Diocesi Concordia-Pordenone CARITAS DIOCESANA. Relazione Annuale Centro di Ascolto Diocesano. A t t i v i t à

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1 Diocesi Concordia-Pordenone CARITAS DIOCESANA Relazione Annuale Centro di Ascolto Diocesano A t t i v i t à

2 Un momento importante per la Caritas Diocesana è la presentazione della relazione del Centro di Ascolto, dove viene presentata e commentata l elaborazione dei dati raccolti durante un anno intero di lavoro, di contatto con persone in difficoltà, con problemi vecchi e nuovi. Vivendo per la prima volta la redazione di questo Report dall interno della Caritas, mi rendo conto che essa, oltre ai dati, contiene pure tutta la fatica degli operatori e dei volontari del centro. Anche la fatica e l impegno delle parrocchie vi trovano voce, infatti la testimonianza di diversi Centri di Ascolto dislocati sul territorio arricchiscono la relazione con i loro resoconti riportati in allegato. La presentazione della relazione è un evento sentito da tutti noi operatori della Carità perché è il momento di far sentire la voce di molti che altrimenti non avrebbero opportunità di farsi sentire, di farsi conoscere. Dare voce a chi non ha voce è e sarà sempre uno dei compiti della Chiesa. È anche il momento di condividere con tutta la comunità cristiana, dalla quale ci sentiamo mandati, inviati, ciò che abbiamo visto e ascoltato, ciò che spesso non appare, la povertà e il disagio appunto, a volte perché si nasconde, altre volte perché noi non vogliamo vedere. Desideriamo condividere con tutti i credenti, e con la società intera, il peso della sofferenza ma anche l urgenza di affrontare, di aggredire i problemi senza esitazione. Il compito della Caritas non è solo quello di aiutare i poveri, ma innanzitutto quello di animare la Comunità, di risvegliarla, di proporre un impegno collettivo e concreto, una partecipazione di tutti nell aiutare chi oggi è più sfortunato e più debole, di far sapere chi sono e cosa vivono i fratelli emarginati ed esclusi. Di ricordarci, appunto, che sono nostri fratelli. Vorremmo dunque che da queste pagine emergesse, assieme al lavoro svolto e alle competenze messe in atto, tutta la passione per ciò che facciamo tutti i giorni e tutte le urgenze che sentiamo forti in noi e che vogliamo comunicarvi. La Caritas diocesana, intesa come il centro di Via Revedole assieme a tutte le parrocchie, ha il compito di essere per la nostra Chiesa locale lo sguardo compassionevole di Gesù che si posa sugli ultimi, le orecchie che ascoltano il loro grido. Assieme a tutte le comunità cristiane, e a tutti gli uomini e donne di buona volontà, vogliamo essere il buon samaritano che si ferma e mette a disposizione il suo tempo e le sue risorse per aiutare il povero, vogliamo essere il viandante misterioso di Emmaus che fa un tratto di strada con i fratelli che non hanno più fiducia nel futuro, per aiutarli a trovare nuove strade da percorrere, nuovo slancio nell affrontare quella vita che è il dono più bello di un Dio che è Amore. Don Davide Corba Direttore della Caritas Diocesana Pordenone, 1 marzo 2013

3 ATTIVITÀ 2012 CENTRO DI ASCOLTO DIOCESANO L attività del Centro di As colto, raccontata nella relazione, si è svolta in un contesto sul quale pesa una crisi economica che dura ormai da diversi anni: i dati riportati, per quanto limitati alle persone ascoltate e incontrate nei centri della diocesi, confermano l emergere di aspetti di scivolamento in situazione di povertà o di rischio povertà, che riguardano persone diverse rispetto a quelle che eravamo abituati a incontrare. Dietro all incremento dei numeri si vedono percorsi di impoverimento che riguardano soggetti che prima vivevano in condizione di relativa sicurezza. Possiamo dire che cambia in qualche modo una parte della tipologia delle persone che prima caratterizzavano gli accessi ai Centri di Ascolto. Non più solo stranieri o italiani in situazione di marginalità sociale, ma anche nuclei famigliari italiani che, per il protrarsi di disoccupazione o contrazione di reddito, si trovano per la prima volta, e con molta difficoltà, a bussare alle porte dei centri di ascolto. Ed è significativo come una parte di questi, prima che chiedere aiuto materiale chieda ascolto: la difficoltà per molti di questi nuovi poveri o quasi poveri è capire infatti che cosa sta succedendo, vivendo una situazione alla quale non erano abituati o che non era preventivata. Proprio per questo una delle tematiche che ci sembra emergere con forza è come intercettare quelle persone che, per orgoglio o non conoscenza dei servizi, non riusciamo a incontrare. Accanto alla messa in rete delle risorse e dei punti di osservazione, tema lanciato nelle precedenti relazioni, ci pare importante confrontarsi su quali strumenti ci permettono, come Comunità, di dare la possibilità alle persone in situazione di difficoltà di venire in contatto con chi vuole cercare di aiutarle. Oltre a questo aspetto, considerato sia in un focus specifico che all interno della relazione vera e propria, si sono approfonditi due temi: la lettura di alcune situazioni di povertà al femminile e la sintesi e rilettura delle povertà incontrate attraverso il Fondo Diocesano di Solidarietà che si è chiuso nel Il Centro di Ascolto Diocesano Il Centro di As colto diocesano è un servizio aperto nel 1995, per iniziativa della Caritas diocesana e delle Caritas parrocchiali della città di Pordenone, che conta sulla presenza di una ventina di volontari che, alternandosi nei cinque giorni di apertura, accolgono le persone e le famiglie che esprimono le più diverse condizioni di povertà e disagio. I volontari nel colloquio cercano di fa r emergere le problematiche e i bisogni delle persone ascoltate e si attivano innanzitutto in un azione di orientamento. Si evidenzia spesso la necessità di dare informazioni sui servizi presenti sul territorio, cui rivolgersi per le diverse problematiche, il lavoro in rete con le altre agenzie attive nel sociale, sia delle istituzioni che private, è quindi all ordine del giorno e non può essere disatteso. Per ogni situazione si cerca di attivare quei collegamenti necessari a definire il problema e le possibili soluzioni, in dialogo costante innanzitutto con parroci, Caritas parrocchiali e altre associazioni in particolare la San Vincenzo, con un filo diretto con i Servizi Sociali dei Comuni e Ambiti; collaborando anche con i servizi specialistici dell Azienda Sanitaria, con gli sportelli della Provincia ed altre realtà del privato sociale. Una particolare sinergia lega l operatività del Centro di Ascolto con i servizi e progetti dell associazione Nuovi Vicini Onlus e della cooperativa Abitamondo, strettamente collegate alla Caritas diocesana per origine e gestione di progetti condivisi. Il Centro di ascolto ha una dimensione diocesana, risponde quindi a sollecitazioni di persone e parrocchie di tutta la diocesi di Concordia Pordenone anche se, per collocazione geografica, incontra soprattutto persone che vivono a Pordenone o dintorni. Le risposte anche di carattere materiale, quando direttamente erogate dalla Caritas diocesana, vengono valutate in sintonia con gli altri servizi attivi nel territorio, cui è riconosciuta piena titolarità e competenza e CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 2

4 con cui si cerca di individuare modalità di sostegno coordinate e condivise, in cui ognuno è chiamato a fare la propria parte. A fianco del Centro di As colto diocesano si conferma l attiva presenza delle Caritas parrocchiali diffuse in tutto il territorio diocesano, che sempre più ricevono direttamente le persone in difficoltà. In questi ultimi anni, segnati dalla crisi economica e occupazionale, per fronteggiare una domanda di aiuto in continua crescita, si rinforza anche la capacità di risposta delle comunità cristiane, che spesso si trovano in prima linea nell accogliere le richieste di aiuto materiale ed economico, non mancando di coinvolgere il Centro diocesano, per unire le forze e garantire un aiuto a chi vive in condizioni di particolare fatica. La crescente attenzione all acuirsi dei fenomeni di povertà interessa l intero territorio della Diocesi e si manifesta anche nell apertura di sempre nuovi punti di ascolto nelle singole parrocchie o foranie, che consente di accogliere in modo sempre più capillare le persone in difficoltà. Da una rilevazione limitata ai mesi di novembre e dicembre 2012, è stato possibile quantificare che, nella sola città di Pordenone, le Caritas parrocchiali hanno incontrato 380 persone, nel 15% dei casi italiani, in gran parte espressione di nuclei familiari. Se si considerano poi le Caritas presenti in molte parrocchie e foranie, il numero delle persone ascoltate e sostenute, in tutto il territorio diocesano, è davvero notevole, segno di una comunità cristiana che cerca di camminare al fianco di chi vive nelle più diverse difficoltà. Persone incontrate Nel corso del 2012 le persone incontrate sono state in totale 742. Se nel corso dell anno precedente si era evidenziata una contrazione importante delle presenze, il dato che emerge nel 2012 è al contrario una crescita del numero delle persone che si rivolgono alla Caritas (+13%). Numero Persone Confronto anni 2008/ Nr. Persone Variazione % rispetto anno precedente +19% 2% 26% +13% Il 60% delle persone incontrate si sono rivolte alla Caritas per la prima volta nel 2012, numerose anche quelle già accolte in passato tornate a chiedere sostegno perché ancora in situazione di disagio. Molte le persone che si sono presentate più volte nel corso dell anno sia per successive richieste, ma anche perché invitate a ripresentarsi per ulteriori approfondimenti e per valutare possibili interventi di aiuto. A fronte delle richieste di maggiore complessità è metodo condiviso incontrare più volte le persone per giungere a definire con chiarezza la situazione, documentando e verificando la reale portata della problematiche presentate, per circostanziare in modo sempre più puntuale l intervento, in stretto collegamento con i servizi territoriali e le parrocchie. Per ogni persona incontrata viene compilata una scheda con i dati socio anagrafici e la descrizione degli interventi; rilevando anche il numero dei conviventi è possibile stimare di avere intercettato bisogni e problematiche di oltre 2000 persone. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 3

5 Al Centro di Ascolto diocesano si rivolgono persone residenti o domiciliate nel comune di Pordenone, ma anche molte provenienti da altri comuni della provincia; in complesso il 90% delle persone ascoltate è domiciliato nella provincia di Pordenone. Percentuali provenienti da comune e provincia di Pordenone Domiciliati Residenti Comune di Pordenone 57% 53% Provincia di Pordenone 90% 86% Chi proviene da fuori Pordenone vive soprattutto in province confinanti, anche se sono molto rari i casi di persone provenienti dal Veneto orientale, pur essendo territorio appartenente alla Diocesi. Con la crisi del mercato del lavoro è calata l attrattività della provincia di Pordenone, al nostro centro si rilevano sempre meno casi di persone che si trasferiscono da altre regioni, a differenza di alcuni anni fa in cui si presentavano con una significativa frequenza. Oltre alle persone che vivono in città, si incontrano frequentemente persone e famiglie residenti in altri comuni della provincia, che si rivolgono in autonomia al Centro di Ascolto o vengono indirizzati dai Servizi Sociali o dalle parrocchie, per valutare interventi condivisi o per dare ulteriore sostegno oltre a quanto già garantito dal territorio di appartenenza. Persone residenti in altri comuni della provincia di Pordenone (valori assoluti) Aviano Azzano Decimo Brugnera Casarsa della Deliz ia Cordenons Fiume Veneto Fontanafredda Pas iano di Pordenone Porc ia Prata di Pordenone Sacile San Vito al Tagliamento Zoppola Tra le persone incontrate al Centro di As colto diocesano si evidenzia un relativo equilibrio rispetto al genere di appartenenza, con una lieve prevalenza di uomini (56%). In particolare tra gli italiani, i ghanesi e i marocchini prevalgono gli uomini, a differenza di altre provenienze, come la Romania e l Albania, dove sono decisamente più rappresentate le donne. La differenza di genere è comunque un dato che va ridimensionato alla luce del fatto che in molti casi si incontrano fa miglie e per questioni di tipo organizzativo viene registrato il nominativo (con le relative caratteristiche socio anagrafiche) di uno dei due partner, sono dunque uomini o donne che rappresentano interi nuclei familiari. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 4

6 Composizione per genere principali nazionalità (valori assoluti) M 80 F M 60 F F M F M F M 0 Italia Ghana Romania Marocc o Albania Le persone incontrate si concentrano nella fascia d età compresa tra i 31 e i 45 anni, seguite dagli ultra 46enni. Residuale la percentuale di ultrasessantenni, quasi esclusivamente italiani. Composizione per classi di età (valori %) oltre 61 4% % % % La fascia anni è maggiormente rappresentata da stranieri, decisamente più giovani degli italiani, i quali invece appaiono equamente distribuiti nelle fasce tra i 31 e 45 anni e in quella oltre i 46 anni. Numerosi gli stranieri tra i minori di 30 anni, al contrario degli italiani che in rarissimi casi giungono alla Caritas se così giovani. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 5

7 Composizione per classi di età italiani e stranieri (valori %) oltre 61 15% Italiani % % Stranier i oltre 61 1% % % % % La condizione lavorativa più frequente è quella di disoccupato con lievi differenze tra le diverse nazionalità. È disoccupato il 55% degli italiani, anche se si presenta in misura inferiore rispetto al La percentuale di chi ha un occupazione si attesta al 20% ed il 10%delle persone incontrate è pensionato. Condizione lavorativa Italiani (valori %) 60% 55% 50% 40% 30% 20% 10% 6% 14% 10% 5% 3% 7% 0% Disoccupato T. determinato T.indeterminato Pensionato casalinga altro non pervenuto Gli stranieri sono disoccupati nel 59% dei casi e solo il 17% di essi ha un occupazione, anche se si tratta in maggiore misura di occupazione fissa. La differenza con il 2011 per quanto riguarda la percentuale di disoccupati tra gli stranieri è lieve, quando nel 61% dei casi erano senza lavoro. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 6

8 Condizione lavorativa Stranieri (valori %) 70% 60% 59% 50% 40% 30% 20% 13% 14% 10% 4% 1,0% 4% 5% 0% Disoccupato T. determinato T.indeterminato Pensionato c asalinga altro non pervenuto Chi quotidianamente ascolta le persone in difficoltà che si presentano alla Caritas diocesana e in quelle parrocchiali, non solo del nostro territorio diocesano, percepisce la gravità rappresentata dalla diffusa mancanza di lavoro. Si incontrano persone che hanno perso l occupazione, che temono di perderla, che hanno ridotto l orario di lavoro, che sono in cassa integrazione o in mobilità, uomini e donne che vivono da tempo la frustrazione di un infruttuosa ricerca di lavoro che sembra non dare speranze. In passato la percentuale dei disoccupati tra le persone incontrate è sempre stata significativa, ma al tempo stesso queste persone presentavano tra le principali la richiesta di aiuto nella ricerca di lavoro. Nel corso di questi ultimi anni ed anche nel 2012 la richiesta di lavoro viene rilevata ormai in numeri irrisori, sia perché i volontari sentono di avere sempre meno risposte, anche in termini di orientamento verso i servizi e le agenzie dedicate al lavoro ed alla formazione, sia perché è sempre più manifesta la stanchezza e la disillusione con cui le persone esprimono questa istanza. Si cominciano a conoscere anche situazioni di piccoli imprenditori colpiti dalla crisi, alle prese con difficoltà economiche che si riflettono anche sulla capacità di far fronte alla quotidianità. La principale nazionalità si conferma quella italiana (23%), al primo posto anche l anno scorso nonostante avesse evidenziato un calo delle presenze, nel 2012 invece si presenta in decisa crescita (+29%). Principali nazionalità confronto 2011/ Var. % Italia % Ghana % Marocco % Romania % Albania % Altro % TOTALE % Tra gli stranieri le principali nazionalità si confermano quelle degli anni precedenti. Se per i ghanesi si consolida l andamento negativo già evidenziato nel 2011, per altre nazionalità quali la Romania e l Albania si rileva una ripresa delle presenze. Le persone provenienti dal Ma rocco continuano ad essere in numero significativo ed in linea con gli anni precedenti, anche se nel 2012 si attestano su numeri leggermente inferiori all anno precedente. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 7

9 Principali nazionalità confronto 2010/2012 (valori assoluti) 2012 Albania Romania Ma rocco Ghana Italia Albania 2011 Romania Mar occo Ghana Italia 2010 Albania Romania Maro cco Italia Ghana Tra gli italiani incontrati ci sono soprattutto uomini (59%), essi sono spesso celibi (34%), oppure separati/divorziati (30%) o coniugati (26%). Nel 40% dei casi gli uomini italiani ascoltati vivono soli. Rari i casi in cui gli uomini vivono soli con i figli (7%), significativa invece la percentuale di chi vive in coppia con il coniuge/partner (32%), quasi esclusivamente in nuclei familiari con figli. Le donne italiane sono nel 38% dei casi separate/divorziate, la percentuale delle donne coniugate è pari al 30% e sono circa il 20% le donne nubili. Numerose sono le donne che vivono sole (26%) o da sole con i figli (26%); nel 30% dei casi vivono con il coniuge/partner. Italiani: tipologia di convivenza confronto per genere (valori assoluti) M F 10 0 Con parenti Con persone non parenti Famiglia di origine Coppia con figli Coppia senza figli Solo/a Solo/a con figli CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 8

10 La solitudine tra gli italiani si evidenzia con maggiore frequenza che tra gli stranieri, che sono soli nell 11% dei casi; anche per opportunità e convenienza gli stranieri vivono con altre persone, condividendo spazi e oneri di alloggio, spesso però la convivenza è indice di una buona rete di supporto, che invece manca a quella parte di italiani che vive situazioni di grave povertà materiale e relazionale. Gli uomini e le donne italiani, che si rivolgono in misura crescente alla Caritas, sono soprattutto persone che si trovano a fare i conti con la perdita del lavoro e la mancanza di adeguate risorse economiche, che si trovano nella necessità di chiedere aiuto, molte volte timorosi di rivolgersi alla Caritas ed evidenziano ancora più resistenza ai Servizi Sociali, che provano un profondo senso di vergogna nel riconoscere la difficoltà in cui si trovano a vivere. Incontriamo anche persone e famiglie che vivono situazioni particolarmente problematiche, già in carico ai Servizi Sociali, conosciuti da tempo e sostenuti per una fragilità che appare cronica, da cui è difficile emanciparsi. Se si tratta di sostenere singoli e nuclei fa milia ri italiani anche le modalità di intervento possono cambiare, l invio alla parrocchia a volte richiede uno specifico accompagnamento, una mediazione diretta con il parroco o con il referente della Caritas parrocchiale che vinca la ritrosia e favorisca la relazione. Altre volte Caritas diocesana può valutare di attivarsi direttamente, nel rispetto della persona che fatica a presentarsi in parrocchia, temendo il giudizio di chi vive nella sua stessa comunità. Il più delle volte però si realizza un azione concertata con parrocchia e Servizi a sostegno dei nuclei italiani, in particolare le parrocchie, se coinvolte, dimostrano una attenzione puntuale ed efficace. Gli stranieri giunti in Caritas nel 2012 rappresentano nel complesso il 76% delle persone e appartengono a 51 nazioni. Provenienze stranieri per area geografica (valori %) Ame rica Latina 2% Asia 9% Europa 32% Africa 57% Provenienti in particolare dall Africa (Africa Centrale e Paesi del Ma ghreb), poi dall Europa (in particolare dalle nazioni dell Est Europa), dall Asia (quasi esclusivamente da Bangladesh, Pakistan e India) e solo in misura davvero residuale dall America Latina. Prima nazione tra gli stranieri è quella ghanese (13%), composta in prevalenza da uomini (69%), anche se in genere presentano richieste di aiuto per i loro nuclei familiari in difficoltà. Le persone ghanesi incontrate sono infatti nel 64% dei casi coniugate, i celibi/nubili sono il 21%, molto rari i casi di divorziati/separati/vedovi (7%). CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 9

11 Nel 45% dei casi vivono con il coniuge/partner, notevole la percentuale di chi vive ospite da altre persone (28%). La comunità ghanese molto numerosa in provincia ed in particolare nella città di Pordenone, da sempre riconosce nella Caritas un punto di riferimento sia per aiuti concreti, ma anche per azioni di orientamento e segretariato, così come conosce la rete delle parrocchie attive sul territorio cui si rivolge in particolare per viveri e beni materiali. Nel 2011 si era rilevato proprio tra i ghanesi, fino all anno precedente prima nazionalità, il calo maggiore ( 40%), che anche nell anno appena trascorso conferma un andamento negativo ( 6%). Alla Caritas arrivano dunque sempre meno ghanesi, anche se restano numerose le fa miglie colpite dalla crisi occupazionale (perdita del lavoro, disoccupazione, cassa integrazione, ) che soffrono per il forte indebitamento, con problematiche legate agli arretrati di affitto e utenze, non rari i casi di sfratto. Nel 56% dei casi i ghanesi incontrati erano disoccupati Trova ulteriore conferma la percezione del fatto che molti ghanesi, di fronte alle gravi difficoltà economiche e occupazionali, scelgono di spostarsi altrove alla ricerca di nuove possibilità, con destinazione Italia meridionale ma soprattutto verso altri Stati Europei o gli Stati Uniti. In rari casi viene considerata l ipotesi del rientro definitivo in patria, trattandosi soprattutto di nuclei familiari in Italia dai primi anni Novanta, con figli spesso nati qui o giunti in Italia in tenera età, dove stanno vivendo il loro percorso scolastico. Si incontrano invece famiglie che dopo essere rientrate per un periodo in Ghana tornano in Italia dove però possono contare sull unica certezza data dalla titolarità di carta di soggiorno e si trovano a fare i conti con la precarietà dell alloggio, la mancanza di lavoro e reddito. La presenza di cittadini marocchini (9%) si presenta in leggero calo rispetto al 2011 ( 6%). Sono in particolare famiglie (51%), in genere colpite dall attuale crisi economica con la riduzione o la perdita del lavoro (62% disoccupati), coppie con figli piccoli che si presentano in condizioni di particolare disagio economico dove si evidenzia la difficoltà a reperire beni di prima necessità. Sono nel 69% dei casi coniugati, che vivono in genere con moglie e figli, ma si incontrano in alcuni casi uomini la cui fa miglia è ancora in patria oppure è rientrata in seguito alla perdita del lavoro e della sicurezza economica. Si incontrano soprattutto uomini (58%), anche se molto spesso arrivano accompagnati dalle mogli e figli, donne che in misura crescente arrivano anche sole alla Caritas, che dimostrano una sempre maggiore autonomia nel presentare richieste di aiuto per sé, per la famiglia ed in particolare per i figli. Sono in genere persone giovani, soprattutto comprese nella fascia d età tra i 31 e i 45 anni (58%), superano i 46 anni solo il 28%dei cittadini marocchini. Nel complesso non superano i 45 anni nel 72% dei casi. I cittadini rumeni, che avevano evidenziato un notevole calo nel 2011, si sono presentati con una maggiore frequenza nel 2012 evidenziando un aumento delle presenze (+67%). Rappresentano il 9%del totale delle persone incontrate e sono soprattutto donne (69%). Poche persone quindi, soprattutto rispetto agli anni passati, in particolare quando si assisteva all esplosione del fenomeno delle badanti e quando l ingresso in Unione Europea della Romania aveva segnato un aumento di questa nazionalità anche alla Caritas. Nel 43% dei casi sono coniugati e separati/divorziati/vedovi il 29% dei rumeni incontrati. Le famiglie rumene incontrate spesso vivono il dramma della perdita del lavoro (66% disoccupati) e presentano conseguenti difficoltà economiche. Il rapporto con parrocchie e servizi sociali è forte e finalizzato a sostenere questi nuclei che in Italia hanno messo radici, scegliendola come luogo dove restare e far crescere i propri figli. Nel 42% dei casi hanno un età compresa tra i 31 e i 45 anni, tra i 46 e i 60 anni il 29%, significativa anche la percentuale dei giovani fino ai 30 anni (25%). Anche se in rari casi alla Caritas sono giunte persone provenienti dalla Romania caratterizzate da progetti migratori fragili, frammentari, incompiuti, sono uomini soli, che vivono di espedienti, non radicati nel territorio, senza riferimenti e privi di prospettive. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 10

12 Il dato complessivo dei senza dimora sul totale delle persone incontrate rappresenta il 4%, per quanto riguarda la sola nazionalità rumena la percentuale corrisponde al 14%. Anche i cittadini albanesi che avevano evidenziato una diminuzione in linea con il calo complessivo nel 2011, si sono presentati con maggiore frequenza nel 2012 (+31%) e rappresentano il 7% del totale delle persone incontrate. La comunità albanese è in genere integrata sul fronte lavorativo e abitativo, con la presenza stabile di famiglie ormai in Italia da decenni. Arriva in Caritas chi vive le conseguenze dell attuale congiuntura economica, con la riduzione o la mancanza del lavoro (61% disoccupato) e le naturali pesanti conseguenze sul piano del reddito e dell autonomia economica. Sono infatti soprattutto fa miglie, con richieste di aiuto materiale ed economico per far fronte alle necessità primarie. Problematiche rilevate Al di là della richiesta concreta espressa dalle persone incontrate i volontari cercano di definire quali le problematiche vissute, che permettono di comprendere più a fondo la situazione di disagio vissuto e circostanziare in modo più efficace le possibili risposte. Le principali problematiche che affliggono le persone ascoltate sono di carattere economico, a cui si aggiungono le problematiche lavorative, quadro coerente vista l attuale congiuntura socioeconomica. Principali problematiche degli Italiani (valori %) e conomi che 44% lavora tive 27% famigliari 9% abita tive 8% di salute 4% altre 8% Per quanto riguarda gli italiani, nel 36% dei casi presentano una sola problematica, si evidenziano due problematiche nel 34% dei casi, tre o più nel restante 30%. In molti casi, tra gli italiani incontrati, si profila la complessità data dalla compresenza di diverse problematiche, non necessariamente di carattere economico. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 11

13 Principali problematiche degli Stranieri (valori %) economiche 40% lavorative 28% abitative 11% immigrazione 7% fa migli ari 5% di istruzione 4% di salute 4% al tre 1% Come per gli italiani anche tra gli stranieri prevale la percentuale di chi presenta una sola problematica (43%), se sono due la percentuale è del 33%, più rare invece le situazioni di maggior complessità con tre o più problematiche. Nel colloquio è importante riuscire a far emergere la complessità della situazione delle persone incontrate, andando oltre alle richieste materiali, per riuscire a cogliere e osservare in profondità le reali problematiche vissute. Questa è una sfida che quotidianamente fa i conti con la capacità di ascolto e di accoglienza di chi presta servizio in Caritas, ma anche con la fatica di chi vive in condizioni di sofferenza di aprirsi e fidarsi. Spesso sono necessari più colloqui per riuscire a intuire le difficoltà inizialmente taciute. Quando il rapporto dura nel tempo e, oltre alle piccole risposte date, si riesce a stabilire una relazione più profonda, è possibile conoscere meglio le persone e promuovere azioni di aiuto maggiormente efficaci. In questi anni si nota la crescita tra le persone incontrate del numero di chi è gravato da più problematiche (multiproblematicità), per questo anche il Centro di Ascolto cerca di rinforzare le sinergie con tutti coloro che a vario titolo agiscono nel sociale, per aumentare la capacità di attivare reti e strumenti atti a fronteggiare con sempre maggior efficacia le situazioni di disagio. Spesso si individuano all origine dei percorsi di povertà degli eventi traumatici; fa miglie che si trovano a dover superare contemporaneamente uno o più eventi stressanti quali la perdita del lavoro, la separazione, la malattia, un lutto. Si evidenziano nuclei la cui rete parentale è inesistente, venendo così a mancare una importante fonte di supporto non solo di carattere materiale. Un aspetto che spesso contraddistingue le famiglie multiproblematiche è il profondo isolamento sociale. Nel caso di singoli o famiglie, caratterizzate dalla presenza di numerose problematiche, si possono rilevare anche dinamiche inadeguate a far fronte ai diversi stadi e passaggi che ogni individuo normalmente, nel nostro contesto sociale, si trova a vivere (uscita dalla famiglia di origine, costituzione del proprio nucleo familiare, nascita di figli, presenza anziani ), con l ulteriore complicazione, per i cittadini stranieri, data dalla migrazione e dalla complessità di riferimenti legati alla cultura di appartenenza. Ci sono giovani letteralmente espulsi dal nucleo fa milia re di origine perché provvedano in modo autonomo al proprio mantenimento oppure trattenuti con forza perché contribuiscano alle necessità della famiglia. Giovani che si sposano e non possono contare su validi modelli di vita di coppia e di risoluzione dei conflitti; di frequente si sposano in seguito ad una gravidanza non pianificata e la presenza di bambini ed il loro bisogno di cura accentuano le tensioni. Alcune famiglie sono segnate da crisi coniugali e infedeltà, da abbandono o divorzio. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 12

14 Ci sono fa miglie oppresse dalla fatica di seguire anziani non più autosufficienti, bisognosi di cure che impegnano tempo e risorse economiche. Richieste e risposte Nel complesso sono state presentate circa 2000 richieste (in un colloquio possono essere raccolte più di una richiesta), compito del volontario è far emergere le reali necessità della persona incontrata per poi attivare i possibili interventi. Ci sono richieste che vengono rivolte alla Caritas perché è nota la sua attivazione su alcuni fronti, perché sono strutturate delle modalità operative, o perché le persone vi vengono indirizzate da altri servizi o da persone in difficoltà analoghe. Spesso si tratta di trovare risposte a nuove istanze, dove non appare subito chiaro come dare sostegno a chi vive particolari situazione di disagio. Principali richieste (valori %) Segretariat o 12% Sussidi Economici 20% Lavoro 7% Ascolto 21% S anità 6% Alloggio 3% Beni Materiali 31% La prima risposta che volontari e operatori attivi in Centro di Ascolto sono chiamati a dare è quella di un ascolto attento e partecipe, capace di far sentire accolta ogni persona al di là della richiesta che porta (il dato relativo alle richieste e risposte di ascolto viene evidenziato e conteggiato sempre quando si tratta del primo ascolto e non necessariamente in tutti gli altri colloqui, dove viene registrata la richiesta/risposta concreta e materiale). Al di là della risposta che come Caritas si è in grado di dare, anche ascoltare e dare voce a chi presenta richieste che non trovano soluzioni può essere utile a sollecitare Chiesa e Istituzioni a farsi carico di nuove povertà e problematiche emergenti. Le risposte poi vengono date direttamente o con il coinvolgimento di altre realtà attraverso un continuo e non scontato lavoro di rete, necessario soprattutto per sostenere le situazioni più complesse. La richiesta principale è quella di beni materiali, che rappresenta il 31% delle richieste (viveri, vestiti, mobili, attrezzature per l infanzia ), per questo funziona una strutturata rete territoriale di centri di distribuzione, che contano sui beni erogati dal Banco Alimentare, dagli esercizi commerciali che mettono a disposizione generi alimentari prossimi alla scadenza e soprattutto su quanto viene offerto da parrocchiani e benefattori che con generosità continuano a donare beni di prima necessità. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 13

15 Le Caritas parrocchiali e la San Vincenzo sono in prima linea nella distribuzione di generi alimentari e altri beni materiali, a queste realtà del territorio si appoggia anche il Centro di Ascolto, che distribuisce direttamente solamente in caso di emergenza, di assenza di un punto dedicato nel territorio di riferimento o nel caso si definisca con la parrocchia ed il Servizio un azione concordata e capace di intervenire con maggiore sollecitudine per far fronte a situazioni di particolare necessità. Oltre alle parrocchie esistono altre realtà attive nella distribuzione di generi alimentari e altri aiuti materiali; generalmente i Servizi Sociali dei comuni hanno presenti le necessità dei nuclei e, conoscendo il territorio di loro competenza, ampliano i punti di riferimento per attivare con maggiore efficacia le risorse disponibili. Dove è necessario il Centro di Ascolto diocesano cura i rapporti con i Servi Sociali comunali e di ambito e facilita l attivazione e la messa in rete delle parrocchie. Non sono rari i casi in cui le persone in difficoltà, in particolari se cittadini italiani, si rivolgono alla Caritas diocesana individuandola come luogo dove con minor difficoltà presentare le proprie richieste, vivendo invece con maggiore resistenza l ipotesi di chiedere aiuto alla propria parrocchia o al Servizio Sociale. Compito della Caritas è accompagnare persone e famiglie in questo percorso di attivazione delle realtà più prossime e, nel caso dei Servizi sociali e sanitari, istituzionalmente preposte. Le richieste di ascolto e orientamento ai servizi (21%) continuano ad essere in numero significativo, per gli italiani infatti si tratta della prima richiesta, che nel 31% dei casi chiedono ascolto e orientamento ai servizi, è sicuramente importante anche accogliere il disagio di chi, trovandosi in difficoltà, non sa a quali porte bussare e necessita di essere facilitato e indirizzato verso i luoghi dove la richiesta di aiuto può trovare accoglienza. Importanti, sia per numero che per gravità e impegno, sono le richieste di sussidi economici (20%), a fronte delle quali il Centro di Ascolto si è fatto carico di numerosi interventi diretti ed ha proseguito anche nell azione di filtro in vista dell attivazione del Fondo Diocesano. A fronte di una disponibilità limitata del Fondo Straordinario diocesano, nel corso del 2012 il Centro di Ascolto Caritas ha aumentato il sostegno a favore di persone in difficoltà economica, in particolare per le spese considerate di prima necessità (+18%). Nel corso dell anno sono stati erogati oltre per sostenere in particolare utenze, affitti, spese per trasporti (biglietti ferroviari, carburante), spese per vitto, spese per documenti (es. rinnovo permesso, passaporto), anche in genere si sono erogati importi di entità minore accanto all attivazione del Fondo Diocesano di Solidarietà, che ha proseguito il suo intervento fino a completo esaurimento. Un impegno analogo è stato vissuto su tutto il territorio diocesano dalle parrocchie, che hanno continuato a sostenere con notevoli investimenti di risorse le fa miglie e i singoli in difficoltà che vivono nella loro comunità, in molti casi a sostegno di progetti di aiuto condivisi con la Caritas diocesana. Le parrocchie seguono con profonda attenzione le richieste di aiuto economico e oltre ad aver proseguito nella segnalazione di casi per l accesso al Fondo Diocesano, continuano se possibile ad intervenire direttamente con il pagamento di spese di affitti, utenze, mensa scolastica, ecc. continuando in un opera costante di sensibilizzazione della comunità cristiana. Di fronte a richieste di carattere economico i volontari si adoperano in un puntuale approfondimento che richiede tempo, documentazione, contatti con parrocchia e servizi, per arrivare a definire e concordare risposte che vedano il più possibile la sinergia di tutti in termini di risorse messe in campo, di accompagnamento della persona in difficoltà, di definizione delle priorità. Rare sono le risposte che vanno date in emergenza, serve tempo e attenzione per definire se e come sostenere economicamente le persone incontrate, stabilendo prima con chiarezza le problematiche e le cause che le originano (debiti, mancanza del lavoro, incapacità di gestire in reddito, eventuali dipendenze, ), per ridurre il più possibile, soprattutto in tempi di diffusa necessità, gli interventi inefficaci. Importanti anche le richieste di segretariato sociale (12%) dove, a fronte delle diverse sollecitazioni, i volontari hanno attivato direttamente delle risposte puntuali o indirizzato verso sportelli dedicati per consulenza specifica (es. compilazione pratiche, informazioni su bandi Ater, esenzioni ticket, informazioni su contributi e sussidi, informazioni su indennità e pensioni, ). CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 14

16 Nel 60% dei casi le richieste di segretariato sono di consulenza legale (7% del totale delle richieste), riguardano in genere gli stranieri alle prese con le difficoltà collegate a permesso di soggiorno, ricongiungimento familiare, procedure di riconoscimento della cittadinanza, ma sempre più spesso si evidenzia il bisogno di supporto e orientamento rispetto a multe, sfratti, il sovra indebitamento. Queste richieste arrivano al Centro di ascolto e trovano supporto grazie al Servizio legale della Nuovi Vicini. Per problematiche che richiedono la consulenza ed il supporto di carattere economico, è di supporto al Centro di As colto la competenza maturata dalla Nuovi Vicini in ambito di tutoraggio economico; su questo fronte c è una particolare sinergia anche con la Lega Consumatori delle Acli. La richiesta di lavoro rispetto al totale delle richieste è poco frequente (7%), di fronte a questo dato come gruppo dei volontari del Centro di Ascolto si è deciso di rilanciare l attenzione verso questo bisogno evidente anche se spesso inespresso, cercando di rinforzare quanto come Caritas è possibile realizzare, innanzitutto attraverso una puntuale azione di orientamento ai servizi, erogati in particolare dalla Provincia, tramite i centri per l impiego, la Regione, i Comuni, ma anche conoscendo le proposte di formazione e tirocini degli enti formativi e delle agenzie di lavoro interinale. Anche nel 2012 come Caritas diocesana ci si è misurati con la questione del lavoro sperimentando, con un progetto ad hoc (progetto Dalla catena alla rete ), una collaborazione con le Caritas parrocchiali volta a realizzare degli inserimenti lavorativi attraverso lo strumento dei tirocini. Anche se limitato per numeri di persone coinvolte e per efficacia dello strumento in vista di un reale inserimento lavorativo, è stata un esperienza positiva e utile a mantenere alto il livello di attenzione verso il tema della mancanza del lavoro e le possibili sinergie con cui fronteggiarlo. Nei progetti di accoglienza della Nuovi Vicini (progetti per donne vittima di tratta, per rifugiati) si sono maturate particolari competenze in materia di orientamento e supporto alla ricerca del lavoro, che sono state in particolari casi condivise e messe a frutto per persone individuate dal Centro di Ascolto. Le richieste di carattere sanitario (6%) trovano una particolare attenzione grazie alla costante presenza di volontari dedicati (quattro medici e un infermiera professionale) e alle risorse messe a disposizione dal Banco Farmaceutico, che annualmente promuove la raccolta di fa rma ci, poi distribuiti alle persone in difficoltà seguite da diversi enti tra cui la Caritas. I medici che offrono il loro servizio in Caritas sono interpellati da cittadini stranieri in difficoltà ad accedere alle strutture sanitarie per la mancanza della tessera sanitaria, ma anche da persone e famiglie che, per la mancanza o l inadeguatezza del reddito, chiedono aiuto per il pagamento dei ticket sanitari e l acquisto dei farmaci. Si cerca di mantenere un attenzione irrinunciabile alla salute di tutti e soprattutto di chi vive in maggiore disagio, i volontari sono attenti in particolare a rilevare le necessità dei nuclei con bambini, perché le difficoltà economiche non compromettano adeguate risposte in termini di accesso alle cure ed ai farmaci. Le richieste di alloggio e accoglienza (3%) non rappresentano numeri elevati, anche se descrivono situazioni di particolare disagio, che richiedono pronta valutazione e capacità di intervento. Qualora siano presentate da persone di passaggio nel territorio, prive di riferimenti informali o istituzionali, se si interviene è per offrire ospitalità temporanea, limitata a una o poche notti, le persone poi riposate e rifocillate proseguono il loro percorso verso altre città maggiormente strutturate per accogliere persone senza casa, dove vi sia la possibilità di trovare dormitori, mense, servizi doccia. Se invece la richiesta arriva da persone residenti a Pordenone o in altri comuni della Diocesi, si interviene in accordo con il Servizio sociale, che in genere è presente in situazioni di tali gravità. L accoglienza può essere di maggiore durata se viene individuato un progetto di aiuto che preveda poi un ulteriore inserimento abitativo (collocazione in struttura, in progetto di accoglienza, in comunità, ). Soprattutto nella stagione invernale si accentua l attenzione verso le richieste di accoglienza, perché venga garantita una sistemazione di emergenza a chi si trova privo di abitazione, potendo contare sulla fattiva presenza del comune di Pordenone da alcuni anni promuove un coordinamento per fronteggiare la cosiddetta emergenza freddo. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 15

17 Nel corso del 2012 si sono rivolti alla Caritas 70 persone che presentavano la richiesta di alloggio, chiedendo di un posto letto presso una struttura o di una sistemazione provvisoria in seguito alla perdita dell alloggio. Tra le persone che presentavano problematiche di alloggio, si sono incontrati anche 29 uomini (soprattutto rumeni ed italiani) che possono essere definiti senza dimora, in quanto soggetti in stato di povertà materiale ed immateriale, portatori di una complessità di disagi, segnati da un profondo processo di esclusione sociale ed in difficoltà nel trovare accoglienza e risposte appropriate nei servizi istituzionali. Rari i casi di richiedenti asilo o rifugiati politici, incontrati con maggiore frequenza dai volontari del Centro di Ascolto negli anni scorsi, per queste persone si è prontamente segnalata la necessità di supporto, orientamento e accoglienza al Servizio Legale ed all équipe dell Area Rifugiati della Nuovi Vicini, per l attivazione se possibile e opportuno di percorsi e risorse dedicati a questa particolare categoria di immigrati. Prosegue inoltre la collaborazione con la Casa della Madonna Pellegrina, che garantisce pasti e posti letto, efficace per la rapidità della risposta ed anche per il continuo confronto, utile nell operatività quando è necessario individuare riposte di emergenza. Per quanto riguarda invece le richieste di accoglienza formulate da donne, si condivide la valutazione e l intervento con l Area Donne della Nuovi Vicini, con l ulteriore coinvolgimento nei casi di donne in gravidanza o con minori della struttura diocesana Casa madre della vita. Prosegue poi la collaborazione con la cooperativa Abitamondo, sia per l invio di singoli e nuclei familiari al servizio Cerco Casa per la ricerca di appartamenti o camere in affitto, sia per l inserimento di singoli nel pensionato sociale Casa San Giuseppe; gli uomini che cercano alloggio ed hanno la possibilità di essere inseriti in struttura vengono indirizzati dal Centro di Ascolto alla cooperativa, così come dalla stessa vengono orientati alla Caritas quelli che presentano delle difficoltà per cui necessitano di aiuti. Gli italiani arrivati in Caritas chiedono innanzitutto ascolto e orientamento ai servizi (31%), evidente il disagio di chi, trovandosi in difficoltà, non sa a quali porte bussare e necessita di essere facilitato e indirizzato verso i luoghi dove la richiesta di aiuto può trovare accoglienza. Numerose le richieste di aiuti materiali (26%), in particolare viveri e buoni pasto, a cui si aggiungono anche le richieste di farmaci. In molti chiedono aiuto economico (25%) in particolare per canoni di affitto e utenze domestiche, a fronte di redditi sempre più inadeguati o addirittura assenti. In particolare per i nuclei familiari è forte la sinergia con parrocchie e servizi sociali, con l obiettivo di garantire interventi più puntuali ed efficaci. Principali richieste Italiani (valori %) Ascolto 31% Beni Materiali Sussidi Economici 26% 25% Segretariato Sociale 20% Lavoro 6% Alloggio 4% Sanità Altro 2% 2% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 16

18 Nel caso degli stranieri invece le richieste principali sono di carattere materiale (32%), in molti nuclei familiari di stranieri, che hanno ridotto drasticamente le loro entrate economiche o addirittura si trovano privi di reddito, mancano generi alimentari, vestiti, suppellettili, prodotti per l infanzia. Importanti anche le richieste di sussidi economici (18%), per fa r fronte alle normali necessità quali l affitto, le utenze, le spese scolastiche, le spese di trasporto. Principali richieste Stranieri (valori %) Beni Materiali 32% Sussidi Economici Ascolto 18% 18% Segretariati Sociale 15% Sanità La voro 7% 7% Alloggio 3% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 17

19 APPROFONDIMENTI Il disagio femminile Ormai da molti anni l'area Donne della Nuovi Vicini si occupa di donne in difficoltà, concentrando il focus dei propri interventi in particolare su donne vittime di tratta e sfruttamento sessuale. Nell'ambito di tali attività, sempre più spesso, si sono realizzati interventi in collaborazione con il Centro di Ascolto diocesano su situazioni di povertà e disagio di donne che si sono rivolte ai servizi di ascolto. Nel tempo è stato rilevato un aumento delle situazioni di multiproblematicità al femminile, tanto da pensare ad uno spazio più strutturato dedicato a questi interventi. Nel corso del 2012 sono state seguite 20 donne, per le quali sono stati attivati percorsi diversi, calibrati in base alle problematicità rilevate e alle risorse disponibili. La totalità di queste donne sono state segnalate dal Centro di Ascolto diocesano e da Caritas Parrocchiali. Tra queste donne 3 sono italiane, 2 naturalizzate italiane e 15 straniere. Tra loro, solo 4 non hanno figli. Delle 16 con figli, 9 risultano essere donne sole, nel senso che non hanno il supporto del partner nella crescita dei figli. Tra le donne incontrate buona parte presenta situazioni di forte fragilità economica, legate alla perdita o all'assenza di lavoro. Questa situazione si è riscontrata sia nei casi di donne sole, sia nelle coppie dove molto spesso anche gli uomini sono disoccupati. Spesso le donne inserite in nuclei familiari si sono trovate a dover cercare un'occupazione per la prima volta, a fronte della perdita di reddito da parte del partner, e quindi, prive di esperienza da poter spendere, sono risultate maggiormente penalizzate nel panorama di crisi diffusa, perchè poco competitive per il mercato del lavoro. La quasi totalità delle donne incontrate presenta inoltre difficoltà di conciliazione dei tempi familiari con quelli del lavoro. Molte delle donne straniere non hanno reti fa milia ri o amicali sulle quali poter contare per un supporto nella cura dei figli, specie se non in età da inserimento nelle strutture scolastiche pubbliche. Nel 30% dei casi sono emersi problemi relazionali e di conflittualità all'interno della fa miglia, dove le donne spesso subiscono maltrattamenti da parte dei partner. Nella complessità delle situazioni emergono poi problematiche di carattere economico, anche molto gravi con assenza di reddito e situazioni di indebitamento. Un ulteriore dato raccolto, spesso correlato al problema occupazionale, è il disagio abitativo: la quasi totalità dei casi seguiti presenta situazioni di sfratto pendente e la contestuale impossibilità di reperire un altro alloggio. Di conseguenza l'area Donne è stata più volte sollecitata, anche da parte dei Servizi Territoriali, per interventi legati all'accoglienza di nuclei con minori. Tra i percorsi attivati in risposta ai bisogni emersi sono stati realizzati interventi di accompagnamento in ambito lavorativo, legale, sanitario e in ambito abitativo sono state sperimentate delle accoglienze. L aver strutturato questa opera di supporto dell Area Donne ai casi segnalati dal Centro di ascolto ha innanzitutto rinforzato la capacità dei volontari di cogliere con maggiore puntualità le problematiche delle donne incontrate, ponendosi l obiettivo di approfondirle in modo sempre più efficace. Si sono valorizzate e condivise le competenze maturate dalle operatrici dell Area donne che hanno potuto ampliare il loro ambito di impegno, riuscendo così a incontrare e conoscere altre situazioni di donne in condizioni di disagio, oltre alle persone già seguite nei progetti di accoglienza. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 18

20 Focus group: l incremento della povertà degli italiani Dai dati rilevati dal Centro di Ascolto diocesano emerge un incremento degli italiani, che si registra sia in valori assoluti che percentuali. Gli aspetti quantitativi, già trattati nella parte generale del rapporto, evidenziano due dati in particolare, la prevalenza degli italiani collocata nella fa scia di età compresa tra i 45 e i 60 anni, e la maggiore incidenza di situazioni di multiproblematicità, rispetto agli stranieri. Per un analisi più approfondita di queste tematiche, la Caritas diocesana ha promosso un gruppo di discussione ad hoc (focus group), invitando i referenti delle Caritas di tutte le Foranie della Diocesi.. Proprio a partire dal punto di vista di chi incontra quotidianamente le persone in disagio si è cercato di condividere dati e percezioni sul fenomeno della povertà degli italiani. Dal confronto è emerso come questo aumento sia generalizzato in tutta la diocesi, con alcune peculiarità legate alla tipologia di servizio offerto: ad esempio l incidenza delle borse spesa distribuite agli italiani nei centri di distribuzione di generi alimentari, pur essendo incrementata, è comunque ancora intorno al 15%. È in linea invece con quanto rilevato dal Centro Diocesano la prevalente presenza di persone italiane con una fascia di età compresa tra i 46 e i 60 anni. Lo scopo principale del focus era di capire che tipo di povertà e quali sono le caratteristiche dell utenza italiana nelle Caritas Parrocchiali o Foraneali. La prima riflessione condivisa ha riguardato la percezione della Caritas da parte degli italiani. Inizialmente i Centri di Ascolto erano prevalentemente frequentati da stranieri, da un lato perché, prima della crisi, in questa categoria si trovavano le maggiori fragilità, dall altro perché individuavano nella Caritas il primo canale di sostegno e orientamento anche su indicazione dei connazionali. Per gli italiani assistiamo a un ribaltamento della percezione del servizio. Se, in un certo senso, per gli immigrati il Centro di As colto rappresenta una porta di passaggio quasi naturale all inizio del proprio percorso di integrazione; per gli italiani, arrivare alla Caritas e ai Servizi sociali in generale, rappresenta l indicatore/certificatore di una situazione di difficoltà, prima che una possibile soluzione. Questo vale in particolare per le persone che si trovano a sperimentare per la prima volta situazioni di disagio economico. I volontari hanno fatto notare come cambia la percezione di essere poveri negli italiani: non sono diverse in sé le problematiche, anche se, come visto, negli italiani assistiamo a una sorta di stratificazione degli elementi che caratterizzano il percorso di impoverimento. Cambia, a detta dei volontari, la percezione che gli italiani hanno delle difficoltà nelle quali si trovano. Per gli stranieri, pensarsi in una situazione di precarietà economica è normale o comunque è già stata vissuta direttamente, ad esempio nel paese di origine o nelle fasi iniziali del loro percorso in Italia. Per molti italiani questa situazione è invece nuova, e inserisce elementi di incertezza ai quali non sono abituati. Un ulteriore elemento, segnalato da diverse Caritas, in particolare nei contesti di piccole e medie dimensioni, è legato al fatto che la maggioranza dei nuclei famigliari italiani che si rivolgono alle Caritas Parrocchiali o foraneali sono nuclei non originari del luogo, ma trasferiti da altre regioni (in particolare del sud). Questo indicatore potrebbe evidenziare come la presenza di un radicamento sul territorio, e l esistenza di reti famigliari, possa aiutare a fronteggiare, almeno nel breve termine, fenomeni di scivolamento in povertà. All interno del focus ci si è interrogati anche se, e come, sia possibile riuscire a raggiungere maggiormente le situazioni di povertà, che per pudore o orgoglio, non si rivolgono ai centri o ai servizi. Non è emersa una risposta univoca, o comunque si è individuato come alcuni canali (es. visite agli anziani, alle famiglie ad opera di sacerdoti e religiosi) rappresentano modalità più efficaci per venire a conoscenza delle situazioni di bisogno. Di certo è necessario lavorare molto sui rapporti di vicinato e di prossimità, non solo sul versante del fronteggiamento delle povertà, ma prima di tutto come antenna capace di cogliere le povertà più silenziose. Proprio a partire da quest ultima considerazione i volontari hanno evidenziato un elemento positivo con il quale chiudere la sintesi del focus. In particolar modo nelle realtà di piccole dimensione si fanno avanti vicini di casa che oltre che fa rsi portavoce, in un certo senso adottano la famiglia e fanno da volano per il coinvolgimento della comunità e delle Caritas parrocchiali. CARITAS DIOCESANA CONCORDIA-PORDENONE 19

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