REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI CREMONE E BRESCIA

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1 6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI CREMONE E BRESCIA BISOGNO GENERALE L intervento dell Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII in provincia di Cremona e Brescia si inserisce nell area di bisogno generale relativo: minori: necessità di sostenere le famiglie in difficoltà con minori a carico e bisogno di accoglienza di minori e adolescenti in stato di disagio e di abbandono disabili: necessità di interventi di integrazione dei soggetti disabili e di accoglienza di persone con handicap fisico e/o psichico CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO: DATI DEMOGRAFICI E STATISTICI DEL TERRITORIO GENERALI La provincia di Cremona, come altri territori della pianura padana, ha conosciuto profonde trasformazioni di tipo socio-economico. Caratterizzata in passato da un economia prevalentemente agricola, dal secondo dopoguerra in avanti ha visto crescere sempre di più le proprie industrie. Oggi l attività produttiva è essenzialmente legata alle piccole e medie imprese, in particolare del settore meccanico e agroalimentare, che sono sorte sul territorio. La popolazione, un tempo concentrata nei piccoli centri agricoli rurali, si è progressivamente spostata verso le città più grandi dei distretti in cui è suddiviso il territorio (fra i quali rientrano i distretti di Cremona e di Crema in cui si trovano numerose strutture dell ente). Questi distretti abbastanza omogenei dal punto di vista morfologico, presentano caratteristiche economiche e culturali ben precise legate ai diversi percorsi storici e alle diverse influenze che le province confinanti hanno esercitato su di essi. Un caso particolare è quello della provincia di Brescia la cui situazione socio-territoriale, e i bisogni che da questa emergono, sono molto simili per alcuni aspetti, se non uguali, a quelli riscontrabili nella provincia di Cremona. Per tale ragione si è pensato di analizzare congiuntamente le realtà assistenziali (per minori e per disabili) che sono attive nelle due province confinanti, tenendo ovviamente in considerazione le eventuali peculiarità territoriali. La popolazione della provincia di Cremona al 31/12/2007 era pari a abitanti (di cui nella città di Cremona e nella città di Crema), mentre nella provincia di Brescia ammontava a (di cui nella città di Brescia). Tra i fenomeni che influenzano maggiormente gli andamenti demografici di queste province vanno tenuti in considerazione i livelli molto alti del processo di invecchiamento della popolazione e i tassi molto bassi di natalità che però, negli ultimi anni, in entrambe le province sono stati ampiamente compensati dal continuo afflusso di immigrati, probabilmente attratti dalle offerte di lavoro legate all industria. ❷ AREA INTERVENTO: MINORI DATI DEMOGRAFICI E STATISTICI IN RELAZIONE AL TARGET DI INTERVENTO/UTENZA DEL PROGETTO Nella tabella 1 sono riportati i dati statistici relativi alla presenza di minori nelle province di Cremona e di Brescia: N TOTALE DI IN PERCENTUALE N di MINORI MINORI STRANIERI PROVINCIA di Circa ,30% della (pari al 26% CREMONA popolazione totale del totale degli stranieri) PROVINCIA di Circa ,50% della Circa 7.000

2 BRESCIA popolazione totale (Fonte: Ufficio statistico della provincia di Cremona e di Brescia 2007) I dati sui minori disabili sono più incerti e si ricavano per lo più basandosi sulle statistiche relative agli alunni disabili iscritti alle scuole dell infanzia, di istruzione primaria e secondaria di primo e di secondo grado, sia statali che non statali. Per questa ragione, ovviamente, le cifre riportate nella tabella 2 non corrispondono al reale numero di minori disabili presenti sul territorio, ma solo a quelli iscritti alle scuole. Non è dunque inverosimile ritenere che i soggetti in questione siano molti di più, considerando i casi gravi per i quali non è possibile accedere a percorsi scolastici e i casi di abbandono scolastico legati a svariate ragioni, fra cui l aggravarsi delle condizioni di salute di questi minori. PROVINCIA DI CREMONA PROVINCIA DI BRESCIA N TOTALE DEGLI ALUNNI N ALUNNI DISABILI 617 (di questi il 30% sono stranieri) TAB. 2 (Fonte: Ufficio statistico della provincia di Cremona 2005) (Fonte: Ufficio statistico della provincia di Brescia 2007) DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE ATTUALE E DEI BISOGNI GENERALI RIFERITI AL TARGET Considerando i dati a disposizione relativi ai minori in situazioni di disagio emerge la necessità di potenziare gli spazi e le modalità dell affido e di migliorare la disponibilità di strutture in grado di accogliere (in modo residenziale) questi minori. I contesti familiari da cui questi ragazzi provengono sono spesso caratterizzati da situazioni di disagio economico, sociale e relazionale che inevitabilmente finiscono per ripercuotersi sulla vita dei minori, quando non portano a veri e propri casi di abusi, di maltrattamenti e di abbandono. Il bisogno principale dunque è quello di fornire al minore un contesto familiare alternativo e positivo che almeno temporaneamente, quando non stabilmente, gli garantisca un sostegno psicologico ed educativo. Infine, considerato il notevole aumento della popolazione straniera, diversi enti sottolineano la necessità di predisporre forme di accoglienza appropriate e percorsi specifici per i minori stranieri non accompagnati o comunque in situazione di disagio, oltre a modalità che ne favoriscano il sostegno e l integrazione scolastica. DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI Le principali richieste avanzate dagli enti riguardano: -il bisogno di definire tempi e modalità appropriati per gli incontri protetti, in particolare migliorando gli interventi per i minori con patologie particolari - la necessità di intensificare gli interventi volti al recupero delle famiglie d origine -il bisogno di potenziare l attività di sensibilizzazione alle tematiche dell affido, anche per minori in età adolescenziale -una maggiore collaborazione fra le realtà che si occupano di minori presenti sul territorio OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI Nelle tabelle sottostanti sono indicati gli enti per minori attivi sul territorio delle province di Cremona e di Brescia: PROVINCIA DI CREMONA: ENTE DENOMINAZIONE COMUNE PROVINCIA POSTI ASSOCIAZIONE Comunità familiare 6 Monte CR 6 FRATERNITA' - ENTE MORALE -ONLUS cremasco ASSOCIAZIONE Comunità familiare Monte CR 6

3 FRATERNITA' - ENTE 7 cremasco MORALE -ONLUS ASSOCIAZIONE Gruppo familiare 1 Cremona CR 6 FRATERNITA' - ENTE MORALE -ONLUS ASSOCIAZIONE Gruppo familiare 2 Cremona CR 6 FRATERNITA' - ENTE MORALE ONLUS AiBi ASSOCIAZIONE Il grembo Vaiano CR 6 AMICI DEI BAMBINI cremasco COOPERATIVA CENTRO DI PRONTO Cremona CR 9 SOCIALE SERVIZI INTERVENTO N. 1 PER L'ACCOGLIENZA ASSOCIAZIONE CENTRO DI PRONTO Monte CR 3 FRATERNITA' - ENTE MORALE -ONLUS INTERVENTO N. 2 LA MADDALENA cremasco CONGREGAZIONE COMUNITA' DI Crema CR 10 SUORE DEL BUON PASTORE ACCOGLIENZA Tab. 3 (Fonte: regione Lombardia 2008) PROVINCIA DI BRESCIA ENTE DENOMINAZIONE COMUNE PROVINCIA POSTI COMUNITA' Comunità familiare Prevalle Br 3 FAMILIARE CALIMERO COMUNITA' Comunità familiare Desenzano Br 4 FAMILIARE RAMA-DAN ISTITUTO Centro di pronto Capriolo Br 10 PALAZZOLO - intervento per minori SUORE POVERELLE COOPERATIVA Centro di pronto Gardone Br 9 SOCIALE IL intervento per minori SOGNO FONDAZIONE DON CARLO ANGELINI ONLUS FRATERNITA' GIOVANI COOPERATIVA SOCIALE A R.L. - O.N.L.U.S. Centro di pronto intervento per minori Centro di pronto intervento per minori Rovato Br 6 Ospitaletto Br 10 Tab. 4 (Fonte: regione Lombardia 2008) Analizzando i dati delle due tabelle riportate sopra risulta evidente l esiguità dei posti disponibili per accogliere in maniera residenziale i minori che ne avrebbero bisogno. In particolare si segnala che, mentre nei comuni della provincia di Cremona (in cui si trovano le case famiglia dell ente) sono quasi sempre presenti anche strutture di altri enti, nel comune di Palazzolo sull Oglio (provincia di Brescia), a parte la casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, non esistono altre strutture d accoglienza per minori. INTERVENTO NEL CONTESTO ED AZIONI/ATTIVITA DA PARTE DELL ENTE Nella provincia di Cremona l ente è presente sul territorio con 5 strutture, mentre nella provincia di Brescia attualmente è attiva una sola struttura che, dal momento che è l unica, si rivela di estrema importanza per il territorio. In tutti i casi, si tratta di strutture socio-assistenziali residenziali a multiutenza che rientrano nella tipologia casa-famiglia e il cui intervento è rivolto principalmente a minori e a disabili con patologie fisiche e

4 psichiche, anche di entità grave. Quasi tutti gli utenti vengono assegnati in affido alle strutture con provvedimenti del TM. In molti casi queste permanenze risultano illimitate in quanto gli accolti hanno contatti molto sporadici con le famiglie di origine o li hanno persi completamente. La tabella 5 descrive sinteticamente la collocazione delle strutture sul territorio, la tipologia di utenza e l età dei fruitori dell ente: STRUTTURE DELL ENTE SUL TERRITORIO Casa famiglia San Martino 2 Casa famiglia Giordano/Bonzi Casa famiglia Buscarina Centro gravi Primavera Casa famiglia Vegis/Pedrali Tab. 5 COMUNE N MINORI MINORI CON MINORI ABUSATI ETA ACCOLTI DISABILITA E MALTRATTATI FISICA e/o PSICHICA Sergnano, anni CR Crema, e 8 anni CR Crema, e 16 anni CR Vaiano anni Cremasco, CR Palazzolo e 14 anni sull Oglio, BR (Fonte: Comunità Papa Giovanni XXIII) TREND ACCOGLIENZE MINORI Tab. 6 (Fonte: Comunità Papa Giovanni XXIII) Le sedi dell ente presenti sul territorio si fanno carico dei minori che gli vengono affidati, non solo offrendo agli accolti un supporto e uno spazio familiare in cui vivere, ma anche percorsi educativi adeguati alle necessità del minore e attività specifiche pensate in base all età dei soggetti coinvolti. Le attività portate avanti dalle strutture suddette sono volte a favorire le opportunità di crescita, di confronto e di inserimento sociale nel contesto di riferimento, attraverso una azione educativa di tipo familiare che mette al centro le esigenze affettive ed evolutive dei minori, e li stimola nel loro processo di crescita e di progressiva autonomia. Le attività svolte nell anno 2008 dalle sedi di attuazione sono state le seguenti: accompagnamento per attività sportiva (scuola di calcio, palestra, piscina) 1 volta a settimana, Attività di doposcuola quotidianamente, ccompagnamento a terapia riabilitativa e terapeutica presso centri specializzati 1 volta a settimana (psicologica, psichiatrica e fisoterapeutica), attività di animazione ludica 2 volte a settimana, accompagnamento a gruppi giovani dell Associazione Papa Giovanni XXIII, a gruppi scout e parrocchiali 1 incontro settimanale, accertamenti medici, accompagnamento in strutture sanitarie per visite specialistiche e controlli 1 volta alla settimana, attività artistiche: disegno, manipolazione creativa di materie come creta, gesso, ceramica, incontri periodici con Servizi Sociali, escursioni e passeggiate 1 volta al mese. Il numero di attività è stato cospicuo ma emerge da un incontro di tutte le case famigli e coinvolte nel progetto Partecipazione, Condivisione Rete, dai colloqui con insegnanti/maestre, dai colloqui effettuat con i minori che vi sono ancora ampi margini di miglioramento per quanto concerne le abilità motorie dei minori disabili e per tutti i minori si necessità un supporto scolastico maggiore visti anche i risultati del INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI AI QUALI L ENTE VUOLE RISPONDERE CON IL PROGETTO Attraverso le sue strutture e le sue attività sul territorio l ente tenta di rispondere in particolare: -necessità di incrementare le attività riabilitative e di sostegno scolastico -alle carenze di strutture di accoglienza temporanea (affido) per minori provenienti da famiglie multiproblematiche, sia del territorio provinciale che di fuori provincia ❷ AREA INTERVENTO: DISABILI DATI DEMOGRAFICI E STATISTICI IN RELAZIONE AL TARGET DI INTERVENTO/UTENZA DEL PROGETTO

5 E molto difficile riuscire a dare una stima esatta del numero di disabili presenti nelle province di Cremona e di Brescia dal momento che le statistiche prendono in considerazione o la fascia di iscritti alle scuole o quella di disabili iscritti al collocamento. Ad ogni modo, anche mettendo assieme le due categorie, le analisi non rifletterebbero comunque il numero reale di disabili presenti sul territorio dal momento che non viene presa in considerazione l ampia porzione di soggetti che per svariate ragioni resta esclusa da tali categorie. Dunque, solo per fornire un idea approssimativa: nella Provincia di Cremona nel 2006 risultavano iscritti agli elenchi provinciali 1428 disabili, di cui 951 disponibili al lavoro e 477 non disponibili, iscritti per poter percepire le provvidenze economiche connesse allo stato di in validità. Dal 2003 al 2005 le statistiche ci dicono che c è stato un costante aumento del numero degli iscritti: tale aumento riguarda principalmente coloro che si dichiarano disponibili al lavoro, mentre resta stabile il numero dei non disponibili. Per quanto riguarda le tipologia di disabilità più diffuse fra i 951 disabili disponibili al lavoro: il 33% era colpito da handicap psichico, mentre il restante 67% da handicap fisico. La maggior parte degli iscritti ha un tasso di scolarità molto basso: solo il 16-17% possiede un diploma di scuola media-superiore, mentre poco meno dell 80% ha un titolo di licenza media o elementare. DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE ATTUALE E DEI BISOGNI GENERALI RIFERITI AL TARGET Dall analisi dei dati disponibili sui disabili e sulle strutture a loro rivolte, nelle due province considerate, mentre da un lato emerge una buona assistenza rivolta a tutti quei disabili che rientrano nei circuiti scolastici e formativi predisposti dagli organi del settore, dall altro si definisce un problema di visibilità ai servizi di quanti non rientrano o escono da quei circuiti: tali situazioni restano sostanzialmente sconosciute e, anche se il fenomeno attualmente sembra in diminuzione grazie alle possibilità offerte dall erogazione di buoni sociali, tuttavia le strutture e i servizi non costituiscono ancora una risposta sufficiente. Fra i principali bisogni individuati nei piani di zona per i disabili emergono: - l incremento di centri socio-riabilitativi e di comunità alloggio, di servizi di comunità e di accoglienza per l accoglienza delle persone disabili (l A.S.L. nei documenti di programmazione dichiara non sufficiente il numero di strutture sociali residenziali per disabili) - il miglioramento dell attività informativa e di consulenza alle persone e alle famiglie con disabili per favorire la fruizione dei servizi - lo sviluppo di attività di sostegno al nucleo familiare, progettando interventi di sollievo handicap DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI Rilancio del rapporto col territorio per migliorare le opportunità di vita e di relazione dei disabili; la necessità di trovare modalità di messa in rete e di programmazione congiunta fra gli enti che si occupano di disabilità; la razionalizzazione e l incremento delle opportunità di trasporto attrezzato e/o protetto per garantire il diritto allo studio, al lavoro e alla partecipazione. OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI Nelle tabelle riportate di seguito sono elencati alcuni dei principali enti che si occupano di disabili nelle province di Cremona e di Brescia: PROVINCIA DI CREMONA ENTE DENOMINAZIONE COMUNE PROVINCIA POSTI Cooperativa Centro diurno Casalmaggiore CR 15 Sociale "Santa Federici" Cooperativa Centro diurno Fiesco CR 20 Sociale Lo Scricciolo Istituto delle Centro diurno Rivolta d Adda CR 20 Suore Adoratrici del SS. Sacramento - Casa Famiglia Padre Spinelli Cooperativa Centro diurno Cremona CR 10 Sociale L'Orizzonte Tab. 7 PROVINCIA DI BRESCIA

6 ENTE DENOMINAZIONE COMUNE PROVINCIA POSTI Fondazione Centro diurno Brescia Br 30 Bresciana Assistenza Psicodisabili (Fo.B.A.P.) Cooperativa Centro diurno Brescia Br 28 Sociale La Mongolfiera Cooperativa Centro diurno Calcinato Br 25 Sociale La Sorgente ANFFAS Sezione Centro diurno Desenzano sul Br 25 di Desenzano Garda Cooperativa Centro diurno Leno Br 30 Sociale Collaboriamo Il Germoglio Centro diurno Marone Br 12 Società Cooperativa Sociale Cooperativa Centro diurno Montichiari Br 15 Sociale La Sorgente Cooperativa Palazzolo Br 30 Sociale La Nuvola sull Oglio Tab. 8 INTERVENTO NEL CONTESTO ED AZIONI/ATTIVITA DA PARTE DELL ENTE Nella provincia di Cremona la comunità Papa Giovanni XXIII è presente sul territorio con 5 strutture, mentre nella provincia di Brescia con 1 sola struttura, a Palazzolo sull Oglio. Si tratta di strutture socio-assistenziali residenziali a multiutenza che rientrano nella tipologia casa-famiglia e il cui intervento è rivolto principalmente a minori e a disabili con patologie fisiche e psichiche, anche di entità grave. Quasi tutti gli utenti vengono assegnati alle strutture con provvedimenti del TM e la loro permanenza risulta illimitata in quanto hanno contatti molto sporadici con le famiglie di origine o li hanno persi completamente. STRUTTURE DELL ENTE SUL TERRITORIO Casa famiglia San Martino 2 Casa famiglia Giordano/Bonzi Casa famiglia Buscarina Centro gravi Primavera Casa famiglia Camisano Tab. 9 ADULTI DISABILITA FISICA DISABILITA PSICHICA (Fonte: Comunità Papa Giovanni XXIII) DISABILITA PSICO-FISICA TREND ACCOGLIENZE DISABILI Tab. 10 (Fonte: Comunità Papa Giovanni XXIII) Come si deduce dalla tabella 9, attualmente le strutture dell ente hanno in carico 14 persone disabili adulte. Il trend delle accoglienze rivela che nel corso degli ultimi tre anni si è verificato un continuo aumento delle accoglienze rivolte ai disabili, specialmente quelle relative agli individui con handicap psichico ed anche per questo sorge la necessità di incrementare le attività strutturate per i disabili psichici.

7 In generale, le sedi dell ente presenti sul territorio si fanno carico dei disabili che gli vengono affidati, non solo offrendo agli accolti uno spazio familiare in cui vivere, ma anche percorsi educativi individuali e attività specifiche pensate in base alle possibilità psico-fisiche dei soggetti coinvolti. In particolare le attività realizzate in favore degli ospiti e del territorio si possono così sintetizzare: incontro con AA.SS. 1 o più volte al mese; sedute di fisioterapia per i soggetti con disabilità fisica; attività di sostegno clinico-terapeutico: sedute di psicoterapia per gli individui con disagio psichico, Psicoterapia individuale e di gruppo, di sostegno ed esplorativa; esami obiettivi psichici e neurologici; prescrizione e monitoraggio della terapia farmacologia, visite specialistiche e mediche; sostegno alle attività scolastiche nel caso dei minorenni; accompagnamento ad attività motorie (nuoto, ginnastica,..) e ludico-ricreative (cinema, parco giochi, ); gite ed escursioni sul territorio almeno 1 volta al mese. Le attività portate avanti dalle strutture suddette sono volte, più in generale, a favorire le opportunità di crescita, di confronto e di inserimento sociale nel contesto di riferimento, attraverso una azione educativa di tipo familiare che mette al centro le esigenze affettive ed evolutive dei disabili minori, e più in generale stimola ciascun individuo colpito da handicap nel suo processo di progressiva autonomia laddove sia possibile. INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI AI QUALI L ENTE VUOLE RISPONDERE CON IL PROGETTO L ente con la sua presenza e le sue attività sul territorio, in particolare tenta di rispondere soprattutto ad alcuni dei bisogni che sono emersi nei Piani di zona delle province di Cremona e di Brescia, fra cui: - necessità di incrementare le attività strutturate per i disabili psichici. - bisogno relazionale dei disabili INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO I parametri utilizzati per descrivere il contesto socio-territoriale delle province di Cremona e di Brescia sono stati ricavati riferendosi ai dati disponibili più recenti dei Piani e degli Uffici statistici provinciali. In particolare, il focus è stato posto sui minori in condizione di disagio (anche stranieri e disabili) e sui disabili (adulti). 7) Obiettivi del progetto: REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI CREMONE E BRESCIA ❶ AREA INTERVENTO: MINORI BISOGNI CONTESTO OBIETTIVI SPECIFICI RISULTATI ATTESI INDICATORI Necessità di incrementare le attività riabilitative e di sostegno scolastico Carenza di strutture di accoglienza temporanea (affido) per minori provenienti da famiglie multiproblematiche, sia del territorio provinciale che di fuori provincia 1. Aumentare il numero e la qualità dei percorsi di sostegno scolastico e riabilitativi 2. Sensibilizzare e promuovere l affido e la casa famiglia come risposta ai bisogni dei minori emarginati Incremento delle attività di sostegno scolastico Aumento delle attività riabilitative Miglioramento della qualità di vita dei minori Aumento di contatti con i Servizi Sociali. Aumento, da 2 a 6, degli incontri di sensibilizzazione e promozione sull affido. n. attività di sostegno scolastico risultati scolastici n. attività fisioterapiche n. attività motorie - n. incontri pubblici sul territorio - n. comunicazioni con i servizi sociali - n. contatti con famiglie interessate al tema dell affido

8 ❷ AREA INTERVENTO: DISABILI BISOGNI CONTESTO OBIETTIVI SPECIFICI RISULTATI ATTESI INDICATORI Necessità di incrementare le attività strutturate per i disabili psichici e Bisogno relazionale dei disabili 3. Potenziamento delle attività di sostegno alla socializzazione e alle attività clinicoterapeutiche del 50% 4. Miglioramento ed incremento delle attività volte all acquisizione dell autonomia personale, dell'indipendenza fisica e dell'emancipazione psicologica. Aumento delle attività psico terapia Aumento delle attività di socilaizzazione Aumento delle attività cognitive Incremento delle attività comportamentali Aumento delle attività psico - sociali n. attività cognitive n. attività comportamentali n. uscite nel territorio n. sedute psico-sociali di gruppo n. sedute psico sociali individuali 8) Descrizione del progetto e tipologia dell intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile: REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI CREMONE E BRESCIA 8.1 Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi ❶ AREA INTERVENTO: MINORI OBIETTIVO 1 Aumentare il numero e la qualità dei percorsi di sostegno scolastico e riabilitativi FASI PREPARATORIE rispetto a obiettivo 1 - Contattare personale scolastico per incontri di confronto e valutazione del livello scolastico degli accolti - incontro con tutti gli operatori dell associazione per analizzare i bisogni formativi - valutazione dell intervento specifico rivolto ai minori accolti - contattare e verificare la presenza sul territorio di centri, servizi, svolti a favore dei minori per attività educative - verifica di nuovi strumenti metodologici d insegnamento - contattare i comuni di Sergnano, Crema, Vaiano Cremonese in provincia di Cremona e Palazzolo sull Oglio (BR) per individuare eventuali servizi di assistenza scolastica proposti dal comune nelle struttura bibliotecarie - individuare centri specializzati per percorsi riabilitativi specifici AZIONI 1 Riqualificazione delle attività ludico ricreative Attività assistenziali ed educative Incremento del supporto scolastico Attività motorie Mappatura dei servizi, centri di aggregazione e riabilitativi per minori

9 Analisi dei bisogni dei minori e degli interventi effettuati OBIETTIVO 2 Sensibilizzare e promuovere l affido e la casa famiglia come risposta ai bisogni dei minori emarginati FASI PREPARATORIE rispetto a obiettivo 2 - comunicazione ai servizi sociali ed enti territoriali dell idea di promozione all affido e per la possibilità di collaborazione nell organizzazione di campi di condivisione sul territorio provinciale - confronti con servizi sociali sulle difficoltà riscontrate dalle famiglie con minori emarginati per definire i margini migliorativi di collaborazione - verificare la disponibilità dei comuni di Sergnano, Crema, Vaiano Cremonese in provincia di Cremona e Palazzolo sull Oglio (BR), di collaborazione per l organizzazione di campagne di sensibilizzazione sull affido - individuazione di futuri e possibili eventi pubblici o privati dove l associazione può partecipare sia in modo attivo che in modo indiretto tramite banchetti, volantinaggio, ecc - contattare la sede centrale dell associazione per verificare la disponibilità del materiale promozionale informativo a disposizione - incontri con tutti gli operatori delle sedi della provincia di Cremona e Brescia per organizzare momenti ludico-ricreativi aperti al territorio circostante AZIONI 1 Attività di promozione e tutela dei minori Analisi e periodica verifica della condizione di disagio minorile territoriale Attività di sensibilizzazione e informazione sull affido Incrementare i rapporti con servizi sociali ed enti territoriali Attività formative/consulenza per le famiglie interessate Attività ricreative ludiche aperte anche all esterno ❷ AREA INTERVENTO: DISABILI OBIETTIVO 3 Potenziamento delle attività di sostegno alla socializzazione e alle attività clinicoterapeutiche del 50% FASI PREPARATORIE rispetto a obiettivo 3 - valutazione da parte degli operatori delle strutture delle abilità e dello stato psico-sociale dei disabili - valutazione dei percorsi individualizzati degli utenti - elaborazione di un documento che sintetizzi lo stato degli accolti - contattare personale specializzato (psicologi, psichiatri, educatori) nell ambito della terapia con utenti con disabilità psichiche - indagine e verifica sul territorio del centri ludici, servizi e locali pubblici aperti ai disabili - incontri con tutti gli operatori delle sedi della provincia di Cremona e Brescia per organizzare momenti ludico-ricreativi aperti al territorio circostante AZIONI 1 attività assistenziali ed educative con gli accolti Analisi e periodica verifica dello stato degli accolti disabili e degli interventi effettuati Attività ricreative e ludiche aperte anche all esterno Mappatura territoriale dei servizi e centri di aggregazione per disabili Attività motorie

10 OBIETTIVO 4 Miglioramento ed incremento delle attività volte all acquisizione dell autonomia personale, dell'indipendenza fisica e dell'emancipazione psicologica FASI PREPARATORIE rispetto a obiettivo 4 - valutazione da parte degli operatori delle strutture delle abilità e dello stato psico-sociale dei disabili - Rilevazione territoriale delle strutture, pubbliche e private, che svolgono attività ludico-ricreative finalizzate all inserimento sociale dei disabili - contattare personale specializzato (psicologi, psichiatri, educatori) nell ambito della terapia con utenti con disabilità psichiche - ricerca di nuove metodologie e nuovi strumenti di intervento nel campo dei disabili - inventario di tutti gli ausili che già sono in possesso e che si necessitano per l assistenza ai disabili - indagine sul mercato di ausili innovativi AZIONI 1 Analisi e periodica verifica dello stato degli accolti disabili e degli interventi effettuati Individuazione di contesti lavorativi protetti Creazione di laboratori ad hoc Attività ricreative e ludiche Attività motorie Attività assistenziali ed educative Complesso delle attività previste per la realizzazione dei piani di attuazione. Le sede di attuazione di progetto della provincia di Cremona e Brescia, la Casa Famiglia San Martino 2, Giordano/Bonzi, Buscarina, Vegis/Pedrali, Centro Gravi Primavera, attueranno le seguenti azioni/attività: ❶ Attività per Minori OBIETTIVO 1 OBIETTIVO 2 Riqualificazione delle attività ludico ricreative e motorie, aperte anche all esterno Per aumentare le relazioni interpersonali partendo proprio dai momenti di spensieratezza, sia all interno della casa famiglia, tra accolti operatori e volontari, sia all esterno, con il contesto circostante (coetanei, famiglie, catechisti) per migliorare, anche la qualità della vita delle famiglie in difficoltà. Per permettere, inoltre, attraverso il momento ludico e ricreativo di responsabilizzare l accolto attraverso il rispetto delle regole del gioco, dei materiali, nei confronti dei compagni, degli avversari. - giochi di gruppo, di società, da tavolo - attività all aperto (giochi organizzati, parco giochi all esterno della casa); - giochi di fiducia - giochi di ruolo - laboratori settimanali di teatro e drammatizzazione, attraverso l arte della recitazione avviene l espressione della propria interiorità, dei propri desideri e paure. - utilizzo del computer sia a scopo scolastico che durante il tempo libero (esempio giochi multimediali, per consentire la stimolazione della memoria e per percorsi para scolastici); - attività di educazione musicale (ascolto, apprendimento di uno strumento musicale); - escursioni nel territorio (periodiche gite che prevedono la possibilità di trascorrere del tempo libero all aria aperta, ad esempio con passeggiate sia a piedi che in bicicletta, sia sfruttando le occasioni ed eventi offerti dal territorio, ad esempio mostre o visite organizzate); - organizzazione di soggiorni estivi (due volte l anno gli operatori organizzano un periodo di vacanza durante il quale insieme agli utenti e trascorrono del tempo lontano dagli impegni quotidiani in montagna o al mare). - Organizzazione di uscite sul territorio, in ambienti pubblici (cinema, bar, parchi gioco) per promuovere la socializzazione anche in ambienti esterni alla comunità - attività di manipolazione attraverso l utilizzo di diversi materiali (creta, ceramica carta, cartelloni); - attività di pittura attraverso l utilizzo di diversi tipi di colori (tempere, acquarelli,a cera, a matita, a dito) e l utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata)

11 - attività culinarie (gli accolti vengono invitati ad aiutare gli operatori nella preparazione del cibo quotidiano sia come forma di gioco che di responsabilizzazione); - attività di lettura (racconti, libri, fiabe, quotidiani ) - visione di film (assistita e adatta all età dei singoli accolti) ; - attività sportive, corsi di calcio, pallavolo, nuoto OBIETTIVO 1 Attività assistenziali ed educative - consulenza di una psicologica esterna: sostegno psicologico individuale e aiuto con colloqui/contatti con i famigliari - incontri con i Servizi Sociali (gli operatori insieme agli accolti incontrano gli assistenti sociali e si confrontano sull andamento della situazione e delle condizioni di vita degli stessi utenti e su come migliorarle); - attività terapeutiche individuali settimanali ( gli accolti seguono distinte terapie in base al loro specifico bisogno che accompagnano le attività quotidiane); - attività di sostegno scolastico (gli accolti vengono aiutati quotidianamente nello svolgimento dei compiti scolastici); - gli accolti vengono stimolati ed aiutati ad organizzare autonomamente i propri impegni (cura igienico sanitaria personale, assunzione e preparazione di pasti e merende) - svolgimento degli esercizi, allenamenti, attività riabilitative proposte ed indicate dagli specialisti (logopedisti, foniatri, fisioterapisti ecc.) - l accertamento di tutte le patologie e le difficoltà che egli presenta - predisposizione e revisione dei programmi individualizzati (incontri di confronto tra gli operatori circa l andamento del percorso individuale degli utenti); OBIETTIVO 1 Incremento del supporto scolastico - formazione di un quadro generale della condizione scolastica dei minori - incontri pomeridiani duranti i quali i minori della Casa Famiglia insieme a quelli esterni vengano prima aiutati a fare i compiti e poi vengano loro proposte attività ludiche appropriate alla loro età ed interessi. - colloqui costanti con gli insegnanti - supporto e controllo costante durante lo svolgimento dei compiti scolastici e studio - verifica del materiale scolastico idoneo allo svolgimento delle attività didattiche - controllo quotidiano del diario scolastico OBIETTIVO 1 Mappatura dei servizi, centri di aggregazione e riabilitativi per minori - indagine e verifica sul territorio del centri ludici, servizi e locali pubblici aperti ai minori - collaborazione con centri e servizi riabilitativi per verificare nuove metodologie di intervento - incontri periodici con centri di aggregazione per promuovere attività educative per minori - incontri periodici con centri e servizi riabilitativi per definire eventuali sviluppi e miglioramenti degli accolti OBIETTIVO 1 Analisi dei bisogni dei minori e degli interventi effettuati - colloqui e somministrazione di questionari ai minori per far esprimere le loro necessità e valutare i possibili percorsi individuali - incontro d equipe tra gli operatori per valutare i bisogni espressi e possibili soluzioni - revisione dei percorsi individualizzati - richieste di consulenze ad esperti:psicologi e fisioterapisti. OBIETTIVO 2 Attività di promozione e tutela dei minori - partecipazione ad incontri con gruppi giovanili e familiari del territorio per far conoscere la realtà della struttura e offrire disponibilità a ricevere visite per approfondire tematiche relative all accoglienza di minori e minori disabili - apertura della struttura della casa famiglia con momenti ludico-ricreativi organizzati - comunicazione ai centri, servizi sociali,enti territoriali, parrocchie, gruppi giovanili della presenza e dell attività della casa famiglia con consegna anche di materiale informativo

12 OBIETTIVO 2 Analisi e periodica verifica della condizione di disagio minorile territoriale - verifica e valutazione quantitativa e qualitativa delle situazioni problematiche dei minori nel territorio - colloqui con minori, le famiglie e gli insegnanti - interviste con i presidenti di quartiere e forze dell ordine - stesura di una relazione di sintesi - comunicazione ai Servizi Sociali di famiglie con minori in difficoltà e della disponibilità per nuovi affidi di minori sia nella Casa Famiglia che in altre famiglie del territorio OBIETTIVO 2 Attività di sensibilizzazione e informazione sull affido - partecipazione ad eventi territoriali organizzati da altri enti con utenti e loro famiglie d origine. - partecipazione a banchetti informativi sul territorio, all interno di iniziative in essere. - testimonianze dirette in momenti di dibattito pubblico in scuole, parrocchie, associazioni - contattare la sede centrale dell associazione per promuovere anche nella provincia di Cremona e Brescia campagne a livello nazionale - contattare i responsabili delle altre struttura nella provincia per delle compagne mirate e congiunte OBIETTIVO 2 Incrementare i rapporti con servizi sociali ed enti territoriali - Incontri periodici con i servizi sociali del territorio per eventuali collaborazioni nell organizzare campi di condivisione - Presentazione di documenti e materiale informativo delle attività svolte dalla struttura a livello territoriale e attività svolte a livello nazionale - Presentazione della relazione di sintesi sulla valutazione delle situazioni problematiche dei minori nel territorio OBIETTIVO 2 Attività formative/consulenza per le famiglie interessate - creazione di progetti di sostegno sociale destinati ai minori in difficoltà fornendo anche la disponibilità della Casa Famiglia di accoglienze diurne e apertura delle attività svolte al suo interno, in particolare supporto scolastico - creare un clima di aiuto e collaborazione con le famiglie interessate - fornire un sostegno sia informativo che materiale - disponibilità di confronto sulle problematiche sia legali che relazionali legate all affido - incontri periodici anche prettamente di svago e conoscenza personale tra le famiglie ❷ Attività per disabili OBIETTIVO 3 OBIETTIVO 4 attività assistenziali ed educative con gli accolti - laboratorio teatrale, per sperimentare e scoprire degli aspetti della propria personalità, offre la possibilità di confronto con gli altri, di divertimento, di superare la paura del giudizio altrui, far aumentare la fiducia in se stessi, mezzo di espressione della propria interiorità, dei propri desideri - musicoterapia e danza terapia, (canto, espressione strumentale, laboratorio dei suoni): attività terapeutiche che consentono l esternarsi dell interiorità dell accolto, delle sue paure, debolezze e desideri giocando con le diverse sfaccettature, suoni, materiali della musica e con i movimenti della danza. - attività socio riabilitative quali acquaticità, musicoterapia, laboratorio teatrale, ippoterapia, tutte attività che stimolano l interiorità della persona facendole conoscere meglio il proprio corpo, la propria voce, e instaurando un rapporto un animale e sperimentandosi in ambienti diversi come quello dell acqua e quello della natura - ippoterapia (attività terapeutica basata sull instaurarsi di un rapporto di fiducia tra il soggetto e il cavallo e di un conseguente aumento di sicurezza anche in se stessi) - creazione di progetti di piccola conquista per ogni disabile, per aumentare il carico di responsabilità affidato, l autonomia e l autostima, sempre considerando il singolo livello delle abilità possedute - svolgimento di attività specifiche miranti alla stimolazione cognitiva

13 - svolgimento di attività specifiche miranti la maturazione psicoaffettiva - colloqui individuali degli educatori (periodicamente ogni singolo accolto svolge un colloquio privato con gli educatori durante il quale espone le sue problematiche); - attività di sostegno e ascolto (creando un clima di disponibilità e familiarità) - progetti educativi personalizzati per ogni utente definiti con i famigliari e i servizi sociali competenti. - prelevamento e accompagnato a casa con mezzi del centro. OBIETTIVO 3 OBIETTIVO 4 Analisi e periodica verifica dello stato degli accolti disabili e degli interventi effettuati - verifica e valutazione nel tempo del livello di autonomia mostrato nello svolgimento di determinate attività - valutazione delle condizioni psicofisiche e relazionali dei disabili attraverso test, colloqui, osservazioni - incontro d equipe tra gli operatori per valutare i bisogni espressi, il grado di autonomia, gli eventuali miglioramenti o peggioramenti e pensare insieme le possibili soluzioni in termini di cambiamenti nelle attività e nelle terapie (psicologiche e riabilitative) - successivo potenziamento o cambiamento di ogni attività in base alla valutazione della sua efficienza OBIETTIVO 3 OBIETTIVO 4 Attività ricreative e ludiche aperte anche all esterno Per aumentare le relazioni interpersonali partendo proprio dai momenti di spensieratezza, sia all interno della casa famiglia, tra accolti operatori e volontari, sia all esterno, con il contesto circostante (coetanei, famiglie, catechisti ) per migliorare anche la qualità della vita delle famiglie in difficoltà. Per permettere, inoltre, attraverso il momento ludico e ricreativo di responsabilizzare l accolto attraverso il rispetto delle regole del gioco, dei materiali, nei confronti dei compagni, degli avversari. - Giochi organizzati o spontanei sia all'interno che all'esterno della Comunità; - giochi di società, da tavolo (per la stimolazione delle abilità cognitive motorie, di attenzione e di socializzazione) organizzati sia quotidianamente all interno della struttura che nei luoghi di incontro con altre realtà, parrocchie, oratorio, centri diurni. - attività di lettura e lettura animata (racconti, libri, quotidiani); - visione di film (assistita e adatta agli accolti); - Uscite organizzate in luoghi pubblici del territorio (bar, parchi,gelateria ) per promuovere la socializzazione in ambienti esterni alla Comunità - Nel periodo primaverile ed estivo uscita settimanale: gite, partecipazione a eventi, manifestazioni, fiere, feste ecc. - Nel mese di luglio settimana di soggiorno montano ad Alba di Canazei (TN) presso l albergo Madonna delle Vette della Comunità - attività musicali (ascolto, canto, attività con strumenti a percussione) - attività di manipolazione attraverso l utilizzo di diversi materiali (creta, ceramica carta, cartelloni); - attività di pittura attraverso l utilizzo di diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a matita, a dito) e l utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata) - organizzazione di laboratori di decoupage, patchwork, collage OBIETTIVO 3 Mappatura territoriale dei servizi e centri di aggregazione per disabili - indagine e verifica sul territorio del centri ludici, servizi e locali pubblici aperti ai disabili - contattare centri di aggregazione per disabili del territorio e verificare la possibilità di attività e percorsi mirati per gli utenti - contattare i responsabili di centri per collaborare in campagne e organizzare momenti di socializzazione aperti a tutti nel territorio - stilare l elenco dei centri di aggregazione per disabili e comunicare l eventuale scarsa offerta ai Servizi Sociali territoriali OBIETTIVO 3 OBIETTIVO 4 Attività motorie - Attività psicomotoria: esplorazione dello spazio, attivazione delle funzioni sensoriali, percorsi psicomotori. - Fisioterapia, attività riabilitativa strutturata

14 - Attività di giardinaggio e agricoltura (per permettere all utente di responsabilizzarsi e acquisire autonomia nella cura delle piante in quanto deve essere fatta periodicamente) OBIETTIVO 4 Individuazione di contesti lavorativi protetti e creazione di laboratori ad hoc - indagini e verifiche sul territorio delle aziende che hanno inserito persone disabili nei loro organici - contatti coni servizi sociali per possibili Borse lavoro o corsi specializzazione - creazione di un progetto comprendente attività ricreative ludiche mirate in relazione alle abilità e ai diversi livelli di autonomia e abilità mostrati dai disabili; - creazione di percorsi individualizzati di riabilitazione sia fisica che cognitiva - apertura delle attività della Casa Famiglia e Centro Gravi ai disabili e persone esterne in genere per stimolare la socializzazione 8.3 Risorse umane complessive necessarie per l espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell ente. Il personale coinvolto, nella provincia di Cremona e Brescia, per la realizzazione delle attività previste nel punto 8.2. è composto da 20 volontari e 2 dipendenti dell associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, nelle tabelle sottostanti sono riportati nello specifico le qualifiche, il ruolo e il rapporto con le sedi di attuazione di progetto. SEDE: Centro Gravi Primavera Ruolo nella struttura Azioni/ Competenze Rapporto Responsabile gestionale Organizzazione e gestione dei beni Responsabile area educativa Organizzazione e gestione delle attività Educatrice professionale Operatrice di tutte le attività Dipendente dell area manuale ed emozionale Animatrice Operatrice delle attività Volontaria linguistica e logico matematica Musicoterapista Attività di musicoterapia Collaboratrice Animatrice di teatro Assistente durante tutti i laboratori SEDE: Casa Famiglia Vegis/Pedrali Ruolo nella struttura Azioni/ Competenze Rapporto Responsabile della Casa Famiglia Coordinatrice di Sede Figura genitoriale materna Laurea in filosofia Master in mediazione familiare Iscritta al corso di laurea in Scienze Religiose Insegnante di Religione Partecipa agli incontri in parrocchia, al tavolo piano di zona ed agli incontri dell associazione Gestione della casa Volontaria Responsabile di Casa Famiglia Coordinatore di sede Figura genitoriale paterna Attività educative con accolti Diploma in ragioneria Gestione della casa Attività educative con minori Partecipa agli incontri in parrocchia e con l Associazione

15 Educatrice Animatore Collabora al progetto educativo sui minori Attività educative con gli accolti e aperte all esterno Licenza media Collabora nella gestione della casa Attività ricreative e sostegno scolastico per minori accolti Dipendente SEDE: Casa Famiglia Giordano/Bonzi Ruolo nella struttura Azioni/ Competenze Rapporto Responsabile della Casa Famiglia Coordinatrice di Sede Figura genitoriale paterna Operatore di Comunità terapeutica Attività educative con minori Trasporto accolti nelle strutture esterne Responsabile di Casa Famiglia Coordinatore di sede Figura genitoriale materna SEDE: Casa Famiglia San Martino 2 Gestione della casa Insegnante scuola primaria Attività educative con minori Sostengo scolastico Mantiene i contatti con enti e servizi territoriali Gestione della casa Ruolo nella struttura Azioni/ Competenze Rapporto Responsabile della Casa Famiglia Coordinatrice di Sede Figura genitoriale paterna Mantiene contatti con servizi sociali ed enti territoriali Partecipa agli incontri sul territorio Gestione della casa Attività educative ed Corresponsabile di Casa Famiglia Coordinatore di sede Figura genitoriale materna Animatore Accompagnatore Accompagnatore SEDE: Casa Famiglia Buscarina assistenziali per gli utenti Diploma magistrale Laurea in filosofia Mantiene contatti con servizi sociali ed enti territoriali Mantiene contatti con le famiglie del territorio Attività educative ed assistenziali Gestione della casa Studente Attività ludiche e ricreative per minori Attività di sostengo scolastico Pensionato Accompagnamento disabili in attività ricreative Pensionato Accompagnamento disabili in attività ricreative Ruolo nella struttura Azioni/ Competenze Rapporto Responsabile Casa Famiglia Figura genitoriale paterna Vice-presidente dell Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII volontario

16 Responsabile Casa Famiglia Figura genitoriali materna Animatore Animatore Collaboratrice Responsabile di zona Insegnante scuola primaria Attività educative per gli accolti Attività di educative ed assistenziali Attività ludico ricreative Gestione della casa Attività educative con gli accolti Gestione della casa Attività educative con gli accolti Gestione della casa Collabora alla gestione della casa 8.4 Ruolo ed attività previste per i volontari nell ambito del progetto. I volontari instaureranno con il tempo relazioni interpersonali all interno della casa famiglia, che permetteranno la conoscenza degli accolti e degli operatori locali di progetto. I volontari durante la fase iniziale verranno affiancati a lungo dagli operatori per poi assumere nel tempo competenze e strumenti utili a gestire le attività progettuali e per poter contribuire con originalità e creatività. I 5 volontari richiesti saranno inseriti rispettivamente uno per struttura nelle Case Famiglia San Martino 2, Giordano/Bonzi, Buscarina, Vegis/Pedrali, Centro Gravi Primavera e svolgeranno le seguenti attività: ❶ Attività per Minori Riqualificazione delle attività ludico ricreative e motorie, aperte anche all esterno Per aumentare le relazioni interpersonali partendo proprio dai momenti di spensieratezza, sia all interno della casa famiglia, tra accolti operatori e volontari, sia all esterno, con il contesto circostante (coetanei, famiglie, catechisti) per migliorare, anche la qualità della vita delle famiglie in difficoltà. Per permettere, inoltre, attraverso il momento ludico e ricreativo di responsabilizzare l accolto attraverso il rispetto delle regole del gioco, dei materiali, nei confronti dei compagni, degli avversari. I volontari forniranno accompagnamento, assistenza e organizzazione delle attività, ma si metteranno in gioco personalmente, per aumentare la fiducia reciproca. - giochi di gruppo, di società, da tavolo - attività all aperto (giochi organizzati, parco giochi all esterno della casa); - giochi di fiducia - giochi di ruolo - laboratori settimanali di teatro e drammatizzazione, attraverso l arte della recitazione avviene l espressione della propria interiorità, dei propri desideri e paure. - utilizzo del computer sia a scopo scolastico che durante il tempo libero (esempio giochi multimediali, per consentire la stimolazione della memoria e per percorsi para scolastici); - attività di educazione musicale (ascolto, apprendimento di uno strumento musicale); - escursioni nel territorio (periodiche gite che prevedono la possibilità di trascorrere del tempo libero all aria aperta, ad esempio con passeggiate sia a piedi che in bicicletta, sia sfruttando le occasioni ed eventi offerti dal territorio, ad esempio mostre o visite organizzate); - organizzazione di soggiorni estivi (due volte l anno gli operatori organizzano un periodo di vacanza durante il quale insieme agli utenti e trascorrono del tempo lontano dagli impegni quotidiani in montagna o al mare). - Organizzazione di uscite sul territorio, in ambienti pubblici (cinema, bar, parchi gioco) per promuovere la socializzazione anche in ambienti esterni alla comunità - attività di manipolazione attraverso l utilizzo di diversi materiali (creta, ceramica carta, cartelloni); - attività di pittura attraverso l utilizzo di diversi tipi di colori (tempere, acquarelli,a cera, a matita, a dito) e l utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata) - attività culinarie (gli accolti vengono invitati ad aiutare gli operatori nella preparazione del cibo quotidiano sia come forma di gioco che di responsabilizzazione); - attività di lettura (racconti, libri, fiabe, quotidiani ) - visione di film (assistita e adatta all età dei singoli accolti) ; - attività sportive, corsi di calcio, pallavolo, nuoto

17 Attività assistenziali ed educative - accompagnamento alle attività terapeutiche individuali settimanali ( gli accolti seguono distinte terapie in base al loro specifico bisogno che accompagnano le attività quotidiane); - assistenza nello svolgimento dei compiti scolastici; - gli accolti vengono stimolati ed aiutati ad organizzare autonomamente i propri impegni (cura igienico sanitaria personale, assunzione e preparazione di pasti e merende) - gli utenti vengono stimolati ed assistiti durante lo svolgimento degli esercizi, allenamenti, attività riabilitative proposte ed indicate dagli specialisti (logopedisti, foniatri, fisioterapisti ecc.) Incremento del supporto scolastico - i volontari si renderanno disponibili a supportare ed assistere i minori della Casa Famiglia insieme a quelli esterni a fare i compiti e poi vengano loro proposte attività ludiche appropriate alla loro età ed interessi. - supporto e controllo costante durante lo svolgimento dei compiti scolastici e studio - verifica del materiale scolastico idoneo allo svolgimento delle attività didattiche Analisi dei bisogni dei minori e degli interventi effettuati - i volontari assisteranno in un primo periodo agli incontri d'equipe tra operatori (per valutare i bisogni espressi, il grado di autonomia, ed individuare i margini di miglioramento o peggioramenti di attuazione delle attività e terapie) per poi, una volta che si sarà inserito a pieno nell'attività, acquisito padronanza del luogo e conoscenza delle problematiche degli accolti, partecipare attivamente - i volontari si metteranno in una posizione di apertura ed ascolto nei confronti dei minori per instaurare un rapporto di fiducia reciproco e relazionale tale da poter individuare i loro bisogni Attività di promozione e tutela dei minori - partecipazione ad incontri con gruppi giovanili e familiari del territorio per far conoscere la realtà della struttura - apertura della struttura della casa famiglia con momenti ludico-ricreativi organizzati - i volontari assisteranno gli operatori durante gli incontri con centri, servizi sociali, enti territoriali, parrocchie, gruppi giovanili e comunicare loro della presenza e dell attività della casa famiglia con consegna anche di materiale informativo Analisi e periodica verifica della condizione di disagio minorile territoriale - assisteranno ed aiuteranno gli operatori di struttura alla stesura di una relazione di sintesi Attività di sensibilizzazione e informazione sull affido - partecipazione, insieme agli operatori di struttura ad eventi territoriali organizzati da altri enti con utenti e loro famiglie d origine. - partecipazione a banchetti informativi sul territorio, all interno di iniziative in essere. - testimonianze dirette in momenti di dibattito pubblico in scuole, parrocchie, associazioni ❷ Attività per disabili attività assistenziali ed educative con gli accolti - i volontari accompagneranno e parteciperanno, concordando la possibilità preventivamente con l insegnante, a laboratorio teatrale, per sperimentare e scoprire degli aspetti della propria personalità, offre la possibilità di confronto con gli altri, di divertimento, di superare la paura del giudizio altrui, far aumentare la fiducia in se stessi, mezzo di espressione della propria interiorità, dei propri desideri - accompagnamento alle attività di musicoterapia e danza terapia, (canto, espressione strumentale, laboratorio dei suoni): attività terapeutiche che consentono l esternarsi dell interiorità dell accolto, delle sue paure, debolezze e desideri giocando con le diverse sfaccettature, suoni, materiali della musica e con i movimenti della danza. - Accompagnamento a tutte le attività socio riabilitative quali acquaticità, musicoterapia, laboratorio teatrale, ippoterapia, tutte attività che stimolano l interiorità della persona facendole conoscere meglio il proprio corpo, la propria voce, e instaurando un rapporto un animale e sperimentandosi in ambienti diversi come quello dell acqua e quello della natura

18 - Accompagnamento ed assistenza durante l attività di ippoterapia (attività terapeutica basata sull instaurarsi di un rapporto di fiducia tra il soggetto e il cavallo e di un conseguente aumento di sicurezza anche in se stessi) - Parteciperanno alle attività presentate dagli operatori ed educatori alla creazione di progetti di piccola conquista per ogni disabile, per aumentare il carico di responsabilità affidato, l autonomia e l autostima, sempre considerando il singolo livello delle abilità possedute - I volontari si porranno in condizione di apertura ed ascolto cercando il più possibile, insieme agli operatori di struttura di creare un clima di disponibilità e familiarità - prelevamento e accompagnato a casa con mezzi idonei. Analisi e periodica verifica dello stato degli accolti disabili e degli interventi effettuati - consegna dei test e questionari preparati da operatori e responsabili di struttura - i volontari assisteranno in un primo periodo agli incontri d'equipe tra operatori (per valutare i bisogni espressi, il grado di autonomia, ed individuare i margini di miglioramento o peggioramenti di attuazione delle attività e terapie) per poi, una volta che si sarà inserito a pieno nell'attività, acquisito padronanza del luogo e conoscenza delle problematiche degli accolti, partecipare attivamente Attività ricreative e ludiche aperte anche all esterno Per aumentare le relazioni interpersonali partendo proprio dai momenti di spensieratezza, sia all interno della casa famiglia, tra accolti operatori e volontari, sia all esterno, con il contesto circostante (coetanei, famiglie, catechisti ) per migliorare anche la qualità della vita delle famiglie in difficoltà. Per permettere, inoltre, attraverso il momento ludico e ricreativo di responsabilizzare l accolto attraverso il rispetto delle regole del gioco, dei materiali, nei confronti dei compagni, degli avversari. I volontari forniranno accompagnamento, assistenza e organizzazione delle attività, ma si metteranno in gioco personalmente, per aumentare la fiducia reciproca. - Giochi organizzati o spontanei sia all'interno che all'esterno della Comunità; - giochi di società, da tavolo (per la stimolazione delle abilità cognitive motorie, di attenzione e di socializzazione) organizzati sia quotidianamente all interno della struttura che nei luoghi di incontro con altre realtà, parrocchie, oratorio, centri diurni. - attività di lettura e lettura animata (racconti, libri, quotidiani); - visione di film (assistita e adatta agli accolti); - Uscite organizzate in luoghi pubblici del territorio (bar, parchi,gelateria ) per promuovere la socializzazione in ambienti esterni alla Comunità - Nel periodo primaverile ed estivo uscita settimanale: gite, partecipazione a eventi, manifestazioni, fiere, feste ecc. - Nel mese di luglio settimana di soggiorno montano ad Alba di Canazei (TN) presso l albergo Madonna delle Vette della Comunità - attività musicali (ascolto, canto, attività con strumenti a percussione) - attività di manipolazione attraverso l utilizzo di diversi materiali (creta, ceramica carta, cartelloni); - attività di pittura attraverso l utilizzo di diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a matita, a dito) e l utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata) - organizzazione di laboratori di decoupage, patchwork, collage Mappatura territoriale dei servizi e centri di aggregazione per disabili - stilare l elenco dei centri di aggregazione per disabili e comunicare l eventuale scarsa offerta ai Servizi Sociali territoriali Attività motorie - accompagnamento all attività psicomotoria: esplorazione dello spazio, attivazione delle funzioni sensoriali, percorsi psicomotori. - Accompagnamento alle sedute di fisioterapia e tutte le attività riabilitative - Organizzazione ed affiancamento alle piccole attività di giardinaggio e agricoltura (per permettere all utente di responsabilizzarsi e acquisire autonomia nella cura delle piante in quanto deve essere fatta periodicamente) Individuazione di contesti lavorativi protetti e creazione di laboratori ad hoc - I volontari si renderanno disponibili ad accogliere disabili e persone esterne in genere ed organizzare delle attività di socializzazione all interno della Casa Famiglia e Centro Gravi

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