Piano di Zona: Relazione valutativa anno di gestione 2010

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1 Piano di Zona: Relazione valutativa anno di gestione 2010 Azienda Ulss n. 5 Ovest Vicentino Direzione dei Servizi Sociali

2 INDICE A. Le priorità di intervento seguite. 2 B1. Area Anziani: Uno sguardo di insieme B1.1 I risultati e le criticità... 8 B2. Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio: Uno sguardo di insieme 9 B2.1 I risultati e le criticità B3. Area Disabilità: Uno sguardo di insieme.. 13 B3.1 I risultati e le criticità B4. Area Dipendenze: Uno sguardo di insieme B4.1 I risultati e le criticità B5. Area Salute Mentale: Uno sguardo di insieme. 20 B5.1 I risultati e le criticità B6. Area Marginalità Sociale: Uno sguardo di insieme B6.1 I risultati e le criticità B7. Area Generale: Uno sguardo di insieme.. 25 C. Uno sguardo di insieme sulla programmazione D. Il disegno di valutazione adottato ALLEGATI (SU SUOPPORTO INFORMATICO) 34 Allegato 0: Situazione demografica 36 Allegato 1 Area Anziani: La situazione demografica. 39 Allegato 1.a Area Anziani: I servizi. 42 Allegato 2 Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio: La situazione demografica 44 Allegato 2.a Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio i: I servizi. 45 Allegato 3 Area Disabilità: La situazione nel territorio dell Ulss Allegato 3.a Area Disabilità: I servizi. 52 Allegato 4 Area Dipendenze: La situazione nel territorio dell Ulss Allegato 4.a Area Dipendenze: I servizi 55 Allegato 5 Area Salute Mentale: La situazione nel territorio dell Ulss Allegato 5.a Area Salute Mentale: I servizi. 58 Allegato 6 Area Marginalità Sociale: I servizi. 59 Allegato 7 Area Generale: I servizi. 60 RELAZIONI TECNICHE DI U.O. (SU SUOPPORTO INFORMATICO) Allegato a: Relazione socio-sanitaria anno 2010 U.O. Adulti Anziani 63 Allegato b: Distretto socio-sanitario. Assistenza domiciliare integrata. Relazione attività anno Allegato c: U.O.S.D. Consultori familiari.. 74 Allegato d: U.O.S. Tutela Minori, anno Allegato e: U.O.C. Materno infantie U.O.S. Pediatria di Comunità. Relazione dell UOS Pediatria di Comunità. 88 Allegato f: Relazione annuale attività Unità Operativa Semplice Età Evolutiva/Disabilità, anno Allegato g: Relazione socio sanitaria anno 2010 Servizio Integrazione Lavorativa (S.I.L.) Allegato h: Relazione sull attività svolta dal Dipartimento di Salute Mentale dell Azienda U.L.S.S. n. 5 Ovest Vicentino. 114 Allegato i: Relazione Dipartimento Dipendenze anno Allegato l: Nucleo per le Cure Palliative, Report Allegato m: Ospedale di Comunità di Valdagno anno

3 A. Le priorità di intervento seguite La presente relazione valutativa è un documento redatto allo scopo di restituire il quadro generale delle attività e dei servizi resi all interno del Piano di Zona del territorio dell azienda ulss5. Il documento è composto da una prima parte generale in cui vengono proposti dati di sintesi con l intento di fornire una rappresentazione globale del Piano di Zona. Una seconda parte è dedicata ad un focus più approfondito per ciascuna area di intervento di cui si compone il Piano. Questa parte ha lo scopo di far emergere le peculiarità che riguardano ciascuna area di intervento nell anno L ultima parte del documento è stata pensata per un interlocutore più tecnico: questa parte è composta da diversi contributi forniti dalle unità operative e contiene informazioni tecniche sulle varie aree di intervento e servizi. Si fa notare che il contenuto di questi contributi non è uniforme da area ad area perché ciascun documento è stato creato con l obiettivo di rispondere a specifici bisogni informativi, differenziati sulla base dei diversi stakeholder coinvolti. Si ritiene opportuno introdurre il processo di valutazione del Piano di Zona anno 2010 con un prodromo relativo ai fattori esogeni ed endogeni alla rete dei servizi socio-sanitari che hanno inciso su alcune regole di funzionamento e, conseguentemente, sulle attività svolte dai vari soggetti della rete. Si tratta di fattori che non risultano di facile ed immediata lettura per tutti gli stakeholder, dal momento che spesso il loro punto di osservazione sul sistema dei servizi è circoscritto alla specifica area d intervento in cui operano: risulta quindi difficile avere uno sguardo unitario di ampio respiro senza quelle conoscenze preliminari che permettono di cogliere i tratti essenziali del sistema. Come sembra emergere dalle analisi in allegato (allegato 0. Situazione demografica), le tendenze demografiche per il territorio della Ulss5 relative all anno 2010 si confermano essere le stesse registrate negli anni precedenti. Per questa ragione, la programmazione strategica del Piano di Zona è continuata per il 2010 seguendo le stesse priorità previste nel 2009 per ciascuna area di intervento e con una distribuzione delle risorse che rispecchia le scelte strategiche operate negli anni precedenti. Tuttavia, alcuni elementi hanno contribuito a rendere il 2010 un anno particolare rispetto ai precedenti. Tali elementi hanno portato anche al parziale ripensamento della programmazione per adeguarla alle scelte operate. In particolare, i principali avvenimenti che hanno caratterizzato la programmazione dei servizi e degli interventi socio-sanitari nel territorio per l anno 2010 sono riportati di seguito: o a partire dalla metà del 2010 si è assistito alla riorganizzazione delle risorse in termini di attività psicologiche. La scelta strategica, che si inserisce nell ottica di miglioramento dei servizi resi in termini di efficacia ed efficienza, ha comportato una diversa ridistribuzione delle risorse i termini economici per l anno 2010, specialmente per quanto riguarda l area disabilità in età evolutiva. o si è rilevata una contrazione del finanziamento regionale per gli inserimenti in comunità terapeutica per l area dipendenze. Per il territorio della Ulss5 si è registrata infatti una diminuzione di ,00 in quanto il finanziamento erogato è stato di ,00 nel 2009 e di ,00 nel Conseguentemente, per il 2010 si è registrata una contrazione negli inserimenti in comunità terapeutica nonostante a ciò non corrispondesse alcuna diminuzione del bisogno registrato sul territorio rispetto agli anni precedenti. o durante il mese di ottobre 2010 si è avviato un percorso di riorganizzazione della spesa dedicata alle attività di riabilitazione in favore degli utenti inseriti in centri di servizi per persone anziane non autosufficienti (attività di fisioterapia, logopedia, ). E stato attivato in tal senso un percorso di monitoraggio e verifica con l obiettivo di ottimizzare le risorse. La spesa è passata da ,00 per il 2009 a ,00 per il 2010, con un risparmio registrato pari a ,00. Tale processo è stato avviato nell ultima parte del 2

4 2010; per questa ragione, l impatto economico conseguente si registrerà maggiormente a partire dall anno o Nel 2010 è notevolmente aumentata la conoscenza del sistema dei servizi territoriali relativa alla prima infanzia (asili nido). Molte Unità di Offerta che fino al 2009 risultavano sconosciute sono entrate a far parte a tutti gli effetti della rete dei servizi tramite le procedure di autorizzazione e accreditamento previste dalla Legge Regionale 22/2002. Maturare una conoscenza più approfondita del sistema di offerta attualmente presente nel territorio ha permesso di pensare alla programmazione dei servizi e alla distribuzione delle risorse in termini più efficaci. Un ultima sintetica considerazione viene proposta in merito all andamento delle quote capitarie versate dai comuni, le quali sono state confermate rispetto al 2009 o hanno subito adeguamenti per il 2010 come riportato di seguito: - funzioni proprie da. 19,43 a. 18,79; - delega anziani confermata come per il 2009 a.2,18 ; - gestione funzioni tecniche minori confermata come per il 2009 a. 2,38; - gestione funzioni amministrative minori da. 2,30 a. 2,94. Per le funzioni proprie si registra una contrazione che corrisponde contemporaneamente ad un incremento della quota della gestione delle funzioni amministrative minori. Pertanto, l ammontare dei trasferimenti Comunali è rimasto complessivamente inalterato ma la quota viene finalizzata diversamente in considerazione dell aumentato bisogno di forme di supporto alle famiglie che si trovano in difficoltà nella gestione dei figli. In generale, gli avvenimenti descritti hanno contribuito a rendere il 2010 un anno importante anche in vista della nuova programmazione degli interventi socio-sanitari per gli anni La nuova programmazione è stata infatti pensata considerando quanto accaduto nel 2010 per assicurare un sempre maggior livello di efficienza ed efficacia dei servizi ed interventi attivati per il territorio. Il totale delle risorse dedicate alla realizzazione delle attività programmate per l anno 2010 è stato di ,55. La seguente tabella 1 ed il relativo grafico 1 mostrano la ripartizione delle risorse confluite nell anno 2010 nel Piano di Zona suddivise per macro aree di intervento: viene confermata la forte incidenza dell area Anziani con il 58,13% delle risorse, risultano poi comprese tra il 10% ed il 15% le aree Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio, Disabilità e Salute Mentale. Tabella 1: Suddivisione delle risorse per area d intervento - anno 2010 Area Totale finanziamento (.) Peso dell area sul tot. risorse impiegate Anziani ,68 58,13% Famiglia, infanzia, adolescenza ,03 11,85% Disabilità ,39 14,56% Dipendenze/ alcolismo ,75 3,42% Salute mentale ,56 10,22% Marginalità sociale ,02 0,67% Generale ,12 1,15% Totale complessivo ,55 100,00% Fonte: elaborazioni Ufficio di Piano 3

5 Grafico 1: Suddivisione delle risorse per area d intervento anno 2010, Ulss5 Anno 2010 (tot ,55) salute mentale 10,22% dipendenze 3,42% marginalità 0,67% generale 1,15% Fonte: elaborazioni Ufficio di Piano famiglia, infianzia, adolescenza, minori 11,85% disabili 14,56% anziani 58,13% La distribuzione delle risorse per area di intervento sembra essere in linea con il trend regionale e si mantiene per il 2010 in linea con il 2009, secondo quanto programmato per il Piano di Zona in atto per il territorio della Ulss5. Per l anno 2010 si registra l affinamento delle modalità di raccolta dati anche grazie al supporto regionale attraverso l attivazione di un apposita comunità di pratica. La distribuzione delle risorse per il 2010 va considerata alla luce dell incidenza dei fattori esogeni ed endogeni richiamati nell introduzione. L impostazione della programmazione anno 2010, in conclusione, è coerente con i trend registrati e mira a confermare quanto già stabilito negli anni di lavoro precedente. Nei capitoli successivi si riporta una panoramica delle attività proposte per il 2010 per ciascuna area di intervento del piano. In questo modo, area per area, si valuteranno delle peculiarità che hanno contraddistinto la programmazione nel 2010 rispetto agli anni precedenti. 4

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7 B1. Area Anziani: uno sguardo di insieme A seguito dell analisi sulla presenza di popolazione anziana nel territorio della Ulss 5 (allegato 1.a Area Anziani: la situazione demografica) si sono valutati i bisogni della popolazione anziana nel territorio. Alla luce di tali bisogni è stata quindi studiata la programmazione dei servizi sociosanitari per l anno 2010, che prevede il mantenimento delle stesse priorità di intervento e le stesse politiche individuate negli anni precedenti, e in particolare: consolidare la rete residenziale esistente assicurando l inserimento di soggetti anziani non autosufficienti in condizione di gravità non gestibili a domicilio. assicurare inserimenti temporanei di anziani non autosufficienti per fronteggiare condizioni di emergenza socio sanitaria non gestibile a domicilio o per dare sollievo alle famiglie. definizione del sistema di accesso ai sistemi residenziali e semiresidenziali dell Ulss. assicurare il migliore sostegno possibile ai cittadini in situazioni di fragilità che rischiano la precoce esclusione dal loro contesto familiare, per il gravoso onere posto a carico delle famiglie che se ne occupano. garantire il raggiungimento di livelli minimi di assistenza domiciliare su tutto il territorio attraverso l adozione di un regolamento unico di accesso e di gestione. promuovere la socializzazione e contrastare l'isolamento, offrire luoghi di aggregazione. promuovere la salute e il benessere, l autonomia economica e sociale della popolazione anziana. diffondere le informazioni per favorire l'accesso ai Servizi. favorire l autonomia economica e sociale. fornire risposte il più possibile tempestive e soddisfacenti alle persone in condizione di bisogno. Per quanto riguarda le risorse economiche impiegate per l area anziani nell anno 2010, l ammontare complessivo è stato di ,68, pari al 58,13% delle risorse totali dedicate al Piano di Zona per l anno I finanziamenti dell area anziani provengono da differenti fonti, così come evidenziato nel grafico 2: Grafico 2: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Anziani, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,68) Comune/i 7,21% Regione 46,74% Utenza 46,02% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano Altri enti privati 0,03% Complessivamente più del 90% delle risorse sono imputabili a due fonti: la Regione contribuisce infatti con il 46,74% delle risorse, mentre il 46,02% delle risorse dell area anziani proviene dal contributo dell utenza, con particolare riferimento al pagamento delle rette per gli interventi 6

8 residenziali. Il 7,21% delle risorse, infine, è erogato dai Comuni del territorio, chiamati spesso a coprire le quote degli utenti indigenti per il pagamento di rette per gli interventi residenziali. Questi dati, pertanto, consentono di confermare la sostanziale applicazione dei LEA. Grafico 3: Distribuzione risorse per Soggetto responsabile della gestione, Area Anziani, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,68) ulss 10,1% comune 4,3% ente religioso 7,1% fondazione 15,6% ipab 62,9% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano L area anziani, come evidenziato nel grafico 3, è caratterizzata da un importante presenza di soggetti, quali ipab e fondazioni, a cui è affidato il compito di gestire le risorse erogate per i servizi ed interventi. Storicamente, la gestione dei sistemi della residenzialità e della semi-residenzialità è diretta e coinvolge diverse tipologie di enti ed associazioni nel territorio. Per completare la lettura, si osserva che la Ulss e i comuni gestiscono all incirca il 15% risorse complessivamente destinate all area di intervento. Osservando il grafico, però, urge precisare che si tratta di dati non del tutto completi: in qualche sporadico caso si rileva la mancanza di restituzione del dato di finanziamento complessivo da parte di alcuni centri di servizio del territorio. Tuttavia, la mancanza di restituzione del dato da parte di queste strutture, che va considerata per tutti i grafici e le analisi qui presentati, non costituisce ostacolo per la comprensione degli andamenti generali che è possibile osservare nell area anziani. Nella successiva rappresentazione delle risorse, suddivise in base al tipo di unità di erogazione, si evince l importanza dei percorsi residenziali rappresentati dai centri di servizi, sia per anziani autosufficienti che non autosufficienti. Il 14,34% delle risorse è assorbito da interventi che possono essere ricondotti alla domiciliarità, perseguita principalmente tramite i servizi di assistenza domiciliare socio assistenziale e di assistenza domiciliare integrata. 7

9 Grafico 4: Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Anziani, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,68) UDO 85,20% ICP 14,34% Progetti 0,47% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano B1.1 I risultati e le criticità Il mantenimento del sistema di offerta per dare risposta ai bisogni delle persone anziane nel territorio è uno dei principali risultati che si rilevano per l anno La sinergia di risorse che vengono messe in campo per assicurare un valido sistema di offerta nell area anziani è sintomatica di quanto il lavoro di rete abbia assunto un importanza fondamentale per il territorio. Sulla base di un esperienza pluriennale si è affinata anche per il 2010 la collaborazione tra i Centri di Servizi per persone anziane, i Comuni del territorio e la Ulss. I Centri di Servizi, in particolare, hanno ricoperto il ruolo di testimoni privilegiati per la valutazione del bisogno e, lavorando in stretto contatto con le amministrazioni comunali, hanno permesso di attivare politiche per le persone anziane più mirate ed efficaci. La collaborazione è stata efficace anche per quanto riguarda le misure di allarme climatico previste nel periodo estivo: la sinergia operativa tra Centri di Servizio, Ulss e Amministrazioni comunali ha costituito una risorsa in favore delle persone anziane in difficoltà a causa delle ondate di calore registrate durante i mesi estivi. A ciò si aggiunge la forte spinta per la diffusione e la razionalizzazione delle informazioni che costituisce obiettivo della realizzazione dello Sportello Integrato per le persone anziane del territorio. Nel 2010 si è dato il via alla costituzione dello Sportello Integrato specificatamente rivolto alle persone anziane e ai loro familiari, permettendo così al territorio di lavorare in rete per la diffusione delle informazioni e la sensibilizzazione ai temi che riguardano l essere anziani nel territorio della Ulss 5. A livello di criticità, si segnala anche per il 2010 la scarsità di impegnative per posti dedicati alla media intensità assistenziale. Il numero di posti attualmente presente nel territorio non consente di fornire il supporto adeguato ai presidi ospedalieri per le dimissioni degli utenti che hanno superato la fase acuta, ma che mantengono un elevato bisogno assistenziale. Si rappresenta, infatti, che nell Ulss 5 permane una situazione di sottofinanziamento in quanto a fronte del fabbisogno di impegnative di residenzialità pari a n. 802, definito dalla DGR 166/2008, il finanziamento nel 2010 si attesta ancora in 749 impegnative di 1 livello e 10 quote di SAPA. 8

10 B2. Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio: Uno sguardo di insieme L andamento costante della presenza di popolazione in età 0-17 anni nel territorio della Ulss5 (si veda l allegato 2. Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio: La situazione demografica) giustifica la decisione di proseguire sul percorso tracciato negli scorsi anni per quanto riguarda la programmazione dei servizi socio-sanitari rivolti al territorio. Anche per il 2010 le priorità di intervento sono state: - tutelare la salute dei minori privi di assistenza sanitaria e sociale e figli di famiglie "a rischio" e multiproblematiche, promuovendo la continuità assistenziale a livello territoriale, migliorando le informazioni per una maggiore accessibilità e fruibilità ai servizi socio-sanitari e promuovendo comportamenti corretti per il mantenimento dello stato di salute e benessere; - migliorare la collaborazione tra Azienda Ulss e PLS per promuovere lo sviluppo delle forme associative, individuando modalità appropriate per assicurare una efficace ed effettiva continuità assistenziale nell ambito dell assistenza primaria, migliorare la qualità delle prestazioni implementando i percorsi diagnostico-terapeutici per determinate patologie pediatriche migliorandone l appropriatezza prescrittiva e promuovere iniziative di sensibilizzazione, prevenzione e promozione della salute; - proporre e promuovere stili di vita e comportamenti tesi a migliorare la qualità della vita della popolazione in tutti i suoi aspetti: fisico, psichico e relazionale; - diffondere le informazioni per favorire l accesso ai servizi e favorire l autonomia economica e sociale; - promuovere l'agio attraverso la realizzazione di percorsi/progetti in cui i minori si sentano accolti in un ambiente positivo e valorizzante; - sostenere la famiglia nel complesso compito educativo attraverso anche il potenziamento di servizi educativi diurni, anche per contrastare il ricorso all allontanamento dalla famiglia; - promuovere il benessere della famiglia, delle coppie con presa in carico anche terapeutica; - sostenere la genitorialità naturale ed adottiva, ed offrire supporto nei casi di separazione; - tutelare la salute della donna e della maternità ed assicurare sostegno psico-sociale; - accompagnare gli adolescenti nei percorsi di scelta di vita, anche con interventi di consulenza e di presa in carico in collegamento ed in rete con gli altri servizi; - tutelare i minori che si trovano in stato di disagio e di pregiudizio; - coinvolgere la comunità nel sentirsi partecipe e disponibile nella tutela dei minori di età in situazioni di pregiudizio; - contribuire alla diffusione dell esercizio dei diritti dell infanzia e dell adolescenza. Per la realizzazione degli interventi programmati per l anno 2010 è stato impiegato un finanziamento complessivo di ,03 pari all 11,85% del totale dei finanziamenti dedicati al Piano di Zona. Il grafico seguente riporta la ripartizione delle risorse confluite nel Piano di Zona tra le varie fonti di finanziamento nell area di intervento Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio. 9

11 Grafico 5: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,03) Comune/i 54,64% Regione 25,75% Altri enti privati 0,03% Utenza 19,58% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano Le principali fonti dell area in questione sembrano essere i Comuni, con il 54,64% delle risorse impiegate, la Regione con il 25,75% e gli utenti, che contribuiscono con il 19,58% delle risorse dedicate all area. Si sottolinea comunque che operare riflessioni in merito alle fonti che erogano risorse destinate all area non è semplice, dal momento che in tale area sono compresi interventi che spaziano dalla tutela minori alle attività di promozione per la prima infanzia o di sostegno alla genitorialità. Rispetto al passato, comunque, si denota uno spostamento nella distribuzione con un maggior peso di risorse erogate da fonte comunale. A ciò potrebbe aver contribuito l affinamento della conoscenza dei servizi avvenuto nel corso del 2010 e descritto nelle premesse del presente documento. Questa riflessione è da tenere presente quando si osserva qualsiasi dato relativo all area, come nel caso del seguente grafico, in cui si evidenzia la distribuzione delle risorse per Soggetto Responsabile della gestione dei servizi. Grafico 6: Distribuzione risorse per Soggetto responsabile della gestione, Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,03) ulss 36,2% comune 53,2% privato profit 2,4% fondazione 7,4% cooperativa sociale 0,8% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano Il grafico 6 restituisce l immagine della complessità dell area. La maggior parte delle risorse per l area sembra essere assorbita dal sistema del pubblico, che gestisce sia il pagamento delle rette per utenti che vengono inseriti in comunità site al di fuori del territorio, sia un buon numero di 10

12 strutture semiresidenziali destinate alla promozione dell infanzia (asili nido). Per quanto riguarda la promozione della prima infanzia, in particolare, il sistema del pubblico nel tempo ha preso l iniziativa di fornire una risposta istituzionale al bisogno espresso dallo specifico territorio. Tuttavia, si è configurata una scelta operativa di collaborazione con soggetto terzi incaricati della gestione del servizio. La scelta di esternalizzazione garantisce maggiore elasticità nella gestione delle risorse che il soggetto pubblico ad oggi, a causa di vincoli di bilancio e dei patti di stabilità, non può garantire. Emerge quindi a presenza di una serie di enti privati il cui contributo assume un peso rilevante nella gestione delle risorse dell area. A tal proposito, si fa presente la difficoltà riscontrata nell ottenere dati di finanziamento da parte di alcune di queste strutture che afferiscono al privato. I dati mancanti potrebbero causare una diversa distribuzione di risorse con un maggior peso attribuito alla gestione di enti privati nell area. Il processo di ottenimento dei dati appare ad oggi in via di affinamento continuo. Pertanto, si confida in futuro di riuscire ad ottenere un maggior grado di precisione nella distribuzione in oggetto. Grafico 7: Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,03) icp 52,23% udo 41,15% progetti 6,61% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano Gli interventi descritti nel 2010 sono prevalentemente I.C.P. Si nota rispetto al passato la apparente diminuzione delle risorse dedicate alle U.D.O. rispetto alle I.C.P. Ciò potrebbe essere causato dall affinamento delle conoscenze già citato in precedenza che si concentra soprattutto su servizi che vengono classificati come Insiemi Complessi di Prestazioni. Di contro, a partire dal 2010 è entrata a regime la gestione della delega amministrativa connessa all esercizio delle funzioni della tutela minori. Pertanto, l azienda Ulss ha gestito in forma solidale il budget per il pagamento delle rette derivanti dal collocamento residenziale di minori anche in territorio extra-ulss per specifiche necessità specialistiche. Tale budget contribuisce ulteriormente ad aumentare il peso degli Insiemi Complessi di Prestazioni sul totale degli interventi dell area. Si rileva infine un notevole impiego di risorse erogate nel corso del 2010 per attività progettuali. B2.1 I risultati e le criticità Tra i principali risultati che si riscontrano nel 2010 sono da rilevare il maggior sostegno alla genitorialità, realizzato tramite il potenziamento dei centri ludico-ricreativi del territorio, e il potenziamento del centro affido. A questo proposito, è utile rilevare una criticità che ha influenzato 11

13 anche per il 2010 la programmazione degli interventi nel territorio per dare risposta a minori in condizione di disagio. Il numero di famiglie del territorio disposte ad accogliere minori in affido è aumentato nel corso degli anni; nonostante ciò, tale numero risulta ancora contenuto rispetto alle esigenze riscontrate a livello territoriale. Per questo motivo, talvolta risulta ancora impossibile evitare l istituzionalizzazione a minori che potrebbero invece avere accesso a servizi che consentano di mantenere inalterata la situazione familiare conosciuta. In altre parole, appare difficile ad oggi garantire a tutti i minori che potrebbero accedere all affidamento temporaneo una tale soluzione. Conseguentemente, per il 2010 si è registrato un sensibile aumento della spesa destinata al pagamento delle rette per la permanenza di minori in comunità. Per quanto riguarda la pediatria di comunità poi, nel 2010 si riscontra che il percorso di uniformazione degli interventi di prevenzione sul territorio, che aveva avuto inizio nel 2008, è arrivato a conclusione. In particolare, il programma di visite domiciliari in seguito a dimissioni da ospedale, realizzato grazie al lavoro di rete dei due punti salute territoriali di Arzignano e Valdagno e all apporto di strumenti informatizzati, ha raggiunto l obiettivo di diminuire i tempi, promuovendo le visite domiciliari in media entro 7 giorni dalla dimissione del minore dall ospedale. Nel 2010, poi, è stato raggiunto l obiettivo di aumentare le attività di educazione alla salute nelle scuole. A tal proposito, è stata rilevata la soddisfazione degli utenti e degli insegnanti tramite apposito questionario i cui risultati sono riportati in allegato al presente documento (allegato e. Relazione attività dell UOS Pediatria di Comunità). Una criticità che si rileva per il 2010 è la difficoltà di ridurre il numero di accessi al pronto soccorso pediatrico tramite l intervento di servizi territoriali. La difficoltà nel ridurre il numero di accessi dipende dalle singoli motivazioni che spingono gli utenti a rivolgersi al pronto soccorso pediatrico anziché rivolgersi al pediatra o ad altri servizi del territorio. Di seguito, infine, si propone una carrellata di indicatori relativi alle attività dell integrazione sociale che sono attualmente disponibili per comprendere gli obiettivi raggiunti nel corso del 2010: 1. si registra un trend in aumento di alunni certificati (772/ /2010), di cui il 28% di immigrati 2. in aumento il n. di alunni con assegnazione OSS (106/ /2010), pari al 20% dei certificati 3. si allarga l età di accesso alla frequenza scolastica (nido superiori) 4. in aumento l intercetto precoce delle problematiche (patologie gravi, croniche e/o progressive, complesse..), il numero delle nuove patologie (autismo ADHD dislessia), la diffusione di strumenti più affinati, appropriati e specifici 5. in aumento la media oraria di OSS assegnata per alunno di + 30 Tali indicatori permettono di considerare che, tramite il servizio di integrazione scolastica, nel 2010 rispetto al passato è stato possibile fornire una risposta più efficace ed adeguata agli alunni che presentano problematiche di vario genere. 12

14 B3. Area Disabilità: Uno sguardo di insieme Per il 2010 è ritenuto opportuno confermare le priorità e le politiche di intervento così come stabilite per la programmazione del piano , anche alla luce dell analisi della popolazione disabile presente nel territorio della Ulss 5 riportata in allegato (Allegato 3 Area Disabilità: la situazione nel territorio dell Ulss 5). Si è ritenuto altresì di proseguire con la realizzazione degli stessi interventi al fine di realizzare degli obiettivi prefissati in fase di programmazione iniziale. Di seguito si propongono le politiche adottate per le U.O. dell area Disabili. Politiche di intervento area disabilità età adulta: - consolidare la rete dei servizi diurni dedicati alle persone con disabilità; - consolidare la rete di servizi residenziali dedicati alle persone con disabilità; - diffondere informazioni per favorire l accesso degli utenti ai servizi territoriali; - favorire l autonomia economica e sociale delle persone con disabilità; - sostegno ai cittadini in situazione di fragilità al fine di evitare l esclusione sociale. Politiche di intervento area disabilità età evolutiva, tra le altre: - Assicurare risposte ai bisogni prioritariamente individuati nella erogazione di prestazioni diagnostiche, riabilitative/abilitative, psicologiche, sociali ed educative rispondenti ai Livelli di Assistenza (L.E.A.) in forma integrata e multidisciplinare; - Garantire l integrazione scolastica e sociale e i diritti delle persone con disabilità, mirando le azioni su due principali obiettivi: la centralità della persona con disabilità e la sua famiglia; l ambiente come elemento di facilitazione all integrazione e non come elemento di ostacolo. Promuovere azioni di formazione e informazione a livello territoriale per la cultura dell aiuto e della solidarietà; - Sostenere la non autosufficienza, migliorando la qualità della vita e sostenendo la continuità assistenziale; - Modernizzare e professionalizzare le tecniche abilitative in favore delle persone in situazione di disabilità in condizione di gravità e delle famiglie per rendere gli interventi sulla persona più efficaci e rispondenti a criteri di evidence clinica; - Prevenire le condizioni a rischio promuovendo azioni di supporto efficaci; - Individuare obiettivi di facilitazione all accesso dei servizi, tutelando specialmente le face deboli della popolazione dove il problema dello sviluppo cognitivo e linguistico si interseca con quello socio-culturale dell immigrazione; - Promuovere stili di educativi e ambienti di vita sani; - Garantire il diritto allo studio; - Favorire l autonomia e l integrazione sia a livello di singolo sia a livello di nucleo familiare; - Ampliare le capacità relazionali e di lavorare in gruppo. Politiche di intervento area SIL: - mediare l inclusione nel mondo del lavoro delle persone con disabilità; - proporre sperimentazioni di orientamento, formazione e accompagnamento al lavoro; - creare una rete istituzionale in grado di affrontare l inserimento lavorativo delle persone con disabilità o in situazione di svantaggio sociale in modo univoco ed efficace evitando lo spreco di risorse per sviluppare nuove opportunità occupazionali - implementare la diffusione della cultura di responsabilità sociale dell azienda; Per mettere in atto le azioni previste per perseguire le politiche individuate nel 2010 sono stati erogati ,39, pari al 14.56% del totale dei finanziamenti finalizzati per il Piano di Zona. Le risorse per l area disabilità sono state erogate da diverse fonti, così come descritto nel grafico seguente. 13

15 Grafico 8: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Disabili, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,39) Altro 0,32% Altri enti privati 1,20% Altri enti pubblici 0,38% Utenza 5,62% Regione 53,34% Comune/i 39,14% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano Il grafico 8 rappresenta la ripartizione tra le varie fonti di finanziamento delle risorse confluite nel Piano di Zona. Le principali fonti dell area sono la Regione, con il 53,4% dei finanziamenti, e i Comuni con il 39,14%. Si sottolinea la compartecipazione da parte dell utenza ai servizi sociosanitari dedicati alla disabilità con un contributo che si attesta al 5,62% del totale delle risorse dedicate. La distribuzione delle risorse risulta in linea con il trend regionale registrato per il Grafico 9: Distribuzione risorse per Soggetto responsabile della gestione, Area Disabilità, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,39) associazione no profit 13,5% ulss 43,4% comune 8,8% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano ipab 0,3% cooperativa sociale 34,1% Dal grafico 9 emerge la situazione relativa alla sussidiarietà del sistema che caratterizza l area Disabilità. In particolare, il sistema del Pubblico (Ulss, Comuni e Ipab) è incaricato della gestione della maggior parte delle risorse economiche destinate alla realizzazione di servizi ed interventi nel territorio. D altro canto, il 47,6% delle risorse dell area viene gestito dal privato sociale, tipicamente per la gestione del sistema di semiresidenzialità e residenzialità riservato a persone con disabilità. In questo caso, le strutture del territorio vengono gestite direttamente da cooperative o associazioni che accolgono gli utenti del territorio o provenienti da territori limitrofi contribuendo alla diffusione della cultura del lavoro in rete per dare risposta ai bisogni del territorio. 14

16 Nel successivo grafico si propone la suddivisione delle risorse in base al tipo di unità di erogazione. Grafico 10: Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Disabili, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,39) icp 34,83% udo 62,45% progetti 2,71% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano Dal grafico emerge che la maggior parte delle risorse è destinata alle unità di offerta (U.D.O.), con particolare riferimento alle strutture residenziali e semiresidenziali del territorio, nello specifico centri occupazionali diurni e comunità alloggio. Gli insiemi complessi di prestazioni assorbono complessivamente il 34,83% delle risorse dell area: in questo caso si tratta principalmente delle funzioni istituzionali dell U.O. Disabilità in età evolutiva e dell U.O. Servizio di Integrazione Lavorativa. I dati presentati sono in linea con quanto emerso nel E pertanto possibile considerare ancora una volta come nel 2010 si siano confermate le politiche e le conseguenti azioni per gli interventi e i servizi proposti nel territorio della Ulss5 nel segno di una continuità temporale che segna la conclusione del piano di zona nella sua proroga per l anno B3.1 I risultati e le criticità Come evidenziato in più passaggi, per l area disabilità il 2010 ha segnato un momento di stabilizzazione e di conferma delle attività precedentemente avviate e potenziate nel territorio. La residenzialità e della semiresidenzialità, in particolare, sono stati i principali sistemi di azione attuati per dare risposte ai bisogni del territorio in ambito di disabilità (si veda a questo proposito l approfondimento in allegato 3.a Area Disabilità: I servizi). Le azioni principali rivolte a tali utenti sono così riassumibili: Sollievo per le famiglie: Sono stati incrementati i Progetti Sollievo tramite accoglienza temporanea e pronta accoglienza presso strutture. Servizi diurni: Sono state incrementate le azioni rivolte all integrazione sociale e i progetti innovativi. Sono stati attivati numerosi programmi dedicati, tra cui i laboratori con le scuole Impara l arte con Azzurra e il Progetto Squadra mobile in collaborazione con il distretto socio sanitario. Residenzialità: anche nell anno 2010 si è proseguito nell attività atta a favorire l autonomia abitativa con la promozione di gruppi appartamento, con il sensibile contributo del Terzo Settore. 15

17 A tali proposte si aggiungono le azioni legate al servizio di integrazione lavorativa, in difficoltà a causa della crisi economica, ma contemporaneamente rilanciato da un progetto finanziato dal Fondo Sociale Europeo attraverso cui si sono ampliate le sinergie tra i soggetti istituzionali e mondi dell istruzione, della formazione e dell impresa. Il trattamento della disabilità in età evolutiva, infine, ha avuto nel 2010 esiti positivi per quanto riguarda il numero dell utenza raggiunta e gli esiti nella presa in carico dei soggetti. A livello di criticità, permangono per l area disabili difficoltà legate all aumento dei tempi della presa in carico. Le nuove prese in carico sono in diminuzione rispetto al passato, ma i tempi di presa in carico si allungano e, conseguentemente, aumenta il numero di utenti storicamente in carico ai servizi, con un aumento significativo del carico di lavoro dedicato. Altra considerazione riguarda la tipologia di utenza che, come si rileva in età evolutiva, presenta una sensibile incidenza di disturbi generalizzati dello sviluppo tipo autismo. I familiari e le Associazioni di familiari segnalano difficoltà con le strutture sanitarie e ospedaliere, che frequentemente sono impreparate ad accogliere e a relazionarsi con la persona con grave disabilità. Emerge quindi la necessità che il personale sia preparato ad approcci e modalità di comunicazione che siano corretti e rispettosi dei diritti delle persone con grave disabilità, soprattutto di tipo relazionale, nonché all organizzazione di ambienti adeguatamente strutturati. 16

18 B4 Area Dipendenze: Uno sguardo di insieme Alla luce dell apparente stabilità nel numero di utenti seguiti dai servizi dell area dipendenze per l anno 2010 (si veda a questo proposito l allegato 4. Area dipendenze: la situazione nel territorio della Ulss5), si confermano le stesse priorità di intervento individuate negli anni precedenti di programmazione: - riduzione dell uso di sostanze illegali - riduzione dell uso di sostanze legali - prevenzione dei comportamenti a rischio e di abuso di sostanze legali ed illegali - inserimento lavorativo dei soggetti tossicodipendenti e alcoldipendenti - favorire l accesso ai servizi tramite la distribuzione di informazioni - favorire l autonomia personale e di nucleo familiare e tutela della persona in condizioni di fragilità, di precarietà psicofisica e di non autosufficienza Per realizzare le azioni che si riferiscono alle politiche sopra declinate sono stati erogati per l anno ,75 pari al 3,42% del totale delle risorse dedicate nel 2010 al Piano di Zona. Grafico 11: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Dipendenze, anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,75) Utenza 0,13% Altri enti privati 0,77% Comune/i 3,70% Regione 95,40% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano Il grafico 11 mette in evidenza come il finanziamento delle azioni sia coperto per il 95,40% dalla Regione. I finanziamenti erogati da fonti comunali si riferiscono quasi esclusivamente ad azioni di integrazione del reddito oppure ad interventi di natura progettuale con finalità preventive. 17

19 Grafico 12: Distribuzione risorse per Soggetto responsabile della gestione, Area Dipendenze, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,75) associazione no profit 1,5% comune 4,2% ente religioso 0,4% cooperativa sociale 2,2% ulss 91,8% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano In linea con quanto emerso nel grafico 11, il grafico 12 evidenzia che la gestione dei finanzianti erogati per l area Dipendenze nell anno 2010 è a quasi totale carico del sistema Pubblico, che si profila come responsabile della gestione preponderante per dare risposta ai bisogni dell utenza dell area delle dipendenze. Grafico 13: Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Dipendenze, anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,75) icp 52,46% udo 43,47% progetti 4,07% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano Il grafico 13 fotografa la situazione dell area dal punto di vista delle tipologie di servizi/interventi erogati sul territorio, distinti in base al tipo di unità di erogazione in cui si classificano. Nel caso dell area dipendenze, si conferma il forte investimento di risorse in unità di erogazione quali SERT e comunità terapeutiche, classificate come Unità di Offerta (U.D.O.). La maggior parte degli interventi descritti fa comunque parte della categoria degli Insiemi Complessi di Prestazioni (I.C.P.); si tratta in buona parte del pagamento delle rette per l inserimento di utenza in servizi residenziali situati al di fuori del territorio della Ulss5. I progetti, infine, sono costituiti per l anno 2010 dal Piano area dipendenze e si sviluppano prevalentemente nell ottica della prevenzione. 18

20 B4.1 I risultati e le criticità Per quanto riguarda il 2010 il mantenimento del sistema dei servizi ed interventi attivati per l area dipendenze costituisce un risultato positivo che va considerato. A ciò si aggiungano i risultati ottenuti con il lavoro di rete per favorire il cambiamento culturale dell approccio all utenza dei servizi per l individuazione dei bisogni emergenti del territorio. Tale cambiamento culturale, tuttavia, è molto difficile da monitorare e valutare. Allo stato attuale, la valutazione del sistema per la programmazione dei servizi ed interventi del territorio può avvenire principalmente tramite l osservazione del numero di utenti già in carico ai diversi servizi per l anno 2010 o per gli anni precedenti. Appare difficile operare una riflessione più generica riguardo ai potenziali utenti dei servizi, ovvero a coloro che manifestano bisogni sconosciuti ai servizi e che per questa ragione non sono ancora stati intercettati dal sistema. Un modo per intercettare ed interpretare tali bisogni nascosti è stato quello, per il 2010 come per il passato, di attuare un piano dipendenze costituito da progettualità specifiche per il territorio. Tuttavia, il finanziamento regionale del piano per le dipendenze non verrà probabilmente rinnovato nei prossimi anni; la criticità che ne deriva stimola per il futuro un parziale ripensamento del sistema di offerta allo scopo di individuare i bisogni emergenti non ancora intercettati dal sistema dei servizi attivi nel territorio e un orientamento alla definizione di un ordine di priorità che, probabilmente, sarà più rivolto al contrasto che alla prevenzione del disagio. 19

21 B5 Area Salute mentale: Uno sguardo di insieme L investimento principale per l area Salute Mentale per il periodo è stato quello di favorire le soluzioni intermedie con l obiettivo principale di facilitare il più possibile l integrazione sociale dell utenza con problematiche di salute mentale. Lo scopo è stato quello di conservare, per quanto possibile, la dimensione di vita dell utente, producendo il benessere del vivere quotidiano così come previsto dalla L. 180/1978. Si è cercato altresì di favorire relazioni positive tra gli utenti stessi. Tale investimento, pertanto, ha caratterizzato il Piano di Zona per gli anni e caratterizzerà ulteriormente la programmazione dei servizi e interventi dell area Salute Mentale per il prossimo Piano di Zona Nell ottica di realizzare questi obiettivi generali, si è confermata per il 2010 la programmazione dei servizi ed interventi sul territorio già individuata negli anni precedenti. La programmazione segue dunque le stesse priorità e politiche degli anni passati. Le azioni proposte a favore degli utenti che afferiscono all area Salute Mentale si sviluppano con la prospettiva di: - implementare le attività territoriali del Dipartimento di Salute Mentale; - raggiungere e mantenere gli obiettivi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria LR 4080/2000; - perseguire l integrazione socio-sanitaria per una migliore cura e assistenza dei pazienti affetti da gravi patologie psichiatriche; - sostenere l attuale attività di RSA per dare risposta al bisogno di assistenza estensiva; - favorire l accesso ai servizi territoriali per l utenza; - favorire l autonomia, l integrazione sociale della persona e del nucleo familiare e tutelare le persone in condizioni di fragilità, di precarietà psicofisica e di non autosufficienza; - rispondere a situazioni di disagio mentale che diminuiscono le capacità di gestire i propri interessi. Seguendo quindi le sopraccitate priorità di intervento per l anno 2010 sono stati programmati servizi ed interventi che hanno comportato l erogazione di un finanziamento totale di ,56, pari al 10,22% del totale delle risorse destinate al Piano di Zona. Nel grafico seguente è possibile osservare la distribuzione di tali risorse in base alla fonte di provenienza. Grafico 14: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Salute Mentale, anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,56) Altri enti privati 0,17% Altri enti pubblici 3,98% Utenza 7,04% Regione 87,40% Comune/i 1,42% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano 20

22 La distribuzione di risorse per l anno 2010 sembra essere in linea con il 2009 e con quanto registrato a livello Regionale nei territori delle altre Ulss. La maggior parte dei finanziamenti erogati è di provenienza Regionale. Spicca nella distribuzione la presenza di contribuzione da parte dell utenza per il 7,4% del totale dell area salute mentale. In questo caso, si tratta principalmente dell ammontare corrispondente alle indennità di accompagnamento versate dagli utenti inseriti presso le RSA per pazienti psichiatrici del territorio della Ulss5. Grafico 15: Distribuzione risorse per Soggetto Responsabile della Gestione, Area Salute Mentale, anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,56) comune 1,3% cooperativa sociale 10,4% ulss 88,3% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano Dal grafico 15 emerge che la maggior parte del sistema della Salute Mentale è governato dal Pubblico, in particolare dall azienda Ulss. E altresì da considerare che il 10,4% delle risorse destinate all area è gestito per l erogazione dei servizi da cooperative sociali. Si tratta in questo caso di cooperative sociali che si occupano di gestire i centri occupazionali diurni destinati ai pazienti psichiatrici e il sistema della residenzialtà del territorio. L analisi sottostante, riguardante la distribuzione dell ammontare del finanziamento per tipo di intervento, permette di sottolineare alcune differenze rispetto al 2009, quando la quasi totalità degli interventi descritti nell area Salute Mentale veniva classificata come unità di offerta U.D.O. Grafico 16: Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Salute Mentale, anno 2010, territorio Ulss5 (tot ,56) icp 29,84% udo 65,39% progetti 4,78% Fonte: elaborazione Ufficio di Piano 21

23 Apparentemente, nel 2010 sembra emergere un aumento del peso degli Insiemi Complessi di Prestazioni (I.C.P.) sul totale dell area rispetto agli anni precedenti. Si tratta in realtà di un dettaglio tecnico che non corrisponde ad un cambiamento nel tipo di interventi erogati: per coerenza con la classificazione proposta dalla Regione le RSA per pazienti psichiatrici sono state classificate nella dicitura Altri interventi residenziali, quindi come I.C.P. e non come U.D.O. Sostanzialmente, però, la situazione rispetto al 2009 non è mutata: nel 2010 i finanziamenti dedicati all area risultano prevalentemente dedicati ad attività residenziali e semi-residenziali per pazienti psichiatrici e ad attività legate al CSM Centro di Salute Mentale. Come accadeva per il 2009, quindi, si riscontra un peso residuale rispetto al totale dell area delle attività progettuali e di sostegno economico. B5.1 I risultati e le criticità Un primo risultato che si rileva per l anno 2010 è il mantenimento sostanziale del sistema di offerta di residenzialità e semiresidenzialità nel territorio. A ciò si aggiungono risultati legati alla personalizzazione delle risposte da attivare per gli utenti ai servizi: negli ultimi anni, senza eccezione per il 2010, si è lavorato in funzione di una riduzione della degenza media ospedaliera e dell attivazione di risposte personalizzate che tengano conto delle caratteristiche e dei bisogni di ogni singolo utente. Un altro risultato importante, che deriva dal cambiamento culturale di una maggiore attenzione alle specificità dell utente che si è rilevato negli ultimi anni, riguarda una maggiore consapevolezza in fase di operatività accompagnata da una maggior conoscenza dei servizi e delle risposte che si possono attivare di volta in volta. A ciò si aggiunge anche lo sviluppo del lavoro in rete, che anche nel 2010 ha messo in connessione gli enti pubblici con il privato sociale e con gli altri enti o associazioni che operano nel territorio in favore delle persone che presentano problematiche legate alla salute mentale. In questo discorso generale si colloca la grande attenzione riservata anche nel 2010 per il reinserimento sociale delle persone affette da problematiche di salute mentale. A questo proposito, si è rafforzata nel 2010 la rete di appartamenti protetti per il reinserimento sociale, fornendo risposte adeguate agli utenti che possono condurre la propria vita in autonomia pur essendo in una condizione di protezione ed accompagnamento. 22

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