Le aree verdi e la loro manutenzione. Muggia, 18 maggio 2015

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1 Le aree verdi e la loro manutenzione Muggia, 18 maggio 2015

2 Piralide del Bosso

3 Origine La piralide del bosso è una specie di origini asiatiche (Cina, Giappone, Corea e Russia asiatica) rinvenuta per la prima volta in Europa nel 2007 e in Friuli Venezia Giulia nel 2012 in provincia di Pordenone da dove si sta rapidamente diffondendo in tutta la regione. È un lepidottero defogliatore i cui bruchi vivono a spese di diverse specie di Bosso (Buxus microphylla, B. sempervirens, B. sinica), anche se nel paese di origine può attaccare anche specie di altri generi come Ilex e Euonymus.

4 L insetto Le uova sono inizialmente giallo pallido, generalmente deposte in masse ovigere sulla pagina inferiore delle foglie. Le larve (pressoché glabre) di colore giallo verde hanno una caratteristica pigmentazione scura ai lati del corpo, il capo nero e a maturità raggiungono i 36 mm di lunghezza Gli adulti sono lepidotteri con le ali di colore bianco candido bordati di scuro e con una caratteristica macchia bianca nella fascia scura delle ali anteriori. L apertura alare di circa mm.

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8 Ciclo biologico Questa specie può compiere fino a tre generazioni all anno e sverna in genere come larva all interno di un bozzolo racchiuso tra le foglie della piante infestata. Nella primavera dell anno successivo la larva riprende la sua attività trofica, si impupa e sfarfalla. Gli adulti, abili al volo possono spostarsi sulle vicine piante di bosso per deporre le uova ed iniziare una nuova generazione, gli spostamenti a lunghe distanze sono invece spesso dovuti al commercio di piante infestate. Le generazioni si susseguono durante l anno e l ultima che darà origine agli individui svernanti inizia ad agosto settembre.

9 I danni causati da questa specie avvengono a carico di piante di bosso. Le piante attaccate risultano in genere fortemente defogliate e con un caratteristico intreccio di fili sericei tra foglie e rametti. Le siepi colpite manifestano ingiallimenti inizialmente a macchie poi diffusi su tutta la chioma. Tali sintomi possono a prima vista essere scambiati per attacchi di agenti fungini ma, a un attento esame, la diagnosi risulta facile per la presenza delle tracce larvali e per l elevata quantità di escrementi imprigionate nei fili sericei. I primi stadi larvali sono responsabili di caratteristiche erosioni fogliari, con l epidermide della pagina superiore delle foglie che rimane integra e l epidermide della pagina inferiore del tutto consumata.

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18 Le larve raggiungono i mm a maturità e sono fittamente pelose ma non sono urticanti o pericolose per l uomo e gli animali. Tessono nidi di fili sericei nei quali si nutrono e trovano riparo nelle prime età. In seguito invadono la chioma. Gli adulti sono lepidotteri di colore biancocandido, talvolta punteggiati di nero, con un apertura alare di circa mm.

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21 Biologia Questa specie compie due generazioni all anno e sverna come crisalide. Gli adulti sono delle falene di colore bianco che compaiono nel mese di maggio e dopo l accoppiamento depongono le uova. Dopo 2-3 settimane le uova schiudono e le piccole larve neonate conducono vita gregaria in nidi sericei alimentandosi delle foglie. Crescendo le larve si disperdono sulla vegetazione divorando ampie porzioni di foglie scheletrizzandole.

22 Biologia Nella prima metà di luglio compaiono nuovi adulti che danno origine alla seconda generazione che in genere è molto più numerosa e quindi in grado di produrre danni molto più evidenti. Le larve della seconda generazione si sviluppano tra agosto e settembre, poi finito di alimentarsi i bruchi si allontanano dalle piante alla ricerca di un posto protetto in cui incrisalidarsi per trascorrere l inverno; in questa fase possono quindi invadere in massa anche gli edifici più prossimi alle piante infestate

23 Danni I danni causati da questa specie avvengono in genere a carico di filari e di alberature stradali e solitamente non pregiudicano la sopravvivenza delle piante neppure nei casi di defogliazione totale. La dannosità di questo insetto è riconducibile esclusivamente alla sua voracità che può provocare defogliazioni pressoché totali alle piante attaccate (in genere causate dalla seconda generazione).

24 Danni I bruchi per il loro aspetto repulsivo possono arrecare fastidi non trascurabili anche agli abitanti delle zone infestate quando finita la fase di alimentazione, nella ricerca di un luogo riparato dove trascorrere i rigori invernali, possono trasferirsi all interno di abitazioni ed altri edifici. I bruchi di Ifantria anche se provvisti di appariscenti setole non sono urticanti per l'uomo e per gli animali domestici.

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28 In caso di infestazioni a carico della seconda generazione rilevate tardivamente (fine agosto - quando la defogliazione è ormai avvenuta) si può intervenire esclusivamente mediante lotta chimica utilizzando localmente prodotti a base di piretrine naturali o piretroidi, alcuni dei quali possono essere applicati anche in prossimità degli ambienti domestici dove le larve potrebbero cercare rifugio per trascorrere l inverno.

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38 Difesa La massima efficacia nella lotta a questo insetto la si ottiene mediante trattamenti effettuati a fine estate sulle larve giovani che non hanno ancora i peli urticanti. Questi interventi vanno eseguiti indicativamente tra la fine di agosto e la prima decade di ottobre (a seconda della quota e dell andamento stagionale), con bioinsetticidi a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki o mediante la distribuzione di insetticidi di limitato impatto ambientale, quali i regolatori di crescita.

39 Difesa Entrambi questi metodi di lotta prevedono che le giovani larve si alimentino con gli aghi trattati, per cui è consigliabile effettuare i trattamenti in giornate non troppo fredde e comunque lontani da piogge. Nel caso di mancata tempestività dell intervento o qualora ci si accorga dell infestazione dalla presenza di nidi invernali si può intervenire mediante rimozione meccanica dei nidi larvali, provvedendo alla loro bruciatura. In questo caso è necessario operare con la massima cautela per evitare il contatto con i peli urticanti delle larve o far eseguire l intervento da personale specializzato.

40 Questi interventi vanno effettuati quando le larve sono all interno del nido nei periodi più freddi della stagione invernale, evitando quindi le ore più calde delle giornate di sole quando le larve si possono spostare per alimentarsi degli aghi della pianta ospite. In ambiente urbano può essere considerata anche l endoterapia.

41 Potatura piante ornamentali Estremamente importante: gestire bene una pianta consente di: Mantenere in buono stato fitosanitario la pianta; Valorizzare il paesaggio Risparmiare sui costi Alcune indicazioni dal sito

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44 Va detto prima di tutto che le potature non fanno bene agli alberi. Inoltre, le potature eccessive con il taglio di tutti i rami secondari interferiscono con lo sviluppo vegetativo impedendo nella primavera e per buona parte dell estate successiva alla potatura di produrre una massa fogliare sufficiente alla funzione clorofilliana. Ciò comporta una debilitazione delle piante che non possono utilizzare direttamente l energia solare, ma devono servirsi delle riserve alimentari immagazzinate.

45 È opinione comune, ma errata che le potature giovino agli alberi per ringiovanirli ovvero per spingerli a produrre dei nuovi rami. Un altra credenza diffusa è invece che le potature servano ad evitare che le piante producano rami troppo grandi che possono cadere producendo danni.

46 Danni da potature eccessive peggioramento dello stato fitosanitario, a causa di possibili infezioni e attacchi parassitari, anche perché gli alberi debilitati sono più facilmente preda di patogeni e di marciumi radicali; in caso di ripetute potature drastiche su alberi adulti, crescita stentata, microfillia (foglie piccole), colorazione autunnale anticipata delle foglie, anomala e abbondante produzione di semi, disseccamenti apicali e di intere branche, ritardi nella maturazione del legno. Le potature vanno quindi ridotte al minimo (al massimo si può rimuovere da 1/4 a 1/3 delle chiome) e fatte in modo corretto.

47 QUANDO SERVE POTARE Per eliminare i rami pericolanti onde evitare che producano danni nella loro caduta; in questo casi ci si limita ad anticipare un processo naturale per cui le piante eliminano i rami secchi che si staccherebbero naturalmente; oltre ai rami secchi si eliminano quelli deboli e quelli che premono su altri rami producendo ferite nella corteccia. Queste potature dovrebbero essere selettive, mentre non sono accettabili pesanti potature preventive che, per ridurre il pericolo di schianti di rami, riducono gli alberi a delle specie di grandi attaccapanni.

48 Per riequilibrare alberi sbilanciati o che oscillano molto in caso di vento forte con il rischio che schiantino; in questi casi si alleggerisce la chioma nel lato in cui l albero pende o, se oscilla molto, lo si riduce in altezza

49 Per rimediare ad eccessive densità d impianto quando si piantano alberi nei parchi e giardini talvolta non si tiene conto del fatto che, una volta cresciuti, saranno troppo fitti e le loro chiome si daranno reciprocamente fastidio. La potatura per ridurre le chiome è in realtà un rimedio non risolutore e meglio sarebbe, almeno nei giardini, procedere al diradamento, eliminando alcuni alberi per lasciare più spazio ai migliori; nei viali cittadini, in cui é più problematico diradare i filari di alberi, si opta in genere per oculati accorciamenti delle chiome sempre evitando drastiche potature.

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52 Per ridurre l ombreggiamento: gli alberi a volte sono troppo ingombranti e i loro rami arrivano fino ai muri e alle finestre degli edifici. Una potatura non eccessiva e limitata all asporto dei rami invadenti è tollerabile perché non crea grandi scompensi all albero come nei casi di potature drastiche, anche se la soluzione migliore è quella preventiva di piantare gli alberi lasciando loro uno spazio sufficiente

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54 Esistono poi casi di potature a forma obbligata per dare all albero una certa forma, per fini estetici o per conseguenza della scelta errata delle specie di alberi, ad esempio quando si collocano nei viali platani invece di specie meno ingombranti.

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56 Il platano a destra, fotografato ai primi di giugno, è stato potato in inverno ridotto a una specie di attaccapanni con poche foglie. Il platano a sinistra, potato l'inverno dell'anno precedente, ha un apparato fogliare più sviluppato, ma sempre misero. Il platano in secondo piano, non potato da vari anni, ha un apparato fogliare ben sviluppato

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90 Grazie per l attenzione

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