I boschi del Monte dell Ascensione in inverno

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1 I boschi del Monte dell Ascensione in inverno Contrariamente a quanto si può pensare, il periodo migliore per apprezzare e fotografare il bosco è proprio l inverno, a maggior ragione se c è neve. Il Monte dell Ascensione è considerato un sito ad elevata biodiversità, grazie alla sua elevazione, alla sua posizione relativamente vicina al mare, e alla sua esposizione su tutti i versanti. Non a caso è stato eletto come SIC e ZPS dalla Regione Marche, su indicazione dell Unione Europea, che ha emanato delle direttive secondo cui tutti gli stati membri, hanno dovuto individuare le aree ad elevata biodiversità. Sulle sue pendici infatti si rinvengono sia le specie della macchia mediterranea, in particolare il leccio, spesso abbarbicato sulle falesie rocciose, che il querceto, sui ripidi versanti meridionali e sulle testate dei calanchi. Il carpino nero domina nelle aree più fresche, mentre lungo i fossi dei calanchi sud orientali si rinvengono boschetti a olmo campestre, talvolta con specie rare come il frassino. Sui versanti settentrionali domina il castagno, che praticamente giunge fino alla parte sommitale, probabilmente favorito dall uomo nei tempi passati, grazie ai suoi preziosi frutti. Anche oggi infatti sono presenti discrete estensioni di castagneti da frutto, che grazie ai suoi grandi fusti, annosi e distanziati, appaiono come veri e propri monumenti naturali. Dopo le fasi di abbandono degli ultimi decenni, oggi la coltivazione e cura dei castagneti da frutto sembra in fase di lento recupero. Nelle aree settentrionali più fredde ed elevate, sporadicamente si rinviene il faggio, la tipica specie di montagna che solitamente compare al disopra dei metri slm. Essa ricopre densamente i boschi del vicino appennino. Tra le specie più rare si rinvengono il tasso e l agrifoglio, due relitti glaciali cioè specie molto più diffuse al tempo delle glaciazioni (alcune migliaia di anni fa) poi ritiratesi in quota con il successivo riscaldamento climatico. Sul Monte dell Ascensione esse sono relativamente diffuse a partire dai metri slm. Altra rarità è il tiglio selvatico, una specie che cresce sporadica nei freschi valloni settentrionali, spesso associata all acero montano.

2 Foto 1 - Castagneto da frutto coltivato con un agrifoglio sulla sinistra. La loro manutenzione richiede un costante intervento dell uomo. I castagneti da frutto figurano tra i boschi maggiormente apprezzati dai turisti.

3 Foto 2 - Agrifoglio con le tipiche bacche invernali.

4 Foto 3 - Esemplare di tasso circondato da aceri, carpini e castagni. Il tasso è chiamato anche albero della morte poiché è completamente velenoso, tranne le sue bacche rosso vivo.

5 Foto 4 - Esemplare di castagno sradicatosi per cause naturali. La presenza di alberi morti è indice di un ecosistema in equilibrio e di biodiversità elevata. Il legno morto ospita infatti un gran numero di specie animali e vegetali come funghi, invertebrati, muschi, ecc che costituiscono la base alimentare di molte specie.

6 Foto 5 - Tronco marcescente ricoperto dal muschio.

7 Foto 6 - Albero habitat, ossia un albero morto in piedi ricco di cavità e rifugi naturali, in grado di ospitare uccelli specializzati come picchi, rampichini, mammiferi come pipistrelli e molte specie di invertebrati.

8 Foto 7 - Ciliegio secolare, conservato e valorizzato da alcuni dei proprietari.

9 Foto 8 - Lichene epifita (che cresce sulle piante) distaccatosi dalla corteccia. I licheni sono considerati ottimi indicatori ambientali perché trattengono le sostanze presenti nell atmosfera e hanno una lunga vita. Inoltre le varie specie presentano diversi gradi di tolleranza agli inquinanti, questo consente di stimare il grado di inquinamento a partire dalle specie di licheni presenti in un determinato luogo.

10 Foto 9 - Un esemplare ad alto fusto di tiglio, una delle specie più rare ed eleganti.

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