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1 IX Presentazione... VII PARTE I PARTE GENERALE CAPITOLO I LA CORTE COSTITUZIONALE SULLE RICADUTE INTERNE DELLA SENTENZA SCOPPOLA DELLA CORTE EDU: IL PRINCIPIO DI RETROATTIVITÀ DELLA LEX MI- TIOR SI IMPONE SULLA STABILITÀ DEL GIUDICATO ANCHE NEI CASI ANALOGHI 1. La sentenza della Corte costituzionale n. 210 del Il quadro normativo di riferimento La violazione da parte dell art. 7 del decreto-legge n. 341 del 2000 del principio di retroattività della legge più mite Principio di retroattività della legge più mite e stabilità del giudicato Le motivazioni della sentenza della Corte costituzionale 18 luglio 2013, n CAPITOLO II LA CORTE COSTITUZIONALE ESCLUDE CHE IL MUTAMENTO GIURISPRUDENZIALE IN BONAM PARTEM POSSA DETERMINARE LA REVOCA DEL GIUDICATO PENALE DI CONDANNA 1. Inquadramento della questione La questione di legittimità costituzionale dell art. 673 c.p.p. sollevata dal Tribunale di Torino Il caso di specie: il revirement giurisprudenziale in bonam partem compiuto dalle Sezioni Unite in ordine al reato di omessa esibizione dei documenti di identificazione e di soggiorno La giurisprudenza della Corte di Cassazione sulla rilevanza del mutamente del diritto giurisprudenziale per superare il giudicato esecutivo e il giudicato cautelare Le censure di incostituzionalità sollevate dal Tribunale di Torino La violazione dell art. 7 CEDU, in relazione anche agli artt. 5 e 6 CEDU La valorizzazione della funzione nomifilattica della Corte di Cassazione e la violazione dell art. 3 Cost La violazione del principio di retroattività della norma penale più favorevole La violazione della funzione rieducatrice della pena... 28

2 X 6. La risposta della Corte costituzionale nel senso dell infondatezza della questione Gli argomenti utilizzati dalla Corte costituzionale per respingere la questione Nella giurisprudenza della Corte europea il mutamento giurisprudenziale è stato preso in considerazione solo quando è in malam partem per escluderne un applicazione retroattiva La differenza tra il principio di irretroattività della norma sfavorevole e quello di retroattività della norma più mite Il carattere non assoluto del principio di retroattività della legge più mite CAPITOLO III GLI EFFETTI DI DIRITTO INTERTEMPORALE DERIVANTI DALLA TRASFORMAZIONE DI UN REATO IN ILLECITO AMMINISTRATIVO. CASS. SEZ. UN. 29 MARZO - 28 GIUGNO 2012, N La questione controversa L orientamento che esclude, in assenza di norma transitoria, l applicazione retroattiva della sanzione amministrativa La tesi opposta favorevole all applicazione della nuova sanzione amministrativa La sentenza delle Sezioni Unite n del CAPITOLO IV NATURA DELLA CONFISCA ANTIMAFIA E PRINCIPIO DI IRRETROATTIVITÀ: IMPORTANTE SVOLTA DELLA CORTE DI CASSAZIONE 1. Inquadramento della tematica Natura e funzioni della c.d. confisca antimafia Il presupposto che giustifica l applicazione dell art. 200 c.p. anche alla confisca antimafia: l attuale pericolosità sociale del proposto La confisca antimafia nella giurisprudenza della Corte EDU Le conseguenze delle modifiche introdotte dal pacchetto giustizia La possibilità di applicare la confisca anche a prescindere dalla pericolosità sociale ne esclude l assimilazione alle misure di sicurezza Le motivazioni di Cass., sez. VI, 13 novembre marzo 2013, n CAPITOLO V I C.D. AUTOMATISMI SANZIONATORI AL VAGLIO DEL PRINCIPIO DI RAGIONEVOLEZZA IN MATERIA PENALE: LE SENTENZE DELLA CORTE COSTITUZIONALE N. 31 DEL 2012; 251 DEL 2012; 183 DEL 2011 E 68 DEL Il principio di ragionevolezza della fattispecie penale... 61

3 XI 2. La sentenza della Corte costituzionale 15 novembre 2012, n. 251: incostituzionale il divieto di prevalenza dell attenuante di cui al comma 5 dell art. 73 d.p.r. n. 309 del 1990 ( fatto di lieve entità ) sull aggravante della recidiva reiterata La violazione del principio di offensività: la risposta sanzionatoria è manifestamente irragionevole rispetto alla concreta offensività del fatto La violazione del principio di uguaglianza: il recidivo reiterato, cui siano riconosciute le attenuanti generiche, autore di un fatto non lieve è trattato allo stesso modo del recidivo reiterato, cui pure siano riconosciute le attenuanti generiche, ma autore di un fatto lieve La violazione del principio di proporzionalità La sentenza della Corte costituzionale 10 giugno 2001, n. 183 sull incostituzionalità dell art. 62-bis, comma 2, c.p. nella parte in cui, per i recidivi reiterati chiamati a rispondere di uno dei delitti di cui all art. 407 comma 2, lett. a) c.p.p., non consente di fondare la concessione delle attenuanti generiche sul comportamento successivo al reato La norma censurata Le censure sollevata dal giudice a quo La decisione della Corte costituzionale La sentenza della Corte costituzionale 23 marzo 2012, n. 68, sull incostituzionalità dell art. 630 c.p., nella parte in cui non prevede una diminuzione di pena per i fatti di lieve entità La precedente ordinanza n. 240 del 2011: l inidoneità del sequestro di ostaggi a fungere da tertium comparationis L attenuante ad effetto comune prevista dall art. 311 c.p. per il sequestro a scopo eversivo o terroristico La sentenza della Corte costituzionale 23 febbraio 2012, n. 31 sulla perdita automatica della potestà genitoriale in caso di condanna per alterazione di stato CAPITOLO VI LE SEZIONI UNITE SUL TENTATIVO DI DELITTO CIRCOSTANZIATO: A PROPOSITO DELL APPLICABILITÀ DELL ATTENUANTE DEL DANNO DI SPECIALE TENUITÀ AL DELITTO TENTATO (CASS. SEZ. UN. 28 MARZO 2013, N ) 1. I controversi rapporti tra tentativo e circostanze Le posizioni della dottrina La soluzione accolta dalle Sezioni Unite (28 marzo 2013, n ): l astratta configurabilità del tentativo di delitto circostanziato La compatibilità tra la circostanza attenuante di cui all art. 62, n. 4 c.p. e il furto tentato L art. 380 c.p.p. e l obbligo di valutare le circostanze ai fini dell arresto in flagranza anche in caso di delitto tentato Delitti contro il patrimonio e delitti determinati da motivi di lucro... 83

4 XII CAPITOLO VII SULLA RILEVANZA, AI FINI DEL TENTATIVO, DELLA DISTINZIONE TRA ATTI PREPARATORI E ATTI ESECUTIVI 1. La distinzione tra atti preparatori e atti esecutivi nel codice Zanardelli Il requisito dell idoneità degli atti previsto dall art. 56 c.p. La tesi dell attuale rilevanza della distinzione tra atti preparatori e atti esecutivi Il dibattito giurisprudenziale La motivazione di Cass., sez. II, 13 marzo 2012, n CAPITOLO VIII ESPOSIZIONE A SOSTANZE TOSSICHE E RAPPORTO DI CAUSALITÀ: I PROBLEMI APERTI 1. L accertamento del rapporto di causalità secondo il decalogo della sentenza Franzese Le questioni aperte dopo la sentenza Franzese. La rilevanza della distinzione tra causalità attiva e causalità omissiva sussiste ancora? Nesso causale e responsabilità da esposizione a sostanze tossiche. Causalità attiva o causalità omissiva? Le malattie multifattoriali e il dibattito scientifico sulla natura dosedipendente o meno di certe patologie La sentenza Cozzini del La necessità di una legge scientifica condivisa ed affidabile La tesi che ritiene contestabile il reato di disastro innominato (art. 434 c.p.) La sentenza del Tribunale di Torino (14 maggio 2012) e della Corte d appello di Torino (6 giugno 2013) sul caso Eternit L accertamento della causalità individuale sulla base del dato epidemiologico CAPITOLO IX LA CORTE DI CASSAZIONE SU LINEE GUIDA E COLPA MEDICA DOPO L ART. 3 DELLA C.D. LEGGE BALDUZZI 1. L art. 3 del d.l. n. 159/2012 (conv. in l. n. 189/2012) La distinzione tra colpa lieve e colpa grave I problemi di diritto intertemporale posti dalla nuova norma Cass., sez. IV, 29 gennaio 2013, (dep. 9 april 2013) n La distinzione tra colpa grave e colpa lieve rileva solo in caso di osservanza delle linee guida Cass., sez. IV, 24 gennaio 2013, (dep. 11 marzo 2013), n Cass., sez. IV, 10 gennaio 2013 (dep. 22 aprile 2013), n

5 XIII 5.3. Cass., sez. IV, 11 aprile 2013 (26 aprile 2013), n La questione di legittimità costituzionale dell art. 3 della Legge Balduzzi sollevata dal Tribunale di Milano (sez. IX, ordinanza 21 marzo 2013) L ordinanza della Corte costituzionale 6 dicembre 2013, n CAPITOLO X CHIRURGIA ESTETICA E CONSENSO INFORMATO 1. Ampiezza dell obbligo informativo e chirurgia estetica Il ruolo del consenso ai fini della liceità del trattamento medicochirurgico. Causa di giustificazione o presupposto interno di liceità? I difficili rapporti tra consenso e colpa. L esito infausto conseguenza di un trattamento arbitrario ma rispettoso delle leges artis Il testo di Cass. pen., sez. IV, 21 dicembre 2012, 29 gennaio 2013, n CAPITOLO XI DOLO EVENTUALE E COLPA COSCIENTE NELLA GIURISPRUDENZA PIÙ RECENTE 1. La tendenza espansiva della figura del dolo eventuale sulla colpa cosciente I confini tra dolo eventuale e colpa cosciente nel settore degli incidente stradali. La sentenza Ignatiuc del La sentenza Beti del Dolo eventuale e colpa cosciente nel settore degli infortuni sul lavoro La distinzione tra dolo eventuale e colpa cosciente. I criteri utilizzati dalla giurisprudenza Il criterio dell accettazione del rischio La nuova distinzione tra affidamento ragionevole (colpa cosciente) e affidamento irragionevole (dolo eventuale) La distinzione fondata sull esistenza di un bilanciamento di interessi: l accettazione del rischio come prezzo da pagare per raggiungere uno scopo La riscoperta della formula di Frank CAPITOLO XII SULLA RESPONSABILITÀ PER OMESSO IMPEDIMENTO DEL REATO DEGLI AMMINISTRATORI DI SOCIETÀ PRIVI DI DELEGA 1. Le questioni controverse L individuazione di garanti all interno delle società commerciali

6 XIV 3. L accertamento del dolo e il ridimensionamento della teoria dei segnali d allarme Il testo di Cass., sez. V, 8 giugno 2012, (dep. 2 novembre 2012) n CAPITOLO XIII ALLE SEZIONI UNITE LA QUESTIONE DELLA ESEGUIBILITÀ DELLA PORZIONE DI PENA INFLITTA IN APPLICAZIONE DI AGGRAVANTI DICHIARATE INCOSTITUZIONALI 1. La questione controversa Le prime pronunce della Cassazione La rimessione alle Sezioni Unite PARTE II PARTE SPECIALE CAPITOLO I IL TENTATIVO DI RAPINA IMPROPRIA IN CASO DI SOTTRAZIONE INCOMPIUTA 1. Il delitto di rapina La questione rimessa alle Sezioni Unite La tesi maggioritaria favorevole alla configurabilità del tentativo di rapina impropria L orientamento minoritario contrario alla configurabilità del tentativo La soluzione accolta dalle Sezioni Unite Il preteso contrasto con il principio di tipicità L espressione immediatamente dopo la sottrazione Il riferimento testuale alla finalità di assicurarsi l impunità La critica alla tesi della sottrazione come mero presupposto del reato Il tentativo di reato complesso e i rapporti tra i due segmenti della condotta Le pretese ragioni di politica criminale contro la configurabilità del tentativo di rapina anche in caso di sottrazione incompiuta CAPITOLO II LE SEZIONI UNITE SULL AGGRAVANTE DEL MEZZO FRAUDOLENTO E SUL BENE PROTETTO DAL DELITTO DI FURTO. CASS. SEZ. UN. 18 LUGLIO 2013 (DEP. 30 SETTEMBRE 2013) N Le questioni rimesse alle Sezioni Unite da Cass. sez. IV, 5 marzo 2013 (dep. 21 marzo 2013), n

7 XV 2. La questione relativa all applicabilità dell aggravante del mezzo fraudolento in caso di occultamento della merce La tesi che esclude l applicazione dell aggravante in caso di mero occultamento della merce La tesi secondo cui anche il mero occultamento è un mezzo fraudolento La soluzione accolta dalle Sezioni Unite La questione della legittimazione a presentare querela in capo al direttore dell esercizio commerciale che non sia anche proprietario La soluzione delle Sezioni Unite. L oggetto giuridico dei delitti di furto Le motivazioni della sentenza delle Sezioni Unite 18 luglio 2013 (dep. 30 settembre 2013), n CAPITOLO III ALLE SEZIONI UNITE LA DISTINZIONE TRA CONCUSSIONE E INDEBITA INDUZIONE A DARE PROMETTERE UTILITÀ 1. Lo sdoppiamento dell originaria fattispecie di concussione in due diverse fattispecie Il criterio distintivo tra concussione per costrizione e induzione indebita a dare o promettere utilità La tesi che fa riferimento ai criteri elaborati nella vigenza del vecchio art. 317 c.p. per distinguere costrizione ed induzione La tesi secondo cui ciò che rileva è la natura giusta o ingiusta del pregiudizio prospettato al privato La tesi mista: intensità della pressione e natura del vantaggio La soluzione accolta dalle Sezioni Unite Le questioni di diritto intertemporale Il testo dell ordinanza di rimessione: Cass. sez. VI, 9 maggio 2013 (dep. 13 maggio 2013) n CAPITOLO IV LE SEZIONI UNITE SULL UTILIZZO PER FINI PERSONALI DELL UTENZA TELEFONICA ASSEGNATA PER RAGIONI D UFFICIO 1. La questione controversa Le altre fattispecie ipotizzate dall ordinanza di rimessione La tesi del peculato comune La tesi dell abuso d ufficio La tesi della truffa aggravata La tesi della condotta penalmente irrilevante La soluzione accolta dalle Sezioni Unite

8 XVI 4. Il testo della sentenza delle Sezioni Unite. Cass. sez. Un. 20 dicembe 2012 (dep. 2 maggio 2013), n CAPITOLO V LE SEZIONI UNITE SULLA PUBBLICIZZAZIONE E MESSA IN VENDITA DI SEMI DI PIANTE DA CUI ESTRARRE DROGA, TRA DIVIETO DI ANALOGIA IN MALAM PARTEM E PRINCIPIO DI NECESSARIA OFFENSIVITÀ DELLA FATTISPECIE 1. L art. 82 d.p.r. n. 309 del 1990: il delitto di istigazione all uso di droga I rapporti tra il delitto di cui all art. 82 d.p.r. n. 309 del 1990 e l illecito amministrativo della propaganda pubblicitaria di cui all art I rapporti tra l art. 82 d.p.r. n. 309 del 1990 e l art. 414 c.p La questione di diritto sottoposta alle Sezioni Unite La tesi che applica l art. 82 d.p.r. n. 309 del 1990 anche alla pubblicizzazione e messa in vendita di piante da cui estrarre droga La tesi contraria La soluzione delle Sezioni Unite: esclusa l applicazione degli artt. 82 e 84 d.p.r. n. 309 del 1990, la fattispecie può essere eventualmente ricondotta all art. 414 c.p CAPITOLO VI RIMESSA ALLE SEZIONI UNITE LA NOZIONE DI INDUZIONE ALLA PROSTITUZIONE MINORILE 1. La questione rimessa alle Sezioni Unite I contrasti interpretativi sulla nozione di induzione alla prostituzione La nozione di induzione alla prostituzione contemplata dalla legge n. 75 del La nozione di induzione alla prostituzione nell art. 600-bis c.p La rimessione alle Sezioni Unite Il testo dell ordinanza di rimessione (Cass. sez. III, 11 giugno 2013 dep. 24 luglio 2013, n ) La soluzione delle Sezioni Unite CAPITOLO VII AUTORICICLAGGIO E REITÀ MEDIATA 1. La questione controversa Il caso concreto La soluzione della Suprema Corte Il dibattitto sulla natura giuridica della fattispecie descritta dall art. 48 c.p Sulla punibilità del c.d. autoriciclaggio. Una questione aperta de jure condendo

9 XVII 6. Il testo della sentenza Cass., sez. II, 23 gennaio febbraio 2013, n CAPITOLO VIII LE SEZIONI UNITE SULLA PENA APPLICABILE ALLA VIOLAZIONE DELL OBBLIGO DI CORRESPONSIONE DELL ASSEGNO DIVORZILE. CASS. SEZ. UN. 31 GENNAIO 2013 (DEP. 31 MAGGIO 2013), N La questione controversa L iniziale interpretazione dell art. 12-sexies legge n. 898 del 1970: il rinvio è al primo comma dell art. 570 c.p. in quanto il secondo comma è considerato un aggravante La tesi che vede nel secondo comma un reato autonomo favorisce l orientamento secondo cui il rinvio quoad poenam dell art. 12-sexies ha adoggettopropriolapenacongiuntaprevistadalsecondocommadell art. 570 c.p La soluzione delle Sezioni Unite La motivazione della sentenza delle Sezioni Unite CAPITOLO IX LE SEZIONI UNITE SULL APPLICABILITÀ DELL AGGRAVANTE DELLA TRANSNAZIONALITÀ AL REATO ASSOCIATIVO 1. L aggravante della c.d. transnazionalità L applicabilità dell aggravante al delitto associativo. I termini del contrasto La soluzione accolta dalle Sezioni Unite Le motivazioni di Cass., 31 gennaio 2013, n

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