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1 MESSAGGERO VENETO mercoledì 19 giugno 2013 (Gli articoli della presente rassegna, dedicata esclusivamente ad argomenti di carattere economico e sindacale, sono scaricati dal sito internet del quotidiano. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti) Indice articoli REGIONE (pag. 2) Imprese, sportello unico per ripartire ECONOMIA (pag. 3) Brendolan mette a rischio il mercato UDINE (pag. 4) «Piano pronto per la Romanello» (2 articoli) PORDENONE (pag. 5) Electrolux, lo spettro delocalizzazione Ospedale, Bolzonello ipotizza un aumento dei fondi pubblici «Vanno evitati i licenziamenti»

2 REGIONE Imprese, sportello unico per ripartire di Viviana Zamarian PORDENONE Due mosse anticrisi. Da avviare in tempi strettissimi. L apertura di uno Sportello unico delle imprese e il dimezzamento dei tempi per le istruttorie che ora durano 180 giorni. Il vicepresidente della Regione e assessore alle attività produttive Sergio Bolzonello vuole dare risposte concrete a un tessuto produttivo che soffre. Le ha date ieri durante il primo tavolo di concertazione tra istituzioni al quale si sono seduti Regione e Provincia, imprenditori e Cgil, Cisl, Uil e Ugl. C è la necessità di concentrare le risorse su singoli progetti in grado di produrre posti di lavoro e favorire l internazionalizzazione delle aziende. L apertura, a fine luglio, dello Sportello unico delle imprese, messo a disposizione della piattaforma informatica di tutti gli enti locali «significa interlocutore unico e velocità, uno strumento in più che diamo al sistema Fvg per essere maggiormente competitivo». E proprio per velocizzare le pratiche il vicepresidente ha «chiesto in maniera molto decisa» ai suoi uffici di comprimere i tempi delle istruttorie. «Non è possibile ha affermato l assessore continuare ad avere istruttorie che durano 180 giorni, bisogna dimezzare i tempi». C è dunque bisogno di fare sintesi. Tra le istanze dei diversi attori del sistema economico. Per avviare così un percorso comune che servirà per affrontare la crisi. Una crisi «che mette a dura prova il tessuto produttivo del Pordenonese, oltre che dell intera regione Fvg». Lo sa bene il vicepresidente Sergio Bolzonello. Le criticità sono molte. E ieri sono state analizzate a fondo. Esse riguardano in particolar modo il comparto dell edilizia, della metalmeccanica e del legno/arredo. Ma non solo. Si è discusso anche di una burocrazia che necessita di semplificazione; della pressione fiscale, del contrasto che esiste tra norme nazionali e quelle regionali, della necessità di investire in infrastrutture e logistica per favorire i traffici. Dai sindacati è arrivata la richiesta di mettere la parola fine sui contributi a pioggia. Bolzonello si è detto d accordo con politiche che privilegino chi investe e progetta, chi sa creare posti di lavoro e stabilizzare la manodopera impiegata. Detta l agenda sulle infrastrutture l assessore alle attività produttive Bolzonello: la terza corsia della A4 mette in secondo piano altri capitoli, in primo luogo la Sequals-Gemona. La sua realizzazione - necessaria per gli industriali - non è al momento possibile per scarsità di risorse. La Bretella Spilimbergo-Dignano rappresenta «uno snodo da fare quale alternativa alla Pontebbanà tra Udine e Pordenone». Il percorso, pertanto, si svilupperà nelle 3 province e «su questo tavolo ha infine annunciato Bolzonello ci sarà anche l assessore al Lavoro Loredana Panariti».

3 ECONOMIA Brendolan mette a rischio il mercato SAN DANIELE Ci sono prosciutti per circa 40 milioni di euro nei magazzini dei cinque stabilimenti produttivi che Brendolan conta tra Friuli Venezia Giulia, Veneto e Marche. Quaranta milioni sotto forma di migliaia di cosce (per una buona parte dop San Daniele) che la società con sede legale a Meledo, in provincia di Vicenza, punta ora a consegnare, liberi da vincoli, nelle mani del liquidatore che sarà nominato nei prossimi giorni. In questo modo sarà avanzata un istanza al tribunale perché liberi i magazzini dal pegno rotativo che le banche hanno di fatto bloccato dinnanzi all ennesima richiesta di credito e all importante situazione debitoria (si parla di circa 62 milioni) dell impresa. Il passaggio, apparentemente ovvio, nell ambito della liquidazione volontaria della società decisa dagli azionisti di maggioranza, rischia però di drogare, in negativo, il mercato della fettina rosa friulana. L immissione sul mercato di una considerevole quantità di cosce (300 mila quelle che Brendolan produce ogni anno solo a San Daniele) al prezzo concorrenziale che dovrà praticare il liquidatore rischia infatti di produrre un contraccolpo negativo sull intero comparto. Di fatto abbasserà il prezzo della dop friulana, per poi rifarlo aumentare una volta estinti i magazzini. Tutto, naturalmente, dipenderà dalle scelte che il liquidatore sarà chiamato a fare e dall eventuale subentro, inizialmente anche in affitto di ramo d azienda, di nuovi imprenditori. Ad auspicare questa soluzione è il consigliere regionale Enio Agnola (Pd), che in qualità di vicepresidente della II commissione Attività produttive annuncia di voler portare all attenzione dei colleghi consiglieri il caso Brendolan. «Bisogna reagire generando un immediata gestione del processo liquidatorio favorendo l ingresso di altri imprenditori ed evitando così che persone restino senza lavoro e che vi sia una degenerazione commerciale del settore». Agnola auspica un impegno in prima persona del Consorzio del Prosciutto «che dice ha il know how per orchestrare una soluzione ponte, penso all affitto di ramo d azienda, in attesa di una soluzione imprenditoriale definitiva». Possibilmente di matrice friulana, portata avanti da imprenditori forti di un legame con il territorio e il marchio. Imprenditori insomma che ci mettono la faccia, che non guardano solo ai numeri e alla logica del profitto come invece troppo spesso accade quando si ha a che fare con grandi gruppi. Intanto sul fronte occupazionale la prospettiva è quella di attivare una cassa integrazione straordinaria per 12 mesi. Lo ha fatto sapere ieri Fabrizio Morocutti, segretario di Flai Cgil Udine, a margine dell assemblea con i 60 lavoratori dei tre stabilimenti sandanielesi. Dipendenti per i quali si prefigura un periodo non facile. «Non solo rischiano di restare senza posto di lavoro, ma temporaneamente anche senza copertura degli ammortizzatori. L attivazione della Cigs infatti non è immediata. Dall esame concorsuale in Regione, che speriamo di poter effettuare già la prossima settimana o comunque subito dopo la nomina del liquidatore, si dovrà poi attendere il decreto ministeriale che sappiamo non essere immediato. I lavoratori rischiano insomma di trovarsi senza reddito per 5, anche 6 mesi». Nel frattempo monta la rabbia: «Qualcuno voleva programmare un azione di protesta già durante l edizione di Aria di Festa ormai alle porte conclude Morocutti, ma abbiamo deciso di attendere le prime mosse del liquidatore». Maura Delle Case

4 UDINE «Piano pronto per la Romanello» CAMPOFORMIDO La lettera d intenti per la Cartiera verde Romanello di Basaldella c è e a ore una bozza sarà spedita alla stessa cartiera e alla Regione Friuli Venezia Giulia. A confermarlo è proprio Tiziano Pieretti, contitolare dell omonima Industria cartaria di Lucca. Dopo un alternanza di false partenze, tra annunci roboanti e altrettanto cocenti smentite, il salvataggio dello stabilimento di Basaldella pare davvero più vicino e concreto. «Sono stato ricevuto esordisce l imprenditore toscano dalla giunta regionale presieduta da Debora Serracchiani in modo molto accogliente. E un vero peccato che la Cartiera verde Romanello rimanga ferma: nonostante la congiuntura fortemente negativa, esiste una reale ipotesi di utilizzo». Tiziano Pieretti riferisce che a Basaldella è arrivato quasi per caso, interessato a una della macchine in dismissione. L occasione ha quindi portato a un analisi approfondita delle potenzialità del sito produttivo friulano. Snobbato dalla precedente amministrazione Tondo (che contava sull intervento di una sigla industriale formalmente ubicata in Austria, ma facente capo a una società italiana presente in Friuli Venezia Giulia), l interesse dell imprenditore lucchese è stato ripescato dalla nuova amministrazione regionale, ultima spiaggia per la Romanello già in predicato di fallimento. Ancora misteriosi i motivi del dietrofront dei viennesi, coinciso con l avvicendamento alla guida della Regione Fvg. L ipotesi per il riavvio della Cartiera Romanello da parte di Pieretti è definita «un tavolo a tre gambe». Ovvero il minimo per funzionare stando sul mercato: materia prima attraverso la raccolta e selezione in loco della carta da macero; una macchina continua per la produzione di carta igienica; un impianto per il recupero energetico dei residui, sempre nel rispetto sia della normativa, sia dell ambiente. Nella bozza di intenti sono precisati gli impegni reciproci dei soggetti - partner: alla Regione Fvg non si fanno richieste di finanziamento, bensì di tempi celeri per le autorizzazioni e la parte burocratica in genere; il progetto «a tre gambe» potrebbe riassorbire, se non tutti, un buon numero di dipendenti dello stabilimento di Basaldella. Quanto alla cronologia della ripresa, l imprenditore lucchese è consapevole che i tempi stringono (il concordato è previsto per il 24 settembre), ma anche che «far riaprire una cartiera non è un operazione semplice tiene a sottolineare. Ma la piattaforma per la selezione della carta potrebbe, autorizzazioni permettendo, essere attiva in una sessantina di giorni, impegnando una quindicina di addetti. E auspicabile che il materiale da macero sia quello delle raccolte differenziate entro chilometri, previa convenzioni con le municipalità». Paola Beltrame I sindacati: sono vent anni che parliamo di filiera della carta da macero a km zero Come San Tommaso, i sindacati non credono se non vedono nero su bianco il piano di recupero per la Cartiera Romanello: «Siamo in attesa di notizie ufficiali», ribadisce Paolo Morocutti (Cgil), esprimendosi anche a nome del collega Stefano Di Fiore (Cisl). L annunciata lettera d intenti prima di arrivare sul tavolo sindacale dovrà subire qualche passaggio: dall imprenditore Tiziano Pieretti (nella foto) alla Regione e ai liquidatori Ezio Marson e Paolo Missuri, che rappresentano la proprietà dell azienda di Basaldella. Tra Regione e sigle sindacali c è continuo contatto, come conferma Morocutti: «Il latore della lettera d intenti dovrà presentare tutte le garanzie alla valutazione della Regione, col concordato non si scherza». Quanto alla filiera della carta da macero a chilometro zero «sono 20 anni che lo diciamo», rileva Morocutti. Il progetto dovrà fare i conti con le strade più o meno lontane che la differenziata prende presso i vari gestori e con la sostenibilità dei costi. (p.b.)

5 PORDENONE Electrolux, lo spettro delocalizzazione di Elena Del Giudice Si dice Indesit ma si intende Electrolux. E i timori di possibili future scelte strategiche della multinazionale svedese che la conducano lontano dal territorio e dal Paese che l hanno resa grande, sono stati il primo dei temi elencati al tavolo di crisi convocato dal vicepresidente della giunta regionale, Sergio Bolzonello, e al quale hanno partecipato il presidente della Provincia Alessandro Ciriani, il presidente di Unindustria Michelangelo Agrusti con il direttore Paolo Candotti, i segretari provinciali di Cgil Cisl e Uil Giuliana Pigozzo, Arturo Pellizzon e Roberto Zaami, un esponente dell Ugl, e due funzionari della direzione delle Attività produttive. E stato Agrusti a sollevare l argomento. Dopo un esordio all' insegna dell ottimismo dedicato alle giovani start up ospitate al Polo tecnologico, il leader degli industriali ha richiamato l urgenza del «creare le condizioni per rendere competitivo il nostro manifatturiero. La competizione, è vero, si fa anche con l innovazione, ma è data anche dal costo del lavoro, dal gravame fiscale, dalla burocrazia. Inaccettabile che si faccia pagare l Imu su capannoni industriali oggi occupati per un terzo rispetto a qualche anno fa». Quindi i settori in apnea, a partire «dall elettrodomestico per arrivare al legno-arredamento. Sono crisi minacciose - ha ribadito -. La vicenda di Indesit, che intende mandare a casa lavoratori per delocalizzare la produzione in Polonia, dovrebbe suggerire qualche scenario. Diventa urgente cercare di invertire questa corrente di pensiero economico, capendo che la convenienza è il metro fondamentale con cui si misura dove allocare le produzioni». La crisi di Acc ma anche la riorganizzazione della Nidec motors, sono i segni evidenti di quel che accade nell elettrodomestico. E ovviamente non sono segnali positivi. A riprendere l argomento Roberto Zaami, segretario della Uil, per il quale «è importante discutere di Electrolux adesso che abbiamo ancora un pezzetto di capacità contrattuale. Sapendo - ha aggiunto - che la produzione a Porcia sta scivolando al di sotto della soglia di sostenibilità di quella fabbrica (i volumi si attestano a 1,2 milioni di pezzi contro 1,350 che era l obiettivo)». Le ricadute sul territorio di un eventuale addio di Electrolux sarebbero drammatiche, «come dimostrano le altre situazioni di crisi nell indotto dell elettrodomestico, come Nuova Infa». Per i sindacati è urgente «difendere tutti i posti di lavoro che ci sono e sostenere attraverso gli incentivi chi investe sul territorio e assume», chiudendo con la vecchia pratica dei contributi a pioggia che non tengono conto del merito. Agrusti ha quindi annunciato la presentazione a breve di un piano di rilancio per il settore del legnoarredamento.

6 Ospedale, Bolzonello ipotizza un aumento dei fondi pubblici Finisce nell elenco delle infrastrutture perché richiede investimenti e perché è un opera, al pari di quelle viarie, che può far ripartire l economia. E il nuovo ospedale di Pordenone. «E vero che la sanità non solo muri ma anche contenuti - ha detto il presidente di Unindustria, Agrusti - ma è anche vero che abbiamo bisogno di un nuovo ospedale. Sono stato tra i sostenitori del sito della Comina ma non mi impicco a quella localizzazione: si faccia dove si vuole, ma lo si faccia». Un esortazione che Bolzonello raccoglie, ricordando l impegno della Regione a questo proposito ed anche l intenzione di alleggerire il peso della finanza di progetto portando la quota di risorse proveniente dal bilancio regionale da 150 a 180 milioni di euro. «Bene - ha risposto Agrusti - ma lo si faccia tra 15 giorni e non tra 15 anni». Il nuovo ospedale potrebbe dare ossigeno all economia, anche locale, coinvolgendo non solo il settore delle costruzioni ma anche l indotto (impiantisti, termoidraulici, ecc), per diversi anni. Sul tema è fredda l accoglienza della Cgil. Per la segretaria Pigozzo, la sanità è soprattutto servizi, e solo poi edilizia. Sulle capacità di attrazione di grandi professionalità da parte di un ospedale qual è quello di Pordenone, con gravi limiti strutturali, è scettico Agrusti. In attesa, ancora, di un chiarimento definitivo sulle norme nazionali, Agrusti ha quindi rilanciato la proposta, da condividere con l Anci, affinchè - sfruttando le potenzialità del decreto sugli ecoincentivi e gli sgravi per le ristrutturazioni recentemente varati dal governo - gli appartamenti Ater ammodernati, siano dotati di cucine con elettrodomestici, armadi a muro e arredobagno. «Un progetto che potrebbe partire dal Friuli Venezia Giulia per estendersi poi al resto del Paese», è l idea del presidente degli industriali, rappresentando uno straordinario volano per diversi settori del manifatturiero, ovvero elettrodomestici e mobili, oltre che per l edilizia, l impiantistica, ecc. (e.d.g.) «Vanno evitati i licenziamenti» «Non è accettabile che il 12/13% della manodopera di questo territorio rischi di diventare un problema sociale». E Giuliana Pigozzo, segretaria provinciale della Cgil, a sollevate il problema lavoro al tavolo di crisi di ieri in Regione. Il riferimento va all emorragia in corso ormai da tempo generata da aziende che chiudono, si riorganizzano, si ridimensionano, e alle liste della cassa integrazione prima e della mobilità poi che si allungano. Un numero crescente di lavoratori che hanno perduto, e non troveranno, un altro impiego. Pigozzo, Pellizzon e Zaami hanno consegnato a Bolzonello un documento nel quale riassumono le questioni cruciali per il sindacato che vanno dalla difesa dell occupazione, che passa attraverso politiche e strumenti di tutela che evitino i licenziamenti. «In attesa di una vera riforma degli ammortizzatori sociali, il sindacato sottolinea l importanza di maggior sviluppo dello strumento dei contratti di solidarietà». Chiedono Cgil Cisl e Uil «politiche di rilancio del sistema produttivo locale, recuperando produttività e competitività per i prodotti di cui Pordenone è leader nei mercati». I sindacati propongono, come modello esportabile, l avviso comune che è stato sottoscritto tra le parti sociali che ha l obiettivo «di sostenere e ridisegnare la politica industriale» che cancelli l esperienza degli incentivi a pioggia in favore «di interventi mirati a sostegno di imprese che favoriscono la creazione di ricchezza e di posti di lavoro stabili». Tra le proposte, sgravi fiscali, dall Irap all addizionale Irpef, che sono nelle disponibilità della Regione. (e.d.g.)

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