XII. Alimenti ed erbe per la salute e il benessere

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1 XI Le raccomandazioni delle varie società scientifiche di nutrizione e degli organismi preposti alla tutela della salute della popolazione, per molti anni, sono state incentrate su indicazioni relative a cosa non mangiare ovverosia quali alimenti, contenenti particolari nutrienti ritenuti dannosi per la salute (grassi saturi, colesterolo, sodio, ecc.), è preferibile non consumare, o perlomeno limitare. Negli ultimi anni, al contrario, buona parte della ricerca sugli alimenti e la nutrizione sta ponendo l attenzione su cosa mangiare, ritenendo che questo possa essere altrettanto, se non più, importante. Sono ormai numerosi gli studi che mettono in relazione la minore incidenza di tumori, malattie cardiovascolari e patologie di tipo degenerativo con il consumo di particolari alimenti. Per di più, il consumo di alcuni di questi alimenti buoni viene associato non solo all aspetto preventivo di specifiche patologie, ma anche ad una possibile azione terapeutica. In parallelo, negli ultimi anni, la domanda di alimenti salutistici e di integratori da parte dei consumatori è in continua crescita tanto da far registrare un giro d affari, in Italia, di circa un miliardo e mezzo di euro. Tutto ciò potrebbe sembrare più una moda che una reale necessità; pur tuttavia, questa tendenza può anche essere vista in maniera positiva, se si tiene conto che questo atteggiamento è il riflesso di una maggiore informazione dei cittadini su quello che portano in tavola quotidianamente. Nel complesso, l attenzione dei consumatori al momento dell acquisto di un prodotto sembra sia rivolta, oltre a considerazioni relative al gusto e in generale all aspet-

2 XII Alimenti ed erbe per la salute e il benessere to gastronomico, anche ad elementi quali funzionalità, freschezza e naturalità. C è poi da dire che se fino a qualche anno fa il consumatore salutistico poteva essere inserito in categorie socio-economiche ben definite e limitate, ai giorni nostri, invece, è più difficile tracciarne un profilo preciso. Con il crescere del livello culturale medio, i diversi ceti sociali si avvicinano e gli stili di consumo tendono a diventare trasversali rispetto ad essi. Questo diverso atteggiamento del consumatore sta andando di pari passo, negli ultimi anni, con la rapida immissione sul mercato di sempre nuovi prodotti alimentari (naturali, integrali, low e light, fortificati, multi-vitaminici, integratori e functional foods) che sono stati definiti innovativi perché, oltre al tradizionale apporto di nutrienti, promettono effetti salutistici di varia natura. Questa situazione suscita un certo grado di preoccupazione poiché un settore come quello alimentare è tutt altro che esente dal rischio che alcune aziende, poco attente al rispetto della corretta informazione dei consumatori, pur di lanciare sul mercato sempre nuovi prodotti, pubblicizzati come alimenti o integratori miracolosi, utilizzino a sostegno delle loro tesi commerciali i risultati, spesso solo parziali o non definitivi, della ricerca scientifica, che anche se seria e imparziale può essere a volte relativa a lavori condotti solamente in laboratorio ( Principali metodi di studio su cui si basa la ricerca scientifica). A confondere ulteriormente il consumatore, poi, c è il mondo dei media (giornali, riviste, televisione, siti web) che trattano di alimentazione e salute, dove vengono riportati, spesso in toni entusiastici, moltissimi studi scientifici che dimostrerebbero gli effetti benefici di particolari alimenti o di sostanze in essi contenute. In realtà, è sempre raccomandabile non prestare eccessiva attenzione a messaggi troppo ottimistici, per evitare di arrecare più danni che benefici alla propria salute. Prendiamo ad esempio la grande popolarità di cui godono da alcuni anni gli antiossidanti, sostanze, come si sente dire spesso negli slogan pubblicitari, in grado di contrastare l invecchiamento e i danni causati dai cosiddetti radicali liberi, considerati se non responsabili almeno una concausa dello sviluppo di svariate malattie degenerative nonché dell invecchiamento. Ebbene, nonostante anni di studi e di ricerche, non si è ancora scoperto con esattezza come si realizzi quest azione protettiva; quel che sappiamo è che le persone con stili di vita corretti pratica regolare dell attività

3 XIII fisica e abitudini alimentari sane, con scelta ampia e variata di cibi naturalmente ricchi di sostanze antiossidanti soffrono meno i danni causati dai radicali liberi, ma non è chiaro se questo sia dovuto ai singoli antiossidanti, al loro effetto combinato, oppure all effetto sinergico con altri elementi presenti nei cibi stessi. Anche per gli antiossidanti, pertanto, è inutile e potenzialmente dannoso focalizzarsi sulle singole sostanze, privandosi magari dell apporto di altri alimenti. Le aziende produttrici tendono però a reclamizzare come ricchi di antiossidanti determinati alimenti o integratori utilizzando messaggi salutistici per aumentare le vendite di un particolare prodotto, magari per risollevarlo da una crisi di popolarità. L informazione relativa alla salute soffre, spesso, di un eccessiva produzione di articoli, a volte anche contraddittori, che si traduce per i lettori in un vero e proprio bombardamento mediatico in grado di disorientarli più che di fornire loro le conoscenze utili per favorirne scelte di acquisto consapevoli. Il risultato è che i messaggi che varrebbe realmente la pena di trasmettere (adottare uno stile di vita attivo, seguire una dieta equilibrata e non ipercalorica, aumentare il consumo di frutta e verdura) si perdono in una marea di notizie di scarso rilievo. La convinzione che alcuni cibi siano una sorta di panacea per tutti i mali è molto pericolosa, perché genera una sensazione di falsa sicurezza e può far dimenticare la necessità di adottare una dieta varia ed equilibrata. In realtà, non esiste alcun alimento, né tanto meno integratore, miracoloso che garantisca una protezione dalle malattie, ma solo la possibilità di prevenire queste ultime alimentandosi correttamente. Questo non significa che adottare una dieta equilibrata e contenere l apporto di calorie non possa dare un contributo alla salute e alla prevenzione delle malattie, anzi! Queste sono sicuramente delle ottime strategie per mantenersi sani a lungo. Quel che vogliamo sottolineare è l importanza di porsi con spirito critico di fronte alle varie novità che presenta il mercato. Attenzione quindi alla pubblicità aziendale esagerata, e in qualche caso al limite del falso, che può trarre in inganno. Attualmente, le legislazioni a livello europeo non sono armoniche e variano da Paese a Paese. Sino ad oggi, l articolo 2 del D.lgs. 109/92, ponendo l attenzione sul divieto di attribuire ai prodotti alimentari proprietà atte a prevenire, curare o guarire una malattia umana, fatte salve le disposizioni comunitarie relative alle acque minerali naturali e ai prodot-

4 XIV Alimenti ed erbe per la salute e il benessere ti alimentari destinati ad un alimentazione particolare, ha rappresentato il principio fondamentale a cui i messaggi pubblicitari si devono attenere. Recentemente, proprio in considerazione di questa situazione, il presidente dell Antitrust ha opportunamente inviato una lettera al Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori e ai vertici dell Autorità europea per la sicurezza alimentare, nella quale si raccomanda estrema prudenza nell autorizzare frasi pubblicitarie (claim) sui singoli prodotti in attesa che vengano stabilite delle linee-guida a livello europeo. Ma cosa si intende per claim? Il claim viene definito dal Codex Alimentarius come: qualsiasi messaggio o rappresentazione, incluse quelle grafiche e simboliche, che stabilisce, suggerisce o implica che un prodotto ha particolari caratteristiche che sono in relazione con la sua origine, proprietà nutrizionali, natura, produzione, modo di lavorazione, composizione ed ogni altra qualità. I claim relativi al miglioramento di una funzione biologica e alla riduzione del rischio di malattia devono essere il più possibile corretti, chiari e basati su fondamenti scientifici, ma soprattutto non devono trarre in inganno, attribuendo ai prodotti proprietà che di fatto non possiedono. Secondo l Autorità, i claim sugli effetti salutistici dei prodotti alimentari autorizzati dalla Commissione europea possono essere utilizzati in modo strumentale da parte delle aziende, inseriti in messaggi pubblicitari volti a enfatizzare la situazione patologica o a banalizzare specifici problemi di salute. È infatti esperienza di ogni giorno ascoltare slogan pubblicitari salutistici (health claims) che le aziende produttrici utilizzano promettendo miglioramenti del sistema immunitario, riduzione del peso e del colesterolo e tanti altri effetti benefici per la salute. Questi claim, a volte, sono utilizzati non tanto per qualificare, con una corretta informazione, le proprietà del prodotto, quanto piuttosto per esaltarne l efficacia in termini non proporzionati alla sua natura e agli effetti che ci si può ragionevolmente aspettare di ottenere. Negli ultimi due anni, l Autorità europea per la sicurezza alimentare, richiesta di un parere in merito, ha pubblicato alcuni dossier, relativi ai vari claim, bocciando gran parte delle diciture utilizzate sulle etichette e nella pubblicità. Sarebbe dunque auspicabile che, come sostenuto dall Autorità italiana, le linee-guida fossero individuate e stabilite a livello comunitario per garantire un uniforme e omogenea applicazione della disciplina fra gli Stati membri e la certezza del rispetto di regole comuni per le imprese che operano nel mercato europeo.

5 XV Data quindi la situazione attuale, abbiamo cercato con questo nostro testo di contribuire, almeno in parte, a fare un po di chiarezza su quanto oggi realmente la ricerca scientifica conosce sugli effettivi benefici per la salute umana di alcuni alimenti largamente consumati, da un ampia parte della popolazione, in virtù delle loro pubblicizzate proprietà salutistiche. Va sottolineato che, di pari passo con l aumento del consumo di alimenti/integratori salutistici e a partire dalle stesse motivazioni, è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni l uso delle erbe, non solo nella forma classica di infusi e tisane, ma anche come ingredienti nella formulazione degli integratori alimentari che ormai possono essere acquistati liberamente anche al supermercato. La presenza di alcune componenti a base di erbe negli integratori deriva dalla definizione stessa di integratori alimentari vale a dire i prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di nutrienti o sostanze con effetto fisiologico... sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate (capsule, pastiglie, compresse, polveri in bustina, liquidi in fiale, flaconi con contagocce, ecc.)... per fornire un apporto predefinito di nutrienti e/o sostanze ad effetto fisiologico. L effetto fisiologico degli integratori che contengono una o più piante è dovuto alla presenza di sostanze che, nella maggior parte dei casi, non sono classificabili come nutrienti in senso stretto. Gli integratori a base di erbe devono essere distinti nettamente dalle fitomedicine (veri e propri farmaci vegetali): infatti, per tipologia, contenuto di principi caratteristici e modalità di consumo non hanno finalità terapeutiche. A questo tipo di integratori viene riconosciuto un ruolo fisiologico, che si esplica attraverso il supporto alle normali funzioni dei diversi apparati e organi. Nella seconda parte del libro, quindi, abbiamo voluto prendere in considerazione e affrontare con lo stesso spirito critico, alla luce delle evidenze sperimentali più recenti, alcune delle piante più utilizzate per la prevenzione e la cura di disturbi e patologie molto comuni. Ci auguriamo di essere riusciti nell intento di informare, quanto più correttamente possibile, sia i consumatori sia le varie figure professionali che operano nel campo della nutrizione umana, fornendo un testo di facile consultazione che sia di aiuto a fare chiarezza su un argomento di sempre maggiore interesse e impatto.