CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA LOMBARDIA
|
|
- Gianluca Capasso
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA LOMBARDIA RELAZIONE SULLA GESTIONE DEL FONDO SOCIALE EUROPEO E DEI FONDI EUROPEI DESTINATI AL SETTORE AGRICOLO NELLA REGIONE LOMBARDIA (Biennio ) Magistrato Istruttore Gianluca Braghò Relazione al Consiglio Regionale (ai sensi dell art. 3, legge 14 gennaio 1994 n. 20 e dell art. 7 della legge 5 giugno 2003, n. 131)
2
3 RELAZIONE SULLA GESTIONE DEL FONDO SOCIALE EUROPEO E DEI FONDI EUROPEI DESTINATI AL SETTORE AGRICOLO NELLA REGIONE LOMBARDIA (Biennio ) Magistrato Istruttore Gianluca Braghò Relazione al Consiglio Regionale (ai sensi dell art. 3, legge 14 gennaio 1994 n. 20 e dell art. 7 della legge 5 giugno 2003, n. 131)
4 Coordinamento: Maria Grazia Mei Hanno collaborato all elaborazione della relazione: Maria Grazia Mei Giuseppina Saccaro
5 DELIBERAZIONE
6
7
8
9 RELAZIONE SULLA GESTIONE DEL FONDO SOCIALE EUROPEO E DEI FONDI EUROPEI DESTINATI AL SETTORE AGRICOLO NELLA REGIONE LOMBARDIA (Biennio )
10
11 INDICE PREMESSA I Fondi strutturali e la Politica agricola comune (PAC) PARTE PRIMA La struttura e le funzioni del Fondo sociale europeo Il Fondo sociale europeo in Italia nel periodo : invarianza degli obiettivi. Il Fondo come strumento di contrasto alla crisi economica Variazione del quadro normativo di riferimento nel biennio Il programma operativo per il settennio predisposto dalla Regione Lombardia Albo regionale per la formazione...54 Albo regionale per i servizi al lavoro...57 L introduzione del modello di dote e del partenariato: lo stato di attuazione del sistema Iniziative Iniziative Controlli di primo livello Verifiche documentali e ispezioni relative al POR Verifiche documentali e ispezioni relative al POR Organigramma regionale e sistema di gestione e controllo degli interventi cofinanziati dal FSE Gestione dei recuperi e politiche correttive sulle irregolarità Considerazioni conclusive PARTE SECONDA I fondi europei destinati all agricoltura Il fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (FEOGA) FEAGA e FEASR Il Finanziamento della PAC Il quadro normativo di riferimento in materia di fondi agricoli Le verifiche sulla gestione dei fondi agricoli nella Regione Lombardia: FEOGA, FEAGA e FEASR (PAC) Il piano di sviluppo rurale della Regione Lombardia Asse 1: allocazione di bilancio e obiettivi prioritari Asse 2: allocazione in bilancio e obiettivi prioritari...157
12 Asse 3: allocazione in bilancio e obiettivi prioritari Allocazione di bilancio per LEADER Organizzazione regionale in ordine al sistema di gestione e controllo degli interventi attuati con i fondi agricoli L Organismo pagatore della Regione Lombardia (OPR) Stato di attuazione dei programmi operativi La Domanda unica I Centri di Assistenza Agricola L AGEA OPR Servizio Tecnico Il programma di Sviluppo Rurale L Organizzazione Comune dei Mercati Agricoli (OCM) A) OCM Ortofrutta e Fresco B) OCM Vitivinicola B.1) Premio all estirpazione B.2) Il piano di ristrutturazione e di riconversione vigneti (PRRV) OCM Miele OCM Ammasso privato del formaggio Autorizzazione, esecuzione e contabilizzazione dei pagamenti Recuperi dei contributi indebitamente percepiti e contenzioso in atto.180 Livello d informatizzazione delle attività e protezione delle reti di dati.181 Interventi correttivi delle irregolarità e gestione dei recuperi Prevenzione ed emersione delle irregolarità. Il sistema dei controlli nell ambito dell OPR Compensazione Iscrizioni a ruolo. Sospensioni. Sanzioni Fideiussioni Considerazioni conclusive
13 PREMESSA La presente indagine trae origine da una duplice istruttoria in materia di Fondo Sociale Europeo e di Fondi Agricoli, e su tale settore, l approfondimento si è esteso sia sulla rendicontazione della programmazione del Feoga, sia sull istituzione della Politica Agricola Comune (FEAGA e FEASR) per la programmazione La fase istruttoria dell indagine, o se vogliamo di entrambe le indagini, si è protratta nell arco dell anno 2009, seguendo un cronoprogramma dei lavori definito dalla Sezione all inizio dell anno 2009 ed ha visto l attivazione di un canale collaborativo costante con le strutture regionali e con le funzionarie della Sezione preposte al settore. La scelta di redigere una relazione unica è connaturata all opportunità di evidenziare gli aspetti comuni nella gestione dei fondi comunitari e di esaltarne le differenze. La suddivisione dell elaborato ricalca dunque i temi dell approfondimento, con articolazione in una parte prima riguardante il Fondo Sociale Europeo e in una parte seconda inerente i fondi agricoli. Le conclusioni dell indagine sono selettive per ciascuno dei due temi. Lo schema di relazione è stato approvato dal plenum della Sezione nell adunanza del primo dicembre Nel medesimo giorno lo schema di relazione è stato inviato alla regione Lombardia per le eventuali osservazioni e deduzioni. La regione in data 3 dicembre 2009 ha fatto pervenire due articolate memorie che ricalcano la bipartizione della relazione. Il magistrato istruttore ha ritenuto opportuno recepire, laddove possibile, le osservazioni provenienti dall amministrazione, integrando il testo della relazione, in attuazione del principio del contraddittorio. Non rimane che invitarvi alla lettura. 13
14
15 I FONDI STRUTTURALI E LA POLITICA AGRICOLA COMUNE (PAC) I fondi strutturali europei rappresentano il principale strumento finanziario attraverso il quale l Unione Europea persegue la propria politica comunitaria di coesione economica e sociale tra i paesi membri. L Unione Europea, infatti, è attualmente una delle aeree economiche più ricche al mondo ma presenta, nello stesso tempo, forti disparità economiche e sociali tra i suoi 27 Stati membri e ancor più tra le 268 regioni che ne fanno parte: una regione su quattro, infatti, ha un PIL pro-capite inferiore al 75% della media. Per risolvere problemi strutturali di ordine economico e sociale e ridurre il divario tra i livelli di sviluppo socio-economico esistenti tra le varie regioni che la compongono, l UE eroga risorse finanziarie attraverso lo strumento dei fondi strutturali, della banca europea degli investimenti (BEI) e degli altri strumenti finanziari. L allargamento a 27 dell UE ha reso necessario apportare alcune importanti novità sia al funzionamento degli organi comunitari, sia nella gestione delle politiche. Per questo motivo la nuova politica di coesione presenta notevoli novità negli obiettivi, nella programmazione e negli strumenti. In particolare, con la nuova programmazione finanziaria cambiano gli obiettivi da perseguire e i fondi strutturali si riducono da quattro a due. Nel ciclo di programmazione , infatti, i fondi strutturali erano quattro: 1. Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) che contribuiva allo sviluppo e all adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo, nonché alla riconversione economica delle regioni industriali in declino; 2. Il Fondo Sociale Europeo (FSE) che aveva il compito di promuovere iniziative a sostegno dell occupazione su tutto il territorio europeo, finanziando azioni di formazione; 3. Il Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEAOG) che si componeva di due sezioni: la Sezione Orientamento che finanziava azioni di sviluppo rurale e aiuti agli agricoltori delle regioni in ritardo di sviluppo; la Sezione Garanzia che finanziava le organizzazioni comuni di mercato, nonché le misure di sviluppo rurale in altre zone della Comunità Europea; 15
16 4. Lo Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca (SFOP) che si prefiggeva l adeguamento e l ammodernamento delle attrezzature del settore, nonché la diversificazione economica delle zone dipendenti dalla pesca. Gli obiettivi perseguiti erano tre a cui si aggiungevano quattro iniziative comunitarie: Obiettivo 1: promuovere lo sviluppo e l adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo (cioè con un PIL pro-capite inferiore al 75% della media comunitaria). Veniva finanziato dal FESR, dal FSE, dal FEOGA e dallo SFOP; Obiettivo 2: favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali. Veniva finanziato dal FESR, dal FSE e dal FEOGA; Obiettivo 3: favorire l adeguamento e l ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. Veniva finanziato dal FSE; Iniziativa Interreg III:favorire la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. Veniva finanziato dal FESR; Inziativa Leader+: promuovere lo sviluppo rurale attraverso interventi gestiti da gruppi di azione locale (GAL). Veniva finanziato dal FEOGA-G; Iniziativa Equal: adottare nuove strategie di lotta contro la discriminazione e le disuguaglianze di ogni tipo nel mercato del lavoro. Veniva finanziato dal FSE; 16
17 Iniziativa Urban II: promuovere la rivalutazione economica e sociale delle città e delle zone adiacenti alla crisi, nel quadro di uno sviluppo urbano sostenibile. Veniva finanziato dal FESR. Per il periodo , la dotazione finanziaria assegnata alla politica di coesione è stata di 213 miliardi di euro, di cui 195 miliardi ai Fondi strutturali (FESR, FSE, FEAGA e SFOP) e 18 miliardi al Fondo di coesione che ha il compito di assistere gli Stati membri con un reddito nazionale lordo (RNL) pro-capite inferiore al 90% della media comunitaria, a recuperare il proprio ritardo economico e sociale e a stabilizzare la propria economia. Tale importo rappresentava il 35% del bilancio comunitario. Nel ciclo di programmazione i fondi strutturali vengono ridotti da quattro a due: il FESR e il FSE a cui si aggiunge il Fondo di coesione. Il FESR si pone come obiettivo il potenziamento della coesione economica e sociale, riducendo le disparità regionali; Il FSE sostiene le politiche degli Stati membri volte ad applicare la strategia di Lisbona per la crescita e l occupazione; 17
18 Il Fondo di coesione contribuisce al finanziamento degli interventi nel settore dell ambiente e in quello delle reti transeuropee di trasporto nei dieci nuovi Stati membri, nonché in Spagna, Grecia e Portogallo. Lo SFOP non fa più parte integrante dei fondi strutturali e viene costituito un altro fondo indipendente: il Fondo europeo per la Pesca (FEP). Il FEAOG esce dal novero dei fondi strutturali per entrare nel quadro della politica agricola comune, sdoppiandosi in due fondi specifici, indipendenti dai fondi strutturali e rientranti nel bilancio generale dell UE: il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA). Nell ambito del settore agricolo, infatti, per provvedere al finanziamento delle spese connesse alla politica agricola comune, la Commissione Europea, attraverso il Regolamento (CE) n. 290/2005, ha istituito un nuovo quadro giuridico che prevede i due nuovi fondi: 1. Il FEASR che finanzia, unicamente in regime di gestione concorrente, i programmi di sviluppo rurale degli Stati membri; 2. Il FEAGA che finanzia, in regime di gestione concorrente tra gli Stati membri e la Commissione, i pagamenti diretti agli agricoltori e le misure per regolarizzare i mercati agricoli, come gli interventi e le restituzioni all esportazione. Sulla base delle regole che disciplinano la gestione finanziaria della PAC, la Commissione è responsabile della gestione del FEAGA e del FEASR. Di norma, tuttavia, la Commissione non effettua pagamenti diretti ai beneficiari. Conformemente al principio della gestione concorrente, questo compito è delegato agli Stati membri, i quali operano, a loro volta, attraverso 85 organismi pagatori nazionali e regionali. Per poter richiedere l intervento del bilancio comunitario, gli organismi pagatori devono essere stati precedentemente accreditati dagli Stati membri sulla base di una serie di requisiti stabiliti dall Unione Europea. 18
19 Per il periodo la strategia e le risorse della Comunità Europea sono organizzate su tre diversi obiettivi rispetto alla programmazione precedente. In particolare, gli obiettivi introdotti dai regolamenti che definiscono la programmazione dei fondi strutturali per il periodo sono: 1. Convergenza: volto ad accelerare la convergenza economica degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo, migliorando le condizioni di crescita e di occupazione attraverso l aumento della qualità degli investimenti in capitale fisico ed umano, lo sviluppo dell innovazione e della conoscenza, l adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, la tutela e il miglioramento della qualità dell ambiente e l efficienza amministrativa. Viene finanziato dal FESR, dal FSE e dal Fondo di coesione; 2. Competitività regionale e occupazione: destinato alle regioni e agli Stati membri diversi da quelli in ritardo di sviluppo, é volto a rafforzare la competitività, le attrattive e l occupazione delle regioni, anticipando i cambiamenti economici e sociali mediante l incremento ed il miglioramento della qualità degli investimenti nel capitale umano, la promozione dell innovazione, l imprenditorialità, la tutela e il miglioramento dell ambiente, il miglioramento dell adattabilità dei 19
20 lavoratori e delle imprese e lo sviluppo dei mercati del lavoro che favoriscono l inserimento. E finanziato dal FESR e dal FSE; 3. Cooperazione territoriale europea: volto a rafforzare la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale mediante iniziative congiunte locali e regionali, azioni volte allo sviluppo territoriale integrato e lo scambio di esperienze a livello territoriale. Viene finanziato dal FESR. La missione dei vecchi obiettivi viene, quindi, incorporata in quelli nuovi e lo stesso accade per le iniziative. Interrog trova spazio nell obiettivo Cooperazione territoriale europea, Equal e Urban sono integrati negli obiettivi Convergenza e Competitività regionale e occupazione, mentre Leader+ è assorbito nelle politiche di sviluppo rurale, finanziate dal nuovo Feasr, al di fuori della politica di coesione. Nell ambito dell indagine condotta dalla Sezione Regionale di Controllo per la Lombardia per l anno 2009, particolare attenzione viene rivolta al Fondo Sociale Europeo che, al pari degli altri strumenti finanziari della politica di coesione, riveste un ruolo attivo nel piano d azione per la ripresa dell UE adottato dalla Commissione il 29 ottobre I fondi strutturali comunitari, infatti, ed in particolare il Fondo Sociale Europeo, contribuiscono in modo sostanziale a contrastare la crisi economica globale manifestatasi nel 2008, mediante il finanziamento di misure di sostegno pubbliche all occupazione e alla formazione professionale. 20
21 Si deve osservare, quale rilevante novità in materia di gestione sui fondi strutturali per l anno 2009, che gli organi europei, in sinergia con quelli dei singoli Stati membri, hanno aggiunto un nuovo grande obiettivo per le politiche comunitarie gestite attraverso i fondi strutturali: il finanziamento della crescita contro il rallentamento globale dell economia. Si tratta della più significativa testimonianza della solidarietà europea, data dalla concentrazione delle risorse finanziarie in favore delle zone europee meno sviluppate e delle fasce sociali più deboli. Attingendo dai dati ufficiali dell Unione europea, si accerta che nel settennio di riferimento ( ), la politica di coesione investirà la somma di 347 miliardi di euro per spingere il volano della crescita economica e rafforzare l inclusione sociale. Più precisamente, l 82% dell importo complessivo sarà destinato alle regioni dell obiettivo Convergenza, in cui risiede il 35% dell intera popolazione dell Unione europea. Nelle altre regioni, circa 55 miliardi di euro saranno destinati all obiettivo Competitività regionale e occupazione. Un successivo stanziamento di 8,7 miliardi di euro sarà disponibile per la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale a titolo dell obiettivo Cooperazione territoriale europea. Questi tre obiettivi fruiranno del sostegno finanziario di altrettanti fondi: Il FESR, il FSE e il Fondo di coesione. Nel Piano d azione adottato dalla Commissione europea il 29 ottobre 2008, ripreso nella comunicazione per il Consiglio europeo della primavera 2009 (Supporting economic recovery) e nella comunicazione della Commissione agli Stati membri del 18 dicembre 2008, l obiettivo del nuovo approccio gestionale è fornire un flusso di cassa immediato nella fase iniziale di programmazione degli interventi, al fine di agevolare i successivi pagamenti ai soggetti destinatari e ai beneficiari dei progetti approvati. Le linee di azione prevedono, altresì, il corrispondente obbligo per gli Stati membri di rispettare i tassi di co-finanziamento, nazionali e locali, dei progetti approvati, in linea con i parametri stabiliti dai vigenti regolamenti comunitari in materia di fondi strutturali. Con tale dotazione di risorse fino al 2013, si prevede che la politica di coesione possa stimolare la ripresa nel breve periodo, consentendo di porre le basi per una crescita di lungo periodo. Con riguardo ai fondi agricoli che rientrano nell ambito della politica agricola comune, invece, l indagine della Sezione regionale di controllo per la 21
22 Lombardia per l anno 2009 è rivolta principalmente ad accertare la gestione delle irregolarità e delle frodi emerse nell ambito della precedente programmazione comunitaria riferita al periodo , nonché ad analizzare l organizzazione regionale in materia di fondi agricoli alla luce della nuova programmazione A tal riguardo, vengono presi in esame i dati relativi ai fondi europei di garanzia e orientamento (FEAOG-O e FEAOG-G), a cui sono subentrati i nuovi fondi istituiti dal regolamento (CE) n. 1290/2005 (FEAGA e FEASR), attraverso un indagine condotta sulla gestione effettuata dalla Regione Lombardia inerente il recupero delle somme accertate in seguito alle irregolarità riscontrate durante il periodo
23 PARTE PRIMA LA STRUTTURA E LE FUNZIONI DEL FONDO SOCIALE EUROPEO Il Fondo Sociale Europeo è uno dei quattro fondi strutturali dell'unione europea. L obiettivo principale che le istituzioni comunitarie perseguono attraverso questi strumenti finanziari è il raggiungimento della coesione economica dell'unione Europea e la progressiva diminuzione delle diseguaglianze sociali. La precedente relazione della Sezione ha sviluppato le caratteristiche strutturali e funzionali dei fondi europei; tali caratteri sono stabili sin dalla costituzione degli strumenti finanziari e sono indicati negli scopi programmatici che le istituzioni dell Unione Europea perseguono. Il Fondo Sociale Europeo è stato previsto nel Trattato di Roma stipulato nel 1957 ed opera sin dal E un fondo strutturale che interviene in modo diffuso in tutti i Paesi e le Regioni dell Unione Europea. L'obiettivo principale del Fondo è il contrasto alla disoccupazione endemica. Il Fondo Sociale Europeo mira a formare una forza lavoro più competente e preparata a fronteggiare le nuove sfide del mercato e a prevenire la disoccupazione di lunga durata. A questo scopo, contribuisce alla creazione di nuovi e migliori posti di lavoro e allo sviluppo delle competenze dei lavoratori, soprattutto delle fasce deboli e di coloro che incontrano particolari difficoltà nella ricerca di un impiego, nel mantenimento della propria occupazione o nel reinserimento nel mercato del lavoro. Il Fondo Sociale Europeo si dedica alla promozione dell'occupazione nell'unione Europea, coadiuvando gli Stati membri a preparare al meglio la forza lavoro e le aziende di fronte alle nuove sfide portate dalla globalizzazione dell economia. I finanziamenti del Fondo sono destinati in particolare a Stati membri e regioni in cui lo sviluppo economico è più arretrato. Il Fondo, in termini macro-economici, si sostanzia in una leva finanziaria cardine della strategia europea per la crescita e l'occupazione, la cui finalità è migliorare la vita dei cittadini comunitari offrendo loro accresciute competenze e maggiori opportunità di lavoro. 23
24 Le regole che disciplinano la gestione operativa ed i livelli di governo che hanno il compito di distribuire le risorse disponibili sono ricompresi in un sistema integrato di decisioni a livello sovrannazionale, nazionale, regionale, locale. Il modello delle risorse economiche contempla la necessaria cooperazione del singolo destinatario della misura di sostegno. In questo contesto, la strategia per l'occupazione riunisce gli Stati membri in uno sforzo comune rivolto al potenziamento della capacità europea di creare posti di lavoro di qualità e di fornire ai cittadini le competenze per poterli occupare. La linea strategica e l ammontare delle risorse del Fondo Sociale Europeo sono stabiliti congiuntamente da Stati membri, Parlamento europeo e Commissione europea. Su questi pilastri, in collaborazione con la Commissione, gli Stati membri definiscono programmi operativi di durata settennale (P.O.R.). Tali programmi vengono poi attuati tramite un ampio ventaglio di organizzazioni attive nel settore pubblico o privato, tra le quali troviamo autorità nazionali, regionali e locali, enti di istruzione e formazione, organizzazioni non governative e terzo settore, sindacati e parti sociali, associazioni di categoria e singole aziende, fino alle persone fisiche. La Commissione europea ha specificato gli obiettivi dell'azione dei fondi strutturali: sviluppare e adeguare strutturalmente le regioni europee il cui sviluppo è in ritardo; contrastare la disoccupazione strutturale ed agevolare l'inserimento professionale dei giovani e l'integrazione delle persone minacciate di esclusione dal mercato del lavoro; riconvertire le aree incise dal declino industriale; promuovere le pari opportunità fra i sessi nel mercato del lavoro; agevolare l'adattamento dei lavoratori ai mutamenti industriali e all'evoluzione dei sistemi di produzione; promuovere lo sviluppo rurale, accelerando l'adeguamento delle strutture agrarie, nell'ambito delle riforme della politica agricola comune e facilitando lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle zone rurali; sviluppare economicamente le regioni europee con una densità di popolazione estremamente bassa. 24
25 I finanziamenti derivanti dal Fondo sono disponibili tramite gli Stati membri e le regioni. Il fondo non finanzia i progetti direttamente dagli organi dell Unione Europea. Ciascuno Stato membro o regione concorda, insieme alla Commissione europea, un programma operativo per ottenere i finanziamenti durante il periodo I programmi operativi definiscono le priorità di intervento del Fondo e gli obiettivi. I partecipanti ai progetti del fondo strutturale possono essere di vario tipo: amministrazioni pubbliche, organizzazioni non governative e terzo settore, parti sociali attive nei campi dell'occupazione e dell'assistenza sociale, imprese e altri soggetti interessati. I potenziali partecipanti alle azioni del Fondo devono contattare l'autorità incaricata della gestione del fondo nel proprio Paese. Il Fondo Sociale Europeo si basa sui principi del cofinanziamento e della gestione condivisa. Cofinanziamento significa che il sostegno economico dell'unione Europea è sempre fornito in concomitanza a una forma di finanziamento nazionale pubblico o privato. Il livello di intervento comunitario dipende dalla situazione esistente. A seconda dei fattori socio-economici che entrano in gioco, infatti, il cofinanziamento può variare fra il 50% e l'85% del costo totale degli interventi. Gestione condivisa significa, invece, che le linee guida per le azioni del fondo strutturale sono definite a livello europeo, mentre la loro attuazione viene demandata alle competenti autorità nazionali o regionali in ciascuno Stato membro. Tali autorità definiscono i programmi operativi e in seguito selezionano e monitorano i progetti. In termini amministrativi e di contabilità pubblica, la programmazione e la gestione dei progetti finanziati con il Fondo Sociale Europeo si risolve in una forma di co-amministrazione e di partenariato fra le varie istituzioni europee, nazionali e locali, sino a giungere al destinatario finale dell erogazione. Il finanziamento del Fondo Sociale Europeo è distinto in due macro obiettivi: 1. Obiettivo Convergenza. Include tutte le regioni UE con un prodotto interno lordo (PIL) pro capite inferiore al 75% della media comunitaria. I paesi e le regioni ammissibili all'obiettivo di convergenza riceveranno più dell'80% dei finanziamenti UE. 25
26 2. Obiettivo Competitività regionale e occupazione. Include tutte le regioni UE non ammissibili all'obiettivo di convergenza. In tutta l'unione, nell'ambito di entrambi gli obiettivi, il fondo strutturale sosterrà quattro aree d intervento: 1) Implementare l'adattabilità dei lavoratori e delle imprese; 2) Migliorare l'accesso all'occupazione e l'inserimento nel mercato del lavoro; 3) Promuovere partenariati per le riforme nei settori dell'occupazione e dell'integrazione; 4) Potenziare l'inclusione sociale contrastando ogni forma di discriminazione e promuovendo l'integrazione delle persone svantaggiate nel mondo del lavoro. Nelle Regioni e negli Stati membri meno sviluppati che rientrano nell'obiettivo Convergenza, il Fondo sosterrà gli sforzi volti ad espandere gli investimenti nel capitale umano, migliorando in particolare i sistemi di istruzione e formazione e nel contempo tenderà a valorizzare le azioni mirate al rafforzamento della capacità istituzionale e dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni a livello nazionale, regionale e locale. Il livello dei finanziamenti del fondo differisce da regione a regione in base alla ricchezza prodotta. Le regioni europee sono divise in quattro categorie in base al PIL regionale pro capite messo a confronto con la media dell Unione Europea. L'obiettivo Convergenza per il settennio in corso contempla: regioni di convergenza con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-25; regioni ad esclusione graduale o phasing-out con un PIL pro capite maggiore del 75% della media UE-25, ma inferiore al 75% della media UE-15. L'obiettivo Competitività regionale e occupazione prevede: regioni ad immissione graduale o phasing-in con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-15 nel periodo , ma maggiore del 75% della media UE-15 nel periodo ; regioni di competitività e occupazione: tutte le regioni che non rientrano nel phasing-in. 26
27 Fonte: Commissione europea 27
28
29 IL FONDO SOCIALE EUROPEO IN ITALIA NEL PERIODO : INVARIANZA DEGLI OBIETTIVI. IL FONDO COME STRUMENTO DI CONTRASTO ALLA CRISI ECONOMICA Nell ottica di perfezionamento del fondo strutturale ed allo scopo di aumentare la flessibilità del lavoro e la competitività delle aziende, l Italia sta adottando un approccio programmatico di lungo periodo volto a stimolare progetti di crescita dell occupazione, concentrandosi sull integrazione dei sistemi di istruzione e formazione con il mondo del lavoro e assicurando un ausilio supplementare ai gruppi e alle regioni più vulnerabili. Nonostante un periodo di crescita ridotta del PIL precedente al 2005, sino ad un decremento di circa il 4,8% nel 2008, l occupazione in Italia è aumentata sino all anno precedente di oltre il 5% nell ultimo decennio, raggiungendo il 58,4% nel Il risultato è riconducibile sia a un incremento delle attività nelle regioni del Centro-Nord sia a un decremento generale della disoccupazione a livello nazionale, passata da oltre l 11% nel 1995 a meno del 7% nel 2006, al di sotto della media comunitaria. Tuttavia, i livelli occupazionali complessivi sono ancora lontani dalla media dell Unione europea e dagli obiettivi di Lisbona, soprattutto se prendiamo in esame le donne (con un tasso del 46,3% nel 2006) e le persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni (con un tasso del 32,5% nel 2006). Tuttavia, i dati aggiornati devono tener conto della recente crisi economica, trasferita dal sistema finanziario all economia reale, che ha prodotto una progressiva perdita occupazionale in tutti i settori produttivi del Paese. Il massiccio ricorso al sistema degli ammortizzatori sociali approntato dalla legislazione emergenziale (assegni di sostegno al reddito per il lavoratori in mobilità, provvidenze per i lavoratori precari e Cassa integrazione guadagni straordinaria) è indicativo della generale riduzione dell occupazione per il biennio Si calcola che l utilizzo della C.I.G. per l anno 2009 è, allo stato attuale, superiore di circa il 598% rispetto al medesimo periodo dell anno La contrazione della produzione ha generato un ondata lunga di disoccupazione strutturale difficilmente riassorbibile nel breve periodo. Il Paese mostra nell ultimo biennio pericolosi segni di recessione economica, di azzeramento della crescita del PIL unitamente ad una persistente inflazione strisciante. I dati dell ultimo trimestre dell esercizio finanziario 2009, 29
30 hanno indicato un incremento del PIL pari allo 0,8%, unico segno positivo dopo ben cinque rilevazioni trimestrali con segno negativo. La recessione si somma all invasione dello spazio commerciale europeo di prodotti provenienti dalla Cina e dall India. Le nostre imprese nei settori tradizionali di punta della nostra economia (trasformazione e manifatturiero), per struttura e sistemi giuridico-economici, non riescono a sostenere la competizione dei prezzi e la concorrenza cinese e tendono a delocalizzare gli opifici industriali, trasferendo sedi e attrezzature all estero, in tal modo impoverendo distretti industriali di grande tradizione. Le disparità regionali sono tuttora fra le più alte a livello comunitario. I livelli di occupazione e attività restano ancorati in una situazione di stagnazione al Sud, soprattutto fra le donne e i lavoratori non più giovani, e si coniugano a un ascesa del sommerso. È particolarmente preoccupante il fatto che i tassi di disoccupazione in queste aree siano in parte imputabili a un incremento delle persone, soprattutto donne, che perdono le speranze e smettono di cercare lavoro. A ciò si aggiunga che in molte aree del Sud del Paese il mercato del lavoro è in mano alla criminalità organizzata e che il mercato sommerso nelle aree meno sviluppate si avvicina ad oltre un quarto della produzione reale. Nel periodo , l Italia metterà in campo 24 programmi operativi (P.O.), comprendenti 19 P.O. regionali, 2 P.O. distinti per le province autonome di Trento e Bolzano e 3 P.O. che abbracciano tutte le regioni rientranti nell obiettivo Competitività regionale e occupazione (P.O. Azioni di sistema ) e nell obiettivo Convergenza (P.O. Competenze per lo sviluppo e Governance e azioni di sistema ). Questi programmi aiuteranno le aziende e i lavoratori italiani a prepararsi alle trasformazioni del mercato puntando sulla produttività, sulla flessibilità e sulla competitività. Un maggior numero di programmi di formazione e certificazione, associati a iniziative finalizzate a ridurre l abbandono scolastico, assicurerà la sostenibilità dei progressi compiuti. Il tutto sarà sostenuto da una maggiore innovazione e da partenariati fra università, aziende private ed enti pubblici. I programmi operativi si conformano ai principi di pari opportunità, di uguaglianza di non discriminazione, di favor per le fasce deboli del mercato del lavoro, di integrazione dei lavoratori immigrati da aree extracomunitarie, di tutela dei prestatori di lavoro dagli infortuni funzionali. Inoltre, ci si impegnerà ad 30
31 incrementare la coerenza delle politiche economiche e occupazionali e ad incentivare la mobilità regionale e professionale. Da ultimo, il monitoraggio e la valutazione regolari spianeranno la strada a una maggiore trasparenza e armonizzazione dei progetti. I finanziamenti del Fondo strutturale sono destinati verso cinque funzioni prioritarie: Adattabilità, Occupabilità, Inclusione sociale, Capitale umano, Transnazionalità e Interregionalità. Le regioni di convergenza beneficiano di assistenza supplementare nell ambito di una priorità separata intitolata Capacità istituzionale. E prevista anche una settima priorità definita Assistenza tecnica che garantisce il supporto tecnologico e tecnico all attuazione delle precedenti priorità. Nell ambito della programmazione nazionale e regionale per il biennio le funzioni prioritarie e gli obiettivi dichiarati sono orientati al contenimento della crisi occupazionale e al recupero della disoccupazione derivante dal decremento produttivo. Priorità 1: Adattabilità Aumentare la competitività delle imprese preparando al cambiamento, incentivando le nuove attività e sostenendo la capitalizzazione delle piccole e medie imprese nella competizione globalizzata. Stimolare processi di formazione professionale continua, migliorando nel contempo la qualità e l organizzazione del lavoro. Incoraggiare la mobilità interprofessionale e ultraregionale. Priorità 2: Occupabilità Garantire la flessibilità e la sicurezza del mercato del lavoro, mirando gli interventi a sostegno di immigrati e delle donne. Implementare le forme di partenariato nazionale e locale tra soggetti pubblici e privati in attuazione del principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale. Contenere il lavoro sommerso tramite specifiche misure sanzionatorie e ripristinatorie. Priorità 3: Inclusione sociale Elidere gli impedimenti all accesso al mercato del lavoro in favore delle fasce sociali deboli tramite l attuazione di percorsi personalizzati al lavoro. Contrastare la discriminazione sul posto di lavoro, anche basandosi su progetti precedenti finalizzati alla promozione delle pari opportunità (come ad esempio, Equal ). 31
32 Priorità 4: Capitale umano Implementare la qualità e l integrazione dei sistemi di istruzione e formazione professionale. Perfezionare metodologie di certificazione e di valutazione per gli operatori che offrono istruzione e formazione professionale, al fine di aumentare il livello qualitativo dell offerta formativa. Favorire con strumenti finanziari e progetti mirati la ricerca, la formazione post universitaria ed i percorsi di alta specializzazione, puntando alla creazione di centri d eccellenza, in modo tale da soddisfare la domanda di personale qualificato proveniente dalle imprese tecnologiche. Contenere il fenomeno dell abbandono scolastico mediante misure ad hoc. Priorità 5: Transnazionalità e interregionalità Mettere a confronto e scambiare le buone pratiche nelle politiche dell occupazione (Politiche di Benchmarking). Favorire la realizzazione di progetti integrati transnazionali e interregionali. Priorità 6: Capacità istituzionale (solo per le regioni di convergenza) Implementare l efficienza, l efficacia e l economicità delle amministrazioni locali. Migliorare la resa dei servizi pubblici mediante processi di formazione professionale continua dei dirigenti e dei funzionari pubblici. Priorità 7: Assistenza tecnica Migliorare l assistenza tecnica e tecnologica per l attuazione dei macro obiettivi e delle priorità. Regioni ammissibili per il periodo Per quel che concerne il novero delle regioni ammesse ai benefici del Fondo Sociale Europeo, la quota dei finanziamenti muta da regione a regione a seconda della loro ricchezza relativa. Con un PIL pro capite inferiore al 75% della media dell UE-25, Sicilia, Calabria, Puglia e Campania sono ammissibili nell ambito dell obiettivo Convergenza. La Basilicata è una regione in uscita graduale o phasing-out con un PIL pro capite superiore al 75% della media UE, ma inferiore al 75% della media dell UE
33 La Sardegna è una regione ad entrata graduale o phasing-in con un PIL pro capite inferiore al 75% della media dell UE-15 nel periodo , ma superiore nel periodo Tutte le altre regioni hanno un PIL pro capite superiore al 75% della media dell UE-25 e sono ammissibili nell ambito dell obiettivo Competitività regionale e occupazione. Fonte: Commissione Europea 33
34 Piano finanziario per l Italia in Milioni di euro, settennio Asse prioritario Finanziamento comunitario Controparte nazionale Totale Finanziamento Adattabilità Occupabilità Inclusione sociale Capitale umano Transnazionalità e interregionalità Capacità istituzionale Assistenza tecnica Totale Fonte: Commissione Europea Il piano operativo sul FSE attuato dalla regione Lombardia è maturato in un contesto di andamento delle variabili economiche, a livello locale e nazionale, relativamente positivo (biennio ). Il quadro è mutato radicalmente a partire dalla seconda metà del Al fine di arginare la crisi economica, in sede di conferenza Stato-Regioni, con l accordo del 12 febbraio 2009, e con l avallo della Commissione Europea, è stato deciso a livello nazionale che parte rilevante delle risorse assegnate al FSE siano utilizzate immediatamente per finanziare progetti di sostegno all occupazione e ai lavoratori colpiti dalla crisi, mediante interventi di politica sociale volte alla riqualificazione professionale e al perseguimento di percorsi formativi più qualificati. Con l accordo attuativo Governo-Regioni e Province autonome del 26 febbraio 2009, sono stati stabiliti gli importi dei fondi per lo schema finanziario pluriennale, suddiviso in risorse nazionali per milioni di euro, contributi regionali pari a complessivi 2.202,9 milioni di euro, di cui 2.145,6 milioni di euro cofinanziati dal FSE, in risorse integrative a carico del Governo per 447,1 milioni di euro. Si tratta di uno sforzo economico di rilevanti proporzioni, atteso il vincolo di destinazione delle risorse rese disponibili per contrastare gli effetti negativi sull occupazione derivanti dalla crisi industriale in atto. 34
35 Gli accordi hanno anche previsto un monitoraggio periodico dello stato di attuazione degli interventi anticrisi cofinanziati con il FSE, nonché la neutralizzazione ai fini del calcolo del Patto di stabilità regionale, delle maggiori spese correnti realizzate con la quota di finanziamento dei fondi strutturali per le misure anticrisi (c.d. nettizzazione dei fondi comunitari ai sensi dell art. 2 comma 42 della legge finanziaria 22 dicembre 2008, n. 203). In data 16 aprile 2009, è stato siglato l accordo di programma fra il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali e la regione Lombardia, al fine di dare esecuzione ai patti assunti in sede europea e in seno alla Conferenza Stato Regioni del 12 febbraio 2009 aventi ad oggetto l utilizzo dei fondi FSE per fronteggiare la crisi occupazionale. L accordo è finalizzato ad individuare le risorse finanziarie a valere sui fondi nazionali per la concessione, in deroga alla vigente normativa di trattamenti di cassa integrazione guadagni, di mobilità e di disoccupazione, di ulteriori finanziamenti prelevati sulle risorse POR-FSE per la realizzazione di politiche attive a favore dei lavoratori interessati. Nell ambito della prima ripartizione di risorse vengono destinati 70 milioni di euro a valere sui fondi nazionali per il sostegno del reddito dei lavoratori derivante dai trattamenti economici della crisi (C.I.G. ordinaria e straordinaria, mobilità, disoccupazione). La ripartizione delle risorse opera secondo il seguente schema. A valere sui fondi nazionali viene imputata l intera contribuzione figurativa e il 70% del sostegno al reddito spettante al lavoratore interessato secondo la vigente normativa applicabile agli ammortizzatori sociali. Tale trattamento economico è integrato da un contributo connesso alla partecipazione di politica attiva del lavoro in misura pari al 30% del sostegno al reddito. Il predetto contributo viene posto a carico del P.O.R. FSE Regione Lombardia , la quale può stipulare, senza oneri aggiuntivi, apposita convenzione con l INPS per regolare l erogazione del contributo posto a proprio carico, previo trasferimento da parte della Regione delle risorse necessarie all INPS medesimo. L accordo di programma prevede altresì un monitoraggio costante della spesa, nel limite complessivo dei 70 milioni di euro stanziati, nonché della valutazione dei risultati. 35
36 L operatività dell intervento gravante sul P.O.R. FSE per la quota contributiva del 30% è sottoposta al vaglio tecnico della Commissione europea, in ordine ai dettagli delle modalità di attuazione dei principi già condivisi dalla Commissione stessa. 36
37 VARIAZIONE DEL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO NEL BIENNIO Nella relazione per l anno 2007, presentata alla regione Lombardia il 15 dicembre 2008 ed approvata con delibera della Sezione Regionale di Controllo n. 270/2008, si è compiuta una ricognizione ragionata delle fonti normative a completamento dell istruttoria sulla gestione del Fondo Sociale Europeo. E opportuno in questa sede fornire contezza sulle principali variazioni ed evoluzioni normative intercorse nel biennio , pur mantenendo ferma l indicazione del quadro d insieme. Le modifiche normative intervenute sono segnalate nel testo con i caratteri in grassetto. E notorio che la materia dei fondi strutturali dell Unione europea sia regolata da un compendio di fonti normative di diversa derivazione. In primo luogo, si annovera il Trattato istitutivo di Roma del La materia è poi stata disciplinata dalle fonti primarie del diritto comunitario derivato dai Trattati ed in particolare dai regolamenti del Consiglio, del Parlamento Europeo e della Commissione che hanno portata generale e sono obbligatori in tutti gli enunciati normativi. Nel novero di queste fonti si indicano: Regolamento (CE Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio del 25 giugno 2002 che stabilisce il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 248 del ); Rettifica del regolamento (CE Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio del 25 giugno 2002 che stabilisce il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee (Gazzetta Ufficiale dell'unione europea L 25 del 30 gennaio 2003); Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo al Fondo sociale europeo e recante abrogazione del regolamento (CE) n. 1784/1999 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 210 del 31 luglio 2006); 37
38 Regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo a un G.E.C.T. o Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 210 del 31 luglio 2006); Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 210 del 31 luglio 2006); Rettifica del Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 239 del 1 settembre 2006); Rettifica del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 145 del 7 giugno 2007); Regolamento (CE) n. 1084/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, che istituisce un Fondo di coesione e abroga il regolamento (CE) n. 1164/94 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 210 del 31 luglio 2006); Regolamento (CE) n. 1989/2006 del Consiglio del 21 dicembre 2006 che modifica l'allegato III del regolamento (CE) n. 1083/2006 recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 411 del 30 dicembre 2006); Rettifica del regolamento (CE) n. 1989/2006 del Consiglio, del 21 dicembre 2006, che modifica l'allegato III del regolamento (CE) n. 1083/2006 recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento (CE) n. 1260/1999 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 27 del 2 febbraio 2007); Regolamento (CE, Euratom) n. 1995/2006 del Consiglio, del 13 dicembre 2006, recante modifica del regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002, che stabilisce il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle 38
39 Comunità europee (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 390 del ); Rettifica del regolamento (CE, Euratom) n. 1995/2006 del Consiglio, del 13 dicembre 2006, recante modifica del regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002, che stabilisce il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee (Gazzetta ufficiale L febbraio 2008); Regolamento (CE) n.438/2001 della Commissione del 2 marzo 2001 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio per quanto concerne i sistemi di gestione e di controllo dei contributi concessi nell'ambito dei fondi strutturali (Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee L 63/21 del 3 marzo 2001); Regolamento (CE) n. 1828/2006 della Commissione dell'8 dicembre 2006 che stabilisce modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 371 del 27 dicembre 2006); Rettifica del regolamento (CE) n. 1828/2006 della Commissione, dell'8 dicembre 2006, che stabilisce modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 45 del 15/02/2007); Regolamento (CE) n. 1341/2008 del Consiglio del 18 dicembre 2008 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell Unione Europea del 24 dicembre 2008). Tale atto normativo modifica il regolamento CE n.1083/2006 sul FESR, sul FSE e sul Fondo di Coesione, per quanto riguarda alcuni progetti generatori di entrate. In altri termini, è stata apportata una variazione legislativa in chiave di semplificazione della procedura amministrativa che regola i meccanismi generatori di entrata, per le operazioni cofinanziate con i fondi strutturali, limitando le procedure più complesse alle operazioni il cui costo complessivo è superiore ad un milione di euro. La semplificazione è 39
40 attuata con effetto retroattivo a tutti gli interventi effettuati nel periodo di programmazione settennale ; Regolamento CE) n. 284/2009 del Consiglio del 7 aprile 2009 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell Unione Europea dell 8 aprile 2009), recante disposizioni generali sul FESR, sul FSE e sul Fondo di Coesione, per quanto riguarda alcune disposizioni relative alla gestione finanziaria. Con tale atto normativo è stato modificato in parte qua il regolamento CE n. 1083/2006 (artt. 44, 46, 56, 78, 82), al fine di contrastare la crisi senza precedenti che colpisce i mercati finanziari, rafforzando la possibilità per la Banca europea degli investimenti (BEI) e per il relativo Fondo (FEI) di aiutare gli Stati membri nell attuazione dei P.O.R.; Regolamento (CE) n. 396/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 6 maggio 2009 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell Unione Europea del 21 maggio 2009). Si deve evidenziare che a seguito della crisi economica le istituzioni comunitarie hanno inteso modificare il regolamento (CE) n. 1081/2006 per estendere i tipi di costi ammissibili a un contributo del Fondo Sociale Europeo. Recependo le raccomandazioni della Corte dei conti europea contenute nella relazione annuale per il 2007, le autorità legislative comunitarie hanno rivisto la concezione dei futuri programmi di spesa, prendendo in debita considerazione la semplificazione della base di calcolo delle spese ammissibili e il maggiore ricorso a pagamenti di somme forfettarie o a pagamenti sulla base di costi fisi in luogo del rimborso delle spese effettive. Le norme in tema di ammissibilità delle spese sono generalmente stabilite a livello nazionale, ad eccezione del FESR e del FSE. L applicazione della nuova disciplina è retroattiva alla data di entrata in vigore del regolamento n. 1081/2006 (primo agosto 2006) e dunque le nuove norme si estendono anche alle procedure di rimborso non ancora estinte per la programmazione operativa Per le sovvenzioni del Fondo Sociale Europeo che ottengono un rimborso basato sul risultato, le ulteriori forme di costi ammissibili, in aggiunta a quelle già previste, sono le somme forfettarie e i costi fissi basati su tabelle standard di costi unitari. L art. 11, par. 3, del regolamento (CE) n. 1081/2006 è modificato di conseguenza. 40
41 Inoltre, la materia è regolata da alcune decisioni della Commissione europea. Le decisioni sono atti normativi dotati di efficacia vincolante nei confronti dei destinatari espressamente designati o precisamente identificabili quali gli Stati membri o le persone fisiche o giuridiche appartenenti all Unione Europea. Non hanno dunque portata generale come i regolamenti o le direttive. Per quanto concerne i fondi strutturali si evidenziano: Decisione della Commissione n def. del 4 agosto 2006 che fissa una ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti d impegno a titolo dell'obiettivo "Competitività regionale e occupazione" per il periodo 2007/13 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 243 del 06/09/06); Decisione della Commissione n def. del 4 agosto 2006 che fissa una ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno a titolo dell'obiettivo "Cooperazione territoriale europea" per il periodo 2007/13 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 247 del 09/09/06); Rettifica Decisione n.3473 del 4 agosto 2006 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 109 del 26/04/07); Decisione della Commissione n def. del 4 agosto 2006 che fissa una ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno a titolo dell'obiettivo "Convergenza" per il periodo 2007/13 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 243 del 06/09/06); Decisione della Commissione n def. del 4 agosto 2006 che fissa l'elenco delle regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei Fondi strutturali nell'ambito dell'obiettivo "Convergenza" per il periodo 2007/13 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 243 del 06/09/06); Decisione della Commissione n def. del 4 agosto 2006 che fissa l'elenco delle regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei Fondi strutturali a titolo transitorio e specifico nell'ambito dell'obiettivo "Competitività regionale e occupazione" per il periodo 2007/13 (Gazzetta ufficiale dell'unione europea L 243 del 06/09/06); Decisione della Commissione n. 2006/769/CE, del 31 ottobre 2006, che stabilisce l'elenco delle regioni e delle zone ammissibili ad un finanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale nel quadro degli aspetti transfrontalieri e transnazionali dell'obiettivo cooperazione territoriale 41
Allegato alla DGR n. del
Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)
DettagliRUOLO DELLA PROVINCIA PER IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI ALL IMPIEGO - IL MODELLO LOMBARDO L ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI LECCO
RUOLO DELLA PROVINCIA PER IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI ALL IMPIEGO - IL MODELLO LOMBARDO L ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI LECCO La rete degli operatori - L.R. 22/2006 Il sistema regionale è composto da
DettagliLA NUOVA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2007-2013
LA NUOVA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2007-2013 1. La riforma della politica di coesione La riforma dei Fondi Strutturali della Politica di Coesione della Unione Europea per il settennio 2007 2013, disegnata
DettagliLA COESIONE ECONOMICA, SOCIALE E TERRITORIALE DELL UNIONE EUROPEA
LA COESIONE ECONOMICA, SOCIALE E TERRITORIALE DELL UNIONE EUROPEA Quale obiettivo si prefigge l Unione europea nel rafforzare la sua coesione economica, sociale e territoriale? L Unione europea sviluppa
DettagliProgramma Hercule II
Programma Hercule II L esperienza italiana nella lotta contro le frodi U.E. a supporto della prevenzione e del contrasto svolti dalle competenti Autorità bulgare per la protezione degli interessi finanziari
DettagliMONITORAGGIO INTERVENTI COMUNITARI PROGRAMMAZIONE 2007/2013 OBIETTIVO COMPETITIVITA
MONITORAGGIO INTERVENTI COMUNITARI PROGRAMMAZIONE 2007/2013 OBIETTIVO COMPETITIVITA Attuazione finanziaria, situazione al 31 dicembre 2013 Sistema Nazionale di Monitoraggio del Quadro Strategico Nazionale
DettagliFINANZIAMENTI EUROPEI STEP I
Seminario FINANZIAMENTI EUROPEI STEP I FONDI EUROPEI E REGIONALI: Cenni, terminologie, accesso, processi e aree di interesse Dott. Nicola Lalli - Arch. M. Barucco Vicenza Sede Ordine OAPPC 16.09.2014 16,30-19,30
DettagliPOLITICA DI COESIONE 2014-2020
INVESTIMENTO TERRITORIALE INTEGRATO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A dicembre 2013, il Consiglio dell Unione europea ha formalmente adottato le nuove normative e le leggi che regolano il ciclo successivo
DettagliConsiglio Regionale della Toscana
Consiglio Regionale della Toscana PROPOSTA DI LEGGE n. 35 Istituzione del Servizio civile regionale D iniziativa della Giunta Regionale Agosto 2005 1 Allegato A Istituzione del servizio civile regionale
Dettagli5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato
5. IL PIANO FINANZIARIO 5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato La predisposizione del piano finanziario per il POR della Basilicata è stata effettuata sulla
DettagliLa politica di sviluppo rurale e il PSR 2007-2013 della Lombardia
La politica di sviluppo rurale e il PSR 2007-2013 della Lombardia Roberto Pretolani Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale Università degli Studi di Milano La politica
DettagliSTRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI 2014-2020
STRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI 2014-2020 Verso un utilizzo più strategico imparando dall esperienza maturata Roberto D Auria Mario Guido Gruppo di lavoro Competitività Roma, 28 ottobre 2013 L esperienza
DettagliREGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte.
REGIONE PIEMONTE Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. (B.U. 16 aprile 2015, n. 15) Il Consiglio regionale ha approvato IL PRESIDENTE
DettagliCorso Tecnico di redazione di progetti Europei
Corso Tecnico di redazione di progetti Europei Politiche, programmi, bandi Dovrebbe essere innanzitutto chiaro che le risorse finanziarie messe a disposizione dal bilancio europeo attraverso i bandi servono
DettagliCOMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA
COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1
DettagliA cura di Giorgio Mezzasalma
GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma
DettagliUNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA
PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2014-2019 STRATEGIA 5.8 PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE AVVISO PUBBLICO MANIFESTAZIONE DI INTERESSE FINALIZZATA ALL'ACQUISIZIONE DI PROPOSTE PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI
DettagliMinistero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca
INTESA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA e LA REGIONE LOMBARDIA VISTI - gli artt. 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle Regioni competenze esclusive in materia di
DettagliProvincia di Pisa PROVINCIA DI PISA
PROVINCIA DI PISA Avviso per la concessione di incentivi alle imprese che assumono soggetti in mobilità, a valere sul POR Toscana OB.2 competitività regionale e occupazione 2007-2013 PROVINCIA DI PISA
DettagliBANDO LAVORO & INCLUSIONE SOCIALE Favorire l inserimento lavorativo, in forma stabile e qualificata, di persone emarginate e svantaggiate
BANDO LAVORO & INCLUSIONE SOCIALE Favorire l inserimento lavorativo, in forma stabile e qualificata, di persone emarginate e svantaggiate Il contesto L emarginazione sociale è un fenomeno che affligge
DettagliArt. 1 Definizioni. Art. 2 Finalità. Art. 3 Costituzione Fondo Regionale. Art. 4 Durata. Art. 5 Beneficiari del Fondo. Art. 6 Iniziative ammissibili
REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL FONDO REGIONALE DI GARANZIA Art. 1 Definizioni Art. 2 Finalità Art. 3 Costituzione Fondo Regionale Art. 4 Durata Art. 5 Beneficiari del Fondo Art. 6 Iniziative ammissibili
DettagliLEGISLAZIONE SU RICERCA E INNOVAZIONE. VENETO Legge Regionale n.3 del 28/1/1997
LEGISLAZIONE SU RICERCA E INNOVAZIONE VENETO Legge Regionale n.3 del 28/1/1997 Anno legislazione:1997 Oggetto legislazione: promozione della diffusione di strumenti, metodologie e sistemi finalizzati a
DettagliDIREZIONE GENERALE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI
REGIONE TOSCANA DIREZIONE GENERALE POLITICHE AMBIENTALI, ENERGIA E CAMBIAMENTI CLIMATICI SETTORE ENERGIA, TUTELA DELLA QUALITA' DELL'ARIA E DALL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO E ACUSTICO Il Dirigente Responsabile:
DettagliCONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta
DettagliIncontro del Tavolo nazionale Isfol- Associazioni datoriali Pro.P. Isfol, 20 giugno 2013
Incontro del Tavolo nazionale Isfol- Associazioni datoriali Pro.P. Isfol, 20 giugno 2013 1 L interesse europeo Negli ultimi anni, l interesse della Commissione europea per l inclusione sociale è cresciuto
DettagliPOI ENERGIE RINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO 2007-2013 (POI)
POI ENERGIE RINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO 2007-2013 (POI) Avanzamento Attività Organismo Intermedio Ministero dello Sviluppo Economico Direzione generale per gli incentivi alle imprese D.G.I.A.I Linee
DettagliTURISMO, BRAMBILLA: "400 ML PER I CONTRATTI DI SVILUPPO, PER LA PRIMA VOLTA SOSTEGNO CONCRETO DEL GOVERNO A INVESTIMENTI NEL TURISMO"
TURISMO, BRAMBILLA: "400 ML PER I CONTRATTI DI SVILUPPO, PER LA PRIMA VOLTA SOSTEGNO CONCRETO DEL GOVERNO A INVESTIMENTI NEL TURISMO" "Per la prima volta in Italia, il governo dispone un concreto e significativo
DettagliPOLITICA DI COESIONE 2014-2020
SVILUPPO LOCALE DI TIPO PARTECIPATIVO POLITICA DI COESIONE 2014-2020 A ottobre 2011, la Commissione europea ha adottato alcune proposte legislative per la politica di coesione 2014-2020 La presente scheda
DettagliREGIONE PIEMONTE DIREZIONE REGIONALE COMPETITIVITA DEL SISTEMA REGIONALE POR FESR 2007/2013
REGIONE PIEMONTE DIREZIONE REGIONALE COMPETITIVITA DEL SISTEMA REGIONALE POR FESR 2007/2013 COMITATO DI SORVEGLIANZA 11 GIUGNO 2015 Presentazione del RAE al 31 dicembre 2014 ASPETTI PRINCIPALI DEL RAE
DettagliLEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO
LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO Norme per il diritto al lavoro delle persone disabili in attuazione della legge 12 marzo 1999, n. 68 e istituzione servizio integrazione lavorativa
DettagliDELIBERAZIONE N X / 4526 Seduta del 10/12/2015
DELIBERAZIONE N X / 4526 Seduta del 10/12/2015 Presidente ROBERTO MARONI Assessori regionali FABRIZIO SALA Vice Presidente VALENTINA APREA VIVIANA BECCALOSSI SIMONA BORDONALI FRANCESCA BRIANZA CRISTINA
DettagliChi può richiedere il Voucher Formativo?
COS E IL VOUCHER? Il Voucher è un buono che permette al beneficiario di disporre di un finanziamento pubblico, per accedere a corsi di alta formazione indicati e disciplinati nell apposito catalogo interregionale
DettagliGOVERNANCE. Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013. crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA
Programma operativo NazioNale GOVERNANCE e assistenza tecnica Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013 crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA Una premessa
DettagliART A. Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali
ART A Agenzia Regionale Toscana Erogazioni Agricoltura (L.R. 19 novembre 1999, n. 60) Settore Sostegno allo Sviluppo Rurale e Interventi Strutturali Decreto n. 1186 del 10/06/2015 Oggetto: Reg. CE n. 1308/2013
DettagliDECRETI PRESIDENZIALI
DECRETI PRESIDENZIALI DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24 luglio 2014. Ripartizione delle risorse relative al «Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità» 2013-2014
DettagliLegge accesso disabili agli strumenti informatici
Legge accesso disabili agli strumenti informatici da Newsletter Giuridica: Numero 81-26 gennaio 2004 Pubblicata sulla Gazzetta la Legge in materia di accesso dei disabili agli strumenti informatici, approvata
DettagliCod. Fisc. e Part. IVA, iscritta all albo di cui all articolo 13 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, in persona In qualità di
SCHEMA DI CONVENZIONE per la regolamentazione della gestione ed erogazione delle agevolazioni in abbuono interessi in favore degli imprenditori del settore agricolo beneficiari degli aiuti previsti dalla
DettagliRegione Umbria DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. 6638 DEL 16/09/2015
Regione Umbria Giunta Regionale DIREZIONE REGIONALE PROGRAMMAZIONE, INNOVAZIONE E COMPETITIVITA' DELL'UMBRIA Servizio Politiche per il credito e internazionalizzazione delle imprese DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE
DettagliAvviso n. 3/ 2008 Sostegno alla presentazione dei piani formativi sul Conto Formazione delle imprese aderenti di dimensioni minori
Avviso n. 3/ 2008 Sostegno alla presentazione dei piani formativi sul Conto Formazione delle imprese aderenti di dimensioni minori Avviso n. 3/2008 1 1 Finalità Il Fondo paritetico interprofessionale Fondimpresa
DettagliGestione del rischio
FORUM INTERNAZIONALE DELL AGRICOLTURA E DELL ALIMENTAZIONE POLITICHE EUROPEE SVILUPPO TERRITORIALE MERCATI Gestione del rischio Roberto D Auria Workshop su La nuova Pac - Un analisi dell accordo del 26
DettagliElementi di progettazione europea Le diverse tipologie di finanziamento europeo e le loro caratteristiche
Elementi di progettazione europea Le diverse tipologie di finanziamento europeo e le loro caratteristiche Antonella Buja Coordinatrice Progetto Europa - Europe Direct - Comune di Modena Le diverse tipologie
DettagliNORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI
NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI Art. 1 (Finalità e oggetto della legge) 1. La presente legge, nel rispetto del decreto legislativo 2 febbraio 2006,
DettagliLA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 24 Dicembre 2010, n. 8 Bilancio di previsione della Regione Lazio per l'esercizio 2011;
Oggetto: Percorsi triennali di IeFP Sistema di finanziamento e piano di riparto delle risorse finanziarie da erogare alle Province per l anno scolastico e formativo 2011-2012. LA GIUNTA REGIONALE SU PROPOSTA
DettagliCircolare ABI - Serie Lavoro n. 43-27 maggio 2014
461,25 Circolare ABI - GARANZIA GIOVANI (AS/4090.10.b LL/6040) Protocollo di intesa 15 maggio 2014 tra Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali e ABI per la promozione di azioni per favorire l occupazione
DettagliIl contratto di Rete
18 settembre 2014 Numero 2 Il contratto di Rete Speciale Contratto di Rete Con l art. 3, comma 4 ter, D.L. 5/2009, convertito con modificazioni in L. 33/2009, e successive modifiche e integrazioni, è stato
DettagliBANDO SPORTELLI PER L ASSISTENZA FAMILIARE IN RETE PROGETTI PER IL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI A SPORTELLO
BANDO SPORTELLI PER L ASSISTENZA FAMILIARE IN RETE PROGETTI PER IL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI A SPORTELLO 1. Finalità dell intervento Con il presente bando la Provincia di Varese ha come obiettivo la qualificazione
Dettagli5516 25/06/2014 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO. Identificativo Atto n. 537
5516 25/06/2014 Identificativo Atto n. 537 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO APPROVAZIONE DEGLI AVVISI PER LA FRUIZIONE DELL OFFERTA FORMATIVA DEI PERCORSI DI QUALIFICA TRIENNALI DI ISTRUZIONE
DettagliLA CONFERENZA UNIFICATA
Accordo tra Governo, Regioni ed Enti locali sul documento recante Definizione di standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori con riferimento alle funzioni e ai servizi
DettagliPON FESR AMBIENTI PER L APPRENDIMENTO PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO ANNUALE DI ESECUZIONE - ANNO 2011
PON FESR AMBIENTI PER L APPRENDIMENTO PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO ANNUALE DI ESECUZIONE - ANNO 2011 L avanzamento del PON FESR nel 2011 in sintesi L attuazione del PON FESR mantiene e rafforza gli elementi
DettagliCARTA DEI SERVIZI MEDEA
CARTA DEI SERVIZI MEDEA Indice 1. Introduzione 2. MEDEA e la Carta dei Servizi: chi siamo, obiettivi e finalità 3. I principi fondamentali 4. Standard qualitativi 5. I servizi erogati 6. Validità della
DettagliDECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE. del 12.10.2015
COMMISSIONE EUROPEA Bruxelles, 12.10.2015 C(2015) 7046 final DECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE del 12.10.2015 che approva determinati elementi del programma di cooperazione "Interreg V-A Italia-
DettagliEuropa 2020, salute e sociale
Europa 2020, salute e sociale Breve introduzione L Europa 2020 presenta tre priorità che si rafforzano a vicenda: Crescita intelligente: sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione.
DettagliREGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità
REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della
DettagliPIANO DEGLI INTERVENTI
DEL. CIPE N. 7/2006 PROGRAMMI OPERATIVI DI SUPPORTO ALLO SVILUPPO 2007-2009 ADVISORING PER LO SVILUPPO DEGLI STUDI DI FATTIBILITA E SUPPORTO ALLA COMMITTENZA PUBBLICA PIANO DEGLI INTERVENTI ALLEGATO 1
DettagliCOMPETENZE DEI SERVIZI. 1.1. Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21)
COMPETENZE DEI SERVIZI 1.1. Servizio Pianificazione strategica e Comunicazione (DL 21) a) la partecipazione, su delega dell Autorità di Gestione, ai Comitati di Sorveglianza nazionali e regionali, ai gruppi
DettagliPROGRAMMA DI INTERVENTI FINALIZZATI ALL'OCCUPAZIONE STABILE E AL SUPERAMENTO DELLA PRECARIETÀ DEL LAVORO
Allegato alla deliberazione n. 43/1 del 25.10.2007 PROGRAMMA DI INTERVENTI FINALIZZATI ALL'OCCUPAZIONE STABILE E AL SUPERAMENTO DELLA PRECARIETÀ DEL LAVORO LEGGE REGIONALE 29 MAGGIO 2007, N. 2 - (LEGGE
DettagliCircolare N. 90 del 17 Giugno 2015
Circolare N. 90 del 17 Giugno 2015 Giovani agricoltori: per l avvio delle attività contributi fino a 70.000 euro per l acquisto dei terreni Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla che recentemente
DettagliDati significativi di gestione
36 37 38 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza
DettagliPROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE
PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO 2011 2013 PIANO DI ATTUAZIONE Definizione obiettivi: descrizione degli obiettivi di piano riferiti agli obiettivi generali
DettagliProgramma operativo Italia - Malta 2007 2013 Cooperazione transfrontaliera
Programma operativo Italia - Malta 2007 2013 Cooperazione transfrontaliera Base giuridica Oggetto (obiettivo generale) Con decisione C/2008/7336 il 27 novembre 2008 la Commissione Europea ha approvato
DettagliIL DIRETTORIO DELLA BANCA D ITALIA
REGOLAMENTO DEL 18 LUGLIO 2014 Regolamento per l organizzazione e il funzionamento della Unità di Informazione Finanziaria per l Italia (UIF), ai sensi dell art. 6, comma 2, del d.lgs. 21 novembre 2007,
DettagliLA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020
LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020 Il 26 marzo 2010 il Consiglio Europeo ha approvato la proposta della Commissione Europea di lanciare Europa 2020, una nuova strategia per la crescita e l occupazione
DettagliMIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015
MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione
DettagliProposta di regolamento generale
Analisi delle priorità e degli obiettivi della in relazione alla proposta di regolamento generale dei Fondi del QSC Fondi del Quadro Strategico Comune (QSC) Obiettivi Una crescita intelligente: sviluppare
Dettagli(Atti non legislativi) REGOLAMENTI
14.3.2014 Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 74/1 II (Atti non legislativi) REGOLAMENTI REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 240/2014 DELLA COMMISSIONE del 7 gennaio 2014 recante un codice europeo di condotta
DettagliLuogo di emissione: IL DIRIGENTE DELLA P.F. COMPETITIVITA E SVILUPPO DELL IMPRESA AGRICOLA, STRUTTURA DECENTRATA DI ANCONA E IRRIGAZIONE -. -.
1 DECRETO DEL DIRIGENTE DELLA P.F. COMPETITIVITA E SVILUPPO DELL IMPRESA AGRICOLA, STRUTTURA DECENTRATA DI ANCONA E IRRIGAZIONE N. 474/CSI DEL 27/11/2014 Oggetto: Reg. (CE) 1968/2005 - Programma di Sviluppo
DettagliREGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO
REGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO (approvato dalla Commissione Centrale di Beneficenza nella riunione del 28 febbraio 2005; coordinato con le modifiche deliberate il 24 luglio 2007, il 16 dicembre
Dettagli5 PIANO FINANZIARIO 5.1 ORGANIZZAZIONE DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO E COINVOLGIMENTO DEL SETTORE
5 PIANO FINANZIARIO 5.1 ORGANIZZAZIONE DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO E COINVOLGIMENTO DEL SETTORE PRIVATO La nuova fase di programmazione, attivata dal QCS 2000-2006, impegna tutti i soggetti coinvolti
DettagliDELIBERAZIONE N. DEL. Direzione Regionale: INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE Area: ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE
REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. DEL 299 27/05/2014 GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N. 7886 DEL 02/05/2014 STRUTTURA PROPONENTE Direzione Regionale: INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE Area: ENERGIA
DettagliREGOLAMENTO PER GLI STAGE
REGOLAMENTO PER GLI STAGE emanato con D.R. n. 5146 del 2000, successivamente modificato con D.R. n. 9 del 16 gennaio 2007 e D.R. n. 198 del 29 novembre 2011 1/5 ART. 1 Ambito di applicazione 1.1 Il presente
DettagliREGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE (integrato con modifiche apportate dal Senato Accademico con delibera n 994
DettagliLa nuova Politica Agricola Comune (PAC)
Argomenti trattati La nuova Politica Agricola Comune (PAC) Il percorso per giungere alla nuova PAC I principali elementi della discussione in atto Lo Sviluppo Rurale nella nuova PAC Spunti di riflessione
DettagliDati significativi di gestione
182 183 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto Economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza
DettagliLA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020. Riccardo Banfi Milano - 10 settembre 2014
LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020 Riccardo Banfi Milano - 10 settembre 2014 Programma Definizioni Ammissibilità della spesa Opzioni di semplificazione dei costi Sistemi di controllo Definizioni (1)
DettagliDisposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici
Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Obiettivi e finalità) 1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere
DettagliNorme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici
Legge Regionale 28 aprile 2009, n. 15 Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici ( B.U. REGIONE BASILICATA N.22 del 2 maggio 2009 Articolo 1 Finalità 1. La presente legge, in
DettagliDELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 30 marzo 2015, n. 620
14227 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 30 marzo 2015, n. 620 Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia
DettagliDECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 19 giugno 2003, n. 0205/Pres.
L.R. 13/2002, art. 7, c. 15 e 16 B.U.R. 23/7/2003, n. 30 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 19 giugno 2003, n. 0205/Pres. Regolamento recante criteri e modalità applicabili nella concessione degli aiuti
DettagliREGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE
DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio
DettagliPROTOCOLLO D INTESA. Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi della Giustizia Amministrativa
Il Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella pubblica amministrazione Il Presidente del Consiglio di Stato PROTOCOLLO D INTESA Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi
DettagliP R O T O C O L LO D I N T E S A
Piano strategico della Provincia di Treviso P R O T O C O L LO D I N T E S A tra Provincia di treviso ISTITUTO PER IL CREDITO SPORTIVO C.o.n.i. comitato di treviso per la Concessione di mutui agevolati
DettagliDOCUMENTO SUL REGIME FISCALE
DOCUMENTO SUL REGIME FISCALE (A) Regime fiscale applicabile agli iscritti a partire dal 1 gennaio 2007ed ai contributi versati dal 1 gennaio 2007dai lavoratori già iscritti 1. I Contributi 1.1 Il regime
DettagliLEGGE REGIONALE N. 40 DEL 10-04-1990 REGIONE LAZIO
Legge 1990040 Pagina 1 di 6 LEGGE REGIONALE N. 40 DEL 10-04-1990 REGIONE LAZIO Istituzione dell' osservatorio del sistema abitativo laziale e provvidenze per il recupero del patrimonio edilizio esistente.
DettagliDELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 14 gennaio
5428 Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 19 del 12 02 2014 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 14 gennaio 2014, n. 8 Azione di sistema Welfare to Work Aggiornamento delle indicazioni operative,
DettagliDECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE. del 15.12.2015
COMMISSIONE EUROPEA Bruxelles, 15.12.2015 C(2015) 9347 final DECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE del 15.12.2015 che approva determinati elementi del programma di cooperazione "Interreg V-A Grecia-Italia
DettagliIL CIPE. Deliberazione n. 36 del 15 giugno 2007
Deliberazione n. 36 del 15 giugno 2007 DEFINIZIONE DEI CRITERI DI COFINANZIAMENTO PUBBLICO NAZIONALE DEGLI INTERVENTI SOCIO STRUTTURALI COMUNITARI PER IL PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2007-2013 IL CIPE VISTA
DettagliR E G I O N E C A L A B R I A
REGIONE CALABRIA GIUNTA REGIONALE Dipartimento N. 10 Politiche del Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato DECRETO DIRIGENTE DEL SETTORE (Assunto il 09/9/2014
DettagliRiferimenti normativi
CRITERI E MODALITÀ PER IL RIMBORSO DELLE SPESE DIRETTAMENTE SOSTENUTE DALLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO PER LA REALIZZAZIONE DI PROGETTI REGOLAMENTATI DA CONVENZIONE I Progetti possono essere integrativi
DettagliACCORDO DI COLLABORAZIONE. Tra REGIONE TOSCANA FONDAZIONE TOSCANA PER LA PREVENZIONE DELL USURA ONLUS
Allegato A ACCORDO DI COLLABORAZIONE Tra REGIONE TOSCANA e FONDAZIONE TOSCANA PER LA PREVENZIONE DELL USURA ONLUS Per la costituzione del fondo vincolato per la prestazione di garanzie integrative sui
DettagliPROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE
CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO (SETTIMA LEGISLATURA) PROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE PERIODO 2004-2006 * Allegato alla deliberazione consiliare
DettagliINFORMATIVA SULLE AZIONI ATTIVATE (B) Strumenti di Ingegneria Finanziaria nell ambito del PON R&C. Comitato di Sorveglianza 16 giugno g 2010 Roma
Punto 5 dell ordine del giorno: INFORMATIVA SULLE AZIONI ATTIVATE (B) Strumenti di Ingegneria Finanziaria nell ambito del PON R&C (C) I nuovi bandi del MISE a valere sulla Legge 46/82 FIT Comitato di Sorveglianza
DettagliREGIONE PIEMONTE BU33 14/08/2014
REGIONE PIEMONTE BU33 14/08/2014 Codice DB1512 D.D. 5 agosto 2014, n. 531 Legge regionale 22 dicembre 2008, n. 34, articolo 42, comma 6. Affidamento a Finpiemonte S.p.A. delle funzioni e delle attivita'
DettagliGestione diretta: I programmi comunitari
Gestione diretta: I programmi comunitari Modalità Strumenti Gestione diretta Programmi UE a finanziamento diretto IPA ENI 4 Strumenti geografici PI DCI Assistenza esterna EIDHR 3 Strumenti tematici IfS
DettagliProvincia- Revisione della disciplina delle funzioni
Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;
DettagliACCORDO. Tra MIUR. la Regione Sardegna. per. La realizzazione di interventi finalizzati all integrazione e al potenziamento dell offerta di istruzione
ACCORDO Tra MIUR e la Regione Sardegna per La realizzazione di interventi finalizzati all integrazione e al potenziamento dell offerta di istruzione PREMESSO - che nella Regione Sardegna l insuccesso scolastico
DettagliREGIONE LAZIO. Assessorato Formazione, Ricerca, Scuola e Università
REGIONE LAZIO Assessorato Formazione, Ricerca, Scuola e Università Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione Scuola e Università, Diritto allo Studio Area Programmazione dell'offerta Formativa
DettagliLE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020
LE NUOVE POLITICHE PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE I MPRESE NELLA PROSPETTIVA DELLA PROGRAMMAZIONE 2014-2020 \ OBIETTIVI TEMATICI (art.9 Reg.Generale) Interventi attivabili nel periodo 2014-2020 Grado
DettagliZola fa agricoltura Il Mondo contadino dal seminativo alla zootecnia
Zola fa agricoltura Il Mondo contadino dal seminativo alla zootecnia I sostegni alle imprese agricole per la competitività e la diversificazione dei redditi Zola Predosa 29 ottobre 2011 Zola fa agricoltura
DettagliToscana: Insediamento giovani agricoltori Misura 112 PSR 2007-2013 - Pacchetto Giovani
Toscana: Insediamento giovani agricoltori Misura 112 PSR 2007-2013 - Pacchetto Giovani Descrizione In breve La misura è finalizzata a favorire l occupazione e il ricambio generazionale nel settore agricolo.
DettagliSEZIONE 1 Introduzione
REGIONE ABRUZZO GIUNTA REGIONALE QUADRO SINTETICO DEGLI ORIENTAMENTI IN MATERIA DI AIUTI DI STATO A FINALITÀ REGIONALE 2014 2020 Direzione Affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie,
Dettagli