ARCIDIOCESI BRINDISI - OSTUNI OPERA VOCAZIONI ECCLESIASTICHE STATUTO

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1 ARCIDIOCESI BRINDISI - OSTUNI OPERA VOCAZIONI ECCLESIASTICHE STATUTO 1

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3 Brindisi, 23 ottobre 2007 L Opera Vocazioni Ecclesiastiche ha svolto il suo lavoro secondo le linee suggerite dall Arcivescovo Mons. Settimio Todisco, che ne ha promulgato lo Statuto il 20 giugno Dopo diversi anni di cammino diocesano dell OVE, e a conclusione dell anno pastorale 2006/2007 dedicato alle vocazioni, si è ritenuto rivederne lo Statuto, includendo in esso tutte le indicazioni riportate nel Regolamento. Il nuovo Statuto viene promulgato in coincidenza con l apertura del nuovo Seminario Arcivescovile, costruito in Brindisi e che verrà benedetto e inaugurato il 18 novembre p.v da Sua Eminenza il Signor Cardinale Tarcisio Bertone. Auguro a tutti i Soci dell OVE di vivere, nella spirito del nuovo Statuto, l invito di Gesù a pregare Dio perché mandi operai nella sua Chiesa. Con la mia benedizione. + Rocco Talucci Arcivescovo 3

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5 PRESENTAZIONE DELLO STATUTO A conclusione dell'anno pastorale dedicato dalla diocesi a Le vocazioni per la spiritualità e l'apostolato, e in occasione dell inaugurazione del nuovo Seminario Arcivescovile in Brindisi, siamo lieti di presentare la nuova edizione dello Statuto dell Opera Vocazioni Ecclesiastiche. Il Padre Arcivescovo benevolmente lo approva e lo consegna ai sacerdoti, agli amici dell Opera Vocazioni Ecclesiastiche e a tutto il popolo di Dio, perché sia motivo di un rinnovato slancio nel servizio a sostegno delle vocazioni, in particolare di quelle sacerdotali. Rendiamo grazie al Signore, padrone della messe, per il dono delle vocazioni nella Chiesa e invochiamo la sua benedizione su tutti coloro che con la preghiera, il sacrificio e la carità operosa, hanno sostenuto e sostengono i cammini di risposta di tanti giovani alla chiamata del Signore. Cristo, sommo ed eterno Sacerdote, rinnovi in tutti, specialmente nei membri dell O.V.E., la passione vocazionale per continuare ad offrire il proprio servizio con semplicità evangelica, nell oggi della storia della diocesi. Brindisi, 23 ottobre 2007 IL CONSIGLIO DELL O.V.E. 5

6 IL MOTU PROPRIO DI ISTITUZIONE La Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi ci ha fatto presente la grande opportunità di istituire un Opera centrale delle Vocazioni Sacerdotali, la quale si proponga di intensificare nei fedeli - con ogni mezzo, ma soprattutto mediante le varie Opere del genere esistenti nelle singole Diocesi - il desiderio di promuovere, custodire ed aiutare le Vocazioni Ecclesiastiche; di divulgare la retta conoscenza della dignità e della necessità del Sacerdozio Cattolico; di unire i fedeli di tutto il mondo in comunione di preghiere e di pie pratiche. Noi pertanto, Motu Proprio e con la pienezza della Nostra Apostolica Autorità, vogliamo e decretiamo eretta, presso la medesima Sacra Congregazione, un'opera delle Vocazioni Sacerdotali a cui diamo il titolo di Pontificia, con facoltà di aggregare Opere ed iscrivere persone che lo domandino, e insieme di estendere le Indulgenze e i favori spirituali, concessi o da concedere, a tutti gli ascritti. Questa Nostra determinazione abbia pieno vigore ed effetto, nonostante qualsiasi difficoltà in contrario. Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 4 del mese di novembre, nella festa di S. Carlo Borromeo, dell'anno 1941, terzo del nostro Pontificato. PIO PP. XII 6

7 CENNI STORICI La Pontificia Opera delle Vocazioni Sacerdotali è stata istituita da Pio XII con la Lettera Apostolica Cum Nobis del 4 novembre 1941, per promuovere, custodire ed aiutare le vocazioni ecclesiastiche, divulgare la retta conoscenza della dignità e della necessità del sacerdozio cattolico. L'Opera Vocazioni Ecclesiastiche ebbe inizio, nella diocesi di Ostuni, con Mons. Orazio Semeraro, rettore del Seminario e Vicario Generale. Nell Arcidiocesi di Brindisi, con Mons. Settimio Todisco, rettore del Seminario, quindi Vicario Generale e poi Arcivescovo di Brindisi-Ostuni. FONDAMENTO BIBLICO Dalla Prima Lettera di Pietro (2, ) Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce. 7

8 FINALITÀ DELL OPERA Favorire la conoscenza della natura, della dignità e della necessità del Sacerdozio Ministeriale. Pregare il Signore Gesù, Padrone della messe, perchè mandi operai alla sua messe. Collaborare nella pastorale vocazionale, a livello diocesano e parrocchiale, con il Centro Diocesano Vocazioni. Promuovere le vocazioni al Ministero Ordinato, mediante l azione di animazione e di orientamento. Valorizzare la presenza e la formazione dei ministranti nelle parrocchie. Sostenere il Seminario e cooperare spiritualmente alla formazione dei seminaristi. SPIRITUALITÀ DELL OPERA La spiritualità degli iscritti si fonda sulla conoscenza dell unico Sacerdozio di Cristo, trasmesso agli apostoli, quindi ai vescovi, loro successori, ed ai presbiteri perché, in persona Christi, proseguano la Sua opera di salvezza, e partecipato a tutti i fedeli mediante il Battesimo. Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l uno all altro, poiché l uno e l altro ognuno a suo proprio modo, partecipano all unico sacerdozio di Cristo. (Lumen Gentium, n. 10) Come fedeli laici, resi partecipi dell ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, gli iscritti, nella ferialità della vita, si uniscono all oblazione dell Eucaristia ed esercitano il proprio sacerdozio comune con la testimonianza di una vita santa, con i sacramenti, con la preghiera e con la carità operosa. 8

9 STRUTTURA DELL OPERA IL PRESIDENTE DIOCESANO Il Presidente diocesano viene nominato dall Arcivescovo; cura la vita e l attività dell O.V.E. e dei suoi iscritti, promovendo uno spirito di comunione e di fraternità. L ASSISTENTE ECCLESIASTICO Il Rettore del Seminario è l Assistente ecclesiastico dell O.V.E. e ne è, quindi, l animatore sacerdotale. Segue i responsabili dell Opera a livello diocesano e parrocchiale e sollecita l attenzione pastorale del presbiterio diocesano nei confronti dell Opera. E tenuto alla celebrazione di due Sante Messe mensili per tutti gli iscritti, vivi e defunti. IL CONSIGLIO DIOCESANO Il Consiglio diocesano è costituito dal presidente diocesano, dall assistente ecclesiastico e dai responsabili di ogni città e paese della diocesi; viene convocato, almeno annualmente, per la programmazione e per la verifica delle principali attività. I RESPONSABILI I responsabili di ogni paese o città sono eletti dai delegati parrocchiali, ogni cinque anni, durante il Convegno diocesano annuale; rimangono in carica per un quinquennio e sono rieleggibili. Collaborano con il presidente per le varie iniziative. I DELEGATI PARROCCHIALI I delegati parrocchiali, nominati dal parroco, sostengono ed animano la vita dell O.V.E nella parrocchia e promuovono l attività vocazionale della parrocchia stessa. E auspicabile siano inseriti nel Consiglio Pastorale Parrocchiale come referenti dell O.V.E. ISCRITTI ED AMICI Sono tutti coloro che hanno a cuore le finalità dell O.V.E., (anche famiglie, case religiose, associazioni, gruppi e movimenti) e ne sostengono le iniziative. SEDE L O.V.E. ha sede presso il Seminario Arcivescovile, in Brindisi. 9

10 IMPEGNI ED ATTIVITÀ DELL OPERA Gli iscritti si impegnano nella preghiera individuale e comunitaria, nella partecipazione all Eucaristia con l offerta della propria vita in unione al sacrificio eucaristico, nella testimonianza e nell opera di sostegno delle vocazioni alla vita presbiterale. L Opera Vocazioni Ecclesiastiche, d intesa con il Seminario, propone: - S. Messa quotidiana - Adorazione eucaristica personale (anche notturna) - Adorazione eucaristica parrocchiale per le vocazioni sacerdotali - Esercizi Spirituali diocesani annuali - S. Rosario e preghiera giornaliera per le vocazioni sacerdotali - Itinerari mensili di formazione - Convegno diocesano annuale - Pellegrinaggio mariano annuale - Visita agli ammalati per la valorizzazione dell offerta della sofferenza a favore delle vocazioni sacerdotali - Partecipazione alla giornata sacerdotale del Giovedì Santo, alle ordinazioni presbiterali e diaconali - Valorizzazione delle iniziative proposte dal Seminario, in particolare di quelle rivolte ai ministranti - Sostegno economico al Seminario attraverso la raccolta di intenzioni di Sante Messe per i vivi e per i defunti, di offerte libere di benefattori (borse di studio, lasciti ) e iniziative varie. In collaborazione con il Centro Diocesano Vocazioni e con il Seminario, l O.V.E. valorizza: - La Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni - La Settimana Vocazionale compresa tra la Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni e la Giornata Diocesana del Seminario - La Giornata Diocesana del Seminario - Le settimane vocazionali parrocchiali e le altre iniziative proposte durante l anno. L Opera Vocazioni Ecclesiastiche è consacrata a Gesù Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote; è posta sotto la materna protezione di Maria Santissima, Regina degli Apostoli, e sotto il patrocinio di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Brindisi, 23 ottobre 2007 L Arcivescovo 10

11 DOCUMENTI DEL MAGISTERO CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Lumen Gentium, Costituzione dogmatica su La Chiesa, 1964, n. 10 Un nuovo popolo sacerdotale: il sacerdozio comune dei fedeli e quello ministeriale e gerarchico ordinato uno all altro. a) Cristo signore, Pontefice assunto di mezzo agli uomini (cfr. Eb. 5, 1-5), fece del nuovo popolo «un regno per sacerdoti per il Dio e Padre suo» (Ap.1,6; cfr. 5, 9-10). Infatti, per la rigenerazione e l unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati a formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le opere del cristiano, spirituali sacrifici, e far conoscere i prodigi di Colui, che dalle tenebre li chiamò all ammirabile sua luce(cfr. 1Pt. 2, 4-10). Tutti quindi i discepoli di Cristo, perseverando nella preghiera e lodando insieme a Dio (cfr.at.2, 42-47), offrano se stessi come vittima viva, santa, gradevole a Dio(cfr. Rom. 12,1), rendano dovunque testimonianza di Cristo e, a chi la richieda, rendano ragione della loro speranza della vita eterna (cfr. I Pt. 3,15). b) Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l uno all altro, poiché l uno e l altro ognuno a suo proprio modo, partecipano dell unico sacerdozio di Cristo (2). Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico in persona di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del regale loro sacerdozio, concorrono all Oblazione dell Eucaristia (3), e lo esercitano col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l abnegazione e l operosa carità. CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Optatam totius, Decreto su La formazione sacerdotale, 1965, n. 2 L incremento delle vocazioni sacerdotali spetta a tutto il popolo di Dio. a) Il dovere di dare incremento alle vocazioni sacerdotali (3) spetta a tutta la 11

12 comunità cristiana, che è tenuta ad assolvere questo compito anzitutto con una vita perfettamente cristiana; a tale riguardo il massimo contributo viene offerto tanto dalle famiglie le quali, se animate da spirito di fede, di carità e di pietà, costituiscono come il primo seminario, quanto dalle parrocchie, della cui vita fiorente entrano a far parte gli stessi adolescenti. I maestri e tutti coloro che in qualsiasi maniera curano l educazione dei fanciulli e dei giovani, specialmente le Associazioni cattoliche, cerchino di coltivare gli adolescenti loro affidati in maniera che essi siano in grado di scoprire la vocazione divina e di seguirla con generosità. Tutti i sacerdoti dimostrino il loro zelo apostolico massimamente nel favorire le vocazioni e con la loro vita umile, operosa, vissuta con interiore gioia, come pure con l esempio della loro scambievole carità sacerdotale e della loro fraterna collaborazione attirino verso il sacerdozio l animo degli adolescenti. b) Ai Vescovi però appartiene stimolare il proprio gregge a favorire le vocazioni, e curare a questo scopo lo stretto collegamento di tutte le energie e di tutte le iniziative; inoltre si comporteranno come padri di aiutare senza risparmio di sacrifici coloro che essi giudicheranno chiamati da Dio. c) Questa fattiva partecipazione di tutto il popolo di Dio all opera della vocazione corrisponde all azione della Provvidenza Divina. Questa elargisce le qualità necessarie ed aiuta con la sua grazia coloro che sono stati scelti da Dio a far parte del sacerdozio gerarchico di Cristo; e nello stesso tempo affida ai ministri della chiesa il compito di chiamare i candidati che aspirino a così grande ufficio con retta intenzione e piena libertà, dopo averne riconosciuta e provata l idoneità, e di consacrarli con il sigillo dello Spirito Santo al culto di Dio e al servizio della Chiesa. d) Il Sacro Concilio in primo luogo raccomanda i mezzi tradizionali di questa comune cooperazione, quali la fervente preghiera, la cristiana penitenza, nonché una istruzione sempre più profonda dei fedeli da impartirsi sia con la predicazione e la catechesi, sia anche con i vari mezzi, che deve tendere a mettere in luce la necessità, la natura e il valore della vocazione sacerdotale. Inoltre il Concilio stabilisce che le Opere delle vocazioni, già erette o da erigersi nelle singole diocesi, regioni o nazioni, a norma delle direttive pontificie, debbano dirigere in maniera metodica e armonica tutta la nazione pastorale per le vocazioni senza trascurare nessuna utile indicazione offerta dalla moderna scienza psicologica e sociologica, e con pari discrezione e zelo la promuovano (5). e) E necessario pio che l Opera delle vocazioni con larghezza di vedute, si apra ai confini delle singole diocesi, nazioni, famiglie religiose o riti e guardando alle necessità della Chiesa universale, arrechi aiuto specialmente a quelle regioni, dove più urgente è la richiesta di operai per la vigna del Signore. 12

13 GIOVANNI PAOLO II, Pastores dabo vobis, Esortazione apostolica postsinodale su La formazione dei sacerdoti nelle circostanze attuali, 1992, n. 38 Contenuti e mezzi della vocazione pastorale. Certamente la vocazione è un mistero imperscrutabile, che coinvolge il rapporto che Dio instaura con l uomo nella sua unicità e irripetibilità, un mistero che viene percepito e sentito come un appello che attende una risposta nel profondo della coscienza, in quel «sacrario dell uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell intimità propria». Ma ciò non elimina la dimensione comunitaria, ed ecclesiale in specie, della vocazione: anche la chiesa è realmente presente e operante nella vocazione di ogni sacerdote. Nel servizio alla vocazione sacerdotale e al suo itinerario, ossia alla nascita, al discernimento e all accompagnamento della vocazione, la chiesa può trovare un modello in Andrea, uno dei primi due discepoli che si pongono al seguito di Gesù. E lui stesso a raccontare al fratello ciò che gli è accaduto: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» (Gv 1,41). E il «racconto» di questa scoperta apre la strada all incontro: «E lo condusse da Gesù» (Gv. 1,42). Nessun dubbio sull iniziativa assolutamente libera e sulla decisione sovrana di Gesù. E Lui che chiama Simone e gli dà un nuovo nome: «Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)» (Gv. 1,42). Ma pure Andrea ha avuto la sua iniziativa: ha sollecitato l incontro del fratello con Gesù. «E lo condusse da Gesù». Sta qui, in un certo senso, il cuore di tutta la pastorale vocazionale della chiesa, con la quale essa si prende cura della nascita e della crescita delle vocazioni, servendosi dei doni e delle responsabilità, dei carismi e del ministero ricevuti da Cristo e dal suo Spirito. La chiesa, come popolo sacerdotale, profetico e regale, è impegnata a promuovere e servire il sorgere e maturare delle vocazioni sacerdotali con la preghiera e con la vita sacramentale, con l annuncio della parola e con l educazione alla fede, con la guida e la testimonianza della carità. La chiesa, nella sua dignità e responsabilità di popolo sacerdotale, ha nella preghiera e nella celebrazione della liturgia i momenti essenziali e primari della pastorale vocazionale. La preghiera cristiana, infatti, nutrendosi della parola di Dio, crea lo spazio ideale perché ciascuno possa scoprire la verità del proprio essere e l identità del personale e irripetibile progetto di vita che il Padre gli affida. E necessario quindi educare in particolare i ragazzi e i giovani perché siano fedeli alla preghiera e alla meditazione della parola di Dio: nel silenzio e nell ascolto potranno percepire la chiamata del Signore al sacerdozio e seguirla con prontezza e generosità. 13

14 La chiesa deve accogliere ogni giorno l invito suadente ed esigente di Gesù, che chiede di «pregare il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe» (Mt. 9,38). Obbedendo al comando di Cristo, la chiesa compie, prima di ogni altra cosa, un umile professione di fede: pregando per le vocazioni, mentre ne avverte tutta l urgenza per la sua vita e per la sua missione, riconosce che esse sono un dono di Dio e, come tali, sono da invocarsi con una supplica incessante e fiduciosa. Questa preghiera, cardine di tutta la pastorale vocazionale, deve però impegnare non solo i singoli ma anche le intere comunità ecclesiali. Nessuno dubita dell importanza delle singole iniziative di preghiera, dei momenti speciali riservati a questa invocazione, a cominciare dall annuale Giornata mondiale per le vocazioni, e dell impegno esplicito di persone e di gruppi particolarmente sensibili al problema delle vocazioni sacerdotali. Ma oggi l attesa orante di nuove vocazioni deve diventare sempre più un abitudine costante e largamente condivisa nell intera comunità cristiana e in ogni realtà ecclesiale. Così si potrà rivivere l esperienza degli apostoli che nel cenacolo, uniti con Maria, attendono in preghiera l effusione dello Spirito (cf At 1,14), il quale non mancherà di suscitare ancora nel popolo di Dio «degni ministri dell altare, annunziatori forti e miti della parola che ci salva». Culmine e fonte della vita della chiesa e, in particolare, di ogni preghiera cristiana, anche la liturgia ha un ruolo indispensabile e un incidenza privilegiata nella pastorale delle vocazioni. Essa, infatti, costituisce un esperienza viva del dono di Dio e una grande scuola della risposta alla sua chiamata. Come tale, ogni celebrazione liturgica, e innanzi tutto quella eucaristica, ci svela il vero volto di Dio, ci fa comunicare al mistero della Pasqua, ossia all «ora» per la quale Gesù è venuto al mondo e verso la quale si è liberamente e volontariamente incamminato in obbedienza alla chiamata del Padre (cf. Gv 13,1), ci manifesta il volto della chiesa quale popolo di sacerdoti e comunità ben compaginata nella varietà e complementarità dei carismi e delle vocazioni. Il sacrificio redentore di Cristo, che la chiesa celebra nel mistero, dona un valore particolarmente prezioso alla sofferenza vissuta in unione con il Signore Gesù. I padri sinodali ci hanno invitato a non dimenticare mai che «attraverso l offerta delle sofferenze, così frequenti nella vita degli uomini, il cristiano ammalato offre se stesso come vittima a Dio, a immagine di Cristo, che per tutti noi ha consacrato se stesso» (cf Gv 17,19) e che «l offerta delle sofferenze secondo tale intenzione, è di grande giovamento per la promozione delle vocazioni». 14

15 PONTIFICIA OPERA PER LE VOCAZIONI SACERDOTALI, Nuove vocazioni per una nuova Europa, 1997, n. 25 Aspetti teologici della pastorale vocazionale Ma quale teologia fonda, ispira e motiva la pastorale vocazionale in quanto tale? La risposta è importante nel nostro contesto, perché fa da elemento mediatore tra la teologia della vocazione e una prassi pastorale con essa coerente, che nasca da quella teologia e vi ritorni. Su questo interrogativo, in effetti il Congresso ha espresso l esigenza di una ulteriore riflessione di studio, nell intento di scoprire i motivi che legano intrinsecamente persone e comunità all azione vocazionale e per evidenziare una migliore relazione tra teologia della vocazione, teologia della pastorale vocazionale e prassi pedagogico-pastorale «La pastorale delle vocazioni nasce dal mistero della Chiesa e si pone al servizio di essa». Il fondamento teologico della pastorale delle vocazioni quindi «può scaturire solo dalla lettura del mistero della Chiesa come misteryum vocationis». Giovanni Paolo II ricorda chiaramente, al riguardo, che la «dimensione vocazionale è connaturale ed essenziale alla pastorale della Chiesa», cioè alla sua vita e alla missione. La vocazione definisce, dunque, in un certo senso, l essere profondo della chiesa, prima ancora che il suo operare. Nello stesso nome, «Ecclesia», è indicata la sua fisionomia vocazionale, poiché essa è veramente assemblea di chiamati. Giustamente allora l Instrumentum laboris del Congresso nota che «la pastorale unitaria si fonda sulla vocazionalità della Chiesa». Di conseguenza, la pastorale delle vocazioni, per natura sua, è un attività ordinata all annuncio di Cristo e all evangelizzazione dei credenti in Cristo. Ecco allora la risposta alla nostra domanda: proprio nella chiamata della Chiesa a comunicare la fede è radicata la teologia della pastorale vocazionale. Ciò riguarda la Chiesa universale, ma si attribuisce in modo speciale ad ogni comunità cristiana, specie nell attuale momento storico del vecchio continente. «Per questa sublime missione do far fiorire una nuova età di evangelizzazione in Europa si richiedono oggi evangelizzatori particolarmente preparati». In proposito conviene richiamare alcuni punti fermi, indicati dall attuale magistero pontificio, poiché divengano punti di partenza della prassi pastorale delle Chiese particolari. a) Una volta evidenziata la dimensione vocazionale della Chiesa, si comprende come la pastorale vocazionale non sia elemento accessorio o secondario, finalizzato semplicemente al reclutamento di operatori pastorali, né momento isolato o settoriale, determinato da una situazione ecclesiale d emergenza, quanto piuttosto un attività legata all essere della Chiesa e dunque anche intimamente inserita nella pastorale generale di ogni Chiesa. 15

16 b) Ogni vocazione cristiana viene da Dio, ma giunge alla Chiesa e passa sempre attraverso la sua mediazione. La Chiesa («ecclesia»), che per nativa costituzione è vocazione, è al tempo stesso generatrice ed educatrice di vocazioni. Di conseguenza la «pastorale vocazionale ha come soggetto attivo, come protagonista la comunità ecclesiale come tale, nelle sue diverse espressioni: dalla Chiesa universale alla Chiesa particolare e, analogamente da questa alla parrocchia e a tutte le componenti del popolo di Dio». c) Tutti i membri della Chiesa, nessuno escluso, hanno la grazia e la responsabilità della cura delle vocazioni. E un dovere che rientra nel dinamismo vitale della Chiesa e nel processo del suo sviluppo. Solo sulla base di questa convinzione la pastorale vocazionale potrà manifestare il suo volto veramente ecclesiale e sviluppare un azione concorde, servendosi anche di organismi specifici e di adeguati strumenti di comunione e corresponsabilità. d) La Chiesa particolare scopre la propria dimensione esistenziale e terrena nella vocazione di tutti i suoi membri alla comunione, alla testimonianza, alla missione,al servizio di Dio e dei fratelli Perciò essa rispetterà e promuoverà la varietà dei carismi e dei ministeri, quindi delle diverse vocazioni, tutte manifestazioni dell unico Spirito. e) Cardine di tutta la pastorale vocazionale è la preghiera comandata dal Salvatore (Mt 9,38). Essa impegna non solo i singoli ma anche le intere comunità ecclesiali. «Dobbiamo rivolgere insistente preghiera al Padrone della messe, perché invii operai alla sua Chiesa, per far fronte alle urgenze della nuova evangelizzazione». Ma l autentica preghiera vocazionale, giova ricordare, merita questo nome e diviene efficace solo quando crea coerenza di vita nell orante stesso, anzitutto, e si associa, nel resto della comunità credente, con l annunzio esplicito e la catechesi adeguata, per favorire nei chiamati al sacerdozio e alla vita consacrata, come a qualsiasi altra vocazione cristiana, quella risposta libera, pronta e generosa, che rende operante la grazia della vocazione. CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, La formazione dei presbiteri nella chiesa italiana, Orientamenti e norme per i seminari, 2006, n La promozione della vocazione presbiteriale. La Chiesa, assemblea dei chiamati, ha, tra i suoi compiti principali, l annuncio del Vangelo della vocazione, cioè della personale chiamata d amore della Trinità, che interpella ogni uomo e ogni donna a rispondere con il dono di sé nella santità, La pastorale vocazionale è l aiuto offerto a ciascuno perché scopra il progetto che Dio gli ha affidato e lo realizzi secondo le necessità della Chiesa, al 16

17 servizio della società. Per questa ragione, «la pastorale vocazionale è la prospettiva originaria della pastorale generale». Le vocazioni si raccolgono fondamentalmente nelle tre forme generali di vita dei laici, dei ministri ordinati e dei consacrati. Se è vero che la comunità cristiana promuove l intero arco di queste possibilità, tuttavia si impegna in modo particolare a favore del ministero ordinato, «poiché essa deve in qualche modo garantire la propria permanenza, il proprio futuro» e assicurare «il fondamento oggettivo della Chiesa, soprattutto attraverso l Eucaristia». «Di qui la traduzione pastorale: il ministero ordinato per tutte le vocazione e tutte le vocazioni per il ministero ordinato, nella reciprocità della comunione». Prima ancora dell azione formativa del seminario, ogni Chiesa particolare e, al suo interno, ogni comunità parrocchiale, è chiamata a promuovere le vocazioni al presbiterato con la fervente preghiera, la testimonianza di un autentica vita cristiana, la proposta esplicita e l indicazione di precisi itinerari vocazionali. Una comunità cristiana che vive intensamente la sua vocazione e la sua missione costituisce infatti il terreno favorevole per il sorgere e maturare delle vocazioni al presbiterato. TALUCCI Mons. ROCCO, Le vocazioni per la spiritualità e l apostolato, Linee Pastorali , n La comunità parrocchiale deve saper pregare per le vocazioni sacerdotali. Deve cioè obbedire al comando del Signore di pregare Il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe. Una comunità che prega avverte l esigenza della presenza di sacerdoti per la sua vita e la sua missione, riconosce che le vocazioni sono dono di Dio e, come tali, sono da invocare con una supplica incessante e fiduciosa (PDV, 38), diventa più disponibile alla volontà di Dio, quindi più santa. E questa è la condizione indispensabile per il rifiorire di una vocazione. Nel radiomessaggio (12 Aprile 1964) per la Prima Giornata Mondiale della Preghiera per le Vocazioni voluta ardentemente dal Servo di Dio Paolo VI, egli stesso diceva: si alzi al cielo la nostra preghiera: dalle famiglie alle parrocchie, dalle comunità religiose, dalle corsie degli ospedali, dallo stuolo dei bambini innocenti affinché crescano le vocazioni e siano conformi ai desideri del Cuore di Cristo. Raccomando e chiedo questa preghiera a tutti i fedeli cristiani: Chi prega per le vocazioni diventa più cristiano e le parrocchie che pregano per le vocazioni diventano mediatrici di vocazioni. Se è vero che la chiamata sacerdotale è dono gratuito di Dio è anche vero che non viene mai elargita fuori o indipendente dalla 17

18 chiesa, ma passa sempre nella chiesa o mediante la chiesa (PDV, 35). Il primo responsabile dell attenzione è il Vescovo. Sono consapevole di questo compito pur bisognoso della necessaria collaborazione. La paternità del Vescovo si prolunga con l imposizione delle mani che garantisce la continuità del ministero presbiterale. Con me sono solidali e corresponsabili i Sacerdoti nella ricerca e nella promozione delle vocazioni sacerdotali. Così afferma il Concilio: spetta ai Sacerdoti, nella loro qualità di educatori della fede, di curare che ciascuno dei fedeli sia condotto nello Spirito Santo a sviluppare la propria vocazione specifica (PO n 6). Il Presbitero partecipa della sollecitudine della chiesa intera perché nel popolo di Dio sulla terra non manchino mai gli operai. Il Papa, nella PDV, chiede ai sacerdoti di considerare primo e persuasivo fattore di fecondità vocazionale la loro stessa vita, la loro dedizione, la loro testimonianza, la loro concordia fraterna e il loro zelo per l evangelizzazione del mondo (cfr. n 41). Anche la famiglia in virtù del Sacramento del Matrimonio, partecipa del compito educativo della chiesa maestra e madre ed è chiamata ad offrire le condizioni favorevoli per la nascita delle vocazioni. La famiglia, che vive tempi difficili, deve essere sostenuta dalla parrocchia perché sappia reggere e rimanere fedele al suo Signore, sappia accogliere il dono della vita e sappia educare all amore. Un invito rivolgo agli operatori della Scuola, da sempre considerata comunità educante, sia come insegnanti cristiani che come insegnanti di religione cattolica, a far passare nell animo degli studenti il desiderio di compiere la volontà di Dio nello stato di vita più idoneo a ciascuno, senza escludere la vocazione al ministero sacerdotale (cfr. PDV n 41). Siano sensibili anche i singoli fedeli, in particolare i catechisti e gli animatori giovanili, a sostenere il valore della vocazione sacerdotale e i ragazzi che ne avvertono la chiamata. Benedico i vari gruppi vocazionali (CDV-GOV-OVE-Samuel-Germoglio) che in diocesi, in parrocchia e in seminario preparano, agiscono e soffrono per le vocazioni sacerdotali e religiose, assicurando anche il sostegno morale e materiale. Oggi lo Spirito fa sorgere nella Chiesa gruppi, movimenti e associazioni di fedeli laici per una presenza missionaria nel mondo. In queste aggregazioni alcuni giovani hanno avvertito la chiamata del Signore a seguirlo nella via del sacerdozio ministeriale in piena comunione con la Chiesa. La Parrocchia senta, e faccia sentire, come proprio il problema delle vocazioni sacerdotali senza che venga delegato a pochi incaricati. Esso si colloca nel cuore stesso della Chiesa e deve stare a cuore ad ogni cristiano per amare veramente la Chiesa. 18

19 INDICE Lettera dell Arcivescovo Presentazione dello Statuto Motu proprio di istituzione della Pontificia Opera delle Vocazioni Sacerdotali, di Pio XII Statuto Documenti del Magistero In copertina: Duccio di Buoninsegna L apparizione di Cristo sul monte della Galilea 19

20 20 Finito di stampare nel mese di ottobre 2007 dalla Nuova srl Ostuni (Br)

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