I.R.C.S.S. Fondazione Santa Lucia. ASL RMH Distretto sanitario H1 (Frascati - RM)

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1 I.R.C.S.S. Fondazione Santa Lucia ASL RMH Distretto sanitario H1 (Frascati - RM) Workshop AIDEE 11 ottobre 2013

2 CENTRO DIURNO TERAPEUTICO ETÀ PRESCOLARE ASL RMH Nascita: maggio 2000 (primo gruppo terapeutico) In risposta a: proposta della Giunta Regionale del Lazio n del 29/9/98 per realizzare nelle varie USL del Regione Centri Diurni Terapeutici a carattere sperimentale Tipologia: progetto tutela salute mentale in età prescolare Approvato con: Delibera della regione Lazio n del 30/3/1999 e deliberazione del G.R. del Lazio n. 1306/2000 Modello: Modello Interattivo del Centro Diurno Terapeutico della II cattedra di NPI dell Università la Sapienza di Roma Popolazione target: minori dai 3 ai 5 anni con «Disturbo di Sviluppo» Servizi coinvolti: i servizi di neuropsichiatria infantile di tutti i distretti dell ASL RMH Sede designata: distretto H1 Figure coinvolte: NPI, psicologi, terapisti

3 CDT DI VIA DEI SABELLI Gruppi costituiti da: 3 bambini con disturbi specifici: DL e DCM/ disprassia; 1 bambino con Ritardo Mentale; 1 bambino con disturbo dello spettro autistico Frequenza: 4 h al giorno per 5 giorni a settimana Durata: 2 mesi

4 ORGANIZZAZIONE DEL CENTRO DIURNO TERAPEUTICO DEL TSMREE DELL ASL RMH 2 gruppi di 5 bambini omogenei per età Fascia d età: prescolare (3-5/6 anni) ogni gruppo è costituito da: 3 bambini con disturbi specifici (DL e DCM/ disprassia) 1 bambino con Disabilità intellettiva 1 bambino con Disturbo dello Spettro Autistico durata: 3 mesi

5 ORGANIZZAZIONE DEL CENTRO DIURNO TERAPEUTICO DEL TSMREE DELL ASL RMH Gruppo di terapia dei bambini: Frequenza: 3 ore al giorno per tre volte alla settimana Figure coinvolte: 1 terapista strutturato dei TSMREE ed 1 o più volontari (psicologo e/o logopedista e/o TNPEE); Gruppo parallelo dei genitori: Frequenza: settimanale Figure coinvolte: 2 psicologi strutturati del TSMREE, 1 psicologo volontario e NPI; Riunione d equipe: Frequenza: settimanale Figure coinvolte: tutti gli operatori

6 PROTOCOLLO DI VALUTAZIONE (PRE-POST) Competenze intellettive: Stanford-Binet, WPPSI, WPPSI-III Leither-R; Linguaggio: Rustioni, Test di Valutazione del Linguaggio (TVL); Coordinazione Motoria: Oseretzky; Movement ABC Tests specifici per lo spettro autistico: ADOS, PEP-3

7 TRATTAMENTO: OGNI SEDUTA È ARTICOLATA Gioco simbolico semistrutturato; Attività specifiche a tavolino (di linguaggio, prattognosiche, fini-motorie, ecc); Merenda Attività psicomotorie in palestra Presenza (che ogni b deve inserire in un tabellone settimanale)

8 GENERALIZZAZIONE Sperimentazione concreta Attività al tavolino Rinforzo Rappresentazioni mentali Attività in palestra espressione verbale o grafica

9 ATTIVITA SPECIFICHE A TAVOLINO Aree tematiche: Schema corporeo Favole Attività sperimentate Emozioni/Situazioni sociali Attenzione Attività grafomotorie Attività Prassiche (ritagliare, costruire, incollare, manipolazione, ecc.) Attività di linguaggio (comprensione, produzione, raccontare, ecc.) Attività logiche (associazione, categorizzazione, problem solving, sequenziazione ecc.)

10 ATTIVITA SPECIFICHE IN PALESTRA Aree Tematiche Motivazione Autostima Rispetto regole Autocontrollo Danza (istanze affettive autopercezione, Imitazione) Giochi a sfida (rubabandiera, tiro con la fune, palla avvelenata, ecc.) Percorsi Esercizi specifici (palla, salti, equilibrio, coordinazione, ecc.)

11 Attivazione della teoria della mente e metacomunicazione Gioco simbolico Drammatizzazione T.O.M. cooperazione Attenzione agli altri Decontestualizzazione/ Decentramento

12 Contenitori esperienziali contenitori concettuali Le attività globali (spremute, pizza, pasta, macedonia, lavori su fiabe, ecc.): 1. forniscono spunti per lavorare sulle varie aree (cognitive, linguistiche, emotive, esecutive, motorio-prassiche). 2. costituiscono momenti affettivi importanti per i bambini migliorandone (grazie al feedback del lavoro d equipe) il livello adattivo consapevolezza stati emotivi motivazione autostima autonomia Operare sulle rappresentazioni mentali di: - concetti - oggetti complessi e del funzionamento - situazioni di vita (tramite la drammatizzazione) - stati mentali correlati propri e degli altri favorisce lo sviluppo del pensiero.

13 Le attività globali (spremute, pittura, macedonia, lavori su fiabe, ecc.): 1. forniscono spunti per lavorare sulle varie aree (cognitive, linguistiche, emotive, esecutive, motorio-prassiche). 2. costituiscono momenti affettivi importanti per i bambini migliorandone (grazie al feedback del lavoro d equipe) il LIVELLO ADATTIVO, LA MOTIVAZIONE, L AUTOSTIMA E L AUTONOMIA Operando sulle RAPPRESENTAZIONI MENTALI di: - concetti - oggetti complessi e del funzionamento - situazioni di vita (tramite la drammatizzazione) - stati mentali correlati, propri e degli altri FAVORISCONO LO SVILUPPO DEL PENSIERO

14 Q.I. MEDIO DEI DUE GRUPPI PRIMA E DOPO IL CDT ASLRMH QI prima dopo Q.I. Tot Q.I. Ver Q. I. Perf Vel Proc

15 60 50 ABC MOV MEDIO PRIMA E DOPO (SONO STATI ESCLUSI DALLA VALUTAZIONE 2 BAMBINI CON DIFFICOLTÀ NELLA SFERA DELLA COMUNICAZIONE A CUI È STATO SOMMINISTRATO L ADOS/PEP3) Centili abc globale ab manuali ab palla eq. statico e dinamico

16 Età: 6,2 anni CASO CLINICO: GIOVANNI Diagnosi: disprassia Anamnesi familiare: riferita negativa per patologie neurologiche e psichiatriche Anamnesi gravidanza: primogenito, nato pretermine (36 sett.di E.G.) da parto distocico gemellare (gemello morto alla nascita perché anancefalico), dopo gravidanza riferita decorsa con diabete gestazionale. Peso alla nascita: Kg 1,700. Incubatrice per 3 settimane.

17 CASO CLINICO: GIOVANNI Sviluppo motorio: deambulazione autonoma a 20 mesi. A 2 anni e mezzo difficoltà di equilibrio, a mettere i tappi ai pennarelli, nel sedersi, nell aggiustare la sedia rispetto al tavolino Sviluppo del linguaggio: in significativo ritardo (1 sola parola a significato a 2 anni e mezzo) A.P.: dai 2 anni e mezzo inizia a fare approfondimenti diagnostici, in cui viene rilevato un lieve ritardo globale di sviluppo con caduta maggiore nel linguaggio ed a livello prassico-esecutivo (Brunet-Lezine: QS globale = 60 con caduta maggiore nel linguaggio; Stanford-Binet: QI = 70). Inizia trattamento riabilitativo psicomotorio e viene inserimento al nido con educatore. Successivamente introdotta anche la logopedia, inserito alla materna con sostegno ed AEC.

18 GIOVANNI: VALUTAZIONE COGNITIVA (WPPSI-III) Punti standard pre- CDT post- CDT 20 0

19 GIOVANNI: profilo della WPPSI-III Punti ponderati pre- CDT post- CDT IN VC RP CO DC ML CI CF RO RS CR VR DI

20 GIOVANNI: MOVEMENT ABC Centili pre- CDT post- CDT

21 CONCLUSIONI Il CDT favorisce l implementazione delle potenzialità nelle varie linee di sviluppo; Le aree danneggiate specificamente migliorano meno, ma migliora: l integrazione delle competenze (elaborazione degli input) l utilizzo cognitivo (vedi QI performance del caso clinico) il livello adattivo. Permette alle famiglie di avere una percezione adeguata delle difficoltà specifiche e del disturbo nel complesso

22 - Nel CDT non è possibile lavorare sui singoli deficit primari Gli interventi specifici devono essere ripetuti ed il più possibile individuali (comunque non in un gruppo eterogeneo). - Il CDT non è un alternativa ad interventi specifici di riabilitazione: I bambini (e la famiglia) subiscono una spinta sull onda della quale occorre inserire gli interventi successivi. PREVENZIONE DI PSICOPATOLOGIE SECONDARIE Dopo le valutazioni finali il NPI, nella visita di restituzione con i genitori, propone o meno l intervento riabilitativo specifico e/o altri interventi in rete.

23 Aurora o crepuscolo: Magnifico comunque

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