Piano Territoriale degli Orari

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1 PIÙ tempo alle Donne e Mobilità sostenibile per una città in armonia Piano Territoriale degli Orari del Comune di Legge 53/2000 L.R. 28/ giugno 2010

2 Comune di Responsabile politico: Mario Morandi, Assessore Settore Promozione della persona, della famiglia e della società Responsabile tecnico: Sara Alberti, Responsabile Settore Promozione della persona, della famiglia e della società Partenariato interno all Ente: Giunta comunale Settore Istruzione, cultura, sport e tempo libero Settore Affari istituzionali, tutela ambientale, sviluppo economico e comunicazione Settore Programmazione e.government, tributi e finanza Uffici Tecnici (Settore Infrastrutture Lavori pubblici e Viabilità e Settore Cura del Territorio, Urbanistica e Verde) U.R.P. Biblioteca comunale Polizia Locale Settore amministrativo e servizi delegati Partenariato esterno all Ente: Acchiappasogni caronnese A.S.D. Pertusella ciclismo ASL Associazioni anziani Banche Commercianti Famiglie con figli/e nelle scuole primarie Fondazione Artos Il pedale caronnese Insieme donna Medici di base e pediatri Oratori Protezione civile Regione Lombardia Scuole del territorio Società Parco del Lura Volontari servizio civile Piano Territoriale degli Orari del Comune di 2

3 Struttura del Piano Territoriale degli Orari di Il Piano Territoriale degli Orari (PTO) di si compone di quattro parti. La prima è dedicata ad una breve introduzione sulle politiche dei tempi. La seconda parte descrive schematicamente il processo di costruzione del Piano Territoriale degli Orari finanziato dalla Regione Lombardia attraverso il progetto PIU.M.A. (PIÙ tempo alle donne e Mobilità più sostenibile per una città in Armonia). La terza contiene un analisi del contesto territoriale e delle principali problematiche legate alla conciliazione dei tempi e degli orari. La quarta presenta le politiche temporali del Comune di e i progetti attuativi con i quali si intendono concretizzare tali politiche. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 3

4 Indice Le politiche dei tempi... 5 Il processo di costruzione del piano... 7 Il piano istituzionale... 8 Il piano conoscitivo... 9 Il piano operativo...10 Il piano di monitoraggio e valutazione...13 Il contesto territoriale...14, caratteri urbanistico - territoriali...15 Caratteri socio-demografici ed economici della popolazione...17 Conciliazione dei tempi e ruoli all interno delle famiglie...20 Spostamenti e stili di mobilità...23 I servizi e la loro accessibilità spazio - temporale...28 La qualità dei servizi, delle iniziative e della vita a...32 Associazionismo e uso sociale del tempo...34 Osservazioni conclusive...35 Le politiche temporali a...36 Gli obiettivi...36 Gli assi tematici...36 Le politiche temporali...37 a piedi e in bicicletta Servizi più accessibili a Spazi cittadini più vitali, belli e accessibili Armonizzare orari di inizio e di fine di attività e servizi Piano Territoriale degli Orari del Comune di 4

5 Le politiche dei tempi Il tempo non è un concetto astratto e non può essere trattato come un problema dei singoli cittadini: governare il tempo è un questione sociale con problematiche che investono l'intera comunità. La qualità della vita dei cittadini e delle cittadine e la qualità urbana possono infatti migliorare anche attraverso la progettazione e la realizzazione di interventi sui tempi e gli orari della città. Obiettivo di tali interventi dovrebbe essere una migliore conciliazione dei tempi familiari, dei tempi di lavoro e dei tempi per sé, una più efficace organizzazione degli orari dei servizi pubblici e dell uso spazio-temporale della città. Esito delle politiche dovrebbe essere la restituzione di tempo ai cittadini in termini quantitativi, ma anche qualitativi. Le politiche temporali urbane sono nate in Italia alla fine degli anni 80 in virtù dei cambiamenti degli stili di vita e delle esigenze derivate dal crescente ingresso delle donne nel mondo del lavoro. Le misure di conciliazione tra tempo di lavoro, tempi di cura della famiglia, tempi di vita sono diventate un elemento chiave per garantire l uguaglianza di opportunità tra uomini e donne. Il rapporto tra qualità della vita e gestione del tempo si gioca su piani diversi: da una parte sulla riduzione dei tempi di attesa e di accesso alle informazioni e ai servizi, su un offerta diversificata dei tempi di accesso che tenga conto delle diverse esigenze lavorative e di cura familiare dei cittadini e delle cittadine, e dall altra al bisogno di conciliare i tempi di vita con i ritmi biologici, con tempi che possono scorrere più lentamente proprio perché associati non a compiti da svolgere obbligatoriamente, ma a uno spazio di qualità della propria giornata che si dedica a sé o alla propria famiglia. Camminare da casa a scuola in compagnia di amici e amiche (Piedibus) è un tempo a cui restituire qualità in termini educativi e sociali, di salute psico-fisica, di autonomia e autostima. Assume quindi importanza anche il dove si cammina: l accessibilità dei marciapiedi, l efficienza dei percorsi, la bellezza del paesaggio, la sicurezza degli attraversamenti. Un cambiamento sostanziale delle abitudini della maggior parte della popolazione scolastica fa leva sul coinvolgimento forte delle famiglie attraverso insegnanti e dirigenti scolastici, sulla creazione di un clima di fiducia tra genitori, accompagnatori e bambini/e. Attuare politiche temporali significa allora coprogettare tenendo insieme urbanistica, servizi sociali ed educativi, comunicazione, polizia locale, scuola, associazioni di volontariato. Allo stesso modo accedere agevolmente alle informazioni necessarie per svolgere una pratica e concludere velocemente il suo iter, minimizzando tempi di attesa e spostamenti tra sportelli e sedi diverse, restituisce ai cittadini una quota di tempo da rimettere a disposizione del proprio bilancio di tempo personale e familiare. Anche in questo caso è necessario coprogettare i servizi pubblici e privati, tenendo conto non solo degli orari di apertura in funzione delle esigenze lavorative e di cura dei cittadini/e, ma anche dell accesso fisico al servizio (viabilità, aree di sosta, pedonabilità, ciclabilità), che può anche essere telematico, della chiarezza e dell accessibilità delle informazioni. Il carattere innovativo delle politiche temporali sta dunque nell'affrontare le criticità connesse al tempo, non più in maniera settoriale, ma piuttosto in un'ottica integrata che tiene conto della multidimensionalità del tempo individuale e collettivo. Regione Lombardia, recependo le disposizioni della legge 53/2000 Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città e quelle presenti nel D.Lgs. 267/2000 (Testo unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali), ha approvato nel 2004 la Legge Regionale 28 Politiche regionali per il coordinamento e l amministrazione dei tempi delle città. Tale dispositivo prevede che i Comuni con popolazione superiore ai abitanti debbano definire e approvare un Piano Territoriale degli Orari (PTO), lasciandolo facoltativo per i Comuni di dimensioni minori. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 5

6 Il PTO è un documento che partendo da un analisi delle principali problematiche legate ai tempi e agli orari di un determinato contesto territoriale individua le criticità più rilevanti e le linee strategiche e le azioni da mettere in campo per affrontarle. Viene costruito attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti sociali ed istituzionali, sociali e privati, che abbiano un ruolo rilevante in materia. Attori del processo sono infatti la pubblica amministrazione, i principali portatori di interesse a livello locale e la cittadinanza, coadiuvati e supportati da consulenti. Gli elementi da amalgamare in questa progettazione condivisa attingono a diverse dimensioni: il prendere coscienza di come si possa assumere la categoria tempo per interpretare la realtà e quindi le politiche e le vision (il piano istituzionale); l ascoltare il territorio e le sue voci; l individuare ambiti e strumenti di ricerca che consentano di conoscere le abitudini, i bisogni, le criticità del territorio (conoscenza e ricerca); il coniugare progettazione e azione attraverso la sperimentazione sul territorio insieme agli attori portatori di interessi (le azioni sul territorio e la partecipazione). Destinatari privilegiati del PTO sono le famiglie, e le donne in particolare, la scuola, gli anziani e i/le giovani, le imprese e i/le lavoratori/trici, i pendolari e i turisti. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 6

7 Il processo di costruzione del piano Il Comune di ha partecipato nel 1997 al secondo bando della Regione Lombardia in attuazione dell'art. 6 della l.r. 28/2004 "Politiche regionali per l'amministrazione e il coordinamento dei tempi delle città", per la concessione di contributi ai Comuni per la predisposizione e l'attuazione dei Piani Territoriali degli Orari, (BURL serie ordinaria n. 4 del 22/1/2007), ottenendo un finanziamento pari a Euro. Il progetto ha previsto la realizzazione di tre azioni sperimentali e un corso di formazione sul mobility management che affiancando tre indagini sui tempi e sugli orari delle famiglie, degli anziani e dei bambini hanno contribuito al processo di costruzione del Piano Terrioriale degli Orari di. Poiché la conciliazione dei tempi di vita individuali e collettivi con i tempi della città è un aspetto che influisce in modo significativo sulla qualità della vita dei cittadini e delle cittadine, l Amministrazione, pur non essendo obbligata a farlo per legge, ha deciso di intraprendere questo percorso che ha permesso di reinterpretare le politiche comunali attraverso un ottica temporale. In particolare il processo ha integrato diversi piani: il piano istituzionale, quello di indagine, la sperimentazione delle azioni pilota, il monitoraggio e la valutazione, di seguito descritti in modo sintetico. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 7

8 Il piano istituzionale Riguarda il processo avvenuto all interno dell Amministrazione. È stato articolato nelle seguenti fasi: 1. la costituzione di un tavolo istituzionale che comprende politici, dirigenti, tecnici e consulenti con i compiti di sensibilizzare i componenti sulla tematica della conciliazione dei tempi e degli orari e di integrare l ottica temporale all interno delle politiche dell Amministrazione. Sono stati realizzati sei incontri con i diversi settori comunali, cinque con il sindaco, gli assessori e i capigruppo di maggioranza, un incontro il 22/06/2009 con la Giunta Comunale, due con esperti della Regione Lombardia, sette con altri attori (associazioni locali, fondazione Artos, aziende del territorio, scuole, medici, commercianti - ambulanti e non - e banche); 2. la costruzione condivisa del quadro delle progettualità in atto riconducibili alle politiche temporali realizzato attraverso incontri con assessori, responsabili di settore, sindaco e capigruppo di maggioranza; 3. l attivazione di un processo di costruzione condivisa del PTO attraverso momenti di riflessione e di confronto a partire dal quadro delle progettualità in atto, dai dati disponibili presso i diversi settori o ottenuti dalle indagini e dalle azioni sperimentali coinvolgendo sindaco, giunta e funzionari/tecnici; 4. l individuazione del settore (Settore di Promozione della persona, della famiglia e della società) che coordina le politiche temporali e la loro integrazione nelle politiche urbanistiche, demografiche, viabilistiche e del commercio e di una delega Tempi e Orari; 5. l approvazione in Consiglio Comunale (17 giugno 2010) del PTO di con l individuazione della delega Tempi e Orari al Sindaco e l istituzione dell Ufficio Tempi quale organo intersettoriale costituito dai Settori Promozione della Persona, della famiglia e della società e il Settore Istruzione, cultura sport e tempo libero; 6. la creazione di un focus group di famiglie per la progettazione promozione, realizzazione e monitoraggio della azioni previste nel PTO. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 8

9 Il piano conoscitivo L analisi del contesto iniziale ha messo in evidenza: la difficoltà a leggere le informazioni disponibili attraverso la lente tempo ; la ricchezza di iniziative promosse dall Amministrazione comunale reinterpretabili e migliorabili attraverso un ottica temporale; una difficile integrazione tra le politiche sociali e territoriali; la carenza di dati specifici relativi alla gestione dei tempi, all accessibilità del territorio, alle abitudini di spostamento e ai flussi di traffico, con particolare riferimento alle loro ricadute sulla condizione delle donne, necessari per mettere a punto con coerenza le politiche dei tempi delle donne e della città. Pertanto nella fase iniziale del processo sono state condotte due indagini e un focus group per mettere a fuoco le abitudini e le problematiche temporali della cittadinanza: 1. indagine sui tempi delle famiglie con figli/e nelle scuole primarie e secondarie di primo grado; 2. indagine sulla mobilità autonoma quotidiana degli alunni della scuola primaria D. Alighieri; 3. focus group con gli anziani sulle problematiche legate alla mobilità quotidiana, all accessibilità spaziotemporale dei servizi, in particolare assistenziali e sanitari, e alla qualità della vita in generale. Parallelamente, si è mantenuto attivo il confronto con gli Uffici Tecnici, con l Anagrafe che ha fornito dati sulla popolazione utili all analisi, con i consulenti che hanno redatto il PGTU (2009) sia per l acquisizione di dati relativi ai flussi di traffico attuali e previsti sul territorio comunale, sia per l individuazione delle politiche di mobilità future. In particolare i dati delle indagini sono stati integrati con quelli provenienti dalle seguenti fonti: ISTAT, 14 censimento generale della popolazione e delle abitazioni (2001); Provincia di Varese, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (approvato con Delibera P.V. n. 27 in data ); Comune di, Indagine sui giovani (2008); Comune di, Piano di Governo del Territorio, Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano, Documento di Scoping (gennaio 2009); Distretto di Saronno, Piano Sociale di Zona, Seconda Triennalità ; Distretto di Saronno, Piano Sociale di Zona, Terza Triennalità ; Comune di, Piano Generale del Traffico Urbano, Rapporto Fase Conoscitiva, (2009); Comune di, Piano Generale del Traffico Urbano, Rapporto Propositivo e Regolamento Viario (2009); Comune di, rilevazioni dell Ufficio Anagrafe; Tesi di Laurea di Marco Bernareggi: Progettazione e realizzazione del modello di previsione demografica relativo al Comune di. Approfondimento delle ipotesi sulle migrazioni, Università degli Studi Bicocca di Milano. A.A ; Tesi di Laurea di Matteo Vanni: Progettazione e realizzazione del modello di previsione demografica relativo al Comune di. Approfondimento delle ipotesi sulla fecondità, Università degli Studi Bicocca di Milano. A.A ; Fondazione Idra, Il Patto dei Sindaci. Un patto locale per lo sviluppo sostenibile, 17 marzo 2010; Unione Europea, Patto dei Sindaci, un impegno per l energia sostenibile, Piano Territoriale degli Orari del Comune di 9

10 Il piano operativo Sono state realizzate tre azioni pilota e un corso di formazione per mobility manager. Queste hanno riguardato: 1. l istituzione di un bus navetta nel giorno di mercato; 2. un servizio di trasporto per accedere agli ambulatori medici; 3. e il Piedibus. Queste azioni hanno permesso: di realizzare i primi interventi concreti per affrontare le criticità individuate; di sensibilizzazione e coinvolgere la cittadinanza verso i problemi di conciliazione dei tempi e degli della città; e di coinvolgere decisori e soggetti portatori di interessi riconosciuti. Azione pilota n 1: il bus navetta per il mercato Obiettivi dell azione 1. Migliorare l accessibilità ai servizi di maggiore interesse per chi non possiede un auto privata e per chi risiede nelle zone periferiche (introduzione di un servizio); 2. offrire la possibilità di raggiungere nello stesso giorno più luoghi di interesse (accessibilità spaziale e da verificare se anche temporale) (introduzione di un servizio); 3. limitare l utilizzo dell auto privata e ridurre il traffico nel giorno di mercato offrendo una alternativa anche a chi possiede un auto privata (cambiamento di un comportamento). Destinatari dell azione Diretti: popolazione anziana ultrassessantenne, in particolare femminile; mamme/nonne con bambini piccoli; popolazione residente in zone limitrofe (Fraz. Bariola Area Oltre stazione); Indiretti (o beneficiari): famiglie e in particolare le donne con anziani e anziane a carico. I tempi e modalità della sperimentazione La sperimentazione è partita contestualmente all avvio del progetto e l azione, con alcune meodifiche, è tuttora in corso. Fino a marzo 2009 è stato utilizzato un mezzo da 50 posti di una società di autoservizi, poi sostituito da uno più piccolo messo a disposizione dalla Fondazione Artos. La comunicazione L azione è stata pubblicizzata utilizzando una serie di strumenti e iniziative: distribuzione a tutti gli operatori commerciali del mercato di una lettera di presentazione dell azione con la richiesta di un contributo annuale; distribuzione di un pieghevole del progetto PIU.M.A. (descrizione, obiettivi PTO e azioni); Il pieghevole è stato stampato in n copie: di cui allegate all Informatore comunale a luglio 2009; distribuite al mercato, in occasione dei tavoli di paternariato con banche, commercianti ed aziende, al corso per Mobility Manager e negli incontri con le scuole. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 10

11 distribuzione di un pieghevole con orario e percorso/fermate del bus navetta presso esercizi commerciali e n. 30 locandine a colori esposti nei negozi convenzionati per la vendita dei biglietti; incontri con le associazioni. Partnerariato coinvolto Commercianti ambulanti; Fondazione Artos. Settori comunali coinvolti Promozione della persona, della famiglia e della società; Affari istituzionali/commercio; Polizia Locale. Azione n 2: servizio di trasporto a chiamata per gli ambulatori medici Obiettivi dell azione 1. Facilitare l accessibilità delle fasce deboli della popolazione (anziani e madri con i bambini in età pediatrica) agli ambulatori medici (introduzione di un nuovo servizio); 2. facilitare l accesso agli ambulatori medici anche a chi risiede nelle frazioni periferiche tramite l organizzazione di un trasporto a chiamata ; 3. favorire l utilizzo di un mezzo collettivo per accedere agli ambulatori medici con conseguente riduzione del traffico (cambiamento di un comportamento). Destinatari dell azione Diretti: madri di bambini in età pediatrica; anziani/e soli e/o con difficoltà di deambulazione; disabili; residenti nelle zone limitrofe distanti dagli ambulatori. Indiretti (o beneficiari): famiglie e in particolare donne con anziani e/o anziane a carico. I tempi e modalità della sperimentazione L azione è stata avviata nel novembre 2008 ed è tuttora in corso. La comunicazione L azione è stata pubblicizzata utilizzando una serie di strumenti: distribuzione a tutti i medici di base di una lettera di presentazione del progetto e dell azione con una richiesta di collaborazione; distribuzione del pieghevole del progetto PIU.M.A. (descrizione, obiettivi PTO e azioni) presso gli ambulatori ; affissione di manifesti n. 450; distribuzione di un pieghevole con le modalità di accesso al servizio (attraverso un inserto nell Informatore comunale nel giugno 2009, e presso le farmacie, gli asili nido, gli ambulatori medici, le chiese e gli oratori). Piano Territoriale degli Orari del Comune di 11

12 Partnerariato coinvolto Fondazione comunale Artos; Auser Filo d Argento; volontari del Servizio civile. Settori comunali coinvolti Promozione della persona, della famiglia e della società. Azione n 3: il Piedibus Obiettivi dell azione 1. Attribuire un valore sociale al tempo dedicato al percorso casa-scuola (ed in futuro verso le aree verdi) per le bambine e i bambini; 2. promuovere un maggior autonomia negli spostamenti quotidiani dei bambini e delle bambine; 3. proporre una nuova organizzazione dei tempi delle famiglie, in particolar modo delle madri; 4. contribuire alla diminuzione del traffico automobilistico nelle ore di punta e del conseguente inquinamento. Destinatari Diretti: bambini e bambine che frequentano le scuole primarie. Indiretti (o beneficiari): genitori, in particolare le madri, e familiari degli alunni/e delle scuole primarie. I tempi e modalità della sperimentazione La sperimentazione è stata effettuata su due periodi: due settimane nell a.s (solo S.P. Dante Alighieri); due settimane nell a.s (tutti i plessi della scuole primarie). La comunicazione L azione è stata pubblicizzata utilizzando una serie di strumenti: distribuzione di una lettera e di una scheda di adesione a tutti i genitori degli alunni delle primarie; distribuzione a tutti i genitori con figli/e nelle primarie di una mappa con i percorsi e le fermate del piedibus (una per ogni plesso); segnalazione delle fermate tramite il posizionamento di paline; distribuzione agli alunni delle scuole primarie e alle loro famiglie di cartoline a tema realizzate con disegni dei bambini; banner davanti alle scuole. Partnerariato coinvolto Direzione didattica; insegnanti delle scuole primarie; genitori con figli/e nelle scuole primarie; alunni/e delle scuole primarie; volontari della Protezione Civile. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 12

13 Settori comunali coinvolti Istruzione, cultura, sport e tempo libero; Promozione della persona, della famiglia e della società; Polizia Locale; Infrastrutture, lavori Pubblici e viabilità. Accanto a queste tre azioni è stato organizzato un corso per mobility manager destinato alle aziende del territorio con un numero di addetti superiore a 50 dipendenti e all Amministrazione comunale. Al corso, organizzato in due giornate, hanno partecipato circa 20 persone tra rappresentanti delle aziende, assessori e responsabili tecnici comunali dei settori coinvolti. Il piano di monitoraggio e valutazione Monitoraggio e valutazione sono stati condotti durante l intero percorso a diversi livelli: - rispetto alle singole azioni sperimentali orientato, il primo, a rilevare l adeguatezza di materiali e strumenti e, la seconda, la rispondenza dell azione stessa a un reale bisogno dei destinatari/beneficiari rispetto agli obiettivi dichiarati e a raccogliere indizi e dati utili alla costruzione del PTO; - rispetto al processo volti ad accompagnare in qualità di amico critico il percorso di costruzione del PTO, la sua dimensione partecipativa sia all interno dell Amministrazione sia in termini di coinvolgimento degli attori locali e a individuare e rendere visibili gli apprendimenti (di metodo e di contenuto) e le sensibilità in termini di co-progettazione delle politiche del territorio e dei servizi capaci di tenere conto della dimensione temporale. Entrambe le attività sono state condotte da un esperta esterna in una dimensione di dialogo continuo e partecipato con l Amministrazione e le consulenze. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 13

14 Il contesto territoriale Ai fini dell analisi del contesto territoriale sono stati utilizzati dati provenienti dalle seguenti fonti: 1. ISTAT, 14 censimento generale della popolazione e delle abitazioni (2001); 2. Provincia di Varese, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (approvato con Delibera P.V. n. 27 in data ); 3. Comune di, Indagine sui giovani (2008) 1 ; 4. Comune di, Piano di Governo del Territorio, Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano, Documento di Scoping (gennaio 2009); 5. Distretto di Saronno, Piano Sociale di Zona, Seconda Triennalità ; 6. Distretto di Saronno, Piano Sociale di Zona, Terza Triennalità ; 7. Comune di, Piano Generale del Traffico Urbano, Rapporto Fase Conoscitiva, (2009); 8. Comune di, Piano Generale del Traffico Urbano, Rapporto Propositivo e Regolamento Viario (2009); 9. Tesi di Laurea di Marco Bernareggi: Progettazione e realizzazione del modello di previsione demografica relativo al Comune di. Approfondimento delle ipotesi sulle migrazioni, Università degli Studi Bicocca di Milano. A.A ; 10. Tesi di Laurea di Matteo Vanni: Progettazione e realizzazione del modello di previsione demografica relativo al Comune di. Approfondimento delle ipotesi sulla fecondità, Università degli Studi Bicocca di Milano. A.A ; 11. Comune di, rilevazioni dell Ufficio Anagrafe; 12. Fondazione Idra, Il Patto dei Sindaci. Un patto locale per lo sviluppo sostenibile, 17 marzo 2010; 13. Unione Europea, Patto dei Sindaci, un impegno per l energia sostenibile, Questi dati sono stati integrati da quelli provenienti da 3 indagini effettuate ad hoc nell ambito del progetto, volte ad approfondire alcune tematiche legate alla conciliazione dei tempi e degli orari presso categorie sociali giudicate particolarmente sensibili: 1. indagine sui tempi delle famiglie con figli/e nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. La ricerca, effettuata tramite l impiego di un questionario, ha coinvolto 480 famiglie, che pur rappresentando poco meno del 10% del totale, costituiscono un soggetto di particolare interesse sia perché l incremento demografico avvenuto negli ultimi anni a livello comunale è stato particolarmente significativo nelle fasce di età da 0 a 14 anni e da 15 a 44 anni; sia perché, come evidenzia la bibliografia sull argomento, le maggiori difficoltà di conciliazione dei tempi risultano a carico dei genitori, e in particolare delle madri, di questa fascia d età; 2. indagine sulla mobilità autonoma quotidiana degli alunni della scuola primaria D. Alighieri. Effettuata nel 2008 con l impiego di un questionario, ha coinvolto unicamente le classi III, IV e V, in ragione del fatto che è proprio in tale fascia d età che si registrano (o dovrebbero registrarsi) i primi spazi di autonomia negli spostamenti quotidiani, con un conseguente sgravio sull organizzazione dei tempi da parte delle famiglie; 1 L indagine, curata dal dott. Alfredo Alietti, è stata effettuata con l impiego di un questionario indirizzato all analisi della vita quotidiana dei giovani caronnesi e le loro aspettative rispetto al territorio Il campione è risultato costituito da circa 150 soggetti, 49% maschi e il 51% femmine, con un età media di 22 anni. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 14

15 3. focus group con gli anziani sulle problematiche legate alla mobilità quotidiana, all accessibilità spaziotemporale dei servizi, in particolare assistenziali e sanitari, e alla qualità della vita in generale. L indagine, effettuata nel 2009, ha coinvolto in ciascuno dei due incontri una ventina di soggetti eterogenei in termini di genere e classe di età. La selezione dei partecipanti è avvenuta su base volontaria, attraverso il coinvolgimento delle associazioni, in primis quella del Filo d oro. La mancata partecipazione di soggetti non autosufficienti e la conseguente possibilità che non venissero toccate le problematiche di questi soggetti è stata parzialmente compensata dalla presenza di soggetti attivi nel volontariato a favore di anziani malati., caratteri urbanistico territoriali ha una popolazione residente pari a unità (al ) e una superficie di 8,6 kmq (1775 ab./kmq). Il tessuto urbano ha subito una sensibile espansione negli ultimi anni che ha interessato prevalentemente le aree situate lungo le maggiori infrastrutture di comunicazione, sia viarie che ferroviarie, e ha portato alla crescita, accanto ai nuclei urbani storici di Caronno e Pertusella, anche di quello di Bariola e dell area cosiddetta oltre stazione. Il territorio possiede una spiccata vocazione produttiva che si è manifestata con particolare evidenza a partire dall inizio degli anni 70. Il tessuto industriale è connotato da un modello di impresa prevalentemente piccola e medio-piccola (meno di 50 dipendenti), con alcune eccezioni di realtà medio-grandi (da 50 a 250 dipendenti), tra le quali spicca la Riva acciai. I settori di attività più importanti sono, accanto al tessile tradizionale, quelli metalmeccanico, della meccanica di precisione, dei macchinari per l'industria, delle fonderie, dell'industria chimica, del legno e alimentare, tutti settori caratterizzati da una manodopera prevalentemente maschile (Istat, Censimento dell industria e dei servizi del 2001). I principali insediamenti produttivi, distribuiti in maniera piuttosto diffusa all interno del territorio comunale, vedono una particolare concentrazione in tre aree: a ridosso della s.p. ex s.s. 233 Varesina, nella fascia meridionale (via Kennedy, Bariola) e in quella settentrionale (C.so della Vittoria, via Fermi). Nel corso dei decenni il territorio ha sviluppato stabili connessioni con le province confinanti di Como e in particolare di Milano, favorite dalla fitta rete di collegamenti viari (s.s. 233 Varesina e l A 8) e ferroviari (Ferrovie Nord Milano). In particolare il servizio, fornito dalle Ferrovie Nord, prevede tre linee : - (FNM 1/2/3) Milano-Saronno (71 corse Sud-Nord, 69 Nord-Sud) - (S1) Milano Rogoredo-Saronno (37 corse Sud-Nord, 35 Nord-Sud) - (S2) Milano Cadorna-Saronno (39 corse Sud-Nord, 38 Nord-Sud) Molto più deboli sono i collegamenti pubblici su gomma limitati a una linea di autobus H204 (37 corse/giorno) che collega con i Comuni di Tradate, Abbiate, Locate V., Carbonate, Limido C., Mozzate, Cislago, Gorla Minore, Turate, Gerenzano, Saronno, Arese e Garbagnate. Infine la rete della mobilità ciclo-pedonale, costituita da 5 percorsi in tutto, è caratterizzata da forti criticità: limitata estensione, mancanza di collegamenti tra i diversi percorsi e scarsa sicurezza di alcuni tratti (Piano Generale del Traffico Urbano, 2009). Piano Territoriale degli Orari del Comune di 15

16 Comune di Piano Territoriale degli Orari del Comune di 16

17 Caratteri socio demografici ed economici della popolazione La storia demografica di dell ultimo mezzo secolo vede la presenza di due periodi di sensibile incremento separati da una fase di relativa stasi. Il primo, corrispondente al decennio , ha visto aumentare la popolazione di circa il 40% (da 7298 unità a 10225). Tale tendenza è stata dovuta all espansione del settore industriale, sia all interno dello stesso territorio comunale che in quelli limitrofi, e al conseguente richiamo di flussi migratori di giovani in cerca di occupazione provenienti dalle regioni meridionali e nord orientali del Paese che hanno portato a loro volta a un incremento del tasso di natalità. Nei due decenni successivi la crescita della popolazione è proseguita a ritmi contenuti per poi subire una nuova accelerazione negli ultimi anni. Se parte di questo più recente aumento è frutto della costituzione di nuove famiglie e del conseguente incremento del tasso di natalità, risulta altrettanto indubbio, dati i numeri in questione, che l altra parte è dovuta alla scelta residenziale di famiglie o individui richiamati dai costi di acquisto dell alloggio relativamente più bassi rispetto all area metropolitana milanese e dalle risorse di mobilità disponibili, in primo luogo ferroviarie. Ciò è evidente dal dato relativo ai nuclei familiari, aumentati dal 2000 al 31 dicembre 2009 di oltre 2000 unità, passando da 4576 a 6647 nuclei, un incremento importante relativamente al totale dei residenti. In particolare la significativa presenza di famiglie con figli in età infantile e preadolescenziale è confermata dalla crescita negli anni 2000 delle due fasce d età tra gli 0 e i 14 anni e tra i 15 e i 44, a fronte di un declino o di una sostanziale stabilità delle fasce di età superiore (fonti: Tesi di Laurea di Marco Bernareggi e Matteo Vanni, Università degli Studi Bicocca di Milano. A.A ). Tabella 1. Distribuzione (in percentuale) della popolazione di dal 2002 al 2007, suddivisa nelle classi di età 0 14, 15-44, 45 64, ed 85+. anno % pop % pop % pop % pop % pop ,98 42,90 27,11 15,46 1, ,04 43,01 26,48 15,95 1, ,41 43,17 25,82 16,11 1, ,62 43,61 25,31 15,84 1, ,85 43,99 25,02 15,44 1, ,16 43,90 24,96 15,19 1,80 Fonte: dati dell Ufficio Anagrafe del Comune di (rielaborazione a cura di Matteo Vanni) Piano Territoriale degli Orari del Comune di 17

18 Grafico 1. Piramide dell età della popolazione del Comune in valori assoluti al Piramide dell'età F M Fonte: dati dell Ufficio Anagrafe del Comune di (rielaborazione a cura di Matteo Vanni). Grafico 2. Piramide dell età della popolazione del Comune in valori assoluti al Piramide dell'età F M Fonte: dati dell Ufficio Anagrafe del Comune di (rielaborazione a cura di Matteo Vanni). Piano Territoriale degli Orari del Comune di 18

19 La popolazione scolastica di, inclusi i bambini iscritti agli asili nido e alle scuole dell infanzia, ha registrato, in sintonia con quanto evidenziato in precedenza, un incremento negli ultimi cinque anni scolastici del 20% circa (da 1273 nell a.s. 2005/2006 a 1528 nell a.s. 2009/2010). Nello specifico per ciascuna fascia di scuole l andamento è stato il seguente: asilo nido: +21%. Da 84 bambini dell a.s. 2005/2006 si è passati a 102 bambini nel 2009/2010; scuola dell infanzia: +37%. Da 328 bambini iscritti nell a.s. 2005/2006, si è passati a 450 nel 2009/2010; scuola primaria: +14%. Da 565 bambini iscritti nell a.s. 2005/2006 si è passati a 644 nel 2009/2010; Scuola secondaria di primo grado: +12%. Da 296 bambini iscritti nell a.s. 2005/2006 si è passati a 332 nel 2009/2010. Come accennato in precedenza, la percentuale di popolazione anziana (+ 65 anni) residente a Caronno Pertusella, pur essendo inferiore alla media regionale (17% contro il 20% al 1 gennaio 2010), rimane comunque una realtà quantitativamente importante. Tuttavia l analisi delle criticità sociali effettuata dai due ultimi P.d.Z. ha messo in luce come il territorio di non manifesti situazioni altamente problematiche, se non nel caso di specifiche situazioni su cui si sono attivate a livello distrettuale e a livello comunale una serie di azioni di sostegno, le quali appaiono sufficienti a contrastare possibili derive psicosociali. Infine sul piano dei tassi di attività e di occupazione appare in linea con il trend positivo della provincia di Varese, con una percentuale pari al 93% di occupati tra gli uomini e una forte presenza delle donne nel mercato del lavoro. È interessante a questo proposito rilevare come nelle famiglie con figli nella fascia di età 6-14 anni queste percentuali si modificano arrivando al 94.5% per gli uomini e al 72.1% per le donne. Questo comporta un elevato numero di nuclei familiari (il 68%) dove entrambi i genitori sono occupati. Su quest ultimo dato è opportuno sottolineare come, rispetto ad altri contesti, le madri mantengono un tasso di occupazione importante anche in presenza di figli, in particolare il 75% delle donne con due figli risulta ancora attiva professionalmente, trend che diminuisce vistosamente soltanto a partire dalla nascita del terzo figlio. La permanenza nel mercato del lavoro è molto probabilmente legata alla necessità di mantenere le entrate familiari adeguate per far fronte agli impegni di spesa. In effetti se si prende in considerazione la professione svolta, la maggioranza delle famiglie del campione svolge attività operaie o impiegatizie, dunque con salari medi che non permettono la rinuncia della madre al lavoro a dispetto del maggior carico familiare. Tale configurazione apre una riflessione sugli eventuali bisogni di supporto alle madri lavoratrici per la cura dei figli, solo in parte garantita, come vedremo successivamente, dalla presenza attiva dei nonni e delle nonne. Nella distribuzione dei casi sull asse degli orari di lavoro emerge una distinzione tra le madri e i padri. Le prime hanno una percentuale significativa di contratti part-time (orizzontale e/o verticale) pari al 21% e un orario normale (continuato e/o spezzato) che risulta prevalere nel 57% delle donne lavoratrici. Viceversa, i padri rientrano per il 72% del campione all interno dell orario canonico. In riferimento alla gestione dei tempi professionali, tipici dei lavori in proprio, la percentuale è assai bassa, mentre risulta rilevante, seppure minoritaria, la turnazione dovuta in gran parte al peso delle attività operaie. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 19

20 Conciliazione dei tempi e ruoli all interno delle famiglie Come già anticipato, l indagine sui tempi delle famiglie con figli iscritti nelle scuole primarie e secondarie di primo grado ha evidenziato come la stragrande maggioranza di tali nuclei sia costituita da entrambi i genitori occupati. Ciò, se per un verso porta a un incremento del reddito familiare e delle opportunità di risparmio, dall altro accresce la necessità di far fronte al maggiore peso del lavoro domestico e di cura dei figli, in gran parte svolto dalle mogli/madri. Inoltre, considerando che una parte delle famiglie residenti si è spostata da altri centri o province, possiamo ipotizzare una carenza di sostegno sociale in caso di bisogno, quale rappresentata dalla prossimità delle reti parentali (suoceri, nonni). Questa situazione sollecita una particolare attenzione da parte dell amministrazione locale nei confronti delle tematiche legate ai ruoli e alla conciliazione dei tempi all interno delle famiglie che, come la letteratura ha più volte evidenziato, incidono in particolare sulle madri lavoratrici con figli in età infantile. Il primo dato di sfondo evidenziato dall indagine riguarda i soggetti che all interno di tali nuclei familiari si prendono in carico la responsabilità di gestire l insieme delle attività quotidiane. Come era lecito aspettarsi, la madre risulta fondamentale nella sua funzione domestica e di gestione complessiva delle responsabilità della famiglia. Mentre il sostegno del marito è limitato, se non nella relazione con i servizi dedicati ai pagamenti. La sua presenza è quasi sempre una co-presenza, dato sicuramente importante, ma che mette in luce ancora una divisione per genere delle attività domestiche e la cosiddetta doppia presenza delle donne. Tabella 2. Chi svolge le attività quotidiane in famiglia. casa spesa banca/posta cura dei figli madre 68,4 38,0 42,2 42,3 padre 0,9 9,0 29,8 8,6 entrambi 25,6 48,0 25,4 43,6 tutti 3, ,8 2,2 suoceri/genitori 0,3 0,2 1,8 3,3 collab. domestica 0, Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 La collaborazione del marito/padre aumenta nelle situazioni dove anche la moglie/madre esercita una professione. Questo aspetto favorisce un assunzione di responsabilità della componente maschile assolutamente determinante nel dare risposte alle eventuali difficoltà nel quotidiano. L aiuto esterno risulta estremamente basso: l apporto della collaboratrice domestica è quasi nullo, mentre il supporto dei nonni diventa visibile nella cura dei figli. Alla domanda sui possibili problemi di gestione dei figli in età scolare, emergono con più chiarezza i temi fin qui discussi. Le madri lavoratrici esprimono una certa difficoltà a trovare un adeguato equilibrio tra gli orari lavorativi e il tempo dedicato ai figli, e quindi diviene decisiva l attivazione della rete dei suoceri/genitori e la negoziazione con il partner nella divisione delle attività di cura. Per i padri la percentuale di chi afferma di avere problemi è maggiore, ciò nondimeno sono altrettanto significativi il reciproco aiuto e il ricorso ai suoceri/genitori. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 20

21 Tabella 3. Problemi gestione figli in età scolare madre. orari incompatibili con quelli del lavoro 49 11,4 orari extra attività dei figli incompatibili 12 2,8 orari lavoro e attività domestiche non compatibili 64 15,0 divisione compiti tra i genitori ,3 aiuto suoceri 98 22,9 baby-sitter 4 0,9 lavoro a casa 50 11,7 Totale ,0 Tabella 4. Problemi gestione figli in età scolare padre. orari incompatibili con quelli del lavoro 72 22,4 orari extra attività dei figli incompatibili 22 6,9 orari lavoro e attività domestiche non compatibili 24 7,5 divisione compiti tra i genitori ,9 aiuto dei suoceri/genitori 69 21,5 baby-sitter 3 0,9 lavoro a casa 3 0,9 Totale ,0 In generale, il quadro che affiora da questi dati è quello di un carico di lavoro familiare per le madri lavoratrici che il più delle volte comporta una pianificazione precisa dei tempi. Le soluzioni adottate sono strettamente collegate alla presenza della rete familiare estesa e prossima o alla presa in carico della cura da parte dei mariti/padri. Il tempo per sé delle donne, nei termini di un tempo libero da impegni lavorativi e familiari, appare difficilmente disponibile per chi ha uno o più figli. Da ultimo va segnalato che, nelle situazioni di forte disagio, gli ultimi due P.d.Z. prevedono l erogazione di voucher sociali e di sostegno alla frequenza degli asilo nido. Un ultima importante riflessione riguarda l assistenza a familiari o parenti non completamente autosufficienti nella gestione delle normali attività quotidiane (fare la spesa, andare dal medico, pulire la casa, ecc.) dato che il numero di famiglie coinvolte in questo tipo di problematiche appare significativo: 34% del campione (pari a 154 nuclei). Anche in questa specifica situazione le donne hanno un ruolo chiave, con un ausilio ridotto da parte dei mariti e una conferma dell importanza dei legami parentali. La presenza o meno di un familiare non autosufficiente rappresenta un ulteriore vincolo alla conciliazione dei tempi di vita delle madri/mogli, anche se l eventuale prossimità residenziale, o in alcuni casi la convivenza, del soggetto non autosufficiente è un fattore che abbassa il carico assistenziale. Tuttavia è ipotizzabile che le lavoratrici abbiano un rilevante bisogno di interagire con i servizi sociali al fine di garantire l assistenza lungo le varie fasi della giornata nei casi più problematici. Il numero ridotto di coloro che dichiarano di ricorrere a una badante è da imputarsi, probabilmente, al numero altrettanto basso di familiari con gravi patologie, a sua volta legato alle caratteristiche demografiche del nostro campione (coppie ancora relativamente giovani), ma anche alla forte presenza di famiglie con redditi non elevati. Sicuramente nel medio-lungo periodo tale carico, soprattutto per le donne (figlie in questo caso), darà luogo a un aumento della domanda nei confronti dei servizi dedicati. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 21

22 Tabella 5. Familiare che si prende cura anziani o familiari. madre 98 50,0 padre 14 7,1 entrambi 57 29,1 altri parenti 22 11,2 badante 5 2,6 Total ,0 Le donne attive professionalmente sono coloro che dichiarano di avere maggiori difficoltà a gestire le persone non autosufficienti a causa dell incompatibilità dell orario di lavoro. Mentre per un altro 14% delle famiglie sono l inadeguatezza e la lontananza dei servizi a essere di ostacolo. La maggioranza, comunque, non sembra manifestare l esistenza di particolari problematiche. Tabella 6. Difficoltà gestione anziani non autosufficienti. sì orario lavoro 39 24,1 sì servizi non adeguati 9 5,6 sì servizi lontani 13 8,0 no aiuto altre persone 23 14,1 no aiuto servizi 3 1,9 nessun problema 75 46,3 Totale ,0 Alla domanda diretta sulla soddisfazione nella conciliazione dei tempi di lavoro, familiari e libero, sia le madri che i padri sono orientati a dare un grado di giudizio abbastanza positivo. Ciononostante, più di un terzo del campione manifesta un chiaro disagio nella ricerca di una sottile e fragile armonia tra i diversi tempi di vita. Approfondendo l analisi si evince, inoltre, l insoddisfazione delle occupate con figli a carico rispetto alle casalinghe. L orario ridotto di lavoro è uno strumento valido che ammorbidisce la situazione di doppia presenza, ma bisogna valutare se la rinuncia a parte del reddito sia un opzione perseguibile. Le risposte positive o negative dei padri seguono in larga parte la risposta del coniuge, quindi è possibile immaginare che la condizione delle madri influenzi direttamente la loro valutazione complessiva. Vi è in sostanza il riflesso della consapevolezza che nell amministrazione del quotidiano la donna sia fondamentale; ciò significa che all interno del nucleo familiare diventa basilare la negoziazione degli impegni e l apporto della figura paterna. Tabella 7. Soddisfazione conciliazione tempi madre. Poco/per niente ,8 Abbast./pienamente ,2 Totale ,0 Tabella 8. Soddisfazione conciliazione tempi padre Poco/per niente ,8 Abbast./pienamente ,2 Totale ,0 Piano Territoriale degli Orari del Comune di 22

23 Le possibili risposte al miglioramento dell equilibrio temporale mostrano una marcata preferenza per l organizzazione di servizi pubblici e privati in sintonia con i bisogni della famiglia. Una sostanziale diversità tra madre e padre è riscontrabile nella scelta di un aiuto a tempo parziale, rispettivamente il 22,8% e il 13,9%, elemento che evidentemente è più collegabile alle attività propriamente domestiche e di cura dei figli nelle quali la donna è predominante. All interno delle lavoratrici prevale il richiamo a un più ampio impegno del coniuge e alla presenza di un datore di lavoro sensibile alle esigenze dei dipendenti. Quest ultimo dato coincide con quello emerso dalle risposte dei padri. Tabella 9. Possibilità per migliorare la conciliazione dei tempi madre. datore di lavoro ,2 aiuto partner ,9 aiuto in casa 18 4,5 aiuto tempo parziale 92 22,8 servizi e orari adeguati ,8 servizi datore di lavoro 4 1,0 altro 7 1,7 Totale 549 Tabella 10. Possibilità per migliorare la conciliazione dei tempi padre. datore di lavoro ,6 aiuto partner 72 23,3 aiuto in casa 9 2,9 aiuto tempo parziale 43 13,9 servizi e orari adeguati ,0 servizi datore di lavoro 18 5,8 altro 3 1,0 Totale 394 Dall insieme delle preferenze sul miglioramento della conciliazione dei tempi è possibile individuare l intersezione di tre linee d intervento: il ruolo dell impresa nell offrire opportunità di tempo ai genitori riconfigurando l assetto organizzativo e concordando con il lavoratore/lavoratrice una forma adeguata di flessibilità oraria; l ampliamento dei servizi pubblici e privati in termini di qualità e di orario, in maniera tale da favorire un accessibilità meno vincolante dal punto di vista del tempo; il sostegno del partner, o di una persona esterna, per fronteggiare il carico di lavoro domestico e della cura dei figli. Spostamenti e stili di mobilità Secondo l ultimo Censimento generale della popolazione (ISTAT, 2001) quasi il 60% dei residenti di Caronno Pertusella che dichiarano di spostarsi quotidianamente raggiungono una destinazione fuori dal territorio comunale. Tale percentuale è costituita quasi esclusivamente da studenti e lavoratori/lavoratrici, mentre solo in minima parte da persone che si muovono per altre ragioni. Il risultato, pur essendo tipico di un contesto non Piano Territoriale degli Orari del Comune di 23

24 metropolitano, indica un tasso di mobilità rilevante, che ha indubbie ripercussioni sui tempi e l organizzazione della vita quotidiana. Su questi, oltre che sulla qualità ambientale e in particolare dell aria, ha inoltre un notevole impatto la forte concentrazione produttiva, che determina sia un elevato carico di traffico di autoarticolati e camion, a seguito della movimentazione giornaliera di merci in entrata e in uscita (solo considerando lo stabilimento più grande, la Riva, la movimentazione raggiunge una media giornaliera di oltre 200 mezzi pesanti) sia un forte flusso di lavoratori pendolari che risiedono nei Comuni limitrofi. In base alle rilevazioni effettuate nell ambito del vigente P.G.T.U. (2009) il numero totale di spostamenti originati dalle zone interne del territorio di è pari a circa veicoli/ora, di cui con destinazione interna al Comune e esterna. Gli spostamenti originati dall esterno del territorio comunale ammontano invece a veicoli/ora, di cui con destinazione interna e con destinazione esterna. Tali flussi sono presumibilmente destinati a salire in virtù della prevista ulteriore espansione del tessuto residenziale, produttivo e commerciale. Se questi dati offrono un quadro dei flussi di traffico, particolare rilevanza ai fini della stesura del PTO hanno anche le abitudini di spostamento delle famiglie con figli tra i 6 e i 14 anni, degli anziani e dei giovani, in base a quanto rilevato dalle indagini effettuate ad hoc. Quella dedicata a quest ultima categoria sociale ha evidenziato come sia coloro che studiano ancora che coloro che svolgono già un attività lavorativa privilegino il trasporto pubblico, in particolare la ferrovia. Mentre per quanto riguarda gli anziani le modalità maggiormente utilizzate negli spostamenti giornalieri, sia per le donne che per gli uomini, sono l andare a piedi e la bicicletta, anche se la mancanza di piste ciclabili e la carenza di marciapiedi lungo le vie trafficate genera una diffusa percezione di pericolo. L utilizzo dell auto viene riservato per accedere a due centri commerciali ed è effettuato come passeggeri: sono infatti i figli e le figlie che si occupano dell accompagnamento. Numerose criticità vengono sollevate infine in merito agli orari del trasporto pubblico che vengono giudicati troppo limitati e comunicati in modo insufficiente. Più articolato appare invece il quadro che emerge dalle famiglie. In merito al tragitto casa-lavoro si registra una sostanziale differenza tra le madri e i padri. Infatti due terzi di queste ultime (66%) lavora a Caronno Pertusella o in un Comune vicino, un terzo dichiara di svolgere la propria attività nell area metropolitana milanese e una minima percentuale nella provincia di Varese. Mentre la maggioranza dei padri (42,4%) dichiara di avere come luogo di attività Milano e provincia, i restanti si dividono equamente tra coloro che lavorano a o in un Comune vicino e all interno dell area provinciale di Varese. Ne consegue che in media le madri hanno la possibilità di raggiungere il posto di lavoro in un tempo assai più contenuto rispetto ai propri partner: il 57% dichiara infatti un tempo massimo di percorrenza di 15 minuti, contro il 38% dei padri. Questo dato fa pensare che se le madri possono avere più opportunità di venire incontro alle eventuali necessità temporali di cura familiare, è anche vero che proprio la necessità di doversi far carico di tali incombenze può avere inciso sulla scelta del luogo di lavoro. Inoltre non va dimenticato che il 25% delle madri svolge comunque il proprio lavoro distante dalla zona di residenza e con tempi di percorrenza casa-lavoro relativamente alti, accentuando le possibili situazioni di conflitto tra tempi di lavoro e tempi familiari. In merito ai dati sul mezzo utilizzato nel percorso casa-lavoro si evidenzia, in linea con altre ricerche condotte sul medesimo tema, il ruolo dominante del mezzo privato: su questo aspetto infatti le madri si differenziano dai padri solo in minima parte. Anche, se approfondendo l analisi, si evidenzia quanto esse tendano ad usufruire delle alternative a tale mezzo nei casi in cui il lavoro sia all interno del Comune (bicicletta e a piedi) oppure a Milano (mezzo pubblico). Mentre la necessità di raggiungere i posti di lavoro nelle zone adiacenti a Caronno Pertusella senza un mezzo privato risulta più complicato a causa della carenza di una efficiente rete di trasporti pubblici di collegamento. Piano Territoriale degli Orari del Comune di 24

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