MINISTERO DELL INTERNO COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO DI CREMONA LA NUOVA PREVENZIONE INCENDI
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1 MINISTERO DELL INTERNO COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO DI CREMONA LA NUOVA PREVENZIONE INCENDI Gruppo Interprofessionale Provincia di Cremona 4 NOVEMBRE 2011 Direttore Dott. Ing. Massimiliano RUSSO 1
2 INDICE IL D.P.R. 151/2011 LA NUOVA MODULISTICA DI PREVENZIONE INCENDI LA GESTIONE DEL TRANSITORIO IL S.U.A.P CONCLUSIONI 2
3 INDICE IL D.P.R. 151/2011 LA NUOVA MODULISTICA DI PREVENZIONE INCENDI LA GESTIONE DEL TRANSITORIO IL S.U.A.P CONCLUSIONI 3
4 DAL D.M AL D.P.R. 151/2011 D.M MODIFICAZIONI DEL DM 27 SETTEMBRE 1965, CONCERNENTE LA DETERMINAZIONE DELLE ATTIVITÀ SOGGETTE ALLE VISITE DI PREVENZIONE INCENDI Allegato con 97 attività soggette al controllo dei VV.F. (d.m.) D.P.R. n. 151 del (G.U. 221 del ) REGOLAMENTO RECANTE SEMPLIFICAZIONE DELLA DISCIPLINA DEI PROCEDIMENTI RELATIVI ALLA PREVENZIONE DEGLI INCENDI, A NORMA DELL ARTICOLO 49, COMMA 4-QUATER, DEL DECRETO-LEGGE 31 MAGGIO 2010, N. 78, CONVERTITO, CON MODIFI CAZIONI, DALLA LEGGE 30 LUGLIO 2010, N Allegato I - Elenco attività soggette al controllo dei VV.F. (A.I) Allegato II - Tabella Equiparazione attività soggette (A.II) (IN VIGORE DAL ) (d.p.r.) 4
5 IL D.P.R. 151/2011 OBIETTIVI DEL NUOVO DECRETO: Snellire l attività della P.A. semplificando i procedimenti di Prevenzione Incendi, nel caso di nuove attività o modifiche delle esistenti; Tutelare la pubblica incolumità concentrando i controlli dei VV.F. sulle attività a rischio incendio elevato (v. principio di proporzionalità). 5
6 IL D.P.R. 151/2011 attività soggette al controllo dei vigili del fuoco: D.P.R. N. 689/1959 D.M D.P.R. N. 151/2011 IERI 54+7 attività; 97 attività. OGGI 80 attività. DOMANI D.M. di cui all art.2 co. 7 ( nuovo D.M ) Aggiornamento dell All. I al DPR 151/2011 con nuove attività. 6
7 IL D.P.R. 151/2011 DISPOSIZIONI EMANATE: D.P.R. N. 151 del 1 agosto 2011 (G. U. n. 221 del ); L.C. DCPREV PROT DEL Primi indirizzi applicativi; L.C. DCPREV PROT DEL Precisazioni. 7
8 IL D.P.R. 151/2011 Art. 2 Finalità ed ambito di applicazione Individua le attività soggette al controllo dei vigili del fuoco e disciplina la verifica delle condizioni di sicurezza antincendio attraverso: Esame dei progetti; Visite tecniche Deroghe Nuovi Procedimenti: N.O.F. (progetti complessi); Visite in corso d opera (rispondenza disposizioni P.I. anche durante la realizzazione dell opera). 8
9 IL D.P.R. 151/2011 Art. 2 Finalità ed ambito di applicazione Suddivide le attività soggette in 3 categorie in relazione a: Dimensione dell impresa; Settore di attività; Esistenza di regole tecniche (norme verticali); Esigenze di tutela della pubblica incolumità. 9
10 IL D.P.R. 151/2011 Soggette alla redazione del rapporto di sicurezza 10
11 IL D.P.R. 151/
12 IL D.P.R. 151/
13 IL D.P.R. 151/2011 Art. 12 Abrogazioni D.P.R. n. 689 del ; D.P.R. n. 37 del ; D.P.R. n. 214 del (g.p.l.); D.M ; Art. 6 co. 8 D.P.R. n. 380 del ; (5) Aggiornamento art. 16 D.Lgs. N. 139 del (6) 13
14 CAT.A: IL D.P.R. 151/2011 E stato introdotto il principio di proporzionalità: Attività con regola tecnica e limitato livello di complessità (consistenza attività, affollamento, quantitativo materiali presente). CAT. B: Attività della stessa tipologia della cat. A ma con maggior livello di complessità; Attività sprovviste di regola tecnica. CAT. C: Attività con elevato livello di complessità indipendentemente dalla presenza di una regola tecnica. 14
15 IL D.P.R. 151/2011 E stato introdotto il principio di proporzionalità di derivazione comunitaria secondo il quale si può valutare la legittimità di un atto che imponga un obbligo o una sanzione in relazione alla sua idoneità al raggiungimento degli scopi voluti. Meglio: la misura adottata dalla P.A. deve essere proporzionata agli obiettivi da raggiungere 15
16 CAT.A: IL D.P.R. 151/2011 Quindi, secondo il principio di proporzionalità: Attività con regola tecnica e limitato livello di complessità (consistenza attività, affollamento, quantitativo materiali presente). CAT. B: Attività della stessa tipologia della cat. A ma con maggior livello di complessità; Attività sprovviste di regola tecnica. CAT. C: Attività con elevato livello di complessità indipendentemente dalla presenza di una regola tecnica. 16
17 IL D.P.R. 151/
18 Suddivisione in categorie 18
19 IL D.P.R. 151/2011 Categoria A: No approvazione del progetto; Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.); Controlli di Prevenzione Incendi a campione o con programmi settoriali. 19
20 IL D.P.R. 151/2011 Categoria B: Valutazione del progetto entro 60 gg; Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.); Controlli di Prevenzione Incendi a campione o con programmi settoriali. 20
21 IL D.P.R. 151/2011 Categoria C: Valutazione del progetto entro 60 gg; Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.); Visita di P.I. per il Rilascio del C.P.I. 21
22 Categoria A 4b depositi di gpl in serbatoi < 5 m 3 ; D.M : (4b) depositi di gpl in serbatoi > 0,3 m 3 ; 12 depositi/rivendite di liquidi con p.i. >65 C e < 9 m 3 ; depositi liquidi inf./comb. - (15) uso ind.le: >0,5 m 3 ; - (16) uso comm.le: >0,2 m 3 ; (17) depositi oli lubrif. diat. > 1 m 3 ; 13 distributori carburanti p.i. >65 C < 9 m 3 (18) distributori carburanti 49 gruppi elettrogeni < 350 kw benzina gasolio miscele 22 (64) gruppi elettrogeni > 25 kw
23 Categoria A 66 alberghi < 50 posti letto 67 scuole e asili nido < 150 persone 68 strutture sanitarie < 50 posti letto o 1000 m 2 69 locali esposizione o vendita < 600 m 2 71 aziende ed uffici < 500 persone 74 centrali termiche < 350 kw 75 autorimesse < 1000 m 2 77 edifici altezza antincendio < 32 m 80 gallerie stradali > 500 m e ferroviarie >2000m D.M (84) alberghi > 25 posti letto; (85) scuole > 100 persone; (86) strutture sanitarie > 25 posti letto; (87) locali esposizione o vendita > 400 m 2 (89) aziende ed uffici > 500 persone (91) centrali termiche > 116 kw (92) autorimesse > 9 autoveicoli (94) edifici altezza antincendio > 24 m
24 Categoria B 65 Loc. Pubb. Spett < 200 persone 66 Alberghi < 100 p. l. campeggi 67 Scuole >150 e < 300 persone 68 strutture sanitarie < 100 posti letto o > 1000 m 2 69 locali esposizione o vendita < 1500 m 2 71 aziende ed uffici > 500 e < 800 persone 74 centrali termiche > 350 e > 700 kw 75 autorimesse >1000 e < 3000 m 2 77 edifici altezza antincendio > 32 e < 54 m D.M (83) loc. pubb. Spett. >100 ps. (84) alberghi > 25 posti letto; (85) scuole > 100 persone; (86) strutture sanitarie > 25 posti letto; (87) locali esposizione o vendita > 400 m 2 (89) aziende ed uffici > 500 persone (91) centrali termiche > 116 kw (92) autorimesse > 9 autoveicoli (94) edifici altezza antincendio > 24 m 24
25 IL D.P.R. 151/2011 NUOVE ATTIVITÀ: 55 attività di demolizioni di veicoli e simili con relativi depositi di Sup. superiore a 3000 m 2 (catt. B, C). 73 Edifici e/o complessi edilizi a uso terziario e/o industriale caratterizzati da promiscuità strutturale e/o dei sistemi delle vie di esodo e/o impiantistica con presenza di persone superiore a 300 unità, ovvero di superficie complessiva superiore a m 2, indipendentemente dal numero di attività costituenti e dalla relativa diversa titolarità. (Complessi gestiti da più soggetti che necessitano del coordinamento delle misure di prev, prot, e gestione antincendio) (catt. B, C). 25
26 IL D.P.R. 151/2011 NUOVE ATTIVITÀ: 78 Aerostazioni, stazioni ferroviarie, stazioni marittime, con superficie coperta accessibile al pubblico superiore a m 2 ; metropolitane in tutto o in parte (le grandi stazioni tendono ad assumere i caratteri di centri polifunzionali) (cat. C) 79 Interporti con superficie superiore a m 2 (cat. C) 80 Gallerie stradali di lunghezza superiore a 500 m e ferroviarie superiori a 2000 m (cat. A) 26
27 IL D.P.R. 151/2011 NUOVE ATTIVITÀ: Devono assolvere agli obblighi di cui al D.P.R. 151/2011 entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto: 7 OTTOBRE
28 IL D.P.R. 151/2011 MODIFICHE ALLE ATTIVITÀ: Obbligo del titolare dell attività di riavviare le procedure di P.I. quando: Aggravio delle preesistenti condizioni di sicurezza antincendio; Modifiche di lavorazione o strutture; Nuove destinazioni dei locali; Variazioni quali/quantitative delle sostanze pericolose; Modifica delle condizioni di sicurezza accertate. 28
29 IL D.P.R. 151/
30 IL D.P.R. 151/2011 ESITO DEI CONTROLLI: rispetto prescrizioni previste dalla normativa P.I. + sussistenza requisiti antincendio. Att. All. I Cat. A, B ESITO POSITIVO ESITO NEGATIVO controlli a campione o settoriali entro 60 gg dalla SCIA rilascio copia del verbale di visita tecnica su richiesta dell interessato; adozione provvedimenti divieto prosecuzione attività a meno di adeguamento entro 45 gg previa rimozione effetti dannosi. Att. All. I Cat. C controlli entro 60 gg dalla SCIA e rilascio CPI 30
31 INDICE IL D.P.R. 151/2011 LA NUOVA MODULISTICA DI PREVENZIONE INCENDI LA GESTIONE DEL TRANSITORIO IL S.U.A.P CONCLUSIONI 31
32 MODULISTICA DI P.I mod. PIN 1 richiesta parere di conformità 2- mod. PIN 2 richiesta di deroga 3- mod. PIN 3 richiesta di rilascio CPI 4- mod. PIN 3_GPL richiesta di rilascio CPI per depositi GPL 5- mod. PIN 4 dichiarazione inizio attività (D.I.A.) 6- mod. PIN 5 rinnovo C.P.I. 7- mod. PIN 6 dichiarazione nulla mutato 8- mod. PIN 7 perizia giurata 32
33 MODULISTICA DI P.I mod. CERT. REI. certificazione di resistenza fuoco 10- mod. REL. REI. relazione valutativa resistenza fuoco 11- mod. DICH.RIV.PROT. dichiarazione rivestimenti protettivi 12- mod. DICH. CORRISP. dichiarazione corrispondenza in opera: eliminato 13- mod. DICH. POSA OPERA - dichiarazione posa opera porte e reazione al fuoco 14- mod. DICH. IMP. dichiarazione impianti con progetto antecedente alla Legge n. 46/ mod. CERT. IMP. certificazione impianti 16- mod. DICH.CONF. - dichiarazione di conformità nel settore della reazione al fuoco 33
34 MODULISTICA DI P.I
35 MODULISTICA DI P.I
36 MODULISTICA DI P.I L.C.P.515/4101 sott.72/e.6 del ) mod. CERT. REI certificazione di resistenza fuoco di prodotti/elementi costruttivi in opera 2) mod. DICH.PROD dichiarazione inerente i prodotti impiegati ai fini della reazione e della resistenza al fuoco e dispositivi di apertura delle porte - mod. DICH.RIV.PROT dichiarazione rivestimenti protettivi non al Comando VF ma tenuto presso l attività - mod. DICH. POSA OPERA - dichiarazione posa opera porte e reazione al fuoco non al Comando VF ma tenuto presso l attività 36
37 MODULISTICA DI P.I L.C.P.515/4101 sott.72/e.6 del ) mod. DICH. IMP dichiarazione di corretta installazione e funzionamento dell impianto 4) mod. CERT. IMP certificazione di corretta installazione e funzionamento dell impianto 37
38 MODULISTICA DI P.I L.C. DCPREV PROT DEL (Nelle more del D.M. dell art. 2 co. 7) 1- mod. PIN 1 VALUTAZIONE PROGETTO; titolare attività/profess 2- mod. PIN 2 SCIA; titolare attività 3- mod. PIN 2.1 ASSEVERAZIONE; professionista 4- mod. PIN 3 RINNOVO PERIODICO titolare attività 5- mod. PIN 3.1 ASSEVERAZIONE PER RINNOVO professionista mod. PIN 4 DEROGA titolare attività 7- mod. PIN 1 bis N.O.F. titolare attività 8- mod. PIN 2 bis VERIFICA IN CORSO D OPERA L.C. DCPREV PROT DEL mod. PIN 2_gpl SCIA GPL; titolare attività 2- mod. PIN 2.1_gpl DICHIARAZIONE DI CONFORMITA profes. o resp. tecnico 3- mod. PIN 3_gpl RINNOVO PERIODICO titolare attività 4- mod. PIN 3.1_gpl DICHIARAZ. PER RINNOVO professionista 38
39 MODULISTICA DI P.I Un occhiata alla modulistica 39
40 MODULISTICA DI P.I Le responsabilità del Titolare dell attività Dal 7 Ottobre 2011, data di entrata in vigore del DPR 151/2011, ai sensi dell art. 20 co. 1 DLgs. 139/2006, l omissione di richiesta o di rinnovo del CPI è punita penalmente con arresto sino a un anno o con ammenda da 258,00 a 2.582,00. 40
41 MODULISTICA DI P.I Le responsabilità del Titolare dell attività Se luogo di lavoro, soggetto al DLgs. 81/2008 e s.m.i., l omissione di valutazione progetto o richiesta del CPI è punita penalmente con arresto da due a quattro mesi o con ammenda da 1.000,00 a 4.800,00 per il datore di lavoro e il dirigente. (art.63 co. 1 - requisiti di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro) 41
42 MODULISTICA DI P.I Le responsabilità del Titolare dell attività Il titolare dell attività, sotto la propria responsabilità, SEGNALA con la SCIA (dichiarazione di atto notorio) l inizio dell attività o il rinnovo periodico di conformità. 1) art. 75 e 76 DPR 445/2000; (****) 2) art. 19 co. 6 L.241/1990 mod. PIN SCIA mod. PIN RINNOVO PERIODICO 42
43 MODULISTICA DI P.I Le responsabilità del Tecnico abilitato Il tecnico abilitato, sotto la propria responsabilità, ASSEVERA, con apposita modulistica, la conformità dell opera alle pertinenti regole tecniche di prevenzione incendi nonché al progetto approvato dal Comando Provinciale VVF. 1) art. 359 c.p.; 2) art. 481 c.p. ; 3) art. 19 co. 6 L. 241/1990; 4) art. 20 co. 2 D.Lgs. 139/2006. mod. PIN ASSEVERAZIONE 43
44 MODULISTICA DI P.I Le responsabilità del Tecnico abilitato e iscritto negli elenchi M.I. di cui al D.Lgs. 139/2006 Il tecnico abilitato e iscritto, sotto la propria responsabilità, CERTIFICA, con apposita modulistica, la sussistenza dei requisiti antincendio di cui alla apposita modulistica. 1)art. 359 c.p.; 2) art. 481 c.p. 3) art. 19 co. 6 L. 241/1990 4) art. 20 co. 2 D.Lgs. 139/2006 mod. PIN ASSEVERAZIONE PER RINNOVO 44
45 INDICE IL D.P.R. 151/2011 LA NUOVA MODULISTICA DI PREVENZIONE INCENDI LA GESTIONE DEL TRANSITORIO IL S.U.A.P CONCLUSIONI 45
46 LA GESTIONE DEL TRANSITORIO: ALCUNI CASI L.C. DCPREV PROT DEL )Attività che hanno chiesto il PARERE prima del 7 ottobre 2011: Il Comando si esprime con il rilascio del parere (anche per attività di cat. A); 2) Attività che hanno ottenuto il PARERE prima del 7 ottobre 2011: devono completare il procedimento con il DPR 151 consegnando la SCIA; 3) Attività che hanno CPI che scade dopo il 7 ottobre 2011: devono effettuare il rinnovo periodico con le periodicità dell art. 5 del DPR 151 (u.t. 10 anni); 46
47 LA GESTIONE DEL TRANSITORIO: ALCUNI CASI L.C. DCPREV PROT DEL )Attività che hanno chiesto il CPI prima del 7 ottobre 2011 e non hanno terminato il procedimento al : a) attività che hanno presentato la DIA: il Comando ricataloga la pratica e in caso di cat. C effettua il sopralluogo per il rilascio del CPI; b) attività che non hanno presentato la DIA: il Comando ricataloga la pratica e richiede al titolare la SCIA, in caso di esito negativo effettua dopo 30 gg il sopralluogo. 47
48 INDICE IL D.P.R. 151/2011 LA NUOVA MODULISTICA DI PREVENZIONE INCENDI LA GESTIONE DEL TRANSITORIO IL S.U.A.P CONCLUSIONI 48
49 IL S.U.A.P. SPORTELLO UNICO attività produttive: Il DPR 160/2010 ha introdotto il Regolamento per la Semplificazione e il riordino della disciplina sullo Sportello Unico per le Attività Produttive. Tra le novità: Il SUAP è soggetto unico territoriale per le Attività produttive al quale presentare in via telematica tutta la documentazione; Il SUAP la inoltra, sempre via telematica, agli altri Enti competenti l istanza; Il portale impresainungiorno.it è il raccordo tra le Amministrazioni interessate; 49
50 SUAP: LA NORMATIVA 1) Art. 19 della legge 241/90 così come modificato dal D.L. 78/10 (L. 122/10); 2) art. 49 quarter L.122/10; 3)D.P.R.160/2010; 3)DPR 151/
51 IL S.U.A.P. SPORTELLO UNICO attività produttive: Tra i procedimenti del SUAP: 1.PROC. AUTOMATIZZATO (SCIA) ATT. ALL I, Cat. A 2.PROC. UNICO (ORDINARIO) (NO SCIA) ATT. ALL I, Catt. B, C 51
52 IL S.U.A.P. PROCEDIMENTO AUTOMATIZZATO: Presentazione SCIA verifica completezza formale rilascio ricevuta in modo automatico (titolo autorizzatorio) La SCIA non è applicabile: 1.Attività prive di regole tecniche specifiche; 2.Ingegneria della sicurezza antincendio D.M ; 3.Deroghe. Applico la SCIA alle attività di cui all All I cat. A. 52
53 Attività dell allegato 1 del D.P.R. n.151\2011per le quali si può applicare la SCIA QUINDI Fra tutte le attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco di cui all allegato 1 del D.P.R. n.151 del 2011, ricadono nel procedimento automatizzato (SCIA) solo quelle comprese nella categoria A.
54 Attività del DPR n.151 allegato 1 per le quali non si può applicare la SCIA 1) attività che non sono oggetto di specifiche regole tecniche di prevenzione incendi; 2) attività che, pur essendo oggetto di specifiche regole tecniche, presentino una particolare complessità dal punto di vista tecnico gestionale; in questi casi si può ritenere che la valutazione diretta dei fattori di rischio, posta alla base delle valutazioni ai fini della prevenzione incendi, risulti prevalente rispetto alla mera verifica della rispondenza dell attività alla normativa; 3) procedure che fanno riferimento ai contenuti del D.M. 9 maggio 2007 e delle successive direttive attuative (ingegneria della sicurezza antincendio); 4) procedura di deroga (art. 6 del DPR 12 gennaio 1998, n. 37).
55 IL PROCEDIMENTO AUTOMATIZZATO PROCEDURE DI PREVENZIONE INCENDI. E LE 1. il SUAP, al momento della presentazione della SCIA, dovrà verificare, con modalità informatica, la completezza formale della segnalazione e dei relativi allegati e, in caso di verifica positiva, rilasciare automaticamente la ricevuta. 2. Il rilascio contestuale ed automatico della ricevuta, al momento della presentazione per via telematica, abilita l impresa senza necessità di ulteriori adempimenti, costituendo titolo autorizzatorio per inizio dell attività. 3. Il SUAP dovrà poi trasmettere, sempre per via telematica, la segnalazione ed i relativi allegati alle Amministrazioni e agli Uffici competenti, quindi anche ai Comandi Provinciali, in conformità all'allegato tecnico di cui all'articolo 12, commi 5 e 6 del DPR 160/2010.
56 IL D.P.R. 151/2011 SPORTELLO UNICO attività produttive: L art. 10 del DPR 151/2011 disciplina il raccordo tra il regolamento in materia di prevenzione incendi e le disposizioni dei SUAP di cui al DPR 160/2010 che si applicano alle attività di cui all allegato I di competenza del SUAP. In particolare, il co. 2 stabilisce che l istanza presentata tramite SCIA di cui all articolo 4, integra la trasmissione prevista all art. 10 del d.p.r. 7 settembre 2010, n Il comma 3 stabilisce che le attività di cui alla categoria A ricadono nell ambito del procedimento automatizzato (SCIA), di cui al Capo III del DPR suddetto, salvo i casi in cui si applica il Capo IV del medesimo decreto. 56
57 Il SUAP
58 IL S.U.A.P. PROCEDIMENTO AUTOMATIZZATO: Procedimento automatizzato e procedure di prevenzione incendi: L.C. prot del (****) 58
59
60 DPR 160/10 i collegamenti tra amministrazione procedente ed amministrazioni competenti imprenditore SUAP Altri ENTI - ASL - Vigili del fuoco -Arpa -Soprintendenza. NON E PERMESSO
61 TRASMISSIONE DELLA DOCUMENTAZIONE Gli standard relativi ai formati dei file, allegati alle domande di prevenzione incendi prodotte digitalmente, sono pubblicati nel sito internet istituzionale nella sezione prevenzione incendi online ; (rif. Decreto del Ministro dell interno 12 luglio 2007) Le domande di prevenzione incendi redatte in forma digitale devono pervenire ai Comandi:
62 attraverso il portale impresainungiorno.gov.it attraverso la PEC: obbligo del rispetto del d.lgs. 82/2005 di accettare solamente documentazione conforme agli standard citati che rechi la firma digitale anche quando si tratti di scansione di documenti cartacei (rif. nota n. 190/ del 21/03/11 Area VIII DCRISLOG)
63 Requisiti informatici della documentazione Nota DCRLS Area VIII prot del
64 TRASMISSIONE DELLA DOCUMENTAZIONE L.C. prot del In una prima fase di avviamento delle diverse procedure potranno emergere eventuali problematiche relative alla trasmissione per via telematica della documentazione. Al fine quindi di non penalizzare i procedimenti in corso, dovranno essere concordate in sede locale modalità alternative che facciano riferimento ai sistemi tradizionali già consolidati.
65 INTESE A LIVELLO LOCALE Fermo restando il quadro generale appena delineato, i Comandi potranno promuovere ogni possibile intesa con i SUAP anche con appositi protocolli nei quali possono essere definiti gli aspetti procedurali di dettaglio. (under construction )
66 INDICE IL D.P.R. 151/2011 LA NUOVA MODULISTICA DI PREVENZIONE INCENDI LA GESTIONE DEL TRANSITORIO IL S.U.A.P CONCLUSIONI 66
67 CONSIGLI PROGETTI Completezza formale della documentazione da consegnare al Comando. PROTEZIONE PASSIVA: compartimentazione dei locali a rischio specifico; Percorsi di esodo; PROTEZIONE ATTIVA: Presidi antincendio: copertura delle aree; Protezione interna ed esterna; Dispositivi di sicurezza (comando di emergenza pulsanti allarme, sirene, segnalaz. Ottica-acustica); 67
68 CONSIGLI PROGETTI Indicazione su particolari caratteristiche (es. affollamento, aerazione, accessibilità a mezzi di soccorso): quando possibile tutti i dettagli su una sola tavola (senza sovraccaricare i disegni esigenze di soccorso ); Dinamica antincendio progettazione in funzione dell incendio, della sua eventuale propagazione, e dell esodo degli occupanti. 68
69 CONSIGLI SCIA/RILASCI Completezza formale della documentazione da consegnare al Comando Sopralluogo preliminare del professionista (verifiche): Carico incendio (sostanze stoccate e/o utilizzate) protezione passiva impianti di protezione attiva corretta installazione e funzionamento dei dispositivi di sicurezza (comando di emergenza pulsanti allarme, sirene, segnalaz. ottica-acustica, rivelatori); Presidi antincendio e relativa segnaletica; Particolarità dell insediamento. 69
70 CONCLUSIONI Periodo di transizione Completezza formale della documentazione da consegnare al Comando. Ruolo del Professionista e responsabilità. Il futuro 70
71 Grazie per l attenzione Ai prossimi incontri. (To be continued.) dott. ing. Massimiliano RUSSO Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Cremona Ufficio Prevenzione Incendi Tel: ; Fax: comando.cremona@vigilfuoco.it PEC: com.prev.cremona@pec.vigilfuoco.it 71
Giampietro BOSCAINO Direzione Centrale Prevenzione e Sicurezza Tecnica
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