LE (DIS)AVVENTURE DEL PENSIERO FILOSO/SCIENTI-FICO

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1 Saverio Mauro Tassi LE (DIS)AVVENTURE DEL PENSIERO FILOSO/SCIENTI-FICO IL CORSARO editore 1

2 L ORIZZONTE ANTICO 2

3 IL MAPPAMONDO L ORIZZONTE ANTICO LA SCOPERTA: LA REALTA COME ORDINE NATURALE Cannocchiale su L ORIZZONTE STORICO-CULTURALE DELL ETA GRECA ARCAICA (VIII-VI sec. a.c.) MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA I VIAGGIO L ORDINE COME PRINCIPIO FISICO UNICO ROTTA SU... I COSMOLOGI MONISTI VITE DI CAPITANI: TALETE, ANASSIMANDRO, ANASSIMENE Tappa 1: TALETE: L ACQUA E NATURA DI TUTTE LE COSE Tappa 2: ANASSIMANDRO: IL PRINCIPIO E ILLIMITATO Tappa 3: ANASSIMENE: IL PRINCIPIO E IL SOFFIO MAPPA MAPPA MAPPA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: ANASSIMENE E LA TERMODINAMICA Tappa 4: LA TERRA E FERMA AL CENTRO DEL COSMO VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: ANASSIMANDRO E IL MULTIVERSO MAPPA LO SCRIGNO PAUL DAVIES: FARE SCIENZA SIGNIFICA UNIFICARE PAUL DAVIES: ESISTONO MOLTI E DIFFERENTI UNIVERSI 3

4 ALL ARREMBAGGIO IL DUELLO ROTTA SU... I COSMOLOGI RAZIONALISTI VITE DI CAPITANI: ERACLITO, PITAGORA, FILOLAO, PARMENIDE, ZENONE Tappa 1: ERACLITO: IL PRINCIPIO E UNA LEGGE VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: IL FUOCO E LA RELATIVITA RISTRETTA Tappa 2: I PITAGORICI: IL PRINCIPIO SONO I NUMERI VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: I PITAGORICI E LA FORMULA E=MC 2 Tappa 3: PARMENIDE: LA REALTA E SOLO ESSERE Tappa 4: ZENONE: LA MOLTEPLICITA E IL MOTO SONO ASSURDI VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: ZENONE, IL CALCOLO INFINITESIMALE E IL PRINCIPIO DI RELATIVITA Tappa 5: LA SCIENZA DEI COSMOLOGI RAZIONALISTI LO SCRIGNO AMIR D. ACZEL: LA SCOPERTA DEL CONTINUO GEOMETRICO KARL POPPER: LE FASI LUNARI COME GIOCO DI LUCE E OMBRA II VIAGGIO - L ORDINE COME INTERAZIONE DI PIÙ PRINCIPI FISICI ROTTA SU... I COSMOLOGI PLURALISTI VITE DI CAPITANI: EMPEDOCLE, ANASSAGORA, DEMOCRITO Tappa 1: EMPEDOCLE: I PRINCIPI SONO LE RADICI, AMICIZIA E CONTESA 4

5 VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: EMPEDOCLE E LA TEORIA DEL BIG BANG Tappa 2: ANASSAGORA: I PRINCIPI SONO I SEMI E L INTELLIGENZA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: ANASSAGORA, LA CHIMICA E LA FISICA Tappa 3: DEMOCRITO: I PRINCIPI SONO GLI INDIVISIBILI VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: ATOMISMO ANTICO E ATOMISMO MODERNO Tappa 4: LA SCIENZA DEI COSMOLOGI PLURALISTI LO SCRIGNO ALEX VILENKIN: LA SCOPERTA DELLA GRAVITA REPULSIVA 5

6 LA SCOPERTA: LA REALTA COME RAZIONALITA UMANA Cannocchiale su L ORIZZONTE STORICO-CULTURALE: L ETA GRECA CLASSICA (V sec. a.c.) MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA III VIAGGIO LA RAZIONALITA STRUMENTALE DELL UOMO ROTTA SU... I SOFISTI VITE DI CAPITANI: PROTAGORA E GORGIA Tappa 1: PROTAGORA: LA RAZIONALITA E UMANA E RELATIVA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: PROTAGORA E LA NUOVA RETORICA Tappa 2: GORGIA: LA PAROLA E IPNOTICA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: GORGIA TRA SCETTICISMO E NICHILISMO LO SCRIGNO LA COSTITUZIONE ITALIANA: IL DIRITTO-DOVERE DI VOTO 6

7 IV VIAGGIO LA RAZIONALITA SOSTANZIALE DELL UOMO ROTTA SU... IL RAZIONALISMO CRITICO VITA DI UN CAPITANO: SOCRATE Tappa 1: SOCRATE: LA RAZIONALITA E DIALOGO ARGOMENTATIVO Tappa 2: SOCRATE. VIVE BENE SOLO CHI SA Tappa 3: SOCRATE: DIO E RAZIONALITA, L UOMO IL FINE DEL COSMO VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: SOCRATE E IL PRINCIPIO ANTROPICO LO SCRIGNO JOHN D. BARROW-FRANK J. TIPLER: L UNIVERSO E FATTO PER L UOMO 7

8 LA SCOPERTA: LA REALTA COME RAZIONALITA METAFISICA Cannocchiale su L ORIZZONTE STORICO-CULTURALE: LA DECADENZA GRECA ( a.c.) MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA V VIAGGIO LA RAZIONALITA IDEALE ROTTA SU... L IDEALISMO TRASCENDENTE VITA DI UN CAPITANO: PLATONE Tappa 1: PLATONE: LA VITA E UN VIAGGIO DAL BUIO ALLA LUCE LA MAPPA Tappa 2: PLATONE: LA SCIENZA SI BASA SULL INTUIZIONE DELLE IDEE LA MAPPA Tappa 3: PLATONE: LE IDEE SONO I MODELLI RAZIONALI DI TUTTE LE COSE LA MAPPA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: LA TEORIA DELLE IDEE E ROGER PENROSE Tappa 4: PLATONE: IL MONDO FISICO E UNA COPIA DEL MONDO DELLE IDEE LA MAPPA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: LA CHORA E IL CAMPO DI HIGGS Tappa 5: PLATONE: CONOSCERE E RICORDARE LA PRIMA VISIONE DELLE IDEE LA MAPPA Tappa 6: PLATONE: LA SCIENZA DELLE IDEE E LA DIALETTICA LA MAPPA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: L INNATISMO DI PLATONE E DI CHOMSKY 8

9 Tappa 7: PLATONE: L AMORE E IL SENTIMENTO CHE PORTA ALLE IDEE LA MAPPA Tappa 8: PLATONE: LA GIUSTIZIA E LA VIRTU SUPREMA LA MAPPA Tappa 9: PLATONE: LO STATO GIUSTO DEVE BASARSI SULLA SCIENZA LA MAPPA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: PLATONE E LA COSTITUZIONE ITALIANA Tappa 10: PLATONE: LA SCIENZA DEVE BASARSI SULLA MATEMATICA LA MAPPA LO SCRIGNO ROGER PENROSE: LA MATEMATICA GUIDA LA RICERCA SCIENTIFICA VI VIAGGIO LA RAZIONALITA ESSENZIALE ROTTA SU... L IDEALISMO IMMANENTE VITA DI UN CAPITANO: ARISTOTELE Tappa 1: ARISTOTELE: LA REALTA E ESSENZA E ACCIDENTE Tappa 2: ARISTOTELE: LA REALTA E POTENZIALITA E ATTUAZIONE Tappa 3: ARISTOTELE: DIO E LA CAUSA FINALE DEL COSMO VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: FINALISMO E PRINCIPIO VITALE Tappa 4: ARISTOTELE: IL COSMO E DIVISO IN CELESTE E TERRESTRE VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: LE FISICHE DI ARISTOTELE E DI EINSTEIN FINALISMO BIOLOGICO ED EVOLUZIONISMO Tappa 5: ARISTOTELE: L ESPERIENZA E INDISPENSABILE ALLA SCIENZA 9

10 Tappa 6: ARISTOTELE: LA SCIENZA E RAGIONAMENTO Tappa 7: ARISTOTELE: LA VERITA SI BASA SULLA VALIDITÀ DEL RAGIONAMENTO Tappa 8: ARISTOTELE: LA MASSIMA FELICITA STA NEL CONOSCERE Tappa 9: ARISTOTELE: LO STATO DEVE GARANTIRE PACE E TEMPO LIBERO LO SCRIGNO PAUL DAVIES: LA TEORIA DEL FINALISMO INTRINSECO DELL UNIVERSO MICHELE SARA : GLI ORGANISMI SI SVILUPPANO IN MODO FINALISTICO FRITJOF CAPRA: L ORGANISMO E SCHEMA, STRUTTURA E PROCESSO 10

11 LA SCOPERTA: IL PRIMATO DELLA VITA PRATICA Cannocchiale su L ORIZZONTE STORICO-CULTURALE DELL ETÀ ELLENISTICA MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA VII VIAGGIO ALLA RICERCA DELLA FELICITA TERRENA ROTTA SU LA FELICITA COME RIFIUTO DELLA CIVILTA : CINISMO ED EPICUREISMO VITE DI CAPITANI: ANTISTENE, DIOGENE, EPICURO Tappa 1: I CINICI: LA FELICITA E LA LIBERTA INDIVIDUALE Tappa 2: EPICURO: LA FELICITA E IL PIACERE QUIETO VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: EPICURO E LA FISICA QUANTISTICA ROTTA SU LA FELICITA COME ADATTAMENTO AL DESTINO RAZIONALE: LO STOICISMO VITE DI CAPITANI: ZENONE, CLEANTE, CRISIPPO Tappa 1: STOICI: IL COSMO E MATERIA RAZIONALE E DIVINA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: COSMOLOGIA STOICA E FISICA CONTEMPORANEA Tappa 2: STOICI: LA FELICITA E L IMPASSIBILITA Tappa 3: STOICI: IL RAGIONAMENTO DEVE ESSERE PROPOSIZIONALE VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: I PARADOSSI NELLA LOGICA DEL

12 ROTTA SU LA FELICITA COME ACCETTAZIONE DEL NON-SENSO DELLA VITA: LO SCETTICISMO VITE DI CAPITANI: PIRRONE Tappa 4: GLI SCETTICI: LA FELICITA E INDIFFERENZA E CONFORMISMO LO SCRIGNO LEON LEDERMAN: L EFFETTO TUNNEL NORMAN DOIDGE: ECCITAZIONE E APPAGAMENTO VITO MANCUSO: L ENERGIA CONTIENE UN PRINCIPIO ORDINATORE IMPERSONALE VIII VIAGGIO LA FELICITA DELLA RICERCA SCIENTIFICA ROTTA SU LA I RIVOLUZIONE SCIENTIFICA? VITE DI CAPITANI: GLI SCIENZIATI ELLENISTICI Tappa 1: LA RICERCA MATEMATICA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: MATEMATICA ELLENISTICA E MATEMATICA MODERNA Tappa 2: LA RICERCA ASTRONOMICA Tappa 3: LA RICERCA FISICA Tappa 4: LA RICERCA NELLE SCIENZE EMPIRICHE 12

13 LA SCOPERTA: LA REALTA CREAZIONE DI UN DIO INFINITO Cannocchiale su L ORIZZONTE STORICO-CULTURALE DELL ETA ROMANA L ORIZZONTE SCIENTIFICO DELL ETA ROMANA L ORIZZONTE FILOSOFICO DELL ETA ROMANA IX VIAGGIO DIO COME INFINITA IMPERSONALE MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA ROTTA SU... IL NEOPLATONISMO VITA DI UN CAPITANO: PLOTINO Tappa 1: PLOTINO: TUTTO E UNO INFINITO E IMMATERIALE Tappa 2: PLOTINO: L UNO E INEFFABILE LA MAPPA LA MAPPA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: PLOTINO E GLI INSIEMI INFINITI DI CANTOR Tappa 3: PLOTINO: L UNO SI AUTOCREA LA MAPPA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: PLOTINO E L ORIGINE DEL BIG BANG Tappa 4: PLOTINO: L UNO CREA IL COSMO FISICO Tappa 5: PLOTINO: L AUTOCOSCIENZA DELL UNO E LA MENTE LA MAPPA LA MAPPA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: LA MENTE E LA TEORIA DELL AUTOCOSCIENZA 13

14 Tappa 6: PLOTINO: L INDIVIDUALIZZAZIONE DELL UNO E L ANIMA Tappa 7: IL MASSIMO DEPOTENZIAMENTO DELL UNO E LA MATERIA LA MAPPA LA MAPPA VIAGGI DI IERI&VIAGGI DI OGGI: L ANIMA, ENTANGLEMENT E OLOGRAFIA Tappa 8: PLOTINO: L UOMO E UN ANIMA CADUTA Tappa 9: PLOTINO: LA MASSIMA FELICITA E L ESTASI LA MAPPA LA MAPPA LO SCRIGNO ALEX VILENKIN: L UNIVERSO E CONTRADDITTORIO X VIAGGIO DIO PERSONA ONNIPOTENTE E AMOREVOLE MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA ROTTA SU... NEOPLATONISMO ED ESISTENZIALISMO CRISTIANI VITA DI UN CAPITANO: AGOSTINO DI TAGASTE Tappa 1: AGOSTINO: LA VERITA E ILLUMINAZIONE DIVINA Tappa 2: AGOSTINO: LA CREAZIONE DEL MONDO E UN ATTO D AMORE DI DIO Tappa 3: AGOSTINO: IL TEMPO E UNA CREAZIONE DELLA MENTE UMANA Tappa 4: AGOSTINO: IL MALE E COLPA DELL UOMO Tappa 5: AGOSTINO: SOLO LA GRAZIA DIVINA CI LIBERA DAL MALE Tappa 6: AGOSTINO: LA STORIA UMANA PROCEDE VERSO LA SALVEZZA Tappa 7: AGOSTINO: LA FELICITA STA NELL AMARE 14

15 L ORIZZONTE MEDIOEVALE XI VIAGGIO LA REALTA COSTRUZIONE RAZIONALE DI DIO CANNOCCHIALE SU L ORIZZONTE STORICO-CULTURALE DEL MEDIOEVO L ORIZZONTE SCIENTIFICO DEL MEDIOEVO L ORIZZONTE FILOSOFICO DEL MEDIOEVO MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA ROTTA SU... LA SCOLASTICA VITA DI UN CAPITANO: ANSELMO D AOSTA Tappa 1: ANSELMO: L ESISTENZA DI DIO SI PUO DIMOSTRARE VITA DI UN CAPITANO: TOMMASO D AQUINO Tappa 2: TOMMASO: L ESISTENZA DI DIO SI PUO ARGOMENTARE A POSTERIORI Tappa 3: TOMMASO: DIO ESISTE PER ESSENZA Tappa 4: TOMMASO: DIO HA CREATO UN COSMO AUTONOMO Tappa 5: TOMMASO: LA VERITA E ASSIMILAZIONE DELLA MENTE ALLE COSE Tappa 6: TOMMASO: LA FELICITA E LA CONTEMPLAZIONE DI DIO Tappa 7: TOMMASO: LO STATO MIGLIORE E UNA REPUBBLICA PRESIDENZIALE LO SCRIGNO GERARD SCHROEDER: LA NATURA POSSIEDE UN INTELLIGENZA 15

16 VITA DI UN CAPITANO: JOHANNES ECKHART Tappa 8: ECKHART: DIO E QUIETE DESERTA, OVVERO IL NULLA VITA DI UN CAPITANO: WILLIAM OF OCKHAM Tappa 9: OCKHAM: C E UN ABISSO TRA DIO E IL MONDO Tappa 10: OCKHAM: GLI UNIVERSALI SONO SEGNI MENTALI E LINGUISTICI Tappa 11: OCKHAM: LA SCIENZA DEVE ESSERE PROBABILISTICA E PLURALISTICA Tappa 12: OCKHAM: LA CHIESA DEVE ESSERE COMUNITARIA E POVERA 16

17 LA SCOPERTA LA REALTÀ COME ORDINE NATURALE 17

18 Cannocchiale su L ORIZZONTE STORICO-CULTURALE L ETA GRECA ARCAICA (VIII-VI sec. a.c.) Dall antichità per tradizione e oggi per convenzione, la nascita della filosofia cioè del pensiero di tipo razionale viene fatta coincidere con la vita e l opera di Talete di Mileto, nato nel 626 e morto nel 548 a.c. Mileto era una città greca situata sulla costa egeica dell Anatolia, antica Asia Minore, attuale Turchia. In altre parole, la filosofia cominciò e si sviluppò nel VI secolo a.c. in seno alla nazione greca, che però allora era stanziata non solo sul territorio dell attuale Grecia, ma anche sulla costa egeica dell Anatolia, nella Magna Grecia (l attuale Sud Italia), in Sicilia, e, benché in misura minore, anche sulle coste del Mar Nero, dell Africa settentrionale e della Francia meridionale. La civiltà greca arcaica era il prodotto finale di una serie di migrazioni e quindi di sovrapposizioni e fusioni di diverse popolazioni, tutte appartenenti però al ceppo linguistico indoeuropeo: i minoici, risalenti al 3600 a.c.; i micenei (gli achei dell Iliade) insediatisi tra il 1400 e il 1200; infine i dorici, che emigrarono nell Ellade a partire dal 1100 a.c. A queste invasioni-migrazioni, seguirono circa tre secoli di decadenza culturale, il cosiddetto medioevo ellenico (XI-IX secolo), durante i quali, però, si diffuse la tecnica di lavorazione del ferro. Già in questi secoli medievali, inoltre, i greci, sull onda di una forte crescita demografica, emigrarono verso l Est e colonizzarono progressivamente le coste occidentali dell Anatolia. Il successivo inizio del periodo arcaico (VIII-VI secolo a.c.) fu caratterizzato politicamente dalla nascita e dalla diffusione delle poleis, cioè di un nuovo tipo di Stato. La polis non fu propriamente uno Stato cittadino. Soprattutto inizialmente, e anche successivamente nella maggior parte dei casi, la polis era un organizzazione politica unitaria, uno Stato appunto, comprendente più villaggi e i territori rurali circostanti. Solo più tardi, e solo in alcuni casi, per esempio quello di Atene, la polis ebbe una connotazione prevalentemente urbana, benché includesse pur sempre anche aree rurali. Tuttavia, le poleis, benché in misura diversa, erano caratterizzate: da un economia non solo agricola ma anche, e in certi casi e periodi soprattutto, commerciale e industriale; da una notevole diversificazione sociale (grandi proprietari terrieri aristocratici, contadini piccoli o medi proprietari, mercanti, artigiani, schiavi) e da una gestione collettiva del potere politico, inizialmente di tipo aristocratico, successivamente, almeno in molti casi, di tipo oligarchico e perfino democratico, anche se si trattò sempre di democrazie unicamente maschili. Tra l VIII e il VII secolo, dalle poleis greche partirono nuove ondate migratorie dirette questa volta verso l Ovest, cioè verso l Italia meridionale e la Sicilia, che portarono alla fondazione di decine di nuove poleis, tutte indipendenti, ma con forti legami con le poleis da cui erano partiti i colonizzatori. In tal modo, all inizio del VI secolo, la Grecia comprendeva: 18

19 1. una parte centrale originaria, la parte meridionale della penisola balcanica; 2. una parte orientale, che includeva le coste anatoliche del Mar Egeo, le coste del Mar Nero, Creta e un breve tratto della costa mediterranea africana; 3. una parte occidentale, che andava dalla Sicilia, all Italia meridionale, alla costa mediterranea dell attuale Francia. Ma a metà del VI secolo, l espansione della civiltà greca subì una battuta d arresto e i greci rischiarono anzi di perdere la loro indipendenza. In Oriente, infatti, era in corso un altra potente espansione culturale e politica, quella dell impero persiano, che dal 546 a.c. riuscì a sottomettere le colonie ioniche dell Asia minore. Mezzo secolo dopo, però, nel 499, le colonie ioniche si ribellarono al dominio persiano e trovarono il sostegno della polis di Atene, che, dopo la tirannide di Pisistrato, con la riforma di Clistene ( ) aveva dato avvio a un processo di democratizzazione. Così, nella prima metà del V secolo, scoppiarono e si svolsero le guerre persiane ( ) nel corso delle quali le maggiori poleis greche (alcune poleis si accordarono con i persiani) si allearono sotto la guida di Atene e Sparta e riuscirono a sconfiggere e ricacciare indietro la grande potenza persiana. Favorita dal ritiro finale e dall isolazionismo di Sparta, non disposta a garantire la difesa militare anche delle colonie ioniche, Atene emerse dalle guerre persiane come la polis dominante e con la costituzione della Lega di Delo (478) impose la propria egemonia imperialistica sulle poleis situate sulle coste occidentale e orientale dell Egeo. I Greci, dunque, erano stanziati su un ampia parte del bacino del Mediterraneo ed erano politicamente divisi in una miriade di poleis indipendenti. Tuttavia, i Greci, pur non facendo parte di un unico Stato, costituivano una nazione, cioè una popolazione omogenea per lingua, costumi, tradizioni storico-culturali. Per quanto riguarda queste ultime, una particolare importanza rivestiva la religione, sebbene fosse tutt altro che unica e uniforme. I Greci, infatti, praticavano due culti religiosi diversi, benché compatibili e progressivamente integrati tra loro: 1) quello ufficiale degli dei olimpici o celesti (Zeus, Atena, Apollo, Era, Afrodite, ecc.), di origine dorica e strettamente legato all aristocrazia, o comunque alla classe dominante e dirigente, e dunque alla gestione del potere e allo svolgimento della vita politica delle poleis; 2) quello spontaneo degli dei terreni o agresti (Demetra, Persefone o Core, Dioniso), retaggio delle civiltà elleniche predoriche, legato prevalentemente alla popolazione contadina, e dunque alla vita agricola delle campagne; un culto spesso caratterizzato da rituali basati su travestimenti, danze sfrenate, stati d ebbrezza alcolica, rapporti sessuali orgiastici, ma anche dai misteri, riti che dovevano essere tenuti segreti (di qui il nome) durante i quali ai fedeli erano svelate, spesso con rappresentazioni mimico-teatrali, verità relative alla vita individuale successiva alla morte. 19

20 In effetti, a livello dottrinale, la principale differenza tra le due tradizioni religiose greche concerneva proprio il destino umano post mortem: per la religione olimpica, dopo la morte, sopravviveva soltanto un ombra dell individuo nell Ade, una sorta di mondo sotterraneo, in una condizione tutt altro che felice; invece, per la religione agreste dopo la morte l anima individuale era destinata a una seconda vita più felice della prima. A questo dualismo, va poi aggiunto che ogni polis aveva una propria divinità privilegiata differente da quelle venerate dalle altre. Ciononostante i Greci si riconobbero gradualmente in un comune pantheon, composto dall insieme di tutte le diverse divinità venerate nelle varie poleis, giungendo anche a integrare dei celesti e dei terreni, come è attestato dall introduzione ad Atene nel VI secolo delle feste dionisie nei cerimoniali ufficiali della polis. In tal modo emersero dei templi comuni a tutti i Greci, come quello di Apollo a Delfi, quello di Zeus a Olimpia, quello di Demetra a Eleusi. Inoltre, a partire dal 776 a.c. a Olimpia ogni quattro anni si svolgevano i Giochi olimpici, cerimonia religiosa in onore di Zeus, cui partecipavano atleti di ogni polis greca. Per completare il quadro della religiosità greca, però, alle due principali tradizioni religiose, quella celeste e quella terrestre, va aggiunto un movimento religioso particolare, di origini orientali: l orfismo, che prese il nome dal leggendario cantore Orfeo, il protagonista del famoso mito di Orfeo ed Euridice. Come la religione demetro-dionisiaca, la religione orfica puntava alla salvezza individuale dopo la morte, ma diversamente da quella per l orfismo l obiettivo poteva essere conseguito soltanto seguendo rigorose prescrizioni comportamentali di tipo ascetico. In particolare, la dottrina orfica sosteneva che la natura umana originaria è divina, immateriale e immortale, che l uomo è diventato corporeo e mortale per punizione di una colpa commessa e che la sua missione è purificarsi dalla fisicità per riconquistare la propria condizione divina originaria. L altra grande sorgente della cultura greca, benché fortemente intrecciata con quella religiosa, era costituita dalla tradizione artistica, quella poetico-letteraria, che includeva anche la musica (la musica greca era tutt uno con la poesia), e quella delle arti plastiche (scultura, pittura, architettura). Tutta la produzione artistica greca affondava le sue radici in un sostrato comune, quello dell antico patrimonio mitico, costituito da miriadi di racconti, molti dei quali in diverse versioni a seconda delle comunità e dei tempi. I miti greci, la cui origine si perde nella notte dei tempi, erano il frutto dell inventiva popolare, erano stati tramandati e arricchiti oralmente per secoli dagli aedi cantori professionisti che si accompagnavano con la cetra ed erano imperniati sulle relazioni tra le divinità, tra gli uomini e tra le divinità e gli uomini. L ingente e variegato patrimonio mitico greco orale confluì, a partire forse dall VIII secolo a. C. (ma per alcuni studiosi addirittura dall XI), in tre principali filoni letterari: a) nei poemi Iliade e Odissea, attribuiti all aedo Omero; b) nei poemi Teogonia e Opere e giorni del poeta Esiodo (VII secolo a.c.); 20

21 c) nelle poesie liriche (così chiamate perché cantate accompagnata dal suono della lira, una cetra di dimensioni più piccole) di numerosi poeti (Alceo, Saffo, Pindaro, ecc.) vissuti nei secoli VII e VI a.c. Furono soprattutto i grandi poemi di Omero e Esiodo a contribuire alla formazione della cultura greca arcaica. I personaggi di questi poemi, e i loro comportamenti, infatti, costituirono per i Greci successivi altrettanti modelli da imitare, ovvero un vero e proprio repertorio di valori e regole etiche. In questo senso, anche la tradizione poetico-letteraria greca presentava un dualismo corrispondente a quello religioso tra religiosità celeste e religiosità terrena. I poemi omerici rappresentavano e propagandavano un modello aristocratico di uomo il guerriero-eroe, l individuo superiore basato sui valori della forza, dell onore e dell orgoglio (soprattutto nell Iliade) cui però si aggiungevano (soprattutto nell Odissea) quelli dell intelligenza e della capacità di parlare in modo persuasivo (vedi l episodio di Odisseo e Polifemo), nonché quelli pacifici dell amministrazione dell economia domestica e della gestione dei rapporti familiari (vedi il ritorno di Odisseo a Itaca). Al contrario, i poemi esioidei riflettevano e diffondevano un modello contadino d uomo il piccolo/medio proprietario terriero, l uomo comune offrendo, da un lato, una sintesi organica e completa dei miti Greci ovvero una visione/spiegazione mitologica complessiva della natura e dei suoi principi divini e, dall altro, una nuova tavola dei valori, incentrata sul principio egualitario della giustizia (dìke). A sua volta la poesia lirica, più tarda, e composta per essere cantata nelle cerimonie ufficiali delle poleis, veicolava i valori sociali connessi alla loro nascita e al loro sviluppo, e di conseguenza tradusse il valore cosmico della giustizia in quelli politici della legge (nòmos) e del buon governo (eunomìa). Pari importanza rispetto all arte letteraria ebbe quella plastico-architettonica. Già negli ultimi secoli del Medioevo ellenico, l arte scultorea e pittorica greca si caratterizzò per lo stile geometrico presente sia nelle forme dei vasi o delle anfore sia nei loro disegni ornamentali. All inizio dell età arcaica (VII secolo a.c.) l arte plastica greca subì l influenza delle tradizioni artistiche orientali egiziana, cipriota, siro-palestinese, diventando più naturalistica e cominciando così a rappresentare anche fiori, animali, uomini e divinità antropomorfe. A metà del VII sec. iniziò a diffondersi anche la rappresentazione di episodi mitologici, e così anche le arti plastiche contribuirono alla trasmissione dell antica tradizione mitologica. Tuttavia, l arte greca mantenne la sua originaria impronta geometrica, in quanto le nuove raffigurazione naturalistiche e antropomorfiche, a differenza dei loro modelli orientali, furono caratterizzate da un maggior ordine compositivo e dalla ricerca delle proporzioni tra le parti. Lo stesso criterio fu applicato all arte architettonica, realizzata soprattutto nella edificazione dei templi, i quali nello 21

22 stesso periodo, per l influenza orientale, cominciarono a essere monumentalizzati, ovvero ad assumere dimensioni e forme maggiori e differenziate rispetto agli edifici abitativi. Nel VI secolo a.c. le tendenze della seconda metà del VII si radicalizzarono: le raffigurazioni umane, sia maschili sia femminili, sia scultoree sia pittoriche, aumentarono di numero e allo stesso tempo assunsero forme sempre più realistiche e più morbide; si moltiplicarono le rappresentazioni pittoriche e scultoree di scene mitologiche, fino a dar luogo a vere e proprie narrazioni plastiche; l architettura templare si fece sempre più monumentale e assunse i due elementi fondamentali della trabeazione e della colonna. Tuttavia, la matrice geometrica dell arte greca si conservò nei principi di equilibrio, simmetria, proporzione e armonia che innervarono l arte greca del periodo arcaico. In questo senso l arte greca arcaica riflesse e al tempo stesso diffuse il nuovo modello di uomo che si stava affermando nelle poleis, un uomo meno eroico-divino, più normale, addirittura uguale agli altri. Si trattava di un eguaglianza non di capacità naturali e nemmeno di tipo economico, ma giuridica, detta isonomìa, che letteralmente significa uguale legge. In altre parole, i Greci si considerarono uguali perché tutti, in quanto membri della polis, erano soggetti alle stesse leggi, senza alcuna discriminazione. Questa nuova autoconcezione dell uomo greco si forgiò anche e forse soprattutto nelle frequenti guerre tra poleis rivali, in particolare grazie alla nuova tecnica bellica basata sulla falange oplitica, che esigeva la massima collaborazione e la massima disciplina collettive, niente a che vedere con le azioni militari impulsive e individualistiche degli antichi guerrieri aristocratici (quelli dell Iliade, per intenderci). Riguardo all isonomìa dei Greci, va però ribadito che, anche nel migliore dei casi, cioè nelle poleis democratiche, essa valeva solo per i maschi adulti originari della polis, il che significa che escludeva le donne, i minorenni, gli stranieri e soprattutto gli schiavi. Seppur limitatamente a una élite intellettuale, la cultura greca dell età arcaica è caratterizzata anche da una tradizione scientifica importata dalle grandi civiltà antiche del Medio Oriente (Egitto, Siria, Palestina, Mesopotamia). In questo senso, non va dimenticato, innanzitutto, che anche l alfabeto greco, ovvero il greco scritto, era nato dall importazione di quello fenicio con l aggiunta originale di segni/lettere delle vocali (che nel fenicio non esistevano). I Greci da secoli commerciavano, e in modo via via sempre più intenso, con il Medio Oriente, e, come sempre nella storia, gli scambi commerciali si intrecciavano agli scambi culturali. Oltre a importare l alfabeto fenicio, i Greci importarono anche il patrimonio di conoscenze scientifiche delle civiltà mediorientali: osservazioni, nozioni, tecniche e principi di tipo astronomico, matematico e medico. Una particolare importanza rivestì l importazione della tecnica di ragionamento chiamata dimostrazione per assurdo, che può essere considerata la matrice del metodo argomentativo/dimostrativo il quale, come vedremo, è lo strumento fondamentale delle scienze e della filosofia (teniamo presente che, nell antichità, ma ancora almeno fino al XVI 22

23 secolo, le scienze erano concepite e praticate come ricerche particolari all interno della filosofia). Come nel caso dell alfabeto, però, fin dall inizio e soprattutto a partire dal VI secolo, gli intellettuali greci (che cominciarono a chiamarsi e a essere chiamati filosofi ) svilupparono in modo originale e potenziarono il patrimonio di conoscenze scientifiche ereditato dai popoli del Medio Oriente. 23

24 MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA Basta guardare a quelli che per primi hanno esercitato la filosofia, perché risulti chiaramente che la sapienza non è un sapere produttivo. Infatti gli uomini, sia da principio sia ora, hanno cominciato a esercitare la filosofia attraverso la meraviglia. Da principio esercitarono la meraviglia sulle difficoltà che avevano a portata di mano; poi, progredendo così poco alla volta, arrivarono a porsi questioni intorno a cose più grandi, per esempio su ciò che accade alla Luna, al Sole e agli astri e sulla nascita del tutto. Chi si pone problemi e si meraviglia crede di non sapere; perciò anche colui che ama i miti è in una certa misura filosofo, perché il mito è costituito da cose che destano meraviglia. Sicché, se gli uomini filosofarono per fuggire l ignoranza, è evidente che cercarono il sapere per il conoscere, e non per trarne un utile. Ne è prova ciò che è accaduto: infatti quando ormai possedevano quasi tutte le cose necessarie e quelle occorrenti per un esistenza confortevole e piacevole, gli uomini cominciarono a esercitare questo tipo di intelligenza. E chiaro dunque che noi non cerchiamo questo sapere per nessun altro uso, ma come dell uomo diciamo che è libero quando esiste per se stesso e non per un altro uomo, così cerchiamo questa scienza come quella che è l unica tra le scienze a essere libera, perché è l unica che ha come fine se stessa. Perciò giustamente si potrebbe pensare che il possesso di essa non è umano, perché in molti sensi la natura dell uomo è serva, sicché, secondo Simonide 1, Dio soltanto avrebbe questo privilegio. [ ] Come abbiamo detto, tutti gli uomini incominciano con il meravigliarsi che le cose sono come sono, per esempio a proposito degli automi che si muovono da sé, o dei solstizi o dell incommensurabilità della diagonale del quadrato con il lato (del fatto che non esiste un unità così piccola con la quale si possa misurare la diagonale e il lato, si meravigliano soltanto quelli che non ne hanno mai considerata la causa). Ma bisogna arrivare al contrario della meraviglia iniziale, e, come dice il proverbio, a ciò che è migliore. Del resto così avviene nei casi citati, quando si è imparato: infatti la cosa che più meraviglierebbe un uomo che conoscesse la geometria sarebbe proprio la commensurabilità del lato e della diagonale. Aristotele, Metafisica, I, 2-5, a cura di C.A. Viano, UTET Da dove infatti tutte le cose traggono origine, là trovano la loro distruzione secondo necessità: poiché esse pagano l una all altra la pena e l espiazione dell ingiustizia secondo l ordine del tempo. Anassimandro, frammento DK 12 B 1 1 Poeta greco vissuto tra il VI e il V secolo a.c. 24

25 I VIAGGIO L ORDINE COME PRINCIPIO FISICO UNICO 25

26 ROTTA SU I COSMOLOGI MONISTI Occorre prima di tutto un avvertenza generale. Di tutti i filosofi greci antecedenti a Platone non ci è pervenuta alcuna opera, ma solo frammenti più o meno numerosi e significativi a seconda dei casi e testimonianze indirette di filosofi, cronisti o storici della filosofia successivi. Pertanto il loro pensiero è una ricostruzione affinata nel tempo, il più possibile completa, fedele e sorvegliata, ma pur sempre ipotetica e non esaustiva. Filosofia deriva dall unione di due termini greci: philòs e sophìa, che rispettivamente significano amore e conoscenza. Dunque, letteralmente filosofia significa amore della conoscenza. Ma ciò che si ama lo si cerca. Pertanto, possiamo meglio tradurre filosofia con ricerca della conoscenza. All inizio, e fino almeno al XVI secolo, la filosofia è strettamente legata a quelle ricerche conoscitive che oggi chiamiamo scienze (i Greci per scienza intendevano conoscenza nel senso forte di conoscenza vera). Nell antichità esse si differenziano dalla filosofia perché la filosofia è considerata ricerca conoscitiva della realtà nel suo insieme, cioè nella sua totalità; mentre le scienze sono considerate ricerche conoscitive di settori particolare della realtà (l astronomia dei corpi celesti e dei loro moti, la meteorologia dei fenomeni atmosferici terrestri, la fisica dei moti terrestri, la biologia degli esseri viventi terrestri, ecc.). In tal senso filosofia e scienze, nell antichità, si praticano insieme, e, seppur in misure e modi diversi, i filosofi sono anche scienziati e gli scienziati anche filosofi. La nascita, almeno ufficiale, della filosofia è tradizionalmente individuata nel pensiero di un intellettuale di nome Taléte, nato e vissuto a Mileto tra la fine del VII e l inizio del VI secolo a.c. Sempre la tradizione storiografica ci ha tramandato che Talete avrebbe avuto un discepolo, Anassimàndro, e questo a sua volta un altro discepolo, Anassìmene. Questi tre filosofi vengono pertanto considerati altrettanti esponenti di un unica scuola, cioè di una corrente di pensiero omogenea, detta scuola di Mileto. Ciò significa che Talete, Anassimandro e Anassimene, benché abbiano elaborato filosofie originali e differenti, condividono una medesima impostazione di fondo, una stessa visione complessiva della realtà. Per tutti e tre, innanzitutto, la realtà, ossia tutto ciò che esiste, è solo fisica, ovvero materiale, e quindi sensibile, cioè conoscibile solo a partire dei nostri cinque sensi. In secondo luogo, la realtà è natura (in greco physis, da cui fisica), ovvero qualcosa che nasce ( natura viene dal latino nascor/natus) e quindi muore. Ciò implica che la realtà è concepita dai filosofi di Mileto come materia vivente, come vita. Questa concezione della materia è tradizionalmente denominata ilozoismo (dal greco hyle=materia e zóion=essere vivente), ma possiamo anche chiamarla organicismo, riferendoci alla differenza attuale tra natura meccanica e natura organica (o vivente o biologica). Oggi, però, consideriamo natura organica solo gli esseri vegetali e animali, non quelli minerali. I filosofi di Mileto, invece, ritenevano che i minerali fossero dei viventi con un basso grado di vitalità, basandosi forse sulla considerazione che gli esseri viventi presentano 26

27 diversi gradi di vitalità (p.e., i vegetali sono meno vitali degli animali) e su alcuni fenomeni magnetici (la calamita che attrae schegge di ferro) ed elettrici (l ambra che attrae i capelli) che erano creduti altrettante manifestazioni della forza vitale. In terzo luogo, e soprattutto, la realtà fisica per tutti e tre i filosofi di Mileto è ordinata, costituisce un ordine. In greco antico ordine si diceva còsmos, ossia cosmo, parola che poi è diventata sinonimo di universo. In questo doppio senso, i primi filosofi sono chiamati, oltre che fisici (da physis=natura), cosmologi. La loro tesi fondamentale la realtà è còsmos, cioè ordine costituisce il presupposto necessario della filosofia e delle scienze (astronomia, matematica, fisica, medicina, ecc.). La filosofia e le scienze, infatti, consistono proprio nella ricerca conoscitiva dell ordine della realtà, in quanto questa si presenta immediatamente disordinata, apparentemente priva di qualsiasi ordine. Per i milesii cercare l ordine della realtà fisica significa individuare il suo principio (arché in greco) unico: la sua scaturigine, ovvero la sua causa prima, la sostanza di cui è fatta, la legge che la governa. Talete, Anassimandro e Anassimene qualificano in tre modi diversi il principio rispettivamente, come Acqua, come Illimitato e come Soffio (aria che si muove) ma per tutti e tre esso è ciò che dà l esistenza a ogni cosa (cioè che fa essere la realtà fisica, che la rende reale) proprio in quanto la ordina. E la ordina in quanto, essendo unico, la unifica, ne costituisce cioè il denominatore comune al di là delle innumerevoli differenze. Ma per cercare occorre uno strumento. Lo strumento della ricerca conoscitiva è il metodo razionale, ossia argomentativo: una procedura logico-linguistica in base alla quale ogni conoscenza che ambisca a (im)porsi come vera, cioè come un effettiva descrizione/spiegazione della realtà, deve essere giustificata/provata con uno o più argomenti, in modo tale che possa essere controllata e messa alla prova da tutti ed eventualmente criticata e cambiata. In altre parole, la proprietà decisiva del metodo razionale (o razionalità o ragione), proprio della filosofia e delle scienze, è quello di essere criticabile, è la criticabilità, perché la criticabilità permette di perfezionare le conoscenze, cioè di renderle sempre più vere. Il valore della scienza contemporanea sta essenzialmente nella sua capacità di cambiare, di innovarsi continuamente, perché è grazie a questa capacità che godiamo di un progresso scientifico, cioè che la nostra conoscenza della realtà si amplia e si approfondisce. A sua volta la criticabilità implica la discussione e quest ultima l esistenza di una comunità di intellettuali in comunicazione tra loro. Quindi il metodo razionale/argomentativo è anche un metodo dialogico o dibattimentale. Come vedremo, però, il metodo razionale o argomentativo ovvero la ragione o razionalità può essere concepito e praticato in modo diversi. In questo senso, la filosofia e le scienze sono anche ricerca e dibattito critico intorno a quale sia il metodo razionale migliore per cercare, e possibilmente trovare, la conoscenza della realtà, cioè il suo ordine nascosto. 27

28 VITE DI CAPITANI TALETE, ANASSIMANDRO, ANASSIMENE La culla della filosofia occidentale fu la Grecia del VII-VI secolo a.c. e in particolare la città di Mileto, sulle coste egee dell attuale Turchia, che allora faceva parte delle colonie ioniche in Anatolia, ovvero della parte più orientale della nazione greca. Le colonie ionicoanatoliche, e soprattutto Mileto, erano città commerciali, floride e all avanguardia per mentalità e costumi, in stretto rapporto economico e culturale con le civiltà mediorientali: Fenici, Egiziani, Babilonesi, Israeliti, Persiani. Fu a Mileto che nacque e visse Talete ( c.ca), di origine fenicia (come il greco scritto), che la tradizione considera il primo filosofo, ovvero il fondatore dell impresa filosofica. Questo suo primato e la distanza temporale lo hanno avvolto in un aura leggendaria egli era considerato uno dei mitici Sette Sapienti dell antica Grecia che ci impone di dubitare di almeno alcune delle informazioni che ci sono state tramandate sulla sua vita. Per esempio, che viaggiò in Egitto (che per i Greci era il Paese dei sapienti), dove avrebbe calcolato l altezza delle piramidi in base alla proporzionalità con le loro ombre), e in Mesopotamia (un altro Paese di sapienti per i Greci antichi). Queste notizie si connettono alla sua attività di matematico: gli sono attribuiti 3 teoremi relativi ai triangoli, alle rette parallele e alla circonferenza. Platone, nel dialogo Teeteto, riporta un anedotto allegorico della sua vita: camminando all aperto con gli occhi fissi al cielo, cioè immerso nello studio degli astri, non vide una grande buca e vi ci cadde dentro, suscitando le fragorose risate di scherno di una sua serva tracia (i traci erano considerati ignoranti e rozzi). Il significato allegorico dell aneddotto è chiaro: il filosofo è un uomo con la testa tra le nuvole, cioè un uomo dedito alla theorìa (in greco, contemplazione, cioè osservazione concentrata), disinteressato alla realtà immediata e, pertanto, poco o per niente pratico e quindi incompreso e dileggiato dalla gente comune. Aristotele, invece, ci riporta un episodio di tenore diverso, se non opposto, della vita di Talete: osservando gli astri e gli eventi meteorologici, Talete predisse un eccezionale raccolta di olive, affittò tutti i frantoi di Mileto e, dopo il raccolto, impose un prezzo altissimo ai contadini per il loro uso, arricchendosi incredibilmente. Forse fu da Talete che il termine speculazione (dal termine latino che traduce il greco theorìa ), che inizialmente significava pensiero astratto, assunse il secondo significato di operazione economica che consegue alti guadagni. Scherzi a parte, l episodio raccontato da Aristotele attesta che il filosofo è capace di sfruttare utilitaristicamente la sua conoscenza e pertanto sa essere più pratico degli uomini comuni. In questo senso, ci è stato anche tramandato che Talete avrebbe permesso all esercito di Creso, re della Lidia, di guadare un fiume facendo costruire un canale che, dividendone le acque, ne dimezzava la profondità e la corrente. Infine, sappiamo anche che Talete previde l eclissi solare del 585 (che aveva a tal punto atterrito Lidi e Medi da far loro sospendere una battaglia). Ma Talete non si limitò alle previsioni astronomiche. Previde 28

29 infatti anche l espansionismo persiano e consigliò le poleis ioniche (quelle dell Asia Minore e dell Attica) di prevenirlo costituendo una lega politico-militare. Quanto alle relazioni personali di Talete, non ci è invece stato tramandato un granché: visse da solitario e non si sposò, ma adottò il figlio di una sorella. Alla madre che lo sollecitava a sposarsi e ad avere figli, da giovane avrebbe risposto che c era ancora tempo, dopo una certa età, che era ormai troppo tardi. Secondo altri, non avrebbe voluto generare figli per effettivo amore paterno. Allievo di Talete e suo successore fu Anassimandro ( c.ca), nativo di Mileto. Della sua vita sappiamo molto poco. Ci è stato tramandato che mentre cantava fu deriso da dei bambini e allora esclamò che avrebbe dovuto cantare ancora meglio per farsi apprezzare anche dai bambini. L aneddotto si può interpretare come un allegoria dell impegno del filosofo a farsi comprendere anche dai più ignoranti utilizzando uno stile comunicativo accattivante. In questo senso, esso si può collegare al fatto che Anassimandro fu il primo filosofo che espose per scritto la sua filosofia (anche in seguito da alcuni filosofi la filosofia fu identificata con il discorso orale) adottando, inoltre, una forma poetica. Gli si attribuisce, infatti, un poema filosofico intitolato Sulla natura, di cui ci è pervenuto un solo frammento: Da dove infatti tutte le cose traggono origine, là trovano la loro distruzione secondo necessità: poiché esse pagano l una all altra la pena e l espiazione dell ingiustizia secondo l ordine del tempo. A livello scientifico gli sono stati attribuiti la determinazione dei solstizi e degli equinozi, una teoria della generazione degli astri e una teoria evoluzionistica dell origine della specie umana. Ci è stato tramandato che previde un terremoto a Sparta e che fece evacuare la città prima che esso si verificasse, salvando molte vite umane. Anassimandro fu anche tecnico: costruì uno gnomone, cioè uno strumento per misurare il moto apparente di rivoluzione annuale del Sole, e un orologio solare e inoltre disegnò una carta geografica della Terra. Discepolo e successore di Anassimandro, e ultimo filosofo della scuola di Mileto, fu Anassìmene ( ), della cui vita sappiamo ancora meno che di quella del suo maestro. Anch egli nativo di Mileto, espose la sua filosofia nell opera Sulla natura, scritta però in prosa, cioè in uno stile più semplice e accessibile. Di questa opera ci resta un unico frammento: Come l anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l aria circondano il mondo intero. A livello scientifico, Anassìmene si occupò di meteorologia, cioè studiò le nuvole, le precipitazioni atmosferiche, il regime dei venti e l arcobaleno. Tutti i filosofi di Mileto, inoltre, ebbero importanti incarichi di governo nella loro città. 29

30 TAPPA 1 TALETE: L ACQUA E NATURA DI TUTTE LE COSE Talete, iniziatore di questo tipo 2 di filosofia, dice che il principio è l acqua (per questo afferma anche che la terra galleggia sull acqua) desumendo indubbiamente questa sua convinzione dalla constatazione che il nutrimento di tutte le cose è umido, che perfino il caldo si genera dall umido e vive nell umido. Ora, ciò da cui tutte le cose si generano è, appunto, il principio di tutto. Egli desunse dunque questa convinzione da questo fatto e dal fatto che tutti i semi di tutte le cose hanno una natura umida e l acqua è il principio della natura delle cose umide. Aristotele, Metafisica, I, 3, 983 b Ogni tesi filosofica deriva dalla scoperta di un problema La tradizione ci riporta la tesi fondamentale di Talete: L acqua è la natura di tutte le cose. Ma saremmo superficiali se pensassimo che questa tesi sia stata il primo vagito della filosofia. Ogni tesi infatti presuppone una domanda, ogni soluzione un problema. La filosofia è innanzitutto capacità di vedere, e quindi porsi, un problema. Di conseguenza è plausibile congetturare che Talete inaugurò l impresa filosofica innanzitutto chiedendosi: Qual è l origine di tutte le cose? Di primo acchitto questa domanda può sembrare scontata e poco interessante. Ma non è così. Infatti, in generale, le grandi scoperte della filosofia e delle scienze sono nate da chi ha saputo vedere e porsi problemi originali che altri non hanno saputo vedere e porsi. Se porsi un problema nuovo non implica necessariamente riuscire a risolverlo, di certo aver risolto un problema implica aver saputo rilevarlo o, quanto meno, ben impostarlo. 2 Quella che assume che la realtà sia physis (natura) e che lo scopo della filosofia sia trovare la causa naturale di tutte le cose. 30

31 La filosofia ricerca la causa unica di tutte le cose La risposta, infatti, dipende dalla domanda, ossia, per l appunto, la soluzione di un problema è strettamente legata al modo in cui il problema viene posto. In questo senso, la domanda di Talete contiene già due caratteri costitutivi della filosofia: a) il riferimento a tutte le cose, ossia la ricerca della totalità o dell intero: la filosofia è tale perché punta a conoscere cos è la realtà nel suo insieme e nella sua unità, non solo una sua parte o un suo aspetto, p.e. il cielo stellato o la luce; b) il carattere neutro, impersonale, del soggetto: qual è l origine? anziché chi ha dato origine?, il che indica la rottura con la sapienza mitico-religiosa la quale partiva da quest ultima domanda e quindi rispondeva rimandando a una o più divinità personali, p.e. Gaia e Urano, oppure Oceano e Teti. L acqua come origine, ingrediente e regola di tutte le cose Chiarito questo, possiamo rivolgere la nostra attenzione alla tesi, cioè alla risposta/soluzione che Talete diede alla sua domanda/problema: L acqua è la natura di tutte le cose. Affermando che l acqua è la natura di tutte le cose, Talete stabilisce implicitamente una distinzione fondamentale tra: la molteplicità degli enti naturali che nascono e muoiono, p.e. i fiori, gli animali, le montagne; un elemento eterno, cioè che non nasce né muore, appunto l acqua, che è il fondamento unitario di tutti gli enti naturali. Ma cosa intende per natura Talete? Per rispondere, bisogna innanzitutto dire che il termine italiano natura deriva dal latino n a t u r a (traduzione del greco physis=generazione, da cui fisica ), legato al verbo nascor, che significava la realtà fisica in quanto composta da esseri che nascono e quindi mutano e muoiono. Nell italiano corrente natura indica la realtà materiale non prodotta dall attività umana. Ma ancora oggi usiamo natura anche per significare la costituzione fondamentale, ovvero l identità profonda, di qualcosa, come nelle espressioni: non è nella tua natura comportarsi così ; abbaiare fa parte della natura del cane. Talete usa natura (physis ) in quest ultima accezione. Più precisamente, assumendo che la natura è la costituzione fondamentale di tutte le cose, Talete vuol dire che l acqua è: a) ciò che dà origine a tutte le cose, che le genera, ossia le fa esistere; 31

32 b) l ingrediente di base delle diverse sostanze materiali (legno, ferro, roccia, ecc.) di cui sono fatte tutte le cose, nel senso che tutte le altre sostanze sono trasformazioni dell acqua; c) ciò che regola la crescita, la trasformazione e la dissoluzione di tutte le cose. Una spiegazione fisica e laica, alternativa a quella mitico-religiosa In questo modo, grazie alla sua ricerca filosofica, Talete arriva a dare una risposta alla sua domanda iniziale. Egli afferma di aver scoperto che la natura di tutte le cose è l acqua. Questa è la prima tesi conoscitiva conseguita dalla filosofia. Si tratta di una tesi rivoluzionaria. Infatti, prima di Talete, in base alla conoscenza mitico-religiosa tradizionale, si pensava che il mondo fisico fosse stato generato e fosse governato da una pluralità di divinità (Gea, Urano, Crono, Zeus, Poseidone, ecc.). Talete invece afferma che la causa prima dell universo è una sola e che inoltre non è un dio personale ma è un elemento naturale, del tutto impersonale, l acqua appunto. L invenzione dell argomentazione razionale Ma Talete introduce anche una seconda innovazione rivoluzionaria. La conoscenza miticoreligiosa descriveva l esistenza e le azioni delle divinità in base all immaginazione e in forma narrativa (mythos=parola, racconto). Talete invece arriva a scoprire che la natura di tutto è l acqua attraverso il ragionamento ed espone la sua scoperta utilizzando la forma dell argomentazione razionale. Il ragionamento, o argomentazione razionale, è un procedimento del pensiero e, insieme, del linguaggio che consiste nel collegare logicamente più fatti/concetti/parole in modo da giungere a una conclusione che ha la pretesa di essere veritiera, cioè di dover essere condivisa da tutti. Talete ha inventato il metodo dell argomentazione razionale, forse anche sulla base della sua ricerca e delle sue scoperte in campo matematico, che egli considerava un settore della filosofia. Infatti l argomentazione è il corrispettivo nel linguaggio verbale della dimostrazione matematica, la quale a sua volta è un argomentazione che utilizza i simboli logici e quantitativi propri del linguaggio matematico. Le argomentazioni dell acqua come natura di tutte le cose Nei limiti di quello che ci è stato tramandato, sono tre le argomentazioni razionali elaborate da Talete per scoprire e sostenere la tesi la natura di tutto è l acqua : 32

33 a) la Terra (intesa sia come terraferma sia come astro) galleggia sull acqua, cioè è sostenuta - e quindi non precipita ma è stabile e vivibile - grazie all acqua; b) l acqua è ciò che nutre - cioè mantiene in vita - tutte le cose (sottintendendo che tutte le cose che esistono, in un modo o in un altro, si alimentano, cioè traggono dall esterno ciò che è necessario alla loro esistenza); c) l acqua è il componente principale ed essenziale dei semi che a loro volta sono i numerosi e diversificati composti (seme vegetale, spermatozoo, ovulo, germi cristallini, ecc.) che generano ogni cosa. Il modello fisico-empiristico della razionalità Con queste tre argomentazioni, Talete dà inizio alla filosofia come conoscenza razionale, cioè come conoscenza basata sulla ragione. Ma cosa si intende per ragione? In quanto primo filosofo, Talete ha elaborato la prima concezione della ragione, ovvero di ciò che i Greci chiamavano lògos (parola/discorso collegato, a differenza di mythos=parola/discorso slegato, senza vincoli, libero). La ragione è dunque, in prima battuta, il pensiero/discorso in quanto usa il metodo dell argomentazione. Ma le tre argomentazioni di Talete hanno il loro punto di partenza nell osservazione della realtà basata sull uso dei sensi (vista, udito, odorato, gusto, tatto), cioè sulla esperienza sensibile. Dunque, in seconda istanza, la ragione per Talete è l argomentazione che si fonda sull esperienza sensibile. A sua volta tale tipo di argomentazione conduce a riconoscere come reali, davvero esistenti, e quindi veri, solo elementi naturali, cioè fisico-materiali. Quindi, in terzo luogo, la ragione per Talete è l argomentazione che, fondandosi sull esperienza sensibile, arriva alla conclusione che la realtà ha una natura fisico-materiale. Questa conclusione ha la pretesa di essere vera, cioè di dover essere condivisa da tutti gli uomini, in quanto alla ragione, basata sull argomentazione a partire dai sensi, è attribuita la capacità di rispecchiare la realtà fisica, cioè di conoscere ciò che davvero è, ossia l ordine cosmico e il suo principio fondamentale (ciò che dà ordine), l acqua. Ma questa pretesa può essere contestata. Infatti proprio l essenza del metodo argomentativo esporre chiaramente le motivazioni delle proprie opinioni rende possibile la verifica e quindi la contestazione di una tesi. In conclusione, la ragione è anche, e soprattutto, quella forma di pensiero/discorso che permette a tutti di mettere alla prova, criticare e discutere le opinioni di ognuno in modo da poter stabilire se e quanto sono effettivamente veritiere. A partire da Talete, la storia della filosofia è un interminabile e avvincente discussione critica. 33

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