EDUCAZIONE AMBIENTALE. Che cosa è l Educazione Ambientale?
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- Umberto Quarta
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1 EDUCAZIONE AMBIENTALE Che cosa è l Educazione Ambientale? Un insieme di interventi volti a sviluppare atteggiamenti, comportamenti, stili di vita, che mirano al rispetto e alla salvaguardia ambientale. Un cambiamento radicale della mentalità deve avvenire iniziando dai gesti e dalle azioni quotidiane. Così ogni individuo è stimolato ad assumere nuove abitudini che, sommate l una all altra, costituiscono, passo dopo passo un nuovo e rispettoso comportamento verso l ambiente. Occorre acquisire un nuovo Habitus Mentale. LA STORIA DELL EDUCAZIONE AMBIENTALE A partire dagli anni 70 è andata sempre più diffondendosi, anche in un contesto internazionale, l esigenza di tradurre il concetto di salvaguardia della natura in quello di educazione ambientale. Dal folto dibattito scaturito durante la Riunione Internazionale sull Educazione Ambientale nel Programma della Scuola, tenuta a Carson City Nevada - nel 1970, affiora una delle prime definizioni ancor oggi ampiamente accreditata: Educazione Ambientale è il processo che consente di riconoscere valori e chiarire concetti al fine di sviluppare quelle capacità e attitudini necessarie a capire e ad apprezzare i rapporti che intercorrono fra l uomo, la sua cultura e il suo mondo biofisico.
2 L Educazione Ambientale comporta l acquisizione di capacità che consentano di prendere decisioni e di autoformulare linee di condotta per quanto riguarda i problemi che sono connessi alla qualità del mondo circostante. Nel volume Conoscere l ambiente pubblicato dall Assessorato Ambiente della Provincia di Modena nel 1990, è presentata una relazione dal titolo L Educazione Ambientale per una nuova cultura dove si scopre l esistenza della Commissione Paritetica tra Ministero della Pubblica Istruzione e Ministero dell Ambiente per l E.A. Nel protocollo d Intesa si legge testualmente: stimolare nei giovani una particolare sensibilità ai problemi ambientali, per indurre nuovi comportamenti rispettosi dell ambiente, che è da considerare patrimonio comune dell umanità, in funzione delle presenti e future generazioni. Inoltre considera l E.A. come obiettivo trasversale di ogni disciplina per la scuola dell obbligo. Dal 3 al 4 giugno 1992 a Rio de Janeiro si svolge il Summit delle Nazioni Unite: vengono discussi i problemi ambientali del Pianeta e i loro legami con lo sviluppo sociale ed economico. Oltre 150 paesi hanno firmato due convenzioni: una sui mutamenti climatici; l altra sulla protezione della diversità biologica. Tutte le delegazioni presenti hanno approvato: la Dichiarazione di Rio, un impegno sulla tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile; la Dichiarazione dei Principi sulla gestione, conservazione e sviluppo sostenibile delle foreste;
3 l Agenda 21, un programma di azione ampio e articolato che costituisce una sorta di manuale per lo sviluppo sostenibile del pianeta fino al 21 secolo. La C.M. n 339 del 16/11/92 del Ministero della Pubblica Istruzione ha dato l avvio a varie iniziative sulla continuità e, allo stesso tempo, ha dato impulso ad un dibattito pedagogico e culturale sui molteplici aspetti della didattica. Tutte queste sfaccettature sono basate su parole chiave che ben si prestano alle attività di E. A. in ottica interdisciplinare. Dal 24 al 27 maggio 1994 si è svolta ad Aalborg, in Danimarca, la Conferenza europea sulle città sostenibili: con la firma della Carta le città e le regioni europee si sono impegnate ad attuare l Agenda 21 a livello locale e a elaborare piani d azione a lungo termine per uno sviluppo durevole e sostenibile. La C.M. n 149 del 17/04/96 del Ministero della Pubblica Istruzione emana suggerimenti nel campo dell E.A. La C.M. n 752 del 17/12/96 presenta l accordo di programma sull Educazione Ambientale fra il Ministero della Pubblica Istruzione e il Ministero dell Ambiente e invita tutte le scuole di ogni ordine e grado a programmare le attività di E.A., tenendo presente la trasversalità delle discipline. Il Documento di Fiuggi del 24/04/97 presenta la Carta dei Principi dell E.A. ricca di consigli, norme, suggerimenti rivolti alla società, alla scuola, al cittadino responsabile per effettuare scelte consapevoli per lo sviluppo sostenibile.
4 1- L umanità ha la capacità di educarsi allo Sviluppo Sostenibile. L educazione può rendere più sensibili a valori, comportamenti, attitudini, abilità. 2- L Educazione Ambientale coinvolge conoscenze, valori, comportamenti su ecosistemi, attività umane, ricerca scientifica e tecnologica. 3- L E.A. forma la cittadinanza attiva, è globale, dura tutta l esistenza, prepara alla vita, infonde fiducia. L E.A. comprende l istruzione, la sensibilizzazione, la formazione. 4- L E.A. è rivolta alla cittadinanza, alla pubblica amministrazione, a imprese e a lavoratori, agenzie educative, scuole. 5- I futuri cittadini hanno diritto a una propria opinione sulle risorse e sullo sviluppo. Ogni generazione ha da imparare dalle altre. 6- L E.A. sviluppa il senso civico e la responsabilità sociale. 7- L E.A. promuove il rispetto e l integrazione tra la pluralità delle forme di vita; può costruire e diffondere una cultura capace di futuro; ispira le proprie azioni al senso del limite. 8- L E.A. deve orientare l intervento delle istituzioni e il ruolo delle comunicazioni di massa. Nella scuola è trasversale, interdisciplinare e lavora sui tempi lunghi. 9- L E.A. si esprime attraverso l agire educativo. Diffonde innovazione metodologica, didattica e organizzativa. Modifica il ruolo insegnamento - apprendimento. Sollecita la cooperazione fra la scuola, i cittadini e le altre agenzie formative. 10- In E.A. l individuo è cittadino responsabile, produttore, consumatore di beni e servizi.
5 I CENTRI DI EDUCAZIONE AMBIENTALE E LA RETE DEI CENTRI DI EDUCAZIONE AMBIENTALE Nel 1986 venne istituito lo Sportello Verde un servizio di consulenza didattica, voluto dall Assessorato Ambiente e Difesa del Suolo della Provincia di Modena. Questo servizio era un punto di riferimento per gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado per avere consigli, materiali utili per meglio svolgere le attività in classe. Oltre alla consulenza si organizzavano cicli di conferenze, corsi di aggiornamento e di formazione, visite guidate in stretta collaborazione con le associazioni del volontariato naturalistico, con le cooperative ambientali, con la Regione Emilia Romagna. Per portare a livelli più elevati sia la conoscenza ( sapere di più sull ambiente ) sia la coscienza ( impegnarsi di più per l ambiente) si pensò ad un Sistema di Centri di Educazione Ambientale disseminati sul territorio provinciale. Inizialmente i C.E.A. sono sorti là dove preesistevano laboratori, progetti di E.A. a carattere comunale e dove esisteva la disponibilità dell Ente Locale. Grazie alla collaborazione fra la Provincia e alcuni Comuni dal 1986 al 1991 nascono il C.E.A. di Nonantola, che comprendeva i comuni di Nonantola, Bomporto, Bastiglia, Ravarino; il C.E.A. di Vignola che comprendeva i Comuni di Vignola, Marano, Savignano; il C.E.A. di Carpi che comprendeva i Comuni di Carpi e Novi di Modena; il C.E.A. dei Comuni di Castelnuovo Rangone e Castelvetro.
6 Tutto questo generò un grande fermento che portò negli anni successivi all apertura di altri Centri di E.A. nel territorio provinciale: nel 1995 il C.E.A. del Comune di Finale Emilia che comprendeva i Comuni di S.Felice e Camposanto; il C.E.A. di S.Cesario che comprendeva i Comuni di Castelfranco e Spilamberto. L anno successivo il C.E.A. di Cavezzo che, nella convenzione, comprendeva S.Prospero e Medolla; il C.E.A. del Parco dei Sassi di Roccamalatina e il C.E.A. del Parco Fluviale del Secchia. Nel 1997 viene inaugurato il C.E.A. di Mirandola che comprendeva i Comuni di Concordia e San Possidonio; il C.E.A. di Sassuolo. La Riserva Naturale Regionale delle Salse di Nirano ospita dal 1998 il C.E.A. del Comune di Fiorano che, dal 2004, ha incluso il Comune di Maranello. La sede è a Cà Tassi, una casa colonica situata in posizione panoramica e ristrutturata secondo i criteri della bio edilizia. La posizione geografica privilegiata e i progetti proposti ne fanno un punto di riferimento per tutta l Europa, in quanto da tutto il continente arrivano studiosi, per studiare le Salse di Nirano. Il Comune di Modena ha inaugurato nel 2004, presso il Memo, il C.E.A.S.S. Centro di Educazione Ambientale e Sviluppo Sostenibile che ha come obiettivi la diffusione di Agenda 21 Locale. Nel 2006 e stato inaugurato il CEA di Formigine che ha sede nella barchessa, ristrutturata secondo i criteri in vigore e inserita nel Polo Culturale di Villa Gandini.
7 Ogni C.E.A. era caratterizzato da una specifica identità derivante dalla sua storia, dalla collocazione geografica, delle modalità di gestione. L obiettivo dell Assessorato Ambiente in quegli anni era di sviluppare l azione educativa attraverso l informazione, la sensibilizzazione, la formazione per una crescita culturale fondata su un rapporto equilibrato con l ambiente. In quel periodo, sul modello dello Sportello Verde, altri Comuni decisero di offrire un servizio didattico ai docenti: vennero così aperti Una finestra sul Parco a Pavullo, che nel corso degli anni diventa capofila del C.E.A. che comprende i Comuni di Pavullo, Lamamocogno, Polinago e Serramazzoni; lo Sportello Verde del Cimone del Comune di Sestola, che con il tempo entra a far parte del C.E.A. del Parco del Frignano, con sede a Pievepelago. Successivamente si è sviluppata la consapevolezza che l ambiente naturale va considerato come una risorsa da gestire in equilibrio tra ecologia e sviluppo, protezione e gestione, che può andare oltre alla conservazione e diventare recupero e risanamento; questo patrimonio culturale, di lavoro e di esperienza è contenuto nei C.E.A., ai quali spetta il compito di promuovere e diffondere le proprie attività, tenendo uno stretto rapporto con gli Amministratori Pubblici nel percorso di informazione alla popolazione. Nel 1992, dopo una fase di preparazione teorica ed operativa durata più di un anno, nasce la Rete dei Centri di Educazione Ambientale della Provincia di Modena.
8 I nuclei della Rete sono i C.E.A. comunali o sovracomunali, ognuno presenta una propria autonomia pur essendo in stretto rapporto con i centri di tutto il territorio provinciale; ciascuno si sviluppa nel proprio contesto, ha quindi una propria identità legata agli aspetti territoriali, si specializza in determinati settori ed è in grado di portare un contributo originale ed esclusivo alla Rete. LA SCUOLA E L EDUCAZIONE AMBIENTALE La scuola fra i suoi compiti istituzionali ha quello della formazione del futuro cittadino e non può eludere il problema di una rigorosa educazione all uso corretto dell ambiente. Si riconosce infatti un importanza notevole alle attività relative:? alla salvaguardia? alla conservazione? alla tutela? al rispetto? al risparmio Sono parole chiave che hanno un ruolo primario per diffondere una sensibilità ambientale alle giovani generazioni, sperando che queste un domani, possano evitare danni all ambiente e gravi casi di degrado, avendo nel frattempo acquisito una coscienza ecologica. Durante questi 25 anni nella letteratura dell E.A. sono cambiati molti aspetti: si è via via passati dalla fase sull ambiente, alla fase nell ambiente, per giungere infine alla fase per l ambiente, per trasmettere modi di pensare, in prospettiva
9 per il domani, dalle cose del sapere al modello di comportamento per una educazione permanente. Quando l ultimo albero Sarà stato abbattuto L ultimo fiume avvelenato L ultimo pesce pescato Vi accorgerete che non si può Mangiare il denaro Tratto dalla lettera del Capo degli Indiani Sioux
10 I COMPITI DELLE G.G.E.V.
11 PROGETTO PROFUMI E COLORI NEL PARCO
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