Esiste un mercato per i minibond in Italia? La fotografia delle società non quotate

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1 Esiste un mercato La fotografia delle società non quotate......

2 Sintesi Ameno di un anno dall entrata in vigore delle norme del Decreto Sviluppo che hanno innovato la disciplina di cambiali finanziarie e obbligazioni, con lo scopo di favorire l accesso a canali di finanziamento diretto per le società non quotate (in particolare PMI) si contano non più di venti emissioni dei nuovi strumenti, per un ammontare complessivo di quasi 5 iardi, realizzate prevalentemente da aziende di dimensione rilevante. Le nuove misure hanno quindi generato un rilevante afflusso di capitali, ma il provvedimento non ha avuto, almeno finora, impatti rilevanti sulla finanza delle PMI italiane. Il patrimonio di informazioni di Cerved Group indica chiaramente che lo scarso impiego dei nuovi strumenti da parte delle PMI non è dipeso dalla mancanza di un bacino di società sufficientemente solide per emettere obbligazioni o cambiali finanziarie. La crisi ha fortemente ridotto la base produttiva italiana (-13 a imprese con almeno 2 ioni di euro rispetto al 2007), ma ha operato attraverso meccanismi di selezione darwiniana che hanno, da un lato, accelerato l uscita dal mercato delle imprese già rischiose o vulnerabili prima della crisi e, dall altro, costretto molte aziende a rafforzare i propri bilanci per rimanere sul mercato. Il risultato è quello di un tessuto produttivo meno numeroso, ma più solido rispetto a quello che si poteva osservare nel L impiego dei sistemi di rating e di scoring di Cerved Group, che consentono di assegnare a ogni azienda italiana una classe di rischio cui corrisponde una certa probabilità di default, indica che in Italia esistono 35 a società con un giro d affari superiore a 5 ioni di euro in un area di sicurezza o di solvibilità economico-finanziaria: sono imprese che potrebbero avere caratteristiche compatibili con l emissione di un minibond. I dati mostrano una prevalenza di società con queste caratteristiche nel Nord del Paese, nel terziario e nei settori industriali, con un buon bacino anche nel Centro-Sud, che ne conta più di 10 a. I dati di bilancio indicano che, se saranno superati tutti gli ostacoli strutturali che finora hanno impedito il decollo di un mercato dei minibond in Italia, ci potrebbero essere impatti rilevanti di stimolo alle PMI e all economia: le 34 a aziende con ricavi compresi tra 5 e 250 ioni di euro hanno infatti movimentato un giro d affari pari a 785 iardi di euro, prodotto 162 iardi di euro di valore aggiunto (il 10% del Pil) e sono esposte con le banche per 140 iardi. Numero società per Cerved Group Rating Società con ricavi oltre 5 ioni di euro A1.1 A1.2 A1.3 A2.1 A2.2 A3.1 B1.1 B1.2 B2.1 B2.2 C1.1 C1.2 C2.1 nd Nota: in caso di assenza del Cerved Group Rating, si considera il Cerved Group Score; 2

3 Contesto economico e obiettivi del documento L economia italiana sta faticando ad uscire dalla più grave e persistente crisi economica osservata dal Dopoguerra, che ha avuto impatti particolarmente pesanti sul sistema delle imprese. La crisi è stata caratterizza da un forte rallentamento del credito bancario, con fasi di contrazione (credit crunch). Le regole di Basilea, da un lato, hanno imposto alle banche il rispetto di requisiti minimi patrimoniali a salvaguardia della solidità del sistema finanziario e, dall'altro, hanno accentuato la selezione del credito tra aziende solide e aziende fragili, con la conseguenza di un rallentamento dei finanziamenti particolarmente concentrato tra le società con un 6% 4% 2% 0% -2% -4% -6% -8% 90% 60% 30% 0% Prestiti per classe di merito creditizio Impieghi, variazioni % a/a dic 2010 Sane dic 2011 Vulnerabili Fonte: Banca d Italia su dati interni e su score di Cerved Group dic 2012 Rischiose Incidenza dei debiti bancari tra le PMI Debiti bancari su debiti finanziari Spagna Francia Germania Portogallo Italia Fonte: elaborazioni Cerved Group su base dati Bach 15% 10% 5% 0% -5% -10% mar-06 basso rating. Nonostante questa più attenta selezione del credito, nel 2012 il calo dei prestiti è stato generalizzato e ha interessato anche le imprese con fondamentali più solidi, come certifica un'indagine della Banca d'italia che utilizza score prodotti da Cerved Group. set-06 mar-07 set-07 Il peggioramento delle condizioni di accesso al credito ha generato nel 2012 una forte ripresa di una fonte di finanziamento alternativa al capitale bancario: le emissioni obbligazionarie. In Italia, le emissioni obbligazionarie sono finora uno strumento utilizzato da poche grandi imprese che hanno accesso diretto al mercato dei capitali: secondo i dati della Banca d'italia, tra il 2007 e il 2012 solo 29 gruppi industriali hanno emesso questi titoli. Tradizionalmente, la dipendenza dal credito bancario è particolarmente accentuata tra le piccole e le medie imprese italiane. Secondo i dati di Bach, la banca dati sui bilanci delle società non finanziarie europee, circa l'81% dei debiti finanziari in capo alle PMI italiane sono debiti bancari; le percentuali sono notevolmente più basse negli altri principali paesi europei monitorati in Bach: pari al 66% in Portogallo, al 65% in Germania, al 57% in Francia e Spagna. Prestiti alle imprese Impieghi, variazioni % a/a mar-08 set-08 mar-09 set-09 mar-10 Fonte: elaborazioni Cerved Group su dati Banca d Italia set-10 mar-11 set-11 mar-12 set-12 mar-13 3

4 La forte dipendenza delle PMI dal capitale bancario e l'impossibilità di accedere a forme alternative in momenti di restrizione dell'offerta del credito hanno amplificato i problemi di finanziamento della generalità delle PMI italiane. Proprio per superare questo storico limite e per favorire l'accesso diretto al mercato dei capitali da parte di imprese anche di piccola dimensione, il Governo Monti ha innovato la disciplina di cambiali finanziarie e obbligazioni. Il Decreto Sviluppo n.83 del 22/6/2012 ha introdotto alcune norme che agevolano l'emissione di strumenti di debito da parte di società non quotate, chiamati comunemente 'minibond' per l'importo più limitato che le emissioni sono destinate ad avere rispetto a quelle attualmente esistenti sul mercato. In sintesi, la normativa sui minibond: amplia la possibilità di emettere cambiali finanziarie, prevedendo tra l'altro la figura dello sponsor per assistere l'emittente PMI, introduce le obbligazioni c.d. partecipative, cioè obbligazioni subordinate e con clausola di partecipazione agli utili, dispone sotto il profilo fiscale a favore degli investitori l'esenzione dalla ritenuta sugli interessi e a favore degli emittenti la deducibilità degli interessi passivi nei limiti generali del 30% del ROL, consentendo l'emissione di obbligazioni oltre il limite di due volte il patrimonio netto più riserve. Lo stimolo che queste disposizioni potranno generare sul sistema economico italiano dipende, in modo molto schematico, da tre ordini di fattori: (i) dal costo totale di questi nuovi strumenti per le imprese che li dovrebbero emettere, (ii) dal loro rendimento e dalla capacità di garantire agli investitori un corretto flusso di informazioni anche sulle emittenti di dimensione minore e, infine, (iii) dal numero e dall'affidabilità economico-finanziaria delle aziende italiane. Questo rapporto si concentra sul terzo di questi aspetti, con lo scopo di quantificare il bacino di imprese e i valori economici che potenzialmente potrebbero essere attivati dai nuovi provvedimenti, a condizione che siano rimossi tutti gli ostacoli strutturali che finora hanno impedito un diffuso utilizzo delle nuove norme (secondo le notizie di stampa, le emissioni di minibond da parte di società non quotate sono finora non più di 20 e hanno riguardato per lo più aziende di dimensioni rilevanti, con emissioni oltre i 100 ioni di euro). Poiché le norme sui minibond si applicano al complesso delle società di capitale non quotate, con esclusione delle microimprese, nel rapporto si utilizza tutto il patrimonio di informazioni e di conoscenze di Cerved Group, compresi i sistemi di scoring e di rating, sull'universo delle imprese che in base agli ultimi bilanci hanno superato i 2 ioni di euro di fatturato o di attivo patrimoniale, con un focus sulle aziende con ricavi oltre i 5 ioni di euro. 4

5 I sistemi di scoring e di rating di Cerved Group e i dati utilizzati nell analisi sistemi di scoring e di rating di Cerved Group costituiscono una preziosa risorsa per quantificare il bacino di imprese con le poten- I zialiltà per emettere un minibond, perché consentono di valutare l'affidabilità economico-finanziaria di tutte le aziende italiane cui si applicano le norme del DL 83/2012. In generale, il rating è infatti un'opinione sul grado di solvibilità di un'impresa, che esprime sinteticamente la sua capacità di generare nel tempo risorse sufficienti per ripagare i propri creditori. Anche lo score è un giudizio sintetico sul grado di solvibilità di un'impresa ma, a differenza del rating, è solo il risultato di sistemi statistici basati sulle elaborazioni automatiche di dati quantitativi e qualitativi, senza l'intervento di un'analista. Cerved Group ha sviluppato una batteria di modelli di rating differenziati per dimensione e forma giuridica dell'impresa, che consentono di tener conto della diversa disponibilità e frequenza di aggiornamento dei dati, e che soddisfano i requisiti richiesti dalle normative vigenti per emettere i cd rating unsolicited (non richiesti dall'impresa oggetto della 1 valutazione) ai fini ECAI e i cd rating solicited (richiesti dalla stessa impresa oggetto di valutazione), 2 in qualità di CRA. In particolare, per l'emissione del rating delle società di capitale (cui si rivolgono le norme sui minibond), Cerved Group ha sviluppato due diversi processi per il segmento large corporate (oltre 150 ioni di euro di fatturato) e per il corporate e lo small business. I modelli statistici attingono a basi dati pubbliche e proprietarie e considerano un ampio 1 Cerved Group, in qualità di External Credit Assesment Institution (ECAI, agenzia esterna di valutazione del merito creditizio) riconosciuta dalla Banca d'italia, può emettere rating unsolicited per la determinazione da parte delle banche del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito nell'ambito del metodo standardizzato. 2 Cerved Group, in qualità di Credit Rating Agency riconosciuta dalla Consob e dall'esma, può emettere rating solicited con validità nell'unione Europea, che possono anche essere utilizzati per l'emissione di minibond. set di variabili, che comprendono: profilo economico finanziario, di fonte bilancio; prospettive macroeconomiche, settoriali e territoriali; profilo qualitativo dell'impresa ed elementi di governance (tratti dagli archivi pubblici); variabili 'sistemiche': macroeconomiche, settoriali e territoriali; eventi negativi: protesti, pregiudizievoli di conservatoria sull'impresa o su esponenti rilevanti, eventi di default (fallimenti o altre procedure), anche su imprese collegate; abitudini di pagamento nelle transazioni commerciali e altre informazioni raccolte da Cerved Group nei suoi archivi; esistenza di procedure di cassa integrazione; notizie di stampa Le variabili rilevanti entrano nei sistemi statistici di Cerved Group, consentendo di calcolare anche score parziali, che possono essere ricondotti a due aree: una valutazione comportamentale, che si basa: - sulla regolarità dei pagamenti dell'impresa nelle transazioni con i propri fornitori; - su eventi negativi come i protesti, casi di default o altri eventi di decadimento; - su altri eventuali comportamenti anomali una valutazione strutturale, che si basa: - sul Cebi-score4: sintetizza l'affidabilità economico-finanziaria dell'impresa desumibile dalle variabili di bilancio ed è integrato da componenti geo-settoriali per tener conto del rischio di settori e aree geografiche; è strutturato su dieci classi, raggruppabili in un'area di solvibilità, in un'area di vulnerabilità e in un'area di rischio; - su altri indicatori qualitativi, come il posizionamento dell'impresa sul mercato, le prospettive, la qualità della governance. 5

6 Schema concettuale del cerved Group Rating Financial Ratios Sect. & Geogr. Risk Factors Cebi Score 4 Financial Score Protests & negative charges Descriptive, qualitative and governance factors Structural Score Behavioral Score Trade payments behavior Cerved Group Score Other behavioral information Cerved Group Rating Analyst Judgement Questi punteggi sono poi integrati nel Cerved Group Score (CGS), che sintetizza, con il contributo di tutte le variabili statisticamente rilevanti, la valutazione sull'affidabilità dell'impresa. Il CGS rappresenta il punto di partenza delle analisi e degli approfondimenti di un team di 100 analisti, che esaminano poi le informazioni di natura qualitativa e quantitativa, anche acquisite con il contatto diretto con l'azienda o sul mercato, ed emettono il Cerved Group Rating (CGR), che può confermare o modificare il CGS. Il CGR si basa su 13 classi comprese tra A1.1 (eccellente, per cui il rischio di credito è minimo) e C2.1 (azienda con forti squilibri economico-finanziari che ha un rischio di credito molto elevato), cui corrispon- dono delle probabilità di default. Nella classificazione non è prevista una specifica classe di rating che individui i debitori in default (correntemente denominato rating D); nella sostanza, tuttavia, il modello classifica anche queste situazioni poiché il rilascio del rating per soggetti in default è inibito dalla procedura di calcolo. Le prime sei classi (da A1.1. ad A3.1) possono essere raggruppate nell'area di 'sicurezza', le successive due (B1.1 e B1.2) in un'area di 'solvibilità', le classi B2.1 e B2.2 in un'area di 'vulnerabilità' e le restanti tre classi (da C1.1 a C2.1) in un'area di 'rischio'. In generale, le classi da A1.1 a B2.1 sono considerate classi 'pass' o investment grade. 6

7 Master Scale del Cerved Group Rating Area Naming Descrizione A1.1 A1.2 Azienda di rilevanti dimensioni con un eccellente profilo. La capacità di far fronte agli impegni finanziari assunti è estremamente elevata. Azienda di grandi dimensioni con un ottimo profilo. La capacità di far fronte agli impegni finanziari assunti è estremamente elevata. SICUREZZA A1.3 A2.1 Azienda medio / grande con un profilo molto buono. La capacità di far fronte agli impegni finanziari assunti è molto elevata. Azienda caratterizzata da un buon equilibrio complessivo. Sono assenti segnali negativi significativi. La capacità di far fronte agli impegni assunti è sicuramente elevata. A2.2 A3.1 Azienda caratterizzata da un buon equilibrio complessivo. Sono assenti segnali negativi significativi. La capacità di far fronte agli impegni assunti è sicuramente elevata. Azienda caratterizzata da un buon equilibrio complessivo. Sono assenti segnali negativi significativi. La capacità di far fronte agli impegni assunti è sicuramente elevata. SOLVIBILITA B1.1 B1.2 L'azienda ha una buona capacità di far fronte agli impegni assunti. Tuttavia esistono alcuni elementi di fragilità / segnali critici che potrebbero pregiudicarne l'affidabilità e la sua capacità di onorare i debiti. L'azienda ha una buona capacità di far fronte agli impegni assunti. Tuttavia esistono alcuni elementi di fragilità / segnali critici che potrebbero pregiudicarne l'affidabilità e la sua capacità di onorare i debiti. VULNERABILITA B2.1 B2.2 Sono rilevati segnali negativi, che indicano la vulnerabilità dell'azienda. Eventuali condizioni critiche potrebbero mettere a rischio la sua capacità di onorare i debiti nel medio periodo. Sono rilevati segnali negativi, che indicano la vulnerabilità dell'azienda. Eventuali condizioni critiche potrebbero mettere a rischio la sua capacità di onorare i debiti. C1.1 Sono rilevati segnali negativi che indicano la difficoltà dell'azienda a onorare gli impegni assunti. RISCHIO C1.2 C2.1 Sono rilevati seri segnali negativi che indicano la difficoltà dell'azienda a onorare gli impegni assunti. L'azienda presenta forti squilibri economico finanziari e/o esistono seri elementi di rischiosità che pregiudicano in modo molto serio la capacità di far fronte agli impegni assunti. 7

8 L impatto della crisi sul rischio delle imprese italiane I delle società italiane dopo cinque anni di crisi e di sistemi di score e di rating di Cerved Group rappresentano uno strumento unico per analizzare lo stato di salute economico-finanziaria stagnazione dell'economia: molti dati, come il picco di protesti e fallimenti o il valore record di sofferenze in capo alle banche italiane, evidenziano l'impatto della crisi in termini di mortalità delle aziende, ma non danno indicazioni sul grado di rischio delle imprese che sono rimaste sul mercato. Tra gli indicatori, il Cebi-Score4 il punteggio di rischio calcolato sulla base delle sole variabili desumibili dai bilanci dell'azienda è particolarmente utile per capire come è cambiato il profilo di rischio delle imprese a parità di condizioni di mercato e di contesto macroeconomico. Per effetto della crisi, l'universo di società non finanziarie che in base ai bilanci d'esercizio hanno realizzato un fatturato superiore a 2 ioni di euro, si è ridotto tra 2007 (ultima annualità che non ha risentito in alcun modo della crisi) e 2011 (ultima annualità per cui si dispone della totalità dei bilanci d'esercizio) di oltre 12 e unità, passando da quasi 127 a a circa 115 a. Secondo le elaborazioni più aggiornate (stato di attività dell'impresa a set- 3 tembre e ultimi bilanci disponibili ), il numero di società con ricavi oltre la soglia considerata si è ulteriormente ridotto di circa 600 unità rispetto alla fine del Se si raggruppano i punteggi di rischio desumibili dai bilanci in tre macroclassi (imprese solvibili, imprese vulnerabili e imprese rischiose), appare evidente che la crisi ha avviato un processo di selezione darwiniana dell'economia: sono state espulse dal mercato le imprese più deboli, mentre molte delle altre Società di capitale con ricavi oltre 2 ioni di euro Migliaia di imprese % 75% 50% 25% 126, hanno dovuto rafforzare i propri bilanci per rimanere sul mercato. In termini assoluti, i dati indicano una forte riduzione dell'area di rischiosità (-8,5 a società tra 2007 e 2011) e un calo meno pronunciato di aziende vulnerabili (-3,6 a), mentre il numero di società solvibili è addirittura aumentato. Nonostante il peggioramento dovuto al deterioramento dei bilanci nel 2012, il profilo di rischio desumibile dai bilanci delle aziende oggi sul mercato rimane migliore di quello pre-crisi: sono solvibili circa il 46% delle società con ricavi oltre i 2 ioni, contro una percentuale del 43% nel 2007; la percentuale di aziende rischiose si è ridotta dal 21% al 17%. 114, current Distribuzione per Cebi-score 4 Fatturato oltre 2 ioni di euro 35,5% ,9 21,2% 15,9% 16,9% 36% 37,3% 43,4% 48% 45,9% 2011 current 3 Al momento dell'elaborazione sono stati considerati nell'85% dei casi bilanci 2012, nel restante 15% dei casi i bilanci Il deposito dei bilanci presso le camere di commercio è un processo che inizia ad aprile dell'anno successivo alla chiusura, tocca un picco nei mesi estivi e termina negli ultimi mesi dell'anno. 8

9 In particolare, quasi la metà delle 26 a aziende già rischiose nel 2007, non sono più sul mercato; il 12% sono ancora attive, ma con un volume di ricavi al di sotto della soglia dei 2 ioni di euro, mentre il 19% sono nell'area di rischio anche in base ai risultati I dati di bilancio indicano che le poche imprese rischiose nel 2007 che hanno resistito alla crisi passando all'area di vulnerabilità (16%) o addirittura di solvibilità (6%), lo hanno fatto grazie a modelli di business vincenti che hanno permesso loro di accrescere ricavi e margini, aumentando la patrimonializzazione. L'area di vulnerabilità è risultata molto dinamica: un quarto delle aziende vulnerabili nel 2007 è uscita dal mercato, mentre il 6% ha ridotto i ricavi sotto la soglia dei 2 ioni di euro. Delle società rimaste sul mercato, gli upgrade verso l'area di solvibilità sono circa il doppio dei downgrade, a conferma del processo di selezione prodotto dalla recessione. Il fenomeno più evidente di questo processo è l'aumento tra il 2007 e il 2011 nonostante la grave crisi che ha colpito l'economia 26,6 Rischiose 2007 italiana del numero di aziende nell'area di solvibilità, da 54,4 a a 54,6 a. I dati indicano una forte resilienza delle imprese in questa area (sono rimaste solvibili più della metà delle imprese che lo erano nel 2007), che nonostante la crisi sono riuscite a ridurre ulteriormente i debiti e ad aumentare la capitalizzazione, limitando le perdite in termini di ricavi e di redditività. Imprese nell area di rischio nel 2007 per Cebi-score4 2011, migliaia di imprese 12,5 Out 3,3 1,5 Sotto la soglia Upgrade solvibili 4,3 Upgrade vs vulnerab. 5,0 Rimaste rischiose Imprese nell area di vulnerabilità nel 2007 per Cebi-score4 2011, migliaia di imprese Imprese nell area di solvibilità nel 2007 per Cebi-score4 2011, migliaia di imprese 44,5 11,6 6,0 9,2 4,7 12,9 54,5 7,5 5,9 8,9 1,4 30,7 Vulnerabili 2007 Out Sotto la soglia Upgrade solvibili Down vs rischiose Rimaste vulnerabili Solvibili 2007 Out Sotto la soglia Down vs vulnerab. Down vs rischiose Rimaste solvibili 9

10 La fotografia delle società non quotate I anni della crisi la struttura economico-finanziaria delle l CeBi-score 4 è un indicatore utile per confrontare il rischio delle società italiane nel tempo e per capire come è cambiata negli società italiane in base ai bilanci, a parità di condizioni di mercato e di contesto macroeconomico. Una fotografia più nitida e più aggiornata del grado di rischio delle società italiane, che tenga conto di tutte le evoluzioni recenti e prevedibili dei mercati, richiede l impiego di tutto lo spettro di informazioni e di analisi sintetizzate dal Cerved Group Rating (o dal Cerved Group Score nei casi in cui la valutazione non sia stata integrata dall intervento di un analista). Attraverso il CGR, è possibile infatti segmentare l universo delle società italiane per rischio di insolvenza e quindi stimare il bacino di potenziali emittenti di minibond in base alla probabilità delle stesse imprese di ripagare i propri debiti. Secondo le norme del DL 83/2012, potrebbero emettere un minibond tutte le società non quotate, ad esclusione delle microimprese: secondo gli archivi di 4 Cerved Group, si tratta di circa 156 a società. Poiché è molto improbabile che emettano un minibond le Società per classe di fatturato con attivo o ricavi maggiori di 2 ioni di euro, migliaia di imprese 42,3 61,6 25,2 < , aziende con un giro d affari inferiore a 5 ioni di euro, si sono escluse dall analisi del rischio le 42 a società con ricavi inferiori a 2 ioni di euro (ma attivo superiore a 2 ioni) e le 62 a con un fatturato compreso tra 2 e 5 ioni, considerando le restanti 52 a società. In base al Cerved Group Rating, circa 35 a di queste 52 a società possono essere considerate investment grade : sono aziende con un rating in una delle prime 8 classi, che nella maggior parte dei casi (circa 21 a aziende) rientrano nell area di solvibilità (classi B1.1 e B1.2), mentre sono circa 14 a le società nell area di sicurezza, con rating compreso tra l eccellenza (A1.1, solo 22 aziende) e la classe A3.1 (7,5 a aziende). 5, ,8 1,6 0, >250 Numero società per Cerved Group Rating Società con ricavi oltre 5 ioni di euro A1.1 A1.2 A1.3 A2.1 A2.2 A3.1 B1.1 B1.2 B2.1 B2.2 C1.1 C1.2 C2.1 nd Nota: in caso di assenza del Cerved Group Rating, si considera il Cerved Group Score; 4 Si considerano microimprese le aziende che in base all ultimo bilancio hanno generato ricavi e un attivo di bilancio inferiore a 2 ioni di euro. 10

11 Le informazioni anagrafiche e di bilancio consentono di tracciare un profilo delle 35 a aziende con ricavi oltre 5 ioni di euro e CGR non inferiore a B1.2, che potenzialmente potrebbero essere prese in considerazione per l'emissione di minibond. La maggior parte di queste società sono PMI che non raggiungono i 50 ioni di fatturato (31 su 35 a): sono infatti 15,5 a quelle con ricavi compresi tra 5 e 10 ioni di euro (il 44% delle 'investment grade'), 11,1 a quelle con un giro d'affari compreso tra 10 e 25 ioni (il 32%) e 4 a con un fatturato tra 25 e 50 ioni di euro (l'11,5%). Nord Ovest Liguria Lombardia Piemonte Valle D'Aosta Nord Est Eia Romagna Friuli Venezia Giulia Trentino Alto Adige Veneto Centro Lazio Marche Toscana Umbria Sud e Isole Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia Totale Italia Società con ricavi oltre 5 ioni di euro per area e regione CGR B1.2 o migliore Totale imprese % 72,7% 68,5% 73,1% 72,2% 73,6% 72,1% 68,7% 72,5% 80,0% 73,6% 60,1% 51,7% 64,0% 68,9% 62,3% 53,2% 55,4% 54,2% 45,7% 52,4% 47,3% 56,3% 57,4% 51,2% 67,3% 15, Società con CGR non inferiore a B1.2 per classe di fatturato 11, Migliaia di imprese 4, , , ,7 >250 Dal punto di vista geografico, più della metà delle 'investment grade' si concentrano in Lombardia (11 a imprese), Veneto (4,6 a) ed Eia Romagna (quasi 4 a). Complessivamente, sono 25 a nel Nord Italia, quasi 6 a del Centro e oltre 4 a del Sud e delle Isole. L'Italia del Nord si caratterizza anche per una maggiore presenza di aziende con un buon rating: hanno un punteggio di rischio almeno pari a B1.2 il 73% di quelle del Nord Ovest, il 72% di quelle del Nord Est, il 67% del Centro e solo il 60% di quelle del Sud e delle Isole. Tra le regioni, è il Trentino quella con la più alta incidenza di aziende con un rating nell'area di sicurezza o di solvibilità (l'80%). Viceversa, con una percentuale del 46%, la Calabria si caratterizza come la regione in cui questa percentuale è più bassa. 11

12 Tra i settori, con più di 16 a unità, il terziario è ilcomparto che conta il maggior numero di società investment grade con ricavi oltre i 5 ioni di euro, seguito dall'industria con quasi 14 a aziende. I dati settoriali evidenziano una forte eterogeneità in termini di incidenza di società investment grade: si va dal 77% delle società che operano nell'agricoltura e nella prima trasformazione a una percentuale molto più bassa nell'edilizia, pari al 43%. Nell'ambito dell'industria, la presenza di aziende con un rating nell'area di sicurezza o di solvibilità è più alta nella chimicafarmaceutica (l'82% delle società), nell'hitech (77%) e nell'industria dei prodotti intermedi (77%); viceversa la percentuale è particolarmente bassa nella filiera auto, con una percentuale pari al 56%. Nel terziario la percentuale risulta maggiore tra le società che operano nei servizi finanziari (72%) e nel campo della distribuzione (71%, settore che conta anche un alto valore assoluto di aziende investment grade); viceversa società immobiliari (50%) e imprese della logistica e dei trasporti (60%) risultano i settori con la minore presenza di aziende nell'area di sicurezza o di solvibilità. Le difficoltà del 2012 si sono fatte sentire anche sui conti economici delle 35 a aziende con Cerved Group Rating non inferiore a B1.2: quasi la metà hanno ridotto il giro d'affari rispetto al 2011, mentre sono 18 a quelle con ricavi in crescita e 9,3 a quelle che sono riuscite ad aumentare il proprio fatturato con tassi di crescita a due cifre. Migliori i risultati in termini di redditività: hanno realizzato margini lordi positivi il 90% delle società in questione (32 a) e hanno chiuso l'esercizio in utile l'85% (30 a società). Aziende agricole Industria Largo consumo Sistema moda Sistema casa Altri beni di consumo Mezzi di trasporto Chimica e farm. Metalli Elettromeccanica Hi tech Prodotti intermedi Energia e utility Costruzioni Servizi Informazione e intrattenimento Distribuzione Logistica e trasporti Servizi non finanziari Servizi finanziari Società immobiliari Altro o nc Totale Italia Società con ricavi oltre 5 ioni di euro per settore e macrosettore Performance di conto economico, società con CGR non inferiore a B1.2 18,3 Ricavi in crescita Ricavi oltre 5 ioni, migliaia di imprese 9,3 Ricavi in crescita >10% CGR B1.2 o migliore ,7 Mol positivo Totale imprese ,8 Utile d esercizio % 77,4% 71,1% 75,6% 70,2% 67,7% 74,9% 55,8% 81,8% 72,2% 70,7% 76,6% 76,5% 73,6% 43,3% 68,6% 64,6% 71,4% 59,9% 68,3% 71,6% 49,8% 25,5% 67,3% 12

13 Dal punto di vista dell indebitamento, sono meno 5 dell 1% (circa 300 società) quelle con un CGR pari o migliore di B1.2 e un ammontare di debiti finanziari oltre i tre quarti dell attivo patrimoniale. Il 9% delle società (più di 3 a) ha accumulato debiti finanziari che superano la metà dell attivo, mentre nel restante 90% dei casi (31,6 a società), il rapporto è inferiore al 50%: per queste aziende esistono ampi spazi per accrescere il proprio indebitamento senza entrare in un area di sorveglianza (in genere un rapporto tra debiti finanziari e attivo è in zona di sorveglianza quando supera il 100%). Il patrimonio di Cerved Group può essere anche utilizzato per quantificare i valori economici associati al bacino di aziende che potrebbero essere prese in considerazione ai fini dell emissione dei minibond. In particolare, è utile focalizzare l attenzione su quelli relativi alle società con ricavi compresi tra 5 e 250 ioni di euro, escludendo quindi le 737 società che - con una dimensione oltre i 250 ioni di euro pur potendo beneficiare delle nuove norme, non Rapporto tra debiti finanziari e attivo Ricavi oltre 5 ioni e CGR non inferiore a B1.2, distribuzione sul totale 56,7% 33,4% 9,0% 0,9% 0-25% 25-50% 50-75% >75% erano oggetto dell azione di stimolo per cui è stata innovata la disciplina sui minibond. Le 34 a società in questione producono un giro d affari di 785 iardi di euro e un valore aggiunto di 162 iardi, pari al 10% del Pil italiano, e generano margini operativi lordi per 58,4 iardi di euro. Con un attivo patrimoniale di 737 iardi, sono esposte verso le 6 banche per 140 iardi, 58,3 iardi con debiti a breve e 81,7 con debiti oltre un anno, cui corrispondono oneri finanziari pari a 7,6 iardi. Aggregati di bilancio relativi alle società con Cerved Group Rating non inferiore a B1.2 e ricavi oltre 5 ioni di euro #imprese Ricavi ( mld) 109,3 172,4 140,7 160,0 202,4 784,9 valore aggiunto ( mld) 26,4 37,5 28,5 31,9 37,7 161,9 margine operativo lordo ( mld) 8,8 12,8 10,3 11,4 15,1 58,4 attivo patrimoniale ( mld) 107,5 161,1 126,2 148,6 193,5 736,8 debiti vs banche ( mld) 23,7 32,2 24,8 27,6 31,7 140,0 di breve termine 12,1 18,5 15,1 16,9 19,1 81,7 di lungo termine 11,6 13,7 9,7 10,7 12,7 58,3 oneri finanziari ( mld) 1,1 1,7 1,3 1,6 2,0 7,6 5 Calcolato sulle sole società che non presentano un bilancio in forma semplificata (92% del totale). 6 Stimati per le società che presentano un bilancio in forma semplificata (l 8% del totale). 13

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