Sintesi del testo a cura di Maria Letizia Bosoni
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- Costanza Spinelli
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1 Maria Letizia Bosoni, Conciliare Paternità e Lavoro. Vita e Pensiero 2013 Sintesi del testo a cura di Maria Letizia Bosoni Introduzione Questo testo rappresenta la conclusione di un percorso di studio, ricerca e crescita personale (come donna, figlia, compagna e futura chissà madre) durato tre anni entro il quale ho avuto la fortuna di raccogliere le testimonianze di un gruppo di padri italiani circa la loro esperienza genitoriale. Questa ricerca affronta un tema caldo in un contesto sociale attraversato da importanti trasformazioni: la gestione del doppio ruolo, non soltanto per le donne ma anche per gli uomini. Uno dei grandi temi di riflessione nella società contemporanea riguarda infatti il complesso processo di ricomposizione dei ruoli e dell identità: oggi occorre essere al contempo un buon figlio, un buon partner, un buon genitore, un buon lavoratore. Tuttavia, far convivere in modo armonioso i differenti ruoli non è sempre così facile. L obiettivo di questo testo è quello di ripensare il tema della conciliazione, a lungo considerato soltanto femminile, anche dal punto di vista maschile. I nuovi padri : gli studi in ambito internazionale Studi e ricerche nel contesto internazionale mettono in luce come la paternità abbia subito, e stia subendo, un processo di rinnovamento: gli uomini appaiono più coinvolti nella cura e nell educazione dei figli (aspetto che da sempre ha caratterizzato l identità femminile) e più inclini alla manifestazione pubblica dell affettività. Si tratta di un cambiamento sia nell esperienza concreta sia nel significato associato alla paternità. In primo luogo, emerge da tali ricerche un immagine di padre amorevole (loving) e dolce (tender), in opposizione all ideale tradizionale (severo e poco avvezzo all espressione dell affettività). Tina Miller 1 evidenzia che le aspettative connesse alla paternità mettono in luce la volontà di essere attivamente presenti: i padri ancora prima della nascita identificano se stessi come un genitore attento, premuroso, coinvolto nella cura e utilizzano termini come involved father e good father per definire se stessi. L identità maschile rimane però ancora fortemente associata all idea del breadwinner, ovvero l uomo che si occupa del sostegno economico della famiglia attraverso il lavoro extradomestico, per cui accanto al desiderio di essere un buon padre e un padre coinvolto nella cura dei figli, vi è anche il desiderio di essere un buon provider economico. Secondo Esther Dermott 2, la distinzione dei due elementi (padre breadwinner e padre coinvolto nella cura) come opposti è prodotta dal nostro istinto a dicotomizzare la realtà ed associare gli elementi a categorie opposte, in realtà i due elementi possono anche coesistere. L Autrice descrive la paternità attraverso il concetto di intimate fatherhood dove l idea di intimità rimanda ad una relazione personale e particolare, caratterizzata da presenza (being there), vicinanza (closeness), espressione delle emozioni (ex pressing emotions), reciprocità 3 (reciprocity), relazione diadica 4 (dyadic-one to one relationship). Fondamentale, nella definizione identitaria dei padri, è anche la relazione tra paternità e maternità: l identità maschile si forma a partire da un immaginario di idee e rappresentazioni che derivano sia da una eredità intergenerazionale sia dalle relazioni attuali, in primis la relazione con la partner. 1 T. Miller, Making Sense of Fatherhood, CambridgeUniversity Press, Cambridge E. Dermott, Intimate Fatherhood, Routledge, Londra Caratteristica attribuita alla relazione padre-figlio in cui entrambi danno e ricevono qualcosa dalla relazione: il coinvolgimento paterno è positivo per la crescita del bambino e allo stesso tempo anche la relazione genitoriale/paterna è benefica per il padre. 4 La relazione con il figlio è vista come diadica, esclusiva e one-to-one. 1
2 Tale tendenza ad avvicinare la paternità alla maternità (da alcuni autori indicata come omogeneizzazione o de-differenziazione dei ruoli genitoriali) non produce in realtà un appiattimento delle differenze, che anzi vengono valorizzate 5. La paternità si declina, inoltre, entro il confronto con la precedente generazione. Questo confronto con il proprio padre prende spesso la forma di una presa di distanza («io sono diverso da mio padre») in quanto il modello tradizionale, pur fungendo ancora da riferimento interiorizzato, non è più applicabile nella società attuale 6. La riflessione sulla paternità in Italia L interesse per la paternità è presente anche nel contesto italiano, benché meno diffuse rispetto al contesto internazionale siano le ricerche empiriche. La riflessione sul processo di rinnovamento della paternità nel contesto italiano deve innanzitutto partire da una constatazione: l Italia è caratterizzata da una forte persistenza del modello male breadwinner e la differenza tra uomini e donne rispetto all ingaggio nella cura e nel lavoro è ancora abbastanza marcata 7. Sebbene siano pochi gli studi sul ruolo del padre cui far riferimento nel nostro paese, essi indicano alcuni elementi fondamentali per definire la paternità in Italia: - il processo di trasformazione della paternità e della maternità segue strade differenti: il mutamento dei padri è infatti decisamente più lento rispetto a quello che ha interessato le madri; - vi è una tensione tra modernità e tradizione in quanto nell epoca contemporanea i padri mostrano ancora alcune caratteristiche tipiche dell immagine paterna tradizionale. La paternità viene, quindi, espressa in diversi modi ed è difficile identificare un unico modello di riferimento 8. La ricerca: storie di ordinaria paternità La ricerca empirica descritta in questo testo, condotta nel contesto italiano, è volta a comprendere la complessa relazione tra la maschilità (identità maschile), il ruolo paterno ed il lavoro. La riflessione sul ruolo genitoriale non può, infatti, prescindere dal considerare la relazione con il lavoro, che rappresenta per l uomo una dimensione centrale dell identità. La ricerca empirica ha quindi l obiettivo di studiare come la paternità viene vissuta in relazione al ruolo professionale, ovvero detto in altri termini di studiare la conciliazione famiglia-lavoro dal punto di vista degli uomini. Il fronte lavorativo viene indagato da una prospettiva specifica e particolare, ovvero quello aziendale. L ipotesi sottesa a tale ricerca riguarda la centralità dell azienda nella questione della conciliazione: il ruolo paterno è fortemente influenzato anche (ma non solo) da come esso viene riconosciuto sul posto di lavoro. Vi è quindi un duplice scopo: - da una parte, studiare il contesto lavorativo, quale interlocutore privilegiato dei padri nelle loro scelte conciliative, - dall altra, raccogliere le esperienze dei padri, in relazione con il lavoro. In ciascuna realtà sono stati intervistati un certo numero di manager e responsabili della gestione delle risorse umane ed un campione di dipendenti padri, con almeno un figlio tra 0 3 anni. Attraverso una metodologia prevalentemente qualitativa sono stati realizzati tre studi di caso in tre differenti contesti aziendali, eterogenei per dimensioni, tipo di settore, collocazione territoriale. Entro ciascuna di queste tre aziende sono stati intervistati manager e dipendenti (padri). Complessivamente, sono state intervistate 45 persone in prevalenza uomini, con alcune donne in ruoli manageriali o di responsabilità, così ripartiti: 5 A.Doucet, Do men mother? Fathering, care and domestic responsibility, University of Toronto Press, Toronto M. Finn K. Henwood, Exploring masculinities within men s identificatory imaginings of first time fatherhood, in «British Journal of Social Psychology», 48, 3 (2003), pp Eurostat, Europe in figures. Eurostat Yearbook, Bruxelles 2012; Istat, La divisione dei ruoli nelle coppie, Roma 2010; Istat, La conciliazione tra lavoro e famiglia, Roma A. L. Zanatta, Nuove madri e nuovi padri, Il Mulino, Bologna
3 - 6 manager, maschi e femmine, rispetto alle strategie/policy aziendali di conciliazione; -7 capi con funzione di gestione del personale, maschi e femmine, rispetto all organizzazione del lavoro; - 32 padri occupati che risiedono a Milano e provincia, Modena, Torino e Bolzano, rispetto alla loro esperienza come padre e alla relazione con il lavoro. I padri intervistati hanno un età compresa tra 27 e 46 anni, con una situazione familiare eterogenea (alcuni sono sposati, altri conviventi e in misura minore separati) e con diverse esperienze di paternità (alcuni sono alla prima paternità, altri hanno due o più figli), tutti hanno al momento della ricerca almeno un figlio piccolo tra 0 e 3 anni. Le interviste con i padri lavoratori hanno consentito di raccogliere spaccati di vita quotidiana di padri con differenti esperienze professionali e familiari. Emerge un quadro complesso ed estremamente variegato, entro cui è stato tuttavia possibile rintracciare alcune caratteristiche della paternità contemporanea. In sintesi i principali risultati della ricerca: 1. La condivisione della genitorialità (co-genitorialità) e della conciliazione La genitorialità rappresenta per gran parte degli intervistati il momento in cui la famiglia raggiunge il suo pieno compimento. Entrambi i genitori sono equamente investiti del compito genitoriale, da gestirsi in relazione con l attività professionale: la conciliazione famiglia-lavoro riguarda, quindi, anche i padri. Il legame tra madre e bambino è, però, connotato (nell immaginario maschile) da una unicità peculiare: la figura materna è, secondo la visione paterna, indispensabile e insostituibile, soprattutto nei primi anni di vita del bambino 9. La peculiarità del rapporto madre-bambino è giustificata, dai padri, da un bisogno specifico del bambino che in particolari momenti, tipicamente durante le malattie, chiede espressamente la presenza materna rifiutando quella paterna. Così, nell immaginario dei padri il legame tra madre-bambino è un fatto biologico, il legame con il padre si sviluppa invece successivamente, con il passare del tempo, con la crescita ed è frutto di un apprendimento dall esperienza 10. La paternità rappresenta sempre un esperienza dirompente, che presenta aspetti di novità anche per chi l ha già vissuta, l organizzazione dei tempi e degli spazi personali, di coppia e professionali deve essere repentinamente ripensata. Quali conseguenze porta la paternità sulla dimensione sociale e professionale dei genitori? Innanzitutto occorre dire che la paternità produce dei cambiamenti rilevanti sulla vita sociale e di coppia, in misura decisamente minore sul lavoro (per i padri). Con l arrivo dei figli la vita personale e sociale cambia radicalmente: il tema della fatica e le difficoltà organizzative irrompono sulla scena, le giornate diventano bambino-centriche espressione utilizzata dagli intervistati e la gestione delle necessità infantili diventa prioritaria su ogni altra dimensione. Emerge in alcuni casi un immagine di famiglia totalmente focalizzata sul compito genitoriale, dove per mancanza di tempo e di aiuti esterni, i genitori devono sacrificare le loro esigenze per dedicarsi totalmente alla cura. L impatto sul lavoro seppur presente, è ammortizzato dalla possibilità di utilizzare gli strumenti messi a disposizione dall azienda. 2. Le risorse per la conciliazione Le misure e strategie di conciliazione adottate dai padri sono molteplici e chiamano in gioco differenti attori sociali (datore di lavoro, ente pubblico, reti primarie): 9 L allattamento al seno è spesso utilizzato dai padri per giustificare questo legame simbiotico con la madre: il bambino dipende dalla madre per la nutrizione, soprattutto nei primi momenti, questo fa sì che il padre viva questi primi istanti come una esperienza a cui egli può partecipare solo come spettatore. 10 I padri specie alla prima esperienza di genitorialità sperimentano la mancanza di una competenza specifica nell essere padre ( nessuno ti insegna come fare il padre è un espressione ricorrente nei racconti) e ciò fa sì che l evento della prima nascita sia vissuto con una grande attenzione. 3
4 - il congedo parentale (utilizzato dal padre) consente, secondo quanti ne hanno usufruito 11, di instaurare un rapporto affettivo più intenso con il bambino, nelle sue prime fasi di vita e, in generale, di partecipare maggiormente alla vita familiare; - la flessibilità dell orario consente, compatibilmente con il tipo di lavoro e prevalentemente per chi ha un attività d ufficio, di articolare la giornata in modo funzionale alle esigenze familiari; - per tutti coloro che invece lavorano su turni, è possibile organizzare gli impegni familiari in base alla turnazione, in alcuni casi i padri optano per un turno notturno o serale, che gli consente seppur con un po di fatica di occuparsi della gestione domestica e familiare durante la giornata 12 ; - il ricorso al lavoro part-time consente di ridurre il tempo lavorativo in modo tale da agevolare la gestione dei tempi, senza dimezzare drasticamente le entrate familiari; - il nido aziendale appare una buona risorsa per quanti lavorano e vivono nello stesso territorio, le strutture aziendali per minori offrono in genere un servizio educativo di qualità (in quanto legato alla Reputazione dell azienda stessa), maggiore flessibilità negli orari del nido e costi ridotti rispetto sia alle strutture private sia pubbliche. Buona parte degli intervistati può contare sull aiuto dei nonni, una risorsa da tutti indicata come essenziale e centrale nella possibilità di conciliare la gestione dei figli con il lavoro e tipica del contesto sociale italiano: i nonni offrono una risposta immediata alle esigenze genitoriali, specie nella gestione degli imprevisti (es. malattia del bambino), assolvendo ad una funzione cuscinetto e di compensazione 13 rispetto alla carenza di iniziative sociali a sostegno della famiglia. La risorsa-nonni, tuttavia, non è sempre o immediatamente disponibile, è pertanto una risorsa scarsa, o perché i nonni stessi lavorano, o perché vivono lontano, o perché anziani ed anch essi bisognosi di cure: in questi casi la seconda fonte di aiuto sono quindi persone a pagamento (collaboratori domestici, baby sitter). Occasionalmente si ricorre ad aiuti gratuiti da parte di amici o vicini di casa per tamponare le emergenze. Un ruolo importante nelle strategie di conciliazione è ricoperto dell azienda presso cui i genitori lavorano: il lavoro presso un ente pubblico, in particolare, viene identificato come un elemento che facilita l organizzazione dei tempi e la conciliazione, attraverso aspettative retribuite più lunghe e maggiore accesso al lavoro part-time. 3. La relazione (e differenza) con la figura materna Il ruolo paterno è sempre definito in relazione con quello materno, e per differenza da esso. Gli elementi di diversità sono legati soprattutto ad alcuni compiti specifici, quali le cure fisiche (l allattamento, la vestizione) e gli aspetti emotivi, che sono di competenza materna, mentre tutto ciò che attiene agli aspetti ludici o di gestione dello spazio (spostare, aggiustare, portare) riguarda prevalentemente il padre. La madre, rappresenta di fatto il care giver principale, in virtù di una peculiarità biologica e di un legame privilegiato. Essa svolge, secondo i padri, alcune funzioni insostituibili, tra cui l allattamento, e il ruolo materno influenza, di fatto, l ingaggio dei padri con il bambino (è il concetto del maternal gatekeeper, già noto in letteratura). Benché gli strumenti e le misure di conciliazione si rivolgano indistintamente sia ai padri che alle madri, sembra tuttavia che siano le madri ad usufruirne in modo prevalente. 4. La differenza generazionale Il ruolo paterno si distingue anche da quello sperimentato con i propri genitori, soprattutto per il legame emotivo-affettivo con il bambino, che si esprime nelle attività di gioco, principalmente, ma anche nelle cure fisiologiche e nell accudimento. Il confronto con la 11 In totale 9 padri tra gli intervistati si sono avvalsi di alcuni mesi di congedo parentale. 12 In questi casi, spesso l organizzazione dei tempi vede un alternanza dei genitori, mentre uno dei due è al lavoro, l altro si occupa dei figli, per poi scambiarsi. Questa situazione, che in parte consente ai genitori di rispondere al loro compito senza richiedere aiuti esterni (i nonni ad esempio), dall altra sembra minare l unità familiare, si perdono i momenti di ritrovo ed il rischio insito in tale modello organizzativo è il progressivo isolamento del nucleo familiare che si ritrova ad essere completamente focalizzato sulla cura e/o sul lavoro. 13 E. Carrà Mittini (a cura di), Una famiglia, tre famiglia. Le famiglie giovani nella trama delle generazioni, Unicopli, Milano
5 generazione precedente fa emergere, però, anche un immagine di padre inserito in un contesto in forte trasformazione: le differenze che i padri di oggi vedono rispetto alla propria famiglia d origine sono lette alla luce del cambiamento sociale e della conseguente trasformazione del ruolo genitoriale (paterno in questo caso). Gli intervistati si riferiscono quindi all immagine paterna tradizionale come una figura autoritaria da cui prendono le distanze; la consapevolezza di tale differenza generazionale non si traduce, tuttavia, in un giudizio di valore sulla capacità di essere o meno un buon padre. 5. Il significato della conciliazione famiglia-lavoro: separazione vs. integrazione Attraverso l utilizzo di strumenti visivi è stato chiesto agli intervistati di individuare il livello di intersezione percepito tra la famiglia e il lavoro (Figura 1), identificate come due sfere poste a diversi livelli di distanza, da un massimo livello di separazione ad un massimo livello di sovrapposizione (Diagramma di Vicinanza Famiglia-Lavoro 14 ). Figura 1 Il significato attribuito a tali immagini è soggettivo e dipende dal proprio modo di concepire se stessi in relazione con il lavoro, pertanto non esiste un modo giusto o sbagliato di intendere la separazione o sovrapposizione, ma occorre indagarne il significato. Alcuni identificano la conciliazione come totale assenza di sovrapposizione, ovvero massima separazione tra le sfere, questo consente loro di passare del tempo al lavoro in assoluta tranquillità (sapendo, ad esempio, che il bambino è adeguatamente seguito presso il nido aziendale) e viceversa di dedicare tempo alla famiglia senza che ciò vada ad intaccare il lavoro (grazie ad esempio alla possibilità di prendere dei congedi o dei permessi). Questi padri non desiderano interferenze tra le due sfere, la possibilità di mantenere una buona distanza tra i due ambiti è considerata come una buona conciliazione. Per altri, invece, la conciliazione è rappresentata da una parziale sovrapposizione delle due sfere, nella consapevolezza che sia la massima separazione sia il livello massimo di sovrapposizione rappresentino in realtà situazioni-limite, poco gestibili ed anche poco realistiche. Conclusioni: ri-pensare la paternità nel lavoro L analisi condotta rivela che la paternità è vissuta con coinvolgimento emotivo, ma anche un senso di fatica che deriva da una mancanza di preparazione alla paternità ( nessuno ti insegna a fare il padre ), soprattutto se confrontata con la maternità. I padri, quindi, pur riappropriandosi del contesto domestico, spesso spinti dalla contingenza ovvero dal lavoro di entrambi i partner -, connotano la propria esperienza genitoriale in relazione, e per distinzione, con quella materna. La cura materna è infatti considerata come expected e natural, la cura paterna come optional e limited. La conciliazione famiglia-lavoro è considerata dai padri come una questione che deve essere necessariamente affrontata; le strategie conciliative variano a seconda del contesto lavorativo (di entrambi i partner) e della struttura familiare. 14 Si tratta di unaversionemodificatadella Inclusion of Other in the Self Scale (IOS): cfr. A.Aron, E. N.Aron, D.Smollan, Inclusion of other in the self scale and the structure of interpersonal closeness, in «Journal of Personality and Social Psychology», 63 (1992), pp
6 L analisi condotta, ben evidenzia l esistenza di una profonda dimensione relazionale tra la figura paterna, la figura materna ed il lavoro. La paternità deve, quindi, essere compresa nella relazione con il lavoro (proprio e della partner) e viene espressa in differenti modi, più precisamente essa prende forma a partire dall interazione complessa tra vari elementi, di ordine strutturale e culturale. I reali corsi di azione dipendono da come gli individui recepiscono ed interpretano i fattori strutturali, operando le proprie scelte in base anche (ma non solo) a giudizi di valore 15. La paternità, infatti, è definita sia dalle concezioni dei partner circa il funzionamento familiare e coniugale (relativamente all organizzazione domestica, alla relazione genitoriale, agli scambi con le famiglie d origine e con la rete amicale), che deriva dalla storia familiare, dalle esperienze personali ed anche dalle caratteristiche strutturali della famiglia allo stato attuale (il tipo di occupazione dei partner, il numero e l età dei figli), sia dalle politiche ed i servizi disponibiliper le famiglie. 15 M. Archer, Making our way through the world: human reflexivity and social mobility, Cambridge University Press, Cambridge,
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