Riscrittura in Serbia. Unica fine per le guerre serbe

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1 Riscrittura in Serbia Unica fine per le guerre serbe Contraerea tra Stazione ferroviaria e l isola di Ada 1, il Ponte Branko 2 e l autostrada le facce i cieli di paglia luci di stelle cadenti a volte mille framenti di bombe e a volte niente questi aerei erano ben pilotati arrivavano invisibili dietro i monti sganciando sui ponti silenziosamente tuonando a volte sganciando sui cortili Io non avevo io non avevo diritto nessun diritto di essere qui andarmene da lì non avevo quotidiani né Politika 3 né Codice Dušan 4 non avevo orologio da polso né libri di Ivo Andrić 5 né Vincitore di Belgrado 6 né vidi immagini di Kalemegdan 7 io non avevo libri sulla coltivazione dei campi né zar né maresciallo io non avevo cittadinanza ma c erano i monasteri tra il Patriarcato di Peć 8 e Hilandar 9 all improvviso avevo folgori roboanti sulla Torre di Avala 10 e si sentì tutto esplodere. C erano Televisione di Stato e Zastava Automobili 11 morire lavorando, niente libri tascabili né Jovan Duĉić 12 né tabacco ma c erano i convogli della gente in fuga e la bomba fece schizzare i brandelli di carne per aria e i miei compagni erano come invulnerabili e nel mio paese la gente rinasce morendo..

2 E poi le mura si sbriciolvano le lamiere si squarciavano i corpi contorcevano ed era un maciullarsi e frantumarsi e non capire il perché un tentare di rialzarsi nella bara senza finestre io non avevo una casa né un briciolo di terra per me ma avevo gli ossari cenere di santuari e rovine di monumenti. Sbagliavo pensando di riuscire a raccontare tutto questo fermatelo presto funesto funereo aereo dannato atterrato ha sganciato di nuovo ha tumulato sotterrato Una bomba fuori traiettoria, non cambia molto la storia. Ceniamo in pace, domani saremo il cibo per i corvi E su questa terra E al mercato di Niš 13 Nessuno si aspettava di essere ucciso perchè Raĉak 14 non è Bellum sacrum ma solo un bel casus belli i morti dissepolti da gli avelli hanno più fegato dall esercito della NATO. Perché vivo su questa penisola isolata In un mare inquinato Iniqua guerra inumana Taciuta dal mondo opportunista e perché nel Kosovo oggi senza Piazza Zar Lazzaro 15 a me è proibito fare la turista oh zarina Milica 16, oh martire beata la nostra scelta non l abbiamo già fatta? La Torre dei teschi 17 allunga le sue ombre e in me le ombre degli avi consacrati. Nel Campo dei merli vedo un corvo A Savine Vode 18 vedo San Sava 19 a Kraljevo 20 neanche l ombra del Re nell aereo vado in aereo al Museo di Nikola Tesla 21 arrivo come una profuga

3 Kosovo si chiama Dardania 22 Lega di Prizren 23 e UCK 24 PC personal Cossova scappa una terra di barbari barriere basi militari trafficanti corridoi serpi avvoltoi cani randagi vedo pecore immobili e fuori strada decappotabili Chiese e moschee aquile bianche e nere Campi di peonie sbornie e baldorie gli orsi zigani da circo la processione nella Piana dei merli infanzia chiusa in enclavi qui finisce la guerra la guerra è prigioniera sottomessa al volere di Perun 25 e i profughi con i loro infanti possono tornare non devono aver paura e temere moriranno senza incidere sulla statistica della pulizia etnica. Il regno terreno è per poco, il regno dei cieli è eterno! 26 Slobodanka Ćirić

4 1 Il più bel parco di Belgrado è l'ada Ciganlija, un'isola sul fiume Sava, immediatamente a monte rispetto alla città. 2 Il Ponte Branko è stato simbolo della pacifica resistenza durante i bombardamenti di Belgrado, dove migliaia di persone si radunavano ogni sera per fare da scudo umano. Branko in lingua serba significa difensore. 3 Politika è il quotidiano serbo più diffuso che risale al Dušanov Zakonik (Душанов Законик, Il Codice di Dušan, 1349) un importante documento giuridico, unico fra gli stati europei contemporanei, comprendeva più di duecento articoli con la codificazione delle leggi tradizionali non scritte, del diritto ecclesiastico, di elementi di diritto pubblico che lo prefigurano come un antica legge costituzionale. 5 Ivo Andrić - in serbo Иво Андрић (Dolac, 9 ottobre 1892 Belgrado, 13 marzo 1975) è stato uno scrittore serbo che si dichiarava jugoslavo, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel "Pobednik" Vincitore, il lavoro dello scultore croato Ivan Mestrovic, alto 14 metri, è stato realizzato in onore di dieci anni dallo sfondamento della fronte di Salonicco, il 7-8 ottobre Il fondamento è fatto di pietra e la statua d'uomo nudo con un aquila in mano è fatta di bronzo. La statua fu innalzata sulla collina della fortezza di Kalemegdan, con lo sguardo rivolto verso la confluenza tra Danubio e Sava. 7 Il nome di Kalemegdan è di derivazione turca e significa fortezza della battaglia (kale: fortezza, meydan: battaglia). 8 La città cossovara di Peć dal 1557 al 1766 fu sede del patriarca della chiesa ortodossa di Serbia. 9 Hilandar (Serbo: Хиландар, Greco: Chilandari, Χιλανδαρίου) è il nome di un monastero ortodosso serbo situato sul Monte Athos, in Grecia, fondato nel 1198 dal principe serbo Stefan Nemanja e da suo figlio, il monaco Rastko Nemanjić. 10 Tra gli edifici rasi al suolo a Belgrado ci fu la vicetrasmittente della Radio Televisione Nazionale di Serbia, in cui i 16 operatori televisivi in servizio furono uccisi. Inoltre, furono bombardati l'ušće e la televisiva di TV Avala. 11 La Zastava è un'antica fabbrica di automobili, armi e macchinari fondata nel 1853 nella città serba di Kragujevac. Con la disfatta della Jugoslavia l'industria viene semi-distrutta dai pesanti bombardamenti del 1999 durante i quali furono feriti 110 operai. 12 Jovan Ducić nacque a Trebinje nel 1874 (morì a Gary [Chicago] nel 1943), fu diplomatico, ambasciatore a Budapest Roma e Madrid. Influenzato dai parnassiani e dai simbolisti francesi, scrisse poesie e prose liriche, tra cui Poesie in prosa (1908), Città e chimere (1930), Lirica (1943), con le quali introdusse nella produzione letteraria serba il gusto dell' "arte-per-l'arte". Due importanti raccolte uscirono postume: Versi e prosa (1952) e Poesie, viaggi e saggi (1957). 14 Venerdì 7 Maggio 1999 nella città meridionale di Niš la Nato commise un errore. Invece di colpire un edificio militare vicino all aeroporto, a circa tre miglia, i bombardieri sganciarono il loro carico letale in un groviglio di viuzze vicino al centro urbano. Almeno trentatré persone furono uccise e un altra ventina subì gravi ferite; brandelli di mani, piedi, braccia completamente volati via, addomi e toraci sventrati da frammenti di metallo volanti. 15 Račak. Un nome che resterà per sempre associato alla guerra etnica che ha insanguinato il Kosovo dopo che il 15 gennaio 1999 gli osservatori dell'osce vi trovarono i corpi di 45 civili albanesi, frettolosamente definiti vittime di un eccidio perpetrato dalle milizie serbe nel corso di una rappresaglia. Cosidetta strage di Račak passerà alla storia come il casus belli della guerra umanitaria. 16 Zar Lazzaro lo zar serbo decapitato nella Battaglia del Kosovo combatuta il 28 giugno del 1389 sulla Piana dei merli. 17 Zarina Milica, la vedova dello zar Lazzaro e la madre del despota Stefan Lazarević. 18 La Torre dei Teschi di Niš in Serbia, costruita dall oppressore turco e decorata con più di mille teste di soldati slavi periti in battaglia. 19 Il 3 maggio del 1999, la NATO colpì un autobus nei pressi del villaggio di Savine Vode in Kossovo (17 morti).

5 20 San Sava (in serbo: Свети Сава) (c.a gennaio 1235), principe di nome Rastko Nemanjić (Растко Немањић) era il figlio del condottiero e fondatore dello Stato medievale serbo Stefano Nemanja e fratello del primo re serbo Stefano Prvovenčani, nonché il primo arcivescovo serbo ( ) e una figura di spicco nel panorama politico e culturale della sua epoca. 21 Kraljevo, col significato di "città del re ", è sita a 170 km a sud di Belgrado. Il nome le è stato attribuito per via dei vicini monasteri in cui venivano incoronati gli antichi re Serbi. 22 Nikola Tesla (in cirillico Никола Тесла) (Smiljan, 10 luglio 1856 New York, 7 gennaio 1943) è stato un fisico, inventore e ingegnere serbo. 23 Dardania è l antico nome albanese per il Kosovo. 24 Nel 1878 a Prizren, nel sud del Kosovo, fu fondata la "Lega di Prizren", centro del movimento nazionale degli albanesi. L'obiettivo principale fu la liberazione nazionale di tutta la popolazione albanese. 25 L'UCK è un' organizzazione militare con una struttura cellulare e territoriale, modellata sui clan albanesi. 26 Perun è la principale divinità del Pantheon slavo con caratteristiche mitologiche di Signore del Tuono. I suoi simboli sono molteplici: la montagna, la quercia, il firmamento, il cavallo, il carro, le armi di pietra (martello, ascia, freccia), fuoco. Il Cristianesimo ha sostituito la figura di Perun con quella di Sant'Elia, il tonante. 27 Il verso è stato preso dal canto epico Disfatta del Regno dei Serbi tradotto da Slobodanka Ćirić.

6 Dizlokacija Pobede izgubljenih ratova Protivavionska artiljerija izmeċu Ĉukarice, pristaništa i železniĉke stanice lica i nebesa od slame ponekad na hiljade buktinja plane a ponekad ništa nevidljivi avioni bez pilota stizali su muĉki iza planina sejući smrt po mostovima bešumno grmeći sejući bašte leševima Ja nisam imala ja nisam imala prava nikakva prava da budem ovde da odem odande nisam imala ni Politiku ni primrak Dušanovog zakonika nisam imala ruĉni sat ni Anrićeve knjige ni Beogradskog Pobednika niti videh sliku Kalemegdana ja nisam imala knjiga o obradi zemljišta ni Cara ni Maršala ni državljanstva ništa moji su bili Patrijaršija, Novi Pazar i Hilandar, dok se u ruševine i zgarišta sve iznenada nije pretvorilo i pod Tornjem tlo otvorilo. Radnike TV stanice i branioce Zastave hraniteljice ni u džepnom izdanju istorija ne pominje nema Duĉića Jovana ni duvana ali bilo je bombi nad izbeglicama u zbegovima rastrglih tela po putevima i mojih drugova po rovovima jer u mojoj zemlji smrću novi život poĉinje i posle zidovi su se krunili limerija se povijala tela se grĉila i bilo je mrcvarenja jecanja i pitanja kome smo šta to skrivili i pokušaja da se digne iz grobnice bez prozora ja nisam imala niti kuće niti mrvice od kućišta ali sam imala kosturnice, ruševine spomenika i pepeo svetilišta. grešila sam misleći da mogu da ispriĉam sve kako se mora zaustavite ga brzo, brže, najbrže opet leti avion kleti prokleti pogrešiće opet će razoriće ubiće Jedna bomba van svoje putanje neće izmeniti ratno stanje

7 Veĉerajmo u miru sutra ćemo biti hrana gavranima Ni na ovoj zemlji ni na Niškoj pijaci da će poginuti niko znao nije jer nije Raĉak Bellum sacrum već uspešno montiran casus belli telesima iskopanim iz grobnice svetu mozak peru NATO ubojice. Zašto živim na ovom poluostrvu ostrvljenom usred mora zagaċenog gadosti ratne zataškane koje ceo svet prećutkuje i zašto danas na Kosovu bez Trga Cara Lazara i kao turistu smrt me oĉekuje o Carice Milice, sveta muĉenice gde su našeg trpljenja granice? Ćele Kula baca svoje seni seni svetih predaka u meni. na Kosovom Polju piruju grabljivice na Savinim Vodama plaĉe Sveti Sava u Kraljevu ni senke od Kralja u avionu idem avionom u muzej Nikole Tesle stižem kao izbeglica Kosovo se zove Dardania OVK i Prizrenska lega PC pravi cilj Camp Bondsteel zemlja barbara barikada vojnih baza švercera coridora otrovnica pasa lutalica Vojnika KFOR-a i zlotvora džamija na crkvenim temeljima crnih orlova po vrletima cigana lutalica po zgarištima meĉke igraju na vašarima vidovdanska procesija u crno zavijena nejaĉ po enklavama zatvorena ovde je rat rat izgubio Carev se zavet posvetio stigla su vremena za povratak izbeglica nek bar umru na svome kad već ne postoje srpske žrtve statistike ne broje. Zemaljsko je zamaleno carstvo a nebesko uvek i do veka Slobodanka Ćirić

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