Distribuzioni degli indici di bilancio delle società di capitale del settore manifatturiero cremonese (bilanci anno 2006)

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1 Distribuzioni degli indici di bilancio delle società di capitale del settore manifatturiero cremonese (bilanci anno 2006) Mara Fornaroli Piero Ganugi Marco Marenghi 1

2 Indice 1. Descrizione della banca dati utilizzata 3 2. Il trattamento dei valori anomali con il boxplot 4 3. La batteria dei quozienti 8 4. Analisi delle distribuzioni degli indicatori scelti 32 2

3 1. Descrizione della banca dati utilizzata Le banca dati utilizzata per il Rapporto è costituita dai bilanci d esercizio con chiusura al delle società di capitale attive del settore manifatturiero con Sede nel territorio della provincia di Cremona. L estrazione dei bilanci è possibile presso l Università Cattolica del Sacro Cuore, dato che, il Servizio bibliotecario dell Ateneo è, da diversi anni, abbonato alle banche dati provviste da Bureau van Dijk. ( Bureau van Dijk Edizioni elettroniche Spa fa parte del gruppo multinazionale Bureau van Dijk Electronic Publishing, specializzato nella realizzazione di prodotti contenenti informazioni aziendali a livello nazionale e internazionale. La banca dati in questione viene denominata AIDA (Analisi informatizzata delle aziende) e contiene informazioni finanziarie, anagrafiche e commerciali su circa società di capitale che operano in Italia. Per ciascuna di queste società, AIDA offre: il bilancio dettagliato secondo lo schema della IV direttiva CEE, la serie storica fino a 10 anni, la scheda anagrafica completa di descrizione dell'attività svolta, azionisti, partecipazioni, consiglio d'amministrazione, sindaci, referenze bancarie, le notizie stampa relative agli ultimi 2 anni e il bilancio ottico. AIDA è disponibile su CD-ROM e su Internet con aggiornamento mensile dei dati. La selezione delle società cremonesi appartenenti al solo manifatturiero è possibile mediante l utilizzo del codice ATECO (scaricabile gratuitamente dal sito Istat), dove ciascuna attività economica viene codificata numericamente. Per costruire la matrice dei bilanci del manifatturiero è sufficiente impostare in AIDA la query che permette l estrazione delle società a cui corrisponde un codice ATECO (a 5 cifre) che va da un minimo di a un massimo di Con questo criterio di selezione si estrae da AIDA la matrice dei bilanci in MS Excel dove, in fiancata si trovano i nominativi delle imprese selezionate, e in testata i dati anagrafici di ciascuna società (denominazione, codice ATECO, natura giuridica, codice fiscale, partita iva ecc.) con lo Stato Patrimoniale e il Conto economico. 3

4 Nella seguente tabella si riassumono le caratteristiche principali della banca dati. Nome Fonte Descrizione Data chiusura bianci Testata tabella AIDA Bureau Van Dijk EP Spa Dati anagrafici, Stato patrimoniale e Conto economico delle società di capitale attive, appartenenti al settore manifatturiero, con Sede in provincia di Cremona 31/12/ colonne di cui: 19 con dati anagrafici, 139 con voci di Stato patrimoniale e 69 con voci di Conto economico Fiancata tabella 644 righe (imprese manifatturiere) Una volta ottenuta la matrice dei dati si procede, per ciascuna impresa, al calcolo dei 20 indici di bilancio oggetto del nostro studio. Aggiungendo quindi alla prima matrice estratta i quozienti calcolati, si ottiene una nuova matrice che assume le dimensioni di 644 righe per 247 colonne. 2. Il trattamento dei valori anomali con il boxplot Quando si opera con banche dati di dimensioni rilevanti, come nel nostro caso, spesso può succedere, per motivi legati, ad esempio, alla situazione economico-finanziaria della società, oppure a errori nell immissione dei dati da parte del fornitore di trovarsi di fronte all esistenza di valori anomali (outliers). La presenza di questi outliers complica pesantemente l analisi statistica, sia dal punto di vista della rappresentazione dei dati, sia nel calcolo delle medie e i quartili. L eliminazione di questi valori anomali viene realizzata, nel nostro caso, con una tecnica statistica molto nota chiamata boxplot. Il boxplot non è altro che un grafico schematico dei quartili. Si disegna una vera e propia scatola, i cui estremi sono il 1 e il 3 quartile (Q1 e Q3), tagliata in corrispondenza del 2 quartile, cioè della mediana. In basso e in alto ci sono altre due linee orizzontali. Le righe orizzontali ( i baffi ) vengono poste ad una distanza da Q1 e Q3, pari a 1,5 volte la distanza che c è tra Q3 e Q1 (distanza interquartilica). Quindi i valori che vengono considerati sono quelli compresi nell intervallo: 4

5 [ Q1 1,5* ( Q3 Q1 ) e Q3 + 1,5* ( Q3 Q1 ) ]; il resto dei dati che non rientrano nell intervallo sono i valori anomali e vengono quindi eliminati. Nel nostro caso particolare abbiamo considerato i valori compresi fino a +/-1,5 della distanza intequartilica. Ovviamente se si volesse aumentare il campo di variazione, basta sostituire a 1,5 con un numero più alto e, viceversa, se si volesse diminuire il campo. I valori minimo e massimo dell intervallo sono i nuovi valori del campo di variazione dei dati trasformati dal boxplot. Nella figura seguente vediamo un esempio di boxplot dove i punti neri al di fuori dei segmenti orizzontali (che sono i nuovi valori di massimo e minimo) sono gli outliers e la scatola rappresenta i dati compresi nella distanza interquartilica (Q3 Q1). D ia g r a m m a b o x p lo t Come esempio, nelle due figure successive, rappresentiamo l indice ROI prima e dopo l eliminazione dei valori anomali. 5

6 Figura A. Distribuzione, medie e quartili dell indice ROI considerando tutti i valori della distribuzione ,80% 6,27% 4,10% 6,84% 10,23% 1,36% 11,66% 6

7 Figura B. Distribuzione, medie e quartili dell indice ROI dopo l eliminazione dei valori anomali con il boxplot. Come si nota dal grafico, l assenza di 69 valori anomali migliora notevolmente la distribuzione ,75% 6,70% 4,10% 7,41% 10,40% 0,36% 6,03% 7

8 3. La batteria dei quozienti La batteria di quozienti che abbiamo analizzato è formata dai seguenti 4 gruppi : 1) Indici economici 2) Indici di produttività 3) Indici patrimoniali 4) Indici finanziari Il lavoro, realizzato in modo complessivo sui bilanci a disposizione, è stato svolto riclassificando i prospetti di Stato Patrimoniale secondo il criterio finanziario, distinguendo Attività e Passività per scadenza entro o oltre i 12 mesi, e i prospetti di Conto Economico secondo il criterio del Valore Aggiunto. Per gli indici economici si sono scelti i seguenti coefficienti : ROE ( Redditività del capitale proprio ) = Reddito netto / Capitale Proprio.100, dove per Capitale proprio s intende il Capitale sociale +tutte le Riserve ROI ( Tasso di redditività del capitale investito ) =Ro / Totale Impieghi.100, dove Ro è il Reddito operativo, noto anche come Margine Operativo Netto ( M.O.N ) e il totale Impieghi rappresenta il Totale delle Attività di Stato Patrimoniale rielaborato. ROD (Return on Debt )= oneri finanziari / Ct.100 dove Ct è il Capitale di terzi o di debito calcolato come somma tra Debiti a breve e Debiti a medio-lungo termine MOL / Rv ( Margine operativo lordo/ Ricavi di vendita ).100 ROS =Ro /Ricavi di vendita.100 Rotazione degli impieghi = Ricavi di vendita/ Totale Impieghi Rotazione dell attivo circolante = Ricavi di vendita / Attivo circolante (nell attivo circolante si comprendono le disponibilità liquide, finanziarie e le rimanenze di magazzino ) Tasso di incidenza della gestione non caratteristica = Reddito netto /Reddito operativo.100 Tasso di copertura degli oneri finanziari = MOL/ Oneri finanziari 8

9 Per gli indici di produttività : Produttività del capitale investito =Valore aggiunto / Totale Impieghi. 100 Per gli indici Patrimoniali : Grado di rigidità degli impieghi = Immobilizzazioni / Totale Impieghi. 100, dove nella voce Immobilizzazioni è compreso tutto l attivo immobilizzato cioè la somma tra le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie Grado di elasticità degli impieghi = Attivo circolante / Totale Impieghi.100 Grado di incidenza del Capitale proprio = Capitale proprio / Totale Impieghi. 100 Grado di capitalizzazione = Capitale proprio /Capitale di debito dove il Capitale di debito è il Capitale di terzi ( cioè la somma tra i Debiti a breve scadenza e i Debiti a Medio lunga scadenza ) Debiti / Totale Impieghi dove i Debiti sono presi così come indicato nella lettera D dello Stato Patrimoniale Per gli indici finanziari : Leverage = Totale Impieghi/ Capitale proprio Indice di Copertura globale degli Immobilizzi = Capitale permanente / Totale Immobilizzi, dove per Capitale Permanente s intende la somma del Capitale proprio e dei Debiti a media-lunga scadenza Indice di Disponibilità = Attivo Circolante / Debiti a breve Indice di Liquidità secondaria =Somma di Disponibilità finanziarie e liquide / Debiti a breve Cash flow / Totale Impieghi (il Cash flow è stato inteso come somma tra utile, ammortamenti e accantonamenti ai Fondi Svalutazione ) 9

10 1. INDICI ECONOMICI 1.1 R.O.E. = Utile / Capitale proprio (%) 500 0,6% 6,20% 1,40% 8,56% 16,60% 2,11% 14,55% ISTOGRAMMA Densità relativa

11 ROE: ISTOGRAMMA E CURVA KERNEL Densità relativa

12 ROE: SOLO CURVA KERNEL

13 1.2 R.O.I. = M.O.N. / Totale degli impieghi (%) 575 3,75% 6,70% 4,10% 7,41% 10,40% 0,36% 6,03%

14 1.3 R.O.D. 1 = Oneri finanziari / Capitale di debito (%) 644 1,15% 2,50% 2,90% 2,64% 3,80% 0,03% 1,82% questo indice risulta sottostimato rispetto ai dati medi economici perché al denominatore è stato considerato tutto il capitale di terzi, comprendendovi quindi anche i Fondi rischi e oneri, Debiti tributari, Risconti passivi, ecc. 14

15 1.4 M.O.L. / Ricavi delle vendite (%) 592 5,05% 8,10% 6,00% 9,05% 12,45% 0,36% 6,03%

16 1.5 R.O.S. = M.O.N. / Ricavi delle vendite (%) 584 3,25% 6,10% 5,76% 6,80% 9,90% 0,29% 5,41%

17 1.6 Rotazione degli impieghi = Ricavi delle vendite / Totale impieghi 617 0,85 1,15 1,17 1,18 1,49 0,24 0,

18 1.7 Ricavi delle vendite / Attivo circolante 555 2,63 4,55 2,55 5,77 7,04 20,49 4,

19 1.8 Incidenza gestione non caratteristica = Utile / M.O.N. (%) 551 3,10% 19,90% 4,78% 22,95% 43,65% 8,66% 29,43%

20 1.9 M.O.L. / Oneri finanziari 538 2,19 4,17 2,18 7,48 9,56 85,98 9,

21 2. INDICI DI PRODUTTIVITA 2.1 Produttività del Capitale investito = Valore aggiunto / Totale impieghi (%) ,75% 29,10% 24,75% 31,97% 43,00% 3,42% 18,49%

22 3. INDICI PATRIMONIALI 3.1 Grado di ridigità = Immobilizzazioni nette / Totale impieghi (%) 636 9,40% 20,95% 7,00% 24,63% 36,75% 3,40% 18,44%

23 3.2 Grado di elasticità = Attivo circolante / Totale impieghi (%) ,95% 76,65% 91,53% 73,09% 88,75% 3,59% 18,94%

24 3.3 Incidenza del capitale proprio = Capitale proprio / Totale impieghi (%) 628 6,60% 13,35% 8,90% 18,23% 27,45% 2,25% 14,99%

25 3.4 Grado di capitalizzazione = Capitale proprio / Capitale di debito 581 0,073 0,152 0,152 0,250 0,347 0,062 0,

26 3.5 Debiti 3 / Totale impieghi (%) ,65% 75,80% 83,00% 71,54% 87,40% 4,39% 20,96% corrisponde alla lettera D dello Stato patrimoniale 26

27 4. INDICI FINANZIARI 4.1 Leverage = Totale impieghi / Capitale proprio 565 3,16 6,14 2,75 8,04 11,02 38,81 6,

28 4.2 Copertura globale delle immobilizzazioni = Cap. permanente / Immobilizz. nette 570 0,608 1,044 0,930 1,322 1,743 0,928 0,

29 4.3 Indice di disponibilità = Attivo circolante / Debiti a breve 604 0,183 0,374 0,200 0,425 0,613 0,095 0,

30 4.4 Indice di liquidità secondaria = (Disp. finanziarie + Disp. liquide) / Debiti a breve 611 0,012 0,145 0,012 0,317 0,559 0,137 0,

31 4.5 Cash flow 2 / Totale impieghi (%) 593 2,10% 4,20% 2,85% 5,05% 7,80% 0,23% 4,82% per praticità di calcolo si intende in senso lato uguale alla somma tra Utile, ammortamenti e accantonamenti ai Fondi svalutazione. 31

32 4. Analisi delle distribuzioni degli indicatori scelti Indici economici Il primo indice analizzato è stato il ROE ( redditività del capitale proprio ). Il valore mediano dell indice, che documenta in misura sintetica il rendimento dei mezzi conferiti dal proprietario o dai soci, si assesta su livelli più che accettabili, 6,2%, in linea con le distribuzioni dell indice secondo gli ultimi dati Mediobanca sulle medie imprese. Questo dato, unitamente ai dati delle aziende che si trovano nel terzo-quarto quartile, che hanno un indice maggiore, ci documenta che la redditività aziendale per il 75% delle 500 aziende studiate è soddisfacente e quindi esiste un differenziale positivo tra il ROE stesso e il rendimento medio dei Titoli di Stato a media- lunga scadenza, da interpretare come premio al rischio imprenditoriale. Solo le aziende facenti parte del primo quartile hanno un valore dell indice molto basso o negativo. Lo stesso discorso va fatto per il ROI ( redditività degli investimenti ). Il dato nazionale per le PMI è leggermente più alto ma in ogni caso confrontando questo indice con il costo medio del denaro la situazione è positiva e ci dice che il rendimento degli investimenti realizzati è mediamente superiore al costo del capitale ottenuto per effettuarli, con effetti quindi positivi sulla redditività aziendale rappresentata dall indice ROE. Solo per un 25% delle aziende rappresentate nel 1^quartile il ROI è piuttosto basso ( minore o uguale a 3, 75 % ). Il ROD, come è stato detto nella nota, risulta sottostimato perché nel capitale di terzi è stato messo tutto il passivo, quindi anche i debiti tributari, Fondi rischi e oneri, i debiti vs fornitori ecc.. I due indicatori sulla redditività delle vendite ( MOL/Rv e ROS ) documentano che mediamente le aziende cremonesi hanno alti costi operativi : il 75% delle 584 aziende studiate ha visto assorbire dai propri ricavi tipici di vendita un 94% di costi imputabili alla gestione caratteristica. La rotazione degli impieghi e in particolare la rotazione dell attivo circolante hanno valori soddisfacenti. In particolare ricordando la relazione : ROI = ROS x Rotazione degli Impieghi - che dice che la redditività del capitale investito è funzione dell utile netto realizzato sul fatturato e del numero delle volte che il capitale ruota nel periodo considerato per effetto dei ricavi di vendita stessi - possiamo mediamente attribuire i livelli discreti dell indice ROI alla rotazione dell attivo circolante, nel senso che le aziende riescono a compensare gli alti costi operativi con un buon turnover dell attivo circolante ( nelle scorte, nei crediti commerciali..) che è nell anno intorno al valore mediano 4,5. 32

33 L incidenza della gestione non caratteristica è come spesso accade, visto il peso del indebitamento e dell area fiscale, minore di 1 : ci documenta che gli oneri extracaratteristici inerenti alle gestioni finanziaria, atipica, straordinaria e fiscale erodono il reddito operativo. Il tasso di copertura degli oneri finanziari ottenuto dal rapporto MOL su oneri finanziari mostra come la ricchezza lorda creata dalle società di capitali si rileva ampiamente in grado di coprire il costo dell indebitamento ( mediana 4,17, valore vicino al dato nazionale ) Indici finanziari -patrimoniali Emerge un notevole indebitamento L indice leverage ai valori mediani si asseta sul 6,14 con il 3 quartile che arriva all 11, 2. Questi dati sono confermati dalla scarsa incidenza del capitale proprio sul totale degli impieghi, 13,35 % ( contro il dato nazionale delle medie imprese superiore al 40% ), dal grado di capitalizzazione delle aziende ( valore mediano 15,25 % ) che documentano una sottocapitalizzazione delle imprese analizzate e un pesante ricorso al capitale di terzi. Anche il totale Debiti ( lettera D dello Stato patrimoniale civilistico ) sul totale attivo conferma quanto detto, Altri indici finanziari con valori a rischio per il 75 % delle aziende studiate sono l indice di disponibilità o di liquidità corrente ( attivo a breve / passivo corrente ) inferiore a 1 fino al 3^ quartile e l indice di liquidità secondaria anch esso inferiore a 1 fino al 3^ quartile. Le aziende hanno perciò scarsità di liquidità o di mezzi prontamente liquidabili per assolvere gli impegni di pagamento di breve periodo. Per quanto riguarda l indice di copertura globale degli immobilizzi essendo in valore mediano posizionato sull 1 abbiamo una situazione di equilibrio patrimoniale. La situazione delle aziende con indice inferiore a 1, in particolare quelle appartenenti al 1^ quartile ( valore dell indice fino a 0,608 ) è da tenere sotto controllo, in quanto queste aziende hanno finanziato l attivo immobilizzato ricorrendo anche alle passività correnti e quindi non è rispettata la correlazione temporale rispetto alle scadenze tra gli impieghi e le fonti di finanziamento. A livello patrimoniale si nota inoltre che gli immobilizzi hanno per le aziende studiate un peso non preponderante : fino al 3 ^quartile abbiamo un peso del 36,75% degli investimenti in capitale fisso sul totale degli impieghi. La struttura delle aziende cremonesi studiate è quindi elastica e ciò consentirebbe alle aziende di adattarsi facilmente ai mutamenti delle condizioni di mercato o operative. Nell ambito della produttività la distribuzione dell indicatore studiato produttività del capitale investito espresso dal Valore aggiunto sul totale degli impieghi ci documenta una situazione media di efficienza ; mediana 29,10, 3^ quartile fino al 43%, dati simili ai valori nazionali di riferimento 33

34 Inoltre scorrendo la matrice dei dati si è notato che una buona quota del Valore Aggiunto totale prodotto in territorio cremonese è concentrato su un numero ridotto di aziende di dimensioni maggiori, il che potrebbe portare conseguenze economiche e sociali nel caso di un eventuale chiusura o trasferimento delle stesse unità altrove. 34

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