Relazione Progetto Aurora 2015

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1 Relazione Progetto Aurora 2015 In ogni famiglia sono presenti due correnti emotivo-affettive, EROS ed ERIS, che rappresentano due movimenti apparentemente opposti: coesione e disgregazione, avvicinamento e allontanamento. Queste due correnti, tuttavia, non possono essere separate, né contrapposte: sono necessarie l una all altra e complementari fra loro. Se nella famiglia - non vi fossero anche separazione e giusta distanza non sarebbero possibili crescita e cambiamento, non vi sarebbe evoluzione. Inoltre, ogni famiglia è come una costellazione, composta da singole stelle, certamente, che, però, soltanto se prese nel loro insieme, osservate nelle loro reciproche posizioni, danno vita ad un insieme armonico, che ha forma, nome, storia. Vi sono altri due elementi centrali: le generazioni e il genere. Madre figlia adolescente Un primo esempio che coinvolge in modo fortemente simbolico generazioni e genere è quello relativo alla relazione complessa a volte conflittuale tra madre e figlia preadolescente/ adolescente, relazione solitamente assai più turbolenta di quella che si sviluppa con un figlio maschio della stessa età, come appare evidente anche nello sviluppo narrativo delle fiabe. In questi racconti, la figura materna è sdoppiata nella madre buona (solitamente defunta e compensata da quel sostituto materno che è la Fata) e nella madre cattiva, la matrigna e/o la strega. Tale sdoppiamento (di cui parla anche Melanine Klein nell ambito della teoria delle relazioni oggettuali) allude all ambivalenza delle emozioni in gioco nella dinamica relazionale madre/figlia femmina, ben presente nell infanzia (in particolare fra i 3 e i 6 anni) e con una potente riedizione nella fase preadolescenziale/adolescenziale. Più la relazione madre/figlia è stata buona, positiva, gratificante nell infanzia e nella pre-pubertà, tanto più nell adolescenza vi saranno conflitti e scontri: la necessità evolutiva della separazione si scontrerà con il ricordo nostalgico dell abbraccio protettivo e rassicurante della mamma e tale ambivalenza richiederà maggior aggressività nella presa di distanza, il bisogno profondo di NON percepirsi simile a lei, di non viversi una RIEDIZIONE della madre 1

2 Negare, eludere, rifiutare il conflitto, le tensioni e gli scontri (spesso quotidiani) è una tentazione forte, ma dalle conseguenze assai gravi; respingere il conflitto significa, infatti, non riconoscere l adolescente, non favorire la crescita, il cambiamento della ragazza, ma, al contrario, tentare di trattenerla nell infanzia, bloccando la sua evoluzione. Occorre tenere presente come, in questa fase di grandi cambiamenti, le trasformazioni non riguardino soltanto la figlia (o il figlio, ovviamente). La sua crescita, il suo sviluppo, il suo aprirsi alle relazioni extrafamiliari, lo spostamento del fuoco affettivo dalle figure genitoriali agli amici prima ad un ragazzo poi, richiedono a tutto il sistema familiare, a tutta la costellazione, di trovare un nuovo equilibrio e a ciascun membro di rivedere e rimettere i discussione la propria storia di vita. Talvolta un adolescente potrebbe trovarsi nella condizione di NON POTER crescere, perché a mamma e papà conviene che resti bambino o bambina. Nonni/Genitori/Nipoti Questa stessa definizione risulta evidentemente impropria; i nonni di cui si parla restano ancora e sempre anche genitori; i genitori sono contemporaneamente figli e genitori e i nipoti sono tali oltre che figli. Un rapporto speciale lega nonna e nipote, soprattutto negli anni della preadolescenza e dell adolescenza; questo affetto profondo, meno inquinato dall ambivalenza rispetto a quello per la madre, che lega la ragazza alla nonna consente alla più giovane di confidarsi più liberamente, di sentirsi ascoltata, compresa, protetta anche. Nei confronti della nipote adolescente, la nonna, spesso, riesce ad essere intuitiva, tollerante, comprensiva, ad offrire un ascolto meno giudicante almeno agli occhi della ragazza di quello della madre. La nonna appare meno invadente, meno pericolosa della mamma, che non solo pone limiti e regole, ma che risulta essere, comunque, il modello femminile con cui misurarsi. Per quanto riguarda la figura del nonno, va detto come la generazione dei nonni contemporanei è quella che ha direttamente vissuto o ha beneficiato dei profondi cambiamenti culturali, sociali e familiari degli anni 60 e 70. Sono uomini che hanno vissuto la genitorialità in modo differente rispetto ai propri padri e nonni, che hanno collaborato con le partner nell accudimento e nella cura 2

3 dei figli, che hanno spinto carrozzine, allattato con il biberon e giocato con i bambini fin dal momento della loro nascita. Questa esperienza, vissuta in prima persona e in modo spesso pionieristico, solitamente porta oggi questi uomini a vivere la genitorialità del proprio figlio (o della propria figlia) positivamente. Non sempre, però tutto è così facile. L assunzione di questa nuova identità e di questo nuovo ruolo coincide con una vera e propria transizione esistenziale, che può talvolta cogliere impreparati e lasciare disorientati. Molti uomini non si sentono pronti, non riescono e declinare la propria immagine di sé dentro il profilo di nonno, di anziano. Il modo in cui ciascun individuo elabora e costruisce il proprio profilo di nonno ha molto a che vedere con l esperienza che ha vissuto nei panni di padre. Solitamente, però il neo-nonno vive positivamente il cambiamento di status, lo considera un opportunità, quasi una seconda occasione di giocarsi nel ruolo paterno in modo differente, rivisitato, migliore rispetto al passato, con maggior consapevolezza e serenità, ad esempio (ri)scoprendo il piacere del gioco, il gusto di dedicarsi ad un attività per puro divertimento. L anziano potrebbe ritrovarsi a confrontare la propria esperienza di genitore con quella attuale di nonno e a sentirsi amareggiato; può accorgersi di essere stato troppo severo o troppo distratto, di aver delegato eccessivamente alla partner, di essersi concentrato quasi esclusivamente sulla professione E il genitore del bambino figlio del nonno? Il neo genitore potrebbe avvertire un profondo risentimento vedendo il nonno non soltanto dedicare tanto tempo e tanto spazio emotivo al nipote, ma anche dimostrarsi rilassato, tollerante, addirittura indulgente. In altre circostanze, le tensioni all interno della costellazione familiare possono derivare dall atteggiamento che i nonni le nonne, soprattutto assumono nei confronti dei nipoti, proponendosi come sostituti genitoriali, prendendo decisioni o compiendo scelte che spetterebbero soltanto a mamma e papà e che i genitori non osano contraddire apertamente per la gratitudine dovuta a chi è sempre disponibile all aiuto. Talvolta, le nonne possono arrivare a squalificare la competenza genitoriale della figlia/del figlio/del genero/della nuora, dando consigli non richiesti, facendo osservazioni inopportune, sottolineando presunte mancanze o inadeguatezze. 3

4 Genitori dei propri genitori Questo è forse l ultimo e l unico tabù sopravvissuto nella nostra cultura, nella società contemporanea: quello legato all invecchiamento, alla malattia, alla morte dei nostri genitori. Ad un certo punto della vita, dolorosamente, i rapporti si modificano profondamente ed i ruoli si invertono; talvolta all improvviso, più spesso gradualmente, si assiste al declino fisico e psichico dei propri genitori e ci si trova di fronte alla consapevolezza angosciosa di doversi misurare con la malattia e la morte delle figure che così tanto hanno significato nel percorso esistenziale di ciascuno. Da figli, si vive un profondo senso di gratitudine per tutto ciò che dai genitori si è ricevuto, una malinconia struggente per tutto ciò che poteva essere e non è stato, tenerezza e compassione nel senso letterale del termine per la loro fragilità fisica, indulgenza e commozione per le loro piccole manie, le dimenticanze, le richieste capricciose; e contemporaneamente, rabbia e frustrazione per le pretese eccessive dei genitori, per la loro apparente ingratitudine, irritazione per i comportamenti bizzarri e, soprattutto, una gran voglia di fuga, un desiderio profondo di allontanarsi da loro fisicamente o, almeno, di escluderli, almeno per un po, dai propri pensieri. La donna in particolare, si ritrova a vivere quella medesima ambivalenza che ha sperimentato in prima persona da figlia durante gli anni dell adolescenza; quella stessa ambivalenza che sua madre ha vissuto quando si prendeva cura e accudiva lei piccola; ora ritorna, di nuovo, ancora e ancora, attraverso lo scorrere del tempo, nell inversione dei ruoli, nel succedersi delle generazioni. Ecco il romanzo familiare. Ad un certo punto, dopo la decadenza fisica e mentale, sopraggiunge la morte. Con la morte dei nostri genitori si compie la dissoluzione delle nostre radici, delle nostre origini materiali. Insieme ai genitori, per ogni figlio, scompare una parte si sé, si eclissa una parte della propria storia, forse la più intima e segreta. Il dolore per questa perdita, che è, insieme, perdita del genitore e perdita di una parte profonda di sé e della propria identità, rende ineludibile un ulteriore bilancio esistenziale. Spesso tale bilancio non avviene subito, al momento della morte; il dolore della perdita fa capolino quando ci si trova a dover liberare la casa dei propri genitori e a disperdere gli oggetti che la riempivano. 4

5 Il dolore per l assenza deve trasformarsi nella consapevolezza di una presenza interna buona. L attraversamento dell ultima soglia è il vero non detto del nostro tempo. E, proprio in questi momenti, la costellazione familiare si rivela una risorsa preziosa, imprescindibile. Perché, solitamente, mentre tutto questo accade, una cicogna sta per spiccare il volo, sta per affrontare un nuovo viaggio. E come ogni costellazione evoca una narrazione, un mito, ogni volta diverso eppure sempre immutabile perché archetipico anche ciascuna famiglia produce una propria storia, un proprio romanzo, che di generazione in generazione, si arricchisce di nuove protagoniste e di nuovi protagonisti, aperta al futuro e ad un copione mai concluso che ogni individuo contribuisce a creare. 5