BOZZA NON CORRETTA MISSIONE A NAPOLI 27 MARZO 2012 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIOVANNI FAVA

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1 MISSIONE A NAPOLI 27 MARZO /20 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIOVANNI FAVA La seduta comincia alle Audizione del dottor Andrea De Martino, prefetto di Napoli. PRESIDENTE. Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. Do la parola al prefetto di Napoli, dottor Andrea De Martino, che ringrazio in anticipo per per la relazione che andrà ad illustrare, al termine della quale seguirà un giro di interventi da parte dei colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni. ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Rinnovo, signor presidente, a lei e ai deputati che l accompagnano il più cordiale saluto, ringraziandola per l attenzione che ha voluto dedicare a questa a terra. Posto che, sicuramente, il fenomeno della contraffazione e tutto ciò che ad esso si accompagna riguarda l intero territorio nazionale, tuttavia, qui da noi, il problema è particolarmente sentito. Purtroppo, nel capoluogo campano come in alcuni territori della nostra provincia, la contraffazione è largamente diffusa. Le zone più interessate dal fenomeno, oltre a Napoli, sono i comuni dell area vesuviana di Terzigno, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, Palma Campania e quelli di Casoria, Arzano e Melito. Il mercato del falso insidia prevalentemente i settori della pelletteria, dell abbigliamento e del tessile, ma colpisce anche altri comparti, quali l orologeria, gli audiovisivi e la tecnologia. Quello della contraffazione è un fenomeno complesso, che si articola attraverso una serie di reati o di situazioni illegali che riguardano l intero processo produttivo con lo scopo di conseguire, a ogni passaggio, rilevanti e illeciti abbattimenti dei costi di produzione. Si tratta di un modo di fare impresa interamente a danno dell economia delle forze sane, che si avvale di ogni forma di abuso, illegalità e illiceità, a partire dalle importazioni di materie prime e semilavorate, fino al ricorso a procedure di immissione, in libera pratica, di beni provenienti dall estero, da parte di aziende

2 2/20 esistenti solo sulla carta (quelle che nel gergo sono definite cartiere), che nel giro di pochi mesi scompaiono, schermando così i reali destinatari dei beni e mortificando ogni possibilità di accertamento fiscale o penale, per giungere all impiego di manodopera anche minorile in condizioni di assoluto sfruttamento, in particolare dei clandestini, spesso costretti a riscattare con il lavoro il prezzo del loro viaggio in Italia. Inoltre, ci sono i luoghi di produzione - di solito capannoni - a diversa destinazione urbanistica, ove coesistono, in condizioni di degrado, in ambienti abitativi insalubri, decine di unità produttive, corrispondenti ad altrettante ditte, che sono legate alla stessa durata in vita di queste aziende, deliberatamente programmata in non più di uno o due anni (comunque, un arco di tempo talmente breve da non consentire al nostro sistema fiscale di individuare l azienda e sottoporla a verifica), così da fugare rischi di accertamento tributario. Infine, c è la produzione di beni che richiedono il ricorso a delicati procedimenti chimici senza alcuna garanzia di corretto smaltimento dei residui tossici per la lavorazione, come le galvaniche, fino agli accordi per la commercializzazione dei prodotti con una corposa comunità di immigrati impegnati nel commercio ambulante abusivo. È un sistema che, per quanto sinteticamente abbia provato a dire, è percepito dall esterno solo per le sue più palesi manifestazioni. È contiguo a quello sul quale quotidianamente si svolgono processi produttivi e commerciali regolari ed è capace di superare vincoli e rigidità di leggi, con gravi conseguenze per il territorio - e non solo - dal punto di vista economico. Queste caratteristiche sono comuni a diverse aree geografiche del territorio nazionale, dove la contraffazione è riuscita, per ragioni diverse, ad attecchire e consentono, di fatto, che tale fenomeno possa, peraltro, avvalersi, come in un sistema di vasi comunicanti, di collegamenti interregionali tra centrali di produzione e luoghi di distribuzione e commercializzazione. In Campania - in particolar modo, qui da noi - la contraffazione presenta aspetti peculiari. Essa non è nata, come in altre regioni, con il sopraggiungere dell immigrazione clandestina ma è preesistente. Tra i fattori che hanno favorito, nel tempo, lo sviluppo del fenomeno nella provincia di Napoli sono individuabili l alto tasso di disoccupazione, che consente ai produttori di merce falsa di reclutare manodopera in nero a basso costo, nonché la particolare difficoltà, aggravata in situazioni di forte crisi economica come quella che stiamo attraversando, delle piccole aziende locali a mantenersi attive sul mercato legale, anche a causa dell endemica carenza di infrastrutture a fronte del sensibile vantaggio competitivo offerto a chi opera nella contraffazione. Tra questi, però, il principale fattore che ha consentito l espansione e che condiziona tuttora la contraffazione nella provincia partenopea è, senz altro, la presenza della criminalità organizzata.

3 3/20 L industria del falso, infatti, rappresenta uno dei settori strategici negli affari della criminalità organizzata, che ha intrecciato rapporti sempre più penetranti nel sistema economico e produttivo locale. Negli ultimi anni, alcuni clan napoletani, Mazzarella, Contino, Nisso, Aprea e altri, hanno acquisito, attraverso il riciclaggio dei proventi derivanti dai remunerativi traffici illeciti, il controllo monopolistico di interi settori imprenditoriali dell industria manifatturiera nell importexport di merci contraffatte, di una capillare rete di punti di vendita disseminati in Italia e all estero, anche mediante l utilizzo di prestanomi in attività lecite, con conseguenze devastanti sull economia legale. La contraffazione ha finito per essere, nel tempo, un vero e proprio ramo di affari, spesso finanziato e gestito direttamente dai vertici dei clan o dagli stessi direttamente controllato attraverso una fitta rete di strutture periferiche che operano anche nei mercati esteri. Avvalendosi di strutture commerciali organiche all associazione e impegnate prevalentemente nella produzione di capi di abbigliamento contraffatti o nella loro importazione dai paesi asiatici, i manager criminali sovrintendono alla produzione, inviano le merci all estero, coordinano le varie sedi distaccate. Ancora, procedono alla contabilizzazione dei proventi illeciti e gestiscono le operazioni di reimpiego della ricchezza prodotta. Dalle indagini sul fenomeno, contro il quale - devo dire - la Guardia di finanza si sta battendo in maniera eccezionale - davvero egregia - emerge, quindi, la diretta partecipazione dei clan nel controllo di un attività sempre più diffusa e capillare, e quindi la totale compenetrazione della struttura economica nell organizzazione camorristica. In altre parole, le ditte produttrici non possono ritenersi solo contigue o legate da compiacenti rapporti di affari con il clan, ma sono strutture commerciali dei clan, risorse materiali e produttive dell impresa mafiosa. Tali imprese agiscono su scala internazionale con attacchi a interi settori dell economia, specie a quelli con più alto indice di redditività, sfruttando la forza di intimidazione del vincolo associativo per inquinare, condizionare e, infine, controllare il funzionamento dei mercati, facendo saltare le regole della concorrenza e della libertà di impresa. In questo contesto, anche il fenomeno dell invasione nel mercato dei prodotti (compresi i marchi falsi proveniente dalla Cina) e dell arrivo in provincia di manodopera cinese impiegata nella produzione di merce contraffatta, sono stati controllati e condizionati dalla presenza attiva della criminalità organizzata campana. La contraffazione cinese riguarda, in particolare, prodotti di abbigliamento, orologeria, elettronica, giocattoli e ceramiche, che giungono attraverso il porto di Napoli, da tempo scalo privilegiato delle compagnie di navigazione per i traffici commerciali nel bacino del Mediterraneo e, in particolare, per lo sbarco e il transito e delle merci prodotte nei paesi del Sol levante.

4 4/20 Negli ultimi anni, l azione di contrasto sempre più stringente delle forze dell ordine e il contributo ispettivo offerto dall Agenzia delle dogane hanno costretto le organizzazioni cinesi a preferire un sistema illegale alternativo, attraverso l importazione dai paesi asiatici di ingenti quantitativi di beni a basso costo, privi però di qualsiasi indicazione o logo da riferire, successivamente, con l applicazione delle griffe contraffatte o con l apposizione del marchio made in Italy. La forte pressione esercitata attraverso gli interventi delle forze di polizia e dell Agenzia delle dogane sta determinando, soprattutto nell area vesuviana, anche una diversificazione dell attività produttiva dei cinesi, che attualmente gestiscono insediamenti produttivi e punti vendita all ingrosso di merce prodotta a basso costo, ma non contraffatta. È superfluo aggiungere che, anche in questi casi, la produzione è caratterizzata da varie forme di illegalità, comunque dannose per l economia e gli interessi della comunità. Di fronte a un fenomeno così complesso e articolato questa prefettura ha, nell ultimo anno, attivato a livello regionale, provinciale e nell ambito del capoluogo una serie di iniziative di vigilanza, prevenzione e contrasto lungo tutta la filiera produttiva di merce contraffatta, intervenendo sia sul versante dell offerta, sia su quello della domanda. Per aggredire la fase della vendita di prodotti falsi è stato predisposto, dal novembre 2010, un piano di controllo coordinato e straordinario del territorio mirato a contrastare il commercio ambulante e abusivo nel capoluogo. Tale programma di attività è stato potenziato a partire dallo scorso 1 dicembre con l impiego, per ciascun turno, di decine di pattuglie dedicate delle forze dell ordine, della polizia municipale e della polizia provinciale di Napoli, di nuclei di reparti organici lungo la direttrice da piazza Garibaldi a corso Umberto a via Toledo. Sono queste, infatti, le aree di maggiore interesse turistico, dove maggiormente si concentrano cittadini e turisti, quindi dove più è utile offrire merce abusiva e contraffatta. Su corso Umberto, inoltre, è stato sperimentato un modulo d azione con servizi improvvisi e anche con personale in borghese allo scopo di far leva sul fattore sorpresa e conferire maggiore efficacia deterrente all attività di contrasto. Tale straordinario impegno sta dando positivi risultati. Basti pensare che nel 2011, nella sola provincia di Napoli, i pezzi contraffatti sequestrati sono stati 5 milioni e oltre (con operazioni delle forze dell ordine e dell Agenzia delle dogane che hanno interessato l intera filiera del falso) e che nei primi mesi del 2012 si è già superata la soglia dei 2 milioni. Le persone denunciate per reati in materia di contraffazione nell ultimo biennio sono oltre sul territorio regionale, di cui in provincia. I servizi di controllo del territorio hanno fatto emergere che la fase della distribuzione e

5 5/20 commercializzazione si avvale di due canali attraverso i quali avviene l immissione nel mercato dei falsi. Il primo è costituito da operatori commerciali che, attratti dal basso costo della merce, si prestano a venderla nel proprio regolare esercizio commerciale accanto a quello originale; il secondo è collegato, invece, all impiego di oltre 500 extracomunitari, soprattutto di origine nordafricana - in particolare, senegalese - che vendono tali prodotti lungo le principali vie cittadine maggiormente frequentate da residenti e visitatori. Questi immigrati, spesso visti con indulgenza dall opinione pubblica, sono talvolta uno strumento nelle mani di pericolose organizzazioni criminali, che hanno trasferito nel settore della contraffazione e, in particolare, di quella dell abbigliamento e della pelletteria, metodi e tecniche già collaudati con successo nel campo del contrabbando dei tabacchi e dello spaccio di stupefacenti. Tenuto conto, inoltre, che il fenomeno è diffuso anche nei territori di altre province della Campania, nella Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza, da me presieduta nello scorso mese di settembre, si è ritenuto che la lotta alla contraffazione debba rientrare tra le priorità su cui far convergere l azione delle forze di polizia nell ambito di una programmazione di attività coordinate a livello regionale. Per conferire maggiore efficacia all azione di contrasto del fenomeno è stato anche avviato un piano operativo nei comuni dell area vesuviana (quelli che all inizio dicevo essere maggiormente interessati da questo fenomeno e dove maggiore è la produzione di merce contraffatta) volto a intervenire su laboratori, opifici e centri di distribuzione. L iniziativa prevede un continuo scambio di informazioni ormai messo a sistema tra Agenzia delle entrate, Camera di commercio e comuni interessati per fare emergere, attraverso l incrocio dei dati relativi all iscrizione nel registro delle imprese, alla posizione fiscale, ai redditi dichiarati e a livello dei consumi effettuati (energia elettrica, acqua, rifiuti e quant altro), casi sintomatici di anomalie tra le attività dichiarate e quelle effettivamente svolte, nei cui confronti attivare controlli ispettivi mirati. Finora, sono state ispezionate 35 aziende tessili e di abbigliamento: 16 sono state sequestrate, 4 sospese, 2 sanzionate per violazioni igienico-sanitarie di sicurezza sul lavoro, mentre altre 7 ditte segnalate sono risultate inesistenti, con 22 titolari denunciati all autorità giudiziaria; sono state, infine, elevate sanzioni per oltre euro. In questo contesto, è risultato prezioso e particolarmente significativo il contributo dato dalla commissione straordinaria del comune di San Giuseppe Vesuviano, la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazione camorristica.

6 6/20 La lotta alla contraffazione non può prescindere, ovviamente, da iniziative volte a reprimere l impiego di manodopera irregolare che, come ho detto, rappresenta uno dei principali fattori di produzione a basso costo, quindi un illecito vantaggio competitivo rispetto all economia legale. A tale fine, a partire dal 2010 è stato concordato con i prefetti della Campania, le forze dell ordine e i vertici delle direzioni regionali e provinciali del lavoro dell INPS e dell INAIL, un piano di vigilanza straordinario per programmare, con il coordinamento delle prefetture, delle attività ispettive sull intero territorio regionale nei settori di attività produttive maggiormente a rischio. A livello regionale e provinciale, nel 2011 sono state effettuate, in totale, più di ispezioni su altrettante aziende e, degli oltre lavoratori sottoposti a verifica, sono risultati in nero, di cui più di 700 di origine extracomunitaria. Le sospensioni di attività sono state 792. Nell ultimo periodo, i risultati dei servizi svolti hanno fatto emergere un ragguardevole incremento di prodotti contraffatti nel sistema moda. Si può affermare che in questo ambito l industria del falso ha raggiunto livelli di imitazione talmente elevati da rendere particolarmente difficile la distinzione tra prodotti originali e prodotti falsi. La commercializzazione di tali prodotti ha delle peculiarità: a differenza dei beni di consumo, infatti, e in particolare dei generi alimentari, dove il consumatore il più delle volte è vittima inconsapevole della contraffazione, nell ambito del sistema moda spesso chi acquista un prodotto contraffatto lo fa scientemente, per essere alla moda evitando di affrontare i costi elevati dei capi griffati. È per questo motivo che sono stati predisposti controlli anche nei confronti degli acquirenti, con l accertamento di 40 violazioni e l applicazione delle relative sanzioni per acquisto di prodotti falsificati. Il fronte delle sanzioni nei confronti di chi acquista è un area sulla quale, nonostante tutti gli sforzi per coinvolgere le forze dell ordine, a partire dalle polizie municipali fino alla polizia di Stato, è lento, difficoltoso e non raggiunge i risultati sperati. Tutto ciò non basta. La lotta alla contraffazione va combattuta attivamente su più fronti, con l apporto di tutte le componenti della società. Per arginare la domanda è necessario acquisire al patrimonio culturale comune la consapevolezza degli ingenti danni che tale fenomeno produce sulla realtà economica e sociale, oltre che sull immagine internazionale del nostro paese. Proprio per far crescere nei cittadini la consapevolezza che ogni acquisto di merce contraffatta contribuisce ad alimentare un circuito di criminalità e sfruttamento con gravissimi danni economici e sociali, questa prefettura ha avviato, in collaborazione con RAI 3 TGR Campania e l Istituto tecnico informatico di Napoli «Galileo Ferraris» di Scampia, una campagna

7 7/20 di capillare informazione e sensibilizzazione per dissuadere dall acquisto di merce contraffatta. L iniziativa ha coinvolto 50 ragazzi del IV e V anno del citato istituto scolastico di Scampia, uno dei quartieri più degradati di Napoli, con un alto tasso di delinquenza minorile che, sotto la guida dei propri docenti e avvalendosi delle indicazioni tecniche dei giornalisti della RAI, hanno curato la preparazione di due spot che sono stati trasmessi nelle prime due settimane di dicembre tutti i giorni nell ambito delle tre edizioni del TGR di RAI 3 Campania. I cortometraggi sceneggiati e recitati dai giovani studenti si prefiggono l obiettivo di lanciare un messaggio chiaro e incisivo sul forte disvalore sociale e giuridico che connota l acquisto di merce contraffatta, evidenziando come la contraffazione si accompagni a fenomeni gravissimi quali lo sfruttamento del lavoro minorile, l immigrazione clandestina, l evasione fiscale di un enorme giro d affari che alimenta gli interessi economici della criminalità organizzata. Da quanto esposto nel testo che deposito, così come arricchito di ulteriori elementi conoscitivi che solo per evidenti esigenze temporali ho omesso di illustrare, emerge con chiarezza lo sforzo messo in atto dalla prefettura, ma anche da tutti gli attori istituzionali presenti sul territorio, per realizzare un maggiore coordinamento tra le rispettive attività al fine di potenziarne l efficacia. Nella consapevolezza che occorre mantenere elevata l attenzione sul fenomeno e che l impegno deve risultare sempre crescente, appare quanto mai utile il contributo e la collaborazione delle associazioni di categoria. In conclusione, vorrei evidenziare che anche a Napoli, come nelle altre realtà italiane interessate dalla contraffazione, il fenomeno non è avvertito dai cittadini come riprovevole per il suo disvalore sul piano criminale ed economico, né viene visto come fattore realmente incidente, nelle sue diverse sfaccettature, sulla legalità della vita di ogni giorno: è da sempre - oggi ancor di più di in ragione delle difficoltà economiche e finanziarie del paese - tollerato, se non addirittura sostenuto da comportamenti compiacenti e partecipi, cui non è sempre facile, per la loro diffusione in ogni strato sociale, opporsi con la forza della legge. L unico fronte di dissenso e di aperta denuncia, almeno per quanto concerne la commercializzazione e la vendita abusiva per strada di prodotti contraffatti, è quello del decoro urbano, ma solo per la concentrazione di venditori in strade e luoghi del centro storico frequentati da turisti perché di interesse paesaggistico, non rilevando più di tanto se tali attività sono esercitate in luoghi di minore richiamo o interesse. Su questo versante, in collaborazione con il comune di Napoli, enti e associazioni di categoria, è stata programmata la riorganizzazione di tutti i mercati cittadini attraverso l individuazione di nuove aree mercatali da destinare anche a mercati multietnici, attraverso un

8 8/20 bando di tutti i posteggi disponibili, provvedendo alla sistemazione delle aree che risultano attualmente del tutto o parzialmente irregolari. Saranno realizzati borghi mercatali tipici, in particolare nei quartieri della Pignasecca, Antignano, Porta Nolana, Sant Antonio Abate e Vergini, che avranno un piano di decoro omogeneo, orario prolungato e regolamento per la raccolta differenziata dei rifiuti. Saranno, inoltre, istituiti corner dell artista, ossia spazi riservati a persone che vendono esclusivamente prodotti dell ingegno e che dimostrino capacità di realizzarli in loco. Il piano prevede, infine, l individuazione di almeno un area per ciascuna municipalità da inserire nel calendario cittadino di fiere tematiche non alimentari, con esposizioni di articoli musicali, libri e prodotti di specifiche aree geografiche estere. Sono convinto che tali misure contribuiranno sensibilmente a rafforzare l efficacia degli interventi di contrasto all illegalità, all abusivismo commerciale e al disordine urbano sopra descritti, consentendo di restituire a Napoli, anche su questo fronte, l immagine di città sicura, accogliente e solidale. LUDOVICO VICO. Eccellenza, ho seguito e, ovviamente, leggerò con attenzione la relazione che ci sottopone. Il passaggio che mi sembra più delicato, che ovviamente ha riscontri con il lavoro della Commissione, è quello che lei ha descritto riferendosi al rapporto tra falso, criminalità organizzata e riciclaggio. Nella sua relazione, le azioni di contrasto a cui lei fa riferimento pare escludano proprio quel capitolo: lei riterrebbe utile che i prefetti assumessero non solo il monitoraggio, ma anche il governo dell azione di contrasto sul punto più delicato della lotta alla contraffazione che, come ella stessa ha detto, riguarda falso, criminalità organizzata e riciclaggio? Nella sostanza, questo significa capire dove vanno i denari. Non è reso noto, ad esempio, dalla sua relazione, se esistano fenomeni diffusi di money transfer o altro, se l azione di contrasto alla criminalità organizzata sul versante del falso e del riciclaggio sia svincolata dal Comitato nazionale dell ordine e della sicurezza pubblica, se si debba fare riferimento solo alla Guardia di finanza o al comando dei Carabinieri. Nella sostanza, rilevo che nella sua relazione l azione di contrasto, ad un certo punto, si ferma sotto il profilo della rappresentazione. Questo è un punto importante che ci impone di rivolgere la stessa domandare anche ad altri soggetti, tuttavia avvertiamo sempre più il fatto che un azione di coordinamento resa da più parti sia un punto centrale. ANNA TERESA FORMISANO. La ringrazio, Eccellenza, della sua relazione. Vorrei rivolgerle

9 9/20 alcune domande. Ho ascoltato con molta attenzione l esperienza con il TGR regionale e con la scuola di Scampia in merito allo spot che avete realizzato e credo che sia un modo ottimo di coinvolgere gli studenti, soprattutto quelli provenienti da un quartiere come Scampia (per questo, la vostra iniziativa ha una doppia valenza, se così si può dire). Vorrei, però, rappresentarle un esperienza che abbiamo riscontrato come Commissione anticontraffazione e che potrebbe essere utile agli attori non solo della prefettura, ma un po a tutti coloro che operano in questa direzione, in particolare su questo territorio. Purtroppo, nelle nostre scuole non si insegna più l educazione civica e credo che questo sia un dramma per il nostro paese. Si potrebbe provare ad avviare una sorta di educazione civica su questo argomento, magari con il coinvolgimento anche della nostra Commissione credo che ognuno di noi sarebbe pronto a dare una mano facendo capire che cosa succede a un ragazzo quando si compra uno oggetto contraffatto, per esempio spiegando che danno si cela dietro quell acquisto, nonostante magari la madre o il padre siano contenti perché hanno fatto l affare, nessuno accorgendosi che quella borsa o quel foulard sono in realtà contraffatti. Avete mai pensato come prefettura, da questo punto di vista, a dei protocolli di intesa? Si tratta di un esperienza che è stata fatta in altri territori, per esempio a Padova - ma non solo - così come anche nella regione Lazio e nella mia provincia, che è contigua alla vostra. Nella provincia di Frosinone, infatti, abbiamo una grande quantità di prodotti importati dalla provincia di Napoli. Avete pensato a un protocollo d intesa sulla legalità per mettere a punto un sistema complesso chiaramente, la prefettura non può fare miracoli da sola e ci rendiamo conto di questo per «aggredire» chi si presta a tal fine, in modo più o meno organizzato? Mi fermo qui perché sappiamo bene come funziona l organizzazione del trasferimento di questi prodotti contraffatti, soprattutto con riferimento ai danni arrecati al made in Italy, che per noi, ovviamente, è la prima preoccupazione. Mi riaggancio anche alla domanda del collega Vico, cioè, se avete sentore che questo sistema di vendita, più o meno organizzata riprendo il suo accenno, per me importante, anche ai negozi cosiddetti legali possa svolgere anche le funzioni di lavanderia nell ambito dei traffici messi in opera (e ovviamente di alcuni introiti che altrimenti non potrebbero essere immessi sul mercato). Le pongo un ultima domanda, che però non è tale per importanza. Lei certamente saprà credo che sia, purtroppo, un fenomeno conosciuto che cosa avviene nel periodo estivo con riferimento all esportazione di tali prodotti, per cui in una parte di Napoli e del napoletano in genere - direi, ancora meglio, della provincia di Napoli - si crea un mercato ambulante che arriva a

10 10/20 toccare tutte le spiagge del litorale, a cominciare da quello domizio per finire a Sperlonga: siete a conoscenza di questo? Avete pensato di intervenire in qualche modo, anche in collaborazione con gli altri territori? Vorrei sapere se siete a conoscenza di un fenomeno che nella provincia di Frosinone, purtroppo, è ormai abbastanza diffuso ho presentato anche delle interpellanze in merito a ciò - perché importiamo ed esportiamo prodotti di ogni tipo, addirittura con consegne a domicilio di merce contraffatta: si parte la mattina dalla provincia di Napoli, dalla stazione ferroviaria, con dei borsoni; si fanno riunioni di condominio; ci sono addirittura prenotazioni, finché la merce è consegnata, la settimana successiva, a domicilio in perfetta copia conforme, a tal punto che, come diceva lei, si ha difficoltà a capire se sia originale o falsa. GABRIELE CIMADORO. La ringrazio, prefetto, per la relazione. Con riferimento alla contraffazione, questa Commissione è la risultanza di un fenomeno abbastanza recente. Per fortuna, anche qualcun altro, prima di noi, ha fatto qualcosa contro la contraffazione - penso soprattutto a voi come presidio - tuttavia, noi siamo nati in virtù di un fenomeno che ormai sta diventando quasi incontrollabile nelle sue dimensioni. Dalle audizioni di vari soggetti in diversi settori, ci rendiamo conto - così è stato anche per il vostro territorio - che questo è un fenomeno ormai inarginabile. La domanda è questa: riusciremo a vincere questa battaglia? Lo Stato è in condizioni di potere vincere questa battaglia? In ogni caso, le forze messe in campo, al di là delle iniziative propedeutiche alle azioni finali che mirano a chiudere i magazzini, a bloccare i traffici o a sequestrare le merci, sono sufficienti o dobbiamo aumentare l impegno e chiedere al nostro Governo di mettere a disposizione risorse di forze dell ordine in che misura? Il fenomeno, di fatto, ci è come scoppiato tra le mani - non ci siamo accorti che era tale - e comunque, è maturato da 20, 30 o 40 anni fino ad arrivare ai giorni nostri, quando ci siamo trovati di fronte ad una patata bollente che non riusciamo più a pelare. ANDREA LULLI. Anch io mi unisco ai ringraziamenti per la relazione che abbiamo ascoltato. Vorrei capire se, dall osservatorio di una realtà importante come questa di Napoli, ovviamente al centro anche di commerci internazionali, lei è in grado di darci una valutazione sulla contiguità tra l economia legale e quella illegale. Lei ha già accennato al piano della distribuzione, tuttavia, vorrei capire se, anche sotto il profilo della produzione e dei commerci, vi sia da parte vostra una percezione, se non addirittura dei dati, a testimonianza del possibile rapporto e intreccio tra le

11 11/20 dimensioni della produzione del commercio legale e quelle del commercio illegale. Purtroppo, ho la sensazione che questo intreccio si stia complicando per vari motivi e, ovviamente, questo è un grande problema. Non voglio nascondere l allarme sociale per quanto riguarda i venditori in spiaggia e per strada, certamente un fenomeno che va controllato e, nel caso, anche represso, ma, sinceramente, mi preoccupa più questo aspetto del tema della contraffazione (che reputo sia uno dei motivi di indagine che ci stanno più a cuore). FILIPPO ASCIERTO. Prefetto, capisco che le sue responsabilità sono minime o non ci sono, ma lei resta il latore principale in questa vicenda in quanto è anche la persona che coordina il Comitato provinciale per l ordine e la sicurezza pubblica. Rimango un po perplesso dopo avere ascoltato la sua relazione e le spiego il perché. È apparsa chiara la connessione tra quest attività e la criminalità organizzata, che la alimenta per potersi finanziare; lei ha indicato anche delle località ben precise dove si sviluppa maggiormente il fenomeno della contraffazione (Terzigno, San Giuseppe Vesuviano, Casoria e così via); lei ha anche indicato alcuni settori - quello della pelletteria, dell abbigliamento e del tessile - come se già esistesse una mappatura ben precisa del territorio, con l individuazione delle tipologie e dei vari fenomeni in esso presenti; ha, inoltre, affermato che sono stati sequestrati 5 milioni di oggetti di origine contraffatta. Personalmente, vengo da un esperienza mia personale sia nel settore delle forze dell ordine, sia a livello politico su un territorio come quello padovano (pur essendo campano, sono da oltre un decennio a Padova). Nel 2009, a Padova, sono stati sequestrati 200 milioni di oggetti o capi, mentre nel 2010 si è arrivati a 700 milioni (può chiedere conferma di ciò al comandante provinciale della Guardia di finanza, che è anche un consulente della Commissione). Per Napoli, invece, epicentro dell attività di contraffazione italiana e, forse, europea, parliamo di 5 milioni. La mia domanda, con riferimento alla sua relazione, riguarda ciò che manca: uomini, mezzi, volontà? Quali sono gli strumenti che non hanno funzionato? Forse, esiste un sistema criminogeno ormai generale per cui le forze dell ordine sono particolarmente impegnate? Qui, però, andiamo a monte di questo fenomeno criminale perché c è la criminalità organizzata, la camorra con i suoi clan e abbiamo visto che le forze dell ordine sono fortemente impegnate anche su questo fronte. Allora, mi piacerebbe capire che cosa manca, che cosa si può fare, che sinergie possiamo attuare. Un buon segnale sarebbe, per esempio, quello richiamato dall onorevole Formisano - un esperienza già vissuta in modo positivo - di un protocollo d intesa tra l Università Federico II, la struttura sanitaria, la camera di commercio e la prefettura, per individuare quali sono quei fenomeni di contraffazione fortemente nocivi alla salute dell individuo e, casomai, pubblicizzare ciò attraverso gli enti locali che possono partecipare a tutto

12 12/20 ciò. Inoltre, possiamo confiscare: forse è la magistratura che non funziona? Confischiamo queste benedette fabbriche e riconduciamole alla legalità, anche attraverso dei segnali? Volete produrre borse contraffatte? Realizziamo allora la borsa della legalità, con un una bella «L» o con la «P» di prefettura, in modo da convertire questi fenomeni, dando dei segnali forti! Vorrei capire che cosa manca. PRESIDENTE. Eccellenza, ha visto che vi è un mix di quesiti, tra domande poste e proposte politiche. Vorrei, però, concludendo gli interventi dei colleghi, offrire un mio richiamo puntuale a una questione che lei ha affrontato all inizio della sua relazione. Io ho un po il pallino i miei colleghi devono perdonarmi del rapporto, appunto, tra il mondo della contraffazione e la criminalità organizzata, soprattutto in un area come questa, dove sappiamo che la criminalità è seriamente organizzata su base abbastanza nota a tutti, con una suddivisione del territorio abbastanza precisa. Le spiego il perché di questa domanda. Noi stiamo adesso procedendo a questo approfondimento sul tessile, ma non le nascondo che, nell ambito di una serie di audizioni che hanno proceduto questa, anche all inizio della nostra attività, ci è stato raccontato che la criminalità organizzata in Campania era l informazione è stata assunta dalla Guardia di finanzia soprattutto interessata a una parte del fenomeno, in particolare, ad esempio, al tema della pirateria e delle duplicazioni a base tecnica - per capirci, i cd musicali, le videocassette e le attività di questo genere - e che nell ambito di quel contesto e di quel settore c era una partecipazione diretta, al punto che, addirittura, si è arrivato a scoprire che alcune famiglie note alle cronache per essere affiliate a clan importanti erano arrivate a contrassegnare i cd stessi con un marchio proprio, per distinguerli dagli altri: una specie di Siae al contrario. Sul versante del tessile, invece, ci è stato detto che la criminalità organizzata non fosse tanto interessata alla produzione - quindi non curando interamente il ciclo - quanto alla distribuzione e alla commercializzazione dei prodotti contraffatti. In altre parole, ci è stato detto che le organizzazioni criminali si sono dedicate di più a quel tipo di attività.e che, molto spesso, invece, buona parte di queste attività era svolta da aziende che se, probabilmente, con la criminalità organizzata intrattenevano dei rapporti, non erano organiche, trattandosi di aziende che, in realtà, si riciclavano nelle loro attività perché faticavano a trovare mercato, soprattutto in un momento di crisi, trovando probabilmente più remunerativo affidarsi al mercato del contraffatto (il quale, però, poi aveva un controllo vero e proprio in termini di distribuzione da parte sempre della criminalità). Insomma, si è detto che non vi fosse un interconnessione. Dalla sua relazione non ho capito se ritenete queste considerazioni ancora valide o se non riteniate che questo mercato, nel frattempo è

13 13/20 passato un po di tempo da quando abbiamo iniziato a fare questo mestiere, si sia espanso, cioè si sia arrivati ad un punto dove il controllo e gli interessi, viste le dimensioni e la mole delle questioni di cui parliamo, sia giunto a tanto da essere interessato anche già all atto della produzione stessa. Questo è un fatto abbastanza significativo per quanto ci riguarda, perché è un dato abbastanza innovativo rispetto a quelli che già avevamo a disposizione nella Commissione stessa. Le lascerei ora il tempo residuo, di qui alla fine dell audizione, per le sue repliche. Eventualmente, la avverto che, se ritenesse di volerci fornire anche elementi documentali o altro nei prossimi giorni, tutto ciò che fornirà entrerà a far parte integrante dell audizione odierna poiché verrà acquisito agli atti. ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Comincerei dalla domanda posta dal vicepresidente, onorevole Vico, per dare assicurazione in ordine al fatto che l attività svolta in prefettura non è soltanto sul versante sociale, ma è certamente di coordinamento in una logica di contrasto e prevenzione, anche del fenomeno della contraffazione, delle forze di polizia e non solo (anche della stessa Agenzia delle dogane). I numeri sono riepilogativi e i risultati sono sintetici, ma dietro questi numeri e dietro questi risultati, ovviamente, c è un azione attenta, che è ripetuta nel tempo e che coinvolge tutte le forze di polizia. Certamente, la Guardia di finanza ha una vocazione specifica, una sua attrezzatura specialissima e forse è quella che più picchia su questo fronte. Tuttavia, ciò non esclude che anche da parte dell Arma dei carabinieri e della stessa polizia di Stato - aggiungo, della stessa polizia municipale di Napoli città - non vi sia una continua azione di contrasto del fenomeno. Ovviamente, ci tengo a sottolineare che il lavoro che stiamo svolgendo interessa non solo il territorio provinciale, ma anche tutto il territorio regionale, posto che molte delle scelte adottate sono state prese a livello di Conferenza regionale dell ordine e della sicurezza pubblica. Come dicevo nella relazione, all inizio dell anno, uno degli obiettivi nuovi (sono 8 o 9 quelli individuati, innanzitutto i reati predatori, perché questo in territorio, come in tutta Italia, sono in forte crescita) rispetto a quelli degli altri anni è proprio quello della lotta alla contraffazione. Su questa linea di azione, ovviamente, una volta concordati gli obiettivi di fondo e le linee «di politica della sicurezza» condivise, si sviluppa tutta la libera organizzazione, provincia per provincia (le linee in ogni provincia essendo affidate ai responsabili, dal prefetto in avanti, dell ordine e della sicurezza pubblica). È chiaro che nella relazione non sono esposti dati concernenti operazioni di carattere giudiziario. Se può interessare, posso fare aggiungere degli elementi in materia, specialmente sulle indagini portate avanti dalla Guardia di finanza (peraltro, penso che su questo anche gli esponenti

14 14/20 della stessa Guardia di finanza vorranno e terranno - più che potranno - a dire di più). Sono infatti loro i gestori del fenomeno, insieme ai magistrati. Comunque, sarò ben lieto - laddove ciò potesse essere utile - di farvi giungere, a conforto anche dei risultati che sinteticamente ho provato ad esporre, anche ulteriore materiale di maggiore puntualità. Onorevole Formisano, ho accolto volentieri i suggerimenti che mi sono giunti. Sicuramente, quella dell educazione civica è una perdita. Quando ero un ragazzino ho studiato educazione civica e devo dire ne ho tratto vantaggio. Oggi tutto questo viene a mancare. Probabilmente, è proprio questo il punto, rispondendo alla domanda che mi si poneva: ce la faremo? Probabilmente sì, ma se non si comincia dai bambini, dalla scuola, per quello che posso pensare io come cittadino - non da prefetto - non riusciremo a farcela. Sono tanti i fattori contro, alcuni dei quali neanche isolabili dal contesto sociale. È un momento difficile dell economia. In una città povera, che ha il 24 per cento degli abitanti che vive al di sotto della soglia di povertà, immagino che possa essere difficile il ruolo di qualche agente di polizia, costretto a prendere provvedimenti contro qualcuno. Con questo, voglio semplicemnete ribadire quanto sia difficile il nostro compito. Vi assicuro che ho provato a ragionare anche con gli uomini che sono in strada, per capire di persona cos è che rende problematico bloccare, almeno sul fronte del decoro urbano, questa serie di soggetti che vendono merci in modo abusivo merce contraffatta: si comincia proprio da lì. È la grande forza dei cittadini, sempre dei cittadini, che in questi casi appoggiano una logica di solidarietà particolare con chi vende certa merce, addirittura acquistando merce contraffatta per poter mostrare, magari, un orologio pagato poco ma che sembra proprio originale. L educazione civica, a mio modo di vedere, è un momento fondamentale per provare a incidere anche su questo fenomeno in Italia. Nel nostro piccolo, abbiamo provato a coinvolgere i giovani di Scampia, un pezzo di terra della nostra città particolarmente difficile, per far partire da lì un messaggio di questo genere. Abbiamo ritenuto che un messaggio proveniente da lì potesse essere più significativo che non da qualunque altra parte della città. In realtà, prima ancora che dal territorio, ci interessava che tale messaggio partisse dai giovani: i giovani che parlano ai giovani. Questi, forse, sono infatti un po più capaci di entrare, ancora una volta, nella testa dei nostri ragazzi. Tante volte mi è capitato, anche in occasione delle celebrazioni per il 150 anno dall unità, in varie occasioni, di incontrare i giovani per provare a spiegare loro il senso di tale celebrazione: dicevo loro che abbiamo tutti le stesse leggi e che, su questo, dovevamo sentirci davvero tutti uniti; ho poi spiegato loro che tra queste leggi, ve ne sono alcune alle quali dobbiamo guardare con particolare attenzione. Il discorso, per quanto avessi provato a renderlo semplice, finiva per distrarli. Lo stesso argomento discusso tra i giovani ha un grado di percezione di tanto migliore.

15 15/20 Allora, sicuramente, proveremo anche, coinvolgendo ancora i comuni con protocolli, ad avere un ulteriore forza di attacco sul piano culturale: lo faremo sicuramente. Posso anticipare che questo è uno dei temi che formerà l oggetto di un patto territoriale, in via di costruzione con la regione, la provincia e il comune di Napoli a seguito del quale, senza scambi di risorse, ma solo mettendo a fattore comune le politiche che, comunque, la regione, la provincia e i comuni devono condurre, insieme alle azioni che tocca a noi fare, proveremo a declinare lo stesso problema sicurezza in tutte le possibili accezioni immaginabili. Quanto alla vendita di prodotti contraffatti o, comunque, camuffati in negozi ordinari, la possibilità che questo avvenga perseguendo anche l altro fine di riciclare soldi e proventi di attività illecite, non ho mai avuto, in questi due anni a Napoli, delle indicazioni specifiche. Riterrei che si tratti, tutto sommato, di un canale molto debole per lavorare ingenti quantitativi di risorse, come pure è necessario per la camorra fare. Tuttavia, confesso che non ho ricevuto una sola segnalazione, neanche quand ero a Firenze, dove pure su questo fronte abbiamo lavorato tanto. PRESIDENTE. Mi scusi, a Firenze la vicenda dei money transfer è abbastanza emblematica da questo punto di vista: che buona parte dei proventi da contraffazione esca dal circuito legale attraverso il meccanismo del money tranfer è cosa consueta. Probabilmente, la domanda è questa: voi non registrate analogie su questo versante? LUDOVICO VICO. Anche a via Toledo ho visto che ci sono nei tabaccai... ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Rispondevo alla possibilità che i negozi che vendono abbigliamento possano, in qualche modo, riciclare... PRESIDENTE. Chiarisco la domanda e le spiego l antefatto, perché posta così, potrebbe sembrare una stranezza. Abbiamo appurato che, di frequente, buona parte dei proventi sono gestiti a Napoli non sappiamo comunque anche dalla criminalità importata (molto spesso da etnie che provengono da paesi stranieri, in particolare sul versante fiorentino e pratese, dove c è un mercato dei cinesi, ma non solo). Tali proventi, derivanti da questo tipo di transazioni, migrano verso paesi esteri attraverso il meccanismo del money tranfer per sfuggire ai controlli del sistema bancario. Vorremmo sapere se ci sono delle analogie o se qualcuno si è mai posto il problema della direzione dei flussi finanziari che deriva da questo tipo attività.

16 16/20 ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Riprendo, in questo caso, la risposta. Effettivamente, in Toscana ero ancora io a Firenze la Guardia di finanza intercettò un sistema che vedeva i cittadini cinesi interessati a una sorta di raccolta dei proventi delle loro attività che, per piccole quote, finivano per confluire in un unico centro - se ricordo bene a Bologna, in Emilia - e di lì c era una linea di trasferimento all estero di questi prodotti. Fu proprio quello il frutto di un lavoro lungo che ho seguito. LUDOVICO VICO. Mi scusi, forse la domanda non è chiara. Gli sportelli che denunciava la Guardia di finanza un anno fa in Italia sono , più delle farmacie, dei campanili e degli uffici postali. La mia domanda era se, in rapporto alla governance che Ella ha, una governance di coordinamento, sapeva quante transazioni avvengono intorno al fenomeno del money transfer. ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Questa è una domanda alla quale, al momento, non sono in grado di rispondere. Provavo a giungere a questo risultato attraverso questo ricordo, per concludere nel senso che, al momento, qui a Napoli, non ho ricevuto segnali di analogo spessore o di analogo tenore. Quella delle consegne a domicilio, delle quali parlava l onorevole Formisano, è una tecnica che, al momento, non mi è nota a sua volta. L ultima trovata, della quale ero stato messo a conoscenza - ma che io stesso avevo visto per strada - era quella della vendita su catalogo per evitare di essere intercettati con il prodotto: si va lì con un libretto, si vedono le borse e poi si vanno a prendere. Onorevole Formisano, con questo, penso di avere risposto alle sue domande. Onorevole Cimadoro, vorrei riprendere il discorso che ho fatto poc anzi. È una battaglia effettivamente difficilissima: riusciremo a vincerla? Me lo auguro davvero molto. Ora, sono veramente tanti anni che opero su questo fronte e mi sono, io stesso, in prima persona, provato, sia all epoca dei commissari per la lotta alla contraffazione, tenendo rapporti strettissimi anche con gli uffici, con i commissari stessi, e oggi discutendone con la Commissione. Tuttavia, non se ne viene fuori facilmente se non si riesce a far cogliere fino in fondo il disvalore di quello che rappresenta questo bene. Noi continueremo a insistere con una serie di iniziative di carattere anche giornalistico e, comunque capaci di portare all attenzione dell opinione pubblica il problema. Forse, su questo più che sugli incrementi delle forze dell ordine, è necessario che possa esserci a livello paese un attenzione. Se crediamo veramente che la contraffazione abbia invaso il nostro paese, se pensiamo a tutti i guai che sul piano della salute, dell economia, dei commerci, dei traffici, del made in Italy e così via dicendo, allora, veramente, deve esserci un unica forza capace di farci riflettere ogni sera, anche grazie alla televisione, questa volta da cittadini, in merito a ciò che questo

17 17/20 fenomeno può comportare. In un periodo di crisi come questo, vi assicuro non è facile. Parlo della crisi economica finanziaria, laddove - è inutile nasconderlo - molti cittadini forse sbarcano il lunario anche ricorrendo a questo sistema e a quest economia assurda e folle. GABRIELE CIMADORO. Mi dicono che lei sta facendo un lavoro straordinario in questa città. Questo coinvolgimento della città di Napoli è importantissimo, perché Napoli è la capitale. Tuttavia, Napoli è fatta di paesi intorno che sono grandi come delle città: paesi da , abitanti. Probabilmente, il coinvolgimento più allargato potrebbe anche significare un territorio più vasto e più ampio? ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. L onorevole Formisano, quando parlava di lavorare anche con gli altri comuni, sottolineava questo: onestamente, certi fenomeni finiscono per passare, non dico in secondo ordine, ma per non essere costantemente posti alla ribalta a causa delle criticità che, forse, sollevano e che interessano tali comuni. ANNA TERESA FORMISANO. Coinvolgendo anche l ufficio regionale scolastico! ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Certamente: questo è fondamentale. Senza la scuola non se ne viene fuori. Su questo punto mi impegnerò personalmente, anche perché ci credo molto. La camorra ricava, come ripetuto più volte, radicandosi nei settori meno evidenti: i parcheggi abusivi, la vendita di prodotti contraffatti, il bagarinaggio e tutte queste altre, apparentemente, quisquilie. È qualcosa d impressionante! PRESIDENTE. Siamo tutti indulgenti su questi mercati: si considerano reati minori e quindi meno rischiosi ma, alla fine, più profittevoli per questo motivo. ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Quando mi è capitato, a volte, di dover spendere delle parole, per prima cosa ho coinvolto veramente tutti: anche nel lasciare la macchina in custodia a qualcuno, ci si affida alla camorra. Allora, è inutile poi protestare perché le cose non funzionano: alla fine, ognuno di noi ha un pizzico di responsabilità nei tanti piccoli gesti quotidiani, perché si porta una minima quota nelle tasche della camorra. Purtroppo, sono anni che questo fatto viene constatato e denunciato a Napoli. Rispondo, poi, all onorevole Lulli sulla contiguità tra economia legale ed illegale. Anche questo è un settore sul quale, a Napoli, non ho avuto evidenze che mi

18 18/20 rendano capace, oggi, in modo responsabile, di rispondere sì o no. Chiedo scusa se mi rifaccio, ancora una volta, ad un esperienza fiorentina, ma è l ultima che ho avuto. In un questionario che la Camera di commercio di Firenze distribuì tra le varie categorie di associati, si chiedeva, tra l altro, se si fossero mai denunciate situazioni capaci di preludere alla contraffazione dei loro prodotti. L area fiorentina è innervata di grandi aziende e nessuno, all epoca, aveva mai fatto denunce sotto questo profilo. Fu attribuito a questo silenzio un qualche significato, che però non è mai stato esplorato fino in fondo (anche perché per farlo, ovviamente, si doveva entrare a gamba tesa, con i carabinieri, la Guardia di finanza o chi del caso). In ogni caso, effettivamente, questo è un tema da non accantonare. Sui numeri dell azione, onorevole Ascierto, sui pezzi sequestrati, non so cosa dirle. Non vorrei assumermi o far assumere alle forze dell ordine - forse è più corretto - il merito di un azione, della quale davo anche conto nella relazione, che ha portato i cinesi - ma anche buona parte di chi opera nel mondo della contraffazione - a evitarla nel senso giuridico della parola per porsi, invece, sulla linea della produzione di merci di scarso valore con un made in Italy artefatto. Se questi numeri si riferiscono alla merce contraffatta, come lei mi diceva, probabilmente, qui l azione - che le assicuro essere davvero costante, continua e battente - da parte delle forze di polizia, della Guardia di finanza e dell Agenzia delle dogane in particolare, finisce per toccare, molto spesso - anche se non sono numerati tra i beni appartenenti alla categoria di quelli contraffatti - beni prodotti invece illegalmente e, comunque, non ascrivibili alla categoria giuridica dei beni contraffatti. LUDOVICO VICO. Questo significa che i beni sequestrati sono contabilizzati? ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Non so fino a che punto siano sequestrati, comunque, non sono al livello dei beni sequestrati a Padova (mi auguro, per il motivo che provavo a immaginare). Escluderei che ciò avvenga per debolezza o per scarsa incidenza dell azione delle forze dell ordine, onorevole. PRESIDENTE. Mi scusi, vorrei chiederle una precisazione: i numeri di cui parlavamo e a cui lei faceva cenno, riguardano i sequestri del materiale posto in circolazione - quindi del commercio - o comprendono anche, ad esempio, quelli dei sequestri effettuati nei porti dalle autorità doganali? ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Riguardano esclusivamente i prodotti sequestrati in strada dalla Guardia di finanza.

19 19/20 PRESIDENTE. Non sono, quindi, parametrabili rispetto al ragionamento dell onorevole Ascierto. Abbiamo risolto un inghippo. ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Rispondo alla domanda del presidente Fava, se sul fronte dell abbigliamento, vi sia questa contiguità della criminalità organizzata con l attività imprenditoriale e fino a che punto si sia spinta. Confermo che c è addirittura una forte identità, anche sul fronte della produzione di abbigliamento, tra l attività della criminalità organizzata - della camorra - e di queste imprese, che poi sono state assorbite, finendo per essere elaborate, purtroppo, dalla grande criminalità. Questo accade non solo al momento della produzione ma, come ho provato a dire anche nella relazione, anche nello smercio, sia nei negozi ai quali facevo riferimento all inizio - negozi ordinari -, sia attraverso questi circa 500 extracomunitari che lavorano in città e vendono prodotti abusivi. PRESIDENTE. È anche abbastanza facile individuarli, perché basta uscire dalla stazione e, normalmente, sono lì intorno: la quantità cambia tutti i giorni ma i prodotti no. ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Diciamo che è stata bonificata - il termine può non essere bello - l area del centro, di via Toledo, di Corso Vittorio Emanuele ma c è stato un immediato riposizionamento. PRESIDENTE. È chiaro! ANDREA DE MARTINO, prefetto di Napoli. Anche questa è una partita. Ci sono ogni giorno parlo solo di via Toledo cinquanta uomini della polizia municipale che presidiano il salotto di Napoli, anche con costi di difesa altissimi. PRESIDENTE. Ci siamo avviati alla conclusione. Io, ovviamente, la ringrazio anche a nome dei colleghi per la puntualità con la quale ha risposto ai nostri quesiti e, soprattutto, per l ospitalità che ci ha riservato in questa sede che continueremo a utilizzare per il seguito dei nostri lavori, di quì alla fine di domani. Dichiaro conclusa l audizione. La seduta termina alle

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