LEZIONE 35. Termini e definizioni generali rela/vi all incendio
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1 LEZIONE 35 Termini e definizioni generali rela/vi all incendio Il pericolo Il pericolo è una fonte di possibile danno fisico alle persone. Il rischio Il rischio è la probabilità che si verifichino even? che producono danni fisici alla salute. La sicurezza L aavità finalizzata a rendere minimi i rischi. La combus2one Reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combus?bile con l ossigeno accompagnata da sviluppo di calore, fiamma, di gas fumo e luce. L incendio Combus?one sufficientemente rapida e non controllata che si sviluppa senza limitazioni nello spazio e nel tempo. La fiamma Combus?one di gas con emissione di luce. Il combus2bile Sostanza solida, liquida o gassosa nella cui composizione molecolare sono presen? elemen? quali il carbonio, l idrogeno, lo zolfo, etc.. La combus/one Principi della combus?one La combus?one è una reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combus?bile con un comburente che da luogo allo sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce. La combus?one può avvenire con o senza sviluppo di fiamme superficiali. La combus?one senza fiamma superficiale si verifica generalmente quando la sostanza combus?bile non è più in grado di sviluppare par?celle vola?li. IL TRIANGOL O DEL FUOCO
2 COMBUSTIBILE COMBURENTE TEMPERATURA Le condizioni necessarie per avere una combus?one sono: presenza del combus?bile presenza del comburente presenza di una sorgente di calore pertanto solo la contemporanea presenza di ques? tre elemen? da luogo al fenomeno dell incendio, e di conseguenza al mancare di almeno uno di essi l incendio si spegne. Quindi per oxenere lo spegnimento dell incendio si può ricorrere a tre sistemi: esaurimento del combus/bile: allontanamento o separazione della sostanza combus?bile dal focolaio d incendio; soffocamento: separazione del comburente dal combus?bile o riduzione della concentrazione di comburente in aria; raffreddamento: soxrazione di calore fino ad oxenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combus?one; Gli elemen2 che cara8erizzano la combus2one Premesso che un incendio, nella quasi totalità dei casi, per ciò che riguarda la sostanza comburente, viene alimentato dall ossigeno naturalmente contenuto nell aria, ne consegue che esso si caraxerizza per?po di combus?bile e per il?po di sorgente d innesco. La classificazione degli incendi Gli incendi vengono dis?n? in tre classi, secondo lo stato fisico dei materiali combus?bili.
3 classe A incendi di materiali solidi classe B incendi di liquidi infiammabili classe C incendi di gas infiammabili Per i fuochi di classe A il Decreto Ministeriale (G.U. no 201 del ) ne riporta le caraxeris?che al fine di e?chexare gli es?ntori idonei allo spegnimento di fuochi di questa categoria. Il fuoco di classe "A" si cara@erizza da reazione di combus/bile solido ovvero dotato di forma e volume proprio. Per i fuochi di classe B il Decreto Ministeriale (G.U. n0 201 del ) ne riporta le caraxeris?che al fine di e?chexare gli es?ntori idonei allo spegnimento di fuochi di questa categoria. Cara@eris/ca peculiare ditale /po di combus/bile è quella di possedere si un volume proprio ma non una formo propria. Per i fuochi di classe C il Decreto Ministeriale (G.U. n0 201 del ) ne riporta le caraxeris?che al fine di e?chexare gli es?ntori idonei allo spegnimento di fuochi di questa categoria.
4 peculiare ditale /po di combus/bile è quella di non possedere né forma né volume proprio. Le sorgen2 d innesco accensione dire8a quando una fiamma, una scin?lla o altro materiale incandescente entra in contaxo con un materiale combus?bile in presenza di ossigeno. accensione indire8a quando il calore d innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico. a8rito quando il calore è prodoxo dallo sfregamento di due materiali. autocombus2one o riscaldamento spontaneo quando il calore viene prodoxo dallo stesso combus?bile come ad esempio len? processi di ossidazione, reazione chimiche, decomposizioni esotermiche in assenza d aria, azione biologica. Prodo< della combus2one I prodoa della combus?one sono suddivisibili in quaxro categorie: gas di combus2one fiamme fumo calore Gas di combus,one I gas di combus?one sono quei prodoa della combus?one che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono raffreddandosi la temperatura ambiente di riferimento 15 C. I principali gas di combus?one sono: ossido di carbonio aldeide acrilica anidride carbonica fosgene idrogeno solforato ammoniaca anidride solforosa ossido e perossido di azoto acido cianidrico acido cloridrico
5 La produzione di tali gas dipende dal?po di combus?bile, dalla percentuale di ossigeno presente e dalla temperatura raggiunta nell incendio. Le fiamme sono cos2tuite dall emissione di luce conseguente alla combus2one di gas sviluppa2si in un incendio. In par2colare nell incendio di combus2bili gassosi è possibile valutare approssima2vamente il valore raggiunto dalla temperatura di combus2one dal colore della fiamma. Scala croma2ca delle temperature nella combus2one dei gas Colore della fiamma Rosso nascente Temperatura ( C) 525 Rosso scuro 700 Rosso ciliegia 900 Giallo scuro 1100 Giallo chiaro 1200 Bianco 1300 Bianco abbagliante 1500 Fumi I fumi sono forma? da piccolissime par?celle solide (aerosol), liquide (nebbie o vapori condensa?). Le par?celle solide sono sostanze incombuste che si formano quando la combus?one avviene in carenza di ossigeno e vengono trascinate dai gas caldi prodoa dalla combus?one stessa. Normalmente sono prodoa in quan?tà tali da impedire la visibilità ostacolando l aavità dei soccorritori e l esodo delle persone. Le par?celle solide dei fumi che sono incombus? e ceneri rendono il fumo di colore scuro. Le par?celle liquide, invece, sono cos?tuite essenzialmente da vapor d acqua che al di soxo dei 100 C condensa dando luogo a fumo di color bianco. Calore Il calore è la causa principale della propagazione degli incendi. Realizza l aumento della temperatura di tua i materiali e i corpi espos?, provocandone il danneggiamento fino alla distruzione. I parametri fisici della combus2one La combus?one è caraxerizzata da numerosi parametri fisici e chimici, i principali dei quali sono i seguen?: temperatura di accensione temperatura teorica di combus?one
6 aria teorica di combus?one potere calorifico temperatura di infiammabilità limi? di infiammabilità e di esplodibilità Temperatura di accensione o di autoaccensione ( C) É la minima temperatura alla quale la miscela combus?bile- comburente inizia a bruciare spontaneamente in modo con?nuo senza ulteriore apporto di calore o di energia dall esterno. SOSTANZE Temperatura di accensione ( C) acetone 540 benzina 250 gasolio 220 idrogeno 560 alcool me?lico 455 carta 230 legno Temperatura di infiammabilità ( C) É la temperatura minima alla quale i liquidi combus?bili emexono vapori in quan?tà tali da incendiarsi in caso di innesco SOSTANZE Temperatura di infiammabilità ( C) gasolio 65 acetone - 18 benzina - 20 alcool me?lico 11 alcool e?lico 13 toluolo 4 olio lubrificante 149 Limi2 di infiammabilità (% in volume) individuano il campo di infiammabilità all interno del quale si ha, in caso d innesco, l accensione e la propagazione della fiamma nella miscela. limite inferiore di infiammabilità:
7 la più bassa concentrazione in volume di vapore della miscela al di soxo della quale non si ha accensione in presenza di innesco per carenza di combus?bile; limite superiore di infiammabilità: la più alta concentrazione in volume di vapore della miscela al di sopra della quale non si ha accensione in presenza di innesco per eccesso di combus?bile limite superiore di infiammabilità. SOSTANZE Campo di infiammabilità ( % in volume) limite inferiore limite superiore acetone 2,5 13 ammoniaca benzina 1 6,5 gasolio 0,6 6,5 idrogeno 4 75,6 metano 5 15 Combus2one delle sostanze solide, liquide e gassose La combus?one delle sostanze solide è caraxerizzata dai seguen? parametri: pezzatura e forma del materiale; dal grado di porosità del materiale; dagli elemen? che compongono la sostanza; dal contenuto di umidità del materiale; condizioni di ven?lazione. Inoltre il processo di combus?one delle sostanze solide porta alla formazione di braci che sono cos?tuite dai prodoa della combus?one dei residui carboniosi della combus?one stessa. La combus2one dei liquidi infiammabili TuA i liquidi sono in equilibrio con i propri vapori che si sviluppano in misura differente a seconda delle condizioni di pressione e temperatura sulla superficie di separazione tra pelo libero del liquido e mezzo che lo sovrasta. Nei liquidi infiammabili la combus?one avviene proprio quando, in corrispondenza della suddexa superficie i vapori dei liquidi, miscelandosi con l ossigeno dell aria in concentrazioni comprese nel campo di infiammabilità, sono opportunamente innesca?. Pertanto per bruciare in presenza di innesco un liquido infiammabile deve passare dallo stato liquido allo stato di vapore. L indice della maggiore o minore combus?bilità di un liquido è fornito dalla temperatura di infiammabilità. In base alla temperatura di infiammabilità i liquidi infiammabili sono classifica? Categoria A liquidi aven, punto di infiammabilità inferiore a 21 C
8 Categoria B liquidi aven, punto d infiammabilità compreso tra 21 C e 65 C Categoria C liquidi aven, punto d infiammabilità compreso tra 65 C e 125 C SOSTANZE Temperatura di infiammabilità ( C) Categoria gasolio 65 C acetone - 18 A benzina - 20 A alcool me?lico 11 A alcool e?lico 13 A toluolo 4 A olio lubrificante 149 C I gas infiammabili Nelle applicazioni civili ed industriali i gas, compresi quelli infiammabili, sono generalmente contenu? in recipien? aa ad impedirne la dispersione incontrollata nell ambiente. GAS LEGGERO Gas avente densità rispexo all aria inferiore a 0,8 (idrogeno, metano, etc.) Un gas leggero quando liberato dal proprio contenitore tende a stra?ficare verso l alto. GAS PESANTE Gas avente densità rispexo all aria superiore a 0,8 (GPL, ace?lene, etc.) Un gas pesante quando liberato dal proprio contenitore tende a stra?ficare ed a permanere nella parte bassa dell ambiente ovvero a penetrare in cunicoli o aperture pra?cate a livello del piano di calpes?o. In funzione delle loro modalità di conservazione possono essere classifica? come segue: GAS COMPRESSO Gas che vengono conserva? allo stato gassoso ad una pressione superiore a quella atmosferica in apposi? recipien? dea bombole o trasporta? axraverso tubazioni. La pressione di compressione può variare da poche cen?naia millimetri di colonna d acqua (rete di distribuzione gas metano per utenze civili) a qualche cen?naio di atmosfere (bombole di gas metano e di aria compressa) GAS LIQUEFATTO Gas che per le sue caraxeris?che chimico- fisiche può essere liquefaxo a temperatura ambiente mediante compressione (butano, propano, ammoniaca, cloro). CAUSE D INCENDIO
9 L ANIA ha cercato di individuare le cause che hanno generato incendi con danni superiori o uguali a 100 milioni di lire in casi di combus?oni accidentali avvenu? nel nostro Paese, mediante un implementazione di una banca da?. La protezione ANTINCENDIO a<va L insieme delle misure di protezione che richiedono l azione di un uomo o l azionamento di un impianto sono quelle finalizzate alla precoce rilevazione dell incendio, alla segnalazione e all azione di spegnimento dello stesso. es?ntori rete idrica an?ncendi impian? di rivelazione automa?ca d incendio impian? di spegnimento automa?ci disposi?vi di segnalazione e d allarme
10 evacuatori di fumo e calore QUALE ESTINTORE????? La scelta dell es?ntore va faxa in base al?po di incendio ipo?zzabile nel locale da proteggere. Su ciascun es?ntore sono indicate le classi dei fuochi ed i focolai convenzionali che è in grado di es?nguere (esempio: 21A 89BC). Per norma devono essere di colore rosso e riportate una e?chexa con le istruzioni e le condizioni di u?lizzo. La posizione deve essere scelta privilegiando la facilità di accesso, la visibilità e la possibilità di raggiungere uno percorrendo al massimo 20 m. L operatore deve usare l es?ntore avendo cura di mexersi sopravvento, cercando di colpire con il gexo di scarica la base del focolaio senza provocare la fuoriuscita di liquidi infiammabili dal loro contenitore. Lo scopo degli es?ntori porta?li è quello di permexere un intervento immediato e locale sui piccoli focolai o principi d incendio in modo da impedire che il fuoco possa dilagare causando danni che l intervento, generalmente meno rapido, di un potente impianto, non potrebbe evitare. Essi possono essere tenu? ovunque a portata di mano ed u?lizza? con successo da chiunque, purché siano note le molteplici modalità di impiego e le prestazioni di cui sono capaci. LA POTENZA DEGLI ESTINTORI LE CLASSI DI SPEGNIMENTO La potenza es?nguente degli es?ntori viene determinata con riferimento a focolari?po, dis?n? per classe di fuoco FUOCHI DI CLASSE A Capacità dell es,ntore di spegnere completamente una determinata catasta di legna Esempio 13 A (lunghezza del focolare in decimetri) Catasta di legna normalizzata con travi di sezione 4 x 4 cm su zoccolo di metallo realizzata con 14 stra? alterna? da 5 travi lunghe 1.3 m e 13 lunghe 0.5 m. FUOCHI DI CLASSE B Capacità dell es,ntore di spegnere completamente un liquido infiammabile contenuto in un recipiente cilindrico con fondo di acqua (1/3 di acqua e 2/3 di benzina) Esempio 89 B 89 litri di benzina contenu? in un recipiente di diametro di 1.9 m FUOCHI DI CLASSE C Capacità dell es,ntore di spegnere completamente un incendio di gas propano allo stato liquido contenuto in bombole da 25 Kg in parallelo.
11 IN CONCLUSIONE QUANTO PIU ALTO E IL NUMERO CHE PRECEDE LA CLASSE DI FUOCO TANTO PIU ELEVATA E LA POTENZA ESTINGUENTE DELL ESTINTORE.
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