RAPPORTO ROGNA SARCOPTICA

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1 RAPPORTO ROGNA SARCOPTICA Luglio 2010 Ufficio Caccia e Pesca AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIROL Abteilung 32 - Forstwirtschaft PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE Ripartizione 32 - Foreste

2 Progetto rogna sarcoptica Rapporto luglio 2010 Indice 1. Introduzione..... pag L epidemia nell area dolomitica... pag Andamento dell epidemia pag Riepilogo dati pag Situazione attuale pag Velocità di espansione pag L epidemia lungo la cresta di confine pag Indagini epidemologiche... pag Analisi del prelievo venatorio sul camoscio pag. 17 Ufficio Caccia e Pesca Ripartizione Foreste Direttore d Ufficio: Heinrich Erhard Elaborazione: Giorgio Carmignola, Martin Stadler Con la collaborazione: Associazione Cacciatori Alto Adige Istituto Zooprofilattico delle Venezie Si ringraziano le Province di Belluno e Trento e il Parco Regole d'ampezzo per avere messo a disposizione i dati Immagine di copertina: Martin Stadler 2

3 1. INTRODUZIONE Il presente rapporto viene elaborato nel periodo antecedente la pianificazione dei prelievi del camoscio, allo scopo di fornire un quadro sulla situazione della rogna sarcoptica in Alto Adige, una malattia che influenza in misura determinante la gestione di questo ungulato di montagna. La rogna sarcoptica ha interessato in due diverse occasioni il territorio dell Alto Adige. Nel periodo compreso tra il 1976 e il 1996, questa malattia ha colpito le popolazioni di camoscio e di stambecco presenti sui gruppi montuosi a substrato cristallino della Val Pusteria posti a nord del Fiume Rienza. Tali popolazioni sono state duramente provate dall'epidemia: furono registrati 969 casi di rogna sul camoscio e 6 sullo stambecco. Circa 2/3 dei casi accertati sono da ricondurre a capi abbattuti, per 1/3 di essi si è trattato di animali rinvenuti morti che presentavano evidenti segni della malattia. In figura 1 è rappresentata la ripartizione annuale dei casi registrati. Il maggior tasso di mortalità è stato registrato negli anni , con oltre 100 capi rognosi all anno Fig. 1: Distribuzione dei casi di rogna registrati nei gruppi montuosi a nord della Rienza nel periodo casi di rogna Abb. 2: Inquadramento geografico dell epidemia di rogna sarcoptica registrata nel periodo

4 Nel 1997 la rogna sarcoptica si è nuovamente presentata in provincia di Bolzano, ai confini con la provincia di Belluno, dove nel 1995 si era sviluppato un primo focolaio. Questa seconda ondata ha colpito i gruppi montuosi di roccia dolomitica posti a sud del Fiume Rienza, muovendo dal Gruppo delle Dolomiti di Sesto e avanzando quindi verso ovest. Anche questa seconda ondata epidemica è caratterizzata da una rapida espansione e da notevole virulenza. In 15 anni sono stati registrati, nell ambito dell intera area epidemica a cavallo delle tre province di Belluno, Bolzano e Trento, più di 3200 casi di camosci affetti da rogna sarcoptica. Solo in provincia di Bolzano, i casi accertati superano le 1700 unità. A partire dal 2001, la rogna sarcoptica è ricomparsa anche sulla catena montuosa lungo la cresta di confine, interessando dapprima le riserve della Valle Aurina. Il ritorno della malattia in tale zona può essere messo in relazione con la situazione nel Tirolo del Nord, dove la rogna sarcoptica è rimasta costantemente presente, seppure con periodi di virulenza differenti. Il ritorno della rogna sarcoptica lungo la catena di confine ha portato, tuttavia, alla comparsa della malattia anche in una nuova zona. Si tratta del crinale montuoso condiviso dalle riserve di Vizze, Prati, Vipiteno e Brennero, dove nel 2009 e nei primi mesi del 2010 si sono registrate notevoli perdite. L epidemia di rogna sarcoptica ha fatto segnare, sia nella zona dolomitica, sia lungo la catena di confine, una continua espansione verso ovest ed è ha, praticamente, raggiunto il Fiume Isarco. Sussiste, dunque, il pericolo del passaggio della malattia sulle montagne in orografica destra del Fiume Isarco, con un grave pregiudizio delle popolazioni di stambecco e camoscio della parte centro-occidentale della provincia. A partire dal casi di rogna A partire dal casi di rogna Fig. 3: Localizzazione geografica delle due epidemie di rogna sarcoptica attualmente presenti sul territorio dell Alto Adige. 4

5 2. L EPIDEMIA NELL AREA DOLOMITICA Inquadramento geografico e monitoraggio Allo scopo di razionalizzare il lavoro di raccolta e rappresentazione dei dati relativi all epidemia di rogna sarcoptica, il Gruppo di lavoro interprovinciale sulla rogna sarcoptica, tra le varie iniziative attuate, ha avviato l'individuazione, all'interno dell'area di indagine e prescindendo dai confini provinciali, di unità di popolazione, cioè di popolazioni di camoscio facenti capo a singoli gruppi montuosi. A tale scopo è stato cartografato l areale utilizzato dal camoscio nelle zone attualmente interessate dall'epidemia di rogna sarcoptica e nelle aree ad esse limitrofe (vedi fig. 4). BZ PN TN BL Fig. 4: Unità di popolazione di camoscio cartografate nell area dolomitica; l areale utilizzato dalla specie è indicato in colore grigio. Grazie alla collaborazione di tutte le riserve interessate dalla malattia, è possibile fornire un quadro complessivo della situazione e garantire uno scambio dei dati a livello interregionale. Tutti i casi di camosci palesemente affetti da rogna sarcoptica registrati all interno di tali zone sono stati cartografati, annotando per ciascuno di essi la data del ritrovamento e distinguendo il sesso, l'età e se si trattava di un capo abbattuto o rinvenuto morto. Il monitoraggio dei casi accertati, occorre specificare, ha valenza più qualitativa che quantitativa. Si deve infatti supporre che una parte dei camosci morti a causa della malattia non siano stati recuperati, in particolare nelle zone caratterizzate dall orografia più accidentata e nel periodo invernale. Tuttavia, è possibile trarre delle importanti informazioni sulla dinamica e sulla velocità di espansione della malattia, così come valutarne le diverse fasi di intensità. La convenzione stipulata dai presidenti delle tre province colpite dall'epidemia e dal Parco Regole d'ampezzo, nonché la recente adesione a tale gruppo di lavoro da parte della Regione Friuli - Venezia Giulia e del Parco Dolomiti Friulane, garantisce un'efficace collaborazione tra le parti e un regolare reciproco scambio dei dati relativi alla situazione nei singoli territori e sugli interventi adottati al loro interno, al fine di garantire un affidabile quadro complessivo della situazione nell'intera area dolomitica. 5

6 2.1. Andamento dell epidemia tra il 1995 e il 2009 Nel 1995 e nel 1996 hanno luogo le prime osservazioni di capi rognosi nel Gruppo delle Dolomiti di Sesto, nel territorio della provincia di Belluno, nella zona di Val di Cengia e Val Marzon. L'epidemia di rogna penetra quindi l'anno seguente, 1997, in territorio altoatesino, colpendo le riserve di Sesto Pusteria, San Candido e Dobbiaco. Fino alla fine del 1999 raggiunge anche i confinanti gruppi montuosi del Cristallo e delle Marmarole e nelle Alpi Carniche. Fig.5: Nel 1995 si registrano i primi casi di rogna sarcoptica nella riserva di Auronzo; l'epidemia si diffonde quindi rapidamente negli anni seguenti nelle aree limitrofe e raggiunge nell arco di 4 anni il Gruppo del Cristallo e le Alpi Carniche. Tra il 2000 e il 2002 l epidemia di rogna investe il rimanente settore altoatesino delle Dolomiti di Sesto, causando notevoli perdite e un crollo delle popolazioni. Si registra inoltre un notevole balzo della malattia verso ovest: sono infatti colpite la zona di Livinallongo, l Alta Val Badia e si manifestano alcuni casi in Val di Fassa. La malattia colpisce anche il gruppo montuoso delle Marmarole, in provincia di Belluno. Fig. 6: Tra il 2000 e il 2002 vengono decimate le popolazioni dell'intero Gruppo delle Dolomiti di Sesto; i primi casi tra Livinallongo e l'alta Badia mostrano la tendenza ad una rapida espansione verso ovest. Negli anni si registra un numero decisamente elevato di perdite. Particolarmente grave appare la situazione nei gruppi montuosi Fanes-Tofane e Sennes- Croda Rossa. In questi 3 anni vengono registrati più di 1200 camosci rognosi. Dapprima viene colpita la zona del Parco Regole d'ampezzo, quindi le confinanti riserve della Val Badia e della Val di Braies. È inoltre colpito il Gruppo del Picco di Vallandro, finora pressoché risparmiato. Vengono registrati casi di rogna anche nel gruppo della Marmolada, in quello del Catinaccio, così come in orografica sinistra del Fiume Piave. Abb. 7: Negli anni vengono colpiti soprattutto i gruppi montuosi Fanes-Tofane e Sennes-Croda Rossa. 6

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8 I casi registrati negli anni 2006 e 2007 confermano il movimento dell epidemia in direzione sud-ovest. La malattia supera il fondovalle del Torrente Gadera ed è ora presente anche sui versanti in orografica sinistra, interessando il gruppo montuoso Puez-Odle. Vengono anche registrati i primi camosci rognosi nel gruppo della Plose. Nelle confinanti province di Trento e Belluno la malattia si muove ulteriormente verso sud; il gruppo montuoso della Marmolada è ora completamente investito e viene, inoltre, colpito il gruppo montuoso "Bosco Nero". Fig. 8: Gli anni 2006 e 2007 fanno registrare un ulteriore espansione della malattia, che colpisce ora anche il gruppo montuoso Puez-Odle. Nell anno 2008 la malattia segna un elevata virulenza nel gruppo montuoso della Plose. Vengono registrate numerose perdite nella piccola riserva di S. Andrea, presso Bressanone. È ora interessato dalla rogna sarcoptica l intero versante in orografica destra della Val Gardena. Nelle province di Trento e Belluno la rogna sarcoptica mostra, invece, minore virulenza e il numero di perdite è limitato. Si registra, tuttavia, un ulteriore piccolo spostamento verso sudovest. Fig. 9: L anno 2008 è caratterizzato dall arrivo della rogna sarcoptica nel gruppo montuoso della Plose. Nell anno 2009 la situazione non si modifica. Considerando l intera area dolomitica, il numero maggiore di camosci rognosi viene registrato ancora in Alto Adige. Sono colpiti soprattutto i gruppi montuosi della Plose e la parte occidentale di quello del Puez-Odle. Nelle province di Trento e Belluno il numero delle perdite che viene registrato è più contenuto. Fig. 10: L anno 2009 non ha fatto segnare variazioni di rilievo, rispetto al

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10 2.2 Riepilogo dei dati per l intera area dolomitica Nel periodo sono stati accertati quasi casi di camosci colpiti dall epidemia di rogna sarcoptica, che interessa l area dolomitica condivisa dalle tre province di Belluno, Trento e Bolzano. Tab. 1 Numero di casi di rogna sarcoptica finora registrati suddivisi per province e nel Parco Regole d`ampezzo. Territorio Totale Prov. Belluno Alto Adige Parco Regole Prov. Trento TOTALE Tab. 2 Andamento dell epidemia nei singoli gruppi montuosi GRUPPO MONTUOSO TOTALE Dolomiti di Sesto Marmarole Alpi Carniche Cristallo Fanes - Tofane Picco di Valandro Sennes-Croda Rossa Vial dal Pan - Migogn Sella Pore Nuvolau Dolomiti Comelico Sasso Lungo Sciliar-Catinaccio Marmolada Pale di San Martino Civetta Puez-Odle Latemar Plose Bosco Nero Spalti di Toro Lagorai TOTALE Fino all anno 2005, si è assistito ad un continuo incremento dei casi di rogna registrati, a causa di una progressiva infestazione di nuove zone. Negli ultimi 4 anni, i casi registrati si sono attestati intorno alle 300 unità all anno, la maggior parte dei quali in Alto Adige. 500 Prov. Trento 450 Prov. Belluno 400 Alto Adige Fig. 7: distribuzione annuale dei casi di rogna registrati nelle 3 province dal 1995 al Prov. Trento Prov. Belluno Alto Adige Totale

11 2.3 Situazione attuale nell area dolomitica In considerazione del numero limitato di casi di rogna registrati nelle due province confinanti di Trento e Belluno, viene presentata la situazione dei primi 6 mesi del 2010 limitatamente alla porzione altoatesina dell area dolomitica. Dall inizio dell anno sono stati registrati 92 nuovi casi di rogna sarcoptica sul camoscio nella zona dolomitica dell Alto Adige. Il maggior numero di perdite è relativo al gruppo montuoso della Plose, seguito da quello del Puez-Odle. Il movimento della malattia verso ovest si conferma con l accertamento di singoli casi nei pressi del fondovalle del Fiume Isarco. Particolare rilievo assume l accertamento del primo camoscio rognoso sui versanti in orografica destra del Fiume Isarco, nella riserva di Chiusa. Con esso è collegato il pericolo del passaggio della malattia alle Alpi Sarentinesi. Si spera, che il caso accertato sia da ricondurre ad un singolo capo malato, che indebolito si sia spinto verso valle e abbia poi attraversato il Fiume Isarco, senza entrare poi in contatto con altri camosci. I primi mesi del 2010 hanno fatto inoltre registrare i primi casi di rogna sarcoptica sui versanti in orografica sinistra del Rio Gardena e con essi, quindi il primo camoscio rognoso anche nella riserva di Castelrotto. Fig. 8: Con punti rossi sono indicati i casi di rogna relativi ai primi 6 mesi dell 2010; i punti neri indicano tutti i casi registrati dal 1997 al

12 Dal 1997 fino a giugno 2010 sono stati registrati sul territorio altoatesino dell area dolomitica complessivamente 1748 casi di rogna sarcoptica sul camoscio. La maggior parte di essi, e precisamente il 71%, è relativo a capi abbattuti, in quanto mostravano i segni della malattia. Solo il 29% dei casi registrati è relativo a capi trovati morti. Le perdite maggiori sono state registrate nelle riserve di Marebbe, Braies e Dobbiaco, con oltre 200 casi. Le riserve di Badia, Corvara, La Valle, Selva Gardena e Luson fanno registrare oltre 100 casi. RISERVA giu-10 TOTALE Sesto Dobbiacco San Candido Badia Braies Marebbe Corvara La Valle Selva di Gardena San Martino Valdaora Villabassa Luson S. Cristina Longiarù S. Andrea Rina Funes Laion Ortisei Chiusa TOTALE Velocità di espansione Dal 1997, anno di comparsa della rogna sarcoptica nel territorio altoatesino delle Dolomiti, la malattia ha compiuto un notevole spostamento verso ovest, di circa 60 km. Ciò corrisponde ad una media di espansione annuale di circa 4 km. Nella zona inizialmente colpita delle Dolomiti di Sesto, si registrano ora solo singoli casi e primi 6 mesi del 2010 Fig. 9; Fig. 10: confrontando la posizione del nucleo epidemico presente alla fine degli anni 90 con la situazione attuale, risalta il notevole spostamento verso ovest.. 12

13 3. L EPIDEMIA LUNGO LA CRESTA DI CONFINE Negli anni tra il 1976 e il 1996 le popolazioni di camoscio delle montagne a nord della Rienza e lungo la catena di confine furono colpite da un epidemia di rogna sarcoptica. Le perdite furono ingenti: furono registrati 969 casi di rogna sul camoscio e 6 sullo stambecco. Tali casi si ripartiscono come segue tra i gruppi montuosi: - parte alta e orografica destra della Valle Aurina (GHR 8 11) 184 casi - Gruppo di Cima Dura (GHR 7) 5 casi - Gruppo Vedrette di Ries (GHR 3 6) 267 casi - Gruppo montuoso tra la Valle di Anterselva e la Val Casies (GHR 2) 314 casi - Monti in orografica sinistra della Val Casies (GHR 1) 184 casi Ulteriori 12 casi furono registrati in riserve (Vizze, Vandoies e Fundres) situate all esterno di questa area. Negli anni non sono stati registrati casi di rogna sarcoptica a nord della Rienza. A partire dall anno 2001, la malattia si è fatta nuovamente presente. Fino al 2006 si è trattato, comunque, di singoli e sporadici casi. Il numero dei casi è invece aumentato negli ultimi 3 anni: Nel 2007 sono stati registrati 19 camosci rognosi in Valle Aurina. Nel 2008 i casi sono saliti a 37, di cui 3 anche nel distretto di Vipiteno (riserve di Vizze e Prati). A partire dall anno 2009, è esploso il focolaio sul crinale montuoso in orografica destra della bassa Val di Vizze, condiviso tra le riserve di Vizze, Prati, Vipiteno e Brennero (oltre 80 casi nell anno 2009 in tale ambito). Nei primi mesi del 2010 sono 64 i casi di rogna sarcoptica accertati lungo la catena di confine. Casi rogna Anno Camoscio Stambecco giugno Totale Fig. 11: in colore azzurro i casi di rogna accertati nel periodo Con colore rosso i casi di rogna registrati lungo la catena di confine a partire dal 2001; in verde quelli dei primi 6 mesi del

14 Negli ultimi mesi del 2008 e nel 2009 sono stati abbattuti nella riserva di Predoi anche 14 capi di stambecco affetti da rogna sarcoptica. Il positivo sviluppo della piccola colonia di stambecco presente sulla zona di confine con l Austria, registrato negli ultimi anni, rischia ora di venire gravemente compromesso. Preoccupante risulta, inoltre il fatto, che i casi di rogna accertati nella riserva di Brennero raggiungono quasi il fondovalle del Fiume Isarco. È dunque presente il pericolo, che la malattia superi il fondovalle principale e si spinga in orografica destra del Fiume Isarco mettendo in grave pericolo le popolazioni di stambecco e camoscio del gruppo del Tribulaun. Fig. 12: distribuzione geografica dei casi di rogna sarcoptica lungo la cresta di confine, a partire dal In colore verde sono segnati i casi relativi allo stambecco. In colore nero, quelli relativi al camoscio, di cui in rosso quelli registrati nei primi 6 mesi del La sottostante tabella evidenzia la ripartizione per riserva ed anno dei casi registrati. Riserva giu-10 Totale Predoi S.Pietro S.Giacomo S.Giovanni Lutago 1 1 Lappago 0 Fundres 0 Prati Val di Vizze Brennero Vipiteno 9 9 Totale

15 4. INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE Tramite l esecuzione del cosiddetto test Elisa è possibile verificare se un camoscio sia venuto in contatto con gli acari che veicolano la rogna. Già in presenza di un ridotto carico parassitario, infatti, l organismo degli animali sviluppa degli anticorpi specifici. Tale indagine consente di individuare quali sono le zone dell area d indagine in cui le popolazioni di camoscio sono già venute in contatto con gli acari che causano la rogna, senza tuttavia presentare alcun segno esteriore della malattia. L indagine viene condotta esaminando dei campioni di sangue estratti dal tessuto polmonare di capi abbattuti durante la normale stagione venatoria. In figura 13 è riportata in colore giallo l area finora interessata dalla malattia e con punti rossi le località dove sono stati accertati campioni polminari positivi al test Elisa. Si può, purtroppo, riconoscere come 3 campioni si trovino in orografica destra del Fiume Isarco. Due campioni positivi sono stati inoltre raccolti nella riserva di Castelrotto, e altri tre, infine, nelle montagne tra Fundres e Rio Pusteria. Fig. 13: in colore giallo è segnata l area finora colpita dalla rogna sarcoptica; i punti rossi indicano i campioni di polmone positivi al test Elisa, raccolti nel

16 In base ai risultati ottenuti, si ritiene opportuno proseguire, nell anno 2010, la raccolta di campioni polmonari nelle riserve che confinano con la zona di espansione attuale della rogna sarcoptica. In figura 14 è indicata in colore giallo l area di campionamento prevista per l anno Fig. 14: in colore giallo l area è indicata l area di campionamento prevista per l anno

17 5. ANALISI DEL PRELIEVO VENATORIO SUL CAMOSCIO Il prelievo venatorio sul camoscio in Alto Adige nell anno 2009 è stato pari a 4479 capi. Come si può dedurre da figura 15, il prelievo su scala provinciale è sostanzialmente aumentato negli ultimi anni, malgrado l imperversare delle due epidemie di rogna sarcoptica. Ciò corrisponde ad un generale aumento delle consistenze Fig. 15: andamento del prelievo venatorio sul camoscio in Alto Adige La sottostante figura mostra la distribuzione del prelievo provinciale nell anno 2009 tra le grandi unità montuose. Abb. 16: distribuzione del prelievo venatorio dell anno 2009 sul camoscio tra le grandi unità montuose della provincia. L areale di presenza del camoscio è segnato in colore rosa. 17

18 Dalla distribuzione geografica dell entità del prelievo sul camoscio dell anno 2009 nelle singole grandi unità montuose della provincia (fig. 16), emerge il seguente quadro: - Nei gruppi montuosi della porzione nord-orientale della provincia (a nord della Rienza, da Passo Brennero fino a Versciaco) viene realizzato circa metà dell intero prelievo su scala provinciale. Sono dunque presenti in tale settore i popolamenti più consistenti, sebbene due decenni or sono la rogna sarcoptica abbia causato ingenti perdite. - Il prelievo nella zona dolomitica (dunque a sud della Rienza) è invece fortemente diminuito a causa dell epidemia di rogna sarcoptica attualmente in corso. - Nella parte più meridionale della provincia, sia in orografica destra, sia in orografica sinistra della valle del Fiume Adige, malgrado lo sviluppo altitudinale inferiore rispetto alle altre zone della provincia, ha luogo un prelievo di camoscio di entità ragguardevole. - Nelle Alpi Sarentinesi, si registra anche un graduale aumento delle consistenze, che hanno permesso il raggiungimento di una quota di prelievo che supera i 500 capi all anno. - Nelle Alpi di Stubai e dell Ötztal, quindi nell ambito territoriale compreso tra Passo Brennero e Passo Resia, la densità delle popolazioni di camoscio è, considerato gli estesi ambienti d alta montagna presenti in tale zona, inferiore rispetto al territorio posto ad est del Brennero. Occorre tuttavia considerare che, oltre al camoscio, è presente nello stesso habitat anche lo stambecco con le tre consistenti colonie Tribulaun, Tessa e Palla Bianca. - La zona del gruppo Sesvenna presenta una bassa densità di popolazione del camoscio; anche il prelievo attuato è basso. - Buone consistenze sono, infine, presenti della zona Val d ultimo Gruppo delle Maddalene, nella quale viene realizzato negli ultimi anni un prelievo sul camoscio che supera i 300 capi all anno. Andamento del prelievo nei gruppi montuosi della parte orientale della provincia La parte orientale della provincia è il settore, nel quale negli ultimi decenni si sono affermate le popolazioni di camoscio di maggiore consistenza. Questo settore è, tuttavia, anche quello in cui si è registrata la prima epidemia di rogna sarcoptica e dove, anche attualmente, imperversa tale malattia. Risulta dunque interessante analizzare l andamento degli ultimi anni del prelievo nei gruppi montuosi della parte nord-orientale della provincia. Da tale andamento possono risultare delle indicazioni, che possono essere utili per rispondere ad alcuni quesiti di gestione venatoria: La gestione venatoria praticata in concomitanza alla presenza della rogna sarcoptica ( ) è stata adeguata? Di quanto tempo hanno avuto bisogno le popolazioni di camoscio per riprendersi? Quali pericoli sono presenti per la zona attualmente colpita dalla rogna? Dove sono ora presenti le popolazioni di maggiore consistenza? Si deve temere per esse il pericolo dell arrivo di un epidemia di rogna sarcoptica? Devono essere ridotte in alcune zone le consistenze? 18

19 Di seguito vengono presentati i dati raccolti. Dolomiti orientali Nella parte orientale delle Dolomiti altoatesine, la rogna sarcoptica ha causato negli ultimi anni perdite assai ingenti: nel periodo sono stati registrati in questa zona più di 1000 casi di camosci affetti da rogna. L analisi dei dati si riferisce alle riserve situate a sud della Rienza, da Sesto verso ovest, fino a raggiungere il torrente Gadera (Abb. 17). Tale zona comprende i comprensori di tutela del camoscio 15,16,17,18,19,20 e 21. Il prelievo annuo risultava essere, prima dell arrivo della rogna sarcoptica (fino al 1995), di circa 770 capi (vedi fig. 18). Nei primi anni di presenza della malattia il prelievo è stato aumentato e ha raggiunto i 900 capi. Con l imperversare della malattia le consistenze dei popolamenti si sono progressivamente ridotte e l utilizzo venatorio è velocemente diminuito fino al valore minimo, registrato nel 2008, di circa 120 capi. L anno 2009 ha fatto registrare un primo trend positivo, con un segnale di ripresa per le possibilità di gestione 300 venatoria della specie Fig.17: La zona delle Dolomiti orientali è evidenziata con un cerchio rosso Fig. 18: andamento del prelievo nelle Dolomiti orientali Dolomiti tra Torrente Gadera e Rio Gardena L area dolomitica compresa tra il Torrente Gadera e il Rio Gardena (vedi fig. 19), cioè l area relativa ai gruppi montuosi Puez-Odle e Plose (comprensori 22 e 23), comprensivi delle loro propaggini occidentali fino al Fiume Isarco, è la zona maggiormente interessata dalla rogna sarcoptica negli ultimi 3 anni. Il prelievo annuo risultava essere, prima dell arrivo della della rogna sarcoptica (fino al 2004), di circa Nei primi anni di presenza della malattia, tra il 2005 e il 2007, il prelievo è stato aumentato, fino a raggiungere i 750 capi. Fig.19: La zona delle Dolomiti tra Torrente Gadera e Rio Gardena è evidenziata con un cerchio rosso. 19

20 1000 Negli ultimi 2 anni, gli abbattimenti sono notevolmente diminuiti, contestualmente al crollo delle consistenze. Tale trend negativo proseguirà presumibilmente anche nei prossimi anni Abb. 20: andamento del prelievo nelle Dolomiti tra Torrente Gadera e Rio Gardena Settore nord-orientale L analisi dell andamento del prelievo nella zona colpita dalla rogna negli anni 80, cioè la porzione nord-orientale della provincia, è di particolare interesse. Tale zona è situata a nord della Rienza e compresa tra Versciaco e il Fiume Aurino. Essa comprende i comprensori 1,2,3,4,5,6 e 7 ed ha subito le maggiori perdite a causa della rogna (770 casi accertati) nel periodo A fine anni 70 il prelievo è stato incrementato, in concomitanza dell arrivo della malattia. Negli anni 80, a causa dell imperversare della malattia, le consistenze si sono progressivamente ridotte e l utilizzo venatorio è diminuito fino al valore di circa 220 capi. Fig. 21: il settore nordorientale è evidenziato con un cerchio rosso. Dal 1989 i dati di prelievo segnano, invece, un costante trend positivo. Nell anno 2009 il prelievo sul camoscio attuato in tale zona ha superato i 700 capi, mostrando, quindi dopo 20 anni, una completa ripresa o addirittura un miglioramento delle consistenze Fig.22: andamento del prelievo nel settore nord-orientale della provincia

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