGRATE FISICA SCIENZE DELLA TERRA - BIOLOGIA PIANI DI STUDIO DELLE DISCIPLINE SECONDO ANNO Piano di studi della disciplina DESCRIZIONE Lo

Dettagli

Termologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti

Termologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti Termologia Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti Trasmissione del calore Legge di Wien Legge di Stefan-Boltzmann Gas

Dettagli

Acidi e basi. HCl H + + Cl - (acido cloridrico) NaOH Na + + OH - (idrossido di sodio; soda caustica)

Acidi e basi. HCl H + + Cl - (acido cloridrico) NaOH Na + + OH - (idrossido di sodio; soda caustica) Acidi e basi Per capire che cosa sono un acido e una base dal punto di vista chimico, bisogna riferirsi ad alcune proprietà chimiche dell'acqua. L'acqua, sia solida (ghiaccio), liquida o gassosa (vapore

Dettagli

GLI STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA. Lo stato gassoso

GLI STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA. Lo stato gassoso GLI STATI DI AGGREGAZIONE DELLA MATERIA Lo stato gassoso Classificazione della materia MATERIA Composizione Struttura Proprietà Trasformazioni 3 STATI DI AGGREGAZIONE SOLIDO (volume e forma propri) LIQUIDO

Dettagli

Consideriamo due polinomi

Consideriamo due polinomi Capitolo 3 Il luogo delle radici Consideriamo due polinomi N(z) = (z z 1 )(z z 2 )... (z z m ) D(z) = (z p 1 )(z p 2 )... (z p n ) della variabile complessa z con m < n. Nelle problematiche connesse al

Dettagli

La funzione è continua nel suo dominio perchè y = f(x) è composizione di funzioni continue. Il punto x = 0 è un punto isolato per D f.

La funzione è continua nel suo dominio perchè y = f(x) è composizione di funzioni continue. Il punto x = 0 è un punto isolato per D f. FUNZIONI CONTINUE - ALCUNI ESERCIZI SVOLTI SIMONE ALGHISI 1. Continuità di una funzione Dati un insieme D R, una funzione f : D R e x 0 R, si è detto che f è continua in x 0 se sono soddisfatte le seguenti

Dettagli

Vademecum studio funzione

Vademecum studio funzione Vademecum studio funzione Campo di Esistenza di una funzione o dominio: Studiare una funzione significa determinare gli elementi caratteristici che ci permettono di disegnarne il grafico, a partire dalla

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

u 1 u k che rappresenta formalmente la somma degli infiniti numeri (14.1), ordinati al crescere del loro indice. I numeri u k

u 1 u k che rappresenta formalmente la somma degli infiniti numeri (14.1), ordinati al crescere del loro indice. I numeri u k Capitolo 4 Serie numeriche 4. Serie convergenti, divergenti, indeterminate Data una successione di numeri reali si chiama serie ad essa relativa il simbolo u +... + u +... u, u 2,..., u,..., (4.) oppure

Dettagli

Alessandro Pellegrini

Alessandro Pellegrini Esercitazione sulle Rappresentazioni Numeriche Esistono 1 tipi di persone al mondo: quelli che conoscono il codice binario e quelli che non lo conoscono Alessandro Pellegrini Cosa studiare prima Conversione

Dettagli

Preparazione alle gare di II livello delle Olimpiadi della Fisica 2013

Preparazione alle gare di II livello delle Olimpiadi della Fisica 2013 Preparazione alle gare di II livello delle Olimpiadi della Fisica 01 Incontro su temi di termodinamica 14/1/01 Giuseppina Rinaudo - Dipartimento di Fisica dell Università di Torino Sommario dei quesiti

Dettagli

Energia potenziale elettrica

Energia potenziale elettrica Energia potenziale elettrica Simone Alghisi Liceo Scientifico Luzzago Novembre 2013 Simone Alghisi (Liceo Scientifico Luzzago) Energia potenziale elettrica Novembre 2013 1 / 14 Ripasso Quando spingiamo

Dettagli

DENSITA La densità è una grandezza fisica che indica la massa, di una sostanza o di un corpo, contenuta nell unità di volume; è data dal rapporto:

DENSITA La densità è una grandezza fisica che indica la massa, di una sostanza o di un corpo, contenuta nell unità di volume; è data dal rapporto: Richiami di Chimica DENSITA La densità è una grandezza fisica che indica la massa, di una sostanza o di un corpo, contenuta nell unità di volume; è data dal rapporto: d = massa / volume unità di misura

Dettagli

Dimensione di uno Spazio vettoriale

Dimensione di uno Spazio vettoriale Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione

Dettagli

Lezione 10: Il problema del consumatore: Preferenze e scelta ottimale

Lezione 10: Il problema del consumatore: Preferenze e scelta ottimale Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Lezione 10: Il problema del consumatore: Preferenze e scelta ottimale Facoltà di Scienze della Comunicazione Università di Teramo Scelta

Dettagli

COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI

COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI CAPITOLO NONO COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI Esempi applicativi Vengono di seguito esaminati alcuni componenti di macchine termiche che possono essere considerati come sistemi aperti A) Macchina termica

Dettagli

Elementi di topologia della retta

Elementi di topologia della retta Elementi di topologia della retta nome insieme definizione l insieme è un concetto primitivo che si accetta come intuitivamente noto secondo George Cantor, il padre della teoria degli insiemi: Per insieme

Dettagli

1. PRIME PROPRIETÀ 2

1. PRIME PROPRIETÀ 2 RELAZIONI 1. Prime proprietà Il significato comune del concetto di relazione è facilmente intuibile: due elementi sono in relazione se c è un legame tra loro descritto da una certa proprietà; ad esempio,

Dettagli

Ke = ] = Kw = 10 = 10-7 moli/litro, ed in base a quanto avevamo affermato in precedenza: [H + ] = [OH - ] = 10-7 moli/litro.

Ke = ] = Kw = 10 = 10-7 moli/litro, ed in base a quanto avevamo affermato in precedenza: [H + ] = [OH - ] = 10-7 moli/litro. Prodotto ionico dell acqua e ph Prodotto ionico dell acqua L acqua è un elettrolita debolissimo e si dissocia secondo la reazione: H 2 O H + + OH - La costante di equilibrio dell acqua è molto piccola

Dettagli

4. Operazioni elementari per righe e colonne

4. Operazioni elementari per righe e colonne 4. Operazioni elementari per righe e colonne Sia K un campo, e sia A una matrice m n a elementi in K. Una operazione elementare per righe sulla matrice A è una operazione di uno dei seguenti tre tipi:

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA

LA CORRENTE ELETTRICA L CORRENTE ELETTRIC H P h Prima che si raggiunga l equilibrio c è un intervallo di tempo dove il livello del fluido non è uguale. Il verso del movimento del fluido va dal vaso a livello maggiore () verso

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms. adacher@dia.uniroma3.it Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms adacher@dia.uniroma3.it Introduzione Sistemi e Modelli Lo studio e l analisi di sistemi tramite una rappresentazione astratta o una sua formalizzazione

Dettagli

LA CRESCITA DELLE POPOLAZIONI ANIMALI

LA CRESCITA DELLE POPOLAZIONI ANIMALI LA CRESCITA DELLE POPOLAZIONI ANIMALI Riccardo Scipioni Generalmente, con il termine crescita di una popolazione si intende l aumento, nel tempo, del numero di individui appartenenti ad una stessa popolazione.

Dettagli

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1 Le funzioni continue A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. -3 A. Pisani, appunti di Matematica 1 Nota bene Questi appunti sono da intendere come guida allo studio e come riassunto di quanto illustrato

Dettagli

1. LE GRANDEZZE FISICHE

1. LE GRANDEZZE FISICHE 1. LE GRANDEZZE FISICHE La fisica (dal greco physis, natura ) è una scienza che ha come scopo guardare, descrivere e tentare di comprendere il mondo che ci circonda. La fisica si propone di descrivere

Dettagli

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da Data una funzione reale f di variabile reale x, definita su un sottoinsieme proprio D f di R (con questo voglio dire che il dominio di f è un sottoinsieme di R che non coincide con tutto R), ci si chiede

Dettagli

IL SISTEMA INFORMATIVO

IL SISTEMA INFORMATIVO LEZIONE 15 DAL MODELLO DELLE CONDIZIONI DI EQUILIBRIO AL MODELLO CONTABILE RIPRESA DEL CONCETTO DI SISTEMA AZIENDALE = COMPLESSO DI ELEMENTI MATERIALI E NO CHE DIPENDONO RECIPROCAMENTE GLI UNI DAGLI ALTRI

Dettagli

L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare

L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare Cap.4 giroscopio, magnetismo e forza di Lorentz teoria del giroscopio Abbiamo finora preso in considerazione le condizionidi equilibrio

Dettagli

Contabilità generale e contabilità analitica

Contabilità generale e contabilità analitica 1/5 Contabilità generale e contabilità analitica La sfida della contabilità analitica è di produrre informazioni sia preventive che consuntive. Inoltre questi dati devono riferirsi a vari oggetti (prodotti,

Dettagli

LABORATORIO DI CHIMICA GENERALE E INORGANICA

LABORATORIO DI CHIMICA GENERALE E INORGANICA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea Triennale in Chimica CORSO DI: LABORATORIO DI CHIMICA GENERALE E INORGANICA Docente: Dr. Alessandro Caselli

Dettagli

La f(x) dovrà rimanere all interno di questo intorno quando la x è all interno di un intorno di x 0, cioè I(x 0 ), cioè:

La f(x) dovrà rimanere all interno di questo intorno quando la x è all interno di un intorno di x 0, cioè I(x 0 ), cioè: 1 Limiti Roberto Petroni, 2011 Possiamo introdurre intuitivamente il concetto di limite dicendo che quanto più la x si avvicina ad un dato valore x 0 tanto più la f(x) si avvicina ad un valore l detto

Dettagli

PIANO DI STUDIO DELLA DISCIPLINA

PIANO DI STUDIO DELLA DISCIPLINA Modulo Gestione Qualità UNI EN ISO 9001 : 2008 Tel. 0331635718 fax 0331679586 info@isisfacchinetti.it www.isisfacchinetti.it PIANO STUDIO DELLA DISCIPLINA PIANO DI STUDIO DELLA DISCIPLINA Chimica Analitica

Dettagli

1. Limite finito di una funzione in un punto

1. Limite finito di una funzione in un punto . Limite finito di una funzione in un punto Consideriamo la funzione: f ( ) = il cui dominio risulta essere R {}, e quindi il valore di f ( ) non è calcolabile in =. Quest affermazione tuttavia non esaurisce

Dettagli

Statistica. Lezione 6

Statistica. Lezione 6 Università degli Studi del Piemonte Orientale Corso di Laurea in Infermieristica Corso integrato in Scienze della Prevenzione e dei Servizi sanitari Statistica Lezione 6 a.a 011-01 Dott.ssa Daniela Ferrante

Dettagli

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE La sequenza costituisce un esempio di SUCCESSIONE. Ecco un altro esempio di successione: Una successione è dunque una sequenza infinita di numeri reali (ma potrebbe

Dettagli

352&(662',&20%867,21(

352&(662',&20%867,21( 352&(662',&20%867,21( Il calore utilizzato come fonte energetica convertibile in lavoro nella maggior parte dei casi, è prodotto dalla combustione di sostanze (es. carbone, metano, gasolio) chiamate combustibili.

Dettagli

ESEMPIO 1: eseguire il complemento a 10 di 765

ESEMPIO 1: eseguire il complemento a 10 di 765 COMPLEMENTO A 10 DI UN NUMERO DECIMALE Sia dato un numero N 10 in base 10 di n cifre. Il complemento a 10 di tale numero (N ) si ottiene sottraendo il numero stesso a 10 n. ESEMPIO 1: eseguire il complemento

Dettagli

Matematica generale CTF

Matematica generale CTF Successioni numeriche 19 agosto 2015 Definizione di successione Monotonìa e limitatezza Forme indeterminate Successioni infinitesime Comportamento asintotico Criterio del rapporto per le successioni Definizione

Dettagli

G3. Asintoti e continuità

G3. Asintoti e continuità G3 Asintoti e continuità Un asintoto è una retta a cui la funzione si avvicina sempre di più senza mai toccarla Non è la definizione formale, ma sicuramente serve per capire il concetto di asintoto Nei

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

INTEGRALI DEFINITI. Tale superficie viene detta trapezoide e la misura della sua area si ottiene utilizzando il calcolo di un integrale definito.

INTEGRALI DEFINITI. Tale superficie viene detta trapezoide e la misura della sua area si ottiene utilizzando il calcolo di un integrale definito. INTEGRALI DEFINITI Sia nel campo scientifico che in quello tecnico si presentano spesso situazioni per affrontare le quali è necessario ricorrere al calcolo dell integrale definito. Vi sono infatti svariati

Dettagli

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI

INTEGRATORE E DERIVATORE REALI INTEGRATORE E DERIVATORE REALI -Schemi elettrici: Integratore reale : C1 R2 vi (t) R1 vu (t) Derivatore reale : R2 vi (t) R1 C1 vu (t) Elenco componenti utilizzati : - 1 resistenza da 3,3kΩ - 1 resistenza

Dettagli

È importante quindi conoscere le proprietà chimiche dell acqua. Le reazioni acido base sono particolari esempi di equilibrio chimico in fase acquosa

È importante quindi conoscere le proprietà chimiche dell acqua. Le reazioni acido base sono particolari esempi di equilibrio chimico in fase acquosa Premessa Le nozioni di acido e di base non sono concetti assoluti ma sono relativi al mezzo in cui tale sostanze sono sciolte. L acqua è il solvente per eccellenza, scelto per studiare le caratteristiche

Dettagli

Segnali e Sistemi. Dispensa integrativa per l insegnamento di Elementi di Controlli Automatici. Gianni Borghesan e Giovanni Marro

Segnali e Sistemi. Dispensa integrativa per l insegnamento di Elementi di Controlli Automatici. Gianni Borghesan e Giovanni Marro Segnali e Sistemi Dispensa integrativa per l insegnamento di Elementi di Controlli Automatici Gianni Borghesan e Giovanni Marro Indice Introduzione 2. Notazione............................. 2 2 Classificazione

Dettagli

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY)

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) CICLO DI LEZIONI per Progetto e Gestione della Qualità Facoltà di Ingegneria CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) Carlo Noè Università Carlo Cattaneo e-mail: cnoe@liuc.it 1 CAPACITÀ DI PROCESSO Il

Dettagli

TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE PER GRUPPI DIDATTICI

TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE PER GRUPPI DIDATTICI TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE PER GRUPPI DIDATTICI MATERIA: CHIMICA CLASSI: PRIME I II QUADRIMESTRE Competenze Abilità/Capacità Conoscenze* Attività didattica Strumenti Tipologia verifiche Osservare, descrivere

Dettagli

Lezioni di Matematica 1 - I modulo

Lezioni di Matematica 1 - I modulo Lezioni di Matematica 1 - I modulo Luciano Battaia 16 ottobre 2008 Luciano Battaia - http://www.batmath.it Matematica 1 - I modulo. Lezione del 16/10/2008 1 / 13 L introduzione dei numeri reali si può

Dettagli

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0 Rappresentazione dei numeri I numeri che siamo abituati ad utilizzare sono espressi utilizzando il sistema di numerazione decimale, che si chiama così perché utilizza 0 cifre (0,,2,3,4,5,6,7,8,9). Si dice

Dettagli

IMPIANTI DI TERRA Appunti a cura dell Ing. Emanuela Pazzola Tutore del corso di Elettrotecnica per meccanici, chimici e biomedici A.A.

IMPIANTI DI TERRA Appunti a cura dell Ing. Emanuela Pazzola Tutore del corso di Elettrotecnica per meccanici, chimici e biomedici A.A. IMPIANTI DI TERRA Appunti a cura dell Ing. Emanuela Pazzola Tutore del corso di Elettrotecnica per meccanici, chimici e biomedici A.A. 2005/2006 Facoltà d Ingegneria dell Università degli Studi di Cagliari

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA (Fenomeno, indipendente dal tempo, che si osserva nei corpi conduttori quando le cariche elettriche fluiscono in essi.) Un conduttore metallico è in equilibrio elettrostatico

Dettagli

CAPITOLO 16 SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI

CAPITOLO 16 SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI CAPITOLO 16 SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI Abbiamo studiato successioni e serie numeriche, ora vogliamo studiare successioni e serie di funzioni. Dato un insieme A R, chiamiamo successione di funzioni

Dettagli

manifatturiera e per i servizi

manifatturiera e per i servizi CAPITOLO 7 Tecnologie per la produzione manifatturiera e per i servizi Agenda Tecnologia e core technology Processi core ed ausiliari Tecnologia e struttura organizzativa Tecnologia core manifatturiera

Dettagli

Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it

Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it Automazione industriale dispense del corso 10. Reti di Petri: analisi strutturale Luigi Piroddi piroddi@elet.polimi.it Analisi strutturale Un alternativa all analisi esaustiva basata sul grafo di raggiungibilità,

Dettagli

Cenni di Teoria Cinetica dei Gas

Cenni di Teoria Cinetica dei Gas Cenni di Teoria Cinetica dei Gas Introduzione La termodinamica descrive i sistemi termodinamici tramite i parametri di stato (p, T,...) Sufficiente per le applicazioni: impostazione e progettazione di

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

1. Scopo dell esperienza.

1. Scopo dell esperienza. 1. Scopo dell esperienza. Lo scopo di questa esperienza è ricavare la misura di tre resistenze il 4 cui ordine di grandezza varia tra i 10 e 10 Ohm utilizzando il metodo olt- Amperometrico. Tale misura

Dettagli