La regolazione dell ansia nelle psicoterapie esplorative e nella psicoterapia autogena
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1 E.C.A.A.T. European Committe For The Analytically Oriented Advanced Autogenic Training 4 CONVEGNO L ansia nella Psicoterapia Autogena e nelle Psicoterapie Dinamiche Brevi di ultima generazione PADOVA 28 Novembre 2009 La regolazione dell ansia nelle psicoterapie esplorative e nella psicoterapia autogena Roberto Baruzzo Psicologo psicoterapeuta CISSPAT Padova e Didatta ECAAT Università Sisf-Isre Venezia Mestre 1. L ansia onnicomprensiva Nella esperienza delle persone i sintomi fisici, cognitivi, emotivi possono esprimere tipi d ansia diversi: Ansia esistenziale: che senso ha la mia vita? Cosa farò della mia vita? Ansia psichiatrica: persecutoria, fobica, sociale, di separazione, di fusione, di castrazione, da prestazione, ecc. Ansia quotidiana: come affrontare la giornata, come affrontare gli altri, una situazione difficile; Ansia legata ad una prestazione specifica: una gara sportiva, un impegno lavorativo particolare, una malattia, un esame, il parto. 2. Il significato dell ansia Oltre a rappresentare una reazione universale, primitiva, aspecifica (uguali sintomi per cause diverse), in alcuni contesti arriva ad assumere modalità autoinibitorie. Riferendosi a queste ultime situazioni, Freud (1925) la definì un segnale di pericolo dato dall Io, che a sua volta reagisce producendo i sintomi, creati per sottrarre l Io dalla situazione di pericolo. I sintomi hanno valore difensivo per evitare la condizione di angoscia, vissuta in situazioni e contesti diversi e spesso associata alla madre di tutti i traumi (O. Rank), cioè la nascita. Il ruolo originario degli affetti inibitori per l evoluzione era quello di autoregolazione e autocontrollo, ma nella patologia tali sentimenti e le relative rappresentazioni mentali si sono intensificati al di là della funzione adattiva di controllo e finiscono per esercitare un certo grado di inibizione, sabotaggio, o, in casi estremi, attacco punitivo al Sé. Ciò è talvolta determinato dall inadeguatezza delle cure infantili e talvolta da cause ignote. Qualunque sia la causa, quando tali emozioni che inibiscono o attaccano il Sé sono innaturalmente esagerate, esse costituiscono una fonte primaria di comportamenti difensivi e quindi una delle cause principali di psicopatologia delle relazioni. (McCullough Vaillant, 1997) 1
2 Nei casi di ansia inconscia (somatizzazioni) occorre favorire nella persona una sempre maggiore consapevolezza dell esperienza fisica della propria ansia ed arrivare così ad aumentare la tolleranza ad essa. È un processo però che richiede tempi adeguati alla persona, perciò a volte lenti. Quando l Io non è in grado di tollerare l ansia (alterazioni ideative) occorre rallentare l avvicinamento delle emozioni conflittuali inconsce a causa della fragilità dell Io, che va rinforzato. 3. Regolare l ansia La quota di emozioni inibitorie di pertinenza della psicoterapia è dunque quella innaturalmente esagerata L ansia, insieme al dolore emotivo, al senso di colpa e alla vergogna o ad altre emozioni utilizzate in funzione inibitoria segnala insomma la presenza di sentimenti, impulsi, desideri, che vengono sentiti come pericolosi e che per tale motivo sono diventati in tutto o in parte inconsci. Le difese hanno il compito di tenere lontani dalla coscienza i sentimenti conflittuali (Osimo, 2001). Le Psicoterapie dinamiche a breve termine - STDP (Es.: Psicoterapia Autogena, STAPP, PBD-E) hanno elaborato tecniche per rispondere all esigenza di regolare l ansia e di conseguenza favorire una esperienza emotiva correttiva (Alexander) dei conflitti sottostanti. Ma nel qui e ora della seduta è essenziale che il livello dell ansia sia sopportabile e non schiacciante (McCullough Vaillant, 1997). L essenza del concetto di regolazione dell ansia risiede nel non limitarsi a far emergere dall inconscio materiale ansiogeno, ma aiutare anche il paziente ad affrontare l ansia che gliene deriva (Osimo, 2001), mediante la consapevolezza che favorisce un senso alla propria ansia. La regolazione dell ansia diviene dunque una attività fondamentale del processo terapeutico (Malan e Osimo, 1993 e Osimo 2001) con lo scopo di ridurre la quota di ansia che eccede la capacità del paziente i tollerarla e copre le altre emozioni. Si tratta di: monitorare costantemente il livello dell ansia, identificare i modi in cui avviene l esperienza dell ansia, esplorare i vissuti, pensieri e rappresentazioni mentali collegati all esperienza dell ansia, mantenerne il livello sopportabile, favorire la consapevolezza del collegamento tra ansia e sentimenti conflittuali inconsci, aumentare la capacità di fronteggiamento, aiutare a vedere l ansia come normale emozione umana. Per un efficace intervento terapeutico è fondamentale procedere ad una attenta valutazione preliminare della forza dell Io del paziente, cioè della capacità di organizzare e tollerare l ansia suscitata dai conflitti della sua struttura di personalità, cioè del livello di maturità e di efficacia della difese della incisività e velocità che è possibile e desiderabile imprimere al processo terapeutico delle caratteristiche personali del terapeuta (carattere, esperienza, condizioni psico-fisiche, padronanza delle tecniche ). Ulteriore elemento fondamentale per la regolazione dell ansia è la realizzazione di una relazione terapeutica sicura. La relazione terapeutica è il centro di interesse prioritario delle Psicoterapie esplorative. Le Psicoterapie esplorative comprendono percorsi di terapia intensiva finalizzata ad una esplorazione accurata del presente di vita del paziente, comprensibile mediante i significati attribuiti agli eventi passati, in cui diventano sempre più possibili dei cambiamenti duraturi. 2
3 Fondamentale in questo percorso è lo spirito di ricerca condiviso sia dal terapeuta sia dal paziente in una interazione empatica. 4. Le Psicoterapie esplorative Centrali sono il coinvolgimento e la trasparenza sempre maggiori, promuovendo significativamente l esplorazione del presente: valori, motivazioni, obiettivi. Il terapeuta si mette sulla scena insieme al paziente per esplorare il dramma che si manifesta a partire dall esperienza e dai problemi del paziente. Le due soggettività sono in interazione. La vita si vive con le persone: la terapia non fa eccezione. Teorici molto diversi (Sullivan, Winnicott, Stone, Bowlby, Rogers, Klein, Kohut) hanno ritenuto necessario rivedere l approccio limitante che derivava dagli scritti di Freud. Sostenere che i terapeuti sono più coinvolti, più partecipi, più sulla scena implica rischi noti: l intrusività, la dipendenza, l interferenza con la disponibilità ad esplorare. I principi delle Psicoterapie esplorative, basate sulla ricerca e sulla ispirazione, derivano dalla ricerca sui neonati e sui bambini molto piccoli (J. D. Lichtenberg, Psicoanalisi e sistemi motivazionali, Raffaello Cortina, Milano, 1995) La diade terapeuta-paziente nel trattamento esplorativo si muove su due binari comunicativi paralleli uno scambio verbale e una spinta all enactment (messa in atto). Dato che ogni comunicazione implica vari livelli di verbalizzazione e di azione, i terapeuti non possono non essere coinvolti. Dalla comunicazione che condividono terapeuta e paziente creano un processo dinamico che emana tra loro, un ambito intersoggettivo che emerge dalla loro esperienza di collaborazione. L ascolto empatico del terapeuta aiuta ad esplorare la soggettività e le motivazioni del paziente. L introspezione del terapeuta rivela la propria soggettività e le proprie motivazioni a se stesso. 5. La relazione terapeutica nelle Psicoterapie esplorative È fondamentale l atmosfera di presenza e di condivisione emotiva tra terapeuta e paziente. In questo modo il terapeuta viene percepito dal paziente come un forte alleato, e questo valore supportivo accresce la tolleranza all ansia. Di fronte all ansia del paziente la relazione terapeutica assume lo scopo di dare sostegno, di far sentire che può contare su un appoggio, che ha un riferimento, che non è solo. La componente supportiva della relazione terapeutica tende a ridurre l ansia fino alla soglia di tolleranza che il paziente ha in quel momento. Una delle regole fondamentali delle psicoterapie esplorative è creare una relazione empatica, che permetta una autentica conoscenza della persona. I pazienti desiderano essere conosciuti non come una collezione di psicopatologie, ma per le persone che sono: motivazioni passate e presenti, intenzioni, sentimenti, atteggiamenti, progetti, obiettivi, conquiste, fallimenti, valori, amori, odi e qualche indefinibile scintilla di luce al di là di tutto questo. Sono questi gli elementi che vanno scoperti ed esplorati perché un paziente si senta conosciuto (Lichtenberg, 2008). I terapeuti ottengono queste importantissime informazioni essenzialmente orientando la propria posizione di ascolto e ponendola all interno della prospettiva e dello stato mentale del paziente. L ascolto empatico è centrale alla ricerca che il terapeuta deve fare per ottenere una conoscenza essenziale del mondo interno del paziente. L ascolto empatico da parte dei terapeuti fornisce ai pazienti un modello per percepire le proprie motivazioni problematiche, più profondamente e con meno paura (Lichtenberg, 2008). 3
4 Il raffronto tra azione terapeutica e la relazione con le figure primarie significative consente di cogliere meglio l importanza dell intervento di regolazione dell ansia (Bleichmar, 2008 e Leichtenberg, 1995). L oggetto esterno è in grado di attenuare le angosce generate per causa interna ed esterna, così come intensificarle o addirittura provocarle: la risposta al malessere psicobiologico, alle esigenze pulsionali, alle fantasie terrificanti, al dolore fisico. La mancanza di empatia dei genitori allo stato emotivo del bambino, o la mancanza di empatica del terapeuta nei confronti del paziente, lascia il soggetto in balia di esigenze emotive più forti di lui. La funzione materna di contenimento, chiamata da Bion (1959) rêverie, nelle psicoterapie esplorative si svolge in almeno due fasi: identificazione con ciò che il bambino/paziente sta sperimentando restituzione con trasformazione in qualcosa che ha significato e che libera dallo stato di terrore (es.: spiegazione fisiologica, o trasposizione su un piano simbolico, o confronto con esperienze pregresse, o accompagnamento nel recupero della calma). Anche il concetto di sostegno, elaborato da Winnicott (1960), fa riferimento ad una funzione svolta dall oggetto esterno: quella di placare sia il dolore fisico sia la sofferenza psichica. Winnicott in La distorsione dell Io in rapporto al vero e falso Sé (1960b) parla di due tipi di organizzazione del soggetto (si veda anche Kohut, 1980 e 1986): postula l esistenza di un vero Sé naturale e spontaneo che può essere abortito o deformato ad opera di un ambiente inadeguato. In terapia può essere necessaria una regressione (Winnicott) o una esperienza emotiva correttiva (Alexander) che permetta di riprendere lo sviluppo interrotto dal punto in cui la deformazione ebbe luogo (il difetto fondamentale di Balint, 1968), e di intraprendere un percorso diverso, che porti alla realizzazione di ciò che esisteva in sé come progetto. Per quanto benefica possa divenire la relazione terapeuta-paziente, di per sé non condurrà ai cambiamenti desiderati se non verranno esplorati i valori, le motivazioni e gli obiettivi che compongono il senso di sé di una persona; dall altra parte, le motivazioni e i significati non possono essere esplorati senza il sostegno fondamentale della relazione (J.D. Lichtenberg, 2008). 6. Ansia e Psicoterapia autogena Già negli anni 20 il neurologo tedesco Iohannes Heinrich Schultz (20 giugno settembre 1970), dopo una prima adesione al movimento psicoanalitico, elaborò una teoria (la bionomia), una metodologia (l autogenia) e una serie di tecniche (il Training autogeno e tecniche derivate) che consentissero il recupero di un equilibrio interiore tramite lo stato di calma e una ripresa della realizzazione del progetto interno originario ( piano ), alterato da fattori interni od esterni. Nel metodo autogeno la conoscenza delle leggi della vita va progressivamente conquistata mediante la possibilità di poter attingere ai contenuti e ai processi profondi dell apparato psichico, attraverso ciò che emerge spontaneamente da esso (autogon). Mediante l autodistensione concentrativa è possibile rompere il circolo vizioso dell ansia, prendere consapevolezza delle problematiche e ritrovare l equilibrio interiore, per una nuova realizzazione del proprio progetto personale. Lo sviluppo della propria individualità secondo le leggi della vita è bionomico ; quando si produce una distorsione è abionomico. L ascolto profondo di sé in stato autogeno, l accettazione passiva di quanto emerge spontaneamente, il lasciare che accada, consentono un nuovo contatto con le leggi della vita e con il loro potere di autoregolazione. La Psicoterapia Autogena contribuisce alla regolazione dell ansia, attraverso un normalizzazione delle funzioni somatiche, un alleggerimento dei pensieri disturbanti, una modulazione positiva degli stati 4
5 emotivi, una visione di sé rispondente al proprio progetto esistenziale, una recuperata fiducia e sicurezza interiore. La Psicoterapia Autogena, basata sul modello teorico della Bionomia e con l applicazione delle Tecniche Autogene, permette di monitorare costantemente il livello dell ansia, identificare i modi in cui avviene l esperienza dell ansia, esplorare i vissuti, pensieri e rappresentazioni mentali collegati all esperienza dell ansia, mantenerne sopportabile il livello dell ansia, favorire la consapevolezza del collegamento tra ansia e sentimenti conflittuali inconsci, aumentare la capacità di fronteggiamento dell ansia, aiutare a vedere l ansia come normale emozione umana, che la persona può controllare da se stessa. 7. La Psicoterapia Autogena è una Psicoterapia Esplorativa Alcuni concetti fondamentali possono essere considerati come il punto di incontro tra le Psicoterapie esplorative e la Psicoterapia autogena. L interazione empatica: attraverso l accettazione e l elaborazione dei vissuti in stato autogeno avviene un ascolto empatico e una condivisione dei contenuti emotivi, delle motivazioni e degli obiettivi del paziente. L esplorazione del presente: l attenzione ai vissuti somato-psichici nel qui e ora, che emergono con l applicazione delle tecniche autogene, favorisce nel paziente una ampia esplorazione della propria condizione esistenziale attuale. I cambiamenti duraturi: il ri-equilibrio bionomico, raggiunto con la psicoterapia autogena, facilita la ripresa della realizzazione del personale piano esistenziale, verso una nuova e costante amplificazione dei circoli vitali, a seguito del superamento dei blocchi emotivi. La cornice terapeutica: i tempi, le modalità organizzative, gli aspetti tecnici, gli accordi, le modalità del colloquio, sono in sintonia con l impostazione autogena e l attenzione alla persona nella sua interezza e nella sua condizione esistenziale. Lo spirito di ricerca: lo spirito umanista presente in alcuni grandi autori della tradizione psicoanalitica (Ferenczi, Kohut, Winnicott, Bowlby, Hill) e in altri percorsi della ricerca psicologica, rappresenta una caratteristica essenziale delle psicoterapie esplorative e della psicoterapia autogena, verso una profonda conoscenza dell altro, di sé e del mondo esperienziale emergente che terapeuta e paziente creano insieme. La relazione prima che la tecnica: sia nelle psicoterapie esplorative sia nella psicoterapia autogena, ogni scelta applicativa è solo uno strumento al fine dell esplorazione di sé, della realtà e dei propri progetti esistenziali. Fondamentale è la relazione. La regolazione dell ansia: è la relazione empatica che offre sicurezza al paziente nel percorso di autoconoscenza e di autoconsapevolezza. È la relazione, l incontro tra persone, che favorisce il recupero delle condizioni perché il paziente sia in grado di riconoscere, gestire e superare la sua ansia (equilibrio dei sistemi motivazionali = equilibrio bionomico). In base a queste considerazioni possiamo concludere che I.H. Schultz può essere considerato un precursore delle Psicoterapie Esplorative e che la Psicoterapia Autogena può essere considerata a tutti gli effetti una Psicoterapia Esplorativa. 5
6 Bibliografia I.H. SCHULTZ, Il Training autogeno, voll. 1 e 2, Feltrinelli, Milano, 1993 I.H. SCHULTZ, Psicoterapia bionomica, Masson, Milano 2001 J.D. LICHTENBERG, Mestiere e ispirazione. Guida alle psicoterapie esplorative, Raffaello Cortina, Milano, 2008 J.D. LICHTENBERG - F.M. LACHNANN J.L. FOSSHAGE, Lo scambio clinico, Raffaello Cortina, Milano, 2000 J.D. LICHTENBERG, Psicoanalisi e sistemi motivazionali, Raffaello Cortina, Milano, 1995 H. BLEICHMAR, Psicoterapia psicoanalitica, Astrolabio, Roma, 2008 F. OSIMO, Parole, emozioni e videotape, Franco Angeli, Milano,
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