Le dispute sulla povertà, sull elemosina, sul soccorso ai poveri, permeavano la società medievale. L arcivescovo di Firenze Antonino, domenicano

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2 Le dispute sulla povertà, sull elemosina, sul soccorso ai poveri, permeavano la società medievale. L arcivescovo di Firenze Antonino, domenicano ( ), affermava che gli ospedali dovevano essere tanti e con specializzazioni diverse: ricovero per viandanti e poveri, luoghi in cui distribuire cibo per gli affamati, ospizi per anziani ed anche orfanotrofi. Veniva sottolineata, quindi, la necessità dell ospedale di specializzarsi in un tipo di accoglienza rivolta ad un tipo di povero. La gestione di questa istituzione poteva essere affidata indifferentemente ad ecclesiastici o laici. Vladimyr Martelli, La povertà tra il medioevo e l inizio dell età moderna: marginalità, inclusione ed esclusione, 2

3 La riflessione dei teologi in quel periodo si incentrava sulla questione, che sarà un leit motiv anche nei secoli successivi, se bisognasse aiutare tutti i poveri indistintamente o solo alcuni. Questo in sostanza portava a distinguere il vero povero, degno di aiuto, dal falso povero da smascherare. L infermo povero o il povero infermo esprimevano una categoria dove l indigenza economica e l emergenza sanitaria non erano ben distinte; essa comprendeva tutti coloro che non erano in grado di far fronte alle crisi di sussistenza ed esistenza. Pertanto, il povero era il malato, l infermo, il bisognoso di aiuto ed anche il ricco che caduto in disgrazia veniva a trovarsi in una situazione di estrema debolezza; la distinzione tra malato e povero era praticamente inesistente e l accoglienza e l assistenza venivano offerte ad entrambi. Attraverso l hospitalitas, che indicava anche una sorta di assistenza sociale, la Chiesa affermava il principio che bisognava accogliere ed ospitare tutti i bisognosi che si riusciva a soccorrere; con la liberalitas (che comprendeva anche l elemosina) bisognava invece procedere ad una distinzione tra chi si soccorreva, privilegiando i veri bisognosi, ossia gli anziani e gli indigenti. Vladimyr Martelli, La povertà tra il medioevo e l inizio dell età moderna: marginalità, inclusione edesclusione, 3

4 Gran parte del pensiero del diciannovesino secolo ha intuito, e qui sta la sua particolare genialità, come in quelle condizioni che alla maggior parte degli illuministi sembravano promettere, per la prima volta nella storia, l emergere dell uomo alla luce della vera libertà e dell ordine razionale, fossero presenti le possibilità di decadenza sociale ed estraniamento individuale. Robert A. Nisbet, La tradizione sociologica, La Nuova Italia 4

5 Con il diffondersi dei modelli di produzione capitalistica e dei relativi valori, in particolare dell'idea di self-help (autosufficienza), si diffuse un atteggiamento negativo che vedeva nell'assistenza un elemento corruttore della fibra morale dell'individuo e nella carità uno sprone alla pigrizia. Di conseguenza le stesse poor laws divennero sempre più restrittive e selettive. La legge del 1834, infatti, non prevedeva più alcun sostentamento a coloro che erano fisicamente in grado di lavorare. 5

6 In questo periodo nacquero anche le prime forme di Società Cooperative (tra i minatori inglesi), non a caso nei luoghi dove era più duro il lavoro e più severe le condizioni di vita. Nella società si formavano quindi movimenti diffusi che aggregavano e organizzavano i lavoratori salariati, i contadini, attorno alle tematiche della loro sopravvivenza (più che del loro benessere), e inevitabilmente nascevano idee e movimenti che mettevano in discussione il sistema sociale ed economico che produceva tali e tante disuguaglianze e sofferenze. Precedute dalle società del Mutuo Soccorso, in Italia solo nel 1870 si formarono delle associazioni operaie che nella loro costituzione si avvicinano molto alle strutture del sindacato moderno come le Camere del Lavoro. Queste associazioni ebbero il nome di Leghe di resistenza e si svilupparono in importanza e numero con il crescere delle imprese industriali in Italia. Si allearono al movimento cooperativistico, si conquistarono con lo sciopero del 1901 il diritto di organizzazione ed ebbero una colorazione politica principalmente socialista. Dopo l'enciclica Rerum Novarum, si svilupparono nelle campagne anche le leghe bianche, di ispirazione cattolica. Il movimento sindacale ad intonazione cattolica, che si ispirava appunto alle tesi della grande enciclica sociale, ebbe una notevole importanza nella formazione della coscienza dei lavoratori cattolici e di tutto il mondo cattolico italiano, (Opera dei congressi, Confederazione Italiana dei Lavoratori). 6

7 Storia Movimento Sindacale: 7

8 Pubblicato il primo dicembre del 1942, con il titolo Social Insurance and Allied Services - Report by Sir William Beveridge, il rapporto ebbe un successo straordinario. La prima premessa consisteva nell affermazione della irrinunciabile esigenza di assicurare sussidi infantili fino a 15 anni; la seconda, nell estensione dei servizi sanitari per la prevenzione e la cura delle malattie e la riabilitazione al lavoro per tutti i facenti parte della comunità; la terza, nella conservazione degli impieghi, ossia nella prevenzione della disoccupazione di massa. Il piano faceva concretamente affidamento su tre diversi istituti: sulle assicurazioni sociali per i bisogni primordiali della vita; sull assistenza nazionale per taluni casi speciali; sull assicurazione volontaria, per accrescere le provvidenze di base. L assicurazione sociale era la principale forma diprotezione e consisteva nel garantire benefici di sussistenza in cambio di contributi obbligatori. La scelta del sistema contributivo veniva spiegata con la storica abitudine del popolo britannico a preferire un beneficio in reciprocità di un contributo versato anziché un sussidio gratuito dallo Stato. Stabilito questo punto, si precisava anche, però, che lo Stato non poteva esimersi dal garantire assistenza diretta ai bisognosi, e cioè a coloro che erano nell impossibilità di contribuire al sistema di assicurazione. E dunque, per questa ragione, l assistenza nazionale diveniva il complemento indispensabile delle assicurazioni sociali. Accanto a queste due forme di assistenza, si riservava poi un posto alla "assicurazione volontaria", e ciò in considerazione del fatto che i redditi reali e le spese differivano fra le varie classi della popolazione, quindi il poter provvedere a una ulteriore forma di assicurazione era qualcosa che rientrava nell ambito della libertà dell individuo. Loreto Di Nucci, Alle origini dello stato sociale nell Italia repubblicana. La ricezione del Piano Beveridge e il dibattito nella Costituente, 8

9 Sin da quando il Welfare State entrò in vigore nel secondo dopoguerra fu sottolineato come esso modificasse in profondità i rapporti tra l individuo e lo Stato. Nell analisi di T.H. Marshall che il sociologo affidò a una serie di lezioni tenute a Cambridge nel 1949 la creazione del Welfare State costituiva il presupposto di una cittadinanza pienamente realizzata. Marshall distingueva, ponendoli in successione storica, tre tipi di diritti: quelli alla base di una piena affermazione della libertà individuale ("libertà personali, di parola, di pensiero e di fede, il diritto di possedere cose in proprietà e di stipulare contratti validi, e il diritto di ottenere giustizia"), che chiamava diritti civili; i diritti politici: "il diritto di partecipare all esercizio del potere politico, come membro di un corpo investito di autorità politica o come elettore dei membri di tale corpo"; e infine i diritti sociali: "l insieme di diritti che va dal diritto a un minimo di benessere economico e alla sicurezza, al diritto a partecipare pienamente al retaggio sociale [social heritage] e a vivere la vita di un essere civile secondo gli standard prevalenti nella società. La piena appartenenza alla comunità ("full membership of the societal community", nelle parole di Marshall ) trovava così il suo compimento nell opportunità di accedere ai servizi e alla rete di sicurezze fornite dal Welfare State. 1) Netto, e totalmente negativo, era il giudizio dell economista piemontese Einaudi in merito all assicurazione contro la disoccupazione. I sussidi alle persone senza lavoro rappresentavano ai suoi occhi uno dei fattori di "pubblico irrigidimento" che avevano reso difficile il sistema della libera concorrenza e stavano portando alla sua rovina. 9

10 Fu reso obbligatorio il prelievo fiscale in parte a carico dei lavoratori e in parte dei datori di lavoro per garantire principalmente servizi sanitari e previdenziali (pensioni). I poveri (i disoccupati) erano iscritti nelle liste dei poveri dei comuni, e da questi assistiti. 10

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12 L ambito territoriale delle USL va dai ai abitanti, e ha comportato la nascita di numerose USL in ogni regione. La riforma non definisce la natura giuridica dell USL, che non rappresenta la nascita di un nuovo Ente Pubblico, ma UNA STRUTTURA OPERATIVA DEI COMUNI. Nel 1992 le USL erano 659; nel 2005 le ASL erano 180. (Giorgetti Raffaella, Legislazione e organizzazione del Servizio Sanitario, Maggioli, 2010) 12

13 Nel 1992 una profonda crisi economica mondiale che in Italia fu anche accompagnata dallo scoppio di Tangentopoli e dalle note vicende del Ministro della Sanità De Lorenzo, portò l allora Governo Amato, a decidere, verso la fine dell anno, sotto l incalzare delle pressioni più disparate e talvolta interessate, una imponente manovra economica che si sostanziò nell approvazione della legge delega 23 ottobre 1992 n. 421 che all art.l prevedeva il riordino della disciplina in materia di sanità. Fu adottato quindi il decreto 30 dicembre 1992 n. 502 che apportò una revisione della legge 833 talmente profonda da essere definita la riforma della riforma. Tale decreto fu adottato dal Governo senza il parere obbligatorio della Conferenza Stato-Regioni, le quali, presentarono ricorso alla Corte Costituzionale per illegittimità contro molti articoli del decreto stesso che negavano formalmente e sostanzialmente alle Regioni i poteri di programmazione ed organizzazione che invece venivano riconosciuti loro dalla Costituzione. La Corte Costituzionale nella sentenza emessa riconobbe molte delle fondamentali ragioni del ricorso per cui il Governo, avvalendosi delle facoltà previste dalla legge delega, ha apportato al suddetto decreto disposizioni correttive ed integrative con il D.lgs n. 517 portando cosi a compimento il processo di riforma nel termine previsto dalla legge delega (31/12/93) 13

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15 Contenuti dei decreti 502 e 517 Livelli uniformi di assistenza: viene confermato l obbligo per le USL di assicurare nel proprio ambito territoriale i livelli uniformi di assistenza individuati dal PSN con la specificazione delle prestazioni da garantire a tutti i cittadini e rapportati al volume delle risorse a disposizione. Il riferimento tra livelli uniformi d assistenza e volume delle risorse disponibili è indotto dalla necessità di mantenere un rapporto di compatibilità tra espansione della domanda e finanziamento, nel quadro di una programmazione finalizzata al possibile anziché all ideale. Per alcuni giuristi ciò potrebbe implicare un affievolimento del diritto assoluto soggettivo alla salute (art. 32 Cost.) ad un interesse legittimo. Aziende ospedaliere: è prevista l aziendalizzazione per gli ospedali di rilievo nazionale e d alta specializzazione in possesso di almeno tre strutture d alta specialità e di un organizzazione di tipo dipartimentale, il riconoscimento della personalità giuridica pubblica in analogia a quanto previsto per le USL. Viene garantita una marcata autonomia anche agli ospedali che non essendo costituiti in azienda, conservano la natura di presidi ospedalieri, con autonomia economico finanziaria e contabilità separata all interno del bilancio delle USL. Gli ospedali costituiti in Azienda ospedaliera devono avere gli stessi organi previsti per I USL ad esclusione delle rappresentanze territoriali:sindaco o conferenza dei sindaci. D.Lgs 502 e sucessive modificazioni 15

16 I servizi sanitari, che l'azienda USL offre, sono diffusi su tutto il territorio attraverso ambulatori, ospedali, consultori, strutture residenziali e semiresidenziali, e l'assistenza domiciliare. Per poter organizzare al meglio le prestazioni, la provincia di Ferrara è stata suddivisa in tre DISTRETTI SANITARI: il Distretto Centro Nord, il Distretto Ovest e il Distretto Sud Est, cui fanno riferimento i diversi Comuni. Infatti, ogni Distretto ha proprie caratteristiche sociali, demografiche ed economiche: per questo motivo possono essere necessari interventi, progetti e attività diverse a seconda dei bisogni della popolazione. Nell'ambito di uno stesso Distretto vengono, inoltre, erogati i servizi sociali svolti dal Comune. 16

17 In questo periodo abbiamo la diffusione degli appalti di servizio, dapprima banditi al massimo ribasso, poi normati con specifiche direttive che obbligano gli enti a definire capitolati di gara con una valutazione sul prezzo ed una valutazione sulla qualità. 17

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