DOSSIER Mercoledì, 09 dicembre 2015

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1 DOSSIER Mercoledì, 09 dicembre 2015

2 DOSSIER Mercoledì, 09 dicembre 2015 Articoli 07/12/2015 Pagina 19 FRANCESCO FAIN Richieste d' asilo, scesi i tempi dell' iter 1 07/12/2015 Pagina 19 STEFANO BIZZI «Non vanno lasciate persone in riva al fiume» 3 07/12/2015 Pagina 24 Ex Detroit, lavoratori abbandonati 5 07/12/2015 Pagina 41 Il bando amianto fa boom Mossa recita la parte del leone 7

3 Pagina 19 Richieste d' asilo, scesi i tempi dell' iter Grazie all' apertura della commissione di Verona, la permanenza dei profughi in città si riduce da un anno e mezzo a 5 mesiimmigrazione»sono LE PRATICHE DA EVADERE di Francesco Fain Era una permanenza obbligata a di... un anno e mezzo. Tanto, infatti, dovevano attendere i migranti per ottenere risposta alla loro richiesta di asilo politico. La commissione territoriale che ha sede in città doveva, infatti, occuparsi delle pratiche dell' intero Triveneto con prevedibili (e comprensibili) allungamenti dei tempi. Poi, era venuta in soccorso l' apertura di una commissione a Verona che avrebbe dovuto avere effetti positivi sulla tempistica. E così, effettivamente, è stato. Dal febbraio scorso ad oggi sono state trasferite a Verona delle pratiche aperte a. Così, l' organismo che ha sede in città e che lavora cinquanta ore alla settimana, anche grazie alla maggior facilità di identificazione dei profughi dalle terre di provenienza (afghani e pakistani), è riuscita a evadere dalle originarie otto pratiche al giorno alle attuali quindici, riducendo i tempi di attesa da un anno e mezzo a quattro, massimo cinque mesi. Attualmente, stando ai dati della Regione Fvg, restano da "smaltire" pratiche. Altro dato interessante: i respingimenti sono, in Italia, nell' ordine del 40 per cento. In Friuli Venezia Giulia raggiungono il 30% perché la percentuale di riconoscimento è pari al 70 per cento. «Sì, sono scesi in media a 4 5 mesi i tempi di attesa per il completamento dell' iter delle pratiche per il riconoscimento della protezione internazionale ai migranti», ha dichiarato di recente all' Ansa Isabella Alberti, prefetto di, dove ha sede la commissione territoriale competente a vagliare le pratiche dei migranti del Friuli Venezia Giulia, che nella maggior parte dei casi ottengono la protezione sussidiaria. Molti di meno sono invece i profughi a cui viene riconosciuto lo status di rifugiati. «Rispetto al passato ha aggiunto Alberti i tempi si sono notevolmente accelerati. Vengono "auditi" molti più migranti, ma devono essere sentiti tutti personalmente. Per quanto possibile ha concluso cerchiamo di far diminuire ulteriormente l' attesa». La commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale "gemella" di Verona è competente per l' esame delle domande nelle regioni Veneto e Trentino Alto Adige. Il suo ambito comprende le province di Verona, Vicenza, Treviso, Belluno, Trento e Bolzano, mentre per quelle di Padova, Venezia e Rovigo è attiva una sua sottosezione, istituita a Padova. La commissione territoriale, Continua > 1

4 Pagina 19 < Segue che ha sede in Prefettura ed è presieduta dal viceprefetto Anna Sabato, è composta da rappresentanti della Polizia, del Comune e dell' Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati (United nations high commissioner for refugees Unhcr), e fa capo come anche la sezione di Padova alla Commissione nazionale per il diritto di asilo del ministero dell' Interno. Intanto, continua l' impegno della senatrice Laura Fasiolo (Pd) che spinge per la creazione di una sezione anche a Udine, in maniera da alleggerire ulteriormente il lavoro della commissione goriziana. «Il sottosegretario agli Interni Domenico Manzione si impegna personalmente a seguire l' attivazione della sezione territoriale a Udine: una novità che sgraverebbe di lavoro la commissione di. Ho nuovamente sollecitato attenzione alla delicata fase di identificazione dei migranti, che rende opportuno l' avvio della sezione della Commissione territoriale nel capoluogo friulano». RIPRODUZIONE RISERVATA. FRANCESCO FAIN 2

5 Pagina 19 «Non vanno lasciate persone in riva al fiume» Il senatore Manconi: «Bisogna prevedere strutture di accoglienza dignitose. Oggi c' è troppa approssimazione» «Dopo l' identificazione dovrebbe esserci una rete di prima accoglienza in grado di ospitare i richiedenti asilo in luoghi degni, ma a piccoli gruppi, in modo che anche la popolazione locale possa assorbirli. Quando arrivano 150 persone tutte assieme, nel caso migliore, la reazione è di diffidenza. Queste situazioni devono essere evitate». Quando a ottobre l' Isonzo in piena ha rischiato di spazzare via i migranti accampati sulla riva del fiume, il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, aveva seguito da vicino la questione grazie al contatto diretto e continuo con la collega Laura Fasiolo, con il prefetto Isabella Alberti, con il questore Lorenzo Pillinini e con il Capo del Dipartimento per le libertà civili e l' immigrazione Mario Morcone. Senatore Manconi, al momento la situazione di è sotto controllo, ma in generale quali valutazioni si possono fare? Sono venuto più volte a e mi sono ritrovato di fronte a degli accampamenti, ma siamo in presenza di fenomeni prevedibili che hanno un loro ritmo, che seguono percorsi controllabili, che possono essere calcolati. Assumono proporzioni consistenti, ma non sono catastrofici. A livello locale e a livello nazionale ci vuole una programmazione dell' accoglienza, invece emerge una notevole approssimazione. Quale può essere la strategia? Parliamo di flussi che vedono nell' Italia il luogo di primo arrivo o di sbarco, non la destinazione finale. Questo rappresenta un' opportunità. In che senso si tratterebbe di un' opportunità? L' Italia dovrebbe spingere per modificare il regolamento di Dublino, secondo cui l' accoglienza deve essere fatta nel Paese d' arrivo. Gli altri Paesi resistono, ma non tutti allo stesso modo. Si è fatto di "Dublino" un totem. In Italia non solo non lo si è combattuto, non è stato nemmeno adeguatamente utilizzato. Cosa avrebbe potuto fare l' Italia? Realizzare accordi bilaterali con Paesi dove c' era disponibilità di posti maggiore. Quando la Germania Continua > 3

6 Pagina 19 < Segue decise di accogliere i siriani sfruttò una clausola che la norma di Dublino consente. E a livello locale? È impensabile lasciare la gente in riva a un fiume mentre il flusso dell' acqua cresce. Bisogna prevedere strutture di accoglienza dignitose. A ottobre rimasi oltre 8 ore al telefono per fare una cosa che non dovevo fare io. In quella circostanza, prefettura e questura lavorarono bene, ma era un problema che qualcuno doveva affrontare prima. Stefano Bizzi. STEFANO BIZZI 4

7 Pagina 24 Ex Detroit, lavoratori abbandonati Ennesima fumata nera all' incontro in Regione. Rsu: «Nessuna risposta sul potenziale acquirente» di Luca Perrino wronchi DEI LEGIONARI Ennesima fumata nera per l' ex Detroit di Ronchi dei Legionari. Nonostante l' impegno della politica tutta e nonostante il tavolo di confronto alla Regione resti aperto, l' impressione dei lavoratori è che si sia chiusa definitivamente la possibilità della riapertura dei cancelli di questa storica fabbrica cittadina. Nei giorni scorsi c' è stata l' ennesima convocazione a Trieste, presente anche la Provincia di con il suo presidente, Enrico Gherhetta. «In questa occasione ha lamentato Soranzio della Rsu siamo stati informati che al questione legata ad un potenziale acquirente che aveva manifestato il suo interesse anche per il sito di Ronchi dei Legionari è ancora in fase di valutazione e che tutto, quindi, è ancora ad un punto fermo». Ma queste dichiarazioni hanno destato rabbia e incredulità. «E non poteva essere diversamente ha proseguito il rappresentante sindacale considerato che l' azienda in questione ha già iniziato la sua attività da circa due mesi nella provincia di Udine. Nascono spontanei alcuni interrogativi, tra cui come sia possibile che l' assessore regionale alle Attività produttive non sia a conoscenza di tutto ciò. Com' è possibile che veniamo convocati e alla fine dobbiamo aggiornare noi la Regione?». I lavoratori, pur comprendendo i tempi della politica, pensano che tutto ciò sia irrispettoso nei confronti di quelle persone che si trovano ora in mobilità a 850 euro al mese. Un confronto che è poi proseguito con una critica, non fine a se stessa, ma con un intento costruttivo, rivolta dallo stesso Soranzio nei confronti del presidente Gherghetta. Una critica nata da una sua affermazione rivolta proprio allo stato delle cose. «Ha creato molto imbarazzo tra noi tutti ha aggiunto una risposta di basso profilo, sicuramente non consona a un politico e sopratutto a un presidente di Provincia». Il quale, va detto, ha presentato ai lavoratori alcune possibilità date dai corsi di riqualificazione al fine di offrire un nuovo sbocco lavorativo a diverse persone, anche se non esiste ancora la certezza che essi possano essere avviati, visto cha la fattibilità verrà valutata solo nei prossimi giorni da parte della Regione. «Concordo ha continuato il rappresentante delle Rsu che si è parlato molto dell' importanza della riqualificazione, anche se ciò appare molto complicato per alcune fasce d' età dei lavoratori. Ma la società tutta e la politica in particolare ci sembra essere sempre più lontana dalla realtà e dai bisogni Continua > 5

8 Pagina 24 < Segue della gente. Sarebbero auspicabili nuove idee e che, magari, i politici tornassero a lavorare o a fare i disoccupati, visto che fare politica non lo prescrive alcun medico». I lavoratori si dicono delusi dalla politica, non come arte da governare, ma dai suoi interpreti che, sulla questione Detroit, hanno sempre scaricato responsabilità su altri e, quando, nelle sedi opportune, c' era l' occasione di un confronto, anche forte, per trovare una soluzione, non hanno mai avuto la personalità per farlo: «Siamo tutti molto arrabbiati per gli sviluppi di una storia iniziata male e finita peggio ha concluso Soranzio ma soprattutto per il fatto che lungo questo doloroso percorso abbiamo trovato politici che non ci hanno trasmesso nulla e si sono limitati a fare il loro compitino a casa. Anche questo Natale sarà per tutti noi e per le nostre famiglie un Natale davvero RIPRODUZIONE RISERVATA. 6

9 Pagina 41 Il bando amianto fa boom Mossa recita la parte del leone L' iniziativa della Provincia supera le più rosee aspettative: oltre 100 domande da tutto l' Isontino per lo smaltimento dell' eternit dalle proprietà private di Francesco Fain wmossa Un successo enorme. A riprova che l' amianto da smaltire è ancora tanto, troppo. L' ultimo bando scadeva lo scorso 30 ottobre. Oggi siamo in grado di dire che sono arrivate 102 domande, che ora verranno vagliate. Le domande sono così distribuite sul territorio: 15; Monfalcone 24; Capriva 2; Cormons 6; Doberdò 5; Farra 3; Fogliano 2; Gradisca 3; Savogna 3; Staranzano 3; Grado 3; Mariano 2; Villesse 2; Mossa 8; Romans 2; Ronchi 13; Sagrado 1; San Canzian 1; San Floriano 1; San Lorenzo 1; Turriaco 2. I condomìni che hanno fatto richiesta sono stati 7: due a Monfalcone, uno a Cormons, uno a, uno a Gradisca e due a Grado (i numeri rientrano nell' elenco dei 102). La Provincia aveva stanziato circa euro, ma viste le domande la Giunta garantirà il finanziamento a tutte le richieste di contributo. L' ente guidato da Enrico Gherghetta, lo ricordiamo, finanzia fino al 50% della spesa con un tetto massimo di a domanda. Per i condomìni, si moltiplicano i euro per ogni appartamento che ha fatto richiesta, ma sempre fino alla copertura del 50% della spesa. Prima Provincia in Friuli Venezia Giulia a pubblicare bandi di contributo per la microraccolta (fino a 25 mq di superficie) e lo smaltimento dell' amianto a favore dei privati, «quella di spiega l' assessore provinciale all' Ambiente, Mara Cernic già a cavallo fra il 2008 e il 2009 ha distribuito ben 100mila euro a fronte di 158 domande arrivate, con mq complessivi di amianto smaltito. Grazie al bando del 2010 sono stati ripartiti 140mila euro, a fronte di 155 domande e di mq. smaltiti. Nel bando che comprendeva il 2014 e il 2015, i contributi distribuiti ammontavano a 65mila euro, le domande sono state 83 e i metri quadrati smaltiti Le domande complessive, dunque, sono state 396, i metri quadrati smaltiti , i contributi totali erogati 305mila euro, a cui si devono aggiungere 168mila euro che la Provincia di ha dato, sempre per la microraccolta e lo smaltimento di amianto, ai Comuni di Villesse, Cormons, Gradisca d' Isonzo, Staranzano, Turriaco». E tutti questi fondi ma soprattutto la quantità di richieste di bonifica sono la testimonianza netta e palese che, tra rimesse degli attrezzi, tettoie e pensiline varie, nelle case degli isontini di queste subdole coperture ce ne sono ancora tante, anzi troppe. Nelle case più vecchie la fibra killer si nasconde ovunque: dal vano ascensore alla caldaia, dai tubi alla cappa. La presenza di manufatti in cemento Continua > 7

10 Pagina 41 < Segue amianto genera apprensione e preoccupazione in considerazione dei rischi per la salute che possono derivare dall' esposizione a fibre di amianto in essi contenute. In una provincia che ha pagato in termini pesantissimi la presenza di amianto, lancia in grande stile una campagna per liberare tutti gli edifici dalla pericolosa fibra. Le direttrici sono due: il Comune punisce severamente chi abbandona materiale contenente amianto su strade e aiuole, piuttosto che in aperta campagna. Ci sono multe da 300 fino a 6 mila euro, senza contare le possibili conseguenze penali. Sempre il Comune, poi, effettua assieme all' Azienda sanitaria sopralluoghi per individuare la presenza di amianto. RIPRODUZIONE RISERVATA. 8