10 FINANZA PUBBLICA, DISAVANZO E DEBITO. 10.1: Il quadro della finanza pubblica in Italia. 10.2: Saldi, disavanzo e debito: definizioni e relazioni

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "10 FINANZA PUBBLICA, DISAVANZO E DEBITO. 10.1: Il quadro della finanza pubblica in Italia. 10.2: Saldi, disavanzo e debito: definizioni e relazioni"

Transcript

1 10 FINANZA PUBBLICA, DISAVANZO E DEBITO 10.1: Il quadro della finanza pubblica in Italia 10.2: Saldi, disavanzo e debito: definizioni e relazioni 10.3: Debito pubblico, rimborso e stabilizzazione. 10.4: Il rapporto debito/pil: derivazione. 10.5: L'andamento del rapporto debito/pil nel tempo 10.6: Il controllo del rapporto debito/pil.

2 10.2 Il quadro della finanza pubblica in Italia Esistono diverse fonti che forniscono informazioni utili a ricostruire le condizioni della finanza pubblica: *MEF (Ministero Economia e Finanze, p. es Relazione Trimestrale di Cassa) *ISTAT (fonte ufficiale per le rilevazioni sul debito pubblico) *Banca d'italia (p.es Relazione annuale governatore) L'aggregato normalmente considerato (anche per le rilevazioni ai fini del Patto di stabilità) è quello della Amministrazione pubblica (P.A) che risulta dall'insieme di: *Stato (incluse strutture decentrate) *Enti locali (Regioni, province, comuni) *Enti previdenziali (Inps) *Imprese facenti parte della P.A I criteri di redazione dei bilanci possono essere: *cassa: registrazione di entrate e di spese nell'anno in cui avvengono; *competenza: registrazione di entrate e di spese nell'anno in cui maturano. Ai fini del Patto di stabilità si considerano criteri di competenza. Uno degli aggregati principali è il conto economico consolidato della P.A che di seguito si sintetizza.

3 Conto economico consolidato della P.A: sintesi ENTRATE SPESE Entrate correnti: Spese correnti: Imposte dirette (Ire, Ires)+ Redditi da lav.dipendente+ Imposte indirette (Iva)+ Prestazioni sociali+ Contributi sociali+ Consumi intermedi+ Altre entrate correnti+ Interessi sul debito+ =Tot. entrate correnti =Tot. spese correnti Entrate in c/capitale Spese in c/capitale Imposte in c/capitale+ Investimenti fissi lordi+ Contributi in c/capitale+ Contributi investimenti+ =Tot. entrate in c/capitale =Tot. spese in c/capitale Tot. entrate correnti+ Tot. spese correnti+ Tot. entrate in c/capitale= Tot. spese in c/capitale= Tot. entrate Tot. spese Indicatori interessanti: *rapporto imposte dirette/pil e imposte indirette/pil: interessante perché le imposte dirette sono progressive, le indirette no *rapporto entrate tributarie (imposte correnti e in c/capitale+contributi)/pil=pressione fiscale: interessante perché consente confronti nel tempo e tra paesi diversi *rapporto redditi da lavoro dipendente/pil e prestazioni sociali/pil: interessante per capire il peso di queste voci sull'economia nazionale.

4 10.2 Saldi, disavanzo e debito: definizioni e relazioni *Saldo primario: entrate correnti-(spese correnti-interessi) = entrate correnti-spese correnti+interessi se positivo si chiama avanzo primario se negativo si chiama disavanzo primario Valore assoluto disavanzo primario = spese correnti-interessi-entrate correnti *Saldo corrente: entrate correnti-spese correnti, se positivo avanzo corrente se negativo disavanzo corrente Valore assoluto disavanzo corrente =spese correnti-entrate correnti =disavanzo primario+interessi *Saldo c/capitale: entrate in c/capitale- spese in c/capitale *Indebitamento netto=saldo corrente+saldo c/capitale anche chiamato "disavanzo", "deficit". Il disavanzo è un flusso: è la differenza tra le spese e le entrate che si determina ogni anno (e ogni anno viene riconteggiato a partire da 0). *Il debito, invece, è uno stock: è l'ammontare dei debiti dello Stato (e degli altri enti pubblici) che, in un dato momento, non sono ancora stati rimborsati. Se il debito dell'anno precedente non viene rimborsato, si ritrova l'anno successivo (non c'è azzeramento automatico).

5 Relazioni tra disavanzo e debito: Il disavanzo dipende dagli interessi e quindi dal debito. Infatti, ipotizziamo che saldo in conto capitale tenda ad auto-finanziarsi, occupiamoci del disavanzo corrente=disavanzo primario+interessi. Simboli: B t-1 =debito anno precedente r=tasso di interesse annuale G=spesa pubblica (no interessi) T=entrate correnti disavanzo corrente= rb t-1 +G t -T t Il debito dipende dal disavanzo: il debito serve per coprire il disavanzo, se il disavanzo aumenta, aumenta anche il debito. B t -B t-1 =rb t-1 +G t -T t B t = B t-1 + rb t-1 +G t -T t B t = (1+r)B t-1 +G t -T t debito anno t=debito anno precedente+disavanzo

6 10.3 Debito pubblico: rimborso e stabilizzazione Per rimborso del debito si intende il pagamento del debito originario più gli interessi. Nell'anno in cui si effettua il rimborso, il debito si azzera. Per stabilizzazione del debito si intende il mantenimento dello stesso debito dell'anno precedente. Nel periodo 0 si contrae debito B 0 =G 0 -T 0 >0 Ipotizziamo n periodi successivi: B 1, B 2, B 3,..., B n Tasso di interesse annuale r costante Rimborso: i) nel periodo successivo t=1 ii) nell'ultimo periodo t=n, con bilancio in pareggio nei periodi da 1 a n-1 e quindi senza debito aggiuntivo i) rimborso nel periodo successivo B 1 =(1+r)B 0 +G 1 -T 1 B 1 =0 (rimborso) 0=(1+r)B 0 +G 1 -T 1 T 1 -G 1 =(1+r)B 0 avanzo=montante del debito

7 ii) rimborso nell'ultimo periodo (senza ulteriore debito) e così via fino a Nell'ultimo periodo B 1 =(1+r)B 0, (G 1 =T 1 ) B 2 =(1+r)B 1, (G 2 =T 2 ) B 2 =(1+r)(1+r)B 0 =(1+r) 2 B 0, B n-1 =(1+r) (n-1) B 0 (G n-1 =T n-1 ) B n =(1+r)B n-1 +G n -T n B n =(1+r)(1+r) n-1 B 0 +G n -T n B n =(1+r) n B 0 +G n -T n 0=(1+r) n B 0 +G n -T n (rimborso) T n -G n =(1+r) n B 0 avanzo=montante del debito.

8 Differenza tra rimborso i) e rimborso ii) Se spesa pubblica costante G 1 =G 2 =...=G n =G rimborso nel periodo 1: rimborso nel periodo n: T 1 -G 1 =(1+r)B 0 T 1 =(1+r)B 0+ G T n -G n =(1+r) n B 0 T n =(1+r) n B 0 +G Differenza tra Tn e T 1 T n - T 1 =(1+r) n B 0 -(1+r)B 0 >0 T n >T 1 : la maggior attesa per il rimborso comporta maggiore incremento delle imposte se la spesa pubblica è costante.

9 Stabilizzazione: i) nel periodo 1 (rispetto al periodo 0) ii) nel periodo n (rispetto al periodo n-1) i) nel periodo 1 B 1 =(1+r)B 0 +G 1 -T 1 B 1 = B 0 (stabilizzazione) B 0 =(1+r)B 0 +G 1 -T 1 T 1 -G 1 =(1+r-1)B 0 T 1 -G 1 =rb 0 ii) nel periodo n (rispetto al periodo n-1) B 1 =(1+r)B 0 + G 1 -T 1 B 2 =(1+r)B 1 +G 2 -T 2 B n-1 =(1+r)B n-2 +G n-1 -T n-1 B n =(1+r)B n-1 +G n -T n B n = B n-1 (stabilizzazione) T n -G n =(1+r-1)B n-1 = rb n-1

10 In entrambi i casi avanzo=interesse sul debito del periodo preced. Ma qual è la differenza in termini assoluti? Ritorniamo al caso di stabilizzazione dopo n anni, ma per semplicità ipotizziamo n=3 B 1 =(1+r)B 0 + G 1 -T 1 B 2 =(1+r)B 1 +G 2 -T 2 B 2 =(1+r)[ (1+r)B 0 + G 1 -T 1 ]+ G 2 -T 2 B 2 =(1+r) 2 B 0 +(1+r)( G 1 -T 1 )+ G 2 -T 2 Stabilizzazione al terzo anno: B 3 =B 2 => T 3 -G 3 =(1+r-1)B 2 = rb 2 T 3 -G 3 =r[(1+r) 2 B 0 +(1+r)( G 1 -T 1 )+ G 2 -T 2 ] Stabilizzazione al primo anno T 1 -G 1 =rb 0 se G 3 =G 1, T 3 >T 1 : anche in questo caso la maggiore attesa comporta un maggior incremento futuro delle imposte.

11 10. 4 Rapporto debito/pil: derivazione Se un'economia cresce ha più senso considerare il rapporto debito/pil. Dalla nozione di debito: B t = (1+r)B t-1 +G t -T t passiamo alla nozione di debito/pil: B t /Y t = (1+r)B t-1 /Y t +(G t -T t )/Y t Abbreviamo il rapporto tra debito e PIL di uno stesso anno: B t /Y t =b t ; B t-1 /Y t-1 =b t-1 e il rapporto tra disavanzo e PIL di uno stesso anno: (G t -T t )/Y t =d t Riscriviamo il rapporto debito/pil B t /Y t = (1+r)B t-1 /Y t +(G t -T t )/Y t b t =(1+r)B t-1 /Y t + d t b t =(1+r)(Y t-1 /Y t ) (B t-1 /Y t-1 ) + d t b t =(1+r)(Y t-1 /Y t ) b t-1 + d t

12 Adesso definiamo g il tasso di crescita del PIL da un anno al successivo: Y t =(1+g) Y t-1 nella definizione di debito/pil si ha b t =(1+r)(Y t-1 /Y t ) b t-1 + d t b t =(1+r)[Y t-1 /Y t-1 (1+g)] b t-1 + d t b t =(1+r)[1/ (1+g)] b t-1 + d t Semplificazione Riscriviamo b t =[(1+r)/ (1+g)] b t-1 + d t [(1+r)/ (1+g)] 1+r-g o anche b t =(1+r-g) b t-1 + d t b t - b t-1 =(r-g) b t-1 + d t

13 10.5: La dinamica del rapporto debito/pil nel tempo In generale, poiché b t =(1+r-g) b t-1 + d t le variabili da cui dipende l'andamento del rapporto debito/pil sono: *la differenza r-g: maggiore è r rispetto a g, maggiore è il tasso di crescita del debito rispetto al tasso di crescita del PIL; *il disavanzo primario d t : maggiore è il disavanzo (eccesso delle spese sulle imposte) maggiore è il debito e quindi maggiore è il rapporto debito/pil Quindi in generale, il rapporto debito/pil tende a crescere da un anno all'altro: *al crescere di r; *al decrescere di g; *al crescere di G; *al decrescere di T, e viceversa. C'è una stretta correlazione tra la crescita economica al netto dei tassi di interesse e l'andamento del rapporto debito/pil. Questo è particolarmente vero per il caso italiano dove si osserva un peggioramento del rapporto debito/pil quando la crescita economica al netto dei tassi è bassa.

14 Per analizzare in modo più approfondito l'andamento nel tempo del rapporto debito/pil, si suppone che il disavanzo venga stabilizzato, cioè d t =d. A questo punto si distinguono 4 casi: a) (r-g)<0, cioè g>r, e d<0: il PIL cresce più degli interessi e ogni anno viene realizzato un avanzo primario. b) (r-g)>0 e d>0: il PIL cresce meno degli interessi e ogni anno si ha un disavanzo primario. c) (r-g)>0 ma d<0: il PIL cresce meno degli interessi ma ogni anno si ha un avanzo primario d) (r-g)<0, cioè g>r, ma d>0: il PIL cresce più degli interessi ma ogni anno si ha un disavanzo primario. L'analisi è semplificata se si considerano tre anni b 1 =(1+r-g) b 0 + d b 2 =(1+r-g) b 1 + d b 3 =(1+r-g) b 2 + d

15 a) (r-g)<0, cioè g>r, e d<0: : il PIL cresce più degli interessi e ogni anno viene realizzato un avanzo primario. E' facile constatare che il rapporto debito/pil si riduce anno dopo anno: (r-g)<0 => (1+r-g)<1, quindi (1+r-g) b 0 < b 0 poiché d<0 è evidente che b 1 =[(1+r-g) b 0 + d]< b 0. La stessa cosa accade negli anni successivi: b 2 =[(1+r-g) b 1 + d]< b 1 b 3 =[(1+r-g) b 2 + d]< b 2 Il rapporto debito/pil si riduce nel tempo, ma l'entità assoluta della riduzione è via via inferiore. Infatti la riduzione del rapporto debito/pil in ciascun anno è pari a: b t -b t-1 =[(r-g) b t-1 + d] Il rapporto debito/pubblico si stabilizza quindi ad un valore negativo (lo Stato è creditore in equilibrio).

16 b) (r-g)>0 e d>0: : il PIL cresce meno degli interessi e ogni anno viene realizzato un disavanzo primario. (r-g)>0 => (1+r-g)>1, quindi (1+r-g) b 0 > b 0 poiché d>0 è evidente che b 1 =[(1+r-g) b 0 + d]>b 0. La stessa cosa accade negli anni successivi: b 2 =[(1+r-g) b 1 + d]> b 1 b 3 =[(1+r-g) b 2 + d]> b 2 Il rapporto debito/pil aumenta nel tempo e l'entità dell'aumento è via via superiore. Infatti l'aumento del rapporto debito/pil in ciascun anno è pari a: b t -b t-1 =[(r-g) b t-1 + d] Il rapporto debito/pil continua ad aumentare (esplosione del debito).

17 c) (r-g)>0 ma d<0: il PIL cresce meno degli interessi ma ogni anno si ha un avanzo primario (r-g)<0 => (1+r-g)>1, quindi (1+r-g) b 0 >b 0 ma d<0 e quindi : *b 1 =[(1+r-g)b 0 + d]< b 0 se (r-g) b 0 <-d *b 1 =[(1+r-g)b 0 + d]> b 0 se (r-g) b 0 >-d dove -d è l'avanzo primario in valore assoluto. In questo caso si ha riduzione del rapporto debito/pil nel tempo solo se gli avanzi primari sono abbastanza elevati ("adeguati") da innescare la riduzione. Ad esempio, ipotizziamo che si verifichi (r-g) b 0 <-d ovvero che l'avanzo sia tale da ridurre il rapporto debito/pil nell'anno 1. Si ha quindi b 1 < b 0 Questo significa che si verifica anche la seguente disuguaglianza

18 e quindi che si ha (r-g) b 1 <(r-g) b 0 (r-g) b 1 <-d ma questo significa che il rapporto debito/pil si riduce anche nell'anno 2, cioè che b 2 < b 1 Ripetendo il ragionamento, la riduzione avverrà anche nell'anno 3 e così via. L'entità dell'avanzo primario è di fondamentale importanza in questo caso, è infatti possibile dimostrare (rovesciando il ragionamento appena fatto) che se l'avanzo primario non è sufficiente a generare una riduzione del rapporto debito/pil nell'anno 1, ovvero se si verifica che (r-g) b 0 >-d allora b 1 >b 0 ed anche (r-g)b 1 >-d. Quindi il rapporto debito/pil continuerà a crescere nel tempo, perché l'avanzo primario non è adeguato.

19 d) (r-g)<0 (g>r) e d>0: il PIL cresce più degli interessi, ma ogni anno viene realizzato un disavanzo primario. (r-g)<0 => (1+r-g)<1, quindi (1+r-g) b 0 < b 0 ma d>0 e quindi : *b 1 =[(1+r-g)b 0 + d]< b 0 se (g-r) b 0 >d il rapporto si riduce se il tasso di crescita netto è sufficientemente alto *b 1 =[(1+r-g)b 0 + d]> b 0 se (g-r) b 0 <d il rapporto aumenta se il tasso di crescita netto è troppo ridotto. La situazione si ripete per gli anni successivi e non è quindi chiaro cosa accada al rapporto debito/pil nel tempo. Tuttavia, è possibile dimostrare che il valore del rapporto debito/pil tende a stabilizzarsi nel tempo ad un valore positivo.

20 Riassumendo: *se ci sono avanzi primari e g>r il rapporto debito/pil decresce e tende a stabilizzarsi ad un valore negativo (Stato creditore); *se ci sono disavanzi primari continui e g<r il rapporto debito/pil cresce continuamente (esplosione del debito). In questo caso lo Stato rischia la crisi finanziaria, ossia rischia di non riuscire più a finanziare il suo debito; *se ci sono avanzi primari ma g<r, bisogna capire se gli avanzi primari sono adeguati, cioè consentono una riduzione del rapporto in un determinato anno, o no. Nel primo caso (avanzi adeguati) la riduzione continuerà nel tempo, fino a quando lo Stato deciderà di stabilizzare il rapporto (per esempio portando il bilancio in pareggio). Nel secondo caso (avanzi inadeguati) il rapporto tenderà a crescere continuamente nel tempo. *se ci sono disavanzi primari ma g>r il rapporto debito/pil tende a stabilizzarsi ad un valore positivo.

21 10.6: Il controllo del rapporto debito/pil Il controllo del debito pubblico richiede di evitare che l'esplosione del rapporto debito/pil determini una crisi finanziaria. Gli strumenti per il controllo, in astratto, sono il tasso di crescita g, il tasso d'interesse r e gli avanzi primari di bilancio. Si è visto che essi possono essere utilizzati insieme per generare una riduzione del rapporto debito/pil o una sua semplice stabilizzazione. La possibilità per il governo di influenzare il tasso di crescita dell'economia, attraverso ad esempio la spesa pubblica, è sostenuta dai keynesiani ed avversata dai monetaristi. La possibilità per il governo di determinare i tassi di interesse è limitata quando i capitali possono muoversi liberamente e quando esistono banche centrali indipendenti. In questo caso, infatti, è il mercato insieme con le banche centrali che determinano il livello dei tassi di interesse. Viene spesso ricordato che una crisi di fiducia verso un determinato Paese può portare (in teoria) all'aumento dei tassi di interesse sul debito e quindi alla crisi finanziaria. Se non si crede alla possibilità per lo Stato di generare crescita economica, e se non c'è garanzia che i tassi di interesse siano mantenuti al di sotto del tasso di crescita, allo Stato non rimane altro che realizzare avanzi primari, cioé diminuire la spesa e/o aumentare le imposte.

22 In teoria, esisterebbero altre due possibilità: 1) il finanziamento monetario del disavanzo 2) il ripudio o cancellazione del debito Per finanziamento monetario del disavanzo si intende una politica di incremento dell'offerta monetaria. Questa, come si è visto nella lezione 9, determina l'incremento dei prezzi e quindi genera inflazione. L'inflazione comporta un aumento solo nominale dei redditi (salari) e quindi un incremento del prelievo tributario (specie se il sistema è progressivo). Tuttavia, questa politica non è a lungo sostenibile. La politica monetaria espansiva comporta un incremento dei tassi di interesse che rende più costoso il debito futuro. Il ripudio o la cancellazione del debito crea dei problemi di fiducia nel futuro: come potrà lo Stato convincere qualcuno a prestargli dei soldi?

Equazione quantitativa della moneta

Equazione quantitativa della moneta Moneta e inflazione Equazione quantitativa della moneta Gli individui detengono moneta allo scopo di acquistare beni e servizi QUINDI la quantità di moneta è strettamente correlata alla quantità che viene

Dettagli

SCIENZA DELLE FINANZE Compito del 9 gennaio 2012. Domanda numero 1 Rispondere sinteticamente (6-7 righe) alle seguenti domande:

SCIENZA DELLE FINANZE Compito del 9 gennaio 2012. Domanda numero 1 Rispondere sinteticamente (6-7 righe) alle seguenti domande: a) Che differenza c è tra moral hazard ed averse selection? Perché sono concetti rilevanti per l economia del benessere? b) Definire le nozioni di indebitamento netto, risparmio pubblico e avanzo primario.

Dettagli

Lezione 14. Risparmio e investimento. Leonardo Bargigli

Lezione 14. Risparmio e investimento. Leonardo Bargigli Lezione 14. Risparmio e investimento Leonardo Bargigli Risparmio e investimento nella contabilità nazionale Ripartiamo dalla definizione di PIL in termini di spesa finale Y = C + I + G + NX Consideriamo

Dettagli

Lezione 18 1. Introduzione

Lezione 18 1. Introduzione Lezione 18 1 Introduzione In questa lezione vediamo come si misura il PIL, l indicatore principale del livello di attività economica. La definizione ed i metodi di misura servono a comprendere a quali

Dettagli

PIL : produzione e reddito

PIL : produzione e reddito PIL : produzione e reddito La misura della produzione aggregata nella contabilità nazionale è il prodotto interno lordo o PIL. Dal lato della produzione : oppure 1) Il PIL è il valore dei beni e dei servizi

Dettagli

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario Inquadramento generale In questa unità didattica analizzeremo come i risparmi delle famiglie affluiscono alle imprese per trasformarsi in investimenti.

Dettagli

Risparmio, investimenti e sistema finanziario

Risparmio, investimenti e sistema finanziario Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci

Dettagli

Economia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta

Economia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta Economia Aperta In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta 167 Economia aperta applicata ai mercati dei beni mercati

Dettagli

I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM. Assunzione da rimuovere. Investimenti, I

I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM. Assunzione da rimuovere. Investimenti, I I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM Assunzione da rimuovere Rimuoviamo l ipotesi che gli Investimenti sono una variabile esogena. Investimenti, I Gli investimenti delle imprese

Dettagli

Il mercato dei beni in economia aperta

Il mercato dei beni in economia aperta Il mercato dei beni in economia aperta La differenza tra economia aperta e chiusa In una economia chiusa tutta la produzione viene venduta entro i confini nazionali, la domanda nazionale di beni (la spesa

Dettagli

Economia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta

Economia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta Economia Aperta In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta 158 Economia aperta applicata ai mercati dei beni mercati

Dettagli

Inflazione e Produzione. In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste:

Inflazione e Produzione. In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste: Inflazione e Produzione In questa lezione cercheremo di rispondere a domande come queste: Da cosa è determinata l Inflazione? Perché le autorità monetarie tendono a combatterla? Attraverso quali canali

Dettagli

La Politica Economica e i Tassi di Cambio

La Politica Economica e i Tassi di Cambio La Politica Economica e i Tassi di Cambio In questa lezione: Studiamo la politica economica con cambi fissi e flessibili. 267 Risparmio, investimento e disavanzo commerciale Partendo dalla condizione di

Dettagli

Premessa. Esercitazione. Calcolo del reddito nel Conto del reddito. Calcolo del reddito nel Conto del capitale e nel Conto del reddito

Premessa. Esercitazione. Calcolo del reddito nel Conto del reddito. Calcolo del reddito nel Conto del capitale e nel Conto del reddito Sul calcolo del reddito di fine periodo: riflessioni di base 1 INDICE: Premessa Esercitazione Calcolo del reddito nel Conto del capitale Calcolo del reddito nel Conto del reddito Calcolo del reddito nel

Dettagli

studieremo quali sono gli indicatori più importanti per determinare lo stato di salute di un economia

studieremo quali sono gli indicatori più importanti per determinare lo stato di salute di un economia La Produzione Aggregata: metodi di misurazione del livello di attività e della congiuntura In questa lezione: studieremo quali sono gli indicatori più importanti per determinare lo stato di salute di un

Dettagli

ESERCITAZIONI di MACROECONOMIA: il MODELLO AD AS

ESERCITAZIONI di MACROECONOMIA: il MODELLO AD AS ESERCITAZIONI di MACROECONOMIA: il MODELLO AD AS Per dubbi, domande e/o chiarimenti contattare: gaetano.lisi@unicas.it Il modello AD-AS è un modello di equilibrio economico generale (a differenza del modello

Dettagli

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari 1. Pianificazione finanziaria: fabbisogno e fonti di finanziam. Processi di finanziamento 4. Rimborso dei finanziamenti I processi di finanziamento Processi economici di produzione 2. Acquisizione dei

Dettagli

Introduzione. fornisce un rendiconto dell attività economica di una impresa relativa all ultimo anno solare;

Introduzione. fornisce un rendiconto dell attività economica di una impresa relativa all ultimo anno solare; Appunti di Economia Documenti costituenti il bilancio d esercizio di una impresa Introduzione... 1 Stato patrimoniale... 2 Debiti e crediti... 3 Equazione contabile fondamentale dello stato patrimoniale...

Dettagli

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014 Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici Università degli Studi di Bari Aldo Moro Corso di Macroeconomia 2014 1. Assumete che = 10% e = 1. Usando la definizione di inflazione attesa

Dettagli

è la manovra del bilancio dello Stato che ha per obiettivo una variazione del reddito e dell occupazione nel breve periodo

è la manovra del bilancio dello Stato che ha per obiettivo una variazione del reddito e dell occupazione nel breve periodo Politica fiscale Politica fiscale è la manovra del bilancio dello Stato che ha per obiettivo una variazione del reddito e dell occupazione nel breve periodo polit fiscale 2 Saldo complessivo B s Entrate

Dettagli

IL SISTEMA APERTO: APPREZZAMENTO E DEPREZZAMENTO DELLA MONETA EAI 2014-2015 - PROF. PAOLO COLLACCHI - DOTT. RICCARDO CORATELLA 114

IL SISTEMA APERTO: APPREZZAMENTO E DEPREZZAMENTO DELLA MONETA EAI 2014-2015 - PROF. PAOLO COLLACCHI - DOTT. RICCARDO CORATELLA 114 IL SISTEMA APERTO: APPREZZAMENTO E DEPREZZAMENTO DELLA MONETA EAI 2014-2015 - PROF. PAOLO COLLACCHI - DOTT. RICCARDO CORATELLA 114 IL SISTEMA APERTO: APPREZZAMENTO E DEPREZZAMENTO DELLA MONETA IL TASSO

Dettagli

Ai fini economici i costi di un impresa sono distinti principalmente in due gruppi: costi fissi e costi variabili. Vale ovviamente la relazione:

Ai fini economici i costi di un impresa sono distinti principalmente in due gruppi: costi fissi e costi variabili. Vale ovviamente la relazione: 1 Lastoriadiun impresa Il Signor Isacco, che ormai conosciamo per il suo consumo di caviale, decide di intraprendere l attività di produttore di caviale! (Vuole essere sicuro della qualità del caviale

Dettagli

Aspettative, consumo e investimento

Aspettative, consumo e investimento Aspettative, consumo e investimento In questa lezione: Studiamo come le aspettative di reddito e ricchezza futuro determinano le decisioni di consumo e investimento degli individui. Studiamo cosa determina

Dettagli

Prodotto interno lordo (PIL) Composizione dal punto di vista della spesa

Prodotto interno lordo (PIL) Composizione dal punto di vista della spesa Prodotto interno lordo (PIL) Composizione dal punto di vista della spesa Il PIL è la somma dei valori monetari del consumo (C), dell investimento lordo, della spesa pubblica per beni e servizi (G) e delle

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 9 gennaio 2014 III trimestre 2013 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Nel terzo trimestre del 2013 il reddito disponibile delle famiglie conmatrici in valori correnti è aumentato

Dettagli

Aspettative, Produzione e Politica Economica

Aspettative, Produzione e Politica Economica Aspettative, Produzione e Politica Economica In questa lezione: Studiamo gli effetti delle aspettative sui livelli di spesa e produzione. Riformuliamo il modello IS-LM in un contesto con aspettative. Determiniamo

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale adattamento italiano di Novella Bottini 1 Struttura della presentazione Domanda e offerta relative Benessere e ragioni di scambio Effetti della

Dettagli

MERCATO DEI BENI IN ECONOMIA APERTA

MERCATO DEI BENI IN ECONOMIA APERTA MERCATO DEI BENI IN ECONOMIA APERTA 1 LA CURVA IS IN ECONOMIA APERTA In economia chiusa la domanda di beni nazionali coincideva con la domanda nazionale di beni: ( ) Z C + I + In economia aperta, invece,

Dettagli

Principali indici di bilancio

Principali indici di bilancio Principali indici di bilancio Descrizione Il processo di valutazione del merito creditizio tiene conto di una serie di indici economici e patrimoniali. L analisi deve sempre essere effettuata su un arco

Dettagli

ANALISI PER FLUSSI. Dott. Fabio CIGNA

ANALISI PER FLUSSI. Dott. Fabio CIGNA ANALISI PER FLUSSI Dott. Fabio CIGNA IL CONCETTO DI EQUILIBRIO GENERALE E DI ANALISI FINANZIARIA 2 ANALISI PER FLUSSI IL CONCETTO DI EQUILIBRIO GENERALE E DI ANALISI FINANZIARIA L azienda deve operare

Dettagli

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette)

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette) In una ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla e a una delle due domande a risposta aperta, e risolvere l esercizio. DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione

Dettagli

La Moneta e i Mercati Monetari. Introduciamo una nuova definizione della domanda di moneta (domanda di moneta di tipo keynesiano)

La Moneta e i Mercati Monetari. Introduciamo una nuova definizione della domanda di moneta (domanda di moneta di tipo keynesiano) La Moneta e i Mercati Monetari In questa lezione: Determiniamo le funzioni e l origine della moneta Introduciamo una nuova definizione della domanda di moneta (domanda di moneta di tipo keynesiano) Data

Dettagli

Risparmio e Investimento

Risparmio e Investimento Risparmio e Investimento Risparmiando un paese ha a disposizione più risorse da utilizzare per investire in beni capitali I beni capitali a loro volta fanno aumentare la produttività La produttività incide

Dettagli

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI Aggiornamento del 29 maggio 2015 I CONTENUTI IL SISTEMA ECONOMICO LA FINANZA PUBBLICA LA SANITA IL SISTEMA ECONOMICO LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI IL PIL PIL: DINAMICA E PREVISIONI NEI PRINCIPALI PAESI UE

Dettagli

b. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata?

b. Che cosa succede alla frazione di reddito nazionale che viene risparmiata? Esercitazione 7 Domande 1. L investimento programmato è pari a 100. Le famiglie decidono di risparmiare una frazione maggiore del proprio reddito e la funzione del consumo passa da C = 0,8Y a C = 0,5Y.

Dettagli

Indice di rischio globale

Indice di rischio globale Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario

Dettagli

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese Nel corso degli ultimi anni diversi studiosi e responsabili di importanti istituzioni hanno sostenuto che le cooperative hanno reagito alla crisi in corso meglio delle altre forme di impresa. La maggior

Dettagli

L ANALISI PER INDICI

L ANALISI PER INDICI Obiettivo dell analisi per indici è la valutazione delle scelte dell imprenditore attraverso la misurazione degli effetti economici, finanziari e patrimoniale prodotti dalle stesse. La corretta misurazione

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2015/16 ] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania, Margherita Scoppola e Francesco Aiello) 6-1

Dettagli

Macroeconomia, Esercitazione 2. 1 Esercizi. 1.1 Moneta/1. 1.2 Moneta/2. 1.3 Moneta/3. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.

Macroeconomia, Esercitazione 2. 1 Esercizi. 1.1 Moneta/1. 1.2 Moneta/2. 1.3 Moneta/3. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo. acroeconomia, Esercitazione 2. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.it) 1 Esercizi. 1.1 oneta/1 Sapendo che il PIL reale nel 2008 è pari a 50.000 euro e nel 2009 a 60.000 euro, che dal 2008 al

Dettagli

Come funziona il Patto di

Come funziona il Patto di Come funziona il Patto di Stabilità per i Comuni SOMMARIO 1. Il Patto di Stabilità esterno (Italia Vs Europa) 2. Il Patto di Stabilità interno (Stato Vs Autonomie Locali) 2.1. Come si calcola il saldo

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e

Dettagli

ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI FONDI RISCHI E SPESE FUTURE. Nella sezione dell Avere di SP si collocano tra le passività le seguenti classi:

ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI FONDI RISCHI E SPESE FUTURE. Nella sezione dell Avere di SP si collocano tra le passività le seguenti classi: ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI FONDI RISCHI E SPESE FUTURE Nella sezione dell Avere di SP si collocano tra le passività le seguenti classi: - Fondi Rischi; - Fondi Spese Future; - Debiti; - TFR. Occorre specificare

Dettagli

Contiene le coperture finanziarie necessarie per l acquisizione delle risorse produttive, con l eventuale avanzo o disavanzo finanziario.

Contiene le coperture finanziarie necessarie per l acquisizione delle risorse produttive, con l eventuale avanzo o disavanzo finanziario. Il processo di formulazione del budget dell impresa si conclude con il consolidamento dei singoli budget settoriali in un unico bilancio previsionale (MASTER BUDGET), che si compone dei seguenti documenti

Dettagli

Commento al tema di Economia aziendale 2006

Commento al tema di Economia aziendale 2006 Commento al tema di Economia aziendale 2006 Il tema proposto per la prova di Economia aziendale negli Istituti Tecnici Commerciali è incentrato sulla gestione finanziaria dell impresa ed è articolato in

Dettagli

Capitolo V. I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM

Capitolo V. I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM Capitolo V. I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM 2 OBIETTIVO: Il modello IS-LM Fornire uno schema concettuale per analizzare la determinazione congiunta della produzione e del tasso

Dettagli

INDICI DI BILANCIO. Lo stato patrimoniale, riclassificato, assume la forma che schematizziamo di seguito:

INDICI DI BILANCIO. Lo stato patrimoniale, riclassificato, assume la forma che schematizziamo di seguito: INDICI DI BILANCIO L analisi per indici del bilancio consiste nel calcolare, partendo dai dati dello Stato patrimoniale e del Conto economico, opportunamente revisionati e riclassificati, indici (quozienti,

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 182 183 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto Economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

Capitolo 21. Risparmio e formazione di capitale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Bernanke

Capitolo 21. Risparmio e formazione di capitale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Bernanke Capitolo 21 Risparmio e formazione di capitale In questa lezione Risparmio individuale: risparmio e ricchezza moventi del risparmio (tasso di interesse, ciclo di vita, precauzionale, profili consumo) Risparmio

Dettagli

Università di Siena Sede di Grosseto Secondo Semestre 2010-2011. Macroeconomia. Paolo Pin ( pin3@unisi.it ) Lezione 4 20 Aprile 2011

Università di Siena Sede di Grosseto Secondo Semestre 2010-2011. Macroeconomia. Paolo Pin ( pin3@unisi.it ) Lezione 4 20 Aprile 2011 Università di Siena Sede di Grosseto Secondo Semestre 200-20 Macroeconomia Paolo Pin ( pin3@unisi.it ) Lezione 4 20 Aprile 20 Riassunto della puntata precedente Abbiamo costruito un modello per spiegare

Dettagli

Esame del corso di MACROECONOMIA Del 22.07.2015 VERSIONE A) COGNOME NOME

Esame del corso di MACROECONOMIA Del 22.07.2015 VERSIONE A) COGNOME NOME Esame del corso di MACROECONOMIA Del 22.07.2015 VERSIONE A) COGNOME NOME MATRICOLA 1) A B C D 2) A B C D 3) A B C D 4) A B C D 5) A B C D 6) A B C D 7) A B C D 8) A B C D 9) A B C D 10) A B C D 11) A B

Dettagli

Università di Siena Sede di Grosseto Secondo Semestre 2010-2011. Macroeconomia. Paolo Pin ( pin3@unisi.it ) Lezione 3 18 Aprile 2011

Università di Siena Sede di Grosseto Secondo Semestre 2010-2011. Macroeconomia. Paolo Pin ( pin3@unisi.it ) Lezione 3 18 Aprile 2011 Università di Siena Sede di Grosseto Secondo Semestre 2010-2011 Macroeconomia Paolo Pin ( pin3@unisi.it ) Lezione 3 18 Aprile 2011 Nuovo Orario Riassunto lezione precedente Definizione e misurazione: PIL

Dettagli

Pianificazione economico-finanziaria Prof. Ettore Cinque. Modelli e tecniche di simulazione economico-finanziaria

Pianificazione economico-finanziaria Prof. Ettore Cinque. Modelli e tecniche di simulazione economico-finanziaria Modelli e tecniche di simulazione economico-finanziaria Bilanci preventivi e piani finanziari perché utilizzarli? Simulazione di scenari e valutazione impatto variabili di business Analisi compatibilità

Dettagli

Fonti di finanziamento: l effetto positivo della leva finanziaria

Fonti di finanziamento: l effetto positivo della leva finanziaria Il caso Fonti di finanziamento: l effetto positivo della leva finanziaria di Silvia Tommaso - Università della Calabria Nella scelta delle fonti di finanziamento, necessarie alla copertura del fabbisogno

Dettagli

Calcolo e commento dei principali indici di bilancio

Calcolo e commento dei principali indici di bilancio Esercitazioni svolte 2014 Scuola Duemila 1 Esercitazione n. 10 Calcolo e commento dei principali indici di bilancio Antonia Mente COMPETENZE ABILITÀ CONOSCENZE Interpretare i sistemi aziendali nei loro

Dettagli

COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE 75 i dossier www.freefoundation.com COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE NEL RAPPORTO CONCLUSIVO DELLA MISSIONE IN ITALIA DEL 3-16 MAGGIO 17 maggio 2012 a cura di Renato Brunetta EXECUTIVE

Dettagli

Analisi delle politiche di investimento

Analisi delle politiche di investimento Finanza Aziendale Analisi e valutazioni per le decisioni aziendali Analisi delle politiche di investimento Capitolo 8 Indice degli argomenti 1. Incidenza del capitale circolante netto commerciale 2. Indici

Dettagli

4. Si consideri un economia chiusa in cui: Y = C + I + G, C = 90 + 0,8YD, G = 1000, T= 0,5Y, I = 900 500r, P=1,

4. Si consideri un economia chiusa in cui: Y = C + I + G, C = 90 + 0,8YD, G = 1000, T= 0,5Y, I = 900 500r, P=1, Esercitazione 8 Domande 1. Si consideri un economia per cui il coefficiente di liquidità sia pari a Cl = 5%, mentre il coefficiente di riserva è Cr = 3%. a) Si calcoli il moltiplicatore monetario. b) Se

Dettagli

MACROECONOMIA DELLE ECONOMIE APERTE: CONCETTI E FONDAMENTI. Harcourt Brace & Company

MACROECONOMIA DELLE ECONOMIE APERTE: CONCETTI E FONDAMENTI. Harcourt Brace & Company MACROECONOMIA DELLE ECONOMIE APERTE: CONCETTI E FONDAMENTI Economie aperte o chiuse Un economia chiusa è un economia che non interagisce con altre economie nel mondo. Non ci sono esportazioni, non ci sono

Dettagli

Prezzi dei beni dal 1999 al 2002 Anno Sacchi di Borse per Bottiglie di Cotone Motorini

Prezzi dei beni dal 1999 al 2002 Anno Sacchi di Borse per Bottiglie di Cotone Motorini LEZIONE 12 CONTABILITA NAZIONALE Esercizio 1 DEFINIZIONI E CALCOLO DEL PIL Il PIL di un economia può essere calcolato in tre diversi modi: 1) Valore dei beni e servizi finali prodotti da un economia in

Dettagli

RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO

RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO Università degli studi di MACERATA Facoltà di SCIENZE POLITICHE ECONOMIA POLITICA: MICROECONOMIA A.A. 2009/2010 RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO Fabio CLEMENTI E-mail: fabio.clementi@univpm.it

Dettagli

Il controllo dell offerta di moneta

Il controllo dell offerta di moneta Corso interfacoltà in Economia Politica economica e finanza Modulo in Teoria e politica monetaria Il controllo dell offerta di moneta Giovanni Di Bartolomeo gdibartolomeo@unite.it Fasi della politica monetaria

Dettagli

FARMACIA LA STRUTTURA FINANZIARIA- ECONOMICA. di Ghelardi Sergio sergio@laboratoriofarmacia.it. Con il contributo di

FARMACIA LA STRUTTURA FINANZIARIA- ECONOMICA. di Ghelardi Sergio sergio@laboratoriofarmacia.it. Con il contributo di FARMACIA LA STRUTTURA FINANZIARIA- ECONOMICA di Ghelardi Sergio sergio@laboratoriofarmacia.it Con il contributo di IL BILANCIO DELLA FARMACIA HA DUE DOCUMENTI >LO STATO PATRIMONIALE >IL CONTO ECONOMICO

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 1 ottobre 2015 II trimestre 2015 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre

Dettagli

Prof. Carlo Salvatori 4. LA NECESSITÀ DELL INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA. Una visione d insieme. UniversitàdegliStudidiParma

Prof. Carlo Salvatori 4. LA NECESSITÀ DELL INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA. Una visione d insieme. UniversitàdegliStudidiParma UniversitàdegliStudidiParma Banca e Finanza in Europa Prof. 1 4. LA NECESSITÀ DELL INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA 1. Una visione d insieme 2. I settori istituzionali 3. I saldi finanziari 4. Le Famiglie 5.

Dettagli

ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento...

ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento... ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento... 4 GLI INDICI DI LIQUIDITA L analisi procede con la costruzione

Dettagli

Università di Bari Facoltà di Economia ESAME DEL CORSO DI ECONOMIA POLITICA II del 9-06.2010 (VERSIONE A) COGNOME NOME MATRICOLA

Università di Bari Facoltà di Economia ESAME DEL CORSO DI ECONOMIA POLITICA II del 9-06.2010 (VERSIONE A) COGNOME NOME MATRICOLA Università di Bari Facoltà di Economia ESAME DEL CORSO DI ECONOMIA POLITICA II del 9-06.2010 (VERSIONE A) COGNOME NOME MATRICOLA 1) A Ω B Ω C Ω D Ω 2) A Ω B Ω C Ω D Ω 3) A Ω B Ω C Ω D Ω 4) A Ω B Ω C Ω

Dettagli

Blanchard, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo IV. I mercati finanziari. Capitolo IV. I mercati finanziari

Blanchard, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo IV. I mercati finanziari. Capitolo IV. I mercati finanziari Capitolo IV. I mercati finanziari 1. La domanda di moneta La moneta può essere usata per transazioni, ma non paga interessi. In realtà ci sono due tipi di moneta: il circolante, la moneta metallica e cartacea,

Dettagli

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23. Dott.ssa Rossella Greco

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23. Dott.ssa Rossella Greco Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica Esercitazione di Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23 Dott.ssa Rossella Greco Domanda 1 (Problema 4. dal Cap. 21 del Libro di Testo) a) Gregorio,

Dettagli

La bilancia dei pagamenti

La bilancia dei pagamenti La bilancia dei pagamenti Necessaria una moneta per regolare gli scambi internazionali Convertibilità (oro o moneta-chiave) Esportazioni: ingresso di valute estere Importazioni: uscita di valute estere

Dettagli

Moneta e Tasso di cambio

Moneta e Tasso di cambio Moneta e Tasso di cambio Come si forma il tasso di cambio? Determinanti del tasso di cambio nel breve periodo Determinanti del tasso di cambio nel lungo periodo Che cos è la moneta? Il controllo dell offerta

Dettagli

Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio

Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio Fino a questo punto abbiamo considerato solo modelli statici, cioè modelli che non hanno una dimensione temporale. In realtà i consumatori devono scegliere

Dettagli

I sistemi di rilevazione patrimoniale e reddituale a confronto **

I sistemi di rilevazione patrimoniale e reddituale a confronto ** Corso di Analisi di bilancio. A. A. 2012/2012 Ricerca personale I sistemi di rilevazione patrimoniale e reddituale a confronto ** Salvatore Marcianò **Il Docente non interviene nell elaborazione delle

Dettagli

Lezione 8. (BAG cap. 7) IL MEDIO PERIODO Il mercato del lavoro. Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Università di Pavia IL MEDIO PERIODO

Lezione 8. (BAG cap. 7) IL MEDIO PERIODO Il mercato del lavoro. Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Università di Pavia IL MEDIO PERIODO Lezione 8 (BAG cap. 7) IL MEDIO PERIODO Il mercato del lavoro Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Università di Pavia IL MEDIO PERIODO 2 1 Nel breve periodo la domanda determina la produzione =>

Dettagli

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio 1 di 6 La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio Come possono essere classificate le operazioni di gestione? La gestione aziendale è l insieme coordinato di operazioni attraverso le quali l impresa

Dettagli

Esame di Politica economica internazionale. (tempo stimato: 30 minuti, valutazione: 10 punti/30 punti)

Esame di Politica economica internazionale. (tempo stimato: 30 minuti, valutazione: 10 punti/30 punti) Esame di Politica economica internazionale Parte 1 A scelta tra a) o b) (risposta esatta vale 10 punti): a) Sulla base della bilancia dei pagamenti incompleta della Ecolandia (in miliardi di dollari):

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

IL RAPPORTO ISTAT 2014. UN ITALIA ALLO STREMO

IL RAPPORTO ISTAT 2014. UN ITALIA ALLO STREMO 869 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com IL RAPPORTO ISTAT 2014. UN ITALIA ALLO STREMO 29 maggio 2014 a cura di Renato Brunetta EXECUTIVE SUMMARY 2 Lo scorso 28 maggio l Istat ha rilasciato

Dettagli

Come comprare una azienda con la sua capacità di indebitamento

Come comprare una azienda con la sua capacità di indebitamento Come comprare una azienda con la sua capacità di indebitamento Prof. Giulio Tagliavini Università di Parma Il punto di rottura nei prestiti a fronte di acquisizioni Il prezzo massimo di acquisto di una

Dettagli

PRODUZIONE, TASSO DI INTERESSE E TASSO DI CAMBIO

PRODUZIONE, TASSO DI INTERESSE E TASSO DI CAMBIO 1 PRODUZION, TASSO DI INTRSS TASSO DI CAMBIO L QUILIBRIO DL MRCATO DI BNI L equilibrio nel mercato dei beni sarà dato dalla seguente equazione: Y C Y T I Y r G IM Y X Y ( ) (, ) (, ) (, ) ( ) (, ) (, )/

Dettagli

GRUPPO BANCO DESIO. al 30 settembre 2006 RELAZIONE TRIMESTRALE CONSOLIDATA

GRUPPO BANCO DESIO. al 30 settembre 2006 RELAZIONE TRIMESTRALE CONSOLIDATA GRUPPO BANCO DESIO RELAZIONE TRIMESTRALE CONSOLIDATA AL 30 SETTEMBRE 2006 1 INDICE Prospetti contabili pag. 03 Note di commento ed osservazioni degli Amministratori pag. 04 Nota informativa pag. 04 La

Dettagli

Macroeconomia, Esercitazione 6. 1 Esercizi. 1.1 Taylor rule e Domanda Aggregata Dinamica/1. 1.2 Taylor rule e Domanda Aggregata Dinamica/2

Macroeconomia, Esercitazione 6. 1 Esercizi. 1.1 Taylor rule e Domanda Aggregata Dinamica/1. 1.2 Taylor rule e Domanda Aggregata Dinamica/2 Macroeconomia, Esercitazione 6 A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.it) Esercizi. Taylor rule e Domanda Aggregata Dinamica/ Sapete che =0, 5, Y =0, 3 e che il tasso d interesse naturale è pari

Dettagli

IL RENDICONTO FINANZIARIO

IL RENDICONTO FINANZIARIO IL RENDICONTO FINANZIARIO IL RENDICONTO FINANZIARIO INDICE IL RENDICONTO FINANZIARIO,... 2 LA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA,... 3 IL RENDICONTO FINANZIARIO DELLA POSIZIONE FINANZIARIA NETTA,... 6 PRIMO PASSO:

Dettagli

2.2 Gli Enti previdenziali: risultati dei primi nove mesi del triennio 2007 2009

2.2 Gli Enti previdenziali: risultati dei primi nove mesi del triennio 2007 2009 I CONTI DEL SETTORE PUBBLICO 2.2 Gli Enti previdenziali: risultati dei primi nove mesi del triennio 2007 2009 Il conto degli Enti previdenziali (Tabella 2.2-1) a tutto il terzo trimestre 2009 evidenzia

Dettagli

Istituzioni di Economia Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale. Lezione 26 I mercati finanziari

Istituzioni di Economia Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale. Lezione 26 I mercati finanziari UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale Lezione 26 I mercati finanziari Prof. Gianmaria Martini Moneta e titoli Nei paesi industrializzati esistono varie tipologie di

Dettagli

RENDICONTO FINANZIARIO

RENDICONTO FINANZIARIO RENDICONTO FINANZIARIO IN OTTICA BASILEA 2 1 Utilità del Rendiconto finanziario L utilità del rendiconto finanziario trae motivo dal fatto che non si ha, quasi mai, coincidenza fra gli andamenti economici

Dettagli

Modello keynesiano: il settore reale

Modello keynesiano: il settore reale Macro 4 Modello keynesiano: il settore reale La macroeconomia keynesiana La macroeconomia si occupa di studiare i meccanismi di determinazione delle grandezze economiche aggregate, così come definite dalla

Dettagli

Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia

Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia Organizzazione dell azienda farmacia e farmacoeconomia Sistema di rilevazione: economicità, bilancio, indici di bilancio Claudio Jommi claudio.jommi@pharm.unipmn.it Agenda delle prossime lezioni Equilibrio

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 9 aprile 2013 IV trimestre 2012 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Con la pubblicazione dei dati del quarto trimestre del 2012, l Istat diffonde le serie storiche coerenti con

Dettagli

Capitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S.

Capitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Capitolo 26 Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale In questa lezione Banca centrale Europea (BCE) e tassi di interesse: M D e sue determinanti; M S ed equilibrio del mercato monetario;

Dettagli

Il disagio economico delle famiglie

Il disagio economico delle famiglie delle famiglie Cristina Freguja Dirigente Servizio Condizioni economiche delle famiglie Cagliari, 17 settembre 2010 Gli indicatori di deprivazione materiale L indagine reddito e condizioni di vita EU-SILC

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 9 gennaio 2015 III trimestre 2014 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Nel terzo trimestre del 2014 il reddito disponibile delle famiglie conmatrici in valori correnti è aumentato

Dettagli

OGGETTO: Imposta sostitutiva sul TFR: in scadenza l acconto

OGGETTO: Imposta sostitutiva sul TFR: in scadenza l acconto Informativa per la clientela di studio N. 162 del 04.12.2013 Ai gentili Clienti Loro sedi OGGETTO: Imposta sostitutiva sul TFR: in scadenza l acconto Gentile Cliente, con la stesura del presente documento

Dettagli

RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E.

RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E. RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E. La riclassificazione economica dello SP: La gestione dell impresa viene idealmente scomposta in aree omogenee di attività Le attività e le passività, i

Dettagli

Università di Bari ESAME DI MACROECONOMIA Del 19 febbraio 2014 (VERSIONE A) COGNOME NOME MATRICOLA

Università di Bari ESAME DI MACROECONOMIA Del 19 febbraio 2014 (VERSIONE A) COGNOME NOME MATRICOLA Università di Bari ESAME DI MACROECONOMIA Del 19 febbraio 2014 (VERSIONE A) COGNOME NOME MATRICOLA 1) A B C D 2) A B C D 3) A B C D 4) A B C D 5) A B C D 6) A B C D 7) A B C D 8) A B C D 9) A B C D 10)

Dettagli

TEMA 5: Introduzione al costo del capitale

TEMA 5: Introduzione al costo del capitale TEMA 5: Introduzione al costo del capitale Rischio e capital budgeting (Brealey, Meyers, Allen, Sandri: cap. 11) Argomenti trattati (segue) Stima del beta Le determinanti del beta Ciclicità dei ricavi

Dettagli

Esercitazione 6. 5. I seguenti elementi dovrebbero essere inclusi in una misura più comprensiva di PIL?

Esercitazione 6. 5. I seguenti elementi dovrebbero essere inclusi in una misura più comprensiva di PIL? Esercitazione 6 Domande 1. Un impresa automobilistica acquista materie prime (acciaio), beni intermedi (parabrezza, pneumatici) e lavoro per produrre automobili. L impresa produttrice dei parabrezza e

Dettagli

CONTO ECONOMICO TRIMESTRALE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

CONTO ECONOMICO TRIMESTRALE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE 9 gennaio 2014 III trimestre 2013 CONTO ECONOMICO TRIMESTRALE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE Indebitamento, saldo primario, saldo corrente, entrate totali, uscite totali Nel terzo trimestre 2013 l indebitamento

Dettagli

Calcolo del Valore Attuale Netto (VAN)

Calcolo del Valore Attuale Netto (VAN) Calcolo del Valore Attuale Netto (VAN) Il calcolo del valore attuale netto (VAN) serve per determinare la redditività di un investimento. Si tratta di utilizzare un procedimento che può consentirci di

Dettagli