IL COLLOQUIO DI AIUTO. Introduzione al counseling umanistico integrato

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1 IL COLLOQUIO DI AIUTO Introduzione al counseling umanistico integrato

2 Il colloquio = una conversazione guidata durante la quale due o più persone scambiano idee, sentimenti, informazioni e opinioni per raggiungere degli obiettivi concordati.

3 Il colloquio di aiuto E una metodologia di interazione fra persona aiutante e aiutata messa a punto su impulso di Carl Rogers. Si basa sul presupposto delle risorse personali e sull idea di favorire la comprensione del problema e assumere le responsabilità delle scelte eventuali ( fare da specchio )

4 Vantaggi dell impostazione rogersiana Maggior comprensione delle problematiche del cliente (cfr. ascolto attivo ) Miglior legame del cliente con il counselor (cfr. empatia ) Maggiore attenzione alla persona (cfr. fiducia e attivazione)

5 Scopi del colloquio di aiuto Non eliminare/risolvere i problemi Imparare ad affrontare/gestire le situazioni problematiche. Questo richiede che l utente: a) faccia proprio il processo di intervento (colga i principi e non delle ricette) b) passi più speditamente all azione (applichi i principi alle situazioni specifiche)

6 Scopi del colloquio di aiuto Non fermarsi al vantaggio percepito (il benessere che deriva dalla seduta e dal rapporto con il consulente) Ma raggiungere il vantaggio grezzo (benessere che deriva dal raggiungere i propri obiettivi anche a diversi livelli e quindi dall apprendimento e dal cambiamento)

7 MODELLO DI COLLOQUIO ORIENTATO ALL AZIONE E un approccio che ha intenti di integrazione Si fonda sulla gestione dei problemi e sullo sviluppo delle possibilità secondo una visione umanistica Ricerca una chiara connessione tra l intervento e il cambiamento nel comportamento E l aiuto che può colmare il mare tra il dire e il fare

8 Cambiamenti = azioni Da uno stato di passività ad uno di attività Da una condizione di dipendenza dagli altri ad una di relativa indipendenza Dall avere poche scelte ad averne molte Dall avere interessi superficiali all avere interessi maturi, forti, duraturi Da una prospettiva orientata al presente ad una che comprende il passato, presente e futuro Da un rapporto subordinato con gli altri ad uno di parità Dalla mancanza di un senso chiaro di sé a un senso chiaro di sé e di controllo di sé

9 La formazione del counselor A) sapere (conoscenza teorica) B) saper fare (mix di conoscenza e pratica) C) saper essere (conoscenza di sé, aspetti etici)

10 A) SAPERE Comprensione concettuale del modello adottato Conoscenze teoriche del suo campo di applicazione Conoscenza di tecniche di aiuto

11 B) SAPER FARE a.saper utilizzare le abilità comunicative per l accoglienza affettiva del disagio emozionale b.saper creare un rapporto di lavoro con il cliente (cfr. alleanza operativa) c.saper gestire le dinamiche transferali (cfr. transfert e controtransfert)

12 a. LE ABILITA COMUNICATIVE per l accoglienza affettiva del disagio L attenzione L ascolto L empatia L esplorazione La riformulazione

13 Le abilità comunicative: l attenzione Si riferisce a come il c. sta con il cliente a livello fisico e psicologico. Implica il comunicare che si è con lui e mettersi in posizione di ascolto Ci possono essere diversi livelli di attenzione che riguardano: - le microabilità (posizione, inclinazione, occhi..) - i linguaggi del corpo - la presenza

14 Le abilità comunicative: l ascolto - Cogliere attentamente ciò che l altro vuol dire con CV e CNV - Implica 4 aspetti: a. osservare e capire CNV b. ascoltare e capire i messaggi (ascolto attivo) c. ascoltare l altro contestualizzando d. ascoltare in modo confrontativo (cv-cnv)

15 Ostacoli all ascolto Ascolto inadeguato Ascolto valutativo Ascolto addomesticato Ascolto filtrato Ascolto di fatti anziché di persone Ascolto come prova generale Ascolto compassionevole Le interruzioni

16 Le abilità comunicative: l empatia Definizione (vs. simpatia): - entrare nel mondo personale dell altro senza perdere la prospettiva - comprendere la struttura interna di riferimento dell altro - Considerare l altro in modo incondizionatamente positivo

17 Le abilità comunicative: l empatia Il rapporto empatico: - l empatia implica una partecipazione profonda all esperienza dell altro (identificazione) mantenendo sufficiente distanza per restare oggettivi e capaci di dare contenimento e direzione (introspezione); - L empatia va provata e comunicata (sia CV che CNV).

18 Le abilità comunicative: l empatia Competenze per l empatia: - comprensione (percezione precisa dell esperienza cognitivo-affettiva) - manifestare comprensione (rispondere adeguatamente) - Assertività (passare all azione)

19 Le abilità comunicative: l empatia Passi per tradurre in azione la comprensione precisa: - Cogliere l essenza del messaggio - Verificare la propria comprensione ( senti che ) - Esplicitare le esperienze e comportamenti alla base del sentire ( senti che perché )

20 Le abilità comunicative: l empatia Il contesto: tener conto di tutto ciò che circonda l espressione del cliente Il rispondere selettivo: valutare sul momento a quali comportamenti/esperienze/stato affettivo fare attenzione La precisazione della risposta: viene convalidata dalla reazione del cliente e può richiedere una ricalibratura

21 Le abilità comunicative: l empatia Alcune regole che possono aiutare nell esprimere l empatia: a) Datti tempo a pensare b) Rispondi in modo breve c) Adeguati misuratamente allo stile e al ritmo dell altro

22 Le abilità comunicative: l empatia Cose da evitare: - Il non rispondere (se l altro dice qualcosa di significativo) - L uso dei cliché (generalizzazioni) - L uso delle interpretazioni - Il dare consigli - Il fingere di capire - Fare il pappagallo - La compiacenza e l intesa

23 Le abilità comunicative: l empatia Alcuni suggerimenti: - l empatia è un modo di essere più che una competenza o un ruolo - Attenzione ai dati corporei e psicologici - Elimina giudizi e distorsioni - Ascolta i messaggi centrali - Sii flessibile e provvisorio - Mantieni il focus su questioni importanti - Muoviti per gradi verso questioni delicate - Verifica il feedback alla tua risposta - Cogli i segni di stress o di resistenza nell altro - Tieni in mente lo scopo: aiutare l altro a vedere se stesso per imparare a gestirsi in modo più efficace

24 Le abilità comunicative: l esplorazione Serve per generare informazioni e aumentare l iniziativa del cliente (far parlare di sé e definire i problemi in modo più concreto) Le domande (non troppe, orientate a uno scopo, aperte) Le affermazioni (spingono a parlare e a chiarire: vedo che ma non capisco esattamente di cosa si tratta ) Le interiezioni (aiutano a focalizzare e consiste nel ripetere una parola o una frase)

25 Le abilità comunicative: la riformulazione = parafrasare, sintetizzare in parole diverse;comunicare una comprensione esatta E una tecnica usata nell ambito del processo cognitivo dell empatia (ascoltocomprendo-riformulo-agisco) Serve per favorire l esplorazione di: - contenuto (reiterazione, frasi equivalenti) - sentimento - relazione tra contenuto e sentimenti

26 Diversi modi di riformulare Tipo di risposta Contenuto Sentimento Cont. e sentim. Sent. e cont. con riferimento al deficit Sent. e cont. con incluso desiderio Frasi utilizzabili in altre parole ; ti senti ti senti perché ti senti perché non riesci a ti senti perché non riesci a e vorresti

27 b. L ALLEANZA OPERATIVA nel processo del counseling Processo nel counseling = tutto ciò che accade all interno di una seduta tra Co. e Cl. e che ha il potere di influenzare l esito della relazione, il successo o meno dell intervento.

28 L alleanza operativa È un concetto comparso nella teoria psicoanalitica che indica contratto/accordo, esplicito/implicito tra T. e C. È la prima relazione che deve essere realizzata per iniziare a lavorare (condizione indispensabile del lavoro terapeutico, sovraordinata alle tecniche). È attivamente sviluppata (e non estorta!) per permettere a Co. e Cl. di lavorare insieme anche quando si verificano difficoltà. È costituita da empatia, calore, considerazione e comporta obiettivi, compiti, impegni

29 L alleanza operativa È la relazione REALE e COLLABORATIVA ( il rapporto relativamente non nevrotico, razionale, che il paziente ha con il suo terapeuta Greenson, 1965) distinta da quella TRANSFERALE (lo spostamento nella situazione analitica delle prime relazioni oggettuali del paziente)

30 Elementi che favoriscono l A.O. Costruzione del setting Capacità del Cl. Caratteristiche del Co. Professionalità del Co. si tratta di un rapporto fondamentale che va curato così come ci si prende cura di un bambino prima del suo nascere

31 Setting lo spazio e il tempo dell ambiente in cui avviene l azione o la scena in cui succedono gli avvenimenti Comprende: lo spazio fisico e funzionale in cui ha luogo il rapporto terapeutico e l insieme delle regole (organizzative e relazionali) che definiscono la natura della relazione Co.-Cl.

32 Il setting come contenitore Contenitore mentale (implica conoscenza della deontologia, della teoria e della tecnica) Contenitore relazionale (implica competenze operative per far sentire il paziente a proprio agio: ascolto, empatia, sollecitudine, rispetto, protezione, riservatezza) Contenitore materiale (implica: aspetti fisici come la stanza, look, evitare interruzioni, distrazioni e aspetti organizzativi come spiegare il trattamento, tempi, obiettivi, modalità pagamento )

33 Capacità del cliente Motivazione/Collaborazione attiva al progresso ( non si può curare chi non vuole essere curato ) Capacità di costruire relazioni oggettuali (aver acquisito la fiducia di base e la differenziazione séaltro) Esame di realtà (saper distinguere fantasia/realtà)

34 Caratteristiche del terapeuta Attitudini di base secondo Rogers Soddisfazione e benessere personale Sana motivazione (la spinta altruistica va compresa e verificata durante l analisi personale e messa al servizio di un atteggiamento professionale) Rapporto con confini (porre limiti, dire no, chiarezza ) Intuizione e senso clinico

35 Professionalità del terapeuta Valutare compatibilità caratteriale Buon livello di libertà/responsabilità ( io valuto, io decido ) Segreto professionale e consenso informato Organizzare un setting adeguato ma flessibile: dare regole di base (pagamento/tempo) e specifiche (limitazioni protettive nel setting),discutere obiettivi e compiti, mantenere un focus preciso Allearsi col paziente e non con la patologia

36 Elementi che minacciano l A.O. (resistenze al cambiamento) - Rischi di suicidio, scompenso psicotico, violenza - Transfert negativo - Rottura dei confini (mancato pagamento, dimenticare l appuntamento, venire in ritardo, sminuire il lavoro fatto insieme, sviare da argomenti importanti, ostinarsi nel silenzio ) - Ruoli paralleli (essere terapeuta e supervisore) - Incontri extra-setting (rapporti di amicizia, di lavoro, sentimentali )

37 Come gestire le resistenze Rispettare le paure e ansie Portare, con molto tatto e al momento opportuno, ad un esplorazione Far riconoscere nel qui e ora emozioni/sentimenti al di là di semplici risposte ( male/bene ) Addestrare all assertività per imparare a riconoscere/esprimere i propri stati d animo

38 c. LE DINAMICHE TRANSFERALI Giocano una parte non trascurabile in ogni relazione d aiuto In condizioni di disagio emotivo il Cl. può sviluppare una reazione di transfert verso una figura investita di aspettative e riconosciuta in un ruolo di prestigio Anche il Co. è soggetto a sotterranei movimenti ispirati dalla relazione stessa e dal Cl. Il Co., pur non lavorando su tali contenuti, deve comunque conoscere tali processi allo scopo di controllarli

39 Transfert È un meccanismo per cui ogni individuo tende a spostare schemi di sentimenti/pensieri relativi a una relazione significante su una persona coinvolta in una relazione interpersonale attuale È un processo inconscio e collegato alle relazioni oggettuali dell infanzia È una proiezione che può essere positiva o negativa

40 Transfert Nel colloquio clinico il paziente distorce aspetti del terapeuta in base al suo mondo interiore Può anche verificarsi una resistenza al transfert (quando si evita un certo modo di relazionarsi desiderato e temuto dal paziente) Tutto ciò va capito e non eliminato!

41 Controtransfert È la reazione immediata ed emotiva del terapeuta nei riguardi del paziente (come persona o rispetto al materiale che produce) Se correttamente interpretato può favorire la comprensione del transfert e avere accesso all inconscio del paziente

42 Controtransfert Kernberg distingue due approcci: a) Classico (causa del c. sono i conflitti nevrotici dell analista per cui è da evitare) b) Totalitario (il c. è una reazione emotiva ed è utile per arrivare a una maggiore comprensione del paziente)

43 Controtransfert Novellino, in base ai meccanismi identificatori, distingue due tipi di c.: a) Concordante (il terapeuta ha sentimenti simili a quelli del paziente) b) Complementare (riattiva una relazione oggettuale primitiva con rischio di acting out )

44 Controtransfert Se il terapeuta ha un chiaro senso di sé (cfr. saper essere) può avvalersi dei propri sentimenti controtransferali come fonte di empatia Il modo di lavorarci dipende dall alleanza terapeutica costruita e dalle capacità di lavoro del paziente

45 C) SAPER ESSERE Riguarda la conoscenza di sé, la propria autostima, gli atteggiamenti (empatia, accettazione, congruenza) e i valori (pragmatismo, competenza, rispetto, autenticità e responsabilità).

46 Meccanismi di difesa Sono configurazioni psicologiche inconscie che riducono il conflitto/angoscia Mantengono un equilibrio intrapsichico, regolano l autostima, modulano l angoscia. Nel modello relazionale le difese sono considerate meccanismi di protezione per preservare il sé autentico Le difese hanno molte funzioni positive (vengono identificate come strategie di coping, meccanismi consci volti alla risoluzione di minacce esterne) Possono però anche diventare rigide. Non si riscontrano in forme pure! Spesso si sovrappongono

47 Alcuni meccanismi di difesa PRIMARI Diniego Controllo onnipot Idealizzazione Svalutazione Proiezione Introiezione Scissione SECONDARI Isolamento Intellettualizzazione Razionalizzazione Compartimentalizzazi one Annullamento Volgersi contro sé Spost./Formaz. reattiva

48 Atteggiamenti Empatia (comprensione in profondità) Rispetto (credere e aver fiducia nell altro) Cordialità (prendersi cura dell altro, attenzione) Concretezza (capacità di essere specifico) Genuinità (sincerità, aderenza alla realtà, congruenza) Apertura di sé (capacità di condivisione) Franchezza (esposizione delle discrepanze e incongruenze) Immediatezza (affrontare i contenuti della interazione in atto)

49 Valori Pragmatismo (per adottare un intervento bisogna che serva): - Focus su ciò che cl. Chiede - Attenzione alla vita reale del cl. - Adottare interventi flessibili alle condizioni/esigenze - Dare precedenza al fare più che al parlare - Fare quello che è necessario - Non provocare resistenza - Consapevolezza dei limiti del colloquio!

50 Valori Competenza (è un obiettivo che dura tutta la vita). Alcune indicazioni: - Diventare un esperto del colloquio - Continuare ad imparare - Puntare al riuscire più che al fare

51 Valori Rispetto (apprezzare le persone per il fatto che sono esseri umani). Suggerimenti: - Non fare danni - Trattare il cl. come una persona unica - Sospendere il giudizio critico - Essere dalla parte del cl. - Rimanere disponibili - Capire e dimostrare di capire - Presumere la buona intenzione del cl. - Essere ragionevolmente accoglienti - Aiutare il cl. a usare le sue risorse - Aiutare il cl. A gestire il dolore

52 Valori Autenticità (sentirsi a proprio agio nel presentare se stessi; naturalezza, genuinità e assertività). Alcuni aspetti: - Non calcare il ruolo di consulente - Essere spontanei - Evitare la difensività - Essere coerenti - Essere aperto

53 Valori Responsabilità dell utente (accettare che l altro è capace di responsabilità). Accettare quindi che: - l altro può cambiare se fa quella scelte - l altro ha risorse a cui attingere - anche in situazioni pesanti e croniche si può cambiare

54 STADI E PASSI DEL MODELLO 1. Stadio dell analisi della situazione attuale 2. Stadio dell analisi della situazione desiderata 3. Stadio delle strategie da adottare per arrivare alla situazione desiderata Ogni stadio influisce sui successivi. L azione è componente di ogni stadio. La suddivisione è approssimativa (la realtà non è così lineare!)

55 I Stadio: situazione attuale a. Il racconto o narrazione (stimolare un racconto reale di sé) b. I punti ciechi (vedere l ovvio e il non ovvio, scoprire nuovi punti di vista e cogliere altre implicazioni) c. I punti di appoggio (individuare problemi, preoccupazioni incisivi per sé a cui dare priorità)

56 II Stadio: situazione alternativa (cosa?) a. i desideri possibili (creare uno scenario diverso, realistico ma migliorato: come sarebbe la situazione se fosse migliore? b. Il fare ragionevole (le operazioni scelte per l attuazione devono essere attuabili quindi espresse in termini di risultati chiari e specifici e attuabili in tempi ragionevoli) c. La scelta e il coinvolgimento (individuare gli incentivi che lo aiutano a coinvolgersi nelle operazioni)

57 III Stadio: percorso da fare (come?) a. La scoperta degli strumenti di azione ( come posso arrivare là? ; è meglio scegliere da una serie di possibilità anche perché spesso servono combinazioni di strategie) b. L azione migliore (scegliere la strategia che meglio di adatta alle risorse disponibili e alla realtà) c. Il piano di azione (formulare un piano, procedimenti collegati verso l obiettivo, purché siano del cliente cioè espressione della sua iniziativa e non di imposizione esterna)

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