RASSEGNA STAMPA. Venerdì 27 marzo Sommario: Rassegna Associativa. Rassegna Sangue e Emoderivati

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1 RASSEGNA STAMPA Venerdì 27 marzo 2015 Sommario: Rassegna Associativa 2 Rassegna Sangue e Emoderivati 6 Rassegna Medico-scientifica, politica sanitaria e terzo settore 9 Prime Pagine 15

2 Rassegna associativa FIDAS

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4 LA SENTINELLA DEL CANAVESE Montanaro, iniziativa FIDAS con le scuole MONTANARO Presentato il decimo concorso sul dono del sangue, proposto dal gruppo Fidas che proprio quest anno festeggerà i suoi primi 55 anni. Possono partecipare gli studenti delle classi seconda e terza della scuola secondaria di 1 grado Giovanni Cena, che potranno scegliere per quale sezione concorrere: narrativa, poesia o elaborato artistico. Per la narrativa e la poesia i temi proposti sono Il dono del sangue: donare un po di noi stessi per aiutare il prossimo; Il dono del sangue: impegnarsi per il bene comune senza nulla chiedere; Donare il sangue arricchisce spiritualmente e Cosa ti motiverebbe a diventare donatore di sangue. Per l elaborato artistico eseguire un disegno, una frase ad effetto o anche due pagine di un fumetto, ovviamente sempre sulla tematica del dono di sangue. I testi e gli elaborati dovranno pervenire entro le del 30 aprile alla segreteria della scuola e l assegnazione dei premi avverrà nell aula magna nella seconda metà di maggio. Faranno parte della giuria il dirigente scolastico Daniele Vallino, il maestro Ovidio Berto, la docente di educazione artistica Raffaella Borriello, il presidente del gruppo Fidas Pier Enrico Curtaz, il grafico Michele Racco, la decoratrice Rosanna Frola e il giornalista Mauro Saroglia.

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6 Rassegna sangue e emoderivati

7 REPUBBLICA.IT Carella: "A San Martino un centro d'elezione per studiare e curare le malattie del sangue" Intervista al professore: "Basta divisioni, prendiamo i medici migliori il Palazzo del Sangue un faro per l'ematologia" di ERICA MANNA L'OSPEDALE San Martino-Ist come hub italiano per lo studio e la cura dei tumori ematologici. Un Palazzo del Sangue, finanziato dal pubblico e da sponsor privati, con l'università coinvolta attivamente. E in futuro luminari di fama mondiale, come Angelo Michele Carella e Andrea Bacigalupo, a fare da consulenti esterni non pagati. "Non c'è più spazio per le classiche divisioni: il Palazzo del Sangue al San Martino deve essere un faro in Italia per l'ematologia", esorta il professor Carella, direttore di Ematologia dell'irccs San Martino-Ist in partenza per Roma, dove oggi e domani coordinerà il primo "Post Graduate Lymphoma Conference", la due giorni che ha visto riunirsi il gotha mondiale di esperti di linfomi. E, con le elezioni regionali alle porte, lancia la sfida sulla sanità ligure alla prossima amministrazione: "Genova ha bisogno di grandi medici e grandi scuole. Basta con le consuete modalità di concorso, dobbiamo poter chiamare giovani bravi, altrimenti Genova scientificamente muore: penso a medici con contratti triennali, che possano essere rinnovati solo se dimostrano di essere efficaci nella ricerca. E a una maggiore collaborazione tra ospedali: una rete ematologica coinvolge già il Galliera, La Spezia, Savona, Sanremo, ma deve essere più integrata. È assurdo che un paziente che abita sulle colline rivierasche non possa accedere a tecnologie e farmaci innovativi ". Professor Carella, come sarà il Centro che ha in mente? "Il Centro di studio e di cura per le neoplasie ematologiche si propone di raggiungere l'eccellenza su leucemie, linfomi e mielomi. Al San Martino dovrà esserci l'unificazione di tutte le competenze biologiche e cliniche: è su questo so che sta attivamente operando la Direzione Generale". In che modo sarebbe strutturato? "L'ideale sarebbe una struttura dedicata, arricchita da laboratori con personale esperto nella biologia e nella clinica. Quattro unità, dunque: Transplant, Leukemia, Lymphoma e Myeloma Units, dove i pazienti usufruiranno degli approcci terapeutici più moderni, come i farmaci intelligenti di ultima generazione di cui discuteremo anche a Roma". Cosa cambierebbe, rispetto a oggi? "Più centralità del paziente con neoplasie ematologiche. Un direttore della struttura a rotazione ogni due anni affiancato, se lo si vorrà da ematologi esperti conosciuti in tutto il mondo a fare da consulenti esterni non pagati per creare una forte sinergia tra giovani e vecchi. Introducendo i principi di una cultura di impresa: modelli gestionali misti pubblico-privato, colossi farmaceutici interessati a partecipare. L'approccio terapeutico dovrà essere discusso con modalità multidisciplinare. Così il paziente avrà la garanzia di aver ricevuto la diagnosi e la cura migliori". Quali sono le ultime frontiere di cura? "Genova è già apripista nell'uso di protocolli sperimentali. Come quello che prevede l'uso del farmaco intelligente Brentuximab Vedotin per trattare i linfomi di Hodgkin e alcuni non Hodgkin: un recente protocollo è attivo in Italia solo a Genova e a Milano, lo usiamo da un anno e i risultati sono eccellenti. Il nostro gruppo di Genova ha collaborato attivamente allo studio di questo farmaco e il lavoro finale sta per essere pubblicato su "The Lancet Oncology"".

8 YOUNG.IT In Irlanda per i gay vige ancora il divieto di donare sangue Nel 1985 in Irlanda misero in atto il divieto per cui i gay non avrebbero più potuto donare il sangue come parte della risposta a livello mondiale per l emergere di HIV e AIDS, che in quegli anni ebbe un impatto davvero grande: ad esempio, il ministero della salute italiano fece divulgare una pubblicità a riguardo che andava in onda molto spesso proprio perché in quegli anni la paura del contagio era molto elevata, era una malattia nuova che si stava diffondendo a tal punto che invecein Irlanda imposero il divieto per i gay di donare il sangue. Il motivo principale riguardava il fatto che un uomo gay avrebbe sette possibilità in più di contrarre il virus dell HIV, quindi il rischio sarebbe molto più elevato e fino ad oggi non si era considerata la possibilità di una rivisitazione del divieto. Ma oggi gli attivisti dicono che il divieto è obsoleto e stigmatizza uomini gay e bisessuali. D altronde sembrano esserci buone notizie, pare che si stiano facendo dei passi in avanti per cambiare questa situazione. Il ministro della salute Leo Varadkar è a favore della sostituzione del divieto a vita con un periodo di dilazione di 12 mesi e dichiara: La mia idea iniziale era quella di favorire un differimento di un anno, che avrebbe portato l Irlanda in linea con molti altri paesi di lingua inglese, ma vorrei ricevere consigli dal Chief Medical Officer, e sentire le voci dei pazienti, prima di prendere una decisione definitiva. Insieme a lui la Food and Drug Administrationha annunciato lo scorso anno che rilascerà un nuovo progetto, una nuova clausola riguardante appunto la donazione di sangue da parte di uomini gay.ciò significherebbe che uomini gay o bisessuali potrebbero donare il sangue se non hanno avuto rapporti sessuali con un altro uomo nel corso dell anno passato. Gli irlandesi però non hanno imposto il divieto solo agli omosessuali, ma anche a coloro i quali hanno ricevuto una trasfusione di sangue in un territorio diverso da quello irlandese, chi ha trascorso gli anni tra il 1980 e il 1996 nel Regno Unito e chi ha usato degli aghi per assumere farmaci non prescritti. Le leggi sembrano esseretroppo restrittive, perché molti pazienti hanno davvero bisogno di sangue, e discriminatorie nei confronti di uomini gay che non avranno mai l HIV, come appunto dichiara la giornalista Lorraine Courtney: Questo divieto a vita è guidato da omofobi, presupposti stereotipati e non da fatti scientifici e prove mediche. Per la stragrande maggioranza degli uomini che hanno rapporti sessuali con gli uomini, il loro sangue è sicuro da donare.

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