1 In breve la sindrome di Alzheimer comporta l alterazione progressiva di alcune funzioni (memoria, pensiero,
|
|
- Alberto Fontana
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Abstract tesi di laurea: Il caso della rete Alzheimer. Ecologia sociale, salute e arco di vita La tesi presentata pone come focus di attenzione i fragili tra i fragili, cioè le persone affette da demenze senili ed, in particolare, dalla sindrome di Alzheimer 1. Come per ogni ambito di vita e di relazioni umane tanto più quello di questa malattia l analisi prende avvio dalla consapevolezza dell intrinseca complessità che lo caratterizza: complessità di fatti, azioni, interazioni, retroazioni e determinazioni, in un continuo divenire tra equilibri persi e recuperati. Lo specifico sistema Alzheimer deve inoltre necessariamente essere letto secondo le sue relazioni con l ambiente circostante, una serie di organizzazioni di variabili che si influenzano reciprocamente. Le demenze vengono riconosciute come malattie sistemiche, dal momento che coinvolgono l'intera struttura sociale di riferimento del malato, sia formale che informale, in tutte le differenti fasi della malattia. Per dare una possibile analisi del complesso mondo dell Alzheimer è stato dunque impiegato il metodo dell indagine della rete dei servizi; la rete corrisponde sia alla definizione del significare (le relazioni, le persone, le realtà) che l essere significato (dalle stesse) di un individuo o gruppo del suo contesto. L analisi di rete è uno strumento che riesce a rispettare il criterio etico di fedeltà al soggetto malato, il quale viene considerato in tutte le sue dimensioni, non come portatore di una malattia che modifica questo o questo altro organo, ma come interprete di una storia che coinvolge ogni realtà vitale. La mappa che si è voluto provare a costruire rappresenta ed analizza nello specifico (e nelle diverse specificità) i diversi attori che potenzialmente possono far parte di una rete Alzheimer. Tale mappa non è né statica né identica per ogni persona: varia a seconda delle peculiarità di ogni individuo, si modifica nel corso dei tempi della malattia, delle aree geografiche e dei molteplici fattori contestuali che definiscono ogni specificità. Gli elementi che potenzialmente costituiscono la rete sono stati individuati nei seguenti: 1) la persona affetta da sindrome di Alzheimer, 2) il caregiver principale e la famiglia, 3) i servizi istituzionali, 4) il mondo del volontariato e delle associazioni, 5) l ambiente e il contesto, 6) attori ed eventi imprevisti. Il primo nodo, la persona affetta da sindrome di Alzheimer, vede il proprio essere, la propria identità, le capacità, in continuo mutamento, in un progressivo disequilibrio che diviene con il progredire della malattia - la norma. Tale disequilibrio è tanto più destabilizzante quanto più l interazione con gli altri nodi della rete e con il contesto/ambiente in generale risulta difficoltosa e non attenta. Il malato nelle prime fasi è ben consapevole dei propri disturbi; tale situazione genera un forte stress emotivo, paura del futuro, angoscia data dalla frammentazione della realtà, timore di non riuscire più a mantenere una linea di continuità nella propria vita e sentimenti di fragilità ed inadeguatezza. Molto spesso il malato si trova in imbarazzo e prova un pesante senso di 1 In breve la sindrome di Alzheimer comporta l alterazione progressiva di alcune funzioni (memoria, pensiero, ragionamento, linguaggio, orientamento, personalità e comportamento) di severità tale da interferire con gli atti quotidiani della vita; colpisce le cellule del cervello e causa perdita neuronale, formazione di placche senili e grovigli neurofibrillari. Per una definizionizione più articolata si rimanda al testo integrale. 1
2 umiliazione per gli errori che si trova a commettere 2. Non bisogna dimenticare che anche nelle fasi più avanzate della malattia, il malato è comunque in grado di comprendere i segnali non-verbali comunicati dalla persona che lo assiste e più in generale dal contesto che lo circonda. La malattia di Alzheimer in quanto malattia del riconoscimento mina le relazioni familiari, messe alla prova da una forma patologica che attacca e fa vacillare il sentimento di riconoscimento reciproco portando al progressivo isolamento sociale 3. L Alzheimer si configura inoltre come una malattia familiare per le richieste ed il peso che esercita sulla famiglia del malato e per il livello di partecipazione richiesto, sempre presente, ma particolarmente gravoso in caso di pazienti non istituzionalizzati. Oltre a ciò la malattia presenta costi globali particolarmente elevati da un punto di vista sociale più generale (costi per il Servizio Nazionale, per i servizi socio-assistenziali, per le ore di lavoro perdute e le perdite in termini di ricchezza non prodotta a causa delle necessità di cura), spesso aggravati dall incertezza e dai ritardi nella diagnosi e dalle carenze dell organizzazione dei servizi. La persona che presta le cure ad una persona in situazione di fragilità viene definito come caregiver; può essere informale (un figlio, il coniuge, più raramente un altro familiare o un amico) o formale (un infermiere o altro professionista). La maggior parte dei caregiver di malati di Alzheimer è costituito da familiari (coniugi, figli, generi e nuore), in prevalenza donne, con un età media di 50,6 +/-11,1 anni. Il caregiver inoltre ha una funzione di raccordo e di mediazione tra i servizi ed il malato e costituisce sia la principale fonte di informazioni utilizzata dagli operatori per valutare il decorso della patologia, sia il destinatario e l attuatore concreto delle indicazioni terapeutiche prescritte. La panoramica riguardo i servizi istituzionali parte dall analisi dei provvedimenti attuati dalla Regione Lombardia a partire dall avvio, nel 1995, del Piano Alzheimer, primo modello di rete integrata specifica, i Centri Regionali Alzheimer (C.R.A.) e i Nuclei Alzheimer (N.A. 4 ); a seguito di questi primi interventi nel 1998 è stato condotto uno studio (finanziato in parte dalla Comunità europea) per verificare l efficacia dei Nuclei Alzheimer in oltre 40 R.S.A 5 della regione. Nel settembre 2000 il Ministero della Salute ha promosso la realizzazione del progetto Cronos che prevedeva, da parte di tutte le Regioni, l individuazione di Unità di Valutazione per l Alzheimer (U.V.A.), finalizzate alla diagnosi e alla stadiazione della malattia. La provincia di Bergamo ha inoltre avviato a partire dal 2001 la diffusione del buono sociale 6 e attualmente del voucher socio- 2 AA.VV., Malattia di Alzheimer: manuale per gli operatori, Franco Angeli, Milano, 2004, p Carbone G., Invecchiamento cerebrale, demenze e malattia di Alzheimer. Una guida informativa per i familiari e gli operatori con l elenco delle Unità Valutative Alzheimer (UVA), Angeli-Self-help, Milano, 2007, p Per la definizione di tali servizi, si veda il paragrafo successivo. 5 RSA: residenza sanitaria assistenziale, struttura extraospedaliera finalizzata a fornire accoglimento, prestazioni sanitarie, assistenziali e di recupero di persone anziane prevalentemente non autosufficienti. 6 Ai sensi della legge 328/2000 il buono sociale è una provvidenza economica per mezzo della quale si riconosce e sostiene, prioritariamente, l impegno diretto dei caregiver familiari o appartenenti alle reti di solidarietà nell accudire in maniera continuativa un proprio congiunto in condizioni di fragilità. 2
3 sanitario 7 (parte del più ampio servizio dell assistenza domiciliare integrata), volto a ritardare il più possibile non tanto il ricorso all ospedalizzazione quanto l istituzionalizzazione permanente in R.S.A 8. Nell ambito dell ASL della Provincia di Bergamo si segnala inoltre la messa a punto di un applicativo informatico (il RILDEM) che ha permesso l automazione della segnalazione dei casi di demenza e la raccolta delle informazioni in ambito provinciale con interscambio dei dati, via web, fra i diversi soggetti che compongono la rete delle unità di valutazione Alzheimer. La più ampia rete di servizi istituzionali per le demenze risulta quindi costituita da: 1) medico di medicina generale: può effettuare lo screening iniziale e per indirizzare la persona con demenza e la sua famiglia verso le soluzioni più adatte e possibili, oltre che attivare servizi di assistenza domiciliari (si veda punto 2); 2) cure domiciliari e servizi territoriali: assegnati dal MMG e dall assistente sociale, sono necessari per offrire ai familiari la concreta possibilità di mantenere i malati a domicilio (ADI, ADP e SAD), ; 3) servizi residenziali (R.S.A.) e Nuclei Alzheimer (N.A.) in R.S.A.: forniscono risposte residenziali specifiche a livello zonale e regionale. Il N.A. è destinato a soggetti affetti da demenza di grado moderato-severo che, per il livello di deficit cognitivo e per la presenza di significative alterazioni comportamentali, possono beneficiare delle situazioni ambientali, delle specifiche metodologie assistenziali e dei più elevati standard di personale rispetto ai nuclei tradizionali; 4) centri regionali: con funzioni di ricerca, di assistenza, di prevenzione-formazioneeducazione alla salute e di valutazione del proprio intervento; 5) Unità di Valutazione Alzheimer (U.V.A.): Centri Specializzati, Divisioni di Neurologia, Geriatria, Psichiatria che stabiliscono il piano terapeutico, assicurando il trattamento farmacologico nei primi quattro mesi dalla diagnosi; le U.V.A. sono inoltre luoghi di indirizzo e consulenza riguardo le varie possibilità assistenziali. In parallelo ai servizi istituzionali, il vasto universo del volontariato costituisce una risorsa preziosissima per ogni ambito (sia sociale che non). Per quanto riguarda le famiglie e gli individui colpiti dalla sindrome di Alzheimer sono state analizzate tre concrete tipologie di attivazione: i gruppi di aiuto e mutuo aiuto, le associazioni e federazioni ed infine gli Alzheimer Cafè 9. Le prime 7 Il Voucher socio-sanitario è un intervento economico a favore delle persone "fragili" (anziani e disabili, in primo luogo, ma non solo), affinché ricevano nella propria casa cure e assistenza socio-sanitaria adeguate alle loro condizioni di salute, ed evitino così l'allontanamento dai propri cari. 8 Suardi C. (a cura di), In-formazione Alzheimer. Alla ricerca di nuove connessioni nella rete lombarda dei servizi alle demenze, Franco Angeli, Milano, 2007, p. 43 e seguenti. 9 Il primo Alzheimer Cafè nacque il 15 settembre 1997 a Leida, in Olanda, da un progetto dello psicogeriatra olandese Bère Miesen che operava nel centro Mariënhaven. Per una più completa definizione del servizio si rimanda al testo integrale. 3
4 due forme di attivazione elencate rispondono soprattutto ai bisogni di essere sostenuti nelle fasi più critiche sino al il momento della perdita del proprio caro; permettono di imparare a riconoscere le proprie necessità (come ad avere tempo per sé), ad ascoltarsi e guardarsi. L Alzheimer Cafè (oltre le già citate funzioni), permette alla persona affetta da Alzheimer di conservare quelle abilità (memoria, attenzione, funzioni verbali, ecc.) che è ancora in grado di gestire e di tentare di migliorare quelle che invece presentano alterazioni; inoltre può ancora partecipare a momenti di socializzazione e coinvolgimento.. La salute, così come la malattia, non esiste nel vuoto sociale, ma si inserisce in contesti relazionali e culturali, nelle opinioni dei professionisti e della gente comune, interagendo con i valori, le tradizioni e le immagini circolanti in una determinata società. Il bagaglio culturale che circonda un soggetto affetto da demenza è molto spesso caratterizzato da una forma diffusa di ignoranza che, in diversi casi, può generare nei familiari stessi, sentimenti e comportamenti inadeguati per il rapporto con il parente malato. Il pregiudizio che risulta più diffuso è che la malattia di Alzheimer sia una malattia psichiatrica e che il malato sia semplicemente fuori di testa. Insieme alla costituzione di un ambiente culturale corretto risulta altresì necessario interpretare le esigenze del malato e aiutarlo a mantenere/recuperare un rapporto efficace con il suo ambiente di vita. In ogni fase della malattia di fatto l ambiente può compensare od accentuare i deficit cognitivi ed i problemi comportamentali: deve seguire criteri di funzionalità e sicurezza, promuovere il benessere emozionale del malato, deve essere chiaro e ben strutturato, con poche opzioni. Deve offrire la possibilità di favorire la concentrazione (quindi essere stabile e familiare), dare l opportunità di seguire modelli di comportamento acquisiti e allo stesso tempo rispondere ai differenti bisogni (di muoversi, di scaricare l emozione, di essere adeguatamente orientati e stimolati). Il soggetto nell ambiente in cui vive dovrà trovare suggerimenti per la memoria (es. percorsi lineari e segnalati, cartelli e disegni indicativi di funzioni) così come suggerimenti per il comportamento (oggetti d uso ben visibili, la funzione delle stanze evidenziata ed eventualmente accentuata) e orientamento alla realtà (calendari, orologi, foto della stagione). Realizzando una serie di interviste narrative semi-strutturate si è voluto infine indagare se e come sia avvenuto l incontro tra i vari nodi della rete nel momento in cui si è manifestata la malattia, con la conseguente modifica degli assetti della famiglia e del contesto. Le interviste - che hanno preso avvio da una domanda generativa (Quali sono state le reazioni ai primi sintomi e a chi vi siete rivolti? ) sono state effettuate con i caregiver, cioè le persone più vicine al soggetto affetto da demenza, in modo che potessero aver presente tutta la storia clinica e sociale del parente e fossero soggetti disponibili a raccontare questa loro esperienza (figlio-figlia-nuora-nipote). Per poter effettuare un minimo di raffronto e di parallelismo tra i dati raccolti, sono stati contattati parenti di soggetti usufruenti di tre tipologie di servizi, erogati dal dodicesimo distretto del territorio della 4
5 Provincia di Bergamo, l Isola Bergamasca e Bassa Val San Martino: il Nucleo Protetto dell R.S.A. Istituto San Giuseppe delle Suore Orsoline di M.V.I. di Gandino, di Villa d Adda, l Alzheimer Cafè del comune di Brembate e famiglie dei comuni di Bonate Sotto e Capriate S.Gervasio usufruenti di S.A.D. o di Buoni sociali. Sono state individuate queste tre tipologie di servizi dal momento che, potenzialmente, rappresentano differenti modalità e tempistiche di avvicinamento ai servizi. Esemplificando, l accesso ad una R.S.A. risulta, nella maggior parte dei casi, come l ultima e definitiva risorsa attivabile da parte di una famiglia.dalle interviste emerge inoltre che l esordio della malattia nell anziano può essere molto spesso collegato ad un evento critico, come ad esempio la malattia o la morte del coniuge, a malattie pre-esistenti che subiscono un repentino peggioramento, o al cambiamento - anche momentaneo - di residenza (es. la permanenza presso una struttura ospedaliera per qualche settimana). Il problema maggiore che la famiglia si trova ad affrontare è la comparsa di alterazioni comportamentali, fattore discriminante anche per l accesso ad alcuni servizi (come i Centri Diurni). Il primo accesso ai servizi coincide nella maggioranza dei casi con la visita presso il Medico di Medicina Generale a causa di disturbi non ben identificati (depressione, disorientamento, perdita di alcune facoltà mentali), anche se sembra che la maggioranza dei medici non si sbilanci ad ipotizzare la diagnosi di Alzheimer o di demenza senile, neppure dopo l evidenza che altre tipologie di cure (come gli antidepressivi) non sortiscono effetto ed il peggioramento dei sintomi iniziali. Ai familiari in diversi casi non risultano chiari i confini e le competenze di ogni servizio (es. spetta all assistente sociale cercare una badante per la famiglia?) così come spesso considerano l accesso ai servizi come ultima ed estrema scelta. Diversi caregiver lamentano l eccessivo carico di lavoro derivante dall accudimento del parente e ricercano dei servizi che possano offrire un po di sollievo, anche se faticano a riconoscerne i limiti e i vincoli (es. disponibilità, orari); inoltre i servizi appaiono poco accessibili e poco pubblicizzati. Le conoscenze pregresse riguardo a queste malattie sono praticamente nulle e poco conosciute risultano anche le associazioni di volontariato presenti sul territorio; qualcuno pensa che non siano in grado di fornire servizi utili per il benessere della famiglia. Al termine dell indagine possiamo affermare che come la mappa non è il territorio (celeberrima frase di Gregory Bateson), allo stesso modo si può dire che la rete stessa non rappresenti in toto il territorio. Inoltre abbiamo avuto modo di verificare che per costruire una rete non basta che si offrano una serie di servizi sul territorio; oltre a ciò i diversi nodi che la compongono devono conoscersi ed essere in interazione reciproca continua (in cumpartecipazione). Inoltre i diversi servizi devono risultare accessibili alle famiglie: questo significa che devono essere conosciuti, essere effettivamente collocati sul territorio e non devono presentare dei costi eccessivi ed improponibili. Questa analisi non ha presentato risposte e definitive e conclusioni certe, ma ha voluto aprire nuove prospettive ed essere un punto di avvio per successivi approfondimenti. 5
Il Comune per le demenze: che cosa fa
Il Comune per le demenze: che cosa fa Roberta Papi Assessore Politiche Sociosanitarie Comune di Genova La demenza non colpisce solo il paziente, ma tutta la sua famiglia, sulla quale grava l enorme carico
DettagliIl RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA. T. Mandarino (MMG ASL RMA )
Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA T. Mandarino (MMG ASL RMA ) La Malattia di Alzheimer La malattia di Alzheimer è la forma più frequente
DettagliLE STRATEGIE DI COPING
Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono
DettagliI servizi per anziani non autosufficienti
I servizi per anziani non autosufficienti Giuliano Marangoni Il trend demografico dell invecchiamento della popolazione ha come diretta conseguenza un aumento delle prestazioni sanitarie e socio sanitarie
DettagliIl programma si compone di due ricerche internazionali sulle valutazioni legate all assistenza degli individui affetti da tali patologie.
Keeping Care Complete Sintesi dei risultati internazionali Keeping Care Complete ha l obiettivo di esaminare e creare consapevolezza circa le questioni emotive e sociali associate al trattamento e all
DettagliInterventi sul caregiver del paziente affetto da demenza
Interventi sul caregiver del paziente affetto da demenza Dott.ssa Amparo Ortega Ambulatorio di Neuropsicologia Dipartimento di Neurologia ASL 3 Genovese La malattia di Alzheimer è la più comune causa di
DettagliPROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI
PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI Indice : 1. Scopo del protocollo 2. Invio 3. Verifiche 2.1 tipologia dell utenza 2.2 procedura segnalazione 2.3 procedura
DettagliSportello informativo - Distretto di Ostiglia 800 379177 cead.distretto.ostiglia@aslmn.it
Hai un familiare anziano o con disabilità gravissima che assisti a domicilio e ritieni di avere bisogno di essere sostenuto / aiutato? Regione Lombardia mette a disposizione dei servizi per aiutarti nel
DettagliDeliberazione legislativa n. 87/2014 2. Art. 1 Finalità
Deliberazione legislativa n. 87/2014 2 Art. 1 Finalità 1. La Regione Emilia-Romagna riconosce e promuove, nell ambito delle politiche del welfare, la cura familiare e la solidarietà come beni sociali,
DettagliREGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI
SETTEMBRE 2008 REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI Relazione tecnica Il presente regolamento è lo strumento di cui si sono dotati i Comuni del Distretto 5, secondo quanto previsto dalla
DettagliFondazione Santa Chiara Centro multiservizi per la popolazione anziana Onlus
Carta dei Servizi RSA aperta Fondazione Santa Chiara Centro multiservizi per la popolazione anziana Onlus 1 INDICE Destinatari p. 3 Descrizione dell unità d offerta p. 3 Modalità di erogazione delle prestazioni
DettagliLEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.)
LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL 22-07-2009 REGIONE TRENTO (Prov.) Disposizioni per la prevenzione e la cura dell Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative legate all invecchiamento e per il sostegno delle
DettagliRuolo del Servizio Sanitario Nazionale nel supporto alle pazienti e alle famiglie. Roma, 25 Novembre 2014. Tiziana Sabetta
Ruolo del Servizio Sanitario Nazionale nel supporto alle pazienti e alle famiglie Roma, 25 Novembre 2014 Tiziana Sabetta Nulla rende più fragile e vulnerabile una famiglia dell esordio di una malattia
DettagliRuolo del Medico nell Assistenza Sanitaria di base. Prof. A. Mistretta
Ruolo del Medico nell Assistenza Sanitaria di base Prof. A. Mistretta Il medico di medicina generale (MMG) Garantisce l assistenza sanitaria Si assicura di promuovere e salvaguardare la salute in un rapporto
DettagliCOOPERATIVASOCIALE SOCIETA DOLCE LA DOMICILIARITA IN VAL CAVALLINA
COOPERATIVASOCIALE SOCIETA DOLCE LA DOMICILIARITA IN VAL CAVALLINA 1 SERVIZI SOCIETA DOLCE PROVINCIA DI BERGAMO SAD ADI DALMINE E BERGAMO D.G.R. 2942 MISURA 2 e MISURA 4 SAD COMUNITA MONTANA LAGHI BERGAMASCHI
DettagliMedicina di famiglia e UVA. Un rapporto complesso da intensificare ovvero Il futuro della continuità assistenziale per le persone affette da demenza
52 Congresso Nazionale SIGG Paese vecchio, assistenza nuova: il caso Italia Firenze, 1 dicembre 2007 Medicina di famiglia e UVA. Un rapporto complesso da intensificare ovvero Il futuro della continuità
DettagliCriteri di selezione del collettivo e definizioni
Appendice A Criteri di selezione del collettivo e definizioni Introduzione L indagine sull integrazione sociale delle persone con disabilità è stata realizzata nell ambito del progetto Sistema di Informazione
DettagliAZIENDA ULSS 20 DI VERONA
AZIENDA ULSS 20 DI VERONA Sede legale: via Valverde n.42-37122 Verona - tel. 045/8075511 Fax 045/8075640Cod. Fiscale e P. IVA 02573090236 Dipartimento delle Unità Organizzative della Direzione dei Servizi
DettagliCorso di Formazione per Operatore Socio-Sanitario Complesso Integrato Columbus - Anno 2014
Corso di Formazione per Operatore Socio-Sanitario Complesso Integrato Columbus - Anno 2014 Lezione 8 Interventi socio assistenziali nell anziano Docenti: Claudia Onofri Ivana Palumbieri L invecchiamento
DettagliSostegno e Accompagnamento Educativo
Sostegno e Accompagnamento Educativo 1. Definizione La prestazione sostegno e accompagnamento educativo consiste nel fornire sia un supporto e una consulenza ai genitori nello svolgimento della loro funzione
DettagliDELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d
32 Oggetto: Istituzione della rete di cure palliative della d Regione Sardegna. L Assessore dell'igiene e Sanità e dell'assistenza Sociale ricorda che la legge 15 marzo 2010, n. 38, tutela il diritto del
DettagliREGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 DEL 10.12.2008
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 69/ 23 Oggetto: LR 20/ 97, art. 3. Finanziamento di progetti d intervento a favore di persone con disturbo mentale e di persone con disabilità intellettive.
DettagliLegga le informazioni che seguono e poi risponda alla domanda:
La scoperta del gene responsabile della fibrosi cistica ha permesso la messa a punto di un test genetico per identificare il portatore sano del gene della malattia. Si è aperto quindi un importante dibattito
DettagliIdee e proposte dall ASP Giovanni XXIII
ISTRUTTORIA PUBBLICA PER LA DEFINIZIONE DEL SISTEMA DI WELFARE Bologna, 21 Settembre 2010 Idee e proposte dall ASP Giovanni XXIII 1 IL CONTESTO In questi anni a Bologna abbiamo assistito a: aumento del
DettagliLa famiglia davanti all autismo
La famiglia davanti all autismo Progetto Ministeriale di Ricerca Finalizzata - 2004 (ex art. 12 bis d. lgs. 229/99) Ente Proponente Regione Lombardia Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale Responsabile
DettagliL ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLE MARCHE
Mozione n. 684 presentata in data 3 giugno 2014 a iniziativa dei Consiglieri Busilacchi, D'Anna, Camela, Comi, Bugaro, Perazzoli, Pieroni, Badiali, Eusebi, Foschi, Natali Progetto di Parent Training L
DettagliLABORATORIO PERMANENTE di NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA NEFROLOGIA E DIALISI PERITONEALE OSPEDALE SAN PAOLO SAVONA ASL2
LABORATORIO PERMANENTE di NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA NEFROLOGIA E DIALISI PERITONEALE OSPEDALE SAN PAOLO SAVONA ASL2 La narrazione autobiografica come progetto di cura nei pazienti uremici cronici L idea
DettagliALZHEIMER ED ANZIANI CON DETERIORAMENTO COGNITIVO ASSISTENZA DOMICILIARE E CENTRO
ALZHEIMER ED ANZIANI CON DETERIORAMENTO COGNITIVO ASSISTENZA DOMICILIARE E CENTRO 1. Continuità dell intervento X Nuovo ( Centro diurno) X In continuità con servizio già attivato ( Assistenza Domiciliare)
DettagliProgetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze
Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze Provincia di Roma Anno 2005 Indice Il problema affrontato...3 Obiettivi attesi/risultati raggiunti...3 Soggetti coinvolti...3 Il
DettagliALLEGATO 1 BANDO DI GARA PER LACREAZIONE DI UNA SHORT LIST DI FORNITORI DI SERVIZI DI CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO DELLE DONNE
ALLEGATO 1 BANDO DI GARA PER LACREAZIONE DI UNA SHORT LIST DI FORNITORI DI SERVIZI DI CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO DELLE DONNE SERVIZI RIPARTITI PER TARGET DI RIFERIMENTO Centro diurno per
DettagliConvegno SItI CURE PRIMARIE TRA MITO E REALTA : IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI 13 novembre 2009 Bergamo
Convegno SItI CURE PRIMARIE TRA MITO E REALTA : IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI 13 novembre 2009 Bergamo L esperienza dell Azienda Sanitaria Locale della provincia di Varese ALCUNE CONSIDERAZIONI La creazione
DettagliSviluppo di comunità
Sviluppo di comunità Rendere la comunità locale un attore del cambiamento sociale S e per comunità si intende un gruppo sociale (comunità locale, scuola, organizzazione, associazione), nel quale relazioni,
DettagliGRUPPI DI INCONTRO per GENITORI
Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione
DettagliLe competenze del medico di medicina generale. Perché il medico di famiglia può essere una risorsa nelle cure a casa?
Le competenze del medico di medicina generale Perché il medico di famiglia può essere una risorsa nelle cure a casa? Federico Sciarra Roma, 10 giugno 2009 Sala Tevere, Regione Lazio GIA LO E In quelle
DettagliPsicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice
INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------
DettagliL integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale
L integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale Vito Petrara Principi di riferimento per l assistenza I principi di riferimento
DettagliL UTILIZZO DELLA BINA-FAR DA PARTE DELLE CASE RESIDENZA PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI E DEI CENTRI DIURNI PER ANZIANI
L UTILIZZO DELLA BINA-FAR DA PARTE DELLE CASE RESIDENZA PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI E DEI CENTRI DIURNI PER ANZIANI (servizi accreditati e convenzionati) Prima parte per UVG ed incontri preparatori
DettagliPARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE
PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE Esiste l immagine del disabile intellettivo come persona adulta nella mia mente? Quali sono i maggiori ostacoli che i famigliari/ operatori incontrano nella costruzione di un
DettagliCorso di Aggiornamento Obbligatorio per Medici di Medicina Generale Le Cure Palliative in Medicina Generale L etica dell accompagnamento
Corso di Aggiornamento Obbligatorio per Medici di Medicina Generale Le Cure Palliative in Medicina Generale L etica dell accompagnamento Arezzo, 18 marzo 2006 Ordine dei Medici, Viale Giotto 134 Dott.
DettagliAL PAZIENTE CON MIELODISPLASIA E AI SUOI FAMILIARI
ASSISTENZA PSICOLOGICA AL PAZIENTE CON MIELODISPLASIA E AI SUOI FAMILIARI dott.ssa Carmela Tanese (Taranto) psiconcologa con il supporto incondizionato di Persone famiglie Spesso le persone le famiglie
DettagliCHE COS E L AUTO MUTUO AIUTO
1 CHE COS E L AUTO MUTUO AIUTO L Auto Mutuo Aiuto è una metodica semplice e spontanea, un approccio sociale, una cultura, una filosofia, sicuramente una risorsa. E un modo di trattare i problemi che ciascuno
DettagliArea Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS
Area Persone Anziane Num. Scheda 1 TITOLO AZIONE o o Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS OBIETTIVI Scopo del servizio è permettere agli anziani, parzialmente o totalmente non
DettagliIl rischio di istituzionalizzazione dell anziano fragile: come sostenere i caregivers. FReNeSys Azione e-welfare
Il rischio di istituzionalizzazione dell anziano fragile: come sostenere i caregivers FReNeSys Azione e-welfare Obiettivo generale Conoscere le difficoltà e i bisogni dei familiari che assistono o hanno
Dettagli********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;
Consiglio di Amministrazione Deliberazione n. del OGGETTO: RECEPIMENTO DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE N. 79 11035 DEL 17/11/03 Approvazione linee d indirizzo per lo sviluppo di una rete di servizi
DettagliI. P. S. S. S. E. DE AMICIS METODOLOGIE OPERATIVE
I. P. S. S. S. E. DE AMICIS ROMA METODOLOGIE OPERATIVE PROGRAMMAZIONE DIDATTICA CLASSI PRIME INDIRIZZO : SERVIZI SOCIO SANITARI 1 Premessa Le vigenti disposizioni di riforma della scuola secondaria superiore
DettagliREGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE
REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI TRASPORTO SOCIALE Art. 1 (Istituzione del servizio) Il Comune di Fossalto promuove il benessere dei propri cittadini, con il fine di inserire ed integrare socialmente
DettagliAlcool, disagio psichico e terza età.
Alcool, disagio psichico e terza età. L ANZIANO PROBLEMATICO E L ACCOGLIENZA NEI SERVIZI 1 DOTT.SSA ANTONELLA SPADA COORDINATRICE DI STRUTTURA DELL ASP DISTRETTO DI FIDENZA PUNTI AFFRONTATI: 1) PRESENTAZIONE
DettagliFAMIGLIA E ALZHEIMER: Risposte alla solitudine dell accudire
FAMIGLIA E ALZHEIMER: Risposte alla solitudine dell accudire IL CENTRO DELLA MEMORIA ELENA ORTONE Geriatra Asl Bi ENRICA BORRIONE CPSE Asl BI FRANCO FERLISI AIMA BI CATERINA PIDELLO A.S. AIMA BI CENTRO
DettagliIL diabetico. Gestione condivisa. Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini
IL diabetico anziano Gestione condivisa Claudio Marengo Marco Comoglio Andrea Pizzini SEEd srl C.so Vigevano, 35-10152 Torino Tel. 011.566.02.58 - Fax 011.518.68.92 www.edizioniseed.it info@seed-online.it
DettagliProblemi ancora aperti nella gestione del malato di Alzheimer
Giornate Mediche Fiorentine Firenze, 2 3 dicembre 2011 Problemi ancora aperti nella gestione del malato di Alzheimer Manlio Matera Associazione Italiana Malattia di Alzheimer Atti di indirizzo della Regione
DettagliLa multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute
III GIORNATA NAZIONALE DELLE CURE A CASA Qualità, tecnologie e sostenibilità nelle cure domiciliari Ospedale S. Giovanni Calibita Fatebenefratelli, Sala Assunta Isola Tiberina, Roma 12 settembre 2011 -
DettagliL OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario
L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il Servizio di Integrazione Scolastica
DettagliL ASSISTENZA DOMICILIARE : PUBBLICO E PRIVATO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA
L ASSISTENZA DOMICILIARE : PUBBLICO E PRIVATO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA IL SERVIZIO ADI NEL TERRITORIO DELL ISOLA BERGAMASCA Coord. Sanitario Dott.ssa Porrati Luisa Infermiera CeAD
DettagliCOMUNE DI COGGIOLA VIA GARIBALDI, 24 13863 COGGIOLA REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA CASA SOGGIORNO ANZIANI DI COGGIOLA
COMUNE DI COGGIOLA REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI BIELLA VIA GARIBALDI, 24 13863 COGGIOLA REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA CASA SOGGIORNO ANZIANI DI COGGIOLA FINALITA DEL SERVIZIO Articolo 1 Il Comune di Coggiola
DettagliREGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE DISABILI
SETTEMBRE 2008 AMBITO TERRITORIALE DISTRETTO 5 REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE DISABILI Relazione tecnica Il presente regolamento è lo strumento realizzato dai Comuni del Distretto 5 per
DettagliProgetto Comes, sostegno all handicap
TITOLO Progetto Comes, sostegno all handicap TEMPI ANNO SCOLASTICO 2010/2011 Destinatari Minori disabili (fascia d età 3/14 anni) frequentanti la scuola dell obbligo, affetti da patologie varie: ipoacusia,
DettagliCURE PRIMARIE E L ASSISTENZA AL MALATO CRONICO La prospettiva della Medicina Generale. G.Carriero, FIMMG - Siena
CURE PRIMARIE E L ASSISTENZA AL MALATO CRONICO La prospettiva della Medicina Generale G.Carriero, FIMMG - Siena RIFLESSIONI Un elevata qualità delle cure non è affatto correlata ad una spesa sanitaria
DettagliINRCA ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO DIREZIONE SCIENTIFICA EVENTO FORMATIVO
INRCA ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO DIREZIONE SCIENTIFICA EVENTO FORMATIVO Le visite infermieristiche domiciliari preventive per il paziente affetto da malattia di Alzheimer e del
DettagliANTEA ASSOCIAZIONE: le cure palliative a sostegno del malato oncologico anziano. Dott.ssa Chiara Mastroianni Infermiera Presidente Antea Formad
ANTEA ASSOCIAZIONE: le cure palliative a sostegno del malato oncologico anziano Dott.ssa Chiara Mastroianni Infermiera Presidente Antea Formad Sono solo palliativi Palliativo non significa inutile Trattamento
DettagliCONSIGLIO REGIONALE DEL MOLISE
CONSIGLIO REGIONALE DEL MOLISE IX Legislatura Proposta di legge "Interventi regionali in favore di soggetti affetti da malattia di Alzheimer e sindromi dementigene ad essa correlate" Proponente Michelangelo
Dettagliproposta di legge n. 405
REGIONE MARCHE 1 ASSEMBLEA LEGISLATIVA proposta di legge n. 405 a iniziativa dei Consiglieri Marinelli, D Anna, Foschi, Natali, Bugaro presentata in data 20 marzo 2014 DISCIPLINA DELLA VALORIZZAZIONE E
DettagliLe competenze dell infermiere in tutte le fasi del PDTA per pazienti con tumore della prostata I bisogni del paziente nelle varie fasi del percorso
Le competenze dell infermiere in tutte le fasi del PDTA per pazienti con tumore della prostata I bisogni del paziente nelle varie fasi del percorso Anna Rita De Luigi e Rita Reggiani 10 dicembre 2014 Perché
DettagliPercorsi di cura e assistenza tra ospedale e territorio: Il ruolo dei professionisti della sanità a supporto della conciliazione famiglia - lavoro
Percorsi di cura e assistenza tra ospedale e territorio: Il ruolo dei professionisti della sanità a supporto della conciliazione famiglia - lavoro Nuove forme di presa in carico infermieristica per accogliere
DettagliPREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica
PREMESSA Il progetto continuità, nasce dall esigenza di garantire al bambinoalunno un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto,
DettagliINDIRIZZI ATTUATIVI DEL PROGETTO IMMIGRAZIONE BUONE PRASSI PER L AREA FIORENTINA, MODULO IMMIGRATI E LAVORO DI CURA ) PREMESSA
INDIRIZZI ATTUATIVI DEL PROGETTO IMMIGRAZIONE BUONE PRASSI PER L AREA FIORENTINA, MODULO IMMIGRATI E LAVORO DI CURA (in attuazione di quanto stabilito dalla Delibera della Giunta della Società della Salute
DettagliLa mediazione sociale di comunità
La mediazione sociale di comunità Percorso di formazione destinato agli operatori e alle operatrici del numero verde contro la tratta della Provincia di Milano Elvio Raffaello Martini Agosto 2008 MartiniAssociati
DettagliProve Esame di Stato
Prove Esame di Stato 2012 SEZ. A 1 Prova L Assistente Sociale specialista responsabile di un servizio sociale riceve dal proprio riferimento politico (Assessore alle politiche sociali) l incarico di redigere
DettagliADI per Alzheimer : un progetto sperimentale di assistenza. O. Casati; C. Negri Chinaglia, S.Chirchiglia; P. Bertolaia
ADI per Alzheimer : un progetto sperimentale di assistenza O. Casati; C. Negri Chinaglia, S.Chirchiglia; P. Bertolaia CONTESTO GENERALE In Italia l 80% circa dei pazienti affetti da demenza è assistita
DettagliFormazione e Consulenza nel settore socio sanitario assistenziale. argento
Formazione e Consulenza nel settore socio sanitario assistenziale argento I nostri valori sono la qualità di vita e il benessere della persona fragile» Promuovere il benessere della chi siamo i nostri
DettagliIl volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi
Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Rel. sig. Giancarlo Cavallin Volontarinsieme Coordinamento delle Associazioni di volontariato della provincia di Treviso. Gruppo Salute, ospedale
Dettagli\\srvo2\servizisociali\marzanati\regolamento per le prestazioni,doc
\\srvo2\servizisociali\marzanati\regolamento per le prestazioni,doc ~I PREMESSA Nell'ambito territoriale del Distretto di Luino definito a norma dell' art. 8 c.3 lettera a) della L.328/00 e della d.g.r.l.
DettagliIL LAVORO D EQUIPE TRA LAVORO DI RETE E RETE SOCIALE
IL LAVORO D EQUIPE TRA LAVORO DI RETE E RETE SOCIALE Persone al centro Quarrata, 21 febbraio 2009 IL LAVORO DI RETE E un processo finalizzato/tendente a legare fra loro più persone tramite connessioni
DettagliCorso La complessità in geriatria
Corso La complessità in geriatria Argomento La complessità dell assistenza domiciliare Materiale didattico Dott.ssa Fausta Podavitte Direttore del Dipartimento ASSI 11 marzo 2011 Dalle cure domiciliari
DettagliQuale futuro per il Welfare locale? 15 novembre 2013
PIANO DI ZONA 2011-2013 2013 Quale futuro per il Welfare locale? 15 novembre 2013 Tavolo Minori e Famiglie: STORIE PER CRESCERE A cura di AS Angela Morabito ed AS Ilenia Petrucci Lab. Minori Sensibilizzazione
DettagliUn sogno assistenziale trasformato in realtà.
A.R.G.O. Alzheimer Riabilitazione Gestione Ospitalità Un sogno assistenziale trasformato in realtà. simbolicamente Argo era il fedele cane di Ulisse, che nel tempo, a fronte di ogni lontananza e circostanza
DettagliLA RETE ONCOLOGICA LAZIALE
LA RETE ONCOLOGICA LAZIALE LA PERCEZIONE DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE Dott.Antonio Verginelli MMG DOVRESTI GUARDARE IL CANCRO COME L INIZIO DI UNA NUOVA VITA: DAL MOMENTO DELLA SUA SCOPERTA NULLA SARA,
DettagliUn esperienza Servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori creare legami per innescare
Un esperienza Servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori creare legami per innescare A cura di Dr.ssa BOVE Daniela Laura Cooperativa Sociale AMANI Comune di Brindisi Roma, 18 Gennaio 2010 cambiamenti
DettagliRuolo della famiglia nella gestione della disabilità
Associazione Culturale G. Dossetti MALATTIE RARE E DISABILITA Palazzo Marini Camera dei Deputati Roma,1 Dicembre 2006 Ruolo della famiglia nella gestione della disabilità Anna Maria Comito Presidente COFACE-Handicap
DettagliCome promuovere il mantenimento delle capacità residue degli anziani affetti da demenza senile?
Come promuovere il mantenimento delle capacità residue degli anziani affetti da demenza senile? Studio condotto presso i 5 Istituti di cura per anziani della Città di Lugano. Giornata RAI 2011 Lugano 27
DettagliQuestionario per indagine nazionale conoscitiva data di avvio: marzo 2015
IL DOVERE E IL DIRITTO DI DARE VOCE E CURA AL DOLORE DELLA PERSONA NON IN GRADO DI RIFERIRLO Questionario per indagine nazionale conoscitiva data di avvio: marzo 2015 Il dolore è il più soggettivo tra
DettagliCure Domiciliari. Corso Elettivo Malato a casa 23 gennaio 2012
Cure Domiciliari Corso Elettivo Malato a casa 23 gennaio 2012 DEFINIZIONE DELLE CURE DOMICILIARI Le cure domiciliari consistono in trattamenti medici, infermieristici, riabilitativi, prestati da personale
DettagliBANDO DAL 15.03.2014 AL 30.06.2014
INTERVENTI PREVISTI DALLA DGR 740 DEL 27/09/2013 APPROVAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE IN MATERIA DI GRAVI E GRAVISSIME DISABILITA DI CUI AL FONDO NAZIONALE PER LE NON AUTOSUFFICIENZE ANNO 2013
DettagliREGOLAMENTO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI
REGOLAMENTO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI Definizione del Servizio di Assistenza Domiciliare Anziani Il Servizio di Assistenza Domiciliare Anziani è costituito dal complesso di prestazioni
DettagliConoscere i volti della demenza. Cosa si deve sapere della malattia di Alzheimer e delle altre demenze
Conoscere i volti della demenza Cosa si deve sapere della malattia di Alzheimer e delle altre demenze Vero o falso? Barrare una casella e controllare la risposta alle pagine seguenti Vero Falso 1 Chi ha
DettagliAssistenza Domiciliare nelle persone con BPCO
Assistenza Domiciliare nelle persone con BPCO Roma, 31 maggio 2012 Le Richieste Sempre più pazienti sono affetti da malattie croniche con un aumento della sopravvivenza in ogni fascia di età I cittadini
DettagliI servizi sociali per gli anziani nella Regione Lazio
I servizi sociali per gli anziani nella Regione Lazio Premessa Progressivo aumento del numero degli anziani ripensamento dell assistenza Integrazione dell assistenza sanitaria e dei servizi alla persona
DettagliBUONO SOCIALE Dei Comuni dell Ambito n 5
BUONO SOCIALE Dei Comuni dell Ambito n 5 CRITERI PER L EROGAZIONE Finalità dell intervento L erogazione del Buono Sociale da parte dei Comuni del Distretto n. 5 si configura come servizio consolidato per
DettagliBambini e nonni insieme per una vita più bella. incontro con la Malattia di Alzheimer
Bambini e nonni insieme per una vita più bella incontro con la Malattia di Alzheimer Società Cooperativa Sociale Occhio Magico BAMBINI E NONNI INSIEME PER UNA VITA PIÙ BELLA incontro con la Malattia di
DettagliL. 162/98 2000 353 123 230 1.337.964,89 2001 688 580 108 4.155.265,27 2002 1.648 1.524 124 10.516.445,00 2003 2.618 2.344 274 13.463.
L. 162/98 Anno di presentazione Piani presentati Piani finanziati Piani esclusi Costo annuale 2000 353 123 230 1.337.964,89 2001 688 580 108 4.155.265,27 2002 1.648 1.524 124 10.516.445,00 2003 2.618 2.344
DettagliProject Cycle Management
Project Cycle Management Tre momenti centrali della fase di analisi: analisi dei problemi, analisi degli obiettivi e identificazione degli ambiti di intervento Il presente materiale didattico costituisce
DettagliI principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus
I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus Partire dalla culla.. Esiste un rapporto diretto tra il tempismo con cui ha luogo il processo
DettagliDISEGNO DI LEGGE. Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA N. 496
Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA N. 496 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa dei senatori MASSIDDA e GRAMAZIO COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 13 MAGGIO 2008 Disposizioni per la prevenzione e la cura del
DettagliALBUM di VITA La tecnica dello sketchbook per curare con le immagini
RIASSUNTO SINTETICO DEL PROGETTO (come nasce, come si sviluppa, le finalità, struttura del progetto, etc) ALBUM di VITA La tecnica dello sketchbook per curare con le immagini Il progetto album di vita
DettagliLa rete dei servizi. Proposta di un progetto per la Regione Lazio
La rete dei servizi Proposta di un progetto per la Regione Lazio Global prevalence of dementia: a Delphi consensus study Ferri CP, Prince M, Brayne C, Brodaty H, Fratiglioni L et al. Alzheimer s disease
DettagliASL FG DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE CENTRO SALUTE MENTALE DI MANFREDONIA
ASL FG DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE CENTRO SALUTE MENTALE DI MANFREDONIA IL CASE MANAGEMENT: UN MODELLO ORGANIZZATIVO PER LA CURA DEL PAZIENTE PSICHIATRICO La presa in carico e la pianificazione Dott.ssa
DettagliAdulti - Fragilità. Valeria Cavallina Responsabile Unità Attività Sociale Sanitaria Distretto Porretta Terme
Adulti - Fragilità Valeria Cavallina Responsabile Unità Attività Sociale Sanitaria Distretto Porretta Terme Noi Fragili«Fragilità» ha la stessa radice di frangere, che significa rompere. Chi è fragile
Dettagli1.OGGETTO 2.FINALITA 3. DESTINATARI
PROTOCOLLO OPERATIVO TRA I SERVIZI ASSISTENZA DOMICILIARE DEI COMUNI DELL AMBITO DISTRETTUALE DI SEREGNO E IL SERVIZIO ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA DELL ASLMI3 DISTRETTO DI SEREGNO PER L EROGAZIONE
DettagliDEMENZA DI ALZHEIMER : dalle cure all assistenza
Bassano del Grappa 11 ottobre 2014 DEMENZA DI ALZHEIMER : dalle cure all assistenza Presentazione dell Associazione Angelino Bordignon Presidente A. M. A. d. L Alzheimer è una malattia per l intera famiglia
DettagliIL FINE VITA APPARTIENE ALLA VITA: I PROGETTI E LE ESPERIENZE DELLE CURE PALLIATIVE
IL FINE VITA APPARTIENE ALLA VITA: I PROGETTI E LE ESPERIENZE DELLE CURE PALLIATIVE Verso l accreditamento delle cure palliative in Emilia-Romagna Antonio Brambilla Servizio assistenza territoriale Direzione
DettagliSERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI. i.so.di. CARTA DEI SERVIZI
SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA PROGETTO INTEGRAZIONE SOCIALI DISABILI i.so.di. CARTA DEI SERVIZI CARTA DEI SERVIZI Progetto integrazione sociale disabili i.so.di. SERVIZIO DI FORMAZIONE ALL AUTONOMIA
Dettagli