Inserimento lavorativo delle fasce deboli: esperienze regionali

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1 Forum70gen :49 Pagina 9 Inserimento lavorativo delle fasce deboli: esperienze regionali A cura di Paola Mainini e Matteo Pasetti Agenzia Liguria Lavoro Clara Rela: le tappe dell inserimento lavorativo al SIL di Chiavari La Asl opera nell assistenza dell inserimento lavorativo dei disabili dal 1978, il SIL Servizio Inserimento Lavorativo ha inserito persone in situazione di particolare debolezza. Il nostro servizio di inserimento lavorativo è formato da operatori che utilizzano l integrazione come una valida pratica per ricoprire ruoli sociali attivi. Si è passati dall operatore unico al gruppo di lavoro, da una funzione di cura ad una dove il cliente/utente viene considerato una persona con capacità residue da sfruttare per l inserimento nel mondo del lavoro. La multidisciplinarietà del gruppo di lavoro diventa una ricchezza ed uno strumento utile per affrontare le diverse situazioni da differenti punti di vista. La formazione in situazione, i percorsi progressivi, le esperienze graduali in base alle abilità residue della persona permettono l esperienza del tirocinio o, nei casi più difficili, dell inserimento socio assistenziale che permette almeno di mantenere le abilità maturate. Insegnare a lavorare tramite il tutor aziendale e il supporto del servizio. Dall osservazione e valutazione della persona si arriva o all assunzione o alla gratificazione del lavoro. La presa in carico del SIL avviene tramite presentazione dei casi da parte dei servizi sociali. Viene elaborato, tramite un lavoro di rete con i Comuni e i distretti sociali del territorio, un progetto individualizzato che permette l inserimento. Si arriva quindi alla stipula con la Provincia della Convenzione per l avvio al lavoro. Sarebbe utile una collaborazione con gli Enti di F.P. per seguire i ragazzi dell ultimo anno di corso in previsione di un collocamento lavorativo alla fine del corso. Buoni risultati sono stati ottenuti dal progetto A.L.A.D.I.N.O. Il Progetto A.L.A.D.I.N.O. (autorealizzazione lavorativa disabili nucleo di osservazione) L obiettivo è quello di diversificare i percorsi riabilitativi creandone di più appropriati e vicini ai bisogni delle persone, mantenendo le autonomie personali e relazionali acquisite favorendone di nuove, creando una nuova opportunità, sul versante socio riabilitativo, nel nostro territorio che per i disabili adulti vede solamente centri diurni o l inserimento direttamente in azienda. La presa in carico è costituita da diverse fasi: presentazione della situazione al SIL da parte del servizio dell infanzia valutazione (assessment) osservazione in situazione (8-10 incontri) definizione del progetto individualizzato e condivisione con la persona e la sua famiglia monitoraggio dell inserimentoeventuali integrazioni con altri progetti (centri diurni, volontariato, affidi educativi) l osservazione continua consente di integrare il progetto individualizzato con interventi più protetti di riabilitazione, con frequenze mirate presso i centri diurni, interventi di affidi educativi su obiettivi specifici, quali ad es. le autonomie per i mezzi pubblici. Amalia Savasta: due progetti della Regione attuati dalle Province Sono due i progetti regionali promossi dalla Regione e attuati dalle Province con l assistenza di Agenzia Liguria Lavoro. Il primo progetto Sostegno disabili occupati è iniziato nel 2007 e terminerà a dicembre del Il principio su cui si basa è che ad un buon inserimento deve seguire un buon monitoraggio per vigilare che non sorgano mai complicazioni per l azienda che ha inserito la persona. Vengono sperimentati modelli e azioni che diventano, a 9

2 Forum70gen :49 Pagina 10 sistema, strumenti e metodologie di prassi. Altra caratteristica è il principio di sussidiarietà orizzontale intesa come lavoro di rete tra agenzie che si occupano del lavoro e i Servizi. Il progetto procede con la segnalazione del disabile o dell azienda per l inserimento. Gli esiti sono stati molto positivi, al 31 marzo sono circa 70 i casi che si sono risolti positivamente. Le azioni di inserimento devono essere rapide: in nove mesi, di solito, si lavora per risolvere la situazione di crisi ed evitare una ricollocazione ma, se si deve procedere in questo senso, si passa alla ricerca attiva di un nuovo lavoro oppure alla ricollocazione con l accompagnamento degli operatori. Si tratta di un azione di sistema con mantenimento mirato alla persona. Al 31 marzo 2008 le situazioni di ricollocazione che si sono presentate non sono semplici, la maggior parte dell utenza è costituita da persone di una certa età: 40 e più anni che sanno svolgere solo mansioni semplici. Ci sono poi problemi relazionali tra l azienda e il lavoratore che spesso si risolvono con colloqui con gli operatori. Il secondo progetto, appena avviato, ad ottobre novembre prevede la sperimentazione di nuovi modelli di integrazione lavorativa. Si basa sul lavoro in rete e l intervento è rivolto a persone molto problematiche per età e per genere quindi con caratteristiche che creano ulteriori difficoltà per l accesso al mondo del lavoro. Si tratta di provare a lavorare sulle persone in un contesto lavorativo vero, potenziare le capacità della persona offrendo un inserimento nella cooperazione, ma badando sempre alla centralità della persona e non solo all esigenza della cooperativa. Il progetto nasce da un modello sperimentale della Provincia di Genova con il Consorzio di cooperative Tassano. Il percorso non è lungo la durata è di circa 15 mesi, con una prima fase di osservazione a cui segue un tirocinio formativo e la presa in carico della persona con assunzione nella cooperativa o in azienda esterna, tramite borsa lavoro di tipo socio assistenziale. È importante il tavolo interistituzionale con i servizi socio sanitari per regolare i passaggi nelle singole fasi. Le situazioni non sono mai definitive: da borsa lavoro si passa a lavoro, magari in un secondo tempo, sempre monitorando che non esistano situazioni cristallizzate definitive. Angelo Bodra: le cooperative sociali offrono servizi di qualità radicati sul territorio Le cooperative sociali di tipo B sono un valido strumento per l inserimento lavorativo della fasce deboli. Il Consorzio Progetto Liguria Lavoro è attivo dal 1994, conta 22 cooperative, presenti su tutto il territorio regionale, nelle quali operano 1540 lavoratori tra soci e dipendenti, di cui 635 appartenenti alle fasce deboli del mercato del lavoro. Quindici anni fa, il rapporto con la Pubblica Amministrazione ha rappresentato una leva di sviluppo per le cooperative e ha permesso di creare buoni progetti; negli ultimi anni, a fronte di esperienze ormai ben strutturate e mature e sevizi efficienti, la P.A. tende sempre più a considerare le cooperative non strumento di inserimento ma soggetto che deve competere sul mercato, per cui, mentre si sono acquisite grosse fette di mercato privato, con il settore pubblico lavorare diventa sempre più difficile, benché le leggi a sostegno della cooperazione esistano e la UE abbia dato indicazioni di rafforzamento in questa direzione. Per cui, oggi, si cerca di mantenere quanto acquisito ma si sta sperimentando poco di nuovo. Le prassi di lavoro e i linguaggi sono maturati, ma la disattenzione politica ostacola; al punto che le cooperative servono solo per salvare situazioni critiche del mercato del lavoro non necessariamente delle fasce deboli. foto in alto: gli intervenuti 10

3 Forum70gen :49 Pagina 11 Va comunque tenuto conto che le cooperative sociali sono ben strutturate sul territorio con servizi di qualità e in grado di coordinarsi con la parte tecnica dei settori di inserimento lavorativo degli enti. Questa grande risorsa nata dal tessuto sociale della regione andrebbe meglio sviluppata per mantenere almeno ciò che abbiamo e non disperderlo. Chiara Franciosi: un protocollo d intesa fra tutti gli attori del territorio È stato firmato un protocollo d intesa interassessorati tra Politiche Sociali, Pari Opportunità e Formazione e il territorio inteso come distretto, aziende e cooperative sociali a cui ha aderito anche Confindustria. Si lavora sull Asse 3 Inclusione sociale in cui rientrano tutte le fasce deboli: dalle donne agli extracomunitari, ai disabili, per valutare azioni concrete che possano rientrare nella programmazione. Il protocollo prevede l avvio di tavoli di lavoro a cui far seguire tavoli tematici sui bisogni formativi dell utenza e sui dispositivi per l inserimento lavorativo. Perché spesso l operatore non riesce ad avere la visione complessiva degli aspetti terapeutici e di quelli di integrazione che portano all inclusione sociale produttiva. Gli operatori devono lavorare in modo coordinato per meglio capire la complessità delle aspettative: dell utente, della famiglia, ma anche dell operatore stesso. È necessario poi non creare aspettative che il Servizio non riesce ad affrontare. Un altro tavolo tematico riguarda i criteri progettuali legati alla realtà dell inserimento e non solo della terapeuticità. Lidia Prato: i servizi della Provincia di Genova e gli effetti della legge 68/99 In questo intervento intendo dare una panoramica di ciò che esiste nel campo dell inserimento lavorativo e fornire una sintesi dell esperienza di dieci anni di applicazione della legge 68. L ufficio preposto all inserimento e in cui opero è l Ufficio Inclusione e collocamento Disabili Area Politiche del Lavoro e gestione L. 68/99. La Provincia si occupa di inserimento dalla fine degli anni 90 e si è mossa in due direzioni: costruire servizi alla persona che mancavano completamente e nello stesso tempo rivalutare ciò che già esisteva, realizzando convenzioni con i soggetti preesistenti per riconoscerne il ruolo come risorsa e ricchezza. I servizi nuovi che non esistevano prima sono quelli per la disabilità: mondo molto variegato che va dal ritardo mentale alle ridotte capacità per malattia. Esistevano in precedenza solo servizi per target specifici come psichiatria, dipendenza, sindrome di Down e altre patologie ben conosciute. I servizi avviati dalla Provincia hanno aperto a tutte le tipologie. Si sono avviati servizi di orientamento specialistici per aiutare le persone a costruire un progetto personale di avvicinamento al lavoro, si è lavorato con la Formazione Professionale per studiare percorsi di formazione e inserimento che hanno previsto sempre anche l eventualità di un rinvio al Servizio di cura quando la persona non si dimostrava ancora pronta per un inserimento, sempre nell ottica di aiuto a decifrare il bisogno e a riorientare. Altro Servizio importante è la mediazione al lavoro che prevede tutta una serie di azioni che vanno dalla mediazione vera e propria fino al servizio di match con le aziende. Ma sono previste anche visite alle aziende, da parte degli operatori per approfondirne le dinamiche. Una foto in alto: un momento dell incontro 11

4 Forum70gen :49 Pagina 12 volta che si è valutata l azienda e conosciute le persone, il Servizio di orientamento e quello di Mediazione procedono al Match. Dove la mediazione è rivolta a persone con maggiori difficoltà si fornisce all azienda un solo nominativo e non una rosa di nomi e si procede all avvio di un tirocinio. Uno strumento valido che ci ha permesso di operare proficuamente è stato quello della convenzione; attualmente sono sei: con la ASL 3 Centro Studi, la ASL 4 e l Ucil del Comune di Genova, tre sono attuate con il privato sociale e sono: Consorzio Tassano rafforzata dal progetto Nuovi Modelli che ha esteso il campo di azione anche su Genova Ceis e Cepim. Grazie al progetto Nuovi modelli l anno scorso le assunzioni sono state 22 e lo stesso numero di assunzioni sono state attuate anche dal Centro Studi. La legge 68 tra luci e ombre La legge 68 funziona dal 1999, con luci ed ombre, rispetto alla normativa precedente è cresciuto notevolmente il numero di inserimenti: gli ultimi avviamenti della Provincia di Genova in base alla precedente legge erano 50, di cui la metà tornava indietro, con la nuova legge si arriva circa a 700 avviamenti stabili, le persone inserite reggono nel loro ruolo perché, grazie alla 68, gli inserimenti sono mirati e non meccanici come in precedenza. Altro passo importante della 68 è la creazione di tutta una serie di servizi alla persona che non esistevano prima. Per quanto riguarda le imprese, possiamo affermare che quasi tutte, circa il 95% tra pubbliche e private sono in regola con gli strumenti previsti dalla legge; c è stato sicuramente un buon lavoro di pressing, ma anche bisogna sottolineare che la risposta dipende soprattutto dal fatto che il disabile, se indirizzato al lavoro giusto, diventa una risorsa anche per l azienda. Le ombre ci sono: a Genova, ad esempio, c è grande sproporzione tra domanda e offerta di lavoro. Si sono pianificate per ora 650 assunzioni a fronte però di 1200 nuove iscrizioni ogni anno. Quindi oggi nonostante, la legge abbia ben funzionato sta diventando insufficiente. L esonero dall obbligo di legge viene concesso a non più di 30 aziende ogni anno, ma sempre per motivi validi che rendono impossibile l assunzione di un disabile. C è poi il problema delle aziende in crisi che ottengono la sospensione per l assunzione. Le persone più deboli hanno grosse difficoltà ad andare a lavorare, la collocazione è difficilissima anche perché spesso le problematiche si sommano (disabilità, età, dipendenze ecc.). I più deboli sono tanti e aumentano più il contesto di lavoro si fa difficile; inoltre mancano completamnente gli ammortizzatori sociali, non si può pensare che chi non lavora più possa vivere con 240 euro al mese. Inoltre chi cerca lavoro necessita spesso di periodi di cura anche lunghi e in quel periodo come vive? La legge regionale 30/2008 prevede incentivi alle aziende che assumono, buoni anche i risultati dati dalla cooperazione sociale che finora non ha operato molto sulla disabilità, ma l esperienza con il Tassano ha prodotto azioni molto positive dopo il rafforzamento della persona. Per ottenere risultati positivi bisogna continuare sulla linea della stabilizzazione. Carmen Tanasi: il ruolo della Regione La Regione Liguria ha strutture che si occupano di lavoro, inserimento lavorativo, ma anche di svantaggio con la Sanità e i Servizi sociali. Le tematiche della disabilità vanno però affrontate in modo non settoriale ma multidisciplinare. La Regione fa le leggi, ma anche le promuove, le valuta e le monitora. La L. 68 ha dato esiti positivi, la legge regionale 30/2008 è legge quadro che riprende tutte le competenze del lavoro. Anche il tema della disabilità, nella nuova foto in alto: la platea 12

5 Forum70gen :50 Pagina 13 legge è affrontato in modo trasversale e prevede, rispetto alla 68, premialità ulteriori per i datori di lavoro. La legge 68 prevede l esonero dal pagamento dei contributi per le fasce deboli, ma questo meccanismo si è dimostrato farraginoso per cui, da quest anno, i datori di lavoro che assumono disabili ricevono direttamente l ammontare dei contributi. In Liguria, le aziende assumono e quindi le sanzioni amministrative all azienda per mancata assunzione sono pochissime. Il contributo esonerativo passa quest anno da 12 a 30 euro e viene depositato nel fondo regionale che finanzia servizi e progetti per l inserimento delle fasce deboli. Compito della Regione è tenere in contatto le Province e favorire lo scambio tra gli operatori, inoltre la Regione ha predisposto indirizzi operativi per i servizi dedicati ai disabili che avranno sempre più caratteristiche comuni. Il seminario Esperienze regionali di inserimento lavorativo delle fasce deboli A cura di Agenzia Liguria Lavoro, ASL liguri, C.F.P. Hanno partecipato Clara Rela, ASL 4 Chiavari Amalia Savasta, Agenzia Liguria Lavoro Angelo Bodra, Consorzio Progetto Liguria Lavoro Chiara Franciosi, Provincia della Spezia Lidia Prato, Provincia di Genova Carmen Tanasi, Regione Liguria foto in alto: Roberto Grottin e Gianrenato De Gaetani 13

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