Atti Parlamentari Camera dei Deputati

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1 Atti Parlamentari Camera dei Deputati la decisione è stata presa perché il piano citato ha lo scopo di chiudere alcuni presidi sanitari attualmente operanti sul territorio siciliano; l assessore competente ha spiegato le ragioni che fondano la decisione presa, con il supporto di esperti i professori della materia, tutti membri della società italiana di ginecologia, i quali hanno illustrato dati e criteri seguiti per l analisi svolta, sfociata nella istanza di considerare la necessità di realizzare la chiusura di numerosi presidi sanitari; soffermandoci sulla specifica situazione inerente lo splendido arcipelago delle Eolie, gli esperti hanno paradossalmente sostenuto che, attraverso la chiusura del presidio di ostetricia e ginecologia, fatto che si è generato notevole malcontento nei comuni interessati ad evitarne la chiusura, si otterrebbe una riqualificata rete di assistenza per garantire meglio le puerpere, volendo così privilegiare la sicurezza di ogni intervento effettuato e la qualità delle prestazioni fornite; le affermazioni si basano sul fatto che i centri dove avvengono un numero di parti inferiori ai 500, come accade nel presidio di Lipari, si fornirebbe un servizio di qualità inferiore; a conclusione dell incontro, vista la gravità della misura proposta, è stata chiesta ed ottenuta la sospensione per un mese del decreto assessoriale. Nelle more, anche in considerazione dell impatto registratosi in alcuni centri, in questo atto di sindacato ispettivo più specificamente riferito delle isole Eolie e segnatamente del presidio esistente, si auspica ancora per lungo tempo, a Lipari, la Commissione ha deciso di convocare un nuovo incontro esteso alla partecipazione dei sindaci dei territori interessati oltre che agli esponenti della società di ginecologia per giungere a una revisione dei criteri delle deroghe e far si che anche laddove è previsto l accorpamento dei punti nascita si realizzi una unica sede operativa con la guardia ostetrica che dovrebbe essere operativa 24 ore su 24; lo spostamento del presidio al di fuori dell arcipelago eoliano costringerebbe le donne incinte e le loro famiglie a lunghi, costosi e disagevoli trasferimenti al di fuori della propria casa, del proprio ambiente, subendo la decisione come un imposizione poiché, dalla comparazione degli eventuali benefici rispetto ai costi certi, si ripete, non solo economici, la popolazione residente ha chiaramente dimostrato di non gradire la soluzione prospettata dalle autorità competenti : se i Ministri interrogati abbiano valutato opportunamente il fatto che l eventuale chiusura del presidio sanitario possa pregiudicare realmente e gravemente i livelli essenziali di assistenza, se la decisione sia stata valutata in ragione del contenimento della spesa sanitaria, posto che il piano di rientro, nell isola, non ha visto la nomina di un Commissario ad acta, essendo i Ministri interrogati competenti a sovrintenderlo, poiché eventuali motivazioni di natura economica non possono in nessun modo influenzare l opera dell amministrazione sanitaria sino al punto di violare in modo fattuale e concreto l inviolabile diritto costituzionale alla salute, e di conseguenza quali iniziative gravi ed urgentissime intendano porre in essere per dare soluzione ai fatti narrati. ( ) * * * GIUSTIZIA Interrogazioni a risposta scritta: Per sapere premesso che: secondo quanto riportato dall agenzia di stampa AGI del 4 ottobre 2011, oltre 200 detenuti del carcere di Enna hanno inviato una lettera alle più alte cariche dello Stato, al Csm, al Garante per i diritti dei detenuti e al presidente del tribunale di sorveglianza di Caltanissetta;

2 Atti Parlamentari Camera dei Deputati nella lettera i detenuti dicono di «accettare le pene inflitte, ma non di essere privati dei diritti e della dignità», nonché di «voler essere considerati esseri umani e non sentirsi vittime di logiche giustizialiste»; nella lettera gli scriventi denunciano che nel carcere di Enna in una cella di 21 metri quadrati vivono 7 persone con brande a 4 piani e sottolineano di non ottenere, pur avendone diritto, benefici riconosciuti dalla legge, per i ritardi del tribunale di sorveglianza di Caltanissetta : quali iniziative intenda assumere il Governo in relazione al grave sovraffollamento in cui versa la struttura penitenziaria di Enna; se con riferimento alla struttura penitenziaria in questione intenda verificare urgentemente: a) il rispetto degli spazi previsti per legge; b) lo stato in cui si trovano le celle, con specifico riferimento alla possibilità di cucinare e mangiare, ai servizi igienici, all ingresso di luce naturale e artificiale, all aerazione diurna e notturna, al riscaldamento, in rapporto anche al numero di soggetti ristretti in ciascuna cella; c) lo stato degli arredi posti nelle celle, ivi compresi letti e materassi; entro quali termini, in media, vengano evase dal tribunale di sorveglianza di Caltanissetta le istanze dei detenuti e qualora sussistessero ritardi a quali cause siano riconducibili gli eventuali ritardi nell emissione dei provvedimenti. ( ) Per sapere premesso che: lo scorso 7 ottobre su La Gazzetta di Modena, è stato pubblicato un articolo intitolato: «I detenuti protestano: non possiamo farci inviare saponi e cibi dai parenti»; l artico in questione dà conto di una lettera scritta dai detenuti del carcere Sant Anna al Ministro della giustizia, al magistrato di sorveglianza di Modena, dottore Mazza, e a Marco Pannella, quest ultimo da mesi in sciopero della fame per ridurre il sovraffollamento delle carceri; nella lettera i detenuti denunciano le condizioni di scarsa vivibilità all interno del S. Anna, per quello che riguarda gli spazi e soprattutto il cibo: «Ogni giorno dobbiamo convivere con una situazione che è fuori dagli standard europei. Abbiamo due docce per 72 detenuti e l acqua esce o gelida o tanto calda da ustionare. Ma non è questo il peggio perché dobbiamo fare anche i conti con la pulizia delle nostre celle: gli stracci sono stati soppressi per carenze di bilancio, come dice la direttrice, mentre i detersivi ci vengono consegnati così allungati con acqua da essere poco utilizzabili. E la carta igienica? Un rotolo a settimana. Quando usciamo nel cortile per l ora d aria dobbiamo condividere 220 metri per 200 detenuti: la media è di 1,20 metri quadrati a testa. Ma quello che è peggio è che i nostri familiari non riescono più a portarci da casa né il cibo già preparato né i detergenti per le pulizie, a differenza di quanto avviene nelle altre carceri italiane. Il tutto, ovviamente, pagato dai nostri cari e che non costerebbe nulla all amministrazione del carcere. Persino la frutta fresca è stata vietata: in compenso il sopravvitto da acquistare allo spaccio interno è aumentato di prezzo. A loro i prezzi non li tagliano mai?» secondo l articolo sopra citato, fonti ufficiose dalla direzione del carcere avrebbero spiegato che gli aumenti di prezzo sono previsti dai contratti d appalto e che i controlli sono mensili. La regola prevede che i prezzi siano tarati su quelli del supermercato più vicino entro un raggio di 250 metri: di conseguenza i rincari innescati dall aumento dell iva sarebbero arrivati a valanga anche nello spaccio interno del carcere;

3 Atti Parlamentari Camera dei Deputati per quanto riguarda, invece, il problema dell arrivo dei cibi dall esterno, un mese fa la direttrice del carcere di Modena si giustificò dicendo che «il regolamento prevede controlli per i cibi non confezionati e per igiene non si possono usare le stesse posate per controllare tutti i cibi portati» : se quanto esposto in premessa corrisponda al vero; cosa intenda fare il Ministro dell interno per riportare il numero complessivo dei detenuti del carcere di Modena a quanto previsto dalla normativa; cosa intenda fare per rendere pienamente conformi alla legge le condizioni di detenzione delle persone recluse nel carcere S. Anna, per fornire loro gli strumenti necessari a mantenere l igiene delle celle e quella personale, per assicurare la fornitura di acqua fredda o calda a temperature non eccessive e per aumentare il numero delle docce per detenuti presenti; per quali motivi i familiari dei detenuti non possano portare in carcere cibi e saponi per i loro familiari e se e quali provvedimenti intenda adottare affinché tutto ciò possa invece avvenire, ovviamente nel rispetto del regolamento e delle norme sulla sicurezza interna del carcere; quali siano le voci che compongono l elenco del cosiddetto sopravvitto e se il relativo listino prezzi sia soggetto ad un qualche visto di congruità secondo le disposizioni vigenti; se ritenga che la procedura adottata negli istituti di pena italiani sia corretta sotto il profilo del controllo dei prezzi, della vendita dei prodotti, e del controllo delle merci sottoposte alla vendita; cosa intenda fare per controllare i prezzi praticati all interno degli istituti di pena per la vendita ai detenuti di generi di varia natura. ( ) Per sapere Premesso che: secondo quanto pubblicato da Vita il 4 ottobre 2011, in Sardegna sette carceri su dodici non hanno un direttore; secondo Maria Grazia Caligaris, presidente dell associazione «Socialismo Diritti Riforme»: «per le carceri sarde la condizione è insostenibile posto che da diversi anni l Amministrazione Penitenziaria infatti non assume direttori»; più in particolare: Gianfranco Pala, direttore della casa circondariale di Cagliari, quella che ospita un quarto delle persone private della libertà in Sardegna, regge anche l istituto di pena di Iglesias; Pierluigi Farci, responsabile di Oristano, anche la colonia penale di «Is Arenas»; Gabriella Incollu, oltre all Istituto di Nuoro, dirige anche la colonia penale di «Mamone»; Marco Porcu, titolare a Isili, deve curare anche Lanusei, mentre Teresa Mascolo, oltre al «San Sebastiano» di Sassari dirige anche Tempio Pausania; non è possibile che un direttore debba reggere fino a quattro strutture, anche perché questa situazione porta gli amministratori dei penitenziari sardi a svolgere solo l ordinaria amministrazione con grave nocumento di tutte quelle attività volte alla rieducazione e al reinserimento sociale dei detenuti; a giudizio della prima firmataria del presente atto è paradossale che non sia stata prevista alcuna nuova assunzione di direttori, considerando che nell isola in questione sono in costruzione quattro nuove strutture penitenziarie : se intenda adottare iniziative urgenti al fine di garantire a tutti gli istituti di pena sardi i necessari direttori; cosa intenda fare, per quanto di competenza, per ridurre il numero dei detenuti presenti in Sardegna, per rafforzare gli educatori e gli psicologi nonché per rendere meno pesante il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria. ( )

4 Atti Parlamentari Camera dei Deputati e ZAMPARUTTI. Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. Per sapere premesso che: il sette ottobre 2011 l agenzia di stampa Adnkronos ha diramato la seguente, preoccupante, notizia: il carcere di Sollicciano è infestato dalle zecche dei piccioni; a lanciare l allarme sulla presenza delle zecche all interno dell istituto di pena fiorentino è stata la Uil-Pa Penitenziari che, tramite il suo segretario generale, Eugenio Sarno, ha prontamente sollecitato «vivamente le competenti autorità del Provveditorato e del Dipartimento, nonché le autorità sanitarie locali ad attivarsi con immediatezza per garantire le necessarie attività disinfestanti»; qualche settimana fa gli operatori giuridici-pedagogici di Sollicciano hanno direttamente rilevato la presenza di nidi, residui nidiacei e di escrementi di piccioni negli ambienti penitenziari, tanto che si è dovuto procedere alla chiusura preventiva e cautelare per la disinfestazione di una sala colloqui ubicata presso l infermeria del carcere; gli escrementi, i nidi, i residui, le carcasse sono fattori veicolanti non solo di parassiti, ma anche di pericolose patologie infettive (alcune contagiose e persino mortali) tra le quali si ricordano salmonellosi, criptococcosi, istoplasmosi, ornitosi, aspergillosi, candidosi, clamidosi, coccidiosi, encefalite, tubercolosi. È necessario, quindi, non solo procedere a sistematiche disinfestazioni, quanto prevedere un piano di contenimento delle presenze dei volatili infestanti; l installazione di sistemi di allontanamento dei volatili o l apposizione di materiale anti-posatoio per i piccioni eviterebbero il pericolo della diffusione di malattie infettive e contribuirebbero al contenimento delle spese di disinfestazione; è del tutto evidente che in una situazione igienico-sanitaria all interno dei nostri istituti di pena già compromessa dal sovraffollamento ogni ulteriore elemento critico potrebbe far precipitare la situazione in brevissimo tempo : se, negli ambiti di competenza, il Governo intenda attivarsi con immediatezza al fine di garantire le necessarie attività disinfestanti all interno del carcere di Sollicciano; se non si intenda prevedere quanto prima un piano di contenimento delle presenze dei volatili infestanti mediante l installazione di sistemi di allontanamento degli stessi o l apposizione di materiale anti-posatoio per i piccioni. ( ) Per sapere premesso che: secondo quanto riportato dall agenzia di stampa AGI la sera del 7 ottobre 2011, verso le 22.30, Fabrizio Piras, 23 anni, è morto in una cella del carcere di San Sebastiano di Sassari; l uomo era stato arrestato il 14 aprile per rapina e si trovava in carcere in stato di custodia cautelare in attesa di essere processato; il fatto è avvenuto mentre Piras era da solo nella sua cella. Sul posto sono intervenuti il pubblico ministero di turno, dottor Gianni Caria, e il medico legale, dottor Francesco Lubinu, insieme ai carabinieri della sezione investigazioni scientifiche del reparto operativo di Sassari per i rilievi; a seguito dell ispezione sul cadavere dell uomo, il dottor Lubinu avrebbe attribuito la causa della morte a «soffocamento per dilatazione dell epiglottide, causata da volontaria inalazione da gas da

5 Atti Parlamentari Camera dei Deputati bombola», probabilmente di un fornelletto da campeggio : di quali informazioni disponga il Ministro sui fatti riferiti in premessa e, in particolare, se non intenda avviare, nel rispetto e indipendentemente dall inchiesta che sulla vicenda ha aperto la magistratura, un indagine amministrativa interna volta a verificare eventuali responsabilità amministrative o disciplinari dell amministrazione penitenziaria, anche alla luce della forte carenza di personale che limita inevitabilmente le possibilità di vigilanza sui detenuti; se e quali urgenti iniziative di carattere normativo il Governo intenda adottare al fine di ridurre i tempi di custodia cautelare, perlomeno per i reati meno gravi, ed il conseguente potere della magistratura nell applicazione delle misure cautelari personali a casi tassativamente previsti dal legislatore, previa modifica dell articolo 280 del codice di procedura penale, così come previsto dalla mozione n approvata dalla Camera dei deputati il 12 gennaio ( ) CICCHITTO, CORSARO, TORRISI, SANTELLI, VITALI, DIMA, SALTAMAR- TINI, OSVALDO NAPOLI, BERTOLINI, LAFFRANCO, BERNARDO, ROMELE, PIANETTA, BACCINI, GIOACCHINO AL- FANO, ANTONINO FOTI, DE LUCA, BOC- CIARDO, MARINELLO, MARSILIO, PAL- MIERI, CALDERISI, BALDELLI, BIAN- CONI, CICU, HOLZMANN, SCALERA, LO- RENZIN, BIANCOFIORE, GIANFRANCO CONTE, PILI e MURGIA. Al Ministro della giustizia. Per sapere premesso che: il 19 settembre 2011 il tribunale di Milano, presso il quale è pendente il cosiddetto «processo Mills» nei confronti del presidente Berlusconi, ha revocato circa dieci testimonianze, richiesti dalla difesa e precedentemente ammesse. Ciò, peraltro, con la dichiarata finalità di addivenire in ogni caso al pronunciamento di una sentenza di primo grado di un processo comunque prossimo alla prescrizione, e già viziato da un opinabile e arbitrario slittamento in avanti di due anni dei termini della prescrizione stessa; in data 26 settembre, analoga decurtazione della lista dei testimoni richiesti dalla difesa dell onorevole Berlusconi è stata operata dai giudici del tribunale di Milano dinanzi ai quali è pendente il cosiddetto «processo Mediaset»; sempre presso il tribunale di Milano è pendente il cosiddetto «processo Ruby» nei confronti del Presidente del Consiglio, la cui tesi accusatoria è per lo più sostenuta da atti di indagine compiuti ad avviso degli interroganti in aperta violazione della legge n. 140 del 2003 (cosiddetta «legge Boato») in materia di intercettazione delle comunicazioni di membri del Parlamento, dell articolo 68 della Costituzione e di una consolidata giurisprudenza della Corte costituzionale. Rispetto all eccezione di tali violazioni, documentate in atti parlamentari di sindacato ispettivo e segnalate dalla difesa dell onorevole Berlusconi in sede processuale, il tribunale non ha ritenuto di motivare adeguatamente il rigetto delle eccezioni difensive; nonostante la chiara finalizzazione degli atti di indagine nei confronti del Presidente del Consiglio, l iscrizione dell onorevole Berlusconi sul registro degli indagati per il cosiddetto «caso Ruby» si è verificato, sempre ad avviso degli interroganti, con inspiegabile ritardo, al punto da non potersi escludere che tale procedura di garanzia sia stata ritardata al fine di consentire la praticabilità del rito immediato e agevolare la prosecuzione dell attività intercettiva in violazione della legge; nell ambito del medesimo «caso Ruby», diversi organi di stampa hanno pubblicato trascrizioni di telefonate intercettate tra l avvocato Luca Giuliante e Karima El Mahroug, sua assistita nel periodo al quale tali conversazioni si riferiscono; nel rigettare in data 3 ottobre una richiesta di custodia cautelare agli arresti

6 Atti Parlamentari Camera dei Deputati domiciliari avanzata dalla difesa dell onorevole Alfonso Papa, sottoposto a regime di carcerazione preventiva nell ambito del cosiddetto «caso P4» nonostante l avvenuto rinvio a giudizio immediato con tanto di fissazione della prima udienza, il giudice per le indagini preliminari di Napoli, seppur sollecitato dal collegio difensivo, avrebbe omesso di acquisire la cartella clinica del detenuto, comprovante uno stato di salute difficilmente compatibile con il regime carcerario (già di per sé di dubbia rispondenza ai requisiti di legge in ordine alla sussistenza delle esigenze cautelari); il perdurare del regime di carcerazione preventiva ha indotto gli avvocati difensori dell onorevole Papa a rimettere il proprio mandato, motivando fra l altro tale decisione con l impossibilità di esercitare correttamente il diritto di difesa in considerazione dell ingente quantità di atti d inchiesta prodotti dalla procura della Repubblica di Napoli e della difficoltà di esaminare gli stessi unitamente all accusato in stato di detenzione; secondo notizie di stampa, nell ambito di un procedimento penale a carico di Valter Lavitola, Gianpaolo Tarantini e Angela Devenuto, con l accusa di estorsione nei confronti del Presidente del Consiglio onorevole Silvio Berlusconi, la procura della Repubblica di Napoli successivamente dichiarata priva della competenza territoriale dal giudice delle indagini preliminari e dal tribunale del riesame avrebbe disposto una perizia sulla memoria del telefono blackberry del Tarantini apparentemente al fine di conoscere i contenuti delle comunicazioni intercorse mediante un sistema di messaggistica tra il Tarantini stesso e il suo difensore, avvocato Nicola Quaranta, tutelate dal codice di procedura penale (articolo 103) e dalla stessa Costituzione (articoli 24 e seguenti inerenti il diritto di difesa); i sostituti procuratori di Napoli avrebbero altresì proceduto all assunzione di informazioni nei confronti dei difensori di un indagato, i quali sarebbero stati obbligati a rispondere in quanto sollevati dal segreto professionale da essi opposto in virtù di un decreto adattato dalla stessa procura della Repubblica. Il codice di procedura penale circoscrive tale possibilità ai casi eccezionali nei quali, solo dopo aver svolto accertamenti, l opposizione del segreto professionale risulti infondata; nell emettere ordinanze restrittive della libertà personale a dispetto della chiara incompetenza territoriale e senza aver preventivamente escusso la presunta vittima lesa dell ipotizzata estorsione, l autorità giudiziaria di Napoli ha disposto fra l altro la custodia cautelare in carcere di Angela Devenuto, madre di due bambine una delle quali di due anni di età, nonostante il codice di procedura penale (articolo 275) vieti tale misura, salvo che sussistano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza, nei confronti di madri con prole convivente inferiore a tre anni di età. Solo in un secondo momento la misura cautelare è stata commutata negli arresti domiciliari, e successivamente revocata unitamente a quella emessa a carico del Tarantini; interpellato nel corso di un intervista sul percorso attraverso il quale la procura di Napoli sarebbe arrivata a Giampaolo Tarantini, il procuratore Giandomenico Lepore ha risposto: «È il sistema delle intercettazioni, l unico mezzo di prova rimasto. Scavando scavando, si arriva a fatti di reato che certo non possiamo far finta di non sentire», con ciò ad avviso degli interroganti di fatto ammettendo l utilizzo delle cosiddette «intercettazioni a strascico», ovvero delle intercettazioni come mezzo di ricerca del reato e non come mezzo di ricerca della prova come previsto dal codice di procedura penale; la procura della Repubblica di Napoli ha notificato all onorevole Silvio Berlusconi una citazione a comparire in qualità di persona informata sui fatti. Tuttavia, in una ordinanza di custodia cautelare nell ambito del medesimo procedimento penale, il giudice per le indagini preliminari aveva qualificato come «fatti indubbia-

7 Atti Parlamentari Camera dei Deputati mente collegati» le circostanze oggetto di indagine a Napoli e quelle oggetto del cosiddetto «processo Ruby» in corso a Milano nei confronti dello stesso Presidente del Consiglio. Le affermazioni del giudice per le indagini preliminari avrebbero pertanto reso incompatibile la convocazione del presidente Berlusconi come persona informata sui fatti, e dunque in assenza dell avvocato, con l esercizio del diritto di difesa così come declinato dal codice di procedura penale (articoli 363 e 210). L ipotesi che le iniziative assunte dalla procura di Napoli potessero essere finalizzate a una strumentale aggressione mediatico-giudiziaria nei confronti del Presidente del Consiglio oltreché dall ennesimo caso di intercettazione indiretta e dunque illegittima delle comunicazioni di un parlamentare, dalla divulgazione di atti non ancora depositati e dunque coperti dal segreto istruttorio, e dalla paventata assunzione di iniziative eclatanti come l accompagnamento coatto pur in presenza di una palese incompetenza territoriale successivamente riconosciuta dal giudice per le indagini preliminari pare del resto suffragata dalle affermazioni pronunciate a suo tempo dal dottor Lepore, che nel corso di una trasmissione radiofonica ha definito «memoria difensiva» la dichiarazione scritta consegnata all autorità giudiziaria dal presidente Berlusconi, ufficialmente non indagato e dunque non bisognoso di difendersi da alcunché; in base a dichiarazioni rilasciate dal procuratore della Repubblica di Napoli, l audizione dell onorevole Berlusconi sarebbe stata essenziale per verificare la competenza territoriale. Se ne deduce ad avviso degli interroganti, che atti restrittivi della libertà personale come l emissione di ordinanze di custodia cautelare in carcere siano stati compiuti in assenza della certezza della competenza stessa, difatti successivamente negata dal giudice per le indagini preliminari; poche ore prima che il giudice per le indagini preliminari dichiarasse la incompetenza territoriale dell autorità giudiziaria di Napoli, i pubblici ministeri all epoca titolari delle indagini hanno depositato presso il tribunale del riesame numerosi atti per nulla pertinenti con l oggetto del procedimento penale allora in essere per estorsione ma attinenti ad una indagine pendente presso la procura della Repubblica di Lecce nei confronti del procuratore di Bari Antonio Laudati, con il prevedibile risultato di ottenere la divulgazione degli stessi alla vigilia dell audizione del dottor Laudati presso il Consiglio superiore della magistratura. I medesimi atti sono stati oggetto di critica da parte di taluni dei testimoni escussi in ordine alla mancata registrazione e alla modalità di verbalizzazione; per quanto attiene il cosiddetto filone «Tarantini-Lavitola», all esito del moltiplicarsi di iniziative penali vertenti sui medesimi soggetti e su vicende fra loro analoghe, talune delle quali oggetto di dichiarazioni di incompetenza territoriale fra loro difformi, secondo le ricostruzioni di stampa potrebbe profilarsi la situazione certamente singolare di quattro uffici giudiziari Napoli, Lecce, Roma e Bari procedenti con ipotesi investigative sovrapposte, incrociate quando non addirittura contraddittorie : se non ritenga che i fatti esposti, la cui elencazione non si ritiene esaustiva ma certamente esemplare, non configurino una lesione grave e continuativa del diritto di difesa costituzionalmente sancito, tale da richiedere l urgente adozione di ogni iniziativa di sua competenza. ( ) * * * INFRASTRUTTURE E TRASPORTI Interrogazione a risposta orale: DELFINO. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia della nomina del curatore falli-

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