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1 Comuni di Argelato, Baricella, Bentivoglio, Budrio, Castello d Argile, Castelmaggiore, Castenaso, Galliera, Granarolo, Malalbergo, Medicina, Minerbio Molinella, Pieve di Cento, San Giorgio di Piano San Pietro in Casale Azienda USL Bologna Nord Provincia di Bologna

2 Indice Premessa Capitolo 1 Il contesto socio-economico del territorio: analisi della domanda sociale e dell offerta 1.1 Il contesto socio economico Come è cambiata e sta cambiando la nostra Comunità. 1.2 Lo stato dell arte 1.3 Sistema di governo e di gestione dei servizi 1.4 I bisogni rilevati Capitolo 2 Gli obiettivi strategici e le priorità generali del Piano 2002/ Le priorità e gli obiettivi strategici 2.2.La gestione del Piano e la valutazione Capitolo 3 Il programma attuativo Area responsabilità familiari 3.2 Area diritti dell infanzia e dell adolescenza 3.3 Area disabilità 3.4 Area anziani 3.5 Area immigrazione 3.6 Area contrasto all esclusione povertà dipendenze 3.7 Titolarità degli interventi, modalità di produzione e gestione dei servizi 3.8 Le risorse finanziarie del Piano di Zona 2

3 Premessa La legge quadro per la realizzazione del Sistema integrato di interventi dei servizi sociali n.328/00 adotta il metodo della pianificazione al fine di disegnare il sistema integrato di servizi socio assistenziali locali. La Legge all art.19 prevede l utilizzo dei PIANI DI ZONA come strumento per favorire il riordino, il potenziamento, la messa in rete di interventi e servizi in modo di programmarli e realizzarli secondo un ottica sistemica. La nostra Regione, in attesa dell approvazione della specifica legge, ha deliberato un programma di interventi che definisce: a) gli ambiti territoriali dei Piani di zona coincidenti con i Distretti sanitari; b) il carattere sperimentale del piano 2002; c) la ripartizione dei fondi; d) gli obiettivi prioritari. Gli obiettivi: a) valorizzare e sostenere le responsabilità familiari e le capacità genitoriali b) rafforzare i diritti dei minori assicurandone l esigibilità anche tramite l attivazione di servizi e iniziative all interno di una progettazione di più ampia politica dei territori c) potenziare gli interventi a contrasto della povertà d) sostenere, con servizi domiciliari, le persone non autosufficienti (in particolare anziani e disabili gravi) e) prevenzione delle dipendenze f) azioni per l integrazione sociale degli immigrati La Provincia ha svolto un ruolo di coordinamento attraverso la promozione e informazione verso i cittadini, le istituzioni pubbliche e il Terzo settore con quattro Assemblee tematiche pubbliche quali momenti di approfondimento, confronto e ascolto, l istituzione di tavoli politici e tecnici a livello provinciale, il supporto informativo e tecnico nei confronti dei soggetti impegnati nella formulazione dei piani di zona, attraverso la messa a disposizione di tutti i dati di sfondo del sistema informativo regionale sui servizi sociali. Il Distretto Pianura est formatosi dalla fusione degli ex Distretti di Budrio e San Giorgio di Piano e composto da 16 Comuni, per la formazione dei Piani di Zona ha istituito una commissione tecnico-politica. Compito della Commissione è stato quello di individuare le forme e i modi per favorire il massimo coinvolgimento e partecipazione dei soggetti coinvolti nelle politiche sociali (Comuni, AUSL, Scuole, Ipab, Fondazioni, Terzo settore, Associazionismo, Volontariato ecc ) La scelta di un unico tavolo è stata motivata dalla consapevolezza che, le trasformazioni del tessuto sociale in atto nella nostra realtà territoriale, richiedono un connubio tra competenze professionali e analisi delle politiche sociali. 3

4 Il percorso Nel percorso di coinvolgimento della comunità, importanti sono state le due serate pubbliche a tema che hanno affrontato rispettivamente: Famiglia, diritti per l infanzia, adolescenza e disabilità e Anziani, immigrazione,dipendenze, vecchie e nuove povertà con una buona partecipazione di cittadini, operatori del settore sociale, amministratori locali, operatori AUSL, OOSS, volontariato e associazionismo in un clima di confronto e rispetto reciproco. Successivamente si sono formati due tavoli interistituzionali secondo le due macro aggregazioni sopra evidenziate, preceduti da uno specifico incontro con i Sindacati, le Cooperative e le loro Associazioni. I tavoli si sono incontrati nel corso dei mesi di aprile e maggio, in tre momenti, con una partecipazione attenta e propositiva, tesa principalmente a: - conoscere i bisogni del territorio, nelle diverse aree; - conoscere i servizi esistenti e le possibili sinergie fra i soggetti coinvolti, per la loro valorizzazione - ipotizzare una prima forma di messa in rete - stabilire per ogni area di discussione le priorità di interventi 2002 e le prime indicazioni per il 2003 Parallelamente si sono tenuti alcuni incontri con i referenti tecnici dei 16 Comuni e dell Azienda USL al fine di informarli e contemporaneamente condividere l elaborazione del piano di zona. Il gruppo tecnico-politico distrettuale ha poi provveduto all analisi dei dati di sfondo, dei bisogni emersi, dei progetti presentati e delle risorse territoriali per ricomporle nella stesura effettiva il Piano di zona del Distretto Pianura EST. 4

5 TAVOLI DI LAVORO PER I PIANI DI ZONA Tavolo 1 Famiglia, diritti dell infanzia, adolescenza e disabilità Associazioni ed Enti invitati A.N.F.F.A.S. A.R.C.A. - Comunità Arcobaleno ONLUS A.R.C.I. provinciale A.I.A.S. Assoc. LA STRADA (minori) Dirigenze scolastiche dell ex Distretto di Budrio e San Giorgio Centro per l impiego della Provincia Casa delle Donne per non subire violenza Casa Famiglia Pieve di Cento Comunità MARANA-THA Coop. Soc. Arcobaleno Coop. Soc. L orto Servizio Territoriale Orientamento Fondazione Demetrio Benni Handycap 24 Idee ed Esperienze L Altra Voce (per handicap) Servizio Accoglienza alla Vita La Quercia Volontari Pensionati A.G.C.I. C.I.T. - C.G.I.L. C.I.S.L. U.I.L. LegaCoop Bologna ConfCooperative Bologna USL BO NORD - Responsabile Servizio Sociale Distretto Pianura Est- Responsabile U.O. Pedriatrica Distrettuale Dipartimento Cure Primarie - Responsabile U.O. Centro di Salute Mentale Direttore Dipartimento Salute Mentale Responsabile M.O. di S.Giorgio di Piano U.O. Neuropsichiatria dell Età Evolutiva 5

6 Tavolo 2 Anziani, immigrazione, dipendenze, vecchie e nuove povertà Associazioni ed Enti invitati ABC Immigrazione ONLUS ANGLAD Bologna ONLUS Forum Terzo settore c/o A.R.C.I. provinciale Assoc. Pettirosso ONLUS (dipendenze) AUSER - sez. provinciale Mano Amica AMA Pieve a Colori CEFAL CARITAS DIOCESANA DI BOLOGNA A.N.C.E.S.C.A.O. Coordinamento Provinciale Centri Sociali e Anziani Autogestiti Comitato Orti A.G.C.I. C.I.T. - C.G.I.L. C.I.S.L. U.I.L. LegaCoop Bologna ConfCooperative Bologna Casa di Riposo Villa Maria Grazia EL AMAL (assoc. Culturale marocchina) I.P.A.B. Unione Contro Emarginazione Sociale Per AUSL BO NORD Responsabile Servizio Sociale Distretto Pianura Est Referente U.O. Prevenzione Cura e Riabilitazione stati di Dipendenza 6

7 Capitolo 1 Il contesto socio economico Analisi della domanda sociale e dell offerta 7

8 IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO Come è cambiata e sta cambiando la nostra comunità Il Distretto Pianura Est, costituitosi a seguito dell accorpamento dei due ex distretti di Budrio e San Giorgio di Piano, si sviluppa su un vastissimo territorio della pianura centrale bolognese, dal capoluogo ai confini con la Provincia di Ferrara. I 16 Comuni che ne fanno parte hanno caratteristiche socio economiche sostanzialmente simili, anche se con specificità e vocazioni diverse: la localizzazione degli insediamenti industrio-artigianali e della grande distribuzione commerciale distinguono i Comuni della immediata cintura bolognese, in particolare lungo gli assi viari e ferroviari più importanti, mentre la presenza dell agricoltura, peraltro sempre più specializzata e raffinata, è tipica dei territori più lontani dalla area urbana. La popolazione residente al 31 dicembre 2000 ammonta a abitanti, pari al 15,8% della popolazione dell intera Provincia, con una espansione demografica negli ultimi dieci anni pari all 11%, accentuatasi negli ultimi due anni. Durante il 2000 si è registrato un aumento di unità pari all 1,57% contro la media provinciale dello 0,5%. I confronti sono stati effetuati con il 2000 in quanto ultimo dato ufficiale dell ISTAT. (Riportiamo la tabella relativa alla popolazione stimata al 31/12/2001, dalla quale risulta un ulteriore incremento della popolazione che sale a abitanti, anche se quest ultimo dato non è ancora stato ufficializzato dall ISTAT e pertanto potrà subire qualche variazione). COMUNI SALDO COMUNI SALDO Argelato Granarolo Baricella Malalbergo Bentivoglio Medicina Budrio Minerbio Castel Maggiore Molinella Castello d Argile Pieve di Cento Castenaso S.Giorgio di Piano Galliera S.Pietro in Casale Negli ultimi anni si è assistito ad una parziale inversione di tendenza dei processi migratori. I paesi di medie e piccole dimensioni, anche se distanti dalla città, sono stati scelti da un numero sempre maggiore di nuclei familiari perché in grado di garantire una buona qualità dei servizi e quindi di vita a fronte di costi abitativi più bassi, di opportunità di lavoro nel territorio, di minori inquinamenti ambientali e senza grossi fenomeni di disagio sociale. Si assiste altresì al pieno e totale recupero e riutilizzo a fini residenziali degli edifici rurali un tempo abbandonati. Il Saldo migratorio in crescita giunge a unità nel 2000 (30,7% in più rispetto al 1998) e contribuisce, in modo consistente, al trend positivo del Distretto Pianura Est. Ma anche il saldo naturale migliora nettamente, pur se ancora negativo, 8

9 con una riduzione di due terzi rispetto a quello del 1998, grazie al significativo aumento dei nati: 1409 nel 2000, + 21,8% rispetto al Dal confronto con i dati relativi ad altri contesti territoriali si sottolinea che, nel biennio , l espansione demografica è molto più accentuata nella pianura est, rispetto al complesso della provincia,della regione ed ancor di più del livello nazionale , ,2 6,9 2,8 0 pianura est provincia regione italia Saldo positivo della popolazione residente - Anni per mille abitanti residenti. Questa dinamica demografica ha determinato cambiamenti nella struttura per età della popolazione: nell ultimo decennio si registra un lieve incremento della popolazione giovanile (0-14) nel 2000 al 12,05% (+ 0,18%), una flessione di quella adulta (dal 70% del 1990 al 67% del 2000) e un incremento di quella anziana (dal 18,37% del 1990 al 20,54% del 2000). Quest ultima stabilizzatasi nell ultimo biennio con un rapporto di 75 uomini ogni 100 donne. L indice di vecchiaia, ovvero gli anziani oltre i 65 anni per 100 giovani (0-14) è passato da 175,7 nel 1998 a nel I Comuni che presentano un indice di vecchiaia superiore a quello dell intera pianura est ( quasi 171 anziani ogni 100 giovani) sono: Malalbergo, Molinella, Budrio, Medicina, San Giorgio di Piano, Baricella, San Pietro in Casale, Bentivoglio e Minerbio. Questo indice, nell ultimo biennio, è diminuito nella quasi totalità dei Comuni per l incremento della popolazione giovanile. Dal confronto fra la pianura est ed altri contesti territoriali emerge che l indice di vecchiaia (170,5) ha valori al di sotto della media provinciale (213) e regionale (194) senza però raggiungere il dato nazionale (127) , , , p ia n u r a e s t p r o v in c ia r e g io n e it a lia Indice di vecchiaia: rapporto tra la popolazione anziani di 65 anni e oltre e la popolazione giovanile fino a 14 anni di età, per 100. I Comuni più giovani risultano Castello d Argile (117,5), Granarolo dell Emilia (123,1) e Argelato (139,5). 9

10 Va inoltre sottolineato che, nella pianura est, il numero di anziani a carico (indice di dipendenza senile) pari a 30,5 ogni 100 persone attive, è inferiore rispetto a quello provinciale (34,8) e regionale (33,4) e sempre più vicino a quello nazionale (27,1). Minori e stranieri risultano in lieve aumento nell ultimo biennio: mentre la % di minori sul totale della popolazione è superiore nel Distretto Pianura Est ( 14,3) a quella provinciale (12,8) e regionale 13,7), la % di stranieri risulta invece pari al valore nazionale (2,4), al di sotto di quella provinciale (3,5) e regionale (3,3). I Comuni con la più alta incidenza straniera sono: San Pietro in Casale, Baricella, Pieve di Cento, Bentivoglio, Galliera e San Giorgio di Piano, mentre Castello d Argile e Granarolo dell Emilia hanno la più alta incidenza di minori (rispettivamente il 16,9% e il 15,7%). I dati che abbiamo voluto richiamare vengono riportati dettagliatamente nei documenti forniti dalla Provincia di Bologna. 10

11 Lo stato dell arte Per quanto riguarda il sistema dei servizi sociali territoriali, si può affermare l esistenza di una significativa offerta di servizi ed una diversificata progettualità riferita in particolare ad alcune tematiche (infanzia, disabili, stranieri.). Dall analisi dei bisogni svolta, non sono emerse aree totalmente scoperte, ma richieste di miglioramento, soprattutto nel senso di una maggiore differenziazione e flessibilità dei servizi esistenti. Esaminiamo di seguito brevemente le diverse aree, in relazione alle attività in corso, all utenza servita, alla risorse impiegate. Area Responsabilità familiari La necessità delle famiglie di conciliare tempo di cura e di lavoro trova risposta nella presenza capillare su tutti i Comuni del Distretto di servizi per l infanzia quali i Nidi (anche in forme più flessibili come i nidi part-time o gli spazi bambini), i servizi integrativi alla scuola (pre- post), i centri estivi, il servizio di trasporto scolastico. Le responsabilità genitoriali vengono sostenute attraverso interventi di accompagnamento mirati, con particolare attenzione alle famiglie adottive e affidatarie, sportelli di consulenza psico-pedagogica, agevolazioni e misure di sostegno economico, offerta di soluzioni abitative di emergenza. Spesa Enti Anno 2001 Comuni Distretto ,00 AUSL ,00 Totali ,00 Area Diritti dell Infanzia ed Adolescenza La tutela e protezione dei minori viene garantita attraverso progetti di affido familiare o con inserimenti in comunità residenziali familiari e/o gruppi appartamento, nell ottica di ridurre l istituzionalizzazione e per agevolare il rientro in famiglia appena possibile. La necessità di socializzazione di bambini ed adolescenti trova risposta nell offerta che spazia dai servizi per l infanzia nelle diverse tipologie, ai servizi scolastici, extra scolastici e per il tempo libero più in generale. Ancora insufficiente è invece la disponibilità di luoghi fisici di incontro per i ragazzi più grandi, con la funzione di prevenire e contrastare processi di esclusione. Buona invece la progettualità mirata alla prevenzione del disagio giovanile che tende a cogliere precocemente comportamenti a rischio di devianza ed a promuovere iniziative ed attività per l agio ed il benessere dei minori. 11

12 Area minori dati al 31/12/01 forniti dall Azienda USL Distretto Pianura Est minori Utenza in carico nuclei minori in nucleo mono parentale Minori extrac. minori in nucleo mono reddito Collocati extrafamiglia Inseriti comunità educativa, istituto, gruppo appart. con progetto di affido presso nuclei familiari presso Assoc./ gruppi famiglia totale extra famiglia In ass. economica sussidio, borse lavoro, colfaggio, sostegno genitorialità attività di gruppo, tempo libero, inser. formativ o ARGELATO BARICELLA BENTIVOGLIO C ARGILE C MAGGIORE GALLIERA GRANAROLO MALALBERGO MINERBIO PIEVE DI CENTO S GIORGIO S PIETRO BUDRIO CASTENASO MEDICINA MOLINELLA Tot. 31/12/ ANNO Appare significativo l aumento del volume di utenza e di interventi attivati nel corso del Anche il dato qualitativo si presenta molto interessante, connotato da elementi quali il minor numero di interventi di inserimento in strutture residenziali ed il maggior utilizzo dell intervento di affido familiare, con un aumento di 8 situazioni rispetto all anno

13 Bambini iscritti negli asili nido della zona Pianura Est - Anno 1999/2000 Comune Numero N. Totale posti Bambini N. numero (capienza N. Richieste utenti di Bambini iscritti al max per Comuni stranieri 31/10/99 comune) limitrofi N. N. Bambini Bambini handicapp esenti ati N. Bambini retta Max Popolaz. 0-2 anni (1999) Lista d'attesa fra N. Posti e N. Richieste Argelato Baricella Bentivoglio Budrio n.p. n.p Castello D'Argile Castelmaggiore Castenaso Galliera Granarolo Dell'Emilia n.p. n.p Malalbergo Medicina Minerbio n.p. n.p Molinella Pieve Di Cento San Giorgio Di Piano San Pietro In Casale TOTALE Pianura Est TOTALE Provincia Spesa Enti Anno 2001 Comuni Distretto ,00 AUSL ,00 Totali ,00 Area Disabili La richiesta di sostegno proveniente dalla famiglie di disabili trova risposta in diversi interventi e servizi che vanno dall assistenza domiciliare ai centri socio-riabilitativi diurni (Bucaneve di Castel Maggiore e Sottosopra di Medicina) a laboratori protetti, ai trasporti personalizzati realizzati in collaborazione con il volontariato. L esigenza di socializzazione dei disabili viene affrontata con interventi e progetti legati al tempo libero, in particolare all interno del S.A.P. (Servizio di Aiuto alla Persona) ed all organizzazione di vacanze e soggiorni estivi. Relativamente agli inserimenti lavorativi vengono messi in campo percorsi protetti anche in collaborazione con Cooperative Sociali di tipo B. Infine grande impegno dei Comuni va negli interventi a sostegno dell integrazione scolastica, prevedendo educatori a supporto dei docenti statali, laboratori in orario scolastico, ulteriori attività a carattere educativo in rapporto con il Servizio di Neuropsichiatria dell età evolutiva e dell Adolescenza. Quest ultimo ambito di attività ha avuto notevole impulso grazie al sostegno economico della Fondazione Demetrio Benni di Budrio, che ha messo a disposizione risorse e strutture finalizzate al Progetto Accendi Molti Fuochi rivolto a minori certificati o in situazioni di disagio. 13

14 Handicap adulto dati al 31/12/01 forniti dall Azienda USL Borse lavoro Distretto Pianura Est utenti in carico con genitori anziani in extra famiglia in centri diurni socio coop totale ass.form percorsi lavorativi e formativi lab. Prot totale interv. educ. di gruppo ed indiv. ass.economica colf assist. totale Tutela segretari ato sociale ARGELATO BARICELLA BENTIVOGLIO C ARGILE C MAGGIORE GALLIERA GRANAROLO MALALBERGO MINERBIO PIEVE DI CENTO S GIORGIO S PIETRO BUDRIO CASTENASO MEDICINA MOLINELLA Tot. 31/12/ ANNO Spesa enti Anno 2001 Comuni Distretto ,00 AUSL ,00 Totali ,00 Area Anziani In questa area le diverse azioni sono tese, principalmente, a mantenere l anziano nel suo contesto di vita il più a lungo possibile. Il sostegno alla domiciliarità viene garantito attraverso servizi e interventi quali: Centri Diurni presenti in ben 11 Comuni, assistenza domiciliare, sia socio-assistenziale che integrata, consegna pasti a domicilio, erogazione assegni di cura, interventi di sostegno economico, alloggi protetti, telesoccorso, trasporti sociali e personalizzati. L esigenza di ricovero, per le situazioni gravemente non autosufficienti, trova risposta in diverse strutture residenziali presenti sul territorio, sia gestite direttamente dai Comuni, sia gestite dalle IPAB o da privati. Va inoltre rilevato l accesso facilitato ai suddetti servizi, realizzato attraverso un punto unico di accesso alla rete dei servizi stessi, fortemente sostenuto dal sistema operativo aziendale GARSIA. 14

15 Altro obiettivo prioritario dell area è l integrazione socio-sanitaria ricercata attraverso un forte coordinamento fra istituzioni interessate (Comuni, AUSL, IPAB), sancito in un apposito accordo di programma. Infine, il bisogno di socializzazione degli anziani ancora in buona salute viene soddisfatto attraverso una molteplicità di attività, anche a carattere preventivo quali: vacanze, corsi sportivi di mantenimento, orti, corsi culturali, ecc. spesso gestite in collaborazione con i Centri sociali anziani e l Associazionismo. Utenti presenti nei presidi al 31/12/ Dati di STOCK Non sono pervenuti i dati di 1 Casa Protetta e di 2 Case di Riposo. Escludendo l'assistenza domiciliare si ha una mancata risposta pari al 9% dei presidi presenti in questa zona. N POSTI (capienza) % di cui: N. % CASA PROTETTA ,4 CASA RIPOSO ,4 CENTRO DIURNO ,2 COMUNITA' ALLOGGIO 27 2,8 R.S.A ,3 14,9% del complesso dei posti dei presidi per anziani presenti sul territorio provinciale % su tot. posti in Provincia per tipol. di servizio 17,6 8,8 25,7 31,4 26,2 RESIDENZA PROTETTA ASSISTENZA DOMICILIARE (2) (2) L'assistenza domiciliare non ha una capienza (tot. Posti), poiché l'anziano non è inserito in struttura residenziale o semiresidenziale, ma il servizio consente la permanenza dell'anziano presso il proprio domicilio. di cui Anziani di 65 anni e più e N OSPITI (utenti) % Anziani di 75 anni e più % di 75 e + di cui: N. % e più e più sul Tot. utenti CASA PROTETTA , ,7 CASA RIPOSO , ,6 CENTRO DIURNO 122 8, ,1 COMUNITA' ALLOGGIO 25 1, ,0 R.S.A. 90 6, ,3 RESIDENZA PROTETTA ASSISTENZA DOMICILIARE , ,7 Dati forniti dall Amministrazione Provinciale Spesa enti Anno 2001 Comuni Distretto ,00 AUSL ,00 Totali ,00 15

16 Area Immigrazione I bisogni legati all abitazione, problematica forte dell area, trovano una risposta seppur parziale nei Centri di Accoglienza gestiti da diversi Comuni. Per favorire l integrazione vengono messi in campo interventi di mediazione culturale rivolti sia ai bambini inseriti nelle scuole sia alle famiglie; in questo ambito notevole importanza hanno il Progetto Arcobaleno culturale, finanziato dalla Fondazione Benni, finalizzato all integrazione scolastica ed extrascolastica per minori immigrati e gli sportelli Odos e Donne al Centro rivolti in particolare alle donne e famiglie immigrate con la finalità principale di garantire parità di accesso alle informazioni ed alle opportunità del territorio. La presenza poi di alcune associazioni di volontariato arricchisce l offerta dei Comuni, in particolare in relazione ad attività di integrazione culturale e di alfabetizzazione. Immigrazione: il sistema di offerta dati dell Amministrazione Provinciale al 31/12/2000 N. utenti % Minori Adulti Anziani % adulti su totale utenti Centri di accoglienza abitativa ,9 Spesa enti Anno 2001 Comuni Distretto ,00 AUSL Totali ,00 Area Contrasto all esclusione, povertà, dipendenze In questo ambito gli interventi attuati sono finalizzati a contrastare processi di isolamento e marginalità, a rimuovere limitazioni personali, familiari e sociali, a salvaguardare la dignità e l autonomia della persona. Si riferiscono a colloqui di sostegno, accompagnamenti per inserimenti lavorativi, borse-lavoro, contributi ad integrazione del reddito. Spesa enti Anno 2001 Comuni Distretto ,00 AUSL ,00 Totali ,00 16

17 Sistema di gestione I 16 Comuni del Distretto Socio-Sanitario Pianura Est hanno delegato da anni all Azienda USL Bologna Nord le seguenti funzioni: Area famiglia, infanzia ed età evolutiva Assistenza sociale alla maternità, infanzia ed età evolutiva, ivi comprese le competenze di cui all art. 23 lett.c del DPR 616/77; autorizzazione al funzionamento e vigilanza delle strutture residenziali e socio-assistenzali di accoglienza di madri e/o minori; Area adulti Assistenza sociale agli adulti con riferimento ai tossicodipendenti ed alle persone di cui alle lettere a), b) e d) del DPR 616/77; Area Handicap adulto Assistenza sociale agli adulti inabili in età lavorativa; autorizzazione al funzionamento e vigilanza delle strutture residenziali e semiresidenziali per handicappati; Area Anziani Coordinamento del servizio di Assistenza Domiciliare in 10 Comuni su 16. Nell ambito di ciascuna area si distinguono, come previsto dall accordo ANCI e specificato nella direttiva regionale n. 1637/96: Interventi socio-assistenziali, finalizzati al raggiungimento di obiettivi di natura sociale, educativa ed assistenziale, non collegati a condizioni patologiche e prepatologiche a rischio, o di alterazione permanente, sia fisica che psichica, con spesa a carico del Fondo Sociale degli Enti Locali; Interventi sanitari, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, definiti dal Piano Sanitario Regionale, con spesa a carico del Fondo Sanitario; Interventi sociali a rilievo sanitario, finalizzati al raggiungimento di obiettivi di natura sociale, educativa ed assistenziale, quando si debba contemporaneamente superare il condizionamento posto da stati patologici e prepatologici a rischio, sia fisico che in presenza di stati di disabilità permanente della funzionalità fisica e psichica con spesa a carico del Fondo Sanitario. I Comuni gestiscono i restanti servizi o singolarmente o attraverso convenzioni per gruppi di Comuni, prevalentemente coincidenti con i territori degli ex distretti. Particolarmente significative risultano le gestioni, in convenzione, delle Leggi 284/97 285/97 286/98 45/99 162/98 L.R.2/85 L.R.29/97, che hanno creato presupposti di omogenizzazione dei servizi sui territori interessati nonché l abitudine a lavorare in modo coordinato fra Comuni e Azienda AUSL. Nell anno in corso vi è l impegno di formare una Commissione di Studio fra Comuni e Azienda, con il contributo di esperti, per formulare ipotesi su nuove forme di deleghe o gestione servizi. Il finanziamento dello studio è inserito nella tabella 8 Programma delle azioni di supporto. 17

18 I bisogni rilevati Il prezioso contributo emerso dai due tavoli tematici ed integrato dal punto di vista dei Comuni, ha delineato i bisogni sociali elencati di seguito, suddividendoli per maggior chiarezza nelle sei aree indicate dalla Regione e distinguendo ulteriormente fra proposte provenienti dai Comuni e proposte delle Associazioni e di altre Istituzioni. Si vogliono inoltre sottolineare alcuni bisogni e criticità trasversali emersi durante tutta la fase di discussione: necessità di potenziare la formazione a tutti i livelli, al fine di acquisire strumenti adeguati ad affrontare i cambiamenti sociali in atto; rafforzare la rete solidaristica, per allargare il campo delle risorse disponibili; rendere più costante ed efficace la comunicazione tra servizi e servizi ed in particolare tra ambito sociale ed ambito sanitario; non disperdere nel tempo l attività di collaborazione fra quanti sono stati impegnati nei Piani di Zona, indispensabile se si vuole arrivare ad un reale lavoro di rete. Si allegano le tabelle con il contributo delle associazioni e degli enti che hanno partecipato ai dibattiti, ai tavoli e che hanno voluto inviare contributi scritti. 18

19 Proposte Associazioni scaturite dagli incontri e/o pervenute per iscritto RESPONSABILITA FAMILIARI CASA DELLE DONNE PER NON SUBIRE VIOLENZA: 1) analizzare più approfonditamente e il tema della violenza e del maltrattamento a donne e minori all interno della realtà familiare. INFANZIA ADOLESCENZA DITRETTI SCOLASTICI: 1) attività formative per personale scolastico e genitori per affrontare e/o prevenire il disagio infantile ed adolescenziale e per un supporto alla genitorialità; 2) attivazione di servizi specialistici a sostegno di insegnanti e famiglie in accordo con la AUSL; 3) esigenza di una mappatura di tutti i servizi scuola ed extrascuola; 4) istituizone di un gruppo permanente per monitorare i progetti e le azioni. DISABILITA ANZIANI IMMIGRAZIONE VILLA DONINI BUDRIO: 1) possibilità di ricoveri brevi anche giornalieri; 2) disponibilità di un posto di emergenza sociale; 3) aiuto nell assistenza domiciliare con operatori interni alla struttura; 4) vacanze protette; 5) corsi di formazione per donne immigrate da impiegare nei periodi di emergenza. C.G.I.L.: 1) Costruire percorsi di integrazione sia alla vita sociale che al lavoro attraverso tavoli composti dai IPAB CASA RAMPONI S.Giorgio di Piano: 1) concentrazione dei servizi amministrativi fra le Ipab del territorio; 2) gestione in forma associata dei servizi socio-assistenziali e generali; 3) unico direttore, unico segretario ecc ; 4) mantenimento dei singoli consigli di amministrazione. A.R.E.R. I.P.A.B.: 1) rete servizi territoriali rivolti agli anziani per ritardare l istituzionalizzazione; 2) servizi residenziali integrati; particolare C.G.I.L.: 1) Continuare e promuovere l esperienza di Donne al Centro ; 2) estendere gli sportelli di ascolto su tutti i comuni; 3) continuare i corsi di alfabetizzaizone in particolare per le donne; 4) verificare se occorre un maggior impiego di mediatori culturali; 5) porre particolare attenzione al problema della casa. CONTRASTO ESCLUSIONE POVERTA DIPENDENZE C.G.I.L.: 1) inserire nei programmi scolastici percorsi di informazione e/o prevenzione sui rischi droga-alcool-fumo; 2) percorsi di inserimento e reinserimento lavorativo ad hoc per alcolisti licenziati e non tutelati dalla legge. CEFAL Per le Nuove Povertà: 1) creare un arete (di servizi, di persone, di istituzioni, di risorse) che garantisca una comunicazione continua e tempestiva sul territorio: dall emergere di 19

20 C.G.I.L.: 1) Allargare le reti di affido oggi esistenti; 2) investire sui nidi come veicolo di formazione e integrazione; 3) costruire reti di protezione e prevenzione per i fenomeni di bullismo; 4) necessità di analizzare i regolamenti per l accesso ai servizi per l infanzia. U.O. DI NEUROPSICHIATRIA DELL ETA EVOLUTIVA: 1) incentivare, favorire, rafforzare l ambito della prevenzione precoce, potenziando le attività del Centro per la Prima Infanzia situato a Castel Maggiore; 2) favorire il servizi per l impiego, le imprese e le parti sociali; 2) investire sul Dopo di noi. IDEE ED ESPERIENZE: 1) mantenimento delle borse lavoro; 2) valorizzazione e sviluppo delle cooperative sociali ed eventuale promozione di nuove con l eventuale possibilità dei Comuni di essere soci con le stesse; 3) promozione e valorizzazione di qualsiasi risorsa di volontariato sul territorio; 4) individuazione e formazione di una figura professionale sovracomunale che possa promuovere nell ambito dei singoli Comuni aggregazioni di mutuo-aiuto; risalto alla figura responsabile del caso; 3) centralità dell operatore socioassistenziale; 4) ridefinizione dei profili socioassistenziali alla luce della 328; 5) aggiornamento professionale. OPERE PIE S.DOMENICO E VILLA DONINI Budrio: 1) sviluppo integrazione sociosanitaria; 2) coinvolgimento della AUSL, dei Comuni e delle case protette in una logica di rete; 3) capacità delle strutture residenziali di offrire un servizio di elevate prestazioni sanitarie (attraverso integrazione ospedali, servizi infermieristici e situazioni bisognose di intervento alle notizie di imprese che cercano personale, dai corsi in fase di avvio ai progetti di intervento sociale e culturale di Comuni e Distretti, ecc ; 2) occorre una regia che gestisca i percorsi da attivare per evitare sovrapposizioni e dispersione garantendo nel contempo complementarietà ed efficacia; 3) costruire percorsi altamente personalizzati. 20

21 consolidamento del progetto Accedi Molti Fuochi, facente capo al Centro Benni di Vedrana di Budrio (in allestimento); 3) indagare, monitorare e intervenire, in collaborazione con scuole ed Enti locali, sul fenomeno del disagiodisadattamento giovanile; 4) favorire l apertura di centri a bassa soglia in cui i ragazzi possano accedere liberamente a scopo ricreativo-culturale; 5) migliorare e rendere più efficaci qualitativamente, attraverso gli appositi tavoli interistituzionali, i rapporti con i vari Plessi scolastici così da favorire un proficuo e comune interscambio 5) maggiore attenzione alle dinamiche ed ai disagi delle famiglie che hanno un handicappato da gestire; 6) formazione degli operatori attraverso una politica che selezioni veramente che è predisposto per tale lavoro: molte famiglie si sono dichiarate disponibili ad accogliere in casa persone in formazione; 7) creazione di più nuclei abitativi per singoli (con molta autonomia) o gruppi comunitari; 8) attivazione di studi legali che supporti i genitori nel disbrigo burocratico di domande di interdizione, inabilitazione, ecc.., oltre allo studio di strutture protette); 4) sostegno sociale ad anziani privi di rete parentale. C.G.I.L.: 1) rispettare la disponibilità del 10% di posti disponibili in strutture per ricoveri di sollievo imposto dalla legge; 2) aiutare le famiglie che godono dell assegno di cura indipendentemente dall aiuto economico che già ricevono; 3) mappatura del fenomeno delle badanti; 4) verificare che i criteri di accesso ai servizi per gli anziani siano basati sulla nonautosufficienza e non sul reddito; 5) rispetto degli accordi siglati con 21

22 operativo e di informazioni. tutele che superino il concetto della conservazione dei capitali, ma siano in grado di utilizzare gli stessi per il bene e la qualità della vita della persona. AUSL e Sindaci. S.P.I.-C.G.I.L. / F.N.P.-C.I.S.L. / U.I.L.P.-U.I.L.: Va rispettato l accordo del 16/10/2000 fra OOSS, AUSL e Conferenza dei Sindaci. 22

23 Proposte dei Comuni ENTE ASSOCIAZIONE ARGELATO RESPONSABILITA FAMILIARI Intervento di tecnici, educatori, psicologi o altro che agiscano direttamente nei nuclei familiari problematici INFANZIA E ADOLESCENZA BARICELLA 1)Messa in rete dei centri per disabili 2)Progetti dopo di noi BENTIVOGLIO Istituzione del prestito sull onore in forma associata BUDRIO 1)Messa in rete della legge 285/97 2)Ampliare offerta nido 3)Interventi extrascolastici per adolescenti DISABILITA ANZIANI IMMIGRAZIONE CONTRASTO - ESCLUSIONE POVERTA DIPENDENZA Valutare e adeguare i servizi ai minori stranieri non accompagnati 1)Condividere progetti handicap adulto e gravi 2)Ampliare progetto accendi molti fuochi Sostegni a favore della domiciliarità Coordinamento servizio trasporto, convenzioni con pubblica assistenza,taxi, associazioni, ecc.. 1)Ampliamento servizio assegni di cura 2)Proseguire progetto demenze 3)Realizzare ricerca sui fabbisogni degli anziani per 1)Progetti di alfabetizzazione scuole medie 2)Alfabetizzazione adulti in particolare donne 1)Realizzare progetti 286/98 (sportelli ODOS e Donne al Centro) 2)Formazione del personale dei servizi comunali, sanitari e scolastici Progetti a sostegno delle famiglie monoparentali Indagine sulle nuove povertà per definire progetti di intervento alternativi al contributo. Vedi ALTRO Assistente sociale comunale Assistente Sociale area adulti su più comuni Assistente Sociale area adulti su più comuni 1)Istituire servizi di pronto soccorso sociale 2)Ampliare organico assistenti 23

24 CASTELLO D ARGILE Potenziamento trasporto handicap adulto CASTENASO GRANAROLO MALALBERGO 1)Consolidamento sportelli di consulenza psicopedagogica di sostegno alla genitorialità 2)Gruppi di autoaiuto Istituire sul territorio distrettuale uno o più Centri per le Famiglie per: mediazione familiare e supporto alla genitorialità collegati con i servizi integrativi per l infanzia Istituzione prestiti sull onore. Sviluppo interventi educatori di strada Sportelli di ascolto per la prevenzione del 1)Ampliamento e consolidamento trasporti personalizzati 2)Sperimentazione percorsi di autonomia (dopo di noi) approfondimento aspetti legali individuare priorità 1)Estensione assegno di cura 2)Definizione percorso presa in carico persone anziane dimesse dagli ospedali Potenziamento assistenza domiciliare: più ore, più servizi (accompagnamenti, preparazione pasti, governo della casa) Prosecuzione progetto demenze. Potenziamento mediatori Donne al Centro Problema principale casa: cosituzione di agenzia per la casa a livello distrettuale Potenziare i servizi di consulenza agli immigrati Potenziamento attività di sportello progetto Donne esperienza assegni civici del comune di S.Giovanni Miglioramento percorsi inserimento lavorativo sociali su più comuni Assistente Sociale area adulti su più comuni Potenziare le funzioni di segretariato sociale (assistente sociale comunale e URP servizi sociali) 24

25 disagio all interno delle scuole, rivolti sia agli alunni che ai genitori e agli insegnanti. al Centro e corsi di alfabetizzazione. PIEVE DI CENTO Ludoteca Trasporto Trasporto Potenziamento presenza mediatore culturale SAN GIORGIO DI PIANO SAN PIETRO IN CASALE Istituire il prestito d onore a livello distrettuale ISEE omogeneo a livello distrettuale 1)Progetto legge 45/99 (animazione di strada) 2)Prevenzione disagio giovanile: progetti di tutoraggio per i compiti e per contrastare l abbandono scolastico Aumentare i progetti e l impegno per le attività rivolte all adolescenza. Attività extrascuola. Progetto dismissioni dagli ospedali Strutturare a livello distrettuale i sevizi di trasporto protetto. Il Dopo di noi 1)Progetto filo d argento 2)Buoni di servizio per famiglie che assistono anziani e disabili quali intergrazioni degli assegni di cura Strutturare a livello distrettuale i sevizi di trasporto protetto Organizzazione corsi di alfabetizzazione Individuare nuove soluzioni per i problemi abitativi. Riconoscere piena cittadinanza all immigrato, con forme istituzionali di partecipazione.. Individuare progetti per affrontare l incremento delle situazioni di povertà. (emergenza espulsione lavoro) Assistente sociale per gli adulti Assistente sociale area adulti su più comuni Potenziare le funzioni di ascolto. 25

26 Capitolo 2 Gli obiettivi strategici e le priorità generali del Piano 26

27 AREA RESPONSABILITA FAMILIARI Le priorità e gli obiettivi strategici Una prima riflessione viene spontanea e riguarda lo spessore dei compiti attribuiti alla famiglia, ma anche la differenziazione dei livelli di intervento. Sono tuttavia i due verbi riconoscere e sostenere, che introducono una differenziazione tipologica: ci sono famiglie che in autonomia e con proprie risorse esercitano, giorno dopo giorno, ruoli che portano evolutivamente ciascun membro verso la propria autorealizzazione anche in rapporto ai contesti di vita esterni, ci sono famiglie che proprio in relazione a tali compiti evolutivi possono trovarsi in impasse, anche solo temporanee. Sembra allora che alle prime sia sufficiente il riconoscimento (che vuol dire concretamente non creare ostacoli all evolversi del loro ciclo vitale), alle seconde necessiti una qualche forma di sostegno. Tale primo capitolo è da considerarsi trasversale a tutte le aree: a) famiglia con minore b) famiglia con disabile c) famiglia con anziano OBIETTIVI ) Sostegno alla famiglia nella gestione legata alle funzioni di accudimento (nidi, centri giochi, assistenza anziani, handicap). 2) Potenziare la domiciliarità 3) Contenimento della istituzionalizzazione AREA DIRITTI DELL INFANZIA E DELL ADOLESCENZA I finanziamenti della legge285 hanno permesso il costituirsi di una rete integrata tra Comuni, AUSL, associazioni, scuole, con il reperimento di risorse e progetti che, nel nostro territorio hanno portato ad azioni concrete nel pieno rispetto dei diritti del bambino. Ne sono un esempio il reperimento di famiglie affidatarie che hanno completamente azzerato l istituzionalizzazione di minori nei nostri comuni. Va potenziata, quindi, ogni azione atta a favorire un migliore e più alto livello di raccordo con le istituzioni scolastiche, i servizi, le associazioni di volontariato. OBIETTIVI ) Formazione al personale scolastico al fine di ricercare il benessere dei minori e adolescenti, come supporto alle famiglie in linea con quanto previsto nei PIANI PER LA SALUTE (disagio giovanile). 2) Potenziamento del progetto legge 45 Educatori di strada 3) Potenziamento degli sportelli di consulenza psicopedagogica 4) Progetto Roller. 5) Sviluppo centro specialistico sulla genitorialità presso il polo socio/sanitario di San Pietro in Casale. 27

28 AREA DISABILITA L impegno che negli anni ha caratterizzato questo territorio si articola su tre punti fondamentali: - mantenimento della domiciliarità - inserimento sociale - inserimento lavorativo OBIETTIVI ) Impegno dei comuni a favorire l inserimento lavorativo attraverso la concessione di appalti diretti a cooperative di tipo B 2) Sostegno scolastico ed extrascolastico ai minori - progetto Accendi molti fuochi : consolidamento ed estensione - centro prima infanzia per la diagnosi precoce 0-3 anni 3) Sviluppo assegni di cura per disabilità gravi 4) Estensione del S.A.P. 5) Flessibilità centri diurni 6) Club del sabato 7) Attivazione percorsi vita autonoma (Coop. Orto e Fondazione Benni Vedrana) 8) Progetti per il Dopo di noi 9) Formazione tavolo interistituzionale che studia strumenti e metodologie, valuta l efficacia degli interventi, riprogetta nuove iniziative coordinato da: un rappresentante dei Comuni, un rappresentante del Distretto, un rappresentante della formazione professionale, un rappresentante dei Comuni per le attività produttive, un rappresentante delle categorie imprenditoriali più diffuse, un rappresentante sindacale ed infine la presenza di un operatore del centro impiego provinciale. Tale lavoro dovrà favorire l inserimento lavorativo di cittadini in situazione di svantaggio, studiare percorsi personalizzati che rispondano ad ogni specifica tipologia di bisogno (immigrati, persone in condizioni di disagio). AREA ANZIANI Il territorio ha un consolidato e capillare sistema di aiuto e supporto alla persona anziana. Ogni Comune ha una casa di riposo o struttura protetta, centri diurni, servizi di assistenza domiciliare. La realtà attuale ha visto impegnati i servizi nella realizzazione di azioni volte a migliorare e sviluppare la cultura della domiciliarità. Non sfugge all attenzione della amministrazioni comunali e dall Azianda USL il fenomeno delle badanti clandestine. E necessario, data la particolarità del fenomeno, mettere in atto azioni di monitoraggio per verificarne l estensione, formulare ipotesi di intervento conseguenti che devono vedere il coinvolgimento delle organizzaioni sindacali, il volontariato, i centri per la formazione e per l impiego. 28

29 Da più parti viene posto l accento sull esigenza di valorizzare il lavoro sociale: è questa un istanza condivisibile sia per l importanza che questa attività ha, in senso lato, ma soprattutto per superare la discriminazione contrattuale tra il lavoratore privato e quello pubblico e per limitare il fenomeno del turn-over. Viene infine ribadita la volontà di applicare l accordo area anziani siglato nell ottobre del 2000 dai sindacati, dal Presidente della Conferenza dei Sindaci, dal Direttore Generale della AUSL Bologna Nord e dalle Ipab del territorio. OBIETTIVI ) Valorizzazione del lavoro sociale. 2) Potenziamento centro diurno di Castel Maggiore 3) Attivazione nuovi centri da Castenaso e Molinella. 4) Flessibilità oraria nei centri diurni esistenti 5) Omogeneizzazione del servizio domiciliare su base distrettuale 6) Adozione unico regolamento 7) Omogeneizzazione criteri per la definizione delle rette con applicazione ISE 8) Estensione servizio telesoccorso 9) Creazione di un fondo per l estensione ADI nel territorio aziendale 10) Ampliamento e sviluppo offerta servizi domiciliari AREA IMMIGRAZIONE Il fenomeno è conosciuto e affrontato con azioni concrete già da un decennio. Sul nostro territorio l incidenza degli stranieri è del 2,4% sul totale popolazione. Il dato non è da sottovalutare, quindi sono previste azioni di consolidamento e sviluppo tendenti ad una maggiore integrazione. OBIETTIVI ) Consolidamento e ampliamento degli sportelli ODOS e Donne al Centro. 2) Potenziamento corsi di alfabetizzazione anche in collaborazione con le associazioni di volontariato del territorio. 3) Progetto Arcobaleno (Comuni, AUSL, scuole e Fondazione Benni) - integrazione scolastica ed extrascolastica alunni minori - formazione del personale. AREA NUOVE POVERTA Si è cercato di considerare lo svantaggio nel nuovo contesto sociale in continua evoluzione comprendendo non solo le forme tradizionali (disagio economico, carcere, tossicodipendenza ecc ) ma anche sulle nuove tipologie emergenti quali l immigrazione, donne sole, famiglie monoparentali, anziani soli Tali complesse problematiche, trasversali ad ogni area devono trovare concrete azioni che possano facilitare la costruzione di reti di solidarietà atte a garantire l autonomia e la dignità della persona. 29

30 OBIETTIVI ) Aumentare integrazione servizi pubblici e privati (Casa delle Donne di Castel Maggiore). 2) Prestiti d onore 3) Appartamenti per esigenze abitative straordinarie 4) Proposte progettuali per dare priorità alle famiglie monogenitoriali nell assegnazione di alloggi pubblici (Comune di Malalbergo). 5) Formazione tavolo interistituzionale che studia strumenti e metodologie, valuta l efficacia degli interventi, riprogetta nuove iniziative coordinato da: un rappresentante dei comuni, un rappresentante del Distretto, un rappresentante della formazione professionale, un rappresentante dei comuni per le attività produttive, un rappresentante delle categorie imprenditoriali più diffuse, un rappresentante sindacale ed infine la presenza di un operatore del centro impiego provinciale. Tale tavolo dovrà favorire l inserimento lavorativo di cittadini in situaione di svantaggio, studi percorsi personalizzati che rispondano ad ogni specifica tipologia di bisogno (immigrati, persone in condizione di disagio). CONCLUSIONI Nelle proposte delle linee di indirizzo dei Piani di Zona del Distretto Pianura Est riteniamo importante rilevare come, la metodologia di interventi individuata per il raggiungimento dell obiettivo, ci ha permesso di evidenziare che il nostro territorio è ricco di servizi, progettualità, idee, esperienze, con importanti risorse umane e professionali che da tempo hanno saputo raccordarsi e collaborare. L obiettivo principale, che è la grande scommessa di questo Piano di Zona, è quello di potenziare questo aspetto. In sintesi si può affermare che è necessario: - coordinare la politica con i programmi; - integrare, con più efficacia, i servizi sociali, sanitari ed educativi come servizi alla persona; - innovare i programmi per rispondere ai bisogni effettivi; - individuare le priorità dove destinare le risorse, con particolare attenzione alle fasce deboli della popolazione; - collaborare con il Terzo settore ed il privato sociale senza separazioni e per la completa messa in rete dei servizi. - Evitare sovrapposizioni e spreco di risorse 30

31 La valutazione e la gestione del Piano L importanza e la centralità della funzione di monitoraggio e di valutazione delle azioni è riconosciuta dai Comuni e dall Azienda come componente stessa del percorso progettuale. Sarà quindi previsto un sistema di valutazione, durante il percorso dei programmi attuattivi, funzionale ad un riorientamento progressivo delle politiche previste ed alla riprogettazione. Tale azione di monitoraggio e valutazione dovrà essere condotta a livello distrettuale e raccordata al livello provinciale che svolge funzioni di coordinamento. A tale fine viene mantenuto l organismo di coordinamento distrettuale istitutito nella prima fase di elaborazione e progettazione del piano di zona. Resterà quindi attivo il Tavolo sociale di zona composto dagli attuali rappresentanti di Comuni ed Azienda USL, con il compito di coordinare, monitorare e valutare a livello locale la realizzazione del piano e dei programmi attuativi. Sarà supportato in questo dai due tavoli di lavoro tematici istituiti nella fase di prima elaborazione del Piano. La responsabilità gestionale per le attività delineate nel Programma attuativo 2002 resta in capo ai singoli soggetti attuatori - come da tabella 5-, tranne che per i progetti innovativi a livello distrettuale che restano in capo a comuni capofila, individuati dal Comitato di distretto e, per alcuni, all Azienda USL. La valutazione dello stato di avanzamento di tali progetti innovativi sarà in capo ai gruppi di lavoro che li hanno definiti e verrà restituita al Tavolo sociale in modo da fornire tutti gli elementi per una valutazione di Piano. I tempi di questo primo Piano di Zona sono tali per cui il primo monitoraggio, previsto per ottobre 2002, sarà anche base per la definizione del programma attuativo anno

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